Il Consiglio dei Ministri dà il via libera al mega impianto eolico PHOBOS di Castel Giorgio e Orvieto

Riceviamo e pubblichiamo: ” Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni, nella seduta del 27/6/2023 ha espresso un giudizio positivo di compatibilità ambientale in merito a 4 procedimenti di VIA comprendenti anche il Progetto PHOBOS relativo alla realizzazione di un mega impianto eolico con 7 aerogeneratori di 200 m di altezza e delle relative opere civili ed elettriche e di interconnessione alla rete nazionale.
L’impianto ricade nei Comuni di Castel Giorgio e Orvieto, a confine con Bolsena, mentre una stazione elettrica per il collegamento alla rete nazionale sarà realizzata su 5 ettari in loc. Torraccia di Castel Giorgio a confine con Acquapendente.
La stazione suddetta sarà posta a servizio non solo di PHOBOS, ma anche di altri mega impianti eolici/fotovoltaici dell’Alta Tuscia, concorrendo alla devastazione di un ampio territorio a carattere interregionale caratterizzato dalla presenza di Città d’arte, aree protette, siti della Rete Natura 2000, parchi e beni culturali, biodistretti, ecomusei del paesaggio, e vocato alla valorizzazione turistica e delle produzioni agricole di eccellenza.
Il CAT esprime viva indignazione per la decisione del Consiglio dei Ministri e preannuncia ogni azione di contrasto all’attuazione del Progetto PHOBOS per la salvaguardia della Tuscia umbro-laziale.
Ritiene in particolare incomprensibile la evidente violazione di norme nazionali, con particolare riferimento alla tutela delle fasce di rispetto stabilite con l’art. 20 del D.Lgs. 199/2021, come pure evidenzia il possibile fumus di incostituzionalità inerente le funzioni del Consiglio dei Ministri previste dall’art. 7 del D.L. 50/2022.
Si rivolge infine ai Sindaci del territorio per dare seguito ad iniziative di informazione rivolte alle comunità locali e per adottare atti formali sino a possibili ricorsi presso le sedi opportune contro l’approvazione del progetto PHOBOS.
Seguiranno ulteriori comunicati di commento ai contenuti del provvedimento del Consiglio dei Ministri”.

Il presente comunicato è stato sottoscritto da:
Associazione Idea di Bolsena
Associazione italiana di Etnoarcheologia
AssoTuscania
BLEU Bolsena Lago D’Europa
Be Like Your Place, BLYP
Comitato Ambiente e Salute della Tuscia
Comitato di Canino
Comitato per la tutela dell’Alfina
Comitato PHOBOS di Castel Giorgio e Orvieto
Comunità Rurale Diffusa
COPATTRIM
Rete NOGESI
Verde Tuscia




