Muore un giovane detenuto nel Carcere di Viterbo

di REDAZIONE-

VITERBO – Un italiano di 23 anni è stato trovato, verso le ore 24 di questa notte, impiccato alla finestra della sua cella con il compagno di stanza che dormendo non si e accorto di nulla.
Lo riferisce Daniele Nicastrini della Uilpa Polizia penitenziaria che sottolinea anche come i detenuti presenti a Mammagialla siano oltre 700.




Santa Barbara, condotto trentacinquenne a detenzione domiciliare

VITERBO – Nel pomeriggio del 15 marzo Carabinieri della Compagnia di Viterbo hanno ottemperato ad ordine di esecuzione per espiazione di pena detentiva in regime di detenzione domiciliare, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo, nei confronti di trentacinquenne ritenuto responsabile di lesioni personali inflitte nell’agosto 2015. I militari della Stazione del capoluogo hanno rintracciato l’uomo nel quartiere Santa Barbara; ristretto in abitazione, sconterà un anno di reclusione.

PRESUNZIONE DI INNOCENZA

Il soggetto indagato è persona nei cui confronti vengono fatte indagini durante lo svolgimento dell’azione penale; nel sistema penale italiano la presunzione di innocenza, art 27 Costituzione, è tale fino al terzo grado di giudizio e la persona indagata non è considerata colpevole fino alla condanna definitiva.




Battesimo nel carcere di Viterbo

La scelta di Vladimir Carp di diventare testimone di Geova. La Responsabile dell’Area Trattamentale: “L’opera dei ministri di culto è utile per il recupero sociale”

VITERBO – Evento insolito ma gioioso per il carcere di Viterbo che, venerdì 26 gennaio, ha visto svolgersi in un locale allestito per l’occasione, il battesimo di un detenuto come Testimone di Geova. Si tratta di Vladimir Carp, quarantenne moldavo detenuto nella casa circondariale di Viterbo da circa due anni, dove sta scontando una condanna a cinque. Vladimir aveva conosciuto i Testimoni di Geova nel 2018 e partecipava alle loro riunioni anche in Moldavia insieme alla moglie e ai due figli. Poi, in Italia, il suo arresto e il trasferimento alla casa Circondariale di Viterbo. Nel carcere ha chiesto di essere contattato dai Testimoni di Geova, ricevendo la visita di due loro ministri di culto che operano come volontari per assistere i detenuti. In questi due anni Vladimir ha continuato ad approfondire la sua conoscenza della Bibbia e ha fatto grandi cambiamenti, impiegando parte del suo tempo per condividere con gli altri detenuti del suo reparto quello che stava imparando.
“Sono gioioso, l’emozione che sto provando è indescrivibile” dice Vladimir Carp. “Anche se questi due anni non sono stati facili, sono certo che continuando a mettere in pratica i principi biblici nella mia vita posso essere felice ora e nel futuro insieme alla mia famiglia”.
Tanta emozione anche per la moglie Oxana: “L’arresto di Vladimir fu uno shock doloroso per tutti, e io ne soffrii molto. In prigione Vladimir ha avuto tempo per studiare la Bibbia e fare grandi cambiamenti della sua personalità. Ora è diventato più paziente e premuroso. Anche se parliamo al telefono solo dieci minuti al giorno, la nostra famiglia è diventata più unita”.
Quella di Vladimir Carp non è l’unica storia di riscatto umano e recupero sociale tra i detenuti del carcere di Viterbo che hanno scelto di studiare la Bibbia con i Testimoni di Geova e seguire nella propria vita i valori che imparano.
“In questa Casa circondariale, da molti anni opera la Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova – dichiara la Responsabile dell’Area Trattamentale Patrizia Meacci – I Ministri di culto, che fanno ingresso nei vari reparti, illustrano a tutti i detenuti interessati i principi biblici, utili per un eventuale cambiamento volto a un recupero sociale. La Direzione ha messo anche a disposizione due locali (Sale del Regno) dedicati alle loro attività. La loro opera rende sicuramente costruttiva la detenzione di alcuni soggetti, che mostrano la volontà di voler modificare il loro stile di vita”.

