Beni culturali, Rotelli (FdI): “Dal MIC quasi 4 milioni di euro per la Tuscia”

VITERBO – “Accolgo con grande soddisfazione l’adozione, da parte del ministero della Cultura, del Piano triennale per i lavori pubblici 2025-2027 per oltre 178 milioni di euro, di cui 3.883.810 per la Tuscia”. Lo dichiara il deputato di Fratelli d’Italia, Mauro Rotelli, presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera dei deputati. “La misura rappresenta un sostegno concreto alle realtà locali, che costituiscono la vera e propria ossatura della filiera culturale italiana”, spiega l’onorevole Rotelli. “Esprimo particolare apprezzamento per gli stanziamenti destinati alla città di Viterbo, per un importo totale di 2.224.340; e alla Tuscia, per complessivi 1.659.470”. Per Viterbo, in particolare, le risorse saranno così ripartite: 68.897,79 per l’eliminazione della barriere architettoniche nella sede dell’Archivio di Stato; 145mila euro per il completamento dei lavori di restauro e consolidamento del tempietto di Santa Maria della Peste; 130mila euro per il restauro dei dipinti murali della chiesa di San Lazzaro (cimitero); 1.580.443,32 euro per il restauro dei dipinti murali e stucchi delle cappelle della chiesa di Santa Maria delle Fortezze; 300mila euro per il recupero, la conservazione e la fruizione della tomba degli Arptha a Ferento. Per quanto riguarda la provincia, i fondi saranno così distribuiti: 200mila euro per la manutenzione ordinaria e straordinaria del verde a Tarquinia (necropoli di Monterozzi) e Civita; Bolsena (Poggio Moscini, Porta Capite e Gran Carro); Tuscania (necropoli di Madonna dell’Olivo); Orte (area archeologica di Seripola); ed altre aree demaniali ricadenti nella provincia di Viterbo e appartenenti alla Soprintendenza. Ulteriori 9.400 euro sono destinati alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti di depurazione delle acque nei territori di Viterbo, Tuscania, Bolsena e Capena; mentre per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti elettrici e sicurezza, il contributo ammonta a 131.200 mila euro per i Comuni di Viterbo, Bolsena, Civitella D’Agliano, Oriolo Romano, Tarquinia, Capena, Cerveteri e Santa Marinella. Agli stessi comuni, ulteriori 49.200mila euro per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti termo-idraulici e condizionamento siti esterni della Soprintendenza. Contributi per 25.800 euro per intervento urgente di messa in sicurezza di alcune coperture per il palazzo Orsini si Bomarzo; e altrettanti per la messa in sicurezza degli affreschi presenti nella chiesa di Santa Maria intus civitatem, ad Ischia di Castro. Al palazzo ex Pio Legato di Vejano vanno 121.540 euro per il completamento, il restauro e l’allestimento del centro visita (intervento complementare al Pnrr); 100mila euro per la messa in sicurezza e il restauro delle Mura castellane di Tuscania; 372.330 euro per il restauro del pavimento cosmatesco del Duomo di Civita Castellana; 400mila euro per l’adeguamento impiantistico, adeguamento per fruizione per disabili, realizzazione punto informativo, rilievo 3D, realtà aumentata, restauro e scavo archeologico subacqueo, messa in sicurezza dell’area archeologica del Gran Carro, a Bolsena; 150mila euro per interventi di messa in sicurezza relitto in località Le Murelle, a Montalto Di Castro; 100mila euro per la manutenzione ordinaria e l’adeguamento impiantistico dell’anfiteatro romano di Sutri. “Ringrazio il ministro Alessandro Giuli per l’attenzione dimostrata, ancora una volta, nei confronti del nostro territorio”, conclude Rotelli.




Il Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia: nuove opportunità di sviluppo turistico-culturali

CERVETERI ( Roma) – Il Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia è stato istituito nel 2021, ma entra in funzione soltanto adesso – nel 2022 – per attendere l’esito della selezione internazionale con la quale è stata individuata la figura del direttore. Il Parco è uno dei nuovi istituti del Ministero della Cultura dotati di autonomia speciale, di rilevante interesse nazionale, che adesso – a seguito della riforma Franceschini e dei successivi interventi legislativi – ammontano a circa quaranta in tutto il territorio nazionale. 

