Intitolazione dell’emporio solidale ad Alfio Pannega

VITERBO- L’8 maggio prossimo, alle ore 17,30, in piazzale Porsenna, a Viterbo, ci sarà l’intitolazione dell’Emporio Solidale ad Alfio Pannega, nel centenario della sua nascita, giorno in cui ricorre anche il settimo anniversario dell’apertura del social market viterbese.

Brevi cenni biografici

Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in città si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna a ridosso ed entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l’Ariosto, ma fu lavorando “in mezzo ai butteri della Tolfa” che si appassionò vieppiù di poesia e fiorì come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell’intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell’improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010, a cura di Antonello Ricci e Alfonso Prota): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in città, per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attività artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell’ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sarà fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. È deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.




Viterbo ricorda Alfio Pannega

VITERBO – La mattina di mercoledi’ 9 aprile 2025 a Viterbo, presso il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera”, si e’ tenuto un nuovo incontro di riflessione e di testimonianza in ricordo di Alfio Pannega, il poeta e militante antifascista nonviolento viterbese di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita.
Nel ricordo di Alfio Pannega ancora una volta le persone partecipanti all’incontro chiamano ogni persona di volonta’ buona, ogni associazione democratica, ogni istituzione fedele all’umanita’ alla necessaria e corale azione nonviolenta contro tutte le guerre e le uccisioni: salvare le vite e’ il primo dovere.
La guerra e’ nemica dell’umanita’ poiché essa sempre e solo consiste dell’uccisione di esseri umani.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita’, alla solidarieta’.
Occorre quindi opporsi a tutte le guerre, a tutte e stragi, a tutte le uccisioni.
Occorre quindi adoperarsi per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
Occorre quindi promuovere la cooperazione tra tutte le persone e tutti i popoli per il bene comune dell’umanita’ intera e la salvaguardia dell’intero mondo vivente.
Occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Occorre condividere fra tutte e tutti tutto il bene e tutti i beni.
Da ciascuna persona sia dato secondo le sue capacita’, a ciascuna persona sia dato secondo i suoi bisogni.
Siamo una sola umana famiglia in un unico mondo vivente, casa comune dell’umanita’ intera; un unico mondo vivente di cui tutte e tutti siamo insieme parte e custodi.
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Due amici ricordano Alfio Pannega
All’incontro del 9 aprile hanno preso parte ancora una volta Paolo Arena e Peppe Sini, due tra i molti amici di Alfio Pannega che con lui hanno condiviso per decenni ragionamenti e lotte, prendendo parte anche all’esperienza del centro sociale occupato autogestito “Valle Faul” di cui Alfio fu anima e simbolo.
Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e’ uno dei principali collaboratori del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo e fa parte della redazione di “Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta”, un’esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un’ampia inchiesta sul tema “La nonviolenza oggi in Italia” con centinaia di interviste a molte delle piu’ rappresentative figure dell’impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all’Universita’ di Roma “La Sapienza” e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica, di storia linguistica dell’Italia contemporanea. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta’ concreta. E’ tra i principali animatori delle iniziative commemorative per il centenario della nascita di Alfio Pannega.
Peppe Sini e’ il responsabile del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera”, storica struttura nonviolenta viterbese.
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Altre iniziative commemorative in programma nei prossimi giorni e nel corso dell’anno
1. Sabato 12 aprile presso il “Centro sociale Valle Faul” (nella sede del capannone ex-Cogema a Castel d’Asso) s’incontreranno ancora per ricordarlo le persone che con Alfio Pannega condivisero l’esperienza del centro sociale di cui fu anima e simbolo.
2. il 30 aprile (anniversario della scomparsa) al cimitero di Viterbo si svolgera’ una commemorazione pubblica di Alfio Pannega. Interverranno tra gli altri Pietro Benedetti, Sergio Insogna, Antonella Litta, Enrico Mezzetti, Antonello Ricci, i rappresentanti di varie associazioni culturali e d’impegno civile, amiche ad amici di Alfio che porteranno le loro testimonianze su lui e su sua madre Giovanna detta Caterina. Saranno anche letti messaggi scritti di altre amiche ed altri amici di Alfio Pannega impossibilitati ad essere presenti. Si confida altresi’ nella personale partecipazione di rappresentanti delle istituzioni democratiche cittadine e provinciali.
3. Il 5 maggio per iniziativa del “Lyons Club” presso la sala del teatro della parrocchia del Murialdo a Viterbo si svolgera’ una rappresentazione dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti, “Allora ero giovane pure io”, ad Alfio Pannega dedicato.
4. L’8 maggio in piazzale Porsenna nel quartiere di Santa Barbara a Viterbo per iniziativa di “Viterbo con amore” e con l’attiva partecipazione di varie associazioni e di varie amiche e vari amici di Alfio si terra’ l’intitolazione ad Alfio dell'”Emporio solidale” e una successiva commemorazione presso lo “Spazio giovani” adiacente.
5. Altre iniziative si terranno nei mesi successivi, sia a Viterbo che in altri centri dell’Italia centrale; un’iniziative di particolare rilevanza e’ ovviamente prevista per il 21 settembre (dies natalis di Alfio Pannega).
Tra le molte iniziative proposte segnaliamo in particolare le seguenti:
– Rappresentazione, particolarmente nelle scuole, dello spettacolo teatrale “Allora ero giovane pure io”, ad Alfio Pannega dedicato.
– Raccolta e catalogazione della documentazione di e su Alfio Pannega (fotografie, registrazioni audio e video, manoscritti e memorabilia, testimonianze e omaggi) attualmente dispersa tra varie persone, associazioni ed istituzioni per costituire un “Archivio Alfio Pannega” di pubblica consultazione.
– Realizzazione di una mostra multimediale da esporre dapprima a Viterbo e poi anche altrove.
– Realizzazione di un concerto e/o di una festa popolare.
– Realizzazione di una pubblicazione che riprenda, consistentemente ampliandolo ed arricchendolo, il volume di e su Alfio Pannega gia’ edito nel 2010.
– Realizzazione di iniziative commemorative nelle scuole, all’universita’, nelle biblioteche e nei centri culturali, di aggregazione sociale e d’impegno civile.
– Realizzazione di un sito internet ad Alfio Pannega dedicato, e realizzazione altresi’ di pagine web ad Alfio Pannega dedicate nei siti di varie associazioni ed istituzioni che siano interessate e disponibili ad ospitarne la memoria.
– Per il 21 settembre (centenario della nascita) realizzazione di una commemorazione pubblica preferenzialmente a Palazzo dei Priori (nella cui Sala Regia Alfio Pannega su invito del Comune tenne una indimenticabile “lectio magistralis” nel 2010).
– Collocazione di una lapide commemorativa sulla facciata della casa a ridosso di Porta Faul in cui Alfio visse a lungo.
– Intitolazione di un luogo pubblico ad Alfio Pannega (ad esempio in uno spazio ancora privo di denominazione specifica nell’area di Valle Faul).
– Realizzazione di una “Casa-museo Alfio Pannega” (in cui eventualmente potrebbe essere conservato anche l'”Archivio Alfio Pannega”), preferenzialmente nella casa a ridosso di Porta Faul in cui Alfio visse a lungo (o in uno degli altri edifici recentemente recuperati e ristrutturati siti in Valle Faul).
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Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta’ si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna a ridosso ed entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l’Ariosto, ma fu lavorando “in mezzo ai butteri della Tolfa” che si appassiono’ vieppiu’ di poesia e fiori’ come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell’intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell’improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010, a cura di Antonello Ricci e Alfonso Prota): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta’, per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita’ artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell’ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara’ fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E’ deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell’immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha sovente con forte empatia rappresentato – sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all’ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti – un monologo dal titolo “Allora ero giovane pure io” dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi’ rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un “Archivio Alfio Pannega” per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita’ le tracce della sua vita e delle sue lotte, e’ restata fin qui disattesa.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu’ volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano “La nonviolenza e’ in cammino”, ad esempio negli “Archivi della nonviolenza in cammino” nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei “Telegrammi della nonviolenza in cammino” n. 265 ed ancora i “Telegrammi della nonviolenza in cammino” nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, 4089-4091, 4235-4236, 4452, 4455-4458, 4599-4601, 4819-4821, 4962-4965, 5184-5187, 5328, 5331, 5470, 5477, 5485, 5487, 5489, 5501-5503, 5505, 5507, 5513-5514, 5516-5518, 5523, 5526, 5528, 5530, i fascicoli di “Coi piedi per terra” n. 546 e 548-552, e “Voci e volti della nonviolenza” nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di “Ogni vittima ha il volto di Abele” n. 170, i fascicoli di “Una persona, un voto” nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de “La domenica della nonviolenza” nn. 420 e 511, i fascicoli de “La nonviolenza contro il razzismo” nn. 202-206, 213, 437-438, 445-446, i fascicoli de “La biblioteca di Zorobabele” nn. 430-433.




