Prima nazionale di Annia Regilla-il femminicidio nella storia

VEJANO (Viterbo)- Il Teatro Comunale di Vejano è orgoglioso di ospitare la prima nazionale di Annia Regilla – Il femminicidio nella storia, uno spettacolo scritto da Angela Turchini con l’interpretazione di Antonella Giuzio. L’evento avrà luogo sabato 12 aprile 2025 alle ore 17:30.

Lo spettacolo affronta temi di grande attualità e riflessione, portando in scena la storia di Annia Regilla, una donna che, nella Roma antica, vive il tragico destino di una morte violenta. La pièce esplora il femminicidio, non solo come crimine, ma come una realtà che affonda le radici in una cultura patriarcale che ha spesso determinato il destino delle donne.

“Ogni storia che si racconta ha una profondità che difficilmente si arriva ad indagare completamente. Le vicende umane sono tali perché appartengono a tutti, in qualche modo si può dire che sono nella nostra memoria. All’inizio ci sono i fatti, così come li scopriamo. Ed è da questi che è iniziato il mio percorso. Certo non mi aspettavo di arrivare a scoprire il dramma di una donna, all’anagrafe Appia Annia Regilla Atilia Caucidia Tertulla, vissuta ai tempi dell’Impero Romano, nel II secolo d.C., così vicino per intensità e dettagli al nostro contemporaneo. Lei è bella, giovane, aristocratica e istruita. All’ombra di un matrimonio combinato, la sua vita si trasforma in uno spazio angusto e lì, in solitudine, trova la morte per mano del marito, il retore greco Erode Attico. Dal suo passato Annia Regilla mi ha consegnato non solo la storia di un femminicidio ma ha parlato di integrazione, di culture, di potere esercitato nel perimetro di una relazione affettiva senza via di uscita. Ho immaginato la sua voce e ho seguito il suo racconto, scritto solo tra le pieghe della vita dei personaggi che hanno preso parte con lei, nel bene e nel male, a questa vicenda. La storia l’ha resa muta, nessun ritratto, pochissime le testimonianze, forse qualche statua ritrovata a lei riferita, ma priva della testa, sono la prova della sua esistenza. Questa mutilazione, puro scherzo del tempo, mi colpisce perché ancora oggi la voce delle donne, il loro pensiero è ritenuto sovversivo e inopportuno. La modernità di Annia Regilla è l’aver riconquistato la parola persa per dire la sua verità e l’ho immaginata oltre la sua morte, pronta a rivendicare le sue ragioni con il coraggio di donna libera. A lei mi lega un profondo senso di riconoscenza e la convinzione che ce l’avrebbe fatta se le risposte ai suoi dubbi fossero giunte in tempo per salvarla. Il volto di Annia Regilla penso sia qualunque altro volto di donna, sfortunata e violata. Ma la sua voce genera movimento e i “perché”, che mi hanno accompagnato lungo la scrittura di questo testo, sono le chiavi con le quali aprire quelle porte che in molti preferiscono lasciare chiuse.”
Così commenta l’autrice Angela Turchini.

Antonella Giuzio, che il 29 marzo scorso ha già portato in scena con grande successo la lettura scenica de Il Potere di un No, ispirato alla storia di Franca Viola, torna ora sul palco con un’altra intensa interpretazione.

In occasione della prima nazionale, l’attrice ha dichiarato:

“Quando ho letto la prima volta le storie scritte da Ludovica Costantini su Franca Viola e da Angela Turchini su Annia Regilla, oltre a trovare agevole riconoscere in me l’ingiusta da loro subita in quanto donne, ho immediatamente pensato che il loro vissuto mettesse in evidenza innanzitutto una critica determinata a una cultura…la nostra cultura!

Nella storia di Franca questo senso di critica e di ingiustizia porta a una ribellione indubbiamente coraggiosa, che cambia radicalmente una percezione comune.