«Alla Necropoli Etrusca della Banditaccia di Cerveteri, abbiamo presentato il frutto del lavoro svolto negli ultimi sette anni, che ha portato alla realizzazione, alla mappatura e alla valorizzazione della rete sentieristica nel cuore del nostro sito Unesco, all’interno dell’area archeologica più estesa del bacino del Mediterraneo Quattro percorsi tematici, adatti a famiglie ed escursionisti, per una piena immersione nel mondo degli Etruschi, in cui godere appieno delle bellezze archeologiche e naturalistiche dei Monti Ceriti, a un passo dal centro urbano della nostra città. 

Grazie a un lungo e attento lavoro, per il quale è doveroso un ringraziamento all’Assessore alla Promozione e Sviluppo Sostenibile del Territorio Lorenzo Croci, che ha saputo creare un raccordo importante tra la Soprintendenza archeologica e le realtà di volontariato del territorio – oggi questi percorsi sono stati resi pienamente fruibili. Grazie alle mappe digitali e alle tracce GPS, scaricabili su qualsiasi smartphone, sarà possibile fruire dei percorsi in piena sicurezza. Le mappe dei sentieri sono pubblicate sul sito istituzionale del Comune di Cerveteri e su Outdoor Active, piattaforma internazionale tra le più utilizzate al mondo dagli amanti delle attività all’aria aperta». A dichiararlo è Alessio Pascucci, Sindaco di Cerveteri.

«Con il neo Direttore del Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia Vincenzo Bellelli, ufficialmente insediatosi il primo di marzo, si è subito instaurato un ottimo e proficuo rapporto», ha proseguito il Sindaco Pascucci. «La fruizione dei sentieri etruschi ha una valenza straordinaria per il nostro territorio, non solo da un punto di vista turistico, ma soprattutto perché ha segnato un importante cambio di passo nella concezione della tutela e del rispetto del patrimonio archeologico e artistico della città. Un impegno attivo, continuo e incessante di cittadini e associazioni che volontariamente hanno unito le forze per il territorio e per la tutela delle proprie radici culturali. Una forte contrapposizione con quanto purtroppo avvenuto in passato con il triste fenomeno degli scavi clandestini. Come Amministrazione siamo a completa disposizione del Direttore Bellelli e di tutte quelle realtà che vogliano mettersi a disposizione per la tutela e la valorizzazione del Sito Unesco della Banditaccia e del nostro patrimonio artistico e archeologico».

«Il Parco comprenderà le aree archeologiche della Banditaccia (Cerveteri) e dei Montarozzi (Tarquinia), già inserite dall’Unesco nel 2004 nella prestigiosa lista del patrimonio mondiale dell’Umanità; a queste si aggiungono due musei territoriali molto noti agli studiosi della civiltà etrusca e agli appassionati di archeologia, il Museo Archeologico Nazionale Cerite e il Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia», spiega il Direttore Bellelli, «entrambi ospitati in contenitori architettonici di pregio come la Rocca Medievale di Cerveteri e Palazzo Vitelleschi a Tarquinia, gioiello dell’architettura laziale del Quattrocento».

«Uno dei risvolti più interessanti del decreto istitutivo del Ministero e dell’iniziativa virtuosa della Direzione Generale Musei a seguito della quale sta nascendo il Parco è che vengono uniti i destini di due siti archeologici molto peculiari ed estremamente rappresentativi , in maniera diversa, della civiltà etrusca, l’uno – Cerveteri – caratterizzato da una architettura funeraria di tipo ipogeo/rupestre, che evoca l’architettura domestica delle città e delle case scomparse degli Etruschi, l’altro – Tarquinia –  caratterizzata di una straordinaria serie di tombe dipinte che rispecchiano, contemporaneamente, la vita quotidiana e le credenze escatologiche degli Etruschi», prosegue il Direttore Bellelli. 

