Bassano Romano, il 20 novembre la presentazione del libro “Il paese che uccide le donne”

BASSANO ROMANO ( Viterbo) – Riceviamo dall’Associazione Bassano Partecipa e pubblichiamo: “È un romanzo storico, “Il Paese che uccide le donne”, un libro che, attraverso personaggi di fantasia, racconta col piglio del reportage il Messico contemporaneo, un Paese in cui è difficile per quasi tutti vivere, ma per una donna lo è ancora di più.

Il libro, del giornalista Rai Giuseppe Carrisi, sarà presentato a Bassano Romano sabato prossimo, 20 novembre, in occasione della ormai prossima Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, per iniziativa dell’associazione “Bassano Partecipa”, che, dopo essersi fatta promotrice della installazione di una “panchina rossa”, in largo Donatori di Sangue, intende continuare a richiamare l’attenzione di tutti sulla violenza nei confronti delle donne e sui femminicidi per mano maschile, di cui si occupa la cronaca ormai quotidianamente, spesso in un clima di rassegnata accettazione.

Il libro sarà presentato nella cornice suggestiva della Chiesa di Santa Maria ai Monti, grazie al patrocinio dell’Universita’ Agraria, e vedrà la partecipazione, oltre che dell’autore, anche dell’attore Raffaello Fusaro, che leggerà brani scelti. 

La partecipazione è libera, nel rispetto delle normative anti Covid”.




“Foliage e letteratura alla Faggeta di Bassano Romano”

BASSANO ROMANO ( Viterbo) – Riceviamo dall’Associazione Bassano Partecipa e pubblichiamo: “Autunno, cadono le foglie. Prima, però, cambiano colore, dando vita a uno spettacolo naturale conosciuto come “foliage”.

Uno spettacolo incredibile, che si nutre della variazione delle foglie che da verdi diventano gialle, arancioni, rosse e infine marroni, creando una meravigliosa tavolozza di tonalità cangianti. 

Il foliage, ovvero l’evento naturale che, tra ottobre e novembre, è possibile ammirare nei boschi grazie all’escursione termica tra la notte e il giorno, ormai da anni, è diventata una vera e propria esperienza di natura.

Il prossimo sabato, 13 novembre, questa esperienza sarà proposta anche a Bassano Romano, per iniziativa dell’associazione  “Bassano Partecipa” che, nella prima mattinata, ha dato appuntamento presso la “Macchia” per una camminata, che raggiungerà il suo culmine all’interno della Faggeta, dove la possibilità di osservare lo spettacolo naturale del Foliage si assocerà’ alla maestosità degli alberi e alle performance di Raffaello Fusaro, eclettico attore, regista, scenografo, che leggerà alcune delle pagine più importanti della letteratura italiana dedicata all’autunno.

Un percorso variegato che, dalla contemporaneità dei nuovi pensatori green attraversera’ i secoli, in estratti, lampi, versi dedicati all’autunno, alla forza degli alberi, all’importanza della natura da proteggere, oggi più che mai.

Dunque, tutti alla Faggeta di Bassano Romano, “armati” di cellulari e macchine fotografiche per vivere emozioni e suggestioni, proprie di questa stagione, e per promuovere la conoscenza di questo autentico patrimonio naturale”.




“Esercitiamo ogni giorno l’arte dello sguardo”, Franco Arminio incontra la comunità di Bassano Romano

di MARINA CIANFARINI –

BASSANO ROMANO ( Viterbo) – Franco Arminio, paesologo campano, si mostra a Bassano Romano e la sua presenza s’espande ai presenti.

