Codici: continua l’impegno per tutelare i risparmiatori nel caso FWU Life

ROMA – Resta alta l’attenzione dell’associazione Codici in merito alla vicenda FWU Life. La grave crisi che ha colpito la compagnia lussemburghese ha segnato in maniera profonda il settore assicurativo. I numeri sono importanti, basti pensare che il fallimento della società ha coinvolto oltre 100mila risparmiatori italiani, fortemente preoccupati per il destino dei propri soldi.

“Stiamo seguendo la vicenda – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – ed i continui aggiornamenti che arrivano sia dall’Autorità di vigilanza lussemburghese che da Ivass. La prima raccomandazione è quella di fare attenzione alle proposte di servizi, che potrebbero arrivare da soggetti che vogliono sfruttare la situazione. L’altro consiglio che ci preme rinnovare è quello di attivarsi per chiarire la propria posizione. È fondamentale avere a disposizione la documentazione contrattuale e verificare i pagamenti, così da sapere le opzioni a proprio disposizione. Ci siamo attivati per fornire assistenza anche su questi aspetti. L’impegno è massimo per permettere ai nostri assistiti di recuperare i propri risparmi”.

Come spiegato dall’Autorità di vigilanza lussemburghese, i contraenti non perderanno tutti i loro risparmi nonostante la liquidazione della compagnia assicurativa FWU Life Insurance Lux SA. Il credito, l’importo da recuperare al termine della liquidazione, dei contraenti sarà determinato dal liquidatore sulla base del valore di liquidazione dei contratti. I clienti saranno informati dell’importo del loro credito in una nota informativa che riceveranno dal liquidatore, insieme alla loro dichiarazione di credito precompilata. Entro sei mesi dal provvedimento di liquidazione, datato 31 gennaio 2025, il liquidatore invierà una dichiarazione di credito precompilata a tutti i contraenti, o eventualmente ai loro beneficiari, che dovranno attentamente vagliarla e segnalare eventuali difformità.

I risparmiatori che hanno sottoscritto una polizza con FWU Life possono richiedere l’assistenza dell’associazione Codici telefonando al numero 065571996, inviando un messaggio WhatsApp al numero 3757793480 oppure scrivendo un’e-mail all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org.




Codici: ecco perché chiediamo a Eni Plenitude il rimborso dei consumatori

ROMA – Prosegue l’azione avviata dall’associazione Codici per richiedere il rimborso dei clienti Eni Plenitude coinvolti nelle verifiche dell’Antitrust. Parliamo dell’istruttoria aperta dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per una possibile pratica commerciale scorretta risalente al 2024.

“Secondo l’Agcm – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – tra maggio e settembre dell’anno scorso numerosi clienti hanno subito il rinnovo delle condizioni economiche di fornitura delle offerte di luce e gas senza ricevere la preventiva comunicazione da parte di Eni Plenitude. La normativa prevede che i consumatori vengano informati in anticipo sulle modifiche delle condizioni economiche contrattuali, ma questo non sempre avviene. In questo caso specifico, stando a quanto rilevato dall’Autorità, la società avrebbe proceduto al rinnovo delle condizioni economiche di fornitura nonostante numerose comunicazioni inviate non risultino essere andate a buon fine. Se confermato, sarebbe una grave irregolarità. Ai clienti, infatti, non sarebbe stata data la possibilità di accettare le nuove condizioni oppure di esercitare il diritto di recesso. Stiamo seguendo l’istruttoria avviata dall’Agcm e stiamo raccogliendo le segnalazioni dei consumatori per fornirgli assistenza per richiedere il rimborso degli aumenti delle bollette subiti a causa dei rinnovi contrattuali. Al tempo stesso ribadiamo la necessità di migliorare la gestione delle comunicazioni ai clienti da parte delle società. C’è bisogno di maggiore trasparenza. I clienti devono essere informati in maniera tempestiva e chiara”.

I clienti Eni Plenitude che tra maggio e settembre 2024 hanno subito il rinnovo delle condizioni economiche di fornitura delle offerte di luce e gas, senza ricevere la comunicazione preventiva da parte della società, possono fare una segnalazione all’associazione Codici e richiedere assistenza ai fini della richiesta di rimborso telefonando al numero 065571996, inviando un messaggio WhatsApp al numero 3757793480 o scrivendo un’e-mail a segreteria.sportello@codici.org.




Codici ai consumatori: segnalare green claims irregolari o poco chiari

ROMA – Nell’era della crescente sensibilità ambientale, sempre più aziende presentano i propri prodotti e servizi come “ecologici”, “sostenibili” o “a impatto zero”. Tuttavia, non tutte queste affermazioni corrispondono a reali impegni o risultati misurabili. Per smascherare l’ambientalismo di facciata e tutelare i consumatori, l’associazione Codici si è attivata per verificare l’operato delle aziende.

“Il fenomeno del greenwashing, la pratica di far apparire un’azienda o un prodotto più ecologico di quanto sia in realtà, rappresenta oggi una delle principali sfide per la tutela dei consumatori e per la credibilità delle politiche di sostenibilità – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –. Quando le aziende fanno affermazioni ambientali infondate, dirottano l’attenzione e le risorse dei consumatori lontano dalle soluzioni realmente efficaci, minando la fiducia nell’intero settore green”.