«Assai diversi sono anche i paesaggi naturali in cui sono immerse le due aree archeologiche: a Cerveteri abbiamo una compenetrazione straordinaria fra elemento naturale e paesaggio costruito, marcata in senso monumentale dalla presenza dei tumuli, a Tarquinia predominano invece gli spazi aperti, nei quali sono inframezzate, come gioielli sepolti, le tombe dipinte. Per questi motivi i due siti sono, di fatto, diversi ma complementari e offrono al visitatore un’opportunità unica di penetrare, attraverso le testimonianze archeologiche, nella visione del mondo degli Etruschi. 

I ricchissimi complessi archeologici custoditi nei due musei territoriali completano un itinerario di visita unico nel suo genere, che configura il più importante polo archeologico al mondo per quanto riguarda la civiltà etrusca. La creazione del Parco rappresenta pertanto una straordinaria opportunità di sviluppo culturale ed economico non solo per le due comunità cittadine che hanno la fortuna di ospitarlo, ma anche per tutta la cosiddetta Maremma laziale. Per l’unicità dei tesori che comprende, il Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia, come ha riconosciuto già l’Unesco per le necropoli della Banditaccia e dei Monterozzi, è da considerare patrimonio di tutti e serbatoio di valori universali».

Allievo del grande etruscologo Mauro Cristofani, Vincenzo Bellelli è archeologo classico specializzato in etruscologia, con una vasta esperienza professionale maturata nel campo della ricerca, della didattica universitaria e della valorizzazione.  




Distretto tecnologico per le nuove tecnologie applicate ai beni culturali, Unitus ottiene finanziamento

VITERBO – Ammonta a più di duecentomila euro il finanziamento ottenuto dall’Università della Tuscia nell’ambito del programma DTC – Distretto Tecnologico per le nuove tecnologie applicate ai Beni ed alle Attività Culturali, bandito da Lazio Innova della Regione Lazio, per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie e applicazioni per la valorizzazione del patrimonio culturale. L’obiettivo comune è quello di promuovere la cultura migliorando i livelli di conoscenza, conservazione e fruizione dei beni culturali attraverso l’ausilio di strumenti e contenuti digitali, realtà virtuale, applicazioni dedicate per un turismo sempre più consapevole e sostenibile. I cinque progetti finanziati, superate le due fasi previste, quella iniziale della formulazione e quella della realizzazione, sono stati proposti da alcuni docenti dei Dipartimenti DISUCOM – Scienze Umanistiche della comunicazione e del turismo, DIBAF – Innovazione nei sistemi biologici agroalimentari e forestali, DEIM – Ingegneria, economia, società e impresa e DISTU – Studi filosofico-letterari storico-filosofici e giuridici, in collaborazione con altri atenei italiani ed importanti enti e istituti di ricerca. Nei due progetti presentati dal DIBAF, l’università riveste il ruolo di coordinatore tecnico scientifico, nei restanti tre, quello di partner. Le progettazioni presentate si rivolgono a vari aspetti dei beni culturali, sotto una multipla prospettiva. Per la promozione e la conoscenza del territorio è stato elaborato, sotto la guida di Francesco Maria Donini docente di Linguaggi e tecnologie per il web e Paola Vocca docente di Informatica, afferenti al DISUCOM, un gioco interattivo per i vari devices che, con l’ausilio della geolocalizzazione tramite gps, collega un sistema di immagini ai luoghi simbolo del territorio per migliorare l’esperienza del turista attraverso un percorso guidato. Un altro aspetto legato al patrimonio culturale si concentra invece sugli effetti dannosi dei cambiamenti climatici sui siti archeologici. Il progetto di Stefano De Angeli docente di Archeologia classica del DIBAF, ha l’obiettivo di monitorare e prevenire le minacce attraverso lo sviluppo di una mappa di rischio. Il tema del restauro è protagonista di due progettazioni presentate. La prima, a cura di Manuela Romagnoli docente di Tecnologia del legno e utilizzazioni forestali del DIBAF, si prefigge di costruire una filiera del restauro del legno basata sull’impiego di bio-nanotecnologie per il restauro e de-restauro di manufatti lignei storico-artistici, contemporanei e archeologici, anche subacquei. La seconda, inserita all’interno del Piano Nazionale Impresa 4.0., elaborata da Claudia Pelosi docente di Diagnostica dei beni culturali del DEIM, prevede il restauro di due importanti beni architettonici della città di Viterbo, con l’ausilio di nanotecnologie, con la possibilità di fruire dei due siti, anche da remoto. Il digitale e la realtà aumentata supportano l’ultima proposta progettuale, coordinata da Salvatore De Vincenzo, docente DISTU di Archeologia classica, incentrata sulla valorizzazione dell’area archeologica di Volsinii e dell’intero comprensorio di Bolsena, grazie ad un software elaborato per garantire un sistema di illuminazione autosufficiente che consentirà la visita dei siti anche in notturna. Tutte le proposte sono orientate all’impiego di soluzioni tecnologiche per innovare e migliorare le condizioni del turismo rendendo sempre più vicino ed accessibile il patrimonio culturale ai cittadini. La conservazione, valorizzazione e promozione dei Beni culturali rappresentano opportunità concrete per il lavoro e per lo sviluppo di ogni territorio, a vantaggio dell’intera comunità.

