Claudio Giovanardi con il ‘Vocabolario del romanesco’ chiude la giocosa rassegna sammartinese “Acrobazie Letterarie 2024”

di MARIA ANTONIETTA GERMANO –

SAN MARTINO AL CIMINO ( Viterbo) – La terza edizione di ‘Acrobazie Letterarie’ (27 luglio-31 agosto 2024),si è chiusa ieri con grande successo alla Biblioteca dell’Abbazia cistercense di San Martino al Cimino. Tema dell’incontro, l’evoluzione dei dialetti ed il confronto con  il nuovo linguaggio giovanile che ha coinvolto il numeroso pubblico nella votazione della parola più conosciuta, anzi più “figa” tra 10 proposte, creando così un divertente e giocoso pomeriggio, tra applausi risate e un brindisi di augurio finale proposto dall’organizzazione.

Le 10 parole: Accannare/abbandonare,lasciare in asso; Appozzare/prendere a piene mani; bronco/citrullo, sciocco, a Viterbo, gojo; Crepàre/ truffare, una fregatura; Infognato/adirato, pieno d’ira; Perculàre/Prendere in giro; Schéggia/essere bravo o essere molto veloce; Scràuso/scadente, di poco valore; Tàjo/smetterla, come invito perentorio a qualcuno;oppure persona, cosa, situazione molto divertente; Zàppa/ persona incapace, soprattutto a scuola.

Per alzata di mano il pubblico ha scelto la parola: perculàre/Prendere in giro. A pari merito, le altre due parole; accannare e schéggia.

L’evento conclusivo della rassegna letteraria è stato introdotto dalla vulcanica ideatrice di TusciaArtLab Giulia Marchetti, nonché presidente di Italian Human Connections Ets, che ha precisato: “Abbiamo avuto incontri con relatrici e relatori che hanno portato la loro testimonianza non solo di lettura, meravigliosa. Quello di oggi è un incontro originale, roccambolesco, che ha preso spunto dal “Vocabolario del romanesco contemporaneo” (Newton Comton Editori) un tomo di 470 pagine, scritto con Paolo D’Achille dal nostro ospite, lo scrittore, linguista e professore universitario, Claudio Giovanardi.  La lingua cambia, cambia la società e cambiano le parole che usiamo per comunicare”.

Nel piccolo derby di parole in dialetto, tra Roma e Viterbo, condotto da Claudio Giovanardi è scesa in campo Benedetta Lomoni, direttore creativo dell’agenzia Factory 121, che ha tradotto in dialetto viterbese le parole proposte e ha posto l’accento sul  vocabolario di ben 470 pagine. Quanto tempo ci è voluto per realizzarlo?

La risposta di Giovanardi è immediata: “Ci abbiamo messo 20 anni, non abbiamo lavorato 20 anni solo a questo, altre cose abbiamo fatto insieme al collega, da quando e nata l’idea. Sono lavori certosini, complessi. Lo abbiamo fatto in due e nella parte finale ci hanno dato una mano a trascriverlo, gli allievi. E’ un omaggio a noi che siamo cresciuti negli anni ’60.  E’ un viaggio nei sentimenti. Un recupero della memoria. I dialetti sono un patrimonio di importanza fondamentale per l’Italia, nessun paese in Europa ha i numeri dei dialetti che ha l’Italia. Il dialetto è la lingua degli affetti. Tutte voci che ci portiamo dentro. E’ una fotografia di come funziona il dialetto a Roma così come si è venuto assestando nel corso del Novecento e nei primi decenni del Duemila. Immigrazione. Roma ha un miscuglio e intreccio delle lingue. Che cosa è romanesco non è sempre semplice”. Il suono delle campane della chiesa abbaziale che annunzia l’ora, indica il consueto firma copie con i saluti e un augurio per l’attesa e nuova rassegna di Acrobazie Letterarie 2025.




“Acrobazie Letterarie”, rassegna culturale dal 29 al 31 agosto presso San Martino al Cimino

SAN MARTINO AL CIMINO (Viterbo) – “Acrobazie Manuali” (29 agosto), “Letture Acrobatiche” (30 agosto) e “Acrobazia delle parole” (31 agosto), sono i tre speciali e imperdibili appuntamenti che chiuderanno, si spera sempre sold out, la piacevole e seguitissima rassegna “Acrobazie Letterarie” curata da Giulia Marchetti (Tuscia Art Lab) nel borgo seicentesco di San Martino al Cimino, e ospitata nella Biblioteca dell’Abbazia cistercense, grazie al parroco della chiesa di S. Martino Vescovo, don Fabrizio Pacelli.

Sapete come si rilega manualmente un libro? Lo scoprirete con le indicazioni di Mara Farolini e le sue “Acrobazie Manuali”, giovedì 29 agosto, ore 17.00, con le quali mostrerà come si possono facilmente rilegare e personalizzare in modo artigianale, poesie, racconti, disegni e molto altro. Laboratorio gratuito.

Qual è il tuo autore preferito? C’è un libro che ti ha cambiato la vita? E quale libro consiglieresti di leggere? Sei hai delle risposte, allora sei invitato a partecipare al gioco di “Letture Acrobatiche”, venerdì 30 agosto, ore 17.00, a cura dello scrittore Claudio Giovanardi, modera Benedetta Lomoni. L’incontro è promosso dalla Biblioteca di Quartiere di San Martino al Cimino di Tuscia Art Lab. Chiunque può partecipare da uditore o da “acrobatico relatore”, presentando il libro preferito e leggendone alcune pagine. All’audace vincitore, un premio di partecipazione come ad altri sorteggiati. L’incontro si conclude con un aperitivo conviviale.

Infine, il 31 agosto alle ore 17.00, sempre alla Biblioteca dell’Abbazia cistercense, torna lo scrittore, linguista e professore universitario, Claudio Giovanardi, che propone “Acrobazia delle parole” una divertente indagine sul linguaggio giovanile, l’evoluzione dei dialetti e della lingua italiana, come meglio illustrato nel suo libro “Vocabolario del romanesco contemporaneo” (Newton Comton Editori). Modera l’incontro Benedetta Lomoni.

La terza edizione di Acrobazie Letterarie (27 luglio-31 agosto 2024) ha come tema l’Evoluzione delle Parole e del Costume, sei giorni di autorevoli incontri, anche per bambini, tra letteratura, teatro, laboratori di disegno e artigianato per la rilegatura dei libri. La rassegna si svolge a San Martino al Cimino (frazione di Viterbo) con il patrocinio e il sostegno del Comune di Viterbo.

Si consiglia la prenotazione: info@tusciartlab.com – 339/3412598
Per maggiori informazioni consultare il sito web https://www.tusciartlab.com/

NOTA – Claudio Giovanardi è professore ordinario di Linguistica italiana all’Università Roma Tre. Autore di numerose pubblicazioni, saggi e romanzi. È socio ordinario dell’Accademia dell’Arcadia e Accademico della Crusca. Attualmente fa parte del Consiglio d’amministrazione della Fondazione Roma Tre-Palladium. Svolge anche un’attività di narratore.