Si è svolto oggi a Viterbo un incontro in ricordo di Alfio Pannega

VITERBO- Si e’ svolto a Viterbo sabato 15 marzo 2025 un incontro in ricordo di Alfio Pannega, di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita. L’incontro si e’ tenuto nella sede del centro sociale di cui Alfio Pannega fu fondamentale animatore, sede da molti anni trasferita dall’ex-gazometro di Valle Faul al capannone ex-Cogema a Castel d’Asso, pur mantenendo la denominazione originaria di “Centro sociale occupato autogestito Valle Faul”.
All’incontro hanno preso parte tra gli altri il presidente provinciale dell’Anpi Enrico Mezzetti, il regista e attore Pietro Benedetti, lo scrittore e docente Antonello Ricci, alcuni artisti ed alcune artiste che lo conobbero e che dalla sua persona trassero ispirazione per il loro lavoro, diversi militanti che con lui condivisero molte lotte nonviolente per il bene comune, persone a! miche che lo ricordato con infinito affetto e struggente nostalgia.
Lettere di saluto e di sostegno sono giunte da persone ed associazioni impossibilitate a partecipare per altri impegni.
Le persone partecipanti all’incontro hanno ricordato con viva commozione l’indimenticabile amico, rievocando anche episodi biografici ed aneddoti ormai gia’ pressoche’ leggendari.
Finalita’ non secondaria dell’incontro l’ideazione e la promozione di ulteriori iniziative commemorative nel corso del 2025, con particolar riferimento ai periodi 25 aprile – primo maggio (al cui interno si colloca la data della scomparsa, il 30 aprile 2010) e 4 settembre – 21 settembre (la date della festa cittadina di Santa Rosa, il 4 settembre, e quella della nascita di Alfio cent’anni fa, il 21 settembre 1925).
Si pensa di realizzare una varieta’ di iniziative, comprensive di una commemorazione al cimitero; di un convegno nella Sala Regia di Palazzo dei Pri! ori; di incontri presso le scuole, le biblioteche, i centri cu! lturali e di impegno civile; di una mostra multimediale da esporre dapprima a Viterbo e successivamente in piu’ centri; della replica ovunque possibile dello spettacolo teatrale “Allora ero giovane pure io”; della realizzazione di una adeguata pubblicazione a stampa.
Ovviamente tali iniziative non inviteranno soltanto al ricordo ma avranno anche la funzione di un appello a proseguire nell’impegno di Alfio per la pace, i diritti umani di tutti gli esseri umani, la giustizia sociale e la liberazione di tutte le oppresse e tutti gli oppressi, la difesa dell’intero mondo vivente e il bene comune dell’umanita’.
Non essendo possibile nelle poche righe di un comunicato dar conto della ricchezza delle testimonianze, delle riflessioni e delle proposte emerse dall’incontro, bastino qui questi brevi cenni. Piu’ dettagliate testimonianze ci si ripromette di diffondere successivamente.