 




Cooperativa Sociale ZOE, un innovativo approccio ai Beni Culturali

VITERBO – Il progetto “Castro: una citta, tante storie”: da Farnese ai Farnese, grazie all’iniziativa di una Cooperativa che opera da oltre vent’anni integrando gli ambiti Sociale e Culturale.

La straordinaria opportunità offerta dall’Avviso pubblico “L’Impresa fa Cultura” di Regione Lazio, cofinanziata dall’Agenzia per lo Sviluppo Territoriale del Ministero per il Sud, nel quadro del Fondo Europeo per lo Sviluppo regionale, è stata colta, in provincia di Viterbo, anche da ZOE Cooperativa Sociale, che ha presentato un progetto estremamente avanzato e complesso di Gestione e Valorizzazione Innovativa di Siti archeologici e storici diffusi sul territorio, e dei Beni Culturali di un Museo Locale, legati alla riscoperta e valorizzazione dei resti di Castro, la capitale di un effimero Ducato dei Farnese, rasa al suolo appena un secolo dopo la sua nascita.

Zoe ha sede a Farnese, e da questo piccolo centro della Tuscia, che ha il nome della grande Famiglia che nel Rinascimento ebbe notevole importanza per la storia d’Italia e d’Europa, dell’Arte e della Chiesa di Roma, opera in ambito interregionale, in due diversi settori: sociale, socio-assistenziale e socio-sanitario, rivolti in particolare a minori, persone fragili, anziani, disabili, e culturale, fornendo servizi di Informazione Turistica, Promozione, Biglietteria, Accoglienza, Guida e Didattica, Bookshop, Organizzazione Mostre ed Eventi, nelle provincie di Grosseto, con il Parco Archeologico delle Città del Tufo, i Musei Civici di Massa Marittima, la Pinacoteca e il Magma di Follonica, e di Chieti, con il Palazzo d’Avalos di Vasto.

Secondo Claudia Pietrini, presidente della ZOE, “L’aspetto più importante dell’attività della Cooperativa, che si avvale di oltre cento collaboratori, tra i quali Educatori, Psicologi, Sociologi, Logopedisti, Operatori Socio Sanitari, Assistenti Domiciliari, Archeologi, Storici dell’Arte, Operatori Museali, è l’impegno a sviluppare le due aree, Sociale e Culturale, ricercandone costantemente la massima integrazione: credo fermamente che le attività sociali e socio assistenziali e sanitarie raggiungono i risultati più efficaci se si svolgono nell’ambito di attività individuali e collettive di tipo culturale: a dimostrazione di questa missione aziendale, la decisione di coinvolgere nella realizzazione del Progetto su Castro, oltre a diverse professionalità interne alla Cooperativa, anche gli ospiti di una Casa famiglia che la ZOE gestisce da diversi anni a Viterbo, nonché gli educatori e due interpreti LIS.