Egli si china ai loro sguardi, li accoglie e li identifica.
Salva l’anima dei paesi, inspirando la linfa di chi li abita. Li attraversa quasi quotidianamente, su e giù per l’Italia, si nutre di desolazione e di occhiolini di sacro, si stende su una panchina e respira il mutare della brezza.
“Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, gente che sa fare il pane, che ama gli alberi e riconosce il vento”. È l’incipit di un suo testo, il manifesto di versi che tornano in superficie e sfuggono all’abisso della noncuranza. Una poesia, quella di Arminio, che non strizza l’occhio ad un pubblico di nicchia, ma diviene fluido per quanti hanno il desiderio di accoglierla e comprenderla.
Un pomeriggio profondo, quello odierno, fiorito nelle ore in cui l’estate sveste gli abiti per consentire il ritorno dell’autunno, nella cornice naturale di Santa Maria dei Monti di fianco alla chiesa aperta per l’occasione. Ad accoglierlo l’alito di vita tra le fronde e una luce in lieve decrescita, sul viale del tramonto. L’evento è a cura dell’associazione “Bassano Partecipa”.
Il poeta e paesologo campano, originario di Bisaccia, in Campania, parla ai generosi, porta la poesia nelle piazze, assaporando il gusto di vederle gremite, come in un miracolo.
Realizza degli happening che, sulla scorta della tradizione avanguaristica novecentesca, si caratterizzano per l’improvvisazione e la partecipazione del pubblico. Arminio si pone con sincera eleganza di fronte alle folla, scruta negli occhi e lascia che la luce emerga.
Il guardare è un verbo all’infinito che Erminio spiega: “Nessuno ci insegna a farlo. Bisognerebbe esercitare, ogni giorno, l’arte dello sguardo. Si tratta di un gesto totalmente gratuito e prezioso. Impariamo a guardare il paese, partendo da terra, una terra pura, sollevando, poi, la vista ed adottando una mobilità.
Quest’inverno, rimasto fermo per mesi, ho guardato il mio paese. L’esercizio dello guardo mi ha fatto compagnia.
Il mondo esterno è una farmacia e la nostra fortuna. Quando siamo a casa e l’umore si aggroviglia, abbiamo una sola cura: uscire, partorire un turismo della clemenza.
Diffidiamo, quindi, dello scoraggiatore militante, colui che ha costruito un’egemonia culturale, imparando a sminuire il perimetro e il fulcro del paese. All’eroe della comunità pozzanghera opponiamo quello della comunità ruscello ove il borgo scorre, intrecciando chi abita il luogo e chi si immerge nel visitarlo”.
Franco Arminio ricama partecipazione. Chiede ai presenti le città e i luoghi di provenienza, scoprendo che alcune origini valicano la Regione e i confini italiani. Lascia che sia nuovamente la poesia a parlare in simbiosi con il dialetto, affinchè non ne vada perduta alcuna sfumatura.
Emergono istanti di riso e brulicante felicità.
Si passa ai canti ed Arminio cita una frase di Sant’Agostino: “Chi canta prega due volte”
Un tempo, quello attuale, che ha bisogno di note, preghiera e poesia.
“Una volta si stava bene o male tutti insieme – racconta -, oggi si sta bene o male ognuno a casa propria. Forse abbiamo perso tanto.
Quando si canta sale un filo di letizia. Dobbiamo trovare ogni giorno qualcosa che faccia alzare l’asticella della gioia e viverci come produttori di felicità.
Immettiamo nel corpo sociale dettagli che istighino all’armonia: un complimento, una parola dolce. Fare una cosa nuova e una cosa antica nella cadenza di ciascuna alba”.
L’evento danza e il tempo volta. Trascorre un’ora, poi l’altra senza che il pubblico mostri segni di stanchezza. Il sole inizia a calare.
Vengono percorsi i versi di altre poesie abbracciando il tema dell’amore materno, la fragilità degli anziani, la profondità degli amori e il viscerale sentimento per un figlio.

“Ti voglio dedicare una poesia
adesso che sono vivo
e posso vederti, posso abbracciarti.
Tu non mi fai recintare la luce,
non mi fai dire cose già concluse.
A volte mi chiedo
che amicizia sarebbe la nostra
se tu non fossi mio figlio.
ti scrivo per dirti
che il mio amore per te è scandaloso
e voglio che sia chiaro a tutti,
voglio che sia detto senza reticenza:
il mio amore per te
non è l’amore di chi ha paura della solitudine
non è il patto tra due che vogliono ferirsi.
Tu puoi andare e restare
leggere, suonare, credere a chi vuoi.
Io ti dono questo mio stare sparso
e conficcato dentro uno spavento
che non passa.
Averti vicino è un soffio di bene,
è qualcosa di più
della paura che abbiamo in ogni cuore.
Come fai ad essere così forte
tu che sei figlio di un tremore?”

Arminio conclude rimarcando l’importanza del presente ed invita a compiere gesti semplici: “Domani create parentesi di armonia. Andate a trovare vostra madre, soccorrete un malato. Camminate e guardate gli occhi chi incontrerete. Lanciamoci in un proposito e facciamolo nostro.
Non ci sarà qualcuno che farà bello il mondo per noi, dobbiamo fare spazio dentro di noi al mondo e sistemarlo. Questo ci rende estremamente potenti. Nutriamo, inoltre, la fierezza di abitare questi luoghi”.




