Al via un anno di celebrazioni per un secolo di Scautismo a Viterbo

VITERBO – Si è aperto ufficialmente il Centenario dello Scautismo Viterbese. I prossimi 12 mesi saranno costellati da una serie di iniziative ed eventi volti a testimoniare, narrare e preservare nella memoria futura una storia, iniziata nel 1923, che ha pochi uguali in Italia.
Ai piedi dell’altare della Chiesa di Santa Barbara – gremita dagli Scout di ogni età e di ogni Gruppo viterbese, di oggi e del passato – Lupetti e Coccinelle, Esploratori e Guide, Rover e Scolte e Adulti Scout hanno attraversato un simbolico ponte di legno, seguendo la traccia di quanti li hanno preceduti e mostrandola a quanti verranno.
Anche S. E. il Vescovo Orazio Francesco Piazza, salito sul ponte, si è soffermato in corrispondenza della chiave di volta, il punto in cui le forze contrastanti trovano il necessario equilibrio e l’incontro.
Da qui ha lanciato un’accorata richiesta: “Mi aiutate? Mi aiutate a realizzare un progetto di Amicizia Sociale?”
Alto si è levato il Sì degli Scout.
Un Sì ribadito alla Sindaca Chiara Frontini quando, a sua volta, ha proposto un anno di celebrazioni da vivere all’insegna dei valori fondanti dello Scautismo.
Con lo spirito pratico che li contraddistingue, gli Scout di Viterbo hanno immediatamente raccolto l’invito e l’hanno declinato in un vero e proprio calendario di eventi ed iniziative che si terranno fino ad ottobre 2024.
Mostre e testimonianze di un secolo di cammino ed impegno, civile e sociale, momenti conviviali e di celebrazione, il rinnovo della Promessa Scout, campagne di sensibilizzazione sui media tradizionali e on-line.
E, ovviamente, la richiesta di intitolare al Professor Guglielmo Casciani, per tutti Mino, un luogo, un edificio, un pezzo della città in cui ha contribuito a far conoscere il sentiero scout a generazioni di ragazzi viterbesi.
Il prossimo appuntamento? A Dicembre, ma ne riparleremo!




Centenario della nascita del partigiano viterbese Nello Marignoli

di MARIELLA ZADRO-

VITERBO- Oggi 19 aprile 2023, Nello Marignoli avrebbe compiuto 100 anni.
Un partigiano viterbese che l’associazione A.N.P.I. di Viterbo lo vuole ricordare il 21 aprile alle ore 20:00 presso il circolo “Il Cosmonauta” via dei Giardini, 11 in Viterbo.
Per l’occasione, l’attore Pietro Benedetti ricorderà l’amico Nello con il suo intervento “Drug Gojko”.
Inoltre, sarà organizzato un momento conviviale, per la prenotazione contattare: cell.349.260.16.20.

 




Centenario della nascita di Pasolini, artista innamorato della Tuscia

di SIMONE CHIANI –

Oggi, 5 marzo 2022, ricorre il centenario della nascita dell’artista poliedrico Pier Paolo Pasolini, nato appunto nel 1922 da Susanna e Carlo Alberto; sebbene la patria biologica sia Bologna, i continui trasferimenti che hanno accompagnato Pasolini fin dalla giovanissima età hanno contribuito a rendere difficoltosa l’individuazione di una vera e propria “casa”.

Nel 1964, mentre la base abitativa è dunque Roma, il poeta pubblica con Garzanti la raccolta di liriche “Poesia in forma di rosa”, nella quale è esplicitato proprio questo dissidio interiore per la ricerca di un luogo di riferimento in cui il poeta si ritrovasse intimamente; scrive così, nell’opera, preannunciando una svolta imminente:

Ricerco la casa della mia sepoltura / […]. /mi butta per le strade d’una città nemica, / a cercare la casa che non voglio più. / […] / mi era sembrata sempre allegra questa zona / dell’Eur, che ora è orrore e basta. / Mi pareva abbastanza popolare, buona / […] / E dove, allora, trovarlo il mio studio, calmo / e vivace, il “sognato nido dei miei poemi” / che curo in cuore come un pascoliniano salmo?

Pare dunque respinta anche la Roma a cui tanto spazio vitale Pasolini concede. Ma cosa accade, insomma, in quel 1964?

Accade che Pier Paolo Pasolini incontra, dopo tanti anni di insoddisfazione, la casa-studio che aveva annunciato di cercare. E la trova in Provincia di Viterbo, nei territori di Soriano nel Cimino, dalle parti dell’antica Chia.