In quest’ottica, ZOE ha dato vita a un Gruppo di Progetto composto da diversi Professionisti e Aziende che, operando nei campi più diversi: Informatica, Telematica, Videofotografia, Intelligenza Artificiale, Grafica 3D, Realtà Virtuale, Modellistica, ecc., coordinati da Adamantic Startup S.r.l., ha realizzato “Un progetto futuristico ancora unico nel suo genere – come commenta Pierpaolo Foderà CEO Adamantic – che dimostra a pieno come alcune delle opportunità offerte da un uso orientato delle nuove tecnologie, possano rilanciare e migliorare l’esperienza di fruizione di patrimoni, territori, peculiarità a volte nascoste o poco raggiungibili, dando soprattutto un accesso democratico anche a chi abbia dovuto finora rinunciare per limiti fisici e permettendo l’accesso alla cultura e all’arte in modo veramente interattivo, educativo e divertente”.  




Regione Lazio, Zingaretti: “Investiamo ulteriori 2,75 mln di euro per la ricerca sulle tecnologie per i beni culturali del Lazio”

ROMA- Sono arrivati a 36 i progetti di ricerca sullo sviluppo sperimentale di tecnologie per la valorizzazione del patrimonio culturale del Lazio finanziati dalla Regione Lazio. È stato infatti pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio (Burl) uno scorrimento di graduatoria che permette, grazie allo stanziamento di ulteriori 2,75 milioni di euro, di far passare da 13 a 36 il numero dei progetti di ricerca finanziati nel quadro del Centro di Eccellenza del Distretto Tecnologico delle Attività Culturali (Dtc).
“Investiamo altri 2,75 milioni di euro per sostenere la ricerca finalizzata a valorizzare il nostro enorme e preziosissimo patrimonio culturale – ha dichiarato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – questo perché crediamo molto nell’attività del Centro di Eccellenza del Distretto Tecnologico delle Attività Culturali del Lazio, che promuove l’innovazione tecnologica in questo settore e che è la più grande azione a livello europeo in questo ambito.”
“Raddoppiamo lo stanziamento previsto inizialmente e con gli attuali 5,4 milioni di euro arriviamo a finanziare 36 progetti di ricerca nell’ambito del Centro di Eccellenza del Dtc – ha dichiarato l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Università, Ricerca, Start-Up e Innovazione, Paolo Orneli – un segno concreto della nostra determinazione a promuovere in ogni campo il trasferimento tecnologico, un elemento fondamentale del nuovo modello di sviluppo che abbiamo in mente, e a valorizzare la partnership tra le organizzazioni di ricerca e le imprese”.
I Progetti, della durata di 18 mesi, possono contare su un contributo massimo di 200.000 euro, prevedono la partecipazione di almeno 4 ricercatori del Centro di Eccellenza (dipendenti di almeno 2 dei partner fondatori) in collaborazione con almeno uno dei seguenti soggetti esterni: le imprese del Lazio, gli organismi di ricerca che non sono partner del CE e i proprietari o gestori degli Istituti o Luoghi della Cultura ubicati nel Lazio. Gli ambiti tematici dei Progetti hanno riguardato, da un lato la conoscenza, diagnostica, conservazione e restauro, dall’altro la fruizione e gestione del patrimonio.

Alle attività del Centro di eccellenza del Dtc, l’aggregazione di strutture di ricerca e laboratori che costituisce il “cervello” del Dtc, hanno dato vita le 5 università statali del Lazio (Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre, Tuscia e Cassino), il Cnr, l’Infn e l’Enea. Il CE-Dtc rappresenta una infrastruttura di ricerca con oltre 200 laboratori e istituti e che coinvolge oltre un migliaio di ricercatori e tecnici, che ne fanno la più grande in Europa.
Nell’ambito del Centro di Eccellenza, la Regione – oltre a finanziare attività quali l’Anagrafe delle Competenze (beni culturali, competenze di ricerca, progetti, imprese), l’Osservatorio territoriale, oltre 75 Progetti per il capitale umano (master, corsi di alta formazione, corsi di apprendimento permanente da parte di associazioni imprenditoriali, training camp, contamination lab, summer school) – ha previsto azioni di sostegno a Progetti di Ricerca riguardanti lo Sviluppo Sperimentale per la valorizzazione dei beni e delle attività culturali della regione Lazio e promettenti nel produrre impatti economici rilevanti per le Imprese, come quelli che adesso possono accedere al finanziamento.