Ciò che emerge quale filo conduttore del racconto in prima persona della propria morte da parte di Annia, è questa accettazione, dolorosa e abbandonata, che la vita di una donna, al tempo, era al di fuori del suo controllo, tutto ciò che le accadeva era parte di un destino disegnato e deciso a monte. Educata bella, colta, sorridente per… se stessa? No, per un uomo, non per forza amato, conosciuto o voluto da lei. Gli unici impulsi di reazione, Annia li ha nei confronti della cultura greca, nel cui paragone tenta di far valere una propria identità, che è poi in generale quella romana.

Ho riflettuto, quasi di riflesso, sui destini diversi che accompagnano le due donne. Da una parte l’accettazione di Annia che è un seguire la propria cultura, dall’altra parte il “no” di Franca, il no ad un contesto storico-culturale che la voleva moglie del suo carnefice. Queste storie portano inevitabilmente a tentare di definire, se definire, il “destino femminile”.

Franca trova aiuto di reazione nella famiglia. Mi ha colpito moltissimo il fatto che, nelle sue rare apparizioni pubbliche, la donna ringrazia sempre, con sincera e pungente commozione, gli uomini della sua vita che le hanno dato il coraggio di denunciare: il papà e il marito. Questo fa capire quanto sia importante avere l’appoggio certamente di chi ci è più vicino, ma anche la comprensione da parte del prossimo, senza la quale è difficile cambiare le cose. Nonostante quindi l’orgoglio e la consapevolezza di vivere in tempi diversi anche grazie a donne come Franca, da attrice, e madre e donna, riflettere sul destino, su come affrontare la violenza su Franca e la morte di Annia, le loro paure, dubbi, e condizionamenti, non è stato difficile, nel senso che non è stato difficile comprenderle, comprendere sia questa accettazione della realtà, così come si presentava ai suoi occhi dell’una, sia la repulsione dell’altra. E non è stato difficile poiché è di noi che Franca e Annia parlano, poiché tutto è parte di noi, le motivazioni che ci hanno spinto a costituire società che ritenevano naturale che la distinzione tra i generi portasse al riconoscere il “il più forte e il più debole”, sia le motivazioni che ci hanno spinto a cambiare. Così leggo di Franca e Annia parlando al mondo in cui vivo e sento in me ogni loro timido impulso di ribellione, ogni loro piccola riflessione sull’ingiustizia che le decisioni altrui provocano, ogni loro stralcio di speranza che tutto può cambiare, ma più di tutto ho sentito la loro piena, consapevole coscienza che una vita decisa indipendentemente dal nostro volere, porti in ogni caso sofferenza e limitazioni.

Non vorrei dire le storie di queste donne sono storie che “ci insegnano”, perché non vorrei avere necessità di ottenere tali insegnamenti tramite l’esperienza traumatica (come quella di Franca che ha subito una terribile violenza) o fatale (come la morte di Annia).

Bisogna parlare di loro provando la vergogna di far parte dell’umanità che ci ha così trattato, e cantando la rabbia di chi vuole cambiare per la giustizia, per la difesa del proprio essere e della propria esistenza.”

La rappresentazione, accompagnata da una profonda riflessione culturale, è un invito a riscoprire il valore di donne che, nonostante il passare dei secoli, continuano a parlare alle generazioni future. Un’opera che va oltre la semplice narrazione, proponendo una critica attualissima alla condizione femminile.

Ad arricchire ulteriormente l’evento, presso il Teatro Comunale di Vejano è visionabile una mostra fotografica dedicata alle figure femminili protagoniste degli spettacoli in programma e ad altre donne che collegano il passato e il presente, mettendo in luce il coraggio per la lotta ai diritti femminili.

Dettagli evento

Data: 12 aprile 2025
⏰ Orario: 17:30
Luogo: Teatro Comunale di Vejano
️ Mostra fotografica: visitabile presso il teatro durante l’evento
️ Ingresso: Gratuito con prenotazione obbligatoria
Prenotazioni: Teatro Vejano – Tel: 3338537695 | Email: teatrovejano@gmail.com
Per maggiori informazioni: www.teatrovejano.it