No all’impianto eolico di Castel Giorgio

CASTEL GIORGIO- Riceviamo dalle  associazioni ambientaliste ed i comitati di cittadini dell’Orvietano, che si oppongono al megaprogetto eolico e pubblichiamo: “Questa volta, ad essere nel mirino di un vasto cartello di soggetti, è un mega progetto eolico che va da Castel Giorgio a Orvieto, lambendo Bolsena: progetto assolutamente fuori scala, secondo gli ambientalisti, che sta allarmando tutti.
La società RWE Renwables Italia srl, ha richiesto alla VIA un progetto di parco eolico per un totale di ben 7 (sette) torri eoliche per un sviluppo in altezza di circa 200 metri ciascuna (!), da realizzarsi nei comuni di Castel Giorgio e Orvieto.
A contorno delle torri il progetto prevede elettrodotti di collegamento, strade di accesso per realizzare le installazioni, una cabina elettrica di grandi dimensioni, espropri di aree private e quant’altro necessario sconvolgendo paesaggio e ambiente. Logica base del progetto sembra essere soprattutto quella di collocare le torri nei punti più ventosi, a prescindere quindi dagli insediamenti abitativi esistenti, ignorando l’incessante rumore dei generatori in funzione, le rotte migratorie degli uccelli, e tante altre cose che fanno unico il comprensorio di Castel Giorgio-Orvieto-Bolsena.
Iniziative a dir poco strampalate che però, se non bloccate per tempo, farebbero correre gravissimi rischi al benessere dei residenti ed alle consolidate attività produttive locali e turistiche. Iniziative poi che non lasciano un soldo sul territorio che sfruttano e con gli utili aziendali che quasi sempre prendono il volo verso l’estero. Senza contare poi che proprio la malavita organizzata ha trovato, in alcune regioni e nelle energie alternative, un ottimo humus in cui seminare e riciclare i propri proventi illeciti.
Il paesaggio non solo definisce il territorio, ma lo condiziona, tant’è che ogni sua modifica si riflette anche sulle altre risorse e valori che il territorio stesso possiede ed esprime. Non solo: il paesaggio è bene primario e assoluto, conseguentemente la tutela del paesaggio è prevalente su qualsiasi altro giuridicamente rilevante (cfr. per tutti Corte Costituzionale n.189/2016, Consiglio di Stato, sez. IV, 29 aprile 2014, n. 2222).
Se viene spianata una collina, com’è già successo e continua a succedere in Italia e nel mondo (la Cina ha già cominciato con le montagne, programmando di spianarne ben settecento nel prossimo futuro!) il paesaggio cambia fortemente con la scomparsa di un bosco o di un campo di grano, di un prato o di un vigneto, di un frutteto o di un oliveto. Il territorio, così, resta intaccato irrimediabilmente e ciò succede anche quando si costruisce una casa o una strada, una fabbrica o un capannone, o quando, s’innalzano i pali con pale eoliche e si stendono sul terreno pannelli solari, che pur producono energia pulita.
In una società, quella che viviamo, dove il sistema è guidato dal profitto per il profitto con il tipo di sviluppo finalizzato a consumare e – visto che si è andato oltre – a distruggere e sprecare, anche un bene come l’energia pulita può trasformarsi in male, nel momento in cui diventa occasione di speculazione e corruzione, grandi affari per pochi, e, ciò che è ancora peggio, a scapito dei valori e delle risorse più importanti del territorio, in primo luogo la terra coltivata, fertile, quella che rinnova la sua capacità di donare cibo.
Questo attiene alla sopravvivenza stessa della attuale civiltà, dove la disponibilità di energia, che non comporti, per la sua produzione, rischi eccessivi per la vita dell’uomo e di tutto l’ecosistema, è fondamentale. In definitiva, quindi, si tratta di scegliere ora, anche se per il futuro, tra privilegiare la bellezza del territorio o la sua vivibilità concreta.
Anche se siamo fermi sostenitori delle energie pulite, rinnovabili, possono essere prodotte solo là dove non si fa agricoltura, attività che ha appunto nel territorio l’origine della qualità e della tipicità dei suoi prodotti.
La stessa priorità, di fronte alle rinnovabili, spetta al paesaggio, nel momento in cui esprime uno straordinario valore, la bellezza, che vale avere a disposizione e spendere per un territorio vocato al turismo: dichiarare il 15 giugno “Giornata mondiale del vento” e renderla occasione di promozione dei pali eolici per una loro diffusione, senza, però, parlare di priorità e di regole da far rispettare, vuol dire non avere consapevolezza dei danni enormi provocati dal cattivo uso del vento e del sole.
Danni enormi come la perdita di territorio, abbandono dell’agricoltura, aumento delle tasse per i cittadini, crescita della disoccupazione e dell’emigrazione dei giovani, incentivi alla speculazione e alla corruzione dilagante, nuovo assistenzialismo nelle campagne che si aggiunge ai vecchi deleteri assistenzialismi.
Una scelta non rinviabile sarebbe quella di bloccare subito questo processo e dare spazio a una programmazione in grado di evidenziare le strategie. In pratica le scelte da fare insieme con tutti i titolari del “bene comune” territorio; i cittadini, e non con le lobby, anche per rilanciare la democrazia messa in crisi dalla mancanza, appunto, di partecipazione, che, nell’era della conoscenza che noi tutti viviamo, rappresenta un grosso limite.
Solo se si opera nel rispetto del territorio, l’eolico e le altre energie rinnovabili definiscono il loro ruolo strategico per l’avvio di uno sviluppo davvero sostenibile, che è tale solo se riporta al centro l’agricoltura e, con essa, gli altri valori e risorse del territorio.
In questo modo si riesce a dare spazio alle vocazioni proprie di questo nostro Paese, quali la cultura, la storia, le tradizioni, la bellezza espressa dai paesaggi, la bontà dell’ambiente e, anche, di una cucina che trova questo carattere proprio nel territorio, quale origine della qualità.
Certo, non saranno contenti i padroni delle multinazionali, gli affaristi, i delinquenti, i corrotti e i corruttori, ma saranno felici le nuove generazioni nel momento in cui sentono salvaguardata la loro identità e si caricano di speranze.
I sindaci dei due comuni coinvolti Andrea Garbini e Roberta Tardani (anche il sindaco di Bolsena Paolo Dottarelli) si mobilitino: le associazioni ambientaliste saranno al loro fianco”.

Coordinamento Associazioni Orvietano, Tuscia e Lago di Bolsena

Amelia Belli, Associazione Accademia Kronos-sezione di Orvieto, Orvieto; Filippo Belisario, Associazione WWF – sezione di Orvieto, Orvieto; Lucio Riccetti, Associazione Italia Nostra- sezione di Orvieto, Orvieto; Vittorio Fagioli, Comitato Interregionale Salvaguardia Alfina (CISA), Orvieto; Mauro Corba, Associazione Altra Città, Orvieto; Anna Puglisi, Associazione La Renara per l’Eco sviluppo del territorio, Castel Giorgio; Fausto Carotenuto, Comitato Difesa Salute e Territorio di Castel Giorgio, C. Giorgio; Annalisa Giulietti, Comitato di Castel Giorgio in massa contro la biomassa, Castel Giorgio; Donato Borri, Comitato garanzie per la centrale a biomasse a Castel Viscardo, Castel Viscardo; Marco Carbonara, Associazione sviluppo sostenibile e salvaguardia Alfina, Acquapendente; Piero Bruni, Associazione lago di Bolsena, Bolsena; Stefano Ronci, Comitato tutela e valorizzazione Valli Chiani e Migliari, Ficulle; Massimo Luciani, Associazione Il Ginepro, Allerona; Riccardo Testa, Associazione il Riccio, Città della Pieve.