Grande successo per le “Acrobazie Grammaticali” di Massimo Roscia a San Martino al Cimino

di MARIA ANTONIETTA GERMANO –

SAN MARTINO AL CIMINO (Viterbo) – “Il dizionario della lingua italiana ha quattrocento mila parole e ne usiamo solo tremila. Quali? Sempre le stesse.

Qualche preposizione, una spruzzata di articoli, parole che conosciamo da quando siamo bambini, nelle quali riconosciamo il significato come casa, mamma, cacca; cose basilari, parole universali, genericismi. Parole tuttofare, come il verbo ‘fare’. Intercalare: diciamo ‘cioè’ e ‘niente’“.

E questo è solo l’inizio dell’ironico, divertente e applaudito monologo teatrale dello scrittore e docente di comunicazione Massimo Roscia, ispirato dal suo libro “Errorario” (Rai Libri 2023), raccolta antologica di errori grammaticali, ortografici o lessicali, andato in scena ieri sera, 9 agosto, nel borgo di San Martino al Cimino, nell’ambito della terza edizione di ‘Acrobazie Letterarie’ (27 luglio-31 agosto 2024). Un vero successo.

L’incontro sulla bellezza della lingua italiana, che si è svolto al chiostro dell’abbazia cistercense, è stato introdotto dalla curatrice di ‘Acrobazie Letterarie’, Giulia Marchetti che ha ringraziato per l’ospitalità don Fabrizio Pacelli, parroco giovane, intraprendente e sensibile alla cultura. Un grazie è stato rivolto anche alla Nuova Compagnia Teatrale Sammartinese che ha accolto sul loro palco la speciale iniziativa letteraria.

Per i saluti istituzionali è intervenuto l’assessore alla cultura Alfonso Antoniozzi con un “Ben venuto Massimo Roscia a San Martino e un grazie a voi tutti per essere usciti di casa, perchè non è mai una cosa scontata che la gente abbandoni serate televisive, si vesta, trovi un parcheggio, a volte scomodo, per venire in piazza a un incontro teatrale”. Ed ha anticipato una serata musicale a Prato Giardino. Il 2 settembre arriva l’orchestra sinfonica di Sanremo con un omaggio a Domenico Modugno, alle 21. Poi più avanti ci sarà una serata pazzesca con Massimo Ranieri, con “Forza venite gente”. Applausi di gradimento.

Qualcuno tra il pubblico ha aperto un piccolo quaderno per segnare parole, errori o orrori.

E lo spettacolo inizia.

“Ritmato, sincopato, fragoroso, polifonico, partecipato, caloroso. Zuzzurellone…è chi si ostina a comportarsi da fanciullo. Lazzi, sollazzi, sti….Gioco con le parole, mi adeguo e faccio acrobazia linguistica.

“Parola che adoperiamo sempre meno di frequente, per piacere, scusa, buon giorno, eppure è una parola che nobilita, che gratifica chi la dà e chi la riceve, una parola olografica, da sola corrispondeva un intero atto linguistico, una parola che certifica la qualità dei sentimenti, che corrisponde pressappoco a una pacca sulla spalla, una carezza, una stratta di mano. E’ una parola che viene dal latino, ha tanti significati. Gravità, leggerezza, fratellanza, piacevolezza e non ultimo riconoscenza e gratitudine. La parola è Grazie, grazie, grazie a tutti voi, alla Nuova Compagnia teatrale Sammartinese, grazie al Comune di Viterbo, grazie agli amici vecchi e nuovi, a Giulia Marchetti.

Grazie a lei tutto ciò è stato possibile, grazie alla frescura di San Martino.

“Grazie a Calvino, grazie a Umberto Eco, grazie a Manganelli, grazie a Luigi Malerba, grazie a Gadda, grazie ad Arbasino, a Flaiano, a Peppa Big, ai miei principali riferimenti culturali.

“Grazie a voi, per la pazienza e per l’attenzione che mi auguro vorrete dedicarmi. E grazie a loro (a voce bassa), Loro sono qui, con l’accento…in mezzo a noi… So’ peggio di una setta… Loro, loro, sono ovunque, con la C, quelli che maltrattano la lingua italiana, la fanno a brandelli.

La ‘Lingua degli Angeli’, diceva Thomas Mann, lingua così, profonda, articolata, complessa, psensuale, ufonica, ha un bel suono. E’ una lingua concepita in maniera perfetta per esprimere tutte le nostre emozioni, una lingua dotata di infinite possibilità, una lingua che sottoutilizziamo. Noi facciamo un uso pigro,l sciatto, superficiale, passivo, bizzarro, poco convenzionale di questa lingua
e grazie a loro se io sono qui.

“Sono anni che conduco una vera e propria crociata, che cammino verso questa terra santa linguistica armato del semplice sorriso. L’italiano è una cosa seria.

“E dico grazie a quelli che si ostinano a dire “almonoche” “tropio” “pultroppo”…non lo dicono più neanche al ristorante cinese. “Pultroppo” è frutto della nostra fantasia. “Pultroppo” è come il mostro di Loch Ness, unicorno rosa, come babbo natale. “Pultroppo” non esiste.

“Si parlava della famiglia del “tuttoattaccato”, Quelli che scrivono “ tutto apposto”, “in fondo
infondo, “avvolte”, come con la coperta…..
“Grazie a quelli che maltrattano la terra H, la mutina, “non ti anno capito” senza acca! In un cartello: “vietati hai minori” con l’acca! “Vivo ha Roma”, con l’acca!” Avete preso nota?
Tante le risate, tanti i calorosi applausi, e con le foto ricordo e il consueto firma copie, si chiude la piacevole e indimenticabile serata.

La terza edizione di Acrobazie Letterarie (27 luglio-31 agosto 2024) quest’anno ha come tema l’Evoluzione delle Parole e del Costume, sei giorni di autorevoli incontri, anche per bambini, tra letteratura, teatro, laboratori di disegno e artigianato per la rilegatura dei libri. La rassegna si svolge a San Martino al Cimino (frazione di Viterbo). La rassegna ha il patrocinio del Comune di Viterbo.