La poesia di Franco Arminio a Bassano Romano

di Redazione –

BASSANO ROMANO ( Viterbo) – Il poeta e paesologo Franco Arminio, originario di Bisaccia, arriverà a Bassano Romano nel pomeriggio di martedì 21 settembre 2021, alle ore 17.
L’evento adornerà la cornice di Santa Maria dei Monti, luogo in cui la voce del paese si esprime attraverso le sentite corde vocali della natura.
Il terreno, fertile spugna di storie e ricordi, sarà anch’esso elemento di partecipazione insieme al coro della brezza tra le fronde degli alberi e all’alito della bella stagione che, in quelle ore, lascerà ciclicamente il posto all’autunno.
“I paesi per prima cosa bisogna guardarli, andare a trovarli con un moto di passione. Attraversarli e guardarli”, scrive Arminio in una delle sue amate poesie.
Franco li attraversa i paesi, giorno e notte, da nord a sud, celebrando l’Italia più umile e nascosta, tra racconti ed emozioni.
Un impegno, il suo, volto a restituire ai borghi spesso lontani dai riflettori un’identità, attraverso il dialogo con un pubblico appassionato ed attento.

L’iniziativa è organizzata dall’associazione “Bassano Partecipa”.
Per questioni organizzative, è consigliabile confermare la propria presenza al seguente indirizzo mail: bassanopartecipa@gmail.com




Bassano Romano, storie, testimonianze, emozioni all’insegna de “La dolce vita” e di Federico Fellini

BASSANO ROMANO ( Viterbo) – Riceviamo dall’Associazione Bassano Partecipa e pubblichiamo: “È stato un fine settimana intenso. Ricco di emozioni, testimonianze, ricordi, nel segno di Federico Fellini nel centro della Bassa Tuscia. 

Grazie alla iniziativa dell’associazione “Bassano Partecipa”, che ha ricevuto il patrocinio del Comitato nazionale per il centenario della nascita del grande regista, e l’autorizzazione della Direzione regionale dei musei del Lazio che ha concesso l’utilizzo del Salone dei Cesari del Palazzo Giustiniani, per due giorni il centro storico del paese ha rivissuto le atmosfere e le suggestioni di quando quei luoghi vennero utilizzati per girare parte delle riprese de La Dolce Vita, nel 1960. 

Un’atmosfera che si è snodata nelle vie del cuore antico di Bassano, con la passeggiata racconto, condotta da Antonello Ricci, nei luoghi del set felliniano. 

I ricordi biografici su Marcello Mastroianni, su Anita Ekberg, su Nino Rota, si sono intrecciati con le testimonianze dirette di bassanesi che ricordavano piccoli e dettagliati episodi di quei giorni, sullo sfondo di un’Italia che cambiava, dove anche la provincia e i borghi, con i loro ritmi, lasciavano il campo alle trasformazioni indotte dalla società dei consumi. 

E poi le presentazioni di libri: il sabato, “Fellini inedito” di Jonathan Giustini, sul ritrovamento dell’archivio fotografico utilizzato da Fellini ne Le notti di Cabiria, e, la domenica, “Una donna rimasta sconosciuta”, sull’intreccio tra la figura femminile nell’universo felliniano e alcuni episodi storici locali, da cui trae ispirazione il libro. Specie la presentazione di questo ultimo libro è stato anche l’ occasione, grazie a preziose testimonianze, di riprendere ancora una volta il tema della lotta contro la violenza sulle donne. 

La due giorni felliniana è stata, insomma, una grande occasione, attraverso la quale Bassano e il suo centro storico hanno mostrato il loro volto migliore, tra echi antichi, vociare diffuso e profumi di cucinato. 

Un viaggio onirico tra cinema e storia, tra realtà e finzione, tra identità e nostalgia, che ha suscitato grandi apprezzamenti tra i molti “forestieri” presenti.

Unico neo, l’assenza del Comune, pur invitato, in ogni sua forma, segno evidente di una sottovalutazione colpevole non tanto della nostra iniziativa quanto della possibilità di utilizzare il sessantesimo anniversario delle riprese de La Dolce Vita a Bassano come veicolo promozionale per il nostro territorio. 

A questo riguardo, ci piacerebbe che il Comune si facesse promotore dell’opposizione di una cartellonistica adeguata, in grado di ricordare che, nel 1960, a Bassano di Sutri, tra la piazza, il Palazzo e la Casina di Caccia, si girarono le riprese di uno dei capolavori del cinema mondiale”.