 




Viterbo, detenuto strangola compagno di cella, protesta il Sappe

VITERBO – Tragica aggressione tra compagni di cella, ieri sera intorno alle 22, nella casa circondariale Mammagialla di Viterbo, tanto che è sfogata in un brutale omicidio. Due detenuti, uno di nazionalità bulgara e uno italiana, per motivi ancora in via di decifrazione si sono azzuffati. Purtroppo per il detenuto italiano all’arrivo dei soccorsi, tra l’altro immediati, non c’è stato nulla da fare: sarebbe stato strangolato dal detenuto bulgaro.   

“Lo gridiamo ai quattro venti da almeno due anni. Il carcere è totalmente fuori controllo”, denuncia la Segreteria Provinciale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Non esistono più regole e la Polizia Penitenziaria non ha più nessun tipo di autorità. Delegittimata da tutto e da tutti senza alcun tipo di difesa. Fare ordine in questo contesto è impossibile. Senza ordine non può esistere sicurezza, né per i detenuti ne per il personale che opera. Non si può tacere ad una gestione totalmente fallimentare e pressoché assente. Gravissima carenza di personale nei turni pomeridiani e, ormai anche mattinali, portano la custodia e la sorveglianza ad un rapporto di 1 a 100 minimo. Non sappiamo nel dettaglio come siano realmente accaduti i fatti, ma si può ben presagire che vi fosse, in quell’orario, un solo agente per 4 sezioni ovvero 200 detenuti su due piani. Non è possibile controllare una situazione del genere. Sicuramente era anche in atto il giro delle terapie e se così fosse, l’unico collega presente se accompagna l’infermiere non può stare simultaneamente in più posti di servizio”. 
“Quanto accaduto nel carcere Mammagialla di Viterbo deve necessariamente far riflettere per individuare soluzioni a breve ed evitare che la Polizia penitenziaria sia continuo bersaglio di situazioni di grave stress e grande disagio durante l’espletamento del proprio servizio”: così il segretario generale del SAPPE, Donato CAPECE, dopo aver appreso la notizia della morte di un detenuto nel carcere Mammagialla di Viterbo. “Il SAPPE crede sia davvero giunta l’ora di ripensare la repressione penale mettendo da un lato i fatti ritenuti di un disvalore sociale di tale gravità da imporre una reazione dello Stato con la misura estrema che è il carcere: e dall’altro, anche mantenendo la rilevanza penale, indicare le condotte per le quali non è necessario il carcere. Una opzione di questo tipo dovrebbe ridisegnare il sistema a partire dalle storture determinate dal doppio binario per i recidivi, dalle norme in materia di immigrazione e dalla individuazione delle risorse per affrontare il tema delle dipendenze e dei disturbi mentali fuori dal carcere”. 
“Si potrebbe quindi ipotizzare un nuovo sistema penitenziario articolato su tre livelli”, prosegue Capece: “il primo, per i reati meno gravi con una pena detentiva non superiore ai 3 anni, caratterizzato da pene alternative al carcere, quale è l’istituto della “messa alla prova”; il secondo livello è quello che riguarda le pene detentive superiori ai 3 anni, che inevitabilmente dovranno essere espiate in carcere, ma in istituti molto meno affollati per lo sgravio conseguente all’operatività del primo livello e per una notevole riduzione dell’utilizzo della custodia cautelare. Il terzo livello, infine, è quello della massima sicurezza, in cui il contenimento in carcere è l’obiettivo prioritario. Nell’ambito delle prospettive future occorre dunque che lo Stato, pur mantenendo la rilevanza penale, indichi le condotte per le quali non è necessario il carcere, ipotizzando sanzioni diverse, ridisegnando in un certo senso l’intero sistema, anche perché il sovraffollamento impedisce di fatto la separazione dei detenuti. E la Polizia penitenziaria, che riteniamo debba connotarsi sempre più come Polizia dell’esecuzione penale oltreché di prevenzione e di sicurezza per i compiti istituzionali ad essa affidati dall’ordinamento, è sicuramente quella propriamente deputata al controllo dei soggetti ammessi alle misure alternative”.