NOTA – Massimo Roscia (Roma, 1970). Scrittore, reporter di viaggio, critico enogastronomico, storico collaboratore del Gambero Rosso, già condirettore editoriale del periodico Il Turismo Culturale, docente di comunicazione, tecniche di scrittura, editing e marketing territoriale, attore, conduttore, autore di romanzi, saggi, guide e sceneggiature. Tra i suoi libri più noti si ricordano: La strage dei congiuntivi (Exòrma, 2014), Di grammatica non si muore (Sperling & Kupfer, 2016) e Peste e corna (Sperling & Kupfer 2018). Nel 2019 ha debuttato a teatro con il suo spettacolo Grazzie. L’ultimo romanzo, Il dannato caso del Signor Emme (Exòrma, 2020) è stato proposto per il premio Strega 2021. Dopo il successo dei suoi Compiti delle vacanze per amanti dei libri (Sonzogno, 2022), l’unico libro-gioco dedicato espressamente agli amanti della letteratura, è tornato in libreria con il volume Compiti delle vacanze per amanti dei libri 2 (Sonzogno, 2023).

Attualmente sta tenendo corsi di scrittura per Feltrinelli Education e lavorando a un libro illustrato per bambini e a un nuovo romanzo grottesco.




Applausi allo straordinario Stefano Ferri ospite di Acrobazie Letterarie con il suo libro ‘Crossdresser’ (VIDEO)

di MARIA ANTONIETTA GERMANO –

VITERBO – La terza edizione di ‘Acrobazie Letterarie’ (27 luglio-31 agosto 2024) che verte sul tema l’Evoluzione delle Parole e del Costume si è aperta a Viterbo con grande successo sabato 27 luglio, presso  la Libreria Borri Books (piazza della Repubblica, 2).

La rassegna che si svolge di norma a San Martino al Cimino (frazione di Viterbo) ieri ha ospitato “fuori borgo” un incontro speciale con lo straordinario crossdresser Stefano Ferri, scrittore, giornalista, consulente di comunicazione e acrobata del Costume che ha presentato davanti a un numeroso pubblico, per lo più femminile, il suo ultimo libro “Crossdresser -Stefano e Stefania, le due parti di me” (Mursia editore).

Ha dialogato con l’autore e con la curatrice di Acrobazie Letterarie, Giulia Marchetti, anche l’assessore alla cultura Alfonso Antoniozzi che ha detto, tra l’altro: “Questa è una scuola di libertà in una società patriarcale e maschilismo tossico. Tutto questo io lo vivo da un’altra parte. Il tuo essere crossdresser crea un problema, che ho vissuto con l’omosessualità. Il dover lottare per essere se stessi in barba a quello che la società si aspetta da te. L’uomo che mette una cosa diversa dalla divisa che ci impone la società e ha deciso di cambiare divisa, allora è percepito, indipendentemente da quale sia il suo orientamento sessuale, meno Uomo. Il dolore è comune. Tu mandi in cortocircuito un sistema binario semplice: un uomo che si veste da donna, si sente donna. Non è vero. Paradossalmente, l’uomo che si veste da donna e si sente donna, dalla società viene accettato più di te che ti vesti da donna ma rimani e ti senti uomo”. Tanti gli applausi.

In una lunga e dettagliata disamina, prende la parola Stefano Ferri che nel narrare la sua storia, in parte scritta nel libro, si fa portavoce di una nuova concezione di costume, che supera il modello imposto dalla nostra società, nella nostra epoca. Apre la porta su nuovi scenari del futuro e affronta l’abisso del rigetto del crossdressing, là dove anche la percezione dell’altro passa attraverso il modo di abbigliarsi, socialmente ammesso e accettato.

“Io non mi sento donna – precisa Stefano Ferri – “Io questo libro non lo volevo scrivere, perchè mi vergognavo. Me lo chiedevano in tanti, io sono crossdresser dal 2002. Sono libero professionista dal 2006. Già nel 2012 avevo il mio nome nel panorama delle relazioni pubbliche ed eventi ed erano in tanti che mi chiedevano: perchè, tu che di mestiere scrivi, io sono nato come giornalista, non scrivi un libro sulla tua storia? E io prendevo sempre la scusa che non avevo tempo, in effetti lavoravo parecchio. Era una verità, ma anche una scusa”.

“La verità – continua Ferri –  la posso dire a voi oggi dopo tanti anni. Prima cosa è che io non avevo la faccia tosta di far finta di essere importante come Casanova o Berlusconi, a scrivere: nato a Milano 11 giugno del 1966….. fossi Napoleone allora….No, non è il mio caso. Mi sembrava di darmi troppa importanza a scrivere una autobiografia. Primo motivo, non volevo. Seconda cosa: c’è un problema. Io ho subito razzismi, sessismi, discriminazioni, verissimo. Però una volta che uno vuole raccontare la verità, la deve racconarla tutta. Deve raccontare anche le mascolzonate che ha fatto lui. Io non sono un santo. Se devo mattere in luce i crimini che ho subito per quello che sono, cioè crimini, devo raccontare anche le cose che ho combinato io. Altrimenti uno fa un libro autocelebrativo in cui si descrive come un essere perfettissimo, creatore e signore del cielo e della terra, povera vittima delle crudeltà altrui. Non sono così. Le mascalzonate io non avevo il coraggio di dirle.

Poi è arrivato il Covid, marzo 2020. Io ero PR in turismo ed eventi. Nel giro di due ore, domenica 23 febbraio 2020, io mi ritrovai a lavoro zero. Tutto finito. Lasciamo perdere quello che è stato, una botta che non auguro a nessuno.Mi sono ritrovato senza niente da fare.Passano le settimane, chiuso in casa, senza lavoro. Il problema era: come passo le giornate? Dopo un bel po’ di settimane, per ingannare il tempo, mi misi al computer e scrissi una pagina su di me.

Ero uno sfogo. Spensi il computer. Il giorno dopo riaccesi il computer, lessi e pensai: che bella aho.

Scrissi, tanto non avevo niente da fare, una seconda pagina, e poi una terza, una quarta ..e poi mi resi conto che avevo il primo capitolo del mio libro. Avevo trovato la chiave di lettura, ma perchè non la cercavo”.

“Infatti questo libro non è una autobiografia- continua ancora Stefano Ferri – E’ un libro che descrive soltanto questa parte della mia vita e tace tutte le altre.Ho raccontato un bel po’ di cose. Ho trovato una moglie comprensiva che quando ha letto il manoscritto con le cose che le avevo nascosto, non mi ha lasciato. Quindi sono felice di poter dire che anche il matrimonio è salvo.

“Crossdresser” non doveva essere il titolo. Vi svelo questo piccolo segreto, il titolo che io avevo pensato per questo libro era “Stefania”. Ma la casa editrice s’innamorò del titolo crossdresser e lo volle mettere in copertina relegando la parola Stefania a sottotitolo.

“Debbo dirvi che il termine Crossdresser a me non piace tanto perchè vedete, alla mia destra c’è una meravigliosa ragazza crossdresser, perchè ha i jeans e le scarpe basse. Allora mi chiedo perchè se vedono me mi chiamano crossdresser e se vedono lei non la chiamano così?