 




Appello contro il mega impianto eolico a Castel Giorgio e Orvieto

Riceviamo e pubblichiamo: “E’ stato presentato l’11.08.2021 al Ministero della Transizione Ecologica progetto per l’installazione di 7 pale eoliche nei comuni di Castel Giorgio e Orvieto. Sono pale alte 200 metri.
Secondo il sito https://va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/7975/11719 esso risulterebbe ancora in verifica amministrativa.
Ne viene violentata una delle città più belle al mondo, simbolo nazionale e internazionale dell’architettura gotica dell’Italia centrale.
La minaccia viene da impianti distruttivi e devastanti del territorio, costosi e scarsamente produttivi, che non risolverebbero in alcun modo il fabbisogno energetico, ma disperderebbero un patrimonio che non ha prezzo: la storia, l’arte, il paesaggio, le nostre radici. L’eolico ha creato solo speculazione e spreco di denaro pubblico perché in Italia manca ciò che può rendere gli impianti convenienti: il vento.
Spetta alla Regione dire sì o no a questo progetto decisamente fuori scala rispetto alle caratteristiche paesaggistiche, ambientali, culturali e storiche del territorio.
Ci appelliamo a tutte le istituzioni e i gruppi politici perché sappiano difendere gli interessi della nostra terra”.

Coordinamento Associazioni Orvietano, Tuscia e Lago di Bolsena:
Amelia Belli, Associazione Accademia Kronos-sezione di Orvieto, Orvieto; Filippo Belisario, Associazione WWF – sezione di Orvieto, Orvieto; Lucio Riccetti, Associazione Italia Nostra- sezione di Orvieto, Orvieto; Vittorio Fagioli, Comitato Interregionale Salvaguardia Alfina (CISA), Orvieto; Mauro Corba, Associazione Altra Città, Orvieto; Anna Puglisi, Associazione La Renara per l’Eco sviluppo del territorio, Castel Giorgio; Fausto Carotenuto, Comitato Difesa Salute e Territorio di Castel Giorgio, C. Giorgio; Annalisa Giulietti, Comitato di Castel Giorgio in massa contro la biomassa, Castel Giorgio; Donato Borri, Comitato garanzie per la centrale a biomasse a Castel Viscardo, Castel Viscardo; Marco Carbonara, Associazione sviluppo sostenibile e salvaguardia Alfina, Acquapendente; Piero Bruni, Associazione lago di Bolsena, Bolsena; Stefano Ronci, Comitato tutela e valorizzazione Valli Chiani e Migliari, Ficulle; Massimo Luciani, Associazione Il Ginepro, Allerona; Riccardo Testa, Associazione il Riccio, Città della Pieve.

 




Ok all’impianto geotermico di Castel Giorgio

E’ arrivato il via libera alla centrale geotermica di Castel Giorgio, nonostante l’opposizione di alcuni comuni della zona contro la sua realizzazione. Il consiglio di Stato ha dato parere favorevole, accogliendo il ricorso della società Itw Lkw e quello proposto dalla presidenza del consiglio dei ministri.

Sono state respinte, quindi, le istanze avanzate dalle amministrazioni comunali di Acquapendente, Bolsena, Grotte di Castro, Montefiascone ed ad altri comuni umbri.

 




Geotermia Castel Giorgio: la sentenza del Consiglio di Stato attesa per il 16 settembre. Trenta comuni si oppongono all’impianto

di LIA SARACA-

MONTEFIASCONE (Viterbo) – Atteso per il 16 settembre prossimo il giudizio del Consiglio di Stato sull’impianto geotermico pilota di Castel Giorgio. Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio (Tar) ha di fatto bloccato la realizzazione dell’impianto accogliendo il ricorso dei comuni che a suo tempo avevano impugnato la deliberazione del 31 luglio 2019 sul via libera all’impianto da parte del Consiglio dei ministri.

Di seguito, però, la società proponente dell’impianto geotermico di Castel Giorgio ha fatto ricorso al Consiglio di stato la cui sentenza è attesa dunque per  il 16 settembre. Una data importante per tutto il comprensorio del lago di Bolsena e oltre, con i comuni interessati e le associazioni ambientaliste che hanno proseguito il percorso di tutela del territorio anche alla luce del fatto che la società “ha ottenuto dal Consiglio di stato di poter iniziare i lavori in attesa del giudizio – evidenzia l’associazione Lago di Bolsena -. Ha anche chiesto e ottenuto la proroga di 5 anni della VIA approvata nel 2015 dalla Commissione VIA-VAS attualmente non più in carica essendo da tempo scaduta, ma la Commissione in carica ha espresso parere favorevole alla proroga”.