Aggressione a Mammagialla, Fns Cisl Lazio: “Torna alla ribalta il problema della sicurezza”

ROMA – Riceviamo dalla Fns Cisl Lazio e pubblichiamo: “Torna alla ribalta il problema della sicurezza all’interno della casa circondariale di viterbo. Ancora un’aggressione tra le mura dei carceri della regione lazio . Si allunga la lista di episodi gravi che hanno come protagonisti i detenuti.

L’ultima vicenda si è verificata nel carcere CC di Viterbo, un detenuto per futili motivi aggrediva e il vice sovrintendente ed un assistente capo coordinatore di polizia penitenziaria di procurando lesioni ad entrambi. Il pronto soccorso ha refertato 15 giorni ad ambedue unità.
Questo episodio evidenzia in maniera chiara come a nulla siano valsi gli allarmi sulla necessità di rinforzare il contingente poiché si è impossibilitati a gestire senza un numero congruo di personale i detenuti facinorosi –
Occorre garantire e porre in sicurezza il personale di Polizia Penitenziaria dato che la responsabilità è in capo al datore di lavoro ed alla stessa amministrazione ed è bene ricordare che con tutto ciò non è mai mancato da parte della Polizia Penitenziaria la dedizione a svolgere il proprio mandato istituzionale, garantendo la sicurezza non solo delle carceri ma di tutta la comunità.
Per la Fns Cisl Lazio occorrono urgenti e radicali interventi perchè il personale è stremato e così non si può continuare , servono ora come non mai solo atti concreti”.
Purtroppo dobbiamo segnalre che nella previsione di aumento della dotazione organica del carcere di Viterbo l’amministrazione regionale ha previsto un incremento di solo 07 unità rispetto alla proposta della Fns Cisl Lazio di 17 unità. Le modifiche proposte dalla Fns Cusl Lazio per ril carcere di Viterbo erano state effettuate tendo conto della relazione illustrativa del DAP sulla previsione di nuovi reparti detentivi inclusa nel Fondo complementare al PNRR tra cui vi è inserito il carcere di Viterbo.
Attualmente il problema più grosso è che ci sono n. 23 unità che espletano servizio c/o il Gruppo Operativo Mobile ( GOM) ma risultano amministrati nell’istituto Viterbese e questo è un grosso problema non da poco. Mancano più di 60 unità a Viterbo, mentre, nella regione ne mancano circa 650 unità di polizia penitenziaria. Il personale lavora in condizioni critiche ed è stremato e se a ciò si aggiunge che, anche , si continua a gravare su, una competenza non propria dato che deve occuparsi di una detenuta con problemi psichiatrici.
Per la Fns Cisl Lazio non bastano le 07 unità che il PRAP Lazio, Abruzzo e Molise ha previsto per tale sede sono poichè rappresentano solo granelli di sabbia in un oceano.
Per la Fns Cisl Lazio tale previsione è una beffa in quanto servono interventi urgenti per le carceri e non solo paliativi perchè cosi facendo a rischiare sono solo il personale di Polizia Penitenziaria e  i dirigenti e i funzionari del Corpo”.



Il Garante al tavolo per la tutela della salute delle persone detenute del carcere di Viterbo

Il Garante delle persone detenute della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, si è recato oggi alla direzione generale della Asl di Viterbo, per partecipare al tavolo paritetico per la tutela della salute delle persone detenute, dedicato al sistema di erogazione delle prestazioni sanitarie e di cui fanno parte tutte le istituzioni del territorio che operano in ambito carcerario. Il coordinamento è stato affidato alla Asl di Viterbo e alla direzione della Casa circondariale di Viterbo, “Mammagialla”.

Alla riunione hanno partecipato, tra gli altri, la direttrice della casa circondariale di Viterbo, Anna Maria Dello Preite, il professor Antonio Rizzotto, facente funzioni della direzione sanitaria della Asl di Viterbo, il direttore dell’Unità operativa complessa (Uoc) di medicina protetta-malattie infettive, Giulio Starnini, il responsabile della Uos medicina penitenziaria territoriale, Fabrizio Ferri.