“La risposta è: perchè sono tutte così. E’ un fatto statistico. Mentre la parola ‘omosessuale’ non è un fatto statistico ma definisce una realtà intima e oggettiva della persona; mentre ‘transessuale’ non è un fatto statistico, definisce anche lì una realtà vera e ogggettiva. Crossdresser è un fatto statistico.

Che nel momento in cui tutti fanno una cosa, tutti si vestono in un modo, si cessa di essere crossdresser.

“La donna è stata soggiocata dall’uomo per quasi tutta la storia documentata, da sempre.  A  sparigliare le carte fu l’invenzione più rivoluzionaria che la storia umana abbia mai testimoniato, la macchina a vapore. Fu una cosa sconvolgente, perchè trasformò nel giro di settimane, le botteghe in aziende. L’azienda era un concetto che all’epoca gli uomini non avevano. Nessuno aveva visto una ciminiera. Nessuno sapeva neanche che cosa potesse essere. Nel 1760 erano gli uomini con la parrucca, erano gli uomini con la cipria. Era questo mondo. E di punto in bianco, nel 1769 con la macchina a vapore ebbe inizio l’industria.

“Noi parliamo di rivoluzione di Internet, ma dopo 30 anni possiamo dire che non ha avuro lo stesso impatto rivoluzionario di quella cosa lì. Allora, seguitemi bene perchè capite bene che i soldi attraggono. Il potere e la ricchezza che sono funzioni uno dell’altra, come diceve Herry Kissinger: i soldi sono il più grande afrodisiaco del mondo.

“La macchina a vapore inglese, anche se fu uno scozzese ad inventarla, rese l’Inghilterra, in 20 anni, il paese più ricco del mondo. Nacque nel 1769. Ma nel 1789, ci fu la Rivoluzione francese. Fu la conseguenza ideologica che i giacomini trassero a beneficio del loro potere, da quello che vedevano con il canocchiale oltre la Manica. Loro erano un popolo alla fame, con Maria Antonietta che diceva: se non hanno pane, mangino le briosce, e di là, grazie a quella invenzione, si cominciava a vedere che chi nasceva servo della cleba, non doveva più morirci. C’era un riscatto. Si diffuse a macchia d’olio, cominciando dai giacobini, diedero con la Rivoluzione, il messaggio che tutti potevano diventare re. Se solo vi tirate su le maniche, mollate le parrucche, le ciprie e vi concentrate sul lavoro.

“Allora cosa fecero gli uomini che avevano il potere pieno (le donne non contavano nulla)?

Per assicurasi il massimo dell’autonomia e mettersi al riparo dell’eventualità che qualche donna potesse fare ciò che faceva un uomo, imposero agli uomini uno scambio “la grande rinuncia maschile”, presero le donne metaforicamente e dissero loro: donna ti lascio tutto, ti lascio le parrucche maschili, le ciprie maschili, ti lascio i tacchi, che erano maschili e rappresentavano la nobiltà, ti lascio i velluti colorati, purchè tu lasci il potere a me. La ricchezza, il lavoro.Le donne non avevano scelta, dovettero dire di sì e sulla base di questo scambio, la società andò avanti per tutto il 19esimo secolo, in crescita continua.

“Sono stati 200 anni dal 1789 al 1989, quando con la globalizzazione si è fermato tutto.Duecento anni di crescita incessante. Poi a cavallo tra l’800 e il ‘900 ci fu l’emancipazione femminile. Non dal maschio ma da questo scambio di cui l’uomo è ancora totalmente succube. Bellezza/potere. La donna, nel corso del XXsecolo, ha valicato più volte il confine fatto per essere invalicabile che l’uomo le aveva imposto. Oggi abbiamo donne presidenti, amministratrici delegate, professioniste in carriera, avvocate, notaio.. tutto abbiamo. E l’uomo è ancora rimasto nella gabbia dorata, ma sembre gabbia, che si era dato all’inizio della rivoluzione industriale.

“Questo spiega, al di là della mia storia personale che ho raccontato in questo libro, spiega per quale motivo sta cominciado ad insinuarsi in tanti uomini, il desiderio di riprendersi un pochino delle bellezza interiore ed esteriore che mollarono sull’altare di quello scambio, duecentocinquanta anni fa. Per bellezza intendo tutto. Guardate le prime fotografie del 1840/50, gli uomini che un tempo erano con la cipria e la parrucca, gli uomini che nel 1300 portavano la minigonna sopra la calzamaglia e le scarpe scollate, gli uomini che giravano in tunica al ginocchio in epoca romana, quegli uoni lì, nel 1840-50 erano vestiti sempre a lutto. Abito nero, cravatta nera, tuba nell serate di gala e basta.

“Non c’era altro perchè era lo scambio: bellezza/ potere. Erano le donne che avevano gli abiti sgargianti. E gli uomini erano in fabbrica, facevano i soldi, cercavano di diventare ricchi. Questa cosa qua funzionava all’epoca, ha smesso di funzionare quando la donna ha cominciato a reclamare l’altra metà del confine.

“E adesso l’uomo per una donna, amministratrice delegata, è assolutamente normale trovare un uomo come me.  La tragedia è che spesso, quasi sempre, gli uomini come me non sanno nemmeno di esserlo, perchè si vergognano. O fanno queste cose nel chiuso della loro stanza a volte, nemmeno le loro compagne lo sanno. Questo lo dico perchè tante mi scrivono in privato sui social e vengono fuori delle cose che sono tragiche, inenarrabili.

“Io ho 58 anni e sono così da quando ne avevo 36. Il che vuol, dire che prima ero represso. Con tutto ciò che significa ‘represso’.Io non sono un violento comportamentalmente parlando, però nello sguardo, nella mimica facciale, quando ero represso questa violenza si vedeva.

Io vi invidiavo tutte, potevate vestirvi come io volevo vestirmi ma non lo dicevo nemmeno a me stesso. Questa cosa qua va superata. E bisognerebbe che gli uomini che lo desiderano, questa cosa la facciano. Parliamo soprattutto di bellezza interiore. L’uomo può fare poche cose oggi. E non va più bene se vogliamo un mondo paritario.

“Quanti di voi, hanno chiamato femminuccia l’uomo che piange?. Tanti. Io l’ho fatto e me ne vergogno. Purtroppo ho qualche dato che mi fa capire che la maggioranza della popolazione italiana, quando vede un uomo piangere ride e lo chiama femminccia.Anche questo è scambio bellezza/potere. Ache questo è grande rinuncia. Quando l’uomo cedette alla donna le parrucche e le ciprie, cedette tutto, anche questo. L’hommo ha da  puzzà!