Dal “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo

 




Alfio Pannega: ricorre il centenario della nascita del poeta antifascista viterbese

VITERBO- Per iniziativa di molte amiche e molti amici che non l’hanno dimenticato si stanno svolgendo in queste settimane a Viterbo vari incontri per preparare adeguate commemorazioni pubbliche di Alfio Pannega, il poeta e militante per la pace, i diritti umani, la liberazione dell’umanita’ e la salvaguardia del mondo vivente, di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita (nacque infatti a Viterbo il 21 settembre 1925, e a Viterbo si spense il 30 aprile 2010).
E’ auspicabile che alle persone che con Alfio Pannega condivisero l’esperienza del “centro sociale occupato autogestito Valle Faul” e che costituirono la sua vera e propria famiglia negli ultimi vent’anni della sua vita, cosi’ come all'”Associazione nazionale partigiani d’Italia” il cui comitato provinciale viterbese ha meritoriamente deciso di farsi promotore di iniziative non solo nel capoluogo ma in tutto l’Alto Lazio ed anche oltre, si uniscano non solo altre persone di volonta’ buona ed altre associazioni culturali e d’impegno civile, ma anche le istituzioni democratiche rappresentative dell’intera popolazione: Alfio Pannega e’ stato infatti una figura fortemente rappresentativa di Viterbo e della sua cultura popolare, una persona in citta’ conosciuta da tutti e da tutti molto amata.
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E sarebbe bene che le iniziative pubbliche in ricordo di Alfio Pannega siano propizia occasione per farne conoscere la figura, l’opera e la testimonianza sia fuori Viterbo, sia a Viterbo alla generazione piu’ giovane giunta all’eta’ della ragione dopo la sua scomparsa; ma anche e ancor piu’ siano occasione per riproporre qui ed ora i valori e le scelte e gli impegni morali e civili di cui Alfio Pannega e’ stato testimone lungo l’intero corso della sua vita: l’impegno per salvare tutte le vite, e quindi l’opposizione nitida e intransigente a tutte le guerre e a tutte le uccisioni, a tutte le dittature e a tutte le sopraffazioni; l’impegno in difesa dell’intero mondo vivente, con un amore tenero e accudente per gli animali e le piante di cui aveva una conoscenza profonda, sapiente e saggia; l’impegno a rispettare la vita, la dignita’ e i diritti di ogni persona, e quindi altresi’ l’impegno ad aiutare ogni persona che avesse bisogno di aiuto. L’impegno antirazzista, antimilitarista, antifascista; l’impegno contro il maschilismo; l’impegno contro ogni oppressione e devastazione; l’impegno in difesa della cultura e della natura; l’impegno per il riconoscimento e il rispetto dei diritti sociali, civili, politici, umani di ogni persona.
Per l’intera sua vita Alfio Pannega e’ stato un consapevole militante della classe lavoratrice, un antifascista in ogni suo comportamento, un compagno nel sento forte ed etimologico del temine: la persona che condivide il suo pane con chiunque abbia fame.
E l’esperienza del “centro sociale occupato autogestito Valle Faul”, di cui Alfio Pannega e’ stato fin dall’inizio e fino alla sua morte verace animatore, esercitando sui giovani in essa impegnati un magistero morale e civile che ha recato molti preziosi frutti, si e’ caratterizzata infatti, prima ancora che per le molteplici attivita’ culturali e iniziative militanti, per essere stato un luogo e una comunita’ di viva solidarieta’, un luogo e una comunita’ in cui ogni persona veniva accolta e trovava un tetto e un pasto senza che gli venisse chiesto nulla.
Perché Alfio Pannega e’ stato un luminoso testimone della nonviolenza, e il centro sociale che intorno alla sua persona e alla sua scuola e’ cresciuto, nutrendosi delle sue esperienze e dei suoi racconti, della sua testimonianza e della sua memoria, della sua poesia generosa e della sua sorgiva bonta’, e’ stato innanzitutto un’autentica esperienza nonviolenta di solidarieta’ concreta, di effettuale resistenza alla barbarie, di opposizione nitida e intransigente ad ogni menzogna e ad ogni violenza.
Il comunismo libertario di Alfio Pannega e del centro sociale che lo ha avuto come fondamentale protagonista e’ stato infatti impegno morale e civile fondato sul riconoscimento, il rispetto e la difesa dell’eguale diritto alla vita, alla dignita’ e alla solidarieta’ di tutti gli esseri umani; fondato sul rispetto e la valorizzazione della diversita’ di ogni persona; fondato sui criteri che sono alla base di tutte le grandi tradizioni culturali dell’umanita’: “agisci nei confronti delle altre persone cosi’ come vorresti che le altre persone agissero verso di te”; “da ciascuna persona sia dato secondo le sue capacita’, a ciascuna persona sia dato secondo i suoi bisogni”; “in ogni tua azione senti ed invera la responsabilita’ per l’intero mondo vivente”; “condividi con tutte e tutti tutto il bene e tutti i beni”; “soccorri, accogli, assisti ogni persona bisognosa di aiuto”; “salvare le vite e’ il primo dovere”, “sii tu l’umanita’ come dovrebbe essere”.
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Sabato 15 marzo presso il “centro sociale occupato autogestito Valle Faul”, che da diversi anni ha spostato di necessita’ la sua sede nell’area del capannone ex-Cogema a Castel d’Asso, si incontreranno ancora una volta alcune delle persone che furono amiche di Alfio e con lui condivisero per anni esperienze e riflessioni, all’ascolto e alla sequela della sua testimonianza di persona buona, di uomo di pace, di militante del movimento delle oppresse e degli oppressi che lotta per la liberazione e la salvezza di ogni persona, dell’umanita’ intera, dell’intero mondo vivente.
E’ nostra viva speranza che da quest’incontro scaturisca una messe di proposte di lavoro per adeguate iniziative pubbliche che lungo quest’intero anno 2025 accompagnino nel ricordo di Alfio Pannega quante e quanti si riconoscono nel cammino nonviolento di costruzione della pace, della giustizia sociale, del rispetto per la vita, dell’universale fraternita’ e sorellanza, del bene comune dell’umanita’ intera. Ve ne e’ grande ed urgente bisogno.

Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la comune liberazione e la salvezza dell’umanita’ intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Chi salva una vita salva il mondo.

Il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo




“Allora ero giovane pure io” spettacolo teatrale di Pietro Benedetti sulla vita di Alfio Pannega

CIVITAVECCHIA (Roma) – “ALLORA ERO GIOVANE PURE IO ” spettacolo teatrale di e con Pietro Benedetti e con Michela Benedetti a Civitavecchia Teatro NUOVO SALA GASSMAN il 4 ottobre ore 21.

Lo spettacolo è una iniziativa che intende ricordare Alfio Pannega. In scena viene portato Allora ero giovane pure io, testo teatrale di Pietro Benedetti, frutto di ulteriori approfondimenti di ricerca rispetto alla pubblicazione, nel 2010, dell’omonimo libro per i tipi di Davide Ghaleb. Il coinvolgimento del pubblico, durante la performance, sarà assicurato oltre che dall’interprete anche da un poeta a braccio e da un organettista che nel corso della performance comporrà versi all’improvviso ed eseguirà musiche tradizionali dal vivo. Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in città si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l’Ariosto, ma fu lavorando “in mezzo ai butteri della Tolfa” che si appassionò vieppiù di poesia e fiorì come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell’intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell’improvvisa scomparsa: tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in città, per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attività artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell’ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sarà fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. È deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti. La performance – destinata alle scuole, e da realizzarsi all’interno delle loro sedi – si propone come omaggio alla memoria di Alfio e di tutto quello che lo stesso ha rappresentato per Viterbo. Lo spettacolo intende suscitare una discussione sull’ambiente, sulla salvaguardia del territorio e sulla valenza delle tradizioni culturali radicate nel nostro territorio. È pensato principalmente, ma non esclusivamente, per le giovani generazioni, in quanto permette di recuperare elementi di studio che non sono previsti nel normale programma come la poesia d’improvvisazione (ottava rima, terzine, quartine) o cose dimenticate che solo la tradizione orale permette di ricordare.




Il 21 settembre di 99 anni fa nasceva Alfio Pannega

Il 21 settembre 1925, 99 anni fa, nasceva Alfio Pannega. E’ stato forse l’ultimo viterbese in cui l’intera citta’ si riconosceva. Alfio era Viterbo e Viterbo era Alfio.
Ogni persona che viveva a Viterbo lo conosceva e gli voleva bene; ogni persona aveva scambiato qualche parola con lui; ogni persona ne ricordava qualche motto fulminante, qualche illuminante aneddoto.
E’ deceduto il 30 aprile del 2010, e sembra passata un’era geologica.
Per tutta la vita lotto’ per la pace, per la giustizia sociale, per difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani, per difendere l’intero mondo vivente: gli animali, le piante, i luoghi, la natura e la cultura, la memoria e la civilta’.
Chi gli e’ stato compagno di lotte nelle sue esperienze di militante antifascista, comunista e libertario, amico della nonviolenza, figura simbolo dela classe lavoratrice e del movimento di liberazione delle oppresse e degli oppressi, non puo’ dimenticarne la testimonianza, la lezione di vita, il lascito morale e civile.
Come non puo’ dimenticarne l’amore per la poesia, le sue improvvisazioni di ottave a braccio, le sue declamazioni dei canti danteschi che la sua memoria intatti serbava.
Ma soprattutto la sua generosita’, il suo condividere ogni suo bene con chiunque di aiuto avesse bisogno. Era un uomo buono come il pane, il nostro compagno Alfio Pannega.
Non solo nel giorno del suo compleanno, ma tutti i giorni del tempo che ci e’ dato, fedeli al suo ricordo e al suo magistero, rinnoviamo il nostro impegno a proseguirne la lotta per la liberazione e la salvezza dell’umanita’ intera, per la pace, per la dignita’ e i diritti di tutte e tutti, per la salvaguardia dell’intero mondo vivente – quest’unico mondo vivente che conosciamo nell’intero universo – di cui l’intera umana famiglia – quest’unica umana famiglia alla quale tutte e tutti apparteniamo – e’ insieme parte e custode.
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Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta’ si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l’Ariosto, ma fu lavorando “in mezzo ai butteri della Tolfa” che si appassiono’ vieppiu’ di poesia e fiori’ come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell’intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell’improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010, a cura di Antonello Ricci e Alfonso Prota): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta’, per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita’ artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell’ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara’ fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E’ deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell’immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha sovente con forte empatia rappresentato – sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all’ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti – un monologo dal titolo “Allora ero giovane pure io” dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi’ rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un “Archivio Alfio Pannega” per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita’ le tracce della sua vita e delle sue lotte, e’ restata fin qui disattesa.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu’ volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano “La nonviolenza e’ in cammino”, ad esempio negli “Archivi della nonviolenza in cammino” nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei “Telegrammi della nonviolenza in cammino” n. 265 ed ancora i “Telegrammi della nonviolenza in cammino” nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, 4089-4091, 4235-4236, 4452, 4455-4458, 4599-4601, 4819-4821, 4962-4965, 5184-5187, i fascicoli di “Coi piedi per terra” n. 546 e 548-552, e “Voci e volti della nonviolenza” nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di “Ogni vittima ha il volto di Abele” n. 170, i fascicoli di “Una persona, un voto” nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de “La domenica della nonviolenza” nn. 420 e 511, i fascicoli de “La nonviolenza contro il razzismo” nn. 202-206, 213, 437-438, 445-446, i fascicoli de “La biblioteca di Zorobabele” nn. 430-433.