Nella riunione si è discusso delle misure proposte dal servizio di prevenzione della Asl a seguito di alcuni episodi di violenza fisica e/o verbale subiti dal personale sanitario operante in carcere. Difficoltà specifiche vengono dalla carenza del personale di polizia penitenziaria. D’altro canto, la direttrice la direttrice dell’istituto penitenziario ha riportato il dato sulle presenze: 648 detenuti (a fronte di 405 posti effettivamente disponibili), ricordando che al momento del suo ingresso alla direzione, nel 2021, i detenuti erano 470, e che c’è una mancanza di personale di polizia penitenziaria pari a 81 unità.

I problemi di sicurezza incidono anche sulla disponibilità del personale sanitario a prestare servizio in carcere, che si somma alla difficoltà dei Nuclei di traduzione e piantonamento ad assicurare l’accompagnamento dei detenuti a visite mediche esterne. Il Garante Anastasia ha quindi ribadito la necessità del riconoscimento di quelle penitenziarie come sedi disagiate per il personale sanitario e di una revisione delle dotazioni organiche dei Nuclei di traduzione e piantonamento e delle loro modalità operative. Entrambe le questioni saranno proposte alla riunione dell’Osservatorio permanente sulla sanità penitenziaria della Regione Lazio, convocata per il prossimo 14 dicembre.

Temi:




Carcere Viterbo, Fns Cisl Lazio: “Un incremennto di solo 7 unità Polizia penitenziaria, una beffa”

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “Purtroppo dobbiamo segnalare che nella previsione di aumento della dotazione organica del carcere di Viterbo l’amministrazione regionale ha previsto un incremento di solo 07 unità rispetto alla proposta della Fns Cisl Lazio di 17 unità. Le modifiche proposte dalla Fns Cisl Lazio per il carcere di Viterbo erano state effettuate tendo conto della relazione illustrativa del DAP sulla previsione di nuovi reparti detentivi inclusa nel Fondo complementare al PNRR tra cui vi è inserito il carcere di Viterbo.

Attualmente il problema più grosso è che ci sono n. 23 unità che espletano servizio c/o il Gruppo Operativo Mobile ( GOM) ma risultano amministrati nell’istituto Viterbese e questo è un grosso problema non da poco. Mancano più di 60 unità a Viterbo, mentre, nella regione ne mancano circa 650 unità di polizia penitenziaria. Il personale lavora in condizioni critiche ed è stremato e se a ciò si aggiunge che, anche , si continua a gravare su, una competenza non propria dato che deve occuparsi di una detenuta con problemi psichiatrici.

Per la Fns Cisl Lazio non bastano le 07 unità che il PRAP Lazio, Abruzzo e Molise ha previsto per tale sede sono poichè rappresentano solo granelli di sabbia in un oceano.

Per la Fns Cisl Lazio tale previsione è una beffa in quanto servono interventi urgenti per le carceri e non solo palliativi perchè cosi facendo a rischiare sono solo il personale di Polizia Penitenziaria e i dirigenti. e i funzionari del Corpo. Cordiali Saluti”.