 




“La dolce vita” a Bassano Romano, con Antonello Ricci omaggio a Federico Fellini

di MARINA CIANFARINI –

BASSANO ROMANO ( Viterbo) – Sono passati sessanta anni da quando i luoghi del centro storico di Bassano furono scelti da Federico Fellini per il set de “La dolce vita”, il capolavoro del regista romagnolo girato, in parte, a Bassano di Sutri, tra la piazza, il palazzo Giustiniani Odescalchi e la casina di caccia all’interno del parco.
Uno snodo tra testimonianze ed echi che risuonano nel borgo incastonato tra i laghi di Bracciano e Vico, raccontati dal narratore di comunità Antonello Ricci, questa mattina, nell’ambito di un’iniziativa voluta dall’associazione “Bassano Partecipa”.
Un nutrito gruppo ha partecipato alla passeggiata-racconto dedicata al regista nato 100 anni fa, Federico Fellini. Un centenario soffocato dal Covid. Ma non completamente. Le mascherine hanno velato il viso, ma non il desiderio di partecipazione e coesione complice il tiepido sole d’ottobre.
Partenza della passeggiata da piazza Umberto I (il set dell’arrivo a Bassano di Sutri, ne “La dolce vita”), breve visita al palazzo, poi Maria Giustiniani, per arrivare alla Pujarella (cuore del centro storico) e infine al borgo san Filippo.
Ad affiancare Antonello Ricci lungo il flusso di racconti, l’amico e collega di piazza Alessandro Tozzi che ha donato al pubblico alcune proverbiali “figurine”: brevi icastici omaggi a Ekberg, Mastroianni, Flaiano, Nino Rota nonché al mito di via Veneto. Ampio spazio concesso ai fulminanti aforismi di Flaiano, lucido-disincantato controcanto alle patinature della dolce vita romana anni ’50.

“Dove vai?”
“A Bassano di Sutri, in un castello del mio fidanzato…”
“Perché non mi ci porti?”
“Che paese è questo? Che paese è, scusi?”
“Bassano di Sutri…”

Così Marcello Rubini, protagonista del capolavoro felliniano “La dolce vita”, nel momento in cui giunse nella terra etrusca di Bassano, in un paese di pietra e tradizioni, borgo sinuoso adagiato nel cuore della Tuscia. La scena-capolavoro che restituisce lo stupefacente livello visionario raggiunto dal Fellini regista di sogni-e-invisibile.
“Una simbiosi di strada Cassia e nastri ondulati – racconta Antonello Ricci -, che Marcello Mastroianni percorse sulla linea del grande romanzo popolare. Storia che parte da via Veneto, interamente ricostruita in studio, suggello di una Roma che stava cambiando in una metamorfosi graduale ma che, sul set, doveva restare fedele a quella città straordinaria del “Marchese del Grillo”.
Ed ecco il ritorno all’aria di provincia. Viterbo e i paesi che ne incorniciavano le mura avevano finito per ricordare a Fellini, a un tempo, la perduta Rimini della sua infanzia e giovinezza, ma anche la perduta Roma ove gli era capitato di sbarcare fresco dei suoi vent’anni. Il paese che Pier Paolo Pasolini, in un suo celebre passo, definì “meraviglioso”, perché “la vita era come la si era conosciuta da bambini. Con quelle apparenze dotate del dono dell’eternità”. Il Fellini regista di sogni e dell’invisibile. Il legame reale-trascendente per il paessaggio.
Ad accogliere Mastroianni nella villa Giustiniani-Odescalchi ci sono i grandi busti in facciata che sembrano fare da custodi al palazzo, automi marmorei e magmatici della memoria. Il palazzo e tutta la villa si trasformavano allora in un teatro di posa, luogo perfetto per il film visto il suo fascino decadente.
A ricordare quei momenti, vividi nella memoria, gli uomini e le donne di ieri che fanno dell’oggi il campo degli anedotti e dei ricordi in salvo. Vi è Licia Benedetti e l’appellativo che voci andate attribuivano ad Anita Ekberg, la “Canipaccia” per chi, a pochi respiri dal Palazzo, la vedeva giungere, a riprese terminate.
“Gratiano ‘o barbiere” e la sua bottega di fatiche e memorie, ora luogo a riposo. L’arrivo di Marcello Mastroianni e il rituale della barba al prezzo di 500 lire, in un’aura di poesia che ancora risuona di fianco al palazzo.
Il sipario del passeggiata-racconto scende al borgo San Filippo, teatrale museo a cielo aperto, ove Antonello Ricci pone un punto alle sue parole. Non finale. Il capoverso successivo è in corso di scrittura, il passato ne è l’inchiostro.