Il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo




Nel Parco Agricolo Urbano lo spettacolo di Pietro Benedetti, domenica 15 settembre

VITERBO – Riprendono a Viterbo gli eventi culturali al Parco Agricolo Urbano della Fattoria di Alice in Strada Tuscanese, a cura delle cooperative sociali Fattorie Solidali e Alicenova. Domenica 15 settembre 2024 alle ore 18.30 l’attore e regista Pietro Benedetti porta in scena “Allora ero giovane pure io“, lo spettacolo sulla vita travagliata e poetica di Alfio Pannega, storica figura della Viterbo popolare, scomparso nel 2010 e il cui ricordo è ancora vivo in tutta la città.

La performance vuole essere un tributo ad Alfio in occasione del cinquantesimo anno dalla morte della madre, conosciuta da tutti come “La Caterina”, un’epica popolana di cui ancora oggi si narrano i motti e le vicende e che visse per molti anni assieme al figlio all’interno di una grotta di Valle Faul.

Dopo la formazione in collegio, Alfio si appassionò di poesia a braccio vivendo per un periodo fra i butteri della Tolfa, diventando egli stesso un abile declamatore di ottave in endecasillabi. La sua fu una vita dura e problematica: per molti anni sopravvisse recuperando scarti e imballi delle attività artigiane di Viterbo, riciclando tutto il materiale possibile. Questo stile di vita lo rese un inconsapevole maestro di ecologia pratica quando la parola “ecologia”, nella moderna accezione del termine, ancora non esisteva.

Lo spettacolo, oltre a rendere omaggio alla figura di Alfio Pannega, intende suscitare una discussione sull’ambiente, sulla salvaguardia del territorio e sulla valenza del patrimonio immateriale di leggende e tradizioni. Il coinvolgimento diretto del pubblico sarà assicurato dalla verve artistica dell’attore, che renderà gli spettatori protagonisti del racconto grazie all’assistenza artistica dell’attrice Michela Benedetti.

Lo spettacolo è gratuito. Per tutti i partecipanti possibilità di cena con prodotti da agricoltura sociale abbinata allo spettacolo. Costo cena: adulti 20 euro a persona, bambini fino a 10 anni 10 euro. La prenotazione è obbligatoria. Per informazioni dettagliate e prenotazioni, inviare un messaggio WhatsApp al numero 335.8425703 (Barbara).




La figura di Alfio Pannega rivive alla Fattoria di Alice

VITERBO – Riprendono a Viterbo gli eventi culturali al Parco Agricolo Urbano della Fattoria di Alice in Strada Tuscanese, a cura delle cooperative sociali Fattorie Solidali e AlicenovaDomenica 15 settembre 2024 alle ore 18.30 l’attore e regista Pietro Benedetti porta in scena “Allora ero giovane pure io“, lo spettacolo sulla vita travagliata e poetica di Alfio Pannega, storica figura della Viterbo popolare, scomparso nel 2010 e il cui ricordo è ancora vivo in tutta la città.

La performance vuole essere un tributo ad Alfio in occasione del cinquantesimo anno dalla morte della madre, conosciuta da tutti come “La Caterina”, un’epica popolana di cui ancora oggi si narrano i motti e le vicende e che visse per molti anni assieme al figlio all’interno di una grotta di Valle Faul.

Dopo la formazione in collegio, Alfio si appassionò di poesia a braccio vivendo per un periodo fra i butteri della Tolfa, diventando egli stesso un abile declamatore di ottave in endecasillabi. La sua fu una vita dura e problematica: per molti anni sopravvisse recuperando scarti e imballi delle attività artigiane di Viterbo, riciclando tutto il materiale possibile. Questo stile di vita lo rese un inconsapevole maestro di ecologia pratica quando la parola “ecologia”, nella moderna accezione del termine, ancora non esisteva.

Lo spettacolo, oltre a rendere omaggio alla figura di Alfio Pannega, intende suscitare una discussione sull’ambiente, sulla salvaguardia del territorio e sulla valenza del patrimonio immateriale di leggende e tradizioni. Il coinvolgimento diretto del pubblico sarà assicurato dalla verve artistica dell’attore, che renderà gli spettatori protagonisti del racconto grazie all’assistenza artistica dell’attrice Michela Benedetti.

Lo spettacolo è gratuito. Per tutti i partecipanti possibilità di cena con prodotti da agricoltura sociale abbinata allo spettacolo. Costo cena: adulti 20 euro a persona, bambini fino a 10 anni 10 euro. La prenotazione è obbligatoria. Per informazioni dettagliate e prenotazioni, inviare un messaggio WhatsApp al numero 335.8425703 (Barbara).




Si approssima l’anniversario della scomparsa di Alfio Pannega,

VITERBO – Si approssima l’anniversario della scomparsa di Alfio Pannega, che ci ha lasciato il 30 aprile del 2010. Era nato nel 1925, proletario, antifascista, militante comunista e libertario, poeta a braccio, persona amatissima dall’intera comunita’ viterbese – era conosciuto da tutti e da tutti apprezzato per la sua sorgiva bonta’ e per le sue fulminanti battute -, visse l’intera vita in poverta’, condividendo quanto aveva con chiunque avesse bisogno del suo aiuto; negli ultimi venti anni della sua vita fu protagonista dell’esperienza del centro sociale occupato autogestito “Valle Faul”, un’esperienza di condivisione, di solidarieta’ e di lotta nonviolenta che ha formato al sentire morale e all’impegno civile decine e forse centinaia di giovani che in lui hanno trovato il testimone e la memoria storica della Viterbo popolare e antifascista, e un esempio indimenticabile di empatia, di generosita’ e di amore al vero, al bene, al bello (amava declamare ai giovani amici e compagni di lotte interi canti della Divina Commedia di cui serbava perfetta memoria), un autentico educatore alla giustizia, alla liberta’, alla misericordia per il mondo intero.
*
Insieme ad Alfio Pannega abbiamo condotto non dimenticate esperienze di solidarieta’ concreta e indispensabili lotte nonviolente in difesa della pace, dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell’intero mondo vivente; insieme ad Alfio Pannega abbiamo vissuto intense esperienze di convivialita’ e di condivisione, ma anche di studio e di riflessione, di protezione accudente dei beni comuni naturali e culturali in questa citta’ e in queste campagne di Viterbo e dintorni.
E poiche’ – come disse Alce Nero a John G. Neihardt – ogni luogo e’ il centro del mondo, allora ogni pensiero, ogni parola, ogni azione in difesa del bene, in soccorso del bisognoso, a salvaguardia di ogni vita, ovunque meditato, ovunque pronunciata, ovunque eseguita, e’ nel cuore del mondo e salva il mondo intero.
Era un uomo saggio e coraggioso, esempio dell’umanita’ come dovrebbe essere.
*
Nel suo ricordo e alla sua scuola continuiamo nell’impegno comune per la pace, la dignita’ umana, la difesa della biosfera.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nell’impegno comune per la liberazione comune e la salvezza dell’umanita’ intera e dell’intero mondo vivente.
Salvare le vite e’ il primo dovere.