IL SEGRETARIO GENERALE FNS CISL LAZIO
F.to Massimo Costantino




Nuova aggressione nel carcere di Viterbo: il sistema penitenziario sotto accusa

di Redazione –

VITERBO – Nel carcere di Viterbo, un nuovo episodio di violenza ha sollevato preoccupazioni riguardo alle condizioni di sicurezza e al sovraffollamento. Giovedì scorso, un detenuto italiano di 24 anni ha attaccato un poliziotto della penitenziaria con una lametta, causando ferite gravi. Le ragioni dietro l’aggressione sono ancora oggetto di indagine. Il poliziotto ferito ha dovuto ricevere cure mediche, mentre il detenuto è stato immediatamente arrestato con l’accusa di lesioni personali, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Il tribunale di Viterbo ha convalidato l’arresto e confermato la detenzione del giovane. La situazione nel carcere di Mammagialla, dove si è verificato l’incidente, è già da tempo fonte di tensione. I sindacati di polizia penitenziaria denunciano una serie di problemi, tra cui continue aggressioni, carenza di personale e sovraffollamento detentivo. Per affrontare la crescente preoccupazione, è prevista oggi la visita del sottosegretario al ministero della Giustizia, Andrea Delmastro delle Vedove. Durante l’incontro, il sottosegretario si confronterà con gli agenti e la dirigenza del carcere per valutare possibili soluzioni e miglioramenti alle condizioni di lavoro e di detenzione. Il detenuto responsabile dell’aggressione è in carcere a Mammagialla da questa estate, scontando una pena per rapina ed estorsione. Nel suo passato criminale, figura anche un tentativo di introdurre apparecchi elettronici nel carcere di Teramo, dove suo padre era recluso. L’operazione è stata però sventata dagli agenti che hanno scoperto telefoni, minicellulari e auricolari nascosti in un pallone lanciato nel campo da calcio del penitenziario. La comunità carceraria resta dunque al centro dell’attenzione delle autorità, con la necessità di affrontare le criticità emerse e garantire la sicurezza sia per il personale penitenziario che per i detenuti.




Carcere di Viterbo, Fns Cisl Lazio: “Occorre più personale di polizia penitenziaria”

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “Occorre più personale di Polizia Penitenziaria al fine di tutelare chi presta servizio all’interno dell’istituto, per scongiurare degli eventi come quello di ieri sera.

Purtroppo dobbiamo rilevare l’ennesimo episodio di aggressione avvenuto all’interno del carcere di Viterbo. Il tutto a danno della Polizia Penitenziaria, ieri il sequestro di un agente in sezione –pare per circa una ora- e altre varie azioni critiche poste dai detenuti in sezione.

A fronte di questi episodi la Fns Cisl Lazio chiede una forte azione da parte dell’Amministrazione Penitenziaria nei confronti dei detenuti da una parte e nell’altra una vicinanza maggiore alle richieste di aiuto che pervengono da una realtà già di per se difficile e peggio ancor provata da questi frequenti episodi con un invio consistente e concreto di unità di Polizia Penitenziaria tale da garantire , anche, la tutela del personale che opera in sezione”.

IL SEGRETARIO GENERALE FNS CISL LAZIO
F.to Massimo Costantino




Il Garante in visita a Viterbo: in ospedale, in carcere e alla Asl

VITERBO – Il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, si è recato oggi a Viterbo, per una serie di impegni istituzionali.

La giornata è iniziata con la visita al reparto di medicina protetta e al Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (Spdc) dell’ospedale Belcolle, dove il Garante ha incontrato de persone internate, un uomo e una donna, in attesa di essere trasferite in Rems. La situazione dell’uomo è in via di soluzione, in quanto dovrebbe essere trasferito in Rems nei prossimi giorni (?). Difficoltà ci sono ancora per la donna che si trova nell’Spdc, piantonata, da diversi mesi e che invece dovrebbe essere trasferita nella Rems di Pontecorvo. “E’ una situazione di disagio sia per la donna sia per il reparto, nel quale i pazienti dovrebbero restare per il tempo strettamente necessario al trattamento delle acuzie e non per mesi come in questo caso”, ha dichiarato Anastasìa al termine della visita.

Il Garante sì è poi recato alla direzione generale della Asl di Viterbo, dove ha partecipato al tavolo paritetico per la tutela della salute delle persone detenute, dedicato al sistema di erogazione delle prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, a garanzia dei livelli essenziali e uniformi di assistenza individuati nel Piano sanitario nazionale, nei piani sanitari regionali e in quelli locali: Ne fanno parte tutte le istituzioni del territorio che operano in ambito carcerario. Il coordinamento è stato affidato alla Asl di Viterbo e alla direzione della Casa circondariale Mammagialla. Alla riunione hanno dunque partecipato la direttrice della casa circondariale di Viterbo, Anna Maria Dello Preite, la direttrice sanitaria della Asl di Viterbo, Antonella Proietti, il direttore dell’Unità operativa complessa (Uoc) di medicina protetta-malattie Infettive Giulio Starnini, il responsabile della Uos medicina penitenziaria territoriale, Fabrizio Ferri.