Domenica 11 ottobre sarà la compagnia Favl di Viterbo a rappresentare presso la Casa delle culture lo spettacolo teatrale “La città degli acrobati”, che ripercorrerà le atmosfere circensi, proprie del simbolismo felliniano, con riferimento specifico al film “La strada”.
La giornata si concluderà con la presentazione del libro “Una donna rimasta sconosciuta”; il volume, curato da Raimondo Raimondi, sarà oggetto di una discussione su linguaggio e violenza di genere, che a fianco del curatore vedrà la partecipazione di Matteo Franceschini, storico dell’arte.
Un calendario di qualità dedicato a Federico Fellini e al suo rapporto con Bassano Romano e con la Tuscia, reso possibile anche grazie ai patrocini della Fondazione Fellini, dell’Auser Tuscia, della Cooperativa Agatos, della Compagnia Teatro amatoriale Favl.




Antonello Ricci aprirà “Una Bassano da Dolce Vita. Omaggio a Federico Fellini”

BASSANO ROMANO (Viterbo) – Sarà Antonello Ricci, scrittore e narratore viterbese, ad inaugurare, sabato prossimo, la due giorni dedicata al grande regista romagnolo, promossa da “Bassano Partecipa” nel prossimo fine settimana. 

Ricci, già protagonista, questa estate, di un importante evento a Viterbo sul rapporto tra Fellini e il capoluogo, animerà una passeggiata racconto nei luoghi bassanesi del set de La dolce vita, il capolavoro felliniano, girato, in parte, a Bassano di Sutri, tra la piazza, il Palazzo Giustiniani Odescalchi e la Casina di Caccia, all’interno del Parco. 

Sono passati sessanta anni da quando i luoghi del Centro storico  di Bassano furono scelti da Federico Fellini per il suo film e, ancora oggi, tra gli abitanti risuonano gli echi di quelle atmosfere magiche. 

C’è chi ricorda il litigio tra Fellini e la Masina e chi è stato testimone di quando Mastroianni andò a radersi in una barberia del paese. 

Con Antonello Ricci, partiremo da piazza Umberto I (il set dell’arrivo a Bassano di Sutri, ne “La dolce vita”), visiteremo il Palazzo, percorreremo via Maria Giustiniani, arriveremo alla Pujarella (il cuore del Centro storico) ed infine saremo al Borgo San Filippo.

Nel pomeriggio di sabato 10, alla Casa delle Culture, sarà la volta di Jonathan Giustini e del suo libro “Fellini inedito”, sul ritrovamento di sessanta fotografie, che caratterizzarono “Le notti di Cabiria”, altro capolavoro felliniano. 

Con Giustini, colloquieranno Don Gerardo Di Paolo, Rettore del Santuario del Divino Amore a Roma (dove le foto sono state ritrovate) e don Fabrizio Centofanti, scrittore ed intellettuale. 

Il giorno successivo, domenica 11, sarà la Compagnia Favl di Viterbo (una compagnia di grande esperienza nazionale) ad rappresentare “La città degli acrobati”, uno spettacolo teatrale, presso la Casa delle Culture, che ripercorrerà le atmosfere circensi, proprie del simbolismo felliniano, con un riferimento specifico al film La Strada. 

La giornata si concluderà con la presentazione del libro “Una donna rimasta sconosciuta”, un volume, che ripropone un episodio legato al bombardamento della città  di Viterbo e la successiva discriminazione perfino nella toponomastica della presenza femminile; il volume, curato da Raimondo Raimondi, sarà oggetto di una discussione su linguaggio e violenza di genere, che vedra’ del curatore e di Matteo Franceschini, storico dell’arte.

Insomma, un programma di grande qualità dedicato a Federico Fellini e al suo rapporto con Bassano e con la Tuscia, reso possibile anche grazie ai patrocini della Fondazione Fellini, dell’Auser Tuscia, della Cooperativa Agatos, della Compagnia Teatro amatoriale Favl.




Bassano Romano, la sera dell’equinozio di autunno ad osservare la luna 

BASSANO ROMANO ( Viterbo) – Riceviamo dall’Associazione Bassano Partecipa e pubblichiamo: “Sarà la luna, le sue leggende, i suoi miti, al centro della serata astronomica, organizzata dall’Associazione “Bassano Partecipa” per il prossimo martedì 22 settembre a Bassano Romano. 

Un equinozio di autunno, all’insegna della Luna, con il suo carico di simbolismi e di significati.

La Luna, il nostro unico satellite naturale, ha da sempre affascinato gli abitanti della Terra diventando la protagonista di tanti miti e leggende, oltre che di modi di dire. Oggi, tuttavia, la Luna è forse uno dei corpi celesti che celano meno segreti, grazie alle molte ricerche fatte dagli astronomi e ai viaggi spaziali che hanno consentito agli uomini di atterrare direttamente sul nostro satellite, per ora unico corpo celeste diverso dalla Terra sui cui l’uomo ha messo piede.