La trova dopo un incontro quasi mistico, avvenuto per la ricerca di set adatti al battesimo di Gesù nel film “Il Vangelo Secondo Matteo”, di cui è regista. La trova in quel meraviglioso “bosco di querce rosa“, che tanto decanterà, e che diventerà il suo ritrovo prediletto, creandolo su misura per sé stesso. La trova accompagnata dalle splendide cascatelle del Fosso Castello e da resti di epoche antichissime.

La nota Torre di Chia verrà acquistata 6/7 anni dopo che questo primo rapporto è consumato, dopo una battaglia burocratica particolarmente sofferta, durante la quale Pasolini scrive infatti la dedica più bella nei confronti della Tuscia:

Ebbene ti confiderò prima di lasciarti che io vorrei / essere scrittore di musica, vivere con degli strumenti / dentro la torre di Viterbo che non riesco a comprare, / nel paesaggio più bello del mondo, dove l’Ariosto / sarebbe impazzito di gioia nel vedersi ricreato con / tanta innocenza di querce, colli, acque e botri, e lì / comporre musica l’unica azione espressiva forse, / alta, e indefinibile come le azioni della realtà.

Il paesaggio più bello del mondo, dunque, che Pasolini riuscì a “conquistare” e per il quale diede tanto, anche e soprattutto in termini di battaglie: è bene ricordare l’importanza dello scrittore nella statalizzazione dell’Università della Tuscia, per la quale scese addirittura in piazza a Roma insieme a circa 600 studenti viterbesi; fondamentale ribadire la denuncia sulla speculazione edilizia mondiale evidenziata nei docu-film “La forma della città” e “Le mura di Sana’a”, cortometraggi nei quali Orte è assoluta protagonista; inutile stare a sottolineare la guerra che condusse per salvaguardare tradizioni e mondo contadino, trovati ancora intatti nella Tuscia e difesi attraverso numerose opere, tra le quali articoli passati alla storia come “Cara Tuscia“.

Un rapporto di convivenza naturale, quello tra Pasolini e la Tuscia, che ebbe la meglio su tutti i rapporti con gli altri luoghi che lo scrittore incontrò; “da nessuna parte riesco a lavorare così bene come in quel posto di querce così perfettamente arcaico” diceva, e voleva inoltre che esso diventasse “il luogo della sua sepoltura“, fatto poi non avvenuto non certo per sua volontà.

Ma cosa rimane, oggi, di Pier Paolo Pasolini nella Tuscia?

Fatta eccezione per il ricordo dei dediti alla disciplina, per l’interesse intermittente dei curiosi e per una torre che i privati aprono al pubblico mezza giornata al mese, poco e niente.

Rimangono iniziative sparse di associazioni culturali e simili, presentazioni individuali di lavori a lui dedicati ma, per esempio, neanche una via, un cortile, una piazza o un’aula dell’Unitus dedicata: ed è davvero incredibile, considerando come in pochi, della sua caratura, abbiano avuto contatti tanto profondi con il viterbese.

La speranza è che nel corso dell’anno che verrà, nel quale si promettono un’insolita quantità di eventi a lui dedicati per il centenario, questo interesse sopito possa essere riacceso; e che gli amministratori in primis, oltre che i cittadini stessi, possano far nuovamente loro tutta la bellezza e gli insegnamenti che, con logica e cuore, Pasolini diffuse nella nostra splendida terra.

Articolo del Messaggero su Pasolini e la Tuscia [22/09/1974]




Il 6 maggio l’inizio delle celebrazioni per il centenario della nascita di Padre Chiti, Generale dell’Esercito e Frate

VITERBO – Giovedì 6 maggio 2021 si aprono le celebrazioni del centenario della nascita di Padre Gianfranco Maria Chiti, Generale dei Granatieri e Frate francescano, nato a Gignese il 6 maggio 1921.

Alle 17 di giovedì, nella Scuola Sottufficiali dell’Esercito di Viterbo, il Generale Comandante terrà un’allocuzione sulla vita e le opere di Padre Chiti. A cura dell’associazione “Allievi di Padre Chiti” saranno consegnate al Comandante della Scuola militare delle targhe commemorative e i gagliardetti con il logo associativo ai due battaglioni allievi. Delle gigantografie del festeggiato sono state già installate all’interno della SSE.

Sempre il 6 maggio, alle ore 11, presso il parco adiacente la Chiesa di San Crispino da Viterbo, in località Ponte del Sole, a Orvieto (TR), sarà intitolata a Gianfranco Chiti un’area verde. Lo stesso giorno, le comunità religiose di Gignese (VB), città natale di Padre Chiti, Nocco e Vezzo, lo ricorderanno a partire dalle ore 16 con un rosario meditato, l’adorazione eucaristica e la celebrazione della Santa Messa, che sarà officiata anche domenica 9 maggio, alle 10.45.