Nel corso della riunione è stato approvato il nuovo piano per contrastare il rischio suicidario che aggiorna quello del 2018 ed è stata raggiunta un’intesa per la carta dei servizi sanitari della Asl viterbese che sarà distribuita assieme alla “Guida per i nuovi giunti negli istituti penitenziari” realizzata dalla struttura del Garante delle persone detenute della Regione Lazio. Tra gli altri problemi affrontati, la digitalizzazione dei servizi sanitari, la carenze e le difficili condizioni di lavoro del personale sanitario. Infine, il Garante si è recato nel carcere di Mammagialla per alcuni colloqui con ì detenuti. Preoccupante il tasso di affollamento sulla capienza regolamentare che ha superato il 141 per cento: a fronte di 440 posti previsti sono presenti 623 detenuti. La percentuale sale al 154 per cento, se si considerano i posti effettivamente disponibili (405). Altro tema caldo, che si ripercuote sull’intero funzionamento dell’istituto, la carenza di personale educativo e della Polizia penitenziaria: la pianta organica prevede 343 unità di personale, 256 sono i presenti, gli effettivi in carcere sono 216, circa i due terzi di quelli previsti dalla pianta organica.




Carcere di Viterbo: familiare detenuto bloccata con droga a Mammagialla

VITERBO – “Ennesimo tentativo ieri mattina di introdurre degli stupefacenti questa volta al carcere di Mammagialla e stata bloccata grazie ad un’attività dell’unità cinofili della Polizia Penitenziaria unitamente al Comando della Polizia Penitenziaria della casa circondariale di Viterbo”, dove una familiare di un detenuto, che era in procinto di fare il colloquio col proprio congiunto ristretto nel carcere di Mammagialla, e stata bloccata dopo segnalazione dell’unità cinofila presente al reparto colloqui per controllo di routine e trovata in possesso di circa un etto di hashish, per la quale è stata denunciata all’autorità giudiziaria competente.” A Renderlo noto è il segretario Regionale USPP Lazio, Daniele Nicastrini.
La notizie fa seguito al ritrovamento di altre sostanze stupefacenti, avvenuti in altri istituti penitenziari della capitale, dove le unità cinofile in attività operativa sono riuscite a bloccare l’ingresso illegale di tali sostanze che rappresenta una grave questa piaga, che ha investito le carceri laziali e non solo, presupponendo anche in altre regioni, come la Campania la regia della criminalità organizzata.
Il responsabile USPP ribadisce che “Come già segnalato in altri comunicati, la situazione emergenziale del carcere di Viterbo che vive un sovraffollamento di oltre 150 % e una carenza organica di 100 unità, dove le aggressioni e atti vessatori nei confronti della Polizia Penitenziaria continuano ad essere presenti, non scalfisce la capacità degli stessi a svolgere la loro attività di controllo e prevenzione, pur lavorando in totale abbandono da parte dell’amministrazione penitenziaria.”
Anche davanti all’ennesimo reato perpetrato all’interno di un carcere questa volta da un familiare di un detenuto, interviene il Presidente USPP Dr. Giuseppe Moretti. “La piaga della droga in carcere non si ferma, se non si mettono in piedi tutti gli strumenti necessari per prevenirli. Per questo riteniamo sia importante l’uso più capillare delle unità cinofili, che sta dimostrando in ogni sede dove sono intervenute, che sono un deterrente importante che permette anche un’attività repressiva al reato di stupefacenti in modo allarmante anche nelle carceri. Per quanto stanno facendo i nostri agenti e le unità cinofile, non possiamo che congratularci e ribadire che per le carceri bisogna proclamare lo stato di emergenza allo scopo di ottenere risorse straordinarie al fine di ripristinare legalità e sicurezza nelle carceri non potendo considerarle avulse dal sistema di sicurezza pubblica che lo Stato deve garantire”.