Intensificati in questo ultimo periodo le azioni contro la realizzazione dell’impianto geotermico pilota a Castel Giorgio tra cui l’invio di una lettera al ministro Roberto Cingolani, Ministero della Transizione Ecologica; al ministro Dario Franceschini, Ministero della Cultura; al presidente della Commissione VIA e VAS,  Massimiliano Atelli.

“Abbiamo scritto ai ministri la lettera che contiamo sia letta dai destinatari – illustra Piero Bruni, presidente dell’associazione lago di Bolsena -. Abbiamo stampato 500 copie dell’opuscolo “Verità” e del volantino “Sintesi”. Questi ultimi sono stati inviati per posta e via mail a circa 300 deputati e senatori delle commissioni Ambiente e dei Beni Culturali e a 30 sindaci”.

Nella lettera si chiede l’annullamento della proroga della VIA concessa dai Ministeri della Transizione Economica e della Tutela dei Beni Culturali essendo stata “invalidata” dagli eventi illustrati nello scritto in particolare dal terremoto “innescato” di Strasburgo avvenuto due mesi dopo la data della proroga.

“Dal 2015 il quadro mondiale scientifico – conoscitivo relativo agli impianti geotermici è stato completamente capovolto a causa di nuovi elementi emersi nel corso dei sei anni trascorsi da allora – evidenzia la missiva -. Anche recentemente si sono aggiunti numerosi eventi, fra i quali una serie di sismi a Castel Giorgio, di cui uno nel 2016 di magnitudo 4.1 e ultimamente un terremoto di magnitudo 3.9 avvenuto a Strasburgo il 26 giugno 2021. L’impianto di Strasburgo ha prodotto sismi in parte “indotti”, cioè direttamente dovuti all’attività dell’impianto, e in parte “innescati”. L’ultimo terremoto era “innescato” ed è avvenuto dopo l’approvazione del decreto di proroga della VIA, quindi invalida tale VIA che non prevede terremoti innescati”.

Accanto a questo, l’associazione evidenzia come, in base al principio della precauzione, si dovrebbe tener conto “della sicurezza delle persone e della fragilità sismica dei centri storici caratteristici della civiltà del tufo, nei quali si trovano beni di grandissimo valore tra cui il Duomo di Orvieto, la basilica di Santa Cristina a Bolsena, la Chiesa di San Flaviano a Montefiascone, la chiesa di San Giacomo sull’isola Bisentina, il Chiostro di San Francesco ad Acquapendente. Un terremoto “innescato” nelle strutture tettoniche del graben Siena-Radicofani-Cimino sarebbe catastrofico”.

Non è da dimenticare, inoltre, che è in corso di autorizzazione il Biodistretto Lago di Bolsena al quale hanno aderito venti dei trenta comuni che si oppongono alla geotermia e, non da ultimo, che l’autorizzazione dell’impianto geotermico di Castel Giorgio “aprirebbe la strada a tutti gli altri progetti di geotermia attorno al lago di Bolsena – termina l’associazione Lago di Bolsena – trasformando il territorio in un’area industriale. Da considerare che il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) ha affidato alla geotermia un ruolo residuale”.

Prosegue, infine, la raccolta popolare di fondi per raggiungere la cifra utile a sostenere le spese legali contro il ricorso della società dell’impianto pilota geotermico e “per non perdere dieci anni di lotta contro la geotermia attorno al lago di Bolsena – rimarca l’associazione -. Sarebbe compromesso anche il progetto del Biodistretto”. Chiunque volesse contribuire può farlo con un bollettino postale al numero 1054852254 oppure con un bonifico: Iban IT94 Z076 0102 8000 0105 4852 254. Destinatario: Associazione Lago di Bolsena, causale “Contributo spese legali no geotermia”.

Leggi il testo della lettera ai Ministri

Leggi il testo di “Operazione Verità”




Bolsena lago d’Europa invia un appello: “No geotermia a Castel Giorgio”

BOLSENA (Viterbo) – Bolsena lago d’Europa (Associazione per la tutela del lago) invia alla nostra testata giornalistica un appello a tutte le popolazioni che orbitano attorno all’impianto geotermico di Castelgiorgio : “Si avvicina il 16 settembre, data della discussione davanti al Consiglio di Stato del ricorso dell’ITW&LKW Italia contro la decisione del TAR Lazio di annullare l’autorizzazione dell’impianto a Castel Giorgio. Sono state depositate memorie e contromemorie, nelle quali i recenti eventi sismici a Strasburgo hanno trovato grande attenzione. Mentre l’ITW nega che quanto accaduto a Strasburgo possa succedere a Castel Giorgio, gli avvocati dei comuni e di Italia Nostra mettono in evidenza la similitudine dei due progetti di centrali geotermiche binarie. A Strasburgo, dai primi terremoti provocati dalle attività geotermiche novembre 2019, la Terra non trova pace, con lunghe sequenze sismiche e singoli eventi di magnitudo addirittura crescente nel tempo, di cui quello del 26 giugno di M = 3,9 (scala Richter) comparabile ai sismi più forti mai osservati nella zona. Ciò, mesi dopo l’arresto delle attività per decreto della prefetta che, il 7 dicembre 2020, giudicava che il progetto “non presenta più le garanzie di sicurezza indispensabili”. Eventi imprevedibili, sismicità provocata dall’uomo fuori controllo: sostenuti da argomenti scientifici inconfutabili, noi riteniamo che l’impianto di Castel Giorgio presenta gli stessi rischi, con l’importante differenza che i terremoti causati dalle attività geotermiche a Castel Giorgio potrebbero raggiungere una magnitudo di poco sotto M = 6, liberando un’energia mille volte più forte di quelli a Strasburgo. Per dare una mano in difesa del nostro territorio, vi chiediamo di partecipare alla raccolta fondi per i ricorsi versando il vostro libero contributo via bollettino postale o bonifico bancario. Di seguito, i dati necessari:
• Beneficiario: Associazione Lago di Bolsena
• Causale: contributo spese legali No geotermia a Castel Giorgio
• Bollettino postale: n. 1054852254
• IBAN: IT94 Z076 0102 8000 0105 4852 254
Grazie!”