I green claim possono assumere molte forme, non tutte facilmente verificabili dal consumatore medio. Ecco alcuni segnali d’allarme che possono indicare potenziali pratiche di greenwashing: affermazioni vaghe o generiche come “ecologico” o “amico dell’ambiente” senza specificare in che modo; certificazioni che sembrano ufficiali ma che sono create dall’azienda stessa; enfasi su un singolo attributo ambientale positivo mentre si ignorano altri impatti negativi significativi; uso di immagini naturalistiche o colori verdi per prodotti che hanno poco a che fare con l’ambiente; mancanza di prove o dati verificabili a supporto delle affermazioni ambientali.

“I consumatori possono diventare protagonisti attivi nella lotta contro il greenwashing – sottolinea Giacomelli –. La loro partecipazione è fondamentale per identificare e contrastare pratiche di comunicazione scorrette che danneggiano sia l’ambiente che la concorrenza leale. Per questo lanciamo un invito a segnalare irregolarità o situazioni poco chiare, che verificheremo con i nostri esperti e legali, ovviamente portandoli anche all’attenzione delle autorità. Non si tratta di demonizzare le imprese, ma di promuovere una comunicazione ambientale trasparente e verificabile – precisa il Segretario Nazionale di Codici –. Le aziende impegnate veramente nella sostenibilità hanno tutto da guadagnare da un mercato in cui i consumatori possono distinguere chiaramente tra impegni concreti e semplici operazioni di facciata”.

È possibile partecipare all’azione avviata dall’associazione Codici contro il greenwashing e segnalare green claims scorretti o sospetti telefonando al numero 065571996, inviando un messaggio WhatsApp al numero 3757793480 oppure scrivendo un’e-mail all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org.




Codici: biodiversità in pericolo, fermiamo l’emergenza

ROMA – La biodiversità del nostro pianeta, patrimonio inestimabile di milioni di anni di evoluzione, sta affrontando una crisi senza precedenti. Gli scienziati avvertono che siamo nel pieno della sesta estinzione di massa, la prima causata direttamente dall’attività umana. Un tema di estrema importanza, su cui l’associazione Codici richiama l’attenzione in particolare dei consumatori con un invito all’azione per fermare questa emergenza.

Il 68% degli ecosistemi è in pericolo e quasi il 90% delle aree naturali italiane è in cattivo stato di conservazione. Le principali cause della perdita di biodiversità sono la distruzione degli habitat, l’inquinamento, i cambiamenti climatici e l’eccessivo sfruttamento delle risorse. La perdita di biodiversità non è solo un problema ambientale, ma una minaccia diretta al nostro benessere e alla nostra sopravvivenza. Ogni specie che scompare rappresenta una perdita irreversibile per l’ecosistema globale, con conseguenze a catena che influenzano la sicurezza alimentare, l’accesso all’acqua pulita e persino la stabilità climatica.

È chiara l’importanza dell’azione di istituzioni, autorità ed aziende, ma anche i consumatori possono dare un contributo prezioso. Da qui l’invito e l’appello lanciato dall’associazione Codici. La biodiversità, infatti, può essere protetta anche attraverso azioni quotidiane. È possibile ridurre i rifiuti, scegliendo prodotti riutilizzabili e limitando la plastica, mangiare sostenibile, privilegiando prodotti certificati che garantiscono pratiche sostenibili, ridurre gli sprechi, utilizzando in maniera consapevole e attenta energia e acqua. Tutto questo senza dimenticare un supporto diretto alla biodiversità, creando spazi verdi nei giardini e sui balconi, piantando fiori per le api e partecipando agli eventi di pulizia ambientale sempre più numerosi per liberare aree cittadine e verdi dai rifiuti.

Ogni azione, per quanto piccola possa sembrare, ha un impatto reale quando moltiplicata per milioni di persone. La biodiversità è la rete che sostiene tutta la vita sul pianeta e proteggerla è nell’interesse di tutti.




Codici: continua l’azione legale contro i danni del Superbonus 110%

ROMA – Il Superbonus 110%, misura introdotta per rilanciare l’economia e migliorare l’efficienza energetica degli edifici italiani, si sta rivelando per molti cittadini una fonte di gravi disagi e danni economici. A fronte delle numerose segnalazioni ricevute, l’associazione Codici ha deciso di avviare un’azione legale a sostegno di tutti coloro che hanno subito conseguenze negative dall’applicazione di questa misura.

Sono ormai migliaia i casi segnalati in tutta Italia di lavori interrotti a metà, cantieri abbandonati o mai avviati nonostante i contratti firmati, e interventi che, una volta completati, non hanno portato ai miglioramenti energetici promessi. Molti cittadini si trovano oggi con spese impreviste da sostenere che non possono più essere coperte dall’incentivo a causa delle modifiche normative intervenute.

“Quello che doveva essere un aiuto per i cittadini si è trasformato in un incubo per molte famiglie – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –. Abbiamo raccolto testimonianze di persone che vivono da mesi in condizioni precarie perché i lavori sono stati interrotti improvvisamente. C’è anche chi si è dovuto indebitare per completare interventi lasciati a metà dalle imprese. Particolarmente grave è la situazione di coloro che, dopo aver investito nell’intervento di riqualificazione, si ritrovano con un’abitazione che non ha visto alcun miglioramento della classe energetica, vanificando così l’obiettivo principale della misura, ovvero rendere gli edifici più efficienti e meno inquinanti. L’azione legale mira a ottenere un risarcimento per i danni subiti, sbloccando situazioni di stallo inaccettabili sia per le condizioni inadeguate delle abitazioni che per il tempo trascorso dall’inizio dei lavori”.