 




Viterbo, Uspp: “Suicidi sventati nel carcere di Mammagialla”

VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo: “Oramai da settimane al carcere di Viterbo la Polizia Penitenziaria si trova a dover sventare continui suicidi da parte di più detenuti tra cui uno che si sta ripetendo ogni giorno, devastando anche le stesse camere di pernottamento (celle) negli ultimi giorni.
Per questi atti si contano feriti anche tra gli agenti ma non abbiamo letto nessuna solidarietà nei confronti degli stessi! L’attenta vigilanza della Polizia Penitenziaria supportata dai sanitari sta evitando il peggio pur lavorando sotto organico è con più soggetti con analoghi problemi, ma fino a quando può andare bene?
Uspp Viterbo chiede ai vertici dell’Amministrazione Penitenziaria, cosa intende fare per risolvere questi gravi problemi? Stiamo aspettando che a Roma trovino la strada per porre fine a questa situazione, prima che qualcuno alla fine rischi la propria carriera per non aver fatto in tempo a salvare una vita umana. Aspettiamo il Capo Dap di farsi un giro anche a Viterbo, sempre se trova la strada”.

Uspp Viterbo




Rudy Guede uscirà dal carcere di Viterbo entro l’Immacolata: ha ottenuto l’affidamento ai servizi sociali

di Redazione –

VITERBO – Esce dal carcere Rudy Guede, l’ivoriano condannato per l’omicidio di Meredith Kercher.  Lo farà entro l’Immacolata. Ha, infatti, ottenuto l’affidamento ai servizi sociali. Il suo legale, Fabrizio Ballarini ha informato la stampa che Rudy Guede  “continuerà a studiare e a fare volontariato alla Caritas di Viterbo e non rientrerà in cella”. Alloggerà in un appartamento che gli è stato messo a disposizione in centro a Viterbo.  Per Guede il fine pena, ovvero 16 anni di reclusione inflitti con rito abbreviato, è previsto a marzo 2022. Il Tribunale di sorveglianza, che ha concesso la libertà al trentenne, nella motivazione del provvedimento ha parlato di un percorso di reinserimento particolarmente avanzato. L’ivoriano è riuscito a ottenere dei permessi per continuare gli studi e intraprendere tirocini didattici col Centro studi criminologici di Viterbo. In questi anni ha conseguito il diploma, una laurea in Scienze storiche con 110 e lode ed ha terminato gli esami per Storia e società.




Il comune di Gallese regala al carcere viterbese 760 mascherine Ffp2

VITERBO – Il Comune di Gallese ha donato  mascherine FFP2 in favore dei detenuti e del personale operante presso la Casa Circondariale di Viterbo. “Questa segreteria intende ringraziare il Sindaco di Gallese Danilo Piersanti, il vicesindaco Roberto Cutigni e tutta la giunta comunale che si sono prodigati per distribuire, attraverso la collaborazione della nostra Società Scientifica, dell’Amministrazione Penitenziaria e dei vertici sanitari ASL della Casa Circondariale di Viterbo, Dott. ri Giulio Starnini e Fabrizio Ferri, alla popolazione detenuta e agli operatori dell’Istituto Penitenziario di Viterbo, n. 760 mascherine FFP2 ricevute in donazione.
ln questo momento di grave riacutizzazione della pandemia i citati dispositivi potranno essere di grande ausilio per implementare le misure di contenimento già messe in atto presso il penitenziario sia dalla ASL di Viterbo che dall’Amministrazione Penitenziaria”.




Fp Cgil: “Carcere di Viterbo: siamo al collasso”

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “La Fp Cgil Polizia Penitenziaria Roma e Lazio e la segreteria territoriale FP CGIL ha effettuato una visita presso l’istituto penitenziario di Viterbo, dalla quale sono emersi una serie di problematiche che necessiterebbero un urgente intervento delle autorità preposte.