Peppe Sini




A Grotte di Castro la replica dello spettacolo “Allora ero giovane pure io”

di REDAZIONE-

A Grotte di Castro si terrà questa sera alle ore 21, presso la sede di Caffè Menerva, in via Vittorio Veneto, la replica dello spettacolo ” Allora ero giovane pure io “, sulla vita poetica e travagliata di Alfio Pannega con
Pietro Benedetti. Ancora l’iniziativa dell’ associazione CAFFE’ MENERVA per uno spettacolo sulla pace, l’ambiente e la poesia.




“Allora ero giovane pure io”, spettacolo con Pietro Benedetti a Tuscania

di MARIELLA ZADRO-

TUSCANIA (Viterbo)- Dopo tanto tempo, l’attore Pietro Benedetti torna a Tuscania per raccontare la vita di Alfio Pannega. Sabato 21 gennaio alle ore 17,30 presso il salone cinquecentesco di Palazzo Fani, via della Libertà, n.24, sede dell’Associazione Actas, darà voce ad un personaggio viterbese che ancora oggi viene ricordato per il suo atteggiamento nei confronti degli animali e dell’ambiente in genere.

Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in città si narrano i motti e le vicende.

La sua fu una vita travagliata, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza, l’ha raccontata lui stesso nell’intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie pubblicato dai suoi amici e compagni pochi mesi prima della sua improvvisa scomparsa avvenuta il 30 aprile del 2010.

Tra gli innumerevoli umili lavori manuali in campagna e in città, per decine di anni, Alfio, ha raccolto gli imballi e gli scarti delle attività artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo, consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava.

Oltre a far sorridere e commuovere lo spettacolo pone l’accento sull’ambiente, sulla salvaguardia del territorio e sulla valenza delle tradizioni culturali che spesso solo la tradizione orale permette di ricordare.
Per ulteriori informazioni e prenotazione rivolgersi ai numeri:
346.737.52.51 / 338.868.00.55
Ingresso €.10,00 – soci €. 8,00




Il 13 dicembre nel giardino di Palazzo dei priori ed il 17 al Cosmonauta lo spettacolo ” Allora ero giovane pure io ” sulla Storia di Alfio Pannega

VITERBO- Si terrà il 13 dicembre nel giardino di Palazzo dei Priori ed il 17 al Cosmonauta, alle ore 17, 30, lo spettacolo “Allora ero giovane pure io “, un’iniziativa che intende ricordare Alfio Pannega. In scena viene riportato il  testo teatrale di Pietro Benedetti, frutto di ulteriori approfondimenti di ricerca rispetto alla pubblicazione, nel 2010, dell’omonimo libro della Banda del Racconto, curato da Antonello Ricci e Alfonso Prota edito da Davide Ghaleb.In questa versione natalizia l’ulteriore ricerca deriva dai vari ricordi in cui Alfio nel periodo delle festività soleva regalare poesie nei locali a chiunque gli offrisse un “cappuccino e una pasta”…
Il coinvolgimento del pubblico, durante la performance, sarà assicurato oltre che dall’interprete anche da vari poeti a braccio, un attore un organettista e un ciaramellaro che nel corso della performance comporranno versi all’improvviso ed eseguiranno musiche tradizionali dal vivo oltre che dall’ausilio di un attore ad interpretare poesie in vernacolo viterbese.
SUL PERSONAGGIO:
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in città si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l’Ariosto, ma lavorando “in mezzo ai butteri della Tolfa” che si appassionò vieppiù di poesia e fiorì come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell’intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell’improvvisa scomparsa: tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in città, per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attività artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava.

Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell’ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sarà fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. È deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti. La performance – destinata alle scuole, e da realizzarsi all’interno delle loro sedi – si propone come omaggio alla memoria di Alfio e di tutto quello che lo stesso ha rappresentato per Viterbo. Lo spettacolo intende suscitare una discussione sull’ambiente, sulla salvaguardia del territorio e sulla valenza delle tradizioni culturali radicate nel nostro territorio.
È pensato principalmente, ma non esclusivamente, per le giovani generazioni, in quanto permette di recuperare elementi di studio che non sono previsti nel normale programma come la poesia d’improvvisazione (ottava rima, terzine, quartine) o cose dimenticate che solo la tradizione orale permette di ricordare.