Nel Quarto di Valle Quaranta (di proprietà dell’Università’ Agraria), a Bassano Romano, a partire dal tardo pomeriggio, sarà possibile ascoltare i racconti della dottoressa Simona Gentili e poi, a seguire, si potranno effettuare le osservazioni lunari, con l’astrofisico Emanuele Moscarelli e il suo telescopio. 

Insomma, un’altra serata all’insegna della scoperta dei nostri luoghi e della conoscenza, antropologica e astronomica, dopo quella, molto partecipata, del 10 agosto, quando molti cittadini parteciparono, nel piazzale antistante la Chiesetta di Santa Maria dei Monti, alle osservazioni della Via Lattea di Giove e di Saturno (che sarà possibile osservare anche nella serata del 22 settembre).

La serata si svolgerà nel pieno rispetto delle normative anti Covid. 

In caso di maltempo, l’eventuale rinvio sarà comunicato attraverso la nostra pagina Facebook”.




Bassano Romano, una “panchina rossa” contro la violenza di genere

BASSANO ROMANO ( Viterbo) – Riceviamo dall’Associazione “Bassano Partecipa” e pubblichiamo: “Nonostante le tante, troppe, difficoltà burocratiche incontrate, nel pomeriggio di venerdì 4 settembre, l’associazione “Bassano Partecipa” ha installato una “panchina rossa”, in largo Donatori di Sangue, come segno tangibile e concreto della necessaria lotta contro la violenza di genere. “È stato un pomeriggio pieno di emozioni. Abbiamo voluto ostinatamente installare questa panchina, per lanciare un monito costante e permanente contro ogni forma di violenza sulle donne. Quella esplicita e quella psicologica, quella che si annida nei ruoli e negli stereotipi, appresi fin da bambini, e, quella che si nasconde, soprattutto, nel linguaggio e nei significato delle parole. Quella che si copre di vergogna e di sensi di colpa, che finiscono per considerare impossibile il denunciare. “Sono stati i testi di Paola Cortellesi e di Stefano Bartezzaghi ad accompagnare il pomeriggio, contrassegnato da letture e da un flash mob, con la posa della panchina e da innumerevoli scarpe rosse, disseminate alla rinfusa nell’area antistante, a ricordo e memoria delle tante donne (l’ultima è notizia di questa mattina) che hanno pagato con la vita o con le botte l’incontro con un “amore tossico”. Per quanto ci riguarda, l’impegno contro la violenza di genere proseguirà con altre iniziative, in vista della Giornata internazionale contro la violenza del prossimo 25 novembre. Per noi, che associamo la parola “amore” a “libertà”, quella panchina e quella scarpe rosse, gettate per terra e oltraggiate, significano MAI PIÙ. Perché l’amore non uccide”.




Bassano Romano, una panchina rossa contro la violenza sulle donne

BASSANO ROMANO ( Viterbo) – Riceviamo dall’associazione “Bassano Partecipa” e pubblichiamo: “Si svolgerà il prossimo 4 settembre, anche a Bassano Romano, una manifestazione per l’installazione di una “panchina rossa”, come simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. “Vogliamo donare questa panchina al paese, perché non passa giorno che la cronaca nazionale non ci proponga episodi, palesi e occulti, di violenza contro le donne. Non solo violenza fisica (che è quella che fa più notizia e appare sui giornali), ma anche tutte le forme sottili e subdole di soprusi silenziosi che spesso le donne finiscono per subire. Episodi che si manifestano nelle grandi città e nei piccoli centri, dove, spesso, maggiore è il senso di solitudine e di isolamento, che attanaglia le donne vittime di violenze. A subire lo stigma sociale devono essere i violenti, non certamente le vittime. Ogni comunità è chiamata ad una battaglia di civiltà contro le violenze sulle donne, un reato gravissimo, ignobile e vigliacco, che spesso finisce con lo sfociare in femminicidio”. “Questa panchina, che il prossimo 4 settembre collocheremo in largo Donatori di Sangue, vuole rappresentare un simbolo ed un segno visivo molto forte per contrastare la violenza che viene perpetrata contro le donne e insieme una assunzione di responsabilità è di consapevolezza dell’intera comunità bassanese”. La manifestazione di installazione della panchina rossa si svolgerà nel pieno rispetto delle normative anticovid, a partire dal distanziamento fisico“.