Lo stato emergenziale derivato dalla pandemia di coronavirus aveva condotto questa O.S. a chiedere alla Direzione la rivisitazione dell’organizzazione del lavoro a causa dell’incremento del carico lavorativo in capo alla Polizia penitenziaria, richiesta rimasta disattesa. La situazione è andata sempre più peggiorando per scelte adottate da un Direttore che aveva il temporaneo incarico di reggenza, in attesa della nomina di un Direttore titolare, che hanno comportato ulteriori disservizi e dissapori tra il personale tutto.

La situazione attuale è la seguente: a fronte di 343 unità di polizia penitenziaria solo 306 sono in forza, 25 unità delle quali, appartenenti a ruolo agenti assistenti, sono destinate al corso sovrintendenti in quanto vincitrici, mentre 46 unità, di cui 25 in forza al G.O.M., sono distaccate altrove. Questo contingente così ridotto deve assicurare anche il servizio traduzioni. In questo stato di fatto non vengono rispettati gli accordi locali e i turni di servizio superano le nove ore continuative, fino a raggiungere e superare anche le 12 ore continuative.

L’apertura presso la C.C.N.C. di Viterbo di una nuova sezione per la gestione dell’osservazione sanitaria Covid-19 per i detenuti nuovi giunti non è stata però accompagnata da parte dell’Amministrazione dalla previsione di inviare un contingente di Polizia Penitenziaria che potesse fronteggiare il nuovo e ulteriore carico di lavoro, ciò ha comportato un ulteriore aumento dei posti di servizio da garantire con il medesimo personale, già da tempo sovraccaricato come anche testimoniato dalla stessa vice direttrice.

Anche il personale delle cariche fisse fornisce quotidianamente il proprio supporto all’interno delle sezioni o comunque nei vari servizi creando così accumulo del proprio lavoro; ricoprire più posti di servizio significa sovraccaricare di responsabilità e di correlato stress lavorativo le poche unità di Polizia Penitenziaria che si sobbarcano la responsabilità di assolvere il proprio compito istituzionale con spirito di sacrificio.

Per quanto detto, La FP CGIL ha chiesto un intervento urgentissimo, al fine di implementare l’ organico, attraverso l’invio di un contingente e di Polizia Penitenziaria alla struttura del Mammagialla scorrendo anche le graduatorie tuttora esistenti o tramite interpello straordinario”.

FP CGIL CIVITAVECCHIA ROMA NORD VITERBO
FP CGIL ROMA E LAZIO

 




Carcere di Viterbo, Uspp: “Trovato telefonino, droga e tentativo di aggressione nei confronti del comandante”

VITERBO – Riceviamo da Uspp, Unione sindacati polizia penitenziaria, segreteria provinciale di Viterbo e pubblichiamo: “Avevamo evidenziato in altri comunicati le difficoltà che la Casa Circondariale di Viterbo sta avendo con una tipologia di detenuti stranieri che mettono in atto danneggiamenti dei suppellettili presenti nelle celle detentive, sottoposti a isolamento per motivi di opportunità, avendo avuto problemi anche con altri detenuti con cui sono venuti alle mani.
Uno di questi già nella cronaca in questi giorni, si è reso artefice di un ulteriore tentativo di aggressione nei confronti del comandante, ma fortunatamente è stato bloccato e riportato in cella. Ha avuto anche atteggiamenti fortemente provocatori, mettendo in atto gesti autolesionistici e minacciando anche il  personale stesso.
Un altro suo compagno di cella si è procurato tagli superficiali poi prontamente curati dal personale medico.
Un altro detenuto ancora è stato trovato in possesso di un telefonino ed è stato bloccato l’ingresso di sostanze stupefacenti a suo favore, messo in atto mediante l’utilizzo di un pacco postale.
Fortunatamente il carcere di Viterbo può contare su un personale di Polizia penitenziaria attento, seppur sempre più in difficoltà per un problema organizzativo che la Direzione non ha inteso ancora voler prendere in esame. In queste settimane è anche numericamente inferiore nell’organico, ma  l’amministrazione centrale non ha avuto la giusta attenzione nel merito.