di WANDA CHERUBINI-
VITERBO- Si è svolta questa mattina, presso la sala conferenza della Provincia di Viterbo, l’incontro organizzato dalla Provincia su “Donne: analisi e prospettive di genere nelle sfide del cambiamento”. Dopo l’introduzione della consigliera di parità Silvia D’Oro sulla storia della giornata internazionale della donna, ha ricordato le donne ucraine che in questo momento stanno difendendo le loro famiglie dall’invasione russa, inaccettabile e crudele. Ha poi preso la parola il presidente della Provincia, Alessandro Romoli che, dopo aver ringraziato la consigliera D’Oro per l’eccellente lavoro svolto, ha evidenziato come questa presenza stimoli l’amministrazione provinciale rispetto a tematiche quali quelle oggetto di questo convegno: l’effettiva parità di genere. “Molto ancora c’è da fare nell’ambito culturale e questo deve essere fatto anche attraverso noi che occupiamo ruoli istituzionali. C’è un retroterra culturale ancora forte e noi dobbiamo dire no a tutto questo. La giornata odierna ci stimola sotto questa tematica. E’ soltanto attraverso una nuova educazione dei ragazzi che si può portare ad un cambiamento”. Romoli ha poi ringraziato l’assessore regionale Troncarelli e la dottoressa Donati, direttore generale della Asl di Viterbo.
La consigliera provinciale delegata alle Pari opportunità, Silvia De Santis ha rivolto il pensiero a tutte le donne ucraine ricordando come le persecuzioni che ancora oggi le donne subiscono devono sparire, partendo dall’educazione dei più piccoli. Ha posto poi l’attenzione sull’accessibilità delle lavoratrici madri ed il raggiungimento della parità salariale.
La consigliera provinciale delegata alle Pari opportunità supplente, Dominga Martines ha voluto dedicare questa giornata alle donne ucraine, ricordando come sono oltre un milione le persone che stanno fuggendo dall’Ucraina e come lo stesso ministro degli Esteri di Kiev abbia detto come vi siano donne ucraine vittime di stupri e di sevizie. Ha anche parlato delle donne russe che protestano contro Putin e come vi siano 36 mila donne impegnate nella guerra contro la Russia. Tornando all’Italia ha evidenziato come siano state 119 le donne vittime di femminicidio lo scorso anno, secondo i dati del ministero dell’Interno.
Si è quindi, svolto un piccolo intermezzo musicale con la lettura di quattro poesie lette da Roberta Mezzabarba e Perla Angeli mentre due alunni del liceo musicale Santa Rosa, Gabriele Lucarelli e Tania Taratufolo suonavano la viola. I ringraziamenti sono andati alla loro insegnante, Susanna Pisana.
Il convegno è ripreso con il lungo intervento online della consigliera nazionale di Parità, Francesca Cipriani, che ha detto come ci sia qualcosa di più importante della rivendicazione. “Le donne sono le prime ad essere mandare fuori e le ultime ad entrare nel mondo del lavoro – ha evidenziato- Mi associo alle considerazioni fatte sulle condizioni delle donne ucraine. Il problema centrale è che permane una percentuale femminile di posti di lavoro al di sotto della media europea. Una donna ha i figli e questa è una condizione che la rende meno interessante. Non possiamo accettarlo in nessuna maniera”. Tra le proposte della consigliera quella di riuscire a portare la maternità e la paternità ad un mese, ma solo questa operazione ha un costo di 3 miliardi e mezzo di euro. Un’altra mancanza è quella di soggetti per competente tecnico-scientifiche, settori che per la donna sono di difficile ingresso, pur avendone tutte le qualifiche. Per la consigliera Cipriani bisognerebbe fare un lavoro di formazione fin dall’infanzia, avendo anche maggiore presenza femminile nella comunicazione”.
L’assessore regionale Alessandra Troncarelli ha evidenziato come questa giornata affronti un tema importante e delicato che ci trova di fronte anche alla minaccia di una terza guerra mondiale. “Vanno bene i diritti acquisti dal mondo femminile, ma stanno venendo meno due diritti fondamentali, quello alla vita ed alla libertà. Come facciamo a dire che uomini e donne sono uguali se ancora non c’è rispetto della persona, degli altri. A livello regionale abbiamo cercato di sostenere il ruolo della donna in tutte le sue sfaccettature”. Ha ricordato, quindi, come la Regione abbia messo in campo rispose per i centri di ascolto, per le famiglie e creato dei punti di riferimento, quali il Pua e il segretariato sociale. Ha evidenziato come ci sia anche una buona integrazione socio-sanitaria ed ha parlato della figura del cargiver, tanto che a livello regionale si è aderito alla promozione del riconoscimento di questa figura. La regione, inoltre, ha proposto l’abbattimento delle rette negli asili nido con un finanziamento di 6 milioni di euro l’anno, perchè il diritto all’istruzione deve partire dai più piccoli. Ha poi riflettuto sul ruolo della donna che deve essere economicamente indipendente e presa in carico insieme ai figli subito dopo la sua denuncia per violenza e maltrattamenti.