Bassano Partecipa: “Il Parco di palazzo Giustiniani ridotto ad un accumulo di rovi e di sterpaglie”

BASSANO ROMANO ( Viterbo) – Riceviamo dall’associazione “Bassano Partecipa” e pubblichiamo: “Da principio, fu l’intuizione seicentesca di Vincenzo Giustiniani che volle la realizzazione di questo enorme polmone verde di 23 ettari, nel cuore di Bassano, a ridosso dell’omonimo Palazzo, collegato ad esso da un ponte levatoio e da un giardino all’italiana di grande bellezza. Il Parco era disegnato con viali, piazzette, statue e arredi in pietra e ospitava uno splendido patrimonio arboreo, fatto di lecci, castagni, cipressi, abeti, pecci, alberi da frutto. Negli anni, il Parco e la Casina di Caccia (la Rocca, per i bassanesi) hanno seguito le alterne vicende del Palazzo, passando da un processo progressivo di abbandono e di spoliazione, favorito anche dalla gestione privata, alle speranze di rilancio, anche in chiave turistica, legate alla presa in carico da parte del Ministero dei Beni Culturali, all’inizio degli anni duemila, che, dopo decenni di chiusura al pubblico, ha permesso lavori parziali di restauro (sia sul Palazzo che sulla Rocca) ed ha consentito aperture settimanali e visite guidate, sotto la gestione del Polo museale del Lazio, che hanno permesso di poter ammirare gli splendidi affreschi del Domenichino, dell’Albani, del Tempesta. È in questo contesto, di parziale, lenta, ma costante riappropriazione del bene da parte della collettività (significativa la manifestazione dei Mercatini del ‘600, che ogni anno vi si svolge nel mese di luglio) che appare del tutto incomprensibile quanto avviene, invece, alle spalle del Palazzo, nel Parco, dove i rovi, le sterpaglie, le ortiche, gli alberi caduti, l’incuria la fanno da padroni, sfigurandovi viali, coprendo quel che resta delle statue, soffocando essenze arboree plurisecolari, ostruendo il passaggio verso la Rocca, sempre più cinta d’assedio dalle erbacce e da una vegetazione fittissima. Insomma, un luogo, che è stato fiore all’occhiello per l’architettura dei giardini e per generazioni di bassanesi, luogo scelto da attori e registi per film di grande importanza, oggi versa in una condizione di totale degrado ed abbandono. Una condizione, particolarmente grave, in questa stagione calda, quando gli incendi boschivi sono all’ordine del giorno ed in quella ormai prossima, quando le piogge, sempre più copiose, possono causare frane ed ulteriori smottamenti della cinta muraria. Il nostro vuole essere un grido di allarme. Un urlo. Si è fatto un gran parlare dei 9 milioni di euro che il Ministero delle attività culturali avrebbe stanziato per Villa Giustiniani. Ma come si concilia questo stanziamento con lo stato in cui versa attualmente il Parco della Villa Giustiniani e la stessa Rocca? Come stanno insieme questo cospicuo finanziamento e il fatto che, in questo momento, è la stessa sicurezza del Parco ad essere messa in discussione? Come è possibile che, ad un anno dalla denuncia e dalla diffida del Polo museale del Lazio (ora Direzione regionale dei Musei del Lazio) verso il Comune di Bassano Romano, per “inquinamento ambientale”, nulla sia stato fatto per impedire che i liquami fognari continuino ad essere sversati in un fosso all’interno della Villa stessa? Come è possibile che, a più di un anno dal crollo di una parte del muro perimetrale della Villa (via della Stazione e Santa Maria dei Monti), nulla sia stato fatto per ripristinare quei tratti di mura? Ministero per i Beni Culturali (per il mezzo della Direzione regionale dei Musei del Lazio) e Comune di Bassano Romano, ognuno per la sua parte, si diano una mossa per tutelare un patrimonio dal valore inestimabile, che rischia di essere compromesso. Non è accettabile, per Bassano, per il suo futuro e per la cultura italiana, che quel patrimonio vada in malora per responsabilità di tutti coloro che fanno finta di non sapere e di non vedere“.