L’incontro volge al termine e Stefano Ferri conclude dicendo: “Auspico una società paritaria, così come ci sono donne in carriera, donne autonome, donne libere, anche l’uomo sia libero di trovare il suo modo di lasciarsi andare, diverso di andare allo stadio. Questo cerco. Altrimenti i femminicidi continueranno. La causa è il fatto che l’uomo vede nella sua donna un essere molto più libero di lui e questa cosa qui, gli risuona, a lui depresso, come un insopportabile monito a darsi da fare per liberarsene. Non avendo il coraggio di farlo, le ammazza. E’ così che funziona, purtroppo. Se si vuole sanare questo cancro, perchè è un cancro, l’uomo deve darsi una mossa e liberarsi, liberare se stesso.

Scattano gli applausi calorosi del pubblico prima del firmacopie.

Gli incontri di ‘Acrobazie Letterarie’ proseguono poi nel borgo sammartinese con gli Acrobati delle Parole Claudio Giovanardi e Massimo Roscia, l’illustratrice Francesca Carabelli con il laboratorio di disegno per bambini, e altre iniziative.

“Acrobazie Letterarie” ha il patrocinio del Comune di Viterbo.

 




Stefano Ferri a Viterbo per “Acrobazie Letterarie”, sabato 27 luglio

La terza edizione di Acrobazie Letterarie (27 luglio-31 agosto 2024) quest’anno ha come tema l’Evoluzione delle Parole e del Costume, sei giorni di autorevoli incontri, anche per bambini, tra letteratura, teatro, laboratori di disegno e artigianato per la rilegatura dei libri. La rassegna si svolge a San Martino al Cimino (frazione di Viterbo) e in via eccezionale si apre con uno speciale appuntamento “fuori borgo”.

Sabato 27 luglio alle 17:30 a Viterbo, presso la Libreria Borri Books (piazza della Repubblica, 2) la manifestazione accoglie il noto scrittore, giornalista e consulente di comunicazione, nonché crossdresser e Acrobata del Costume, Stefano Ferri, che dialogherà con Giulia Marchetti sul suo ultimo libro ‘Crossdresser. Stefano e Stefania, le due parti di me’ (Mursia editore).

Gli incontri proseguono poi nel borgo sammartinese con gli Acrobati delle Parole Claudio Giovanardi e Massimo Roscia, l’illustratrice Francesca Carabelli con il laboratorio di disegno per bambini, e altre iniziative.

“Acrobazie Letterarie” ha il patrocinio del Comune di Viterbo.

www.tusciartlab.com

 

 




Arriva la terza edizione di “Acrobazie Letterarie” con Stefano Ferri, Claudio Giovanardi e Massimo Roscia

SAN MARTINIO AL CIMINO ( Viterbo) – Un programma variegato è quello che presenta quest’anno il festival di “Acrobazie Letterarie”, giunto alla sua terza edizione.

Sei giorni di straordinari incontri che si snodano tra letteratura e teatro, anche per bambini, e che vedono per la prima volta uscire l’acclamato festival “Acrobazie Letterarie” dal borgo di San Martino per accogliere a Viterbo, in collaborazione con Libreria Borri Books (piazza della Repubblica n.2) il noto scrittore, giornalista e consulente di comunicazione, Milanese, nonché crossdresser, Stefano Ferri.  Giulia Marchetti dialogherà con l’autore sul suo ultimo libro ‘Crossdresser. Stefano e Stefania, le due parti di me’ (Mursia editore).

Acrobazie Letterarie è organizzato da Tuscia Art Lab ogni anno, nel mese di agosto, con il patrocinio del Comune di Viterbo. La prima edizione ha il vanto di aver inaugurato l’apertura al pubblico della suggestiva Biblioteca dell’Abbazia di San Martino al Cimino, un tempo dormitorio dei monaci cistercensi. Il tema di quest’anno è l’evoluzione delle parole e del costume.

Programma

27 Luglio 2024 – 17,30 –  Crossdresser. Stefano e Stefania, le due parti di me  (Mursia editore) Libreria Borri Books Piazza della Repubblica n.2, Viterbo

Stefano Ferri si fa portavoce e manifesto vivente di una nuova concezione di costume, che supera il modello consuetudinario imposto dalla nostra società, nella nostra epoca. Apre la porta su nuovi scenari del futuro e affronta l’abisso del rigetto del crossdressing, là dove anche la percezione dell’altro passa attraverso il modo di abbigliarsi, socialmente ammesso e accettato.  Lo scrittore ha già tracciato un ponte sopra questo abisso, e l’incontro ci inviterà tutti a percorrerlo insieme.

Giulia Marchetti dialogherà con l’autore – Ingresso libero

Agosto 2024

Venerdì  9 Agosto – ore 21:15 – Acrobazie grammaticali. Monologo teatrale di e con Massimo Roscia  

Chiostro Abbazia Cistercense, piazza dell’Oratorio , 12, San Martino al Cimino.

Lo scrittore Massimo Roscia mette in scena un esilarante spettacolo, tratto dal suo libro Errorario (Rai Libri), incentrato sulla bellezza della lingua italiana e sull’uso talvolta sciatto, negligente, bizzarro e poco convenzionale che ne facciamo. Le acrobazie grammaticali sono allegre, intelligenti, utili e divertenti. Il performer non indossa gli abiti del professore pedante, del purista nostalgico e dello sciovinista più intransigente ma si diverte e diverte con simpatiche improvvisazioni verbali, contaminazioni linguistiche, giochi di parole, vivide rappresentazioni e raffinate provocazioni sul tema della lingua italiana –  Ingresso libero

Sabato 10 Agosto – ore 10,30Acrobazie delle parole per bambini da 6 a 96 anni – Presentazione del libro di Massimo Roscia ‘Mario Vocabolario e la Magia delle parole’ (Rizzoli)

Biblioteca Abbazia Cistercense, piazza Nazionale, San Martino al Cimino.

Un libro dallo spirito rodariano che invita i più piccoli a riflettere sulle parole che usiamo e sul loro incredibile potere. Sinossi: Nella lontana terra di Cosonia c’è uno strano paese senza nome e senza nomi. I suoi abitanti si chiamano Coso e Cosa, i bambini sono semplicemente Cosini, e persino gli oggetti di uso comune, come un bicchiere, una penna o un paio di scarpe non hanno una parola che li possa indicare per distinguerli da tutto il resto. Ma un giorno arriva uno strano personaggio che insegnerà agli abitanti di Cosonia che esistono tante parole. Attenzione però: alcune come “scusa” sono preziose, altre invece possono fare male, altre ancora sono strane. E le parole come “libertà” o “uguaglianza” sono talmente importanti che bisogna capire bene cosa vogliono dire, per dare loro il valore che meritano, proteggerle e custodirle per sempre – Ingresso libero

Sabato 10 Agosto – ore 17.00 –  Disegnando Mario – Acrobazie delle parole dalle emozioni ai disegni  – A cura di Francesca Carabelli.

Biblioteca Abbazia Cistercense, piazza Nazionale, San Martino al Cimino.

