Viterbo, il palazzetto sequestrato alla camorra diventerà un centro dedicato ai giovani e alla cultura della legalità

VITERBO – Un recente finanziamento da 149 mila euro ottenuto dal Comune consentirà finalmente di ristrutturare l’edificio di piazza Dante, sequestrato alla camorra nel 2000, destinato a trasformarsi in una struttura per accogliere varie attività finalizzate alla divulgazione della cultura della legalità. L’immobile, un palazzetto che nel passato era finito nel degrado anche a causa delle lungaggini burocratiche legate al passaggio dalla proprietà demaniale a quella comunale, è stato ufficialmente acquisito dall’amministrazione comunale nell’agosto dello scorso anno. Il finanziamento regionale consentirà entro breve di sistemare l’edificio, successivamente saranno compiuti gli atti per procedere alla migliore forma gestionale con la finalità di avviare una serie di attività di comunicazione sui temi della legalità con particolare riferimento alle narcomafie che durante la pandemia hanno avuto un notevole aumento soprattutto attraverso il web, alle ecomafie e a tutti gli illeciti che in qualche modo danneggiano l’ambiente, alle archeomafie e a tutti quei reati che hanno come oggetto il furto di opere d’arte, ed alle agromafie che negli ultimi anni hanno portato a fenomeni illegali nel campo dell’agricoltura, dal campo alla vendita. Soddisfazione per il completamento dell’iter progettuale è stato espresso dall’assessore Elena Angiani che aveva seguito la pratica nei mesi scorsi e dal collega con delega al Patrimonio Giancarlo Martinengo.




Camorra, Zingaretti: “Grazie a carabinieri e magistrati per blitz anti Camorra”

ROMA – “Voglio ringraziare i Carabinieri del Comando provinciale e del nucleo investigativo di Roma e i Magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Roma per la brillante operazione di questa mattina che ha portato all’arresto di importanti esponenti della criminalità organizzata a Roma e in altre province Italiane.

L’ennesima dimostrazione dello straordinario impegno delle nostre Forze dell’Ordine e della Procura di Roma per combattere quotidianamente la criminalità organizzata e garantire ai cittadini una maggiore sicurezza nelle nostre città”.

Così in una nota il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, in merito all’operazione dei carabinieri che questa mattina ha disposto l’arresto per 28 persone ritenute appartenenti ad una organizzazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione e reati aggravati dal metodo mafioso, tra cui spicca il nome del boss Michele Senese.




Camorra, Coldiretti: “Controllo su 5mila ristoranti, rischio usura con crack da 34 miliardi per emergenza pandemia”

ROMA – La malavita è arrivata a controllare cinquemila locali tra ristoranti, pizzerie e bar con l’agroalimentare che è divenuto una delle aree prioritarie di investimento della criminalità che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana della persone. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’operazione dei Carabinieri tra le province di Roma e Napoli sulle mani dei clan camorristici sui ristoranti della Capitale con persone indagate a vario titolo, per estorsione, intestazione fittizia di beni, aggravati dal metodo mafioso, e esercizio abusivo del credito.

Le infiltrazioni della camorra sono particolarmente preoccupanti in questo momento in cui – sottolinea la Coldiretti – la ristorazione per l’emergenza Coronavirus rischia un crack da 34 miliardi nel 2020 a causa della crisi economica, del crollo del turismo e del drastico ridimensionamento dei consumi fuori casa degli italiani. La criminalità organizzata – precisa la Coldiretti – approfittando delle difficoltà penetra in modo massiccio e capillare nell’economia legale ricattando con l’usura o acquisendo direttamente o indirettamente gli esercizi ristorativi in Italia e all’estero.

Nella filiera agroalimentare – continua la Coldiretti – pesa la crisi di liquidità generata dall’emergenza coronavirus in molte strutture economiche che sono divenute più vulnerabili ai ricatti e all’usura, da bar e trattorie ai ristoranti di lusso e aperibar alla moda fino alle pizzerie. In questo modo la malavita si appropria – sottolinea la Coldiretti – di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy.

“Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare” afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “in questo contesto è importante che il bonus ai ristoranti che utilizzano prodotti 100% Made in Italy sia ben indirizzato per salvare dal rischio usura le strutture e sostenere l’intera filiera agroalimentare nazionale dal campi alla tavola”.