Bomarzo regina dei piccoli comuni d’Italia

BOMARZO (Viterbo)- Si è svolta, sul lago di Iseo, in questo ultimo fine settimana di ottobre, la Festa Anpci, Associazione Nazionale dei Piccoli Comuni, che ha visto la partecipazione, da nord a sud, di molti comuni d’Italia tra cui il Comune di Bomarzo.
Sindaci ed Amministratori si sono confrontati sulle tematiche e le difficoltà dei piccoli centri che lo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha definito la spina dorsale d’Italia, scrigni dove sono custoditi la nostra storia e le nostre tradizioni.
E ‘stata anche l’occasione per festeggiare i 25 anni dalla costituzione dell’Associazione che, da anni, porta avanti le battaglie dei piccoli comuni, chiamati ad assolvere tutti gli adempimenti degli Enti più grandi ma con meno risorse economiche e fisiche.
Durante la tre giorni di incontri e dibattiti, è stato assegnato anche il premio letterario Anpci giunto alla sua III° edizione. Nella sezione Poesia il riconoscimento più alto è andato al nostro concittadino Enzo Maccarelli con “Terra di Bomarzo”. Attraverso i suoi versi, l’autore ha sapientemente proiettato il lettore attraverso i luoghi, la storia e le tradizioni della nostra Bomarzo suscitando la curiosità dei presenti a farvi visita.
Un bel riconoscimento per Enzo Maccarelli, da sempre impegnato nel mondo dell’associazionismo, ma anche per il nostro paese che ancora una volta è stato al centro dell’attenzione dei presenti.
Emozionato anche il Sindaco Marco Perniconi che è stato chiamato dalla storica presidente Anpci, Sig.ra Franca Biglio, a premiare il suo concittadino.
Di seguito la poesia:
Terra di Bomarzo
Terra di pietra arida e imponente,
forgiata ad arte dall’antica mano,
popolo che con ingegno sovrumano
vive ancor’oggi qui come presente.
Volgi lo sguardo là, verso levante,
verde è la roccia madida di storia.
Ricchi sacelli, schegge di memoria,
are sacrali incontrerai viandante.
Eccola, s’erge, in coincidenza astrale,
quale memento dell’antico Egitto;
scala la somma il tristo derelitto,
ignara offerta al sacro baccanale.
Piramide pregna del sangue d’innocenti
nel cuore dell’Etruria tiberina;
odi, viandante, in su per l’erta china
il sussurrar d’Eolo e dei suoi venti.
E l’incubo e l’orrore qui trasforma
il masso in orchi, orride figure,
dove l’assurdo, intriso di paure,
lascia trasfigurare ogni più insana forma.
E’ il bosco che sognò Vicino Orsini,
dove l’immaginario e la pazzia
vivono un connubio fatto di magia
e d’arte avvinti a infausti destini.
Ora viandante sai dove i tuoi passi
t’han condotto, in quale arcano mistero
turbinano indifferenti il falso e il vero
scolpiti in sempiterno su quei massi.
Su, vai viandante a raccontar lo sfarzo
che nel vagar hai impresso alla tua vista:
è terra etrusca, terra di conquista,
terra di pietra, pietra di Bomarzo.