VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “Il 1° Maggio celebriamo la Festa dei lavoratori e ricordiamo tutte le lotte per l’affermazione dei diritti nel mondo del lavoro. La lotta per la conquista dei diritti dei lavoratori ha segnato larga parte del secolo scorso e non a caso la Costituzione Italiana, nata dalla Resistenza, nel suo primo articolo recita: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Il lavoro, quindi, come fondamento della cittadinanza democratica di una nuova Italia e di una nuova Europa che si erano messe la guerra alle spalle e sceglievano di guardare al futuro, alla ricostruzione a alla pace.
Per questa ragione il 1° Maggio non è semplicemente una giornata di ricordo e di celebrazione di eventi del passato. E’ anche e soprattutto una giornata di impegno per riaffermare quei valori e quei diritti nella realtà di oggi.
In Italia, nelle scorse settimane, è stato messo l’accento su alcuni dati dell’ISTAT secondo cui l’occupazione nel nostro paese è in crescita e raggiunge la percentuale del 61,9%. Si tratta sicuramente di un dato positivo che però non racconta tutta la verità perché, sempre secondo l’ISTAT, le famiglie italiane in povertà assoluta si attestano all’8,5% del totale delle famiglie residenti (erano l’8,3% nel 2022), corrispondenti a circa 5,7 milioni di individui. Quindi in Italia aumenta l’occupazione e contemporaneamente cresce la povertà. Come si spiega?
Un primo grande problema è rappresentato dal fenomeno del lavoro povero, cioè persone che pur lavorando non riescono a vivere in modo dignitoso perché percepiscono stipendi troppo bassi. Nel nostro paese sono circa 3 milioni e guadagnano meno di 11.500 Euro netti all’anno.
A questo si aggiunga che sono circa 12 milioni i lavoratori pubblici e privati che attendono i rinnovi dei contratti nazionali di lavoro e che dunque percepiscono compensi che non tengono conto della crescita dell’inflazione e dell’aumento dei prezzi al consumo degli ultimi anni.
Per non parlare poi di quella parte del mondo del lavoro coperta dai cosiddetti “contratti pirata” oppure di chi lavora senza essere coperto da alcuna forma di contrattazione.
E d’altra parte la questione salariale in Italia è un’urgenza improrogabile se è vero, come è vero, che negli ultimi trent’anni la media degli stipendi è scesa del 3% mentre in tutti gli altri paesi europei è cresciuta.
La proposta avanzata nei mesi scorsi da tutte le forze di opposizione in Parlamento di introdurre il “Salario Minimo” nel nostro paese vuole indicare una soluzione e insieme sollevare un allarme su uno dei problemi più urgenti: il valore del lavoro, la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori italiani.
Questa proposta prende spunto dalla Direttiva Europea n° 2041 del 19 ottobre 2022 che promuove la contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari per conseguire condizioni di vita e di lavoro dignitose per i lavoratori in Europa e spinge gli stati membri e legiferare in questa direzione.
Sappiamo benissimo che da sola questa misura non è sufficiente a risolvere tutti i problemi aperti, ma bisogna pur cominciare da qualche parte perché non riconoscere il giusto valore al lavoro contribuisce ad aumentare enormemente le disuguaglianze sociali, ad umiliare buona parte della società e ad indebolire la democrazia.
Di fronte a questa ipotesi c’è stato il muro del Governo Meloni e della maggioranza che lo sostiene. Quello stesso governo e quella stessa maggioranza che, appunto, leggono i dati dell’occupazione che cresce ma fanno finta di non vedere la crescita della povertà. Anzi, per loro la povertà è una colpa.
E’ questa la vera idea divisiva del paese. Parteggiare e celebrare la parte più forte e dimenticarsi di chi non ce la fa.
Il Governo si prepara ad un nuovo Decreto 1° Maggio con annunci di bonus sulle tredicesime e qualche incentivo alle imprese ma senza notizie certe sulle coperture economiche e senza alcuna volontà di intervenire veramente sui problemi aperti. Ancora propaganda, buona per affrontare la campagna elettorale, ma che non risolverà nessun problema di fondo che tiene bloccato il nostro paese”.
Manuela Benedetti, Segretaria Provinciale PD Viterbo