A Viterbo una scuola di alta formazione per i beni culturali

VITERBO – Una scuola di alta formazione sulla diagnostica non invasiva per i beni culturali rivolta a studenti e lavoratori del settore che vogliono diventare esperti delle più innovative tecniche scientifiche non invasive per lo studio e la conservazione dei beni culturali facendo esperienza sul campo. Sono aperte le iscrizioni per partecipare al Training Camp 2021, corso formativo a cadenza annuale, della durata di 6 giorni, che per questa edizione si intitola “Dalla diagnostica alla fruizione museale: le opere del museo del colle del duomo di Viterbo”. La scadenza per la presentazione delle domande è il 15 luglio 2021.
La scuola, che si terrà dal 7 al 13 novembre 2021, presso il Museo del Colle del Duomo di Viterbo (VT), è organizzata da INFN-CHNet (Laboratori Nazionali di Frascati e Firenze), dall’Università della Tuscia, e dalla la società ARCHEOARES srl, è finanziata dalla Regione Lazio nell’ambito del Distretto Tecnologico Beni e Attività Culturali (DTC-Lazio).

Come si svolge
Il Training Camp è un corso formativo della durata di sei giorni, articolato in didattica frontale e esercitazioni pratiche, con lo scopo di approfondire il ruolo delle indagini diagnostiche per risolvere questioni legate alla conoscenza dei materiali, ai fenomeni di degrado, all’autenticazione delle opere e al monitoraggio dell’intervento conservativo.
Il corso è rivolto agli studenti dei corsi di laurea, laureati o liberi professionisti provenienti dal settore della conservazione, restauro e fruizione dei beni culturali per un massimo di 20 partecipanti.

Tecniche diagnostiche utilizzate – Imaging Multispettrale (HMI) a cura di Università degli Studi della Tuscia Spettroscopia Raman, a cura del Centro Ricerche ENEA di Frascati Spettroscopia infrarossa in trasformata di Fourier (FT-IR) a cura di Istituto Nazionale di Fisica Nucleare-Laboratori Nazionali di Frascati Mapping di fluorescenza dei raggi X (XRF) a cura di Istituto Nazionale di Fisica Nucleare-Sezione CHNet di Firenze

Per maggiori info: http://dafne-light.lnf.infn.it/traingn-camp-2021-call-for-application/




Le Giornate Europee dell’Archeologia al Parco archeologico del Colosseo – Edizione 2021

ROMA –

Il Parco archeologico del Colosseo partecipa anche quest’anno alle Giornate Europee dell’Archeologia (#JEArcheo), istituite dall’Institut national de recherches archéologiques préventives (INRAP) in Francia e dal 2019 estese all’Europa.

Il 18, 19 e 20 giugno il PArCo organizza delle attività speciali che permetteranno, nell’ottica dell’accessibilità, di approfondire le collezioni archeologiche e il patrimonio culturale custodito. Tutte la attività sono incluse nel biglietto di accesso al PArCo ed è necessaria la prenotazione all’indirizzo pa-colosseo.didattica@beniculturali.it

In programma venerdì 18 alle ore 10.30 l’apertura straordinaria dello scavo in corso sulla Vigna Barberini al Palatino, dove è stata rinvenuta una complessa struttura di età neroniana in cui va forse riconosciuta la cd. cenatio rotunda della Domus Aurea. A lungo identificata con la ‘sala ottagona’ del padiglione di Colle Oppio, più di recente la sala rotante ricordata da Svetonio è stata riconosciuta ipoteticamente nella possente struttura in opera laterizia indagata sul Palatino. Nella visita sarà possibile conoscere la storia di questo settore del Palatino e i risultati delle più recenti indagini archeologiche, toccando con mano il metodo di indagine stratigrafico.