Pietro Benedetti
Attore Regista e Narratore di Comunità




Ricordando Alfio Pannega nel novantesimo anniversario della nascita

Il 21 settembre 2022 ricorre il novantasettesimo anniversario della nascita di Alfio Pannega, che a dodici anni dalla scomparsa (avvenuta il 30 aprile 2010) tutte le persone che vivono a Viterbo ricordano ancora con immutato affetto e profonda commozione.
E’ stato per noi il migliore degli amici e il migliore dei compagni di lotta nonviolenta nell’impegno per i diritti umani di tutti gli esseri umani e nella difesa di quest’unico mondo vivente casa comune dell’umanita’.
Nel ricordarlo lo ringraziamo ancora per quanto ha saputo donare, per la sua testimonianza di dignita’ e di generosita’, per il suo impegno intellettuale, morale e politico per la liberazione dell’umanita’.
Nel ricordo di Alfio Pannega proseguiamo nell’impegno per la pace che salva le vite, per la solidarieta’ che ogni essere umano riconosce e raggiunge e sostiene e conforta, per la liberazione dell’umanita’ intera da ogni violenza e da ogni oppressione, per il rispetto e l’accudimento e il risanamento della biosfera.
Salvare le vite e’ il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo’ salvare l’umanita’ dalla catastrofe.
*
Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta’ si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l’Ariosto, ma fu lavorando “in mezzo ai butteri della Tolfa” che si appassiono’ vieppiu’ di poesia e fiori’ come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell’intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell’improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta’, per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita’ artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell’ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara’ fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E’ deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell’immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha sovente con forte empatia rappresentato – sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all’ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti – un monologo dal titolo “Allora ero giovane pure io” dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi’ rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un “Archivio Alfio Pannega” per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita’ le tracce della sua vita e delle sue lotte, e’ restata fin qui disattesa.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu’ volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano “La nonviolenza e’ in cammino”, ad esempio negli “Archivi della nonviolenza in cammino” nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei “Telegrammi della nonviolenza in cammino” n. 265 ed ancora i “Telegrammi della nonviolenza in cammino” nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, 4089-4091, 4235-4236, 4452, 4455-4458, i fascicoli di “Coi piedi per terra” n. 546 e 548-552, e “Voci e volti della nonviolenza” nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di “Ogni vittima ha il volto di Abele” n. 170, i fascicoli di “Una persona, un voto” nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de “La domenica della nonviolenza” nn. 420 e 511, i fascicoli de “La nonviolenza contro il razzismo” nn. 202-206, 213, 437-438, 445-446, i fascicoli de “La biblioteca di Zorobabele” nn. 430-433.

Il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo




Ieri… nei nostri ricordi : Alfio Pannega, clochard – gentiluomo e poeta dell’animo. Le sue poesie

di FEDERICO USAI-
VITERBO – Continuo a pubblicare sul nostro giornale, le poesie scritte da Alfio Pannega. Spero che i nostri lettori continuino ad apprezzare questi ricordi nel nome di uno dei più grandi personaggi della nostra città.

Centro sociale

L’undici di luglio

un grande evento è avvenuto a Viterbo.

La prima occupazione a quanto pare,

giovani pieni di tanta vita e buone idee.

Valle di Faul occupata per farci un luogo

dove l’arte e la cultura si fondono insieme,

il Centro nella valle dove una volta ero solo.

Oggi è bello stare fra la Gioventù

come un fiore appassito

nel mezzo del giardino della vita.

La cultura è la più bella arte

ed io in età avanzata tra questa gioventù

voglio far loro un augurio per la vita,

perché le idee giovani son belle

anche create a lume di candela.

 

 

 

 

 

Sonetto

Quale virtù, quale fulgente stella

qual fiore delicato della terra

sembrate voi fanciulla amata.

M’inchino avanti a voi con riverenza.

Se l’ispirazione della poesia

fosse da tutti rispettata,

allora sì che ci sarebbe in core

quella virtù davanti alla soglia

che porta al sentiero della vita

che è un tragitto lungo assai.

 




Ieri… nei nostri ricordi :  Alfio Pannega, clochard – gentiluomo e poeta dell’animo. Le sue poesie. 

di FEDERICO USAI-

VITERBO – Continuo a pubblicare sul nostro giornale, le poesie scritte da Alfio Pannega, cosa che farò ogni settimana. Spero che i nostri lettori continuino ad apprezzare questi ricordi nel nome di uno dei più grandi personaggi della nostra città.

Il lago di Bolsena

O lago, tu sei una bellezza del creato.

Quando ti vedo nella tua distesa

mi sento il core rallegrato.

Con un volo di gabbiani a fior d’acqua

sei splendente.

Anche Dante ti ha cantato, o lago,

per i peccati di gola del papa Martino

che si cibò delle tue anguille.

Ma adesso noi lasciando questo

di altre cose discuteremo.

Nell’isola Martana, ove si vedono scogli

dove le cornacchie ed i gabbiani fanno amicizia,

quando approdo sento gran mestizia.

In quell’isola così parla la storia,

nei tempi antichi venne imprigionata

Amalasunta regina delli Goti.

Poi c’è anche un’altra isola piena di tesori d’arte

chiamata Bisentina dalle sue antiche chiese.

O lago io guardo la tua distesa tra cielo ed acqua

e con gran gioia, mi ricordo sempre la tua storia.

 

 

 

 

Ferragosto

Ogni anno sempre puntuale

il Ferragosto ci viene a trovare,

ma quanto è bello in montagna o al mare.

Il sole d’agosto è assai rovente

e ci costringe la città a lasciare.

O fresche valli o fiumi e laghi

voi siete la bellezza del creato,

ed in quelle limpide acque

anch’io mi vengo a tuffare

e la mia vita vengo a rinfrescare.

 

 

 

 

 

 

 

 




Ieri… nei nostri ricordi : Alfio Pannega, clochard – gentiluomo e poeta dell’animo. Le sue poesie. Una anche sulla “Pace”

di FEDERICO USAI-

VITERBO – Continuo a pubblicare sul nostro giornale, le poesie scritte da Alfio Pannega, cosa che farò ogni settimana.   Ne aveva scritta  una sulla ” Pace ” cosa attuale in questi giorni, la pubblico per dimostrare come, anche Alfio, credeva in questi principi. Spero che i nostri lettori continuino ad apprezzare questi ricordi nel nome di uno dei più grandi personaggi della nostra città.

Pace

Bianca colomba che volando vai

e porti nel becco un ramoscello

d’ulivo che  significa pace.

Ma dov’è questa pace

che non alberga più nel cuore umano ?

Al solo pronunciar di questa parola

mi sento venire un nodo alla gola

e mi si spezza il cuore.

O pace tu quanto sei bella

ma oggi non sei rispettata.

Quando sarà quel giorno

che tutti i popoli vivranno in pace

allora sarà una grande festa.