Acquapendente, il consiglio approva lo schema di accordo per l’affidamento del servizio di tutela legale per impianto Castel Giorgio

ACQUAPENDENTE (Viterbo)- Riceviamo e pubblichiamo: “Il Comune di Acquapendente ha approvato con Delibera di Giunta lo schema di accordo con quelli di Castel Giorgio, Bolsena, Montefiascone, Allerona, Orvieto, Grotte di Castro per l’affidamento congiunto del servizio di tutela legale nel procedimento impianto pilota denominato “Castel Giorgio” per ricerca risorse geotermiche – Ricorso al Consiglio di Stato. Questo il testo ufficiale dell’atto : “ La Giunta Comunale PREMESSO che: ✓ La società ITW LKW Geotermia Italia s.p.a. ha presentato nel 2011 al Ministero dello Sviluppo Economico istanza tesa al rilascio del permesso di ricerca di risorse geotermiche finalizzato alla sperimentazione di due impianti pilota denominati “Castel Giorgio – Torre Alfina”; ✓ Con ricorso R.G. n. 293 del 2017 dinanzi al Tribunale Amministrativo della Regione Umbria la società ha chiesto l’accertamento dell’obbligo del Ministero di provvedere sull’istanza presentata, chiedendo contestualmente l’annullamento di alcune deliberazioni adottate in merito dalla Regione Umbria; ✓ a seguito della sentenza n. 197 del 13 febbraio 2018 del Tribunale Amministrativo Regionale per l’Umbria, il Ministero dello Sviluppo Economico ha rimesso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ex art. 14 – quater della legge 7 agosto 1990, n. 241 il procedimento per l’assegnazione del permesso di ricerca di risorse geotermiche per sperimentazione impianto pilota denominato “Castel Giorgio”; ✓ in data 31 luglio 2019 il Consiglio dei Ministri ha deliberato di consentire la prosecuzione del procedimento di assegnazione del permesso di ricerca denominato “Castel Giorgio”; ✓ la suddetta deliberazione del 31 luglio 2019 è stata impugnata innanzi a TAR del Lazio con diversi ricorsi, tra cui quello, rg. 13938/2019, dei Comuni di Acquapendente (Deliberazione di Giunta Comunale n. 152/2019), Allerona, Bolsena, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Grotte di Castro, Montefiascone, Orvieto e la Provincia di Viterbo; ✓ il TAR Lazio, con sentenza 1897/2021 ha accolto il ricorso rg. 13938/2019; APPRESO che in data 7 aprile 2021 la società ITW LKW Geotermia Italia SpA ha presentato ricorso in appello presso il Consiglio di Stato, chiedendo l’annullamento e/o la riforma, previa sospensione cautelare, della sentenza del TAR Lazio, sez. II bis, n. 1897/2021; TENUTO CONTO che il Comune di Castel Giorgio, nel cui territorio si prevede si realizzi l’impianto in questione, con deliberazione di Giunta Comunale n. 22 del 15 aprile 2021, ha già formalizzato la volontà di costituirsi nel giudizio davanti al Consiglio di Stato incardinato con il ricorso in appello della società ITW LKW per l’annullamento e/o la riforma, previa sospensione cautelare, della sentenza del TAR Lazio, sez. II bis, n. 1897/2021; EVIDENZIATO che, fin dall’avvio della procedura per il rilascio del permesso di ricerca in questione, il Comune di Acquapendente, quale ente locale interessato, ha ribadito la ferma contrarietà alla realizzazione dell’impianto pilota in questione, alla luce dei rischi per il territorio che potrebbero derivarne; CONSIDERATO che persistono ancora oggi delle forti preoccupazioni per le conseguenze che la realizzazione dell’impianto in questione potrebbe avere sul territorio interessato e, in particolare, sulla salubrità delle risorse acquifere; RITENUTO, pertanto, doveroso far valere in sede giudiziaria le motivazioni che stanno alla base della contrarietà all’avvio dell’impianto pilota, avviando le opportune iniziative; RILEVATO che, a seguito di incontri tenutisi tra i rispettivi rappresentati, la volontà di costituirsi nel giudizio davanti al Consiglio di Stato incardinato con il ricorso in appello della società ITW LKW, già formalizzata dal Comune di Castel Giorgio, è condivisa anche dalle altre Amministrazioni interessate e, in particolare, dai Comuni di Acquapendente, Bolsena, Castel Viscardo, Allerona, Montefiascone, Grotte di Castro e Orvieto; RITENUTO che la sinergia tra gli Enti interessati e lo svolgimento in forma associata delle attività necessarie all’instaurazione del giudizio consente di consolidare il fronte comune creatosi, crea un valore aggiunto e consente una gestione più efficace ed efficiente della procedura amministrativa da avviarsi; VISTA la direttiva 2014/24/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014 sugli appalti pubblici e, in particolare, l’art. 38 che prevede la possibilità che due o