E’ stata, quindi, la volta del direttore generale della Asl di Viterbo, Daniela Donetti che ha detto come le donne afgane, ucraine siano l’espressione del nostro mondo. Ha poi evidenziato come il settore sanitario sia composto dal 70 per cento di donne e come solo il 24% abbia raggiunto però posizioni apicali. La situazione è migliore nella regione Lazio dove le donne arrivano al 50 per cento delle posizioni apicali. “Abbiamo affrontato la pandemia come donne con sacrificio umano e professionale – ha aggiunto- Le organizzazioni sono fatte di tecnicismi e sensibilità. Un mondo che non riesce a cogliere la sensibilità è un mondo miope. Un mondo senza parità è un mondo senza intelligenze”. Ha poi parlato della campagna presentata ieri “Lotta contro ogni genere di violenza” dicendo che la violenza di genere si combatte dal lato culturale. Ha poi evidenziato come non vi siano solo violenze sulle donne, ma contro le persone fragili, gli anziani, i minori, gli animali, le cose. E’ questa una
nuova forma di pandemia che va combattuta. “Dobbiamo combattere questa non cultura della violenza con la cultura del rispetto” – ha concluso.
E’ stata poi la volta di Cinzia Rossi, avvocato di “Semi di Pace” che ha sottolineato come la violenza di genere sia in costante aumento, nonostante numerosi interventi come il Codice rosso. Si registra 1 femminicidio ogni 3 giorni e la maggior parte si consuma in ambito famigliare o affettivo. Purtroppo molte donne non denunciano. “Dobbiamo educare le generazioni future – ha ribadito- L’associazione Semi di pace ha realizzato il progetto Rondini, finanziato dalla Regione Lazio con partner prestigiosi, scuole e comuni del Viterbese per aiutare le donne in difficoltà. Ha anche istituito un centro d’ascolto presso la cittadella di Tarquinia per le vittime di violenza di genere e di bullismo. Stiamo lavorando nelle scuole ed abbiamo realizzato molti eventi importanti”.
La parola è andata a Paola Bugiotti, preside dell’istituto Paolo Savi e rappresentante della Uil scuola di Viterbo, che ha detto: “La parità è ancora lontana da raggiungere. Nel mondo della scuola ci sono molte lavoratrici donne, nella scuola non esiste una disparità salariale, ma il motivo principale per cui gli uomini non scelgono di lavorare nelle scuole è perché i salari sono bassi”. Poi, riferendosi alla situazione in Ucraina e ai vari tentativi di accordo, ha detto: “Se al tavolo delle trattative ci fossero state le donne avrebbero trovato sicuramente un dialogo”.
Cristian Cioffi, presidente Fidapa Civitavecchia e Fiorella Annibali, componente gruppo di lavoro Fidapa per la nuova carta dei diritti della bambina, hanno illustrato come è nata la carta dei diritti della bambina, utilizzando delle slide e come si siano realizzati due progetti nelle scuole: il teatro delle marionette e il gioco dell’oca.
Lina Novelli, delegata welfare e politiche sociali Anci Lazio, ha detto di avviare un monitoraggio per conoscere i Comuni interessati ad aderire alla carta dei diritti della bambina, creando un circuito virtuoso che parta dalle scuole. Ha poi rimarcato come solo il 14,8 per cento di donne ricopre in Italia la carica di sindaco e come nella nostra provincia siano solo 4 le donne sindaco. “Anche nel nostro consiglio provinciale abbiamo avuto massimo 4-5 presenze femminili ed oggi solo una. C’è, quindi, da fare ancora molto per la parità di genere”.
In conclusione, l’intervento di Wanda Cherubini, presidente Ucsi di Viterbo e direttore di Tuscia Times, che ha posto l’accento sul ruolo della Chiesa nel processo di emancipazione della donna, riferendosi all’interpretazione egualitaria delle origini, scelta da Giovanni Paolo II, nella sua Mulieris dignitatem, basata sulla creazione simultanea dell’uomo e della donna, invece dell’altra che sottolineava come Eva fosse stata creata in un secondo momento, dono e aiuto di Adamo e, quindi, a lui inferiore. “Ma già l’Incarnazione aveva cambiato in modo definitivo il posto dell’uomo e della donna – ha rimarcato il presidente dell’Ucsi Viterbo – Maria significa una sorta di straordinaria promozione della donna. Si tratta di cambiamenti non secondari per definire il posto della donna nelle società di matrice cristiana”. Ha poi parlato della mancanza di parità di genere nei media, facendo riferimento alla “Guida alla parità di genere nei media” elaborata da Wan-ifra, organizzazione mondiale, che ha evidenziato che pur rappresentando le donne oltre la metà della popolazione mondiale, vengano lette, viste ed ascoltate dai media solo il 25% delle volte. Ha poi ricordato come l’ordine dei giornalisti non ha mai avuto, in quasi 60 anni, un presidente donna e così come in molte aziende editoriali e di comunicazione continuino ad essere poche le donne nei Cda. Infine, un riferimento al Gender Gao report, dove l’Italia per parità di genere si trova ad un vergognoso 76 posto, superata anche dal Ruanda, Burundi ed Argentina. “Quindi – ha concluso Cherubini – si tratta di un problema reale, di tutti paesi sviluppati perché lo sviluppo economico non sempre è collegato alla parità di genere”.
Foto di Federico Usai