I cittadini che hanno subito danni e disagi a causa del Superbonus 110% possono richiedere l’assistenza dell’associazione Codici telefonando al numero 065571996, inviando un messaggio WhatsApp al numero 3757793480 oppure scrivendo un’e-mail all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org.




Certificazioni ambientali e greenwashing, Codici: un impegno per la trasparenza e la tutela dei consumatori

ROMA – In un contesto economico sempre più orientato alla sostenibilità, il fenomeno del greenwashing rappresenta una seria minaccia alla credibilità delle iniziative ambientali e alla fiducia dei consumatori. L’associazione Codici ha avviato un’attività volta a fare chiarezza in un settore pieno di ombre.

“Il greenwashing è un problema serio e diffuso – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, perché chiama in causa temi estremamente delicati come ambiente e sostenibilità. Per garantire la correttezza dell’operato delle aziende e, al tempo stesso, tutelare i consumatori è necessario adottare un sistema di certificazioni ambientali trasparente e verificabile. Dalla nostra esperienza sul campo dobbiamo dire, purtroppo, che ci sono ancora diverse zone d’ombra. Per questo motivo riteniamo fondamentale il ruolo della vigilanza, sia istituzionale che collettiva. L’attività di monitoraggio e verifica dell’operato delle aziende in materia di certificazioni ambientali costituisce una priorità assoluta. Le certificazioni ambientali rappresentano, infatti, uno strumento essenziale per orientare le scelte dei consumatori, a condizione che siano rilasciate secondo criteri rigorosi e verificabili. Come associazione siamo impegnati in un’attività di verifica delle autodichiarazioni ambientali e dei marchi di certificazione, con particolare attenzione alle aziende operanti nei settori più esposti al rischio di greenwashing. Pensiamo ai prodotti di largo consumo, industria alimentare, energia, trasporti e mobilità, settore tessile e moda. Questa azione di controllo da sola però non è sufficiente. È importante, però, che anche i consumatori facciano la loro parte. Per questo motivo li invitiamo a svolgere un ruolo attivo nella segnalazione di pratiche commerciali potenzialmente ingannevoli. La partecipazione consapevole dei cittadini rappresenta un elemento fondamentale per garantire la trasparenza del mercato e contrastare efficacemente il fenomeno del greenwashing”.

È di poche settimane fa la sanzione emessa dall’Antitrust nei confronti del gruppo Gls, vicenda che conferma la necessità di rafforzare gli strumenti di difesa contro il greenwashing, a partire da un sistema di certificazione chiaro ed efficace. L’Autorità ha irrogato una multa di 8 milioni di euro per pratiche commerciali scorrette. Entrando nel dettaglio dell’intervento, l’Agcm ha accertato che l’iniziativa di sostenibilità ambientale “Climate Protect”, con cui Gls ha costruito la propria immagine green, è stata organizzata, finanziata e comunicata senza la trasparenza, il rigore e la diligenza richiesti ad operatori di un settore molto inquinante, quale quello della spedizione, trasporto e consegna di merci. Nell’ambito del programma di sostenibilità ambientale, secondo l’Antitrust sono state utilizzate dichiarazioni ambientali ambigue o presentate in modo non sufficientemente chiaro, specifico, accurato, inequivocabile e verificabile sul sito web di General Logistics Systems Italy Spa. È emerso, inoltre, che ai clienti abbonati ai servizi di General Logistics Systems Enterprise veniva imposto di aderire a questo programma e di pagare un contributo economico così da ottenere un certificato, non richiesto, attestante l’avvenuta compensazione delle emissioni di CO2 relative alle rispettive spedizioni. Questo contributo è stato definito prescindendo da una previa verifica dei costi riconducibili al programma “Climate Protect”, esonerando dal pagamento i clienti di grandi dimensioni e lasciando intendere che le stesse società del gruppo avrebbero contribuito in modo significativo al suo finanziamento. È risultato, invece, che le società del gruppo Gls, oltre ad aver riversato tutti gli oneri economici legati al programma sui propri clienti abbonati e sulle imprese di spedizioni affiliate alla rete di General Logistics Systems Italy, hanno incassato contributi maggiori dei costi sostenuti per attuare il programma. Inoltre, le comunicazioni trasmesse ai clienti abbonati e alle imprese affiliate e le certificazioni sulle compensazioni delle emissioni di CO2 rilasciate a clienti e imprese per le proprie spedizioni sono risultate ingannevoli, ambigue e non veritiere.

“La transizione verso un’economia realmente sostenibile richiede l’impegno congiunto di istituzioni, imprese e consumatori – conclude Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –. Solo attraverso un sistema di certificazioni ambientali credibile e verificabile sarà possibile orientare le scelte di consumo verso prodotti e servizi autenticamente rispettosi dell’ambiente, evitando che pratiche di greenwashing compromettano la fiducia nei confronti delle reali iniziative di sostenibilità”.

L’associazione Codici invita i consumatori a segnalare dichiarazioni ambientali vaghe o non sufficientemente documentate, utilizzo improprio di certificazioni o loghi ambientali, incongruenze tra le dichiarazioni pubbliche delle aziende e le loro pratiche effettive, utilizzo di termini ambigui come “eco-friendly”, “naturale” o “sostenibile” senza adeguate specificazioni. È possibile fare una segnalazione telefonando al numero 065571996, inviando un messaggio WhatsApp al numero 3757793480 o scrivendo un’e-mail a segreteria.sportello@codici.org.