più amministrazioni aggiudicatrici possono decidere di eseguire congiuntamente alcuni appalti specifici; VISTO il considerando 71 della stessa direttiva che, nell’elencare le modalità di realizzare appalti congiunti occasionali, annovera anche l’ipotesi in cui le amministrazioni aggiudicatrici interessate attuano congiuntamente un’unica procedura d’appalto affidando a un’amministrazione aggiudicatrice la gestione della procedura d’appalto a nome di tutte le amministrazioni aggiudicatrici; VISTO, altresì, l’art. 15 della legge 7 agosto 1990, n. 241 che consente alle amministrazioni pubbliche di concludere tra loro accordi per disciplinare lo svolgimento in collaborazione di attività di interesse comune; RITENUTO di ricorrere ad una forma di affidamento congiunto dell’incarico legale in questione; RITENUTO, a tal fine, di dover precisare le modalità di realizzazione dell’appalto congiunto, con particolare riferimento alla ripartizione degli obblighi dallo stesso derivanti; EVIDENZIATO che: • L’attuazione della collaborazione è retta unicamente dall’obiettivo di tutelare l’interesse pubblico alla preservazione del territorio e dell’amenità del patrimonio naturalistico della zona dell’altopiano dell’Alfina, che sarebbe compromesso dall’impianto che la società ITWLKW Geotermia Italia s.p.a. intende realizzare; • L’accordo in questione realizza una cooperazione fra le Amministrazioni interessate finalizzata a garantire che le attività poste in essere siano prestate nell’ottica di conseguire l’obiettivo comune; • L’accordo in questione non interferirà negativamente sulla libera concorrenza, in quanto l’aggiudicatario del servizio dovrà essere individuato sulla base della vigente normativa in materia di contratti pubblici, tenuto conto delle linee guida adottate dall’ANAC proprio in materia di affidamento dei servizi legali; PRECISATO che gli unici movimenti finanziari ammessi tra gli Enti coinvolti sono quelli corrispondenti al rimborso delle spese effettivamente sostenute per l’incarico in questione; PRECISATO, altresì, che tutte le Amministrazioni svolgeranno, in virtù dell’accordo, un ruolo attivo con piena condivisione di responsabilità; ESAMINATO lo schema di accordo che si compone di n. 12 (dodici) articoli e che si allega alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale; ACQUISITI, ai sensi degli artt. 49 e 147bis del d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, il parere favorevole del Responsabile dell’Area competente in ordine alla regolarità tecnica del presente atto e quello favorevole del Responsabile dell’Area Finanziaria in ordine a quella contabile; VISTO il d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267; VISTO il d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50; VISTO lo Statuto; VISTO il vigente Regolamento comunale sull’ordinamento degli uffici e servizi; Per tutto quanto esposto, DELIBERA 1. DI FORMALIZZARE la volontà di questa Amministrazione Comunale di costituirsi nel giudizio davanti al Consiglio di Stato incardinato con il ricorso in appello della società ITW LKW per l’annullamento e/o la riforma, previa sospensione cautelare, della sentenza del TAR Lazio, sez. II bis, n. 1897/2021; 2. DI PRENDERE ATTO quindi che congiuntamente, oltre il Comune di Castel Giorgio ed Acquapendente, anche i Comuni di Bolsena, Montefiascone, Allerona, Orvieto, Grotte di Castro e Castel Viscardo condividono la volontà di costituirsi nel giudizio davanti al Consiglio di Stato incardinato con il ricorso in appello proposto dalla società ITW LKW Geotermia Italia SpA in data 7 aprile 2021; 3. DI RICORRERE per l’affidamento dell’incarico legale in questione ad una forma di appalto congiunto occasionale; 4. DI APPROVARE, a tal fine, lo schema di accordo che si compone di n. 12 (dodici) articoli e che si allega alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale; 5. DI INDIVIDUARE quale Ente capofila, delegato della gestione della procedura di individuazione del professionista al quale conferire l’incarico legale a nome di tutte le Amministrazioni firmatarie dell’accordo, il Comune di Castel Giorgio, in considerazione della collocazione geografica dell’impianto pilota; 6. DI AUTORIZZARE il Sindaco alla sottoscrizione dell’accordo allegato nonché, sin d’ora, alla sottoscrizione del mandato alle liti al difensore individuato all’esito della procedura di affidamento; 7. DI DICHIARARE la presente deliberazione immediatamente eseguibile ai sensi dell’art. 134, co. 4 del d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267, stante l’imminenza dell’udienza cautelare”