Venerdì alle ore 16.30, sabato e domenica alle ore 10.30 le visite tattili del Museo Palatino e del Foro Romano sono rivolte a persone con disabilità visiva, e loro accompagnatori, e persone normovedenti, senza limiti di età. Il carattere inclusivo delle attività permetterà ai partecipanti di approfondire l’archeologia attraverso una selezione di reperti significativi e di arricchire l’esperienza sensoriale di fruizione dei reperti e delle opere d’arte attraverso la sperimentazione della tattilità.

Nel Museo Palatino l’attività didattica sarà supportata dall’utilizzo della guida tattile Museo Palatino. Accarezzare la storia di Roma. La lettura tattile dei reperti originali e l’esplorazione delle schede a rilievo della guida permetteranno di approfondire il tema del mestiere dell’archeologo, attraverso una reale interazione tra i partecipanti, sia dal punto di vista tattile che del racconto verbale.

La visita guidata tattile al Foro Romano è un percorso inedito per toccare con mano il paesaggio del Foro. Mediante un approccio tattile e integrato dei sensi, la visita si concentrerà sulle evidenze archeologiche dell’area e sui momenti più significativi del Foro Romano, oltre alla lettura di brani storico-letterari che aiuteranno a percepire la vita di quest’area centrale della città antica. Dopo l’esplorazione in situ dei monumenti, nella Curia Iulia sarà possibile godere degli eccezionali Plutei traianei, ritrovando quindi i monumenti esplorati nel Foro rappresentati in un documento storico-artistico di eccezionale valore che restituisce in un rilievo storico il paesaggio del Foro Romano.

Ai bambini dai 6 ai 12 anni sono invece dedicate le cacce al tesoro alla scoperta del patrimonio del PArCo che permetteranno di conoscere, attraverso il gioco, la storia della nascita della città, la leggenda di Romolo e Remo e della lupa, la flora e la fauna del luogo, esplorando le pendici del Palatino.

Venerdì 18 giugno, ore 10.30, visita dello scavo della Vigna Barberini; appuntamento: Vigna Barberini. Durata dell’attività: 1 ora ca. Per partecipare alla visita è richiesto di indossare scarpe da ginnastica.

Venerdì 18 giugno, ore 16.30 e sabato 19 giugno, ore 10.30 visita tattile del Museo Palatino; appuntamento: presso l’Arco di Tito. Durata delle attività: 2 ore ca.

Domenica 20 giugno, ore 10.30, visita tattile del Foro Romano; appuntamento: Tempio del Divo Giulio nel Foro Romano. Durata dell’attività: 2 ore ca.

Sabato 19 e domenica 20 giugno, ore 16.45, cacce al tesoro per bambini alle pendici del Palatino; appuntamento: Foro Romano, presso la Basilica Giulia, inizio del percorso lungo le pendici del Palatino. Durata: 90 minuti ca.

Tutte le attività sono incluse nel biglietto di accesso al PArCo: per acquistare il biglietto d’ingresso al PArCo visitate la pagina dedicata del sito; i posti sono limitati, per partecipare alle attività è obbligatoria la prenotazione via mail all’indirizzo: pa-colosseo.didattica@beniculturali.it

Si ricorda l’obbligo di utilizzo durante le attività dei dispositivi di protezione individuale, dei guanti per le visite tattili, delle mascherine e del mantenimento della distanza di sicurezza.




