Aborto: Mattia (Pd), a Genova primi effetti norma Pnrr

ROMA- “100 euro per non abortire: l’offerta shock dei #ProVita a una donna in ospedale a Genova. Ecco i primi effetti della norma di FdI nel Pnrr contro la #legge194. Una campagna della destra già avviata nel #Lazio dalla Giunta Rocca contro i consultori pubblici”. Così su X la consigliera regionale Pd del Lazio, Eleonora Mattia, prima firmataria della mozione in difesa della legge 194 bocciata dalla maggioranza di destra alla Pisana.




Antonella Bruni: “L’aborto non è un gioco politico di compromessi e di scambi”

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “Stiamo scambiando un delitto per diritto. Qua si ha paura di dire che l’aborto è un omicidio” , questa è la frase pronunciata da una donna, giornalista , vice direttrice del TG1, Incoronata Boccia.
Credo che vada sempre garantita e rispettata la libertà di pensiero e di parola di tutti, compresa, quindi, quella di chi è contro l’aborto, ma anche una Legge va rispettata ed è indiscutibile che una frase così netta e forte va a colpirne il principio fondante, riportandoci pericolosamente indietro di cinquanta anni.
La questione è di stretta attualità e nasce con un emendamento , inserito all’interno del Pnrr, che dà legittimità, a livello nazionale, all’ingresso delle associazioni Pro-Vita nei consultori. Una norma che potrebbe pregiudicare un diritto che resta, per ogni donna, sempre difficile e doloroso da esercitare.
Il governo ha precisato che non si tratta di un tentativo di modifica delle legge 194, ma di un rafforzativo dell’art.2 , il che è tecnicamente vero perché la legge già prevede delle misure di valutazione delle ragioni per le quali una donna decide di abortire e di sostegno nel caso queste siano soprattutto di natura economica o attengano ad altre difficoltà pratiche, quindi è sbagliato parlare di una novità inedita, perché le associazioni antiabortiste nei consultori ci sono già. Non sono previsti nemmeno fondi ulteriori per finanziare l’iniziativa e viene demandata la facoltà ad ogni singola regione di dare attuazione o meno alla norma stessa.
Se è giusto riconoscere quindi che il governo non sta modificando la L.194 e se l’emendamento – ormai legge con il voto del Senato il 23 aprile u.s. – non introduce nulla di nuovo, a che scopo inserirlo?
Che ci sia un supporto psicologico per la donna che sceglie di abortire o che ci siano delle misure per chi non vorrebbe realmente farlo, va benissimo, ma che si rafforzino e prevalgano quelle con le quali la donna debba essere dissuasa da estranei che , con posizione di dichiarata non terzietà, dovrebbero interferire ed intervenire nel momento di maggiore sofferenza e fragilità di una donna, non è assolutamente accettabile. L’unico ruolo dei soggetti Pro vita dovrebbe essere quello di informare la donna sulle altre opzioni possibili, solo se questa lo richiede. Anche in questo caso però, la presenza di personale qualificato già presente nei consultori, fa risultare del tutto superflua la presenza di ulteriori soggetti.
Io credo che quando parliamo di leggi e di diritti sanciti dalle stesse, sarebbe necessario parlarne solo in termini laici e razionali: abortire è un diritto e nessuno deve interferire con il suo esercizio. Più che mandare missionari nei consultori a scoraggiare le donne occorre intervenire, ma in modo concreto e non propagandistico, sulle politiche sociali, del lavoro e dei servizi a sostegno delle donne lavoratrici e della maternità, perché nella scelta estrema di abortire c’è anche il fallimento della politica.
Sono certa che quelle come me , sostenitrici e difensori del diritto di chiunque di scegliere cosa vuole per se stesso, senza che nessuno pontifichi o precluda tale sacrosanta libertà, concordino che qualunque ostacolo all’applicazione reale dell’aborto vada rimosso a partire dalle premesse , troppo spesso moralistiche che, se sottovalutate, finiscono con il dare spazio a chi l’aborto vorrebbe, se non proibirlo, senz’altro limitarlo progressivamente”.