 




Geotermia Castel Giorgio, Il Tar del Lazio boccia l’autorizzazione. Accolto il ricorso di Comuni e associazioni

di LIA SARACA –

 MONTEFIASCONE ( Viterbo) –  Stop alla realizzazione dell’impianto geotermico pilota a Castel Giorgio. Il Tar per il Lazio ha accolto il ricorso dei comuni di Acquapendente, Allerona, Bolsena, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Grotte di Castro, Montefiascone e Orvieto. Che hanno impugnato la deliberazione del 31 luglio 2019 con la quale il Consiglio dei Ministri aveva superato la mancata intesa della Regione Umbria consentendo la prosecuzione del procedimento per la realizzazione dell’impianto geotermico.

“Una vittoria scaturita dalla collaborazione tra amministrazioni comunali, provinciali e regionali, oltre che tra le associazioni ambientali locali e quelle nazionali – rimarca Vittorio Fagioli della Rete nazionale Nogesi (No Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante) -. Le contestazioni dei Comuni a proposito del rischio sismico (induzione e innesco di terremoti) e degli impatti sulla risorsa idrica, espresse anche grazie al sostegno di autorevoli periti ed al prezioso contributo conoscitivo delle associazioni locali, sono state infatti sposate e fatte proprie anche dalla Provincia di Viterbo, dalla Regione Umbria, dalla Regione Lazio e da Italia Nostra in autonomi ricorsi, che sono stati parimenti tutti accolti dal Tar per il Lazio”.

Il Tar per il Lazio, con la sentenza numero 1897 del 16 febbraio 2021, “ha infatti accolto le argomentazioni dell’avvocato Greco a proposito della natura transfrontaliera della risorsa naturale – sottolinea Nogesi – alla quale l’impianto avrebbe attinto, riconoscendo così l’illegittimità della deliberazione del Consiglio dei Ministri, assunta senza ottenere preventivamente l’intesa della Regione Lazio, nonostante la stessa avesse denunciato i gravi danni che l’attività dell’impianto, pur essendo localizzato in territorio umbro, avrebbe potuto causare al Lago di Bolsena e al bacino acquifero che lo caratterizza”.

Accanto a questo c’è anche un altro importante risultato della sentenza, quello “di avere imposto la riapertura del procedimento – evidenzia la rete nazionale Nogesi – nel quale non solo dovrà essere acquisita l’intesa sia della Regione Umbria che della Regione Lazio, ma dovrà essere svolta una nuova istruttoria che tenga conto dei rischi sismici e di impatto sulla risorsa idrica da sempre denunciati dai Comuni”.

Quest’ultima sentenza del Tar segue quella emessa dal Consiglio di Stato di circa una settima fa, un procedimento che ha definitivamente bocciato l’altro impianto geotermico pilota denominato “Torre Alfina” portando “a compimento lo straordinario lavoro svolto dall’avvocato Michele Greco – termina la Rete nazionale Nogesi – per valorizzare i coraggiosi sforzi da sempre profusi dalle amministrazioni comunali per tutelare un’area, quella posta al confine tra le Regioni Lazio ed Umbria, di valore ambientale, paesaggistico e naturalistico senza pari”.

DI SEGUITO LA SENTENZA INTEGRALE

 




Il Tar annulla le autorizzazioni per la geotermia a Castel Giorgio

BAGNOREGIO (Viterbo) – Il TAR annulla le autorizzazioni per la geotermia a Castel Giorgio. “Felici di aver contribuito, questo territorio unito vince” afferma il sindaco di Bagnoregio, Luca Profili.




Vittoria al Tar contro il progetto Geotermia a Castel Giorgio, Di Sorte: “Vittoria importante per l’intero territorio”

BOLSENA ( Viterbo) – Riceviamo da Andrea Di Sorte (Vicesindaco di Bolsena) e pubblichiamo: “La sentenza del Tar del Lazio ripristina un equilibrio fondamentale per il nostro territorio: il parere degli enti locali, quello dei cittadini e quello delle istituzioni regionali, hanno un valore. E lo hanno nella misura in cui certe scelte calate dall’alto possono avere un impatto importante nella vita della popolazione.