A Bassano Romano nasce “Bassano Partecipa”, un nuovo spazio associativo

BASSANO ROMANO ( Viterbo) – Riceviamo da “Bassano Partecipa” e pubblichiamo: “Inizialmente, era solo una pagina Facebook di denuncia, poi (prima del lockdown) un soggetto di promozione culturale (soprattutto, con la presentazione di libri e con la campagna per la riapertura della biblioteca comunale, chiusa da oltre cinque anni), adesso il salto di qualità: Bassano Partecipa diventa una associazione, vera e propria. Con Statuto, atto costituivo, organismi e..soprattutto, tanta voglia di lavorare per cambiare Bassano. Entro il mese di agosto, la nuova associazione regalerà al paese una “panchina rossa”, da collocare in un’area importante, a simboleggiare la necessità di un impegno civile più deciso contro la violenza maschile sul corpo delle donne. Ma Bassano Partecipa nasce, soprattutto, con l’obiettivo di ricucire un tessuto comunitario locale, che oggi appare sfrangiato e senza identità. È anche per questo motivo che l’associazione, accanto ad iniziative di carattere culturale (a breve, saranno organizzate nuove presentazioni di libri), si sta attrezzando, a partire dal centro storico, per promuovere appuntamenti ed eventi che abbiano l’ambizione di attraversare la storia della comunità locale (si sta collaborando alla costruzione di un grosso evento in autunno su Federico Fellini, nel centenario dalla nascita, e sul suo incontro con Bassano, in occasione delle riprese della Dolce Vita). E poi un lavoro su progetti, che siano capaci di mettere al centro, sia una visione innovativa e sostenibile del paese (Bassano Partecipa è fortemente impegnato contro la cementificazione del territorio e per una svolta ambientale vera), sia la costruzione di nuovi servizi alla persona (dai laboratori tematici per bambini, alla lotta alla dispersione scolastica, fino alle consulenze legali sulle pratiche sociali e di lavoro), sia la costruzione di campagne che mettano al centro il tema della vivibilità del paese, della sua valorizzazione e della sua promozione.
Un altro terreno di intervento (quello originario) sarà quello della denuncia e promozione di pratiche di partecipazione e di cittadinanza attiva, spesso in contrapposizione con una politica locale che tende, invece, ad escludere e a considerare con fastidio critiche e proposte. Noi, al contrario, pensiamo che Bassano potrà davvero crescere soltanto quando il suo tessuto sociale inizierà a praticare diritti e partecipazione, senza delegare, pretendendo che qualità della vita, offerta culturale, servizi alla persona, sostenibilità ambientale, produzione di reddito possano essere l’orizzonte entro cui collocare Bassano nei prossimi dieci anni“.




Giornata della Memoria, Bassano Partecipa organizza la presentazione del libro “Il marchio dei diversi. Quattro storie per non dimenticare la lezione di Auschwitz”, di Emilio Drudi

BASSANO ROMANO ( Viterbo) – Riceviamo da Bassano Partecipa e pubblichiamo: “Si svolgerà a Bassano Romano (presso la pasticceria “L’Eclair”), il prossimo venerdì 24 gennaio, la presentazione del libro “Il marchio dei diversi. Quattro storie per non dimenticare la lezione di Auschwitz”, di Emilio Drudi, giornalista, già responsabile delle edizioni regionali de “Il Messaggero”, che ha già pubblicato diversi libri sulla persecuzione antisemita e sulla Shoah. L’iniziativa bassanese si colloca nell’ambito della Giornata della Memoria 2020, che quest’anno ricopre un significato particolare sia per la ricorrenza del Settantacinquesimo anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz – Birkenau, sia perché in tutto l’Occidente torna a diffondersi pericolosamente il virus del razzismo, del nazionalismo e dell’antisemitismo. In questo contesto, la rete civica “Bassano Partecipa”, con questa ed altre iniziative, vuole sottolineare l’importanza della memoria, intesa non come il semplice esercizio del ricordo, ma come cosciente e chiara assunzione di responsabilità che spinga a capire come e perché alcuni fatti siano potuti accadere, in quali ambiti siano maturati e quali siano stati i meccanismi che hanno portato a vedere il nemico, in milioni di uomini e donne indifesi, colpevoli solo perché ebrei. Solo cosi, facendo i conti davvero con il passato si possono creare gli anticorpi per dare consistenza a quel “mai più” che tutti invochiamo quando parliamo della Shoah, specie oggi che in Europa tornano le profanazioni dei cimiteri ebraici e si assaltano le sinagoghe. Bassano Partecipa, dopo aver proposto al Consiglio comunale una propria mozione per la concessione della cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre e dopo aver organizzato la presentazione del libro di Drudi per la Giornata della Memoria, proseguirà le proprie iniziative il prossimo 7 febbraio con un dibattito sull’occupazione nazifascista del Regno di Jugoslavia e sulle foibe. In un Europa dove tornano ad agitarsi i fantasmi del nazionalismo, conoscere la storia del Novecento, costruire consapevolezza e coscienza critica è il modo migliore per difendere la democrazia“.