Tuscia, Associazioni e Biodistretti: “Bene il fermo no di D’Amato, Bianchi e Rocca al deposito di scorie radioattive”

TARQUINIA ( Viterbo) – Riceviamo e pubblichiamo: “Riprendiamo alcune affermazioni contenute nelle lettere che i candidati presidenti Alessio D’Amato, Nicoletta Bianchi e Francesco Rocca in merito all’ipotesi di un deposito di scorie radioattive nella Tuscia. Sono dichiarazioni importanti e impegnative. Emerge, infatti, una inequivocabile contrarietà al deposito nucleare nel Viterbese.  Ci interessa sottolineare due aspetti positivi di questo pronunciamento.  Da una parte le argomentazioni che sono quelle che da sempre sostengono i Biodistretti e i Comitati e le Associazioni: ovvero la irriducibile contraddizione fra il sistema Tuscia, fatto di agricoltura, di bellezze naturali, di storia, di turismo, di qualità ecologica della stessa produzione manifatturiera e un deposito di 100 mila metri cubi di scorie radioattive, un insediamento industriale che verrebbe a occupare più di 150 ettari stravolgendo completamente una vasta area.

Il territorio indicato in base ad un’indagine cartolare, fondata su documenti vecchi e non aderenti alla realtà e niente affatto messa in discussione durante in seminario che ha visto protagoniste le ragioni oggettive avanzate da Biodistretti, Comitati e Associazioni. Dall’altro la convergenza e l’unità delle forze fondamentali che competono alle prossime elezioni regionali. È questo un dato che conforta molto, perché dovrebbe essere evidente a tutti che due condizioni sono essenziali per tenere lontano dal nostro territorio le scorie radioattive: l’unità nelle istituzioni e delle istituzioni al di là dei confini che dividono governo e opposizione e il protagonismo e la mobilitazione dei cittadini della Tuscia. Passate le elezioni regionali, in un’assise generale, Comitati, Biodistretti, Associazioni e soggetti decideranno le iniziative che dovranno essere prese, perché sia chiaro anche al governo nazionale la ferma opposizione dei cittadini della Tuscia all’idea di un eventuale deposito di scorie radioattive nel Viterbese.

Prima tra tutte, certamente, si dovrà imporre a SOGIN spa, al Ministero dell’Ambiente e all’ISIN di dare pieno e incondizionato accesso a tutta la documentazione istruttoria sulla cui base è stato definito il nuovo elenco delle aree idonee (CNAI) e ciò prima che venga adottato il provvedimento finale, per permettere a tutte le Amministrazioni comunali, provinciali e regionale unitamente ai Comitati,  alle associazioni di categoria e ai Biodistretti di presentare ulteriori argomentazioni contro la localizzazione del Deposito nazionale.

Auspichiamo, infatti che il neo presidente della Regione Lazio, unitamente alla Provincia di Viterbo, possano ottenere immediatamente l’accesso agli atti e quindi rimuovere quell’ingiustificata e arrogante segretezza, favorendo non solo la massima partecipazione a questa fase conclusiva, ma imponendo l’affermazione del principio di trasparenza indicato come inderogabile anche dalla normativa dell’Unione Europea.

Infine è utile ricordare che quello proposto da SOGIN sarà un impianto per tutti i rifiuti radioattivi presenti in Italia, che, a differenza degli altri depositi costruiti nel mondo, ospiterà per un periodo temporaneo di lunga durata anche 17000 metri cubi di scorie ad alta attività. Inoltre, nella Tuscia è stato prospettato su aree che non detengono nemmeno i requisiti per ospitare i rifiuti a bassa e molto bassa attività”.