Il laboratorio coinvolge i bambini nel magico gioco del disegno. Caratterizzando le emozioni di Mario (personaggio del libro di Roscia) attraverso le forme espressive del viso e del corpo, l’illustratrice insegna a disegnare il sopracciglio alzato, la smorfia delle labbra, gli occhi tristi, felici o arrabbiati, e così via, associando le parole alle emozioni, e le emozioni al disegno – Ingresso libero

Giovedì 29 Agosto – ore 17:00 Acrobazie Manuali. Come si rilega artigianalmente un libro – A cura di  Mara Farolini

Biblioteca Abbazia Cistercense, piazza Nazionale, San Martino al Cimino.

Poesie, racconti, disegni, documenti o vecchi diari spaginati. Pressa, bulloni, cartoncini, stoffa, fogli, ornamenti, ago e filo. Un libro realizzato a mano, con rifiniture personalizzate, può rappresentare una bella opera da donare o un tesoro di ricordi sfogliabili, da conservare. Si possono rilegare una tesi di laurea, traguardo di anni di studio e sacrifico, oppure delle pagine bianche, per farne un taccuino di viaggio o un diario personale –  Ingresso libero

Venerdì 30 Agosto –  ore 17:00 Letture Acrobatiche – A cura di Claudio Giovanardi

Biblioteca Abbazia Cistercense Piazza Nazionale, San Martino al Cimino.

Letture Acrobatiche è un incontro stimolante, appassionante e molto divertente, condotto dallo scrittore Claudio Giovanardi. Un gioco a cui partecipare da uditore o da acrobatico relatore: alcuni minuti per leggere un breve passo del proprio libro preferito, presentarlo e promuoverlo. Più che un forum di confronto su letture consigliate, sarà una vera e propria sfida, e magari un’accanita ed esilarante arringa, per posizionare il proprio libro sul podio – Ingresso libero

Sabato 31 Agosto – ore 17:00 –  Acrobazia delle parole –  A cura di Claudio Giovanardi  – Biblioteca Abbazia Cistercense Piazza Nazionale, San Martino al Cimino.

Come parlavamo e come parleremo. C’è magia nell’evoluzione delle parole? Tavola rotonda con lo scrittore e linguista Claudio Giovanardi su come il linguaggio giovanile e l’influsso dei social media impatta sull’evoluzione dei dialetti e della lingua italiana. Giocando, in modo leggero, tra l’accademico e il divertito, viene preso in riferimento l’ultimo libro di Paolo D’Achille e Claudio Giovanardi ‘Vocabolario del romanesco contemporaneo’ (Newton Compton Editori), come fonte di esempi concreti, confrontabili nella storia e con la quotidianità. Al termine votazione della parola più “figa” – Ingresso libero




San Martino al Cimino, grande successo per la seconda edizione di “Acrobazie Letterarie”

SAN MARTINO AL CIMINO ( Viterbo) – Dopo il grande successo dello scorso anno, Acrobazie Letterarie replica il sold out nella prestigiosa Biblioteca abbaziale, attirando un vasto pubblico giunto anche da fuori provincia, che ha approfittato dell’evento per godersi una breve vacanza a San Martino al Cimino.

L’iniziativa, organizzata da Tuscia Art Lab di Giulia Marchetti e patrocinata dal Comune di Viterbo e Fondazione Carivit, è stata aperta sabato 26 agosto dai saluti del vice sindaco e assessore alla cultura Alfonso Antoniozzi e del Commissario Straordinario della Biblioteca Consorziale di Viterbo, Paolo Pelliccia, i quali hanno dato il via al convivio letterario tenuto dai tre funamboli delle parole, Claudio Giovanardi, Giuseppe Manfridi e Dario Pisano.

I protagonisti di Acrobazie Letterarie, che l’anno scorso avevano offerto le loro riflessioni sulla leggibilità delle opere considerate difficili, quest’anno si sono cimentati invece sul tema della letteratura “popolare”, cioè la letteratura di massa, sospettata di essere di livello inferiore, a tal punto da rendere “impopolare” chi la legge.

Manfridi ha riflettuto sulla differenza che passa tra “popolarità” e “viralità”, soffermandosi in particolare su alcuni autori francesi come Colette e Minou Druet, poetessa precocissima, vero e proprio caso letterario della metà del secolo scorso.

Giovanardi si è interrogato sul concetto di “lettore medio” così caro ai moderni editori, ribadendo la necessità che la lingua letteraria, per essere davvero tale, possieda un codice alternativo a quello della lingua di tutti i giorni. Ha poi letto e messo a confronto le poesie Casa sul mare di Montale e Congedo del viaggiatore cerimonioso di Caproni per toccare con mano dove risiede il facile e dove il difficile in due poesie molto diverse che affrontano entrambe il sentimento della fine.

E infine Pisano ha riflettuto sulla fortuna di Dante presso i suoi contemporanei, dimostrando, con una serie di gustosi aneddoti, da un lato l’immediato successo che arrise al poeta fiorentino, dall’altro il fatto che tale popolarità gli si ritorse contro nel giudizio autorevole di Petrarca. Quest’ultimo fu invece esaltato da Bembo, il cinquecentesco autore delle Prose della volgar lingua, il quale elesse l’autore del Canzoniere a modello assoluto della poesia lirica considerando invece negativamente l’opera di Dante.

Acrobazie Letterarie è proseguita nella serata di sabato e pomeriggio di domenica, con due opere teatrali di Giuseppe Manfridi – regia di Claudio Boccaccini – magistralmente inscenate dagli attori nel magnifico spazio della Biblioteca, trasformato in teatro grazie a curate scenografie.

Il fazzoletto di Dostoevskij, serrato monologo, interpretato da Paolo Perinelli, con un intenso ritmo tra comico e grottesco, ha riportato il pubblico nella Pietroburgo di fine Ottocento in cui le vicende personali del protagonista, Pavel Petrovic, si intrecciano con quelle del sommo scrittore e filosofo Fëdor Dostoevskij.

Lo spettacolo La supplente, interpretato da Silvia Brogi, ha catturato la platea in una atmosfera surreale, quanto concitata. La protagonista Stella, rivolgendosi al pubblico, chiamato dalla finzione scenica a rappresentare la sua classe di studenti, ha disorientato, stupito e incantato, in un delirante monologo, tinto di euforia, rabbia e dolcezza, che ha estinto il suo travaglio nell’inaspettato, commovente e drammatico epilogo.

Tra parole danzanti e acrobatici monologhi, anche quest’anno Acrobazie Letterarie ha incantato un pubblico attento e partecipe che ha ricambiato con prolungati e affettuosi applausi. Le due giornate si sono concluse con un intenso momento conviviale, accompagnato dal ricco buffet offerto da Sunday Bar di San Martino al Cimino.