Aborto: Mattia (Pd), voto su Pro life in consultori è autogol per destra

ROMA- “Un tremendo autogol per la maggioranza di destra del Governo Meloni che alla Camera si è spaccata sul voto a un ordine del giorno del Pd che puntava a tutelare il diritto all’interruzione di gravidanza nei consultori contro l’emendamento di FdI, che prevede invece l’ingresso dei comitati Pro Life nelle strutture pubbliche”. Così la consigliera regionale Pd del Lazio, Eleonora Mattia, che già dallo scorso agosto ha denunciato la deriva antiabortista della Regione Lazio, governata dalla destra, con un’interrogazione sulla delibera regionale che apriva la gestione del bonus maternità alle associazioni Pro Vita escludendo invece i consultori pubblici.
“Siamo stanche e stanchi degli attacchi periodici e sistematici alla legge 194, che ha sancito in Italia il diritto all’aborto e l’autodeterminazione delle donne sul proprio corpo. Un diritto ottenuto all’epoca faticosamente, tra l’altro grazie alla collaborazione trasversale delle donne delle forze moderate, anche d’ispirazione cattolica, perché sapevano bene, quello che oggi la stessa premier Meloni ignora, ovvero cosa significava morire d’aborto clandestino in balìa di ferri e strumenti di fortuna delle cosiddette ‘mammane’. Una propaganda becera, in contrasto con quanto espresso dal Parlamento Ue, che proprio in questi giorni ha votato per l’inserimento dell’interruzione di gravidanza nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Una propaganda che retrocede sui diritti e su cui la stessa destra si è divisa, dando così un segnale significativo al Governo Meloni che dovrebbe farlo ritornare sui suoi passi”, conclude Mattia.

 




Aborto-M5S Lazio:”Destra fuori dal tempo, non permetteremo passi indietro sui diritti delle donne”

ROMA– “Le dichiarazioni vergognose sull’aborto, rilasciate durante un convegno organizzato dalla Lega alla Camera dei Deputati, ci riportano indietro di almeno 100 anni. Sostenere che l’aborto non è mai giustificato, neanche in caso di stupro, è un attacco all’autodeterminazione delle donne e al loro diritto di scegliere.

Inaccettabile che tali posizioni di stampo medievale vengano manifestate nella nostra più alta espressione istituzionale: l’interruzione della gravidanza è un diritto sancito da una legge dello Stato e non permetteremo che venga messa in discussione la 194/78 che è una conquista di civiltà.

E’ solo l’ultimo dei tanti attacchi alle donne perpetrati da una destra retrograda e oscurantista: dal disegno di legge antiabortista del senatore di Fratelli d’Italia, Roberto Menia, alla proposta di rendere reato universale la maternità surrogata; dalla chiusura dei consultori con tagli al personale, fino alla discutibile convenzione della Regione Piemonte con l’ospedale Sant’Anna di Torino per la creazione di una “stanza per l’ascolto” nella quale vengono fatte pressioni psicologiche sulle donne per convincerle a non abortire. Il Movimento 5 Stelle non consentirà che questa destra fuori dal tempo ci faccia fare dei passi indietro sui diritti delle donne”. Così in una nota il Gruppo M5S alla Regione Lazio.




Roma, arriva nel Lazio un portale dedicato alle donne che scelgono di abortire

ROMA – “Grazie a un nostro emendamento al collegato approvato dall’aula questo pomeriggio prende vita un provvedimento che abbiamo fortemente voluto e che riteniamo tanto urgente quanto necessario: la costruzione di un portale con tutte le informazioni utili alle donne che scelgono di abortire”. Così in una nota Alessandro Capriccioli e Marta Bonafoni, capigruppo rispettivamente di +Europa Radicali e della Lista Civica Zingaretti al Consiglio regionale del Lazio.

“La cronaca degli ultimi mesi ci ha raccontato di un Paese in cui abortire è ancora molto problematico e le donne che decidono di ricorrere a questa pratica si trovano ad affrontare sofferenze e umiliazioni, al netto di tutte le incertezze dovute a una quasi totale mancanza di informazioni. Per questo, abbiamo deciso di intervenire mettendo a disposizione delle donne del Lazio un portale, che verrà pubblicato sul sito della Regione, dove si potranno reperire tutte le notizie che servono: dalla spiegazione del percorso che bisogna affrontare per procedere all’interruzione volontaria di gravidanza o per motivi terapeutici fino all’elenco dei consultori e delle strutture ospedaliere in cui si pratica l’aborto farmacologico o terapeutico, passando per i dati relativi al numero e alla percentuale del personale obiettore e non obiettore per struttura ospedaliera e tutta la modulistica utile scaricabile dal sito. Per monitorare l’attività del portale sarà inoltre istituito, presso l’Assessorato alla Sanità, un tavolo tecnico in cui, oltre ai responsabili delle strutture competenti, saranno coinvolte le associazioni delle donne.

Il fatto che la Regione Lazio affronti questo tema senza strascichi ideologici e mettendosi solo dalla parte delle donne è molto significativo: si tratta di un passo fondamentale per sradicare quei pregiudizi e quei tabù che, a più di 40 anni dall’approvazione della legge 194, rendono l’aborto ancora qualcosa di cui vergognarsi”.