Biodistretto della Via Amerina e delle Forre

Associazione italiana Cultura e Sport

AssoTuscania

Biodistretto del Lago di Bolsena

Comitato per la Salvaguardia del Territorio di Corchiano e della Tuscia

Comitato per la Salvaguardia del Territorio di Montalto e della Tuscia Montalto Futura

Italia Nostra Sezione Etruria

Comitato Maremma Viva

Verde Tuscia

Biodistretto MET

 




Biodistretti, Onorati: “Riconosciuti 5 biodistretti nel Lazio”

ROMA- “Dopo l’approvazione in Giunta – nello scorso febbraio – del regolamento sui biodistretti, abbiamo approvato le delibere di riconoscimento di 5 biodistretti del Lazio: “Castelli Romani”, con ambito territoriale i Comuni di Colonna, Grottaferrata, Frascati, Marino, Monte Porzio Catone e Rocca di Papa; “Lago di Bolsena”, ricadente nei Comuni di Acquapendente, Latera, Gradoli, San Lorenzo Nuovo, Bolsena, Grotte di Castro, Cellere, Celleno, Montefiascone, Canino, Farnese, Piansano, Bagnoregio, Ischia di Castro, Capodimonte, Marta, Valentano; “Etrusco romano”; “Valle di Comino” e “Via Amerina e delle Forre”. Parliamo di territori per cui agricoltori biologici, trasformatori, associazioni di consumatori ed enti locali abbiano stipulato e sottoscritto protocolli per la diffusione del metodo biologico di coltivazione, per la sua divulgazione e per il sostegno e la valorizzazione della gestione sostenibile anche di attività diverse dall’agricoltura”. Lo dichiara in una nota l’Assessora Agricoltura, Foreste, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo, Pari Opportunità della Regione Lazio, Enrica Onorati.

“Ricordo infine che sino al 10 novembre sarà possibile per i biodistretti riconosciuti dalla Regione Lazio partecipare al bando che abbiamo pubblicato lo scorso settembre, che destina 400.000 euro di risorse del bilancio regionale alla concessione di contributi per la loro promozione. Intendiamo infatti promuovere i progetti che puntino allo sviluppo dell’agricoltura biologica, all’uso razionale delle materie prime e delle risorse energetiche, alla riduzione dell’uso di fitofarmaci e fertilizzanti di sintesi, alla promozione della filiera agroalimentare nella sua interezza, senza però dimenticare la fondamentale attività che i biodistretti possono realizzare sul territorio in termini di informazione e sviluppo attraverso studi di mercato, azioni di educazione alimentare, partecipazione a fiere, pubblicazione di materiale o realizzazione di siti web”, conclude Onorati.




Agricoltura, Bonafoni (Lista Zingaretti): “Bene regolamento biodistretti per sviluppo del territorio”

ROMA – “La gestione e la promozione del territorio, la valorizzazione delle buone pratiche rurali, l’ecoturismo, la tutela della biodiversità, l’impulso e lo sviluppo delle coltivazioni bioligiche: obiettivi che grazie all’approvazione della Legge sui biodistretti, hanno reso il Lazio, la prima delle regioni in Italia a promuovere un modello di sviluppo ecosostenibile attraverso la diffusione di un modello partecipativo dal basso impegnato e rivolto allo sviluppo e alle vocazioni territoriali.

Oggi, grazie anche all’impegno e al lavoro dell’Assessorato all’agricoltura, facciamo un ulteriore passo avanti, dotando quella legge di nuova forza, concretezza e vigore. L’approvazione infatti da parte della Giunta, del Regolamento Regionale recante “Disposizioni per la disciplina e la promozione dei biodistretti”, tende ad integrare altresì e a completare la normativa di riferimento.

La proliferazione, lo sviluppo e la disciplina dei biodistretti – aree geografiche omogenee con vocazione all’agricoltura biologica – saranno, grazie al Regolamento, garantiti nell’ottica e con la finalità di diffondere la cultura del biologico in una compatibilità territoriale e nel rispetto dei principi internazionali.

Il testo, che dovrà ora passare al vaglio della commissione, contribuisce e si aggiunge alle tante azioni messe in campo volte alla tutela e alla valorizzazione dei nostri territori e delle imprese agricole, risorse fondamentali per la nostra Regione”.

Così in una nota la Consigliera del Lazio Marta Bonafoni, Capogruppo della Lista Civica Zingaretti.