A partire dalle 17.30 del 6 maggio, a Villa Bartolomea (VR),  l’amministrazione comunale, l’Associazione Nazionale Granatieri e l’associazione “Allievi di Padre Chiti”, ne tratteggeranno la vita e le opere. Inoltre, sarà deposta una corona al monumento al Granatiere e verrà celebrata una messa nella chiesa parrocchiale.

In seconda serata, sull’emittente televisiva Tv2000, alle ore 22.55, nel corso del programma “Ai confini del sacro”  andrà in onda un documentario su Padre Gianfranco Maria Chiti, dal titolo Gianfranco Chiti, il Generale reclutato da Dio”. Il documentario sarà trasmesso in replica il giorno 8 maggio 2021, alle 13.50.

Un altro importante evento si svolgerà nel Duomo di Orvieto (TR)sabato 8 maggio 2021, alle ore 18, con una solenne celebrazione, officiata dal Vescovo Gualtiero Sigismondi, in onore di Padre Chiti e del suo Centenario. La Santa Messa sarà trasmessa in diretta streaming sulla pagina Facebook di Orvieto Notizie.

Domenica 9 maggio, alle 10, nella chiesa di San Salvatore di Sanguigna a Colorno (PR), a cura dell’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna, si terrà una santa messa, officiata da Don Marcello Benedini. A Pesaro, alle 10, nella Basilica di San Decenzio, posta all’interno del cimitero dove riposano le spoglie di Pade Chiti, sarà officiata una Messa.

“Si tratta delle iniziative che aprono, di fatto, le celebrazioni per il centenario della nascita di Gianfranco Chiti, Generale dei Granatieri e dopo il congedo Frate Francescano – annuncia Angelo Polizzotto, presidente dell’associazione “Allievi di Padre Chiti” – il nostro sodalizio sarà presente in tutte le attività che riguarderanno il Centenario e terremo informati i devoti sulle iniziative che saranno svolte in suo ricordo.

Auguriamo un buon Centenario a tutti – conclude il presidente del sodalizio  – che sia degno di Padre Gianfranco Maria Chiti, nostro Comandante e padre Spirituale per sempre.”

Associazione “Allievi di Padre Chiti”

Per contatti (numeri da non pubblicare):

Presidente Angelo Polizzotto 375.6855368;

Contatti stampa Silvano Olmi 338.5750531.

Gianfranco Chiti nacque a Gignese (all’epoca provincia di Torino, oggi Verbano-Cusio-Ossola) il 6 maggio 1921, e trascorse l’infanzia a Pesaro. Ufficiale dei Granatieri di Sardegna, partecipò alla seconda guerra mondiale sui fronti di Croazia, Grecia, Russia e Italia. Nel dopoguerra ricoprì importanti incarichi di comando, ultimo in ordine di tempo quello prestigioso di Comandante della Scuola Allievi Sottufficiali dell’Esercito di Viterbo.

Congedatosi, il 30 maggio 1978 si presentò al convento di noviziato dei Cappuccini di Rieti, chiedendo di indossare il saio e di seguire la Regola di San Francesco d’Assisi. Il 22 ottobre entrò ufficialmente nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini e fu ordinato sacerdote il 12 settembre 1982. Nel 1990 ebbe l’incarico di ricostruire il convento dei Cappuccini in Orvieto, ridotto a un rudere e chiuso da quasi 60 anni, senza acqua, luce e con il tetto crollato. Morì nell’ospedale militare di Roma il 20 novembre 2004. L’8 maggio 2015 è stato aperto il Processo Diocesano di Beatificazione e Canonizzazione che si è concluso favorevolmente il 30 marzo 2019.

Devoto alla Madonna, sempre pronto a fare il Bene di chiunque avesse bisogno, di una parola di conforto, di un gesto di carità cristiana. È stato un educatore, un maestro, una guida per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.




Bagnoregio, Peppone che vince il Covid a 101 anni su Rai 1

di REDAZIONE-

BAGNOREGIO (Viterbo)-  Giuseppe Tarchi, 101 anni a marzo, ha vinto il Covid. Il signore, detto Peppone, è residente della struttura di San Raffale Arcangelo, dove si sono registrati 24 contagi tra operatori e ospiti della struttura. “Il nostro centenario Peppe Tarchi è stato intervistato su Rai 1 ad “Oggi è un altro giorno”. Alla domanda se avesse mai avuto paura del Covid, Peppone ha risposto: “No, non ho mai avuto paura del Covid”. Il