Codici: plastica monouso, un problema globale

ROMA – Riceviamo da Codici e pubblichiamo: “La plastica monouso rappresenta una delle più gravi minacce per l’ambiente marino e terrestre del nostro pianeta. L’associazione Codici si unisce agli allarmi lanciati da più parti per una problematica molto seria.

Lo dimostrano i numeri. Nel 2021 a livello mondiale sono stati generati 139 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica monouso, con un aumento di 6 milioni di tonnellate rispetto al 2019. Un altro dato su cui riflettere è quello relativo all’inquinamento costiero. Circa l’80% dei rifiuti trovati sulle spiagge europee è costituito da plastica e di questi il 50% sono prodotti monouso.

Gli oggetti in plastica impiegano centinaia di anni per decomporsi, frammentandosi in microplastiche che contaminano l’intera catena alimentare. La produzione di plastica monouso, inoltre, contribuisce significativamente alle emissioni di gas serra.

È importante, quindi, che i consumatori adottino dei comportamenti responsabili. Di seguito alcuni consigli dell’associazione Codici per ridurre il consumo di plastica monouso: usare borracce riutilizzabili, perché le bottiglie in plastica sono tra i rifiuti più inquinanti; scegliere contenitori sostenibili, sostituendo a piatti e posate in plastica quelli in bamboo, acciaio o materiali compostabili; fare la spesa con borse riutilizzabili, non ricorrendo ai sacchetti di plastica.

La riduzione della plastica monouso non è solo una questione ambientale, ma una responsabilità sociale che coinvolge tutti noi. Ogni piccolo gesto quotidiano può fare la differenza per preservare il nostro pianeta per le generazioni future”.




Codici: vigileremo sull’attivazione della Piattaforma online per le liste di attesa

ROMA – Novità importante in campo sanitario. La Conferenza Stato-Regioni ha approvato il decreto contenente le linee guida che definiscono i criteri di realizzazione e di funzionamento della Piattaforma nazionale sulle liste di attesa. Un passo avanti verso l’attivazione di uno strumento pensato per tutelare i pazienti di fronte ai tempi lunghi ed estenuanti della sanità, ma per l’associazione Codici restano da chiarire ancora diversi aspetti a livello di tempi e funzioni.

“L’approvazione di questo decreto è senz’altro una notizia positiva – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, ma considerando i precedenti e la situazione generale, è normale che ci sia un po’ di diffidenza. Da anni si parla della crisi del Servizio Sanitario Nazionale. In estate si celebrava il Dl Liste d’attesa, ma a distanza di mesi la rivoluzione annunciata non si è ancora concretizzata. La Piattaforma dovrebbe entrare in funzione a marzo, ma già si ipotizza un avvio diversificato perché non tutte le Regioni sarebbero pronte per utilizzare questo strumento. L’uso del condizionale è d’obbligo anche per quanto riguarda le funzioni a disposizione dei cittadini. Come inizio non è proprio il massimo. Seguiremo gli sviluppi del decreto sulle liste di attesa, verificando che quanto annunciato sia messo in pratica realmente. I cittadini hanno diritto ad una sanità efficiente, anche a livello di tempistiche”.

Entrando nel dettaglio del funzionamento della Piattaforma nazionale sulle liste di attesa, i cittadini dovrebbero avere la possibilità di controllare i tempi di attesa per una visita o un esame diagnostico. In una seconda fase dovrebbero anche poter sapere dove è possibile effettuare una prestazione in tempi più rapidi. Tutto questo inserendo sulla Piattaforma il codice della propria ricetta elettronica. Per le prenotazioni, però, lo strumento valido rimarrà quello attuale del Cup.

L’associazione Codici è impegnata in un’attività di tutela dei cittadini anche in campo sanitario. È possibile segnalare casi di malasanità telefonando al numero 065571996, inviando un messaggio WhatsApp al numero 3757793480 oppure scrivendo un’e-mail all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org.




Codici: è tempo di agire contro lo spreco alimentare

ROMA – Il 5 febbraio si celebra la Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare. L’edizione 2025 di questa iniziativa, istituita dalla campagna pubblica di sensibilizzazione Spreco Zero con il Ministero dell’Ambiente, sarà speciale, perché avvierà il conto alla rovescia per la verifica dell’Obiettivo 12.3 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Un traguardo importante ed anche ambizioso. Si parla, infatti, di dimezzare lo spreco alimentare sia nella vendita al dettaglio che nelle case dei consumatori e di ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura. Il tutto entro i prossimi 5 anni.

La sfida è lanciata e non è delle più semplici. Secondo le stime dell’Unric, il Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite, ogni anno circa un terzo del cibo prodotto, corrispondente a 1,3 miliardi di tonnellate, per un valore pari a circa mille miliardi di dollari, finisce nella spazzatura dei consumatori e dei commercianti, oppure va a male a causa di sistemi di trasporti o pratiche agricole inadeguati. Per quanto riguarda l’Italia, nel 2024 lo spreco alimentare ha registrato un preoccupante incremento. Secondo gli ultimi dati forniti dall’Osservatorio Internazionale Waste Watcher, lo scorso anno sono finiti nella spazzatura 683,3 grammi di cibo pro-capite a settimana. Nel 2023 il dato si fermava a 469,4 grammi.