————————————————————————-

Autunno

Bella stagione con tanti colori

sembra la tavolozza di un pittore.

Alberi che vi spogliate del vostro manto

aratro che tracci il solco

ove verrà seminato il grano

che servirà per il nostro pane quotidiano,

boschi dove si raccolgono castagne e ghiande.

Ecco i doni che l’autunno ci può dare

ma c’è un altro dono sopraffino

che è l’uva co’ cui ci si fa il vino.

 

 

 

 

 

 

Il leone e la pulce

Nella foresta c’era ‘na gran confusione

perché s’erano riuniti tutti gli animali.

Il che era, il leone cominciò la sua relazione:

” Ce stanno uccidendo tutti quanti

ma che stamo  ad aspetta ‘pe ribellarci ? ”

Mentre che stavano a fa’ questo discorso

una pulce s’accostò al leone e disse così :

” Io sola son piccolina e fastidio posso dare”.

Disse il leone :

” Mi sta bene, vedremo cosa tu sai fare”.

La pulce entrò dentro il padiglione

e cominciò a da’ fastidio a tutti quanti.

La mattina dopo stanchi per non aver dormito dissero:

” La caccia verrà rimandata”

Corse la pulce dal leone e disse :

” Io son piccolina ma per virtù mia

la caccia è stata rimandata”.

Il leone disse queste parole :

” Gli animali più astuti e sopraffini

sono sempre gli animali più piccolini ”

 

 




Ieri… nei nostri ricordi : Alfio Pannega, clochard – gentiluomo e poeta dell’animo. Continuano le sue poesie

di FEDERICO USAI

VITERBO – Continuo a pubblicare sul nostro giornale, due poesie scritte da Alfio Pannega, cosa che farò ogni settimana.   Spero che i nostri lettori continuino ad apprezzare questi ricordi nel nome di uno dei più grandi personaggi della nostra città.

PALANZANA

O montagna che regni maestosa

tra pini castagni e querce secolari

fa che il canto a te intitolato

si venga verso il cielo ad elevare,

e fa che il canto dell’usignolo

si senta ancora per dimostrare

che la natura è ancora bella.

Quando l’autunno viene alle porte

si vedrà una montagna colorata

come se fosse un quadro d’autore.

Io solo me ne vado per il bosco

raccogliendo ghiande, castagne

e qualche fungo che qua e là si trova.

 

 

 

 

 

 

MADRE

O madre che mi tenesti tra le braccia

e pargoletto mi allevasti

non so con quale affetto ricambiarti.

Mi ricordo le ore liete che ho passato

ora non ci sei più

e son rimasto solo e rattristato,

ma penso sempre a te o mamma mia.

Quando vengo al cimitero

e sulla tomba tua metto un fiore,

mi vien da piangere quando ti vedo sulla fotografia.

Al mondo ci sono tanti amici che ti vonno bene

ma di mamma ce n’è una sola.




Ieri… nei nostri ricordi : Alfio Pannega, clochard – gentiluomo e poeta dell’animo

di FEDERICO USAI

VITERBO – Erano i primi di marzo del 1982 e mi stavo per sposare con Marina, conoscevo molto bene Alfio Pannega, molto apprezzato anche da mia mamma. Alfio raccoglieva il cartone in tutta Viterbo e abitava in una piccola casa a Porta Faul che gli era stata concessa dal Comune di Viterbo. Aveva una classe e una cultura che pochi sapevano, ricordava a memoria la Divina Commedia di Dante e l’Orlando Furioso, ma da molti era visto solo come il clochard – gentiluomo che  girava per Viterbo, con un carrettino spinto a mano, andando ovunque per raccogliere il cartone seguito dai suoi fidi amici, tanti cuccioli che lui amava accudire. Come detto, conoscevo bene Alfio e lui apprezzava la mia amicizia tanto che accettò di esser aiutato  da me e Marina quando cadde da un albero per raccogliere delle noci e si ruppe il piede. Uscito dall’ospedale doveva fare fisioterapia e massaggi al piede rotto, Marina ed io, anche se dovevamo pensare al nostro matrimonio del 28 marzo , lo aiutammo moltissimo. Alfio voleva sempre  sdebitarsi e volle regalarci, come dono di nozze, un libretto con alcune sue poesie, infatti Alfio Pannega era anche un grande poeta oltre che esser un grande uomo. Alfio è scomparso oramai da 12 anni, IL 30 aprile del 2010,  ma a Viterbo tutti ancora lo ricordano, soprattutto i giovani compagni del centro sociale che negli ultimi anni della sua vita gli sono stati molto vicino. Ho pensato di pubblicare sul nostro giornale, una volta a settimana, due poesie scritte da Alfio Pannega, versi che mi sono stati regalati dal mio sincero amico e che sono stati pubblicati anche dall’Amministrazione Provinciale di Viterbo.  Spero che i nostri lettori apprezzino questi ricordi nel nome di uno dei più grandi personaggi della nostra città.

Campagna

Io ti vedo campagna

lunghe distese di terre coltivate

dove passa il trattore e si semina il grano.

Ma questa campagna io la vedo abbandonata

non so se così si può andare avanti.

O terra che tutto ci dai perchè siamo ingrati a te ?

Ma verrà un giorno che a te ritorneremo,

terra che ci dai quel che serve per sostentar la vita.

Dunque battiamoci per questo

e rispettiamo la natura.

———————————————————————————————————

Dialogo

” O amico dopo lungo tempo

ci siamo rincontrati

e ti rivedo stanco e appassito”.

” Poiché anche gli anni passati”

rispose l’altro amico

” ti ricordi i tempi della nostra giovinezza

quando eravamo allegri e spensierati ?

Bastava una cosa da nulla per farci contenti

che bei giorni erano quelli !

Ora tutto è cambiato

anche i capelli si sono imbiancati

e gli anni passano veloci,

contentiamoci di quello che da la vita.

Noi rimpiangiamo una cosa sola

la gioventù non torna più “