Nuove tecnologie per la valorizzazione dei beni culturali, all’Unitus partono i corsi

VITERBO – Il Dipartimento DEIM (di Economia e Impresa) dell’Università degli Studi della Tuscia e l’UER Academy dell’Università degli Studi Europea con il contributo del Distretto Tecnologico Beni e Attività Culturali (DTC) del Lazio hanno lanciato un innovativo programma di apprendimento permanente di livello universitario sulle nuove tecnologie per la valorizzazione dei beni culturali. Il programma prevede corsi brevi della durata di 8 ore e del costo di 400 euro ciascuno, fruibili in diretta streaming e on demand, che possono essere seguiti indipendentemente l’uno dalla altro, così da costruire un percorso formativo personalizzato. Ci saranno 2 cicli, il primo inizia il 21 maggio prossimo. Chiunque si può iscrivere, non ci sono restrizioni. I temi trattati, da docenti universitari ed esperti riconosciuti nei diversi settori, riguardano l’applicazione delle nuove tecnologie digitali e non, alla progettazione di interventi per la valorizzazione dei beni culturali, la tutela e la fruizione sostenibile, la comunicazione e la promozione, le partnership sul territorio. In particolare : realtà aumentata e tecnologie visuali interattive, big data e social media mining, intelligenza artificiale applicata ai beni culturali, comunicazione multicanale, biotecnologie microbiche per biorestauro, diagnostica innovativa, olografia interattiva, didattica interattiva, progettazione di interventi per la valorizzazione dei beni culturali, la tutela e la fruizione sostenibile, la comunicazione e la promozione, le partnership sul territorio.  Al link: http://www.unitus.it/it/dipartimento/deim/corsi-di-apprendimento-permanente-/articolo/corsi-di-apprendimento-permanente ci sono tutte le schede dei laboratori con i nomi dei docenti.

Per chi da tanti anni è impegnato nel settore questa è l’occasione per costruire la propria roadmap di utilizzo delle nuove tecnologie disponibili, ma è anche il modo migliore per i giovani che si avvicinano ora al mondo dei beni culturali per partire con il piede giusto a “disegnare” un modo nuovo di avvicinare il pubblico alla cultura: proprio come da decenni si fa nel design che riesce a coniugare funzionalità e nuove tecnologie con la creazione di un significato che rende unica e piacevole l’esperienza di utilizzo di un bene o di un servizio.

Vengono riconosciute le seguenti condizioni economiche di miglior favore nei seguenti casi:

– sconto del 40% sul prezzo di ciascun laboratorio per tutti gli iscritti fino al compimento del 30° anno di età

– sconto del 40% sul prezzo di ciascun laboratorio in caso di iscrizione contemporanea a un numero di laboratori da 5 a 10 – condizione applicabile anche nel caso di imprese e pubbliche amministrazioni che iscrivano contemporaneamente più dipendenti (es. iscrizione di un dipendente a 2 laboratori e di un altro dipendente a 3 laboratori)

– sconto del 20% sul prezzo di ciascun laboratorio in caso di iscrizione contemporanea a un numero di laboratori da 2 a 4 – condizione applicabile anche nel caso di imprese e pubbliche amministrazioni che iscrivano contemporaneamente più dipendenti (es. iscrizione di un dipendente a 1 laboratorio e di un altro dipendente a 2 laboratori).

Per info e programma di dettaglio:

http://www.unitus.it/it/dipartimento/deim/corsi-di-apprendimento-permanente-/articolo/corsi-di-apprendimento-permanente-

https://www.universitaeuropeadiroma.it/academy/nuove-tecnologie-per-la-valorizzazione-dei-beni-culturali/




Buone novelle per la Chiesa di Santa Chiara

ACQUAPENDENTE(Viterbo)-Nella mattinata aquesiana consacrata all’Immacolata Concezione arrivano buone novelle per la Chiesa di Santa Chiara “tutta un unicum” con il Monastero delle suore di clausura. Dopo cinque anni (era la notte tra 30 ed il 31 Maggio 2016) dalla scossa di terremoto che colpì l’alto viterbese danneggiando la medesima Chiesa, il Dottor Leonardo Nardella del Ministero per i Beni di Attività Culturali e per il Turismo della Regione Lazio comunica che è terminato l’iter burocratico per l’assegnazione dei lavori di rifacimento delle coperture, consolidamento volte, restauro lesioni della muratura (totale progetto € 229.237.20). Si passerà ora al più presto alla fase più importante: quella collegata alla realizzazione dei lavori