Un particolare ringraziamento all’Abbazia di San Martino Vescovo, nella figura di Don Fabrizio Pacelli, per il supporto prestato all’iniziativa, e per la gentile concessione dello spazio della Biblioteca abbaziale.




La seconda edizione di “Acrobazie Letterarie” fa il pieno di applausi

di MARIA ANTONIETTA GERMANO –

SAN MARTINO AL CIMINO ( Viterbo) – Sabato 26 e domenica 27 agosto, nell’ambito degli eventi estivi “Donna Olimpia e le sue genti”, la piccola Biblioteca dell’Abbazia cistercense di San Martino al Cimino ha accolto al suo interno la seconda edizione delle straordinarie “Acrobazie Letterarie”, incontri di grande successo promossi dall’assoziazione TusciaArt Lab in collaborazione con la Biblioteca Consorziale di Viterbo.

La manifestazione, attesa e molto apprezzata dal pubblico, è stata introdotta  da  Giulia Marchetti, presidente dell’associazione Italian Human Connections Ets che ha ringraziato per l’ospitalità il parroco don Fabrizio Pacelli della Parrocchia di San Martino Vescovo e tutti gli amanti della cultura, attenti ascoltatori, pronti a destreggiarsi tra l’arte e la tecnica dei funamboli delle parole.

Giuseppe Manfridi (drammaturgo, romanziere e attore), direttore artistico delle “Acrobazie” nella festosa serata di chiusura, tra un brindisi e una stretta di mano ha ribadito: “Non è un festival. E’ una stagione che è iniziata con due giorni che abbiano intolato “Acrobazie Letterarie” e dopo un anno l’abbiamo replicata, quindi chiacchierata su temi che possono sollecitare opinioni di tutti al di là delle competenze individuali, come la lettura di testi difficili l’anno scorso, la vergogna di essere lettori invece di testi troppo facili, quest’anno, con  l’impudicizia di dire: leggo il romanzo bestseller più venduto. Sono temi che ognuno di noi può elaborare in opinioni personali. Noi abbiamo visto che in effetti questo è stato. Nella passata edizione abbiamo corredato un primo incontro con Claudio Giovanardi (scrittore e professore ordinario di Linguistica italiana e Storia della Lingua Italiana presso l’Università di Roma Tre), Dario Pisano (filologo e scrittore) e me, con uno spettacolo. L’anno scorso fui io a proporre il mio “Il treno in tre no”.

Quest’anno gli spettacoli sono stati due, uno (sabato 26), “Il fazzoletto di Dostoevskij” con Paolo Perinelli, e domenica 27, “La supplente” con Silvia Brogi, entrambi con la regia di Claudio Bocaccini, i miei testi, che loro fanno da tanti anni”.

Il fazzoletto di Dostoevskij”, un testo dal ritmo serrato. “Certo – interviene l’attore Paolo Perinelli – Il mio spettacolo, un’ora e mezza di monologo, l’ho preparato nel giro di un mese studiando tutto il giorno dalla mattina alla sera. La storia: Pietroburgo. Fine Ottocento. Pavel Petrovic è molto triste. E’ da poco morta Letizia, sua moglie, il cui corpo, secondo l’uso russo, giace sul tavolo nella stanza accanto. Petrovic la compiange e ricorda a parenti e amici, con ironia e sarcasmo, del suo amore passato per Ania la moglie di Dostoevskij, e tutti i suoi amori non amati. Ho dovuto far passare un altro mese per digerirlo. Il primo debutto è avvenuto un mese dopo ancora, ma già ero sicuro del successo, avendo messo in quel testo tutto me stesso”.

“La supplente”, altro magnifico monologo, ha lasciato in alcuni spettatori una struggente tristezza per la conclusione dell’opera, inaspettata, dove l’autore fa morire suicida la protagonista Stella, supplente di italiano solo per un’ ora, nella settimana, nel mese, nell’anno, catapultata suo malgrado in una disorientata classe di liceo. I ragazzi hanno ascoltato perplessi la sua lezione e al termine, lei ha salutato, si è diretta verso la finestra, e non hanno capito che è morta. Solo uno ha capito, perchè l’ha vista cadere. Non è un finale precostituito. Stella è stata inteccettata dalla vita in un momento in cui lei evidentemente ha stanziato quelle energie che servono per l’ultimo atto della propria vita. La scrittura ha le sue forme che si collegano vagamente a quelle della vita, le triblano, propongono altri pianeti, altre costellazioni. Gli applausi calorosi da tutto il pubblico stemperano l’atmosfera e ne condividono la scelta del drammaturgo.

Ed ora un brindisi preparato dal Sunday Bar per festeggiare il termine di questa seconda stagione che è stata ricca di sollecitazioni, di eventi.  E di grande successo.

 

 

 




Al via la seconda edizione di Acrobazie Letterarie

SAN MARTINO AL CIMINO (Viterbo)- Tutto pronto per la seconda edizione di Acrobazie Letterarie che quest’anno assumerà i contorni di una manifestazione storico-letteraria diffusa, articolata in due giorni, all’interno del complesso dell’Abbazia Cistercense di San Martino al Cimino. Gli incontri letterari e teatrali si terranno presso la Biblioteca (piazza Nazionale), un tempo dormitorio e biblioteca dei monaci cistercensi.
L’iniziativa, organizzata da Tuscia Art Lab di Giulia Marchetti e patrocinata dal Comune di Viterbo, si aprirà sabato 26 agosto alle 16,30 con il convivio letterario a cura di Claudio Giovanardi (scrittore e professore ordinario di Linguistica e Storia della lingua italiana presso l’Università Roma Tre), Giuseppe Manfridi (drammaturgo e romanziere) e Dario Pisano (filologo e scrittore). Andando a rovesciare i termini della proposta della prima edizione, basata sulla legittimità di leggere opere incomprensibili pur nell’incapacità di afferrarne completamente il significato, quest’anno l’azzardo dei tre acrobati delle parole si farà addirittura più ironico, proponendo letture all’apparenza “troppo popolari” o “facili”, ma non per questo meno meritevoli di essere affrontate seriamente. E proprio giocando con uno dei maggiori interpreti di “opere popolari” dell’Ottocento, Fedor Dostoevskij, alle 21,15 seguirà uno spettacolo a lui ispirato: Il fazzoletto di Dostoevskij di G. Manfridi. Monologo serrato, dall’intenso ritmo tra comico e grottesco, interpretato dal noto attore di teatro Paolo Biblioteca abbazialePerinelli, regia di Claudio Boccaccini.
Domenica alle 16:30 andrà in scena La supplente, monologo teatrale di G. Manfridi con Silvia Brogi, regia di Claudio Boccaccini. Stella, amabilmente interpretata dall’attrice, è una donna ingombra di insondabili segreti, chiamata a improvvisare una lezione sui poeti risorgimentali. Gli spettatori comprenderanno ben presto di costituire la scolaresca alla quale l’insegnate si rivolge, e pur parlando d´altro, in realtà sembrerà parlare di se stessa. Un clima da suspense e strane tinte da racconto nero domineranno la scena.
Seguirà in biblioteca aperitivo di saluto offerto da Sunday bar.
La sezione storica di Acrobazie Letterarie aprirà invece un varco verso la divulgazione e valorizzazione del patrimonio bibliografico lasciato dai monaci cistercensi, fondatori nel 1190 del complesso abbaziale di San Martino al Cimino (all’epoca San Martino in Monte).
Sabato 26 agosto alle 10:00 apertura straordinaria della Sala del Capitolo. I tomi originali dei monaci amanuensi, e la loro lettura, ci porteranno alla scoperta degli usi, dei consumi e delle tradizioni del paese in epoca medievale. La possibilità di ammirare i manoscritti aprirà uno scenario su pagine di meravigliosa scrittura, impressa da secoli su carta antica, con acrobatica maestria.
Domenica 27 agosto alle 10:00 visita dell’Abbazia Cistercense. A seguite apertura straordinaria del Museo dell’Abate. Gli incontri storici sono curati dallo storico pamphiliano Colombo Bastianelli.
Ingresso libero. Si consiglia la prenotazione: info@tusciartlab.com – 339/3412598.
Per maggiori dettagli consultare il sito web www.tusciartlab.com.
Giulia Marchetti