Sono anni che ci battiamo contro la realizzazione della centrale geotermica di Castel Giorgio, abbiamo presentato documenti, pareri, messo nero su bianco le nostre perplessità sostenute da evidenze scientifiche presso le sedi del governo centrale; eppure sembrava non bastare. C’è voluta la giustizia per porre fine a questa esperienza, con una sentenza che esprime alcuni concetti fondamentali: il progetto deve ripassare di nuovo dalla Commissione di VIA e poi deve passare in Consiglio dei Ministri con la presenza della Regione Lazio (nel 2019 esclusa). Inoltre, la commissione di valutazione  ambientale deve porre attenzione su due aspetti: quello sismico del territorio interessato e quello ambientale legato al lago di Bolsena. Cose di non poco conto che erano l’oggetto del nostro ricorso.
Voglio ringraziare tutte le associazioni di cittadini che hanno sostenuto questa azione, i sindaci di oggi, e quelli di ieri, che hanno iniziato questo impervio percorso, ringrazio l’avvocato Greco, che ha lavorato con grande pazienza al nostro fianco. Un ruolo fondamentale lo hanno avuto la Provincia di Viterbo e la Regione Lazio.
Ma questa è anche la vittoria dei tanti esperti e scienziati che ci hanno stimolato e sensibilizzato durante questi anni. Oggi, in definitiva, è la vittoria di tutti, ma rimaniamo coi piedi per terra, perché la partita non è totalmente conclusa, ci sarà ancora da combattere”.



Impianto geotermia Castel Giorgio, Battistoni (FI): “Depositata interrogazione al governo”

VITERBO – Riceviamo dal Francesco Battistoni (FI) e pubblichiamo: “Nella giornata di oggi ho depositato un’interrogazione al Governo per chiedere la revisione dell’autorizzazione rilasciata dal Consiglio dei Ministri il 31.07.2020 riguardante l’impianto di geotermia sul Comune di Castel Giorgio.

Ci sono nuovi elementi che richiedono che si torni, con la massima urgenza, alla valutazione di impatto ambientale presso il Ministero dell’Ambiente. Ricordo infatti che la valutazione di cui ha tenuto conto il Consiglio dei Ministri per il via libera, non considerava il terremoto del 2016 che colpì il Comune di Castel Giorgio con sisma di magnitudo 4.1. A questo va aggiunto, senza alcun dubbio, lo sciame sismico in corso in queste ore tra Bolsena, San Lorenzo Nuovo e Castel Giorgio.
Ricordo che su questo impianto gravano tre ricorsi al TAR, ci sono due Regioni contrarie (Umbria e Lazio), ci sono tutti i sindaci del comprensorio contrari, c’è la Provincia di Viterbo contraria, ci sono comitati di liberi cittadini contrari.
Anche le parole del Presidente dell’INGV Carlo Doglioni di questa mattina (“verificate se le vostre abitazioni  siano in grado di resistere ad eventi di magnitudo importante, perché potrebbero esserci”),non ci lasciano tranquilli, il rischio sismico esiste.
Chiederò al Governo la possibilità di riportare in Commissione di V.I.A. il progetto di Castel Giorgio e mi attiverò personalmente presso il Ministero dell’Ambiente per portare le ragioni del nostro territorio anche rispetto a tutti gli altri progetti di geotermia che insistono a nord della nostra Provincia”.




Geotermia a Castel Giorgio e sull’Alfina

Riceviamo da Piero Bruni – Presidente Associazione Lago di Bolsena e pubblichiamo: “Da vari articoli dei media online risulta che durante la seduta del Consiglio di Montefiascone che ha avuto luogo sabato 18 scorso si è parlato, fra tanti argomenti, anche della geotermia a Castel Giorgio. Sull’argomento, che è di vitale importanza per il futuro di tutti noi cittadini, ci sembra opportuno intervenire.
L’impianto di Castel Giorgio assieme a quello limitrofo di Torre Alfina prevedono un totale di ben 18 pozzi profondi da 1000 a 2300 metri. Se fosse definitivamente autorizzato anche uno solo di questi due impianti, si aprirebbe la strada a tantissimi altri e, fatte le proporzioni fra la piccola area occupata dai due impianti e tutte le altre aree richieste per la ricerca, è facilmente prevedibile che nei prossimi anni avremmo alcune centinaia di pozzi attorno al lago. La maggioranza degli impianti sarebbe del tipo “flash” come quelli dell’Amiata, o come quello allo studio “Nuova Latera”, che emettono in atmosfera sostanze dannose per i cittadini e per il clima.
Tutti i tipi di impianti geotermici attualmente esistenti sono incompatibili con la geologia del nostro sottosuolo: movimentano grandi quantitativi di acque sotterranee con il conseguente pericolo di inquinare con fluidi cancerogeni la falda acquifera, della quale il lago è la parte emergente, oltre a consumare acqua “buona” che scarseggia. Aumenterebbero inoltre il rischio sismico. Sarebbe la fine del SIC Lago di Bolsena e del suo bacino.
Ne consegue che i danni provocati dai due impianti non vanno considerati a sé stanti, ma valutati nell’ottica di un lungimirante quadro d’insieme tenendo conto degli sviluppi successivi. Le Amministrazioni debbono fare una valutazione strategica globale sul destino del lago e del suo bacino. Abbiamo segnalato il problema anche alla Commissione Ambiente europea essendo il lago tutelato dalla normativa “Natura 2000”. L’eventuale autorizzazione dell’impianto di Castel Giorgio pone il nostro comprensorio lacustre al bivio fra biodistretto e colonia geotermica.
Contiamo sulla saggezza delle Amministrazioni comunali: maggioranza e opposizione.