La strada, dunque, è ancora lunga. Per superare gli ostacoli di un percorso anche impervio, l’edizione 2025 della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare punta su un tema che sottolinea l’urgenza di intervenire. Si parla, infatti, di #timetoact, ovvero #tempodiagire. L’obiettivo è quello di raggiungere e sensibilizzare la società, dalle istituzioni ai cittadini, dalle aziende alle scuole, aprendo una riflessione concreta e fattiva sul significato e sulle conseguenze dello spreco alimentare e dell’impatto ambientale. Due temi cruciali di fronte ai quali i consumatori non possono rimanere impassibili, ma devono fare la loro parte.




Codici: dalla relazione dei Nas dati allarmanti sulle liste di attesa

ROMA – Un’azienda sanitaria su quattro non rispetta le norme per la riduzione delle liste d’attesa. È quanto è emerso nella riunione del tavolo istituito al Ministero della Salute per accompagnare le Regioni nell’attuazione del decreto legge 73 del 2024, su cui interviene l’associazione Codici per evidenziare la portata di questo dato.

“Sono numeri che confermano la crisi della sanità italiana – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e che dimostrano come il diritto alla salute per molti cittadini sia un concetto astratto. Il Ministro Schillaci sottolinea i miglioramenti rispetto ai controlli eseguiti nella primavera del 2023, ma a nostro avviso questo non può e non deve bastare. Le criticità riscontrate dai Nas in un quarto delle aziende ispezionate dimostrano quanto sia grave la situazione. Una sanità efficiente anche sul piano delle tempistiche, purtroppo, al momento è ancora molto lontana”.

Entrando nel dettaglio dei dati forniti dal Ministero della Salute per quanto riguarda le ispezioni eseguite dai Nas, le verifiche sono state svolte da ottobre a dicembre 2024. Su circa 3mila ispezioni, sono emerse irregolarità nel 27% dei casi relative alla gestione delle agende di prenotazione, agli accessi alle agende di personale non autorizzato, alla chiusura delle agende, all’utilizzo delle classi di priorità e autorizzazioni all’intramoenia.

L’associazione Codici è impegnata in un’attività di tutela dei cittadini anche in campo sanitario. È possibile segnalare casi di malasanità telefonando al numero 065571996, inviando un messaggio WhatsApp al numero 3757793480 oppure scrivendo un’e-mail all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org.




Codici: norme più severe per tutelare i consumatori dal telemarketing selvaggio

ROMA – L’associazione Codici ha partecipato ieri all’audizione informale organizzata congiuntamente dalla IX Commissione Trasporti e dalla X Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati per acquisire elementi utili di conoscenza e di valutazione nell’ambito dell’esame delle proposte di legge in materia di organizzazione e funzionamento dei call center e di protezione dei consumatori. Durante i lavori, l’associazione ha analizzato le diverse proposte di legge presentate in Parlamento, fornendo valutazioni specifiche su ciascuna di esse ed evidenziando le criticità dell’attuale sistema, proponendo soluzioni concrete per tutelare i consumatori.

“La situazione attuale del telemarketing in Italia è diventata insostenibile per i cittadini – dichiara l’avvocato Antonella Votta, esperta del settore Telecomunicazioni di Codici che ha presenziato all’audizione –. Nonostante l’esistenza del Registro Pubblico delle Opposizioni, i consumatori continuano a ricevere quotidianamente chiamate indesiderate, spesso in orari inadeguati e con modalità aggressive. È necessaria una riforma strutturale del settore che introduca regole più severe e controlli più efficaci”.

Durante i lavori, Codici ha sottolineato l’urgenza di affrontare il fenomeno del CLI Spoofing. Si tratta di una pratica fraudolenta in costante aumento che permette ai call center di mascherare il proprio numero di telefono, facendo visualizzare sullo schermo del destinatario numeri falsi o appartenenti ad ignari cittadini. “Il CLI Spoofing – afferma Votta – non è solo una violazione della privacy, ma rappresenta anche un serio rischio per la sicurezza dei consumatori. È fondamentale investire in tecnologie di prevenzione e sistemi di identificazione delle chiamate più sofisticati, implementando al contempo sanzioni più severe per chi utilizza queste pratiche scorrette”.

L’associazione ha presentato alle Commissioni una serie di proposte concrete per migliorare il settore. Tra queste, l’istituzione di una piattaforma tecnologica centralizzata per il monitoraggio delle chiamate commerciali e l’introduzione dell’obbligo di utilizzo di prefissi dedicati e riconoscibili per le attività di telemarketing. Codici ha inoltre sottolineato l’importanza di implementare sistemi di autenticazione avanzata per i call center e di prevedere sanzioni più severe per le violazioni, garantendo tempi di intervento più rapidi da parte delle autorità competenti.

L’associazione Codici continuerà a seguire l’iter della riforma, vigilando affinché le esigenze dei consumatori vengano adeguatamente tutelate nel nuovo quadro normativo. Resta sempre attivo, intanto, il servizio di assistenza rivolto a chi viene truffato dai call center. È possibile fare una segnalazione e richiedere assistenza telefonando al numero 065571996, inviando un messaggio WhatsApp al numero 3757793480 oppure scrivendo un’e-mail all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org.




Codici: diffida a Ryanair per i disservizi con il check-in online

ROMA – Nuovo intervento di Codici per tutelare i passeggeri Ryanair che non riescono ad effettuare il check-in online a causa del malfunzionamento del servizio. L’associazione ha inviato una diffida alla compagnia affinché si attivi per risolvere la problematica.

“Questa situazione si sta protraendo da troppo tempo – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – ed è arrivato il momento che Ryanair ponga fine ai disservizi. Ci sono passeggeri che sono costretti a fare il check-in in aeroporto perché la procedura online si interrompe all’improvviso o perché non riescono ad accedere alla app o al sito internet della compagnia. Sono mesi che riceviamo segnalazioni da parte di viaggiatori indignati anche per il fatto che sono costretti a pagare un servizio che online sarebbe invece gratuito. Oltre al danno, dunque, anche la beffa. Ci auguriamo che finalmente Ryanair si faccia carico delle istanze dei suoi passeggeri, che meritano un servizio efficiente ed anche di essere ascoltati. Finora, infatti, le proteste sono cadute nel vuoto. Dal servizio clienti della compagnia arrivano risposte generiche alle richieste di assistenza che non risolvono il problema, mentre chi fa un reclamo per i costi sostenuti a causa del malfunzionamento del check-in online si vede bocciare la richiesta di rimborso senza che venga preso in esame il suo caso”.

Con la diffida inviata a Ryanair prosegue, dunque, l’azione avviata dall’associazione Codici per tutelare i passeggeri che non riescono ad effettuare il check-in online a causa del malfunzionamento del servizio. È possibile segnalare disservizi e chiedere assistenza per la richiesta di rimborso telefonando al numero 065571996, inviando un messaggio WhatsApp al numero 3757793480, scrivendo un’e-mail all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org o compilando il form sul sito www.codici.org.




Codici: grave ritardo delle Regioni sulle liste di attesa

ROMA – Riceviamo e pubblichiamo: “È un quadro desolante quello che emerge dal monitoraggio annuale condotto dal Ministero della Salute sui siti web delle Regioni per quanto riguarda l’attività dedicata alle liste di attesa. Un Ente su 5 non ha ancora una sezione ad hoc, mentre il 70% non fornisce informazioni sui percorsi di tutela per il cittadino.

“Sono dati sconfortanti – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e che confermano la gravità della situazione. Si parla tanto di liste di attesa, si fanno annunci roboanti, ma poi la realtà è questa. E non parliamo dei tempi lunghissimi con cui si scontrano i pazienti, ma di un semplice servizio informativo. Dai controlli effettuati nel 2024 dal Ministero della Salute, per verificare quanto previsto dal Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa, è emerso che quattro Regioni non hanno ancora una sezione dedicata alle liste di attesa sul proprio sito e le informazioni sul tema sono frammentate e difficili da individuare, con la necessità di doverle andare a cercare sui siti delle aziende sanitarie. Solo sei Enti, inoltre, forniscono informazioni chiare e complete per i cittadini per quanto riguarda i percorsi di tutela che scattano nel caso in cui la prestazione non possa essere garantita entro i limiti previsti. Soltanto otto Regioni, infine, pubblicano gli esiti del monitoraggio ex ante delle prestazioni di specialistica ambulatoriale, disponibile per classe di priorità e per ambito territoriale. Riassumendo tutti questi dati, quello che emerge è il grave ritardo sulle liste di attesa anche per quanto riguarda l’aspetto informativo. Tutto questo è inaccettabile. Ci auguriamo che tutte le parti coinvolte lavorino celermente per colmare queste lacune che danneggiano gravemente i cittadini”.

L’associazione Codici è impegnata in un’attività di tutela dei cittadini anche in campo sanitario. È possibile segnalare casi di malasanità telefonando al numero 065571996, inviando un messaggio WhatsApp al numero 3757793480 oppure inviando un’e-mail all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org”.




Codici: il Money Muling dilaga su social e app di messaggistica istantanea

Si scrive Money Muling, si legge riciclaggio di denaro illecito. È una truffa che circola su social, app di messaggistica istantanea ed e-mail, e su cui l’associazione Codici invita a prestare la massima attenzione per non cadere in trappola e finire nei guai.

“Il meccanismo è semplice – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e l’esca è la solita promessa di guadagni facili. Rispetto ad altre frodi, però, con il Money Muling la vittima rischia grosso, perché si trova di fatto ad essere complice dei criminali. È per questo che invitiamo i consumatori a fare attenzione ai messaggi che circolano sempre più numerosi e che nascondono situazioni molto pericolose. Non bisogna aprire un conto corrente su richiesta di qualcuno appena conosciuto o farlo utilizzare da altre persone. Non ci si deve lasciar ingannare da promesse di soldi facili. E se c’è il sospetto di essere coinvolti in questa truffa, bisogna interrompere subito i trasferimenti di denaro ed avvisare la propria banca e le forze dell’ordine”.

Lo schema della truffa prevede un contatto iniziale in cui viene proposto l’affare: trasferire del denaro utilizzando il proprio conto corrente in cambio di un profitto. Può avvenire, ad esempio, facendo un lavoro da casa, che non richiede un impegno gravoso, competenze ed esperienza. Per svolgerlo viene richiesta la disponibilità di operare trasferimenti di denaro. I money mules offrono così la propria identità per l’apertura di nuovi conti correnti o mettono a disposizione il proprio, su cui viene versato il denaro che poi dovranno trasferire ai criminali, che in cambio pagano una provvigione. Soldi facili e sicuri, un’operazione che anche altri hanno già fatto senza problemi: così viene descritto il lavoro da svolgere, per convincere la vittima. Di fronte ad annunci di lavoro che non prevedono competenze particolari o esperienza, che descrivono in maniera generica il compito da svolgere e, soprattutto, che richiedono l’utilizzo del proprio conto corrente o l’apertura di uno nuovo a proprio nome per effettuare transazioni di denaro è necessario fare molta attenzione. Bisogna diffidare dalle promesse di soldi facili e, se si cade in trappola, è fondamentale denunciare. L’associazione Codici fornisce aiuto alle vittime di truffe come quella del Money Mules. È possibile richiedere assistenza telefonando al numero 065571996, inviando un messaggio WhatsApp al numero 3757793480 oppure scrivendo all’indirizzo e-mail segreteria.sportello@codici.org.




Azioni collettive, richiesta di incontro al Ministro Nordio: serve un intervento sulle spese legali per tutelare i diritti dei cittadini

ROMA – Le Associazioni dei Consumatori Adiconsum, Adusbef, Assoutenti, Casa del Consumatore, Codici, ConfConsumatori, CTCU, Movimento Consumatori e Udicon hanno richiesto un incontro al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per discutere dell’orientamento allarmante della magistratura nei confronti delle azioni collettive.

“Stiamo osservando – scrivono in una nota congiunta le Associazioni dei Consumatori – un preoccupante orientamento giurisprudenziale in vari Tribunali d’Italia che di fatto tende a scoraggiare, se non proprio impedire, il ricorso alle azioni di classe da parte delle Associazioni. Ultimo episodio che si cita è la recente decisione del Tribunale delle Imprese di Roma che ha riguardato l’azione inibitoria collettiva promossa da 104 cittadini contro la costruzione del Ponte sullo Stretto. Pur non entrando nel merito dell’iniziativa legale in questione, desideriamo porre l’accento sul significato e sule conseguenze della condanna alle spese legali disposta per i ricorrenti, che ammontano a circa 240.000 euro. È evidente la funzione punitiva e irragionevole di tale decisione. Ma la vicenda del Tribunale di Roma non è un caso isolato, anzi è la regola applicata dai Tribunali. In particolare, ci preme segnalare la disparità di trattamento che si crea nel calcolo delle spese legali: in caso di rigetto si applica il principio del ‘disputatum’ e in caso di soccombenza il principio del ‘decisum’, violando così il principio generale di proporzionalità ed adeguatezza, soprattutto in considerazione della funzione economica-sociale delle azioni collettive, previste dall’Ordinamento europeo e nazionale in funzione di regolazione del mercato. Se effettivamente si vuole riconoscere questo ruolo regolatore del mercato alle Associazioni dei Consumatori, si deve prevedere una norma che stabilisca in caso di soccombenza che il consumatore e le Associazioni rappresentative possono essere condannati al rimborso delle spese a favore del resistente nel solo caso di mala fede o colpa grave. Quindi le Associazioni, per svolgere una funzione riconosciuta dalla legge ed elevata a principio regolatore comunitario, sono continuamente esposte ad un rischio di soccombenza eccessivo. Tale disparità non può essere casuale, ma è evidentemente frutto di un indirizzo consapevole che ha come effetto quello di disincentivare dall’uso delle azioni collettive. Questa situazione rappresenta una ingiustificata interferenza negli indirizzi comunitari della tutela del consumatore e solleva serie preoccupazioni circa l’effettiva tutela collettiva prevista dall’ordinamento”.

Per queste ragioni le Associazioni dei Consumatori Adiconsum, Adusbef, Assoutenti, Casa del Consumatore, Codici, ConfConsumatori, CTCU, Movimento Consumatori e Udicon hanno deciso di richiedere un incontro al Ministro Nordio per discutere dei correttivi da inserire nella disciplina delle azioni collettive che tenda a riportare a giustizia il tema delle spese legali.




Codici: con il Bonus Elettrodomestici un incentivo verde per i consumatori

ROMA – Buone notizie per i consumatori, ed anche per la transizione green, dalla Legge di Bilancio 2025. Come annunciato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, è stato istituito il Bonus Elettrodomestici. Si tratta di un incentivo dedicato all’acquisto di grandi elettrodomestici di elevata efficienza energetica, prodotti in Europa, con la sostituzione contestuale di apparecchi meno performanti. L’obiettivo è duplice: da una parte si punta a sostenere lo sviluppo industriale, dall’altra a promuovere la transizione green, incentivando l’efficienza energetica domestica e uno smaltimento corretto degli apparecchi sostituti, importante anche in ottica riciclo.

Il Bonus Elettrodomestici è valido per l’anno 2025. Una riformulazione alla manovra economica ha previsto un fondo con una dotazione iniziale di 50 milioni di euro, istituito presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il contributo sarà concesso fino al 30% del costo di acquisto, per un massimo di 100 euro per elettrodomestico, elevato a 200 euro per le famiglie con un ISEE inferiore a 25.000 euro. Ogni nucleo familiare potrà richiedere l’incentivo per un solo elettrodomestico.

Un decreto del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, definirà nelle prossime settimane i criteri e le modalità di erogazione del contributo. Il consiglio che l’associazione Codici rivolge ai consumatori è quello di seguire gli aggiornamenti sul Bonus Elettrodomestici per conoscere le procedure e le tempistiche per richiedere l’incentivo.




Codici: corsa ai saldi, attenzione agli ostacoli e alle fregature

ROMA – Si preannuncia un altro fine settimana di traffico intenso nei pressi dei centri commerciali e nelle strade dello shopping cittadino. L’inizio dei saldi ha registrato lunghe code e una corsa all’acquisto che probabilmente continuerà nel week-end alle porte. Tra chi cerca l’affare e chi insegue lo sconto del prodotto inserito da tempo nella lista dei desideri, sono tanti i consumatori pronti a mettere mano al portafogli. Dall’associazione Codici arrivano alcuni consigli ed un invito alla calma per evitare le fregature o, peggio ancora, di ritrovarsi improvvisamente in difficoltà.

“È bene prepararsi all’acquisto – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e ricordare quali sono i propri diritti così da non farsi trovare impreparati nel caso dovessero sorgere delle difficoltà. Questo vale per gli acquisti nei negozi fisici e ancora di più per quelli online, dove non c’è il contatto diretto con il venditore e far valere le proprie ragioni può risultare complicato. Il nostro consiglio, quindi, è quello di fare acquisti usando la testa, senza lasciarsi ingannare da offerte che a volte possono nascondere delle fregature. Per non parlare poi delle truffe, come nel caso di siti di e-commerce che poi si scopre essere inesistenti, con la merce acquistata che non verrà mai consegnata”.

La prima accortezza che suggerisce l’associazione Codici è quella di fissare un budget per gli acquisti. Questo è importante per gestire al meglio le proprie risorse ed evitare di ritrovarsi in difficoltà, soprattutto quando si scelgono forme come il buy now, pay later. È un tipo di finanziamento a breve termine molto reclamizzato, perché pubblicizzato come semplice da sottoscrivere e vantaggioso. Il problema è che a volte non viene illustrata in maniera chiara la presenza nel contratto di commissioni che scattano, ad esempio, in caso di ritardo nei pagamenti. È così che ci si ritrova improvvisamente in affanno, soprattutto se si sono attivati più finanziamenti di questo tipo, e rispettare le scadenze delle rate diventa complicato, con tutti i rischi che ne conseguono a livello di sovraindebitamento.

Restando in tema di budget, un altro accorgimento utile è quello di confrontare i prezzi prima di procedere all’acquisto. Questo vale sia per i siti di e-commerce che per i negozi fisici. Riguardo questi ultimi, è bene controllare che i prezzi siano esposti in maniera chiara sui cartellini, che devono riportare oltre alla percentuale dello sconto anche il prezzo nuovo e quello vecchio. Altra operazione da compiere prima di procedere all’acquisto è quella di informarsi sui tempi per l’eventuale cambio, ricordando che in caso di prodotto difettoso la riparazione o la sostituzione è obbligatoria.

Questi alcuni consigli utili che l’associazione Codici fornisce ai consumatori per comprare in sicurezza ed evitare le truffe. In caso di problemi con l’acquisto, sia in negozio che online, è possibile richiedere aiuto telefonando al numero 065571996 o scrivendo all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org.




Codici: per le feste di Natale una ricetta contro gli sprechi alimentari

ROMA – Il Natale è il momento della condivisione, dell’abbondanza e del convivio, ma è anche l’occasione per riflettere su un tema cruciale: lo spreco alimentare. Sono numerose le iniziative intraprese dall’associazione Codici per sensibilizzare i consumatori su questa problematica, che raggiunge numeri allarmanti.

In Italia durante le festività natalizie si stima che vengano buttate via circa 500mila tonnellate di cibo. Numeri alla mano, ogni italiano getta nella spazzatura mediamente oltre mezzo chilo (566,3 grammi) di cibo a settimana. Sono dati che stridono con gli appelli alla sostenibilità ed al rispetto delle risorse che arrivano da più parti, ma su cui si può incidere adottando buone pratiche, comportandosi da consumatori consapevoli.

Negli ultimi anni si sono moltiplicate le iniziative per non disperdere i prodotti alimentari scartati dalla catena di produzione e consumo pur essendo ancora commestibili e potenzialmente destinabili al consumo umano. Qualcosa si può fare anche durante le feste di Natale. Ecco alcuni consigli pratici: acquistare con criterio evitando così di comprare più prodotti del necessario, controllare le date di scadenza, privilegiare prodotti locali e di stagione, usare la creatività in cucina in modo da riutilizzare e non buttare eventuali avanzi. È bene, inoltre, adottare delle tecniche di conservazione per evitare sempre gli sprechi, ad esempio congelando correttamente gli avanzi, utilizzando contenitori ermetici, etichettando con data e contenuto. In tutto questo non bisogna dimenticare un aspetto molto importante: la solidarietà. È possibile aiutare chi è in difficoltà donando cibo a mense sociali, utilizzando app per la redistribuzione alimentare, coinvolgendo associazioni benefiche locali.

Ridurre lo spreco significa promuovere una cultura del rispetto, diminuire l’impatto ambientale, risparmiare risorse economiche e contribuire nel proprio piccolo alla lotta contro la fame nel mondo. La sostenibilità ambientale può essere un regalo speciale per questo Natale. Ogni piccolo gesto conta.