La Biblioteca Abbazia Cistercense riapre e regala strepitose “Acrobazie Letterarie”

di REDAZIONE-

SAN MARTINO AL CIMINO- “Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire” (Marguerite Yourcenar-Memorie di Adriano).
Sabato 20 e domenica 21 agosto, dopo un periodo di dimenticanza e abbandono, è stata riaperta al pubblico la Biblioteca dell’Abbazia cistercense di San Martino al Cimino, fondata anni fa dal compianto parroco don Bonaventura Pulcini, per accogliere il nuovo e straordinario evento dal titolo “Acrobazie Letterarie”, promosso dall’assoziazione TusciaArtLab in collaborazione con la Biblioteca Consorziale di Viterbo. Tre incontri di altissimo livello con altrettanti funamboli di parole e scritture che hanno, con le loro applaudite scorribande letterarie, trasformato la sala in una nuova ‘Locoteca’ (luogo delle parole) apprezzatissima dai numerosi presenti. Applausi, applausi, e ancora applausi.

I protagonisti di questi eccezionali e irripetibili incontri sono stati lo sceneggiatore e drammaturgo Giuseppe Manfridi, il professore ordinario di Linguistica italiana presso l’Università Roma Tre, Claudio Giovanardi e il filologo scrittore Dario Pisano. Tre autori di altrettanti libri di successo presentati al pubblico sammartinese in modo inconsueto e teatrale che li ha posti a latere delle loro creature letterarie (“Il profeta e la Diva” di Giuseppe Manfridi (Gremese Editore); “A Sud dell’Inferno” di Claudio Giovanardi (La Lepre); “Parla come Dante” di Dario Piasano (Newton Compton Editori). Venti copie di ogni romanzo sono state regalate in sala, dono della Biblioteca Consorziale di Viterbo.

Per l’apertura dei lavori, sabato 20, è intervenuta la sindaca Chiara Frontini che ha portato i saluti dell’Amministrazione evidenziando alcuni importanti aspetti: “Questo incontro racchiude tre elementi fondamentali a cui tengo molto: la cultura all’interno della città, la cultura nelle frazioni e l’apertura di spazi dicondivione e partecipazione, come la riapertura di una biblioteca dimenticata, nuovo luogo d’incontri culturali, di cui vi ringrazio”.

Nella serata della sublime conferenza “In treno in tre no”, scritta e interpretata da Giuseppe Manfridi e proposta come uno spettacolo teatrale, con il pubblico attento e partecipe e alle prese con rompicapi palindromi, è intervenuto l’assessore alla cultura Alfonso Antoniozzi che ha salutato i conferenzieri con questa parole: “Giocare con le parole personalmente mi piace moltissimo (sarei venuto qui anche se non fossi oggi assessore alla cultura), le parole hanno una grandissima forza, posso essere di grande divertimento e di grande dolore, le parole possono creare e possono distruggere ma la parola gentile, può cambiare il mondo”.

In questi due giorni, stesso habitat, ovvero una sala predisposta a conversazioni e chiacchiere in apparenza in modo congressuale, Dario Pisano e Claudio Giovanardi hanno affrontato il concetto dell’incomprensibile e di apparente comprensibile che a volte si cela dietro la chiarezza, portando ad esempio alcuni brani estrapolati da libri di autori arcinoti (senza denunciarne i nomi). Invece di un autore si è parlato eccome: Bob Dylan, l’unico che ha ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura senza aver scritto nemmeno un libro, tranne uno che nessuno ha letto “Tarantula”, scritto nel ’64 e uscito nel ’71, di cui non si capisce assolutamente niente.

Per questo è bene ricordare che chi scrive, rischia sempre di sbagliare, perchè cerca di scrivere in una lingua letteraria che forse non è sua. Chi non scrive non sbaglia.

 

 

 




San Martino al Cimino, il 20 e il 21 agosto l’evento “Acrobazie letterarie – Lettura tra giochi e magia”

SAN MARTINO AL CIMINO ( Viterbo) – Nei giorni 20 agosto (alle ore 17:00 e alle  ore 21.15) e il 21 agosto (alle ore 17:00) si terrà l’evento ACROBAZIE LETTERARIE – Lettura tra giochi e magia, presso la Biblioteca dell’Abbazia Cistercense di San Martino al Cimino, Piazza Nazionale.

Il Convegno Letterario è progettato da Tuscia Art Lab in collaborazione con la Biblioteca Consorziale di Viterbo, nella figura del commissario straordinario Paolo Pelliccia, e si pregia della autorevole Direzione Artistica, nonché della performance teatralizzata, di Giuseppe Manfridi, considerato uno dei massimi sceneggiatori e drammaturghi del panorama italiano. Altri ospiti di assoluto rilievo sono il professore ordinario  di Linguistica italiana e Storia della lingua italiana presso l’Università Roma Tre Claudio Giovanardi e il filologo scrittore Dario Pisano.

Il convegno si articola in due giorni in cui si alternano: interventi didattici con forum (libri di genere sperimentale e testi di acrobazie letterarie), conferenza-spettacolo (all’insegna del divertissement verbale e del coinvolgimento del pubblico) e atti performativi (rappresentazioni teatralizzate di due libri, a cura degli stessi autori).

In occasione del Convegno Letterario, domenica 21 agosto alle ore 9:30, sarà possibile visitare il complesso abbaziale di San Martino al Cimino, guidati dallo storico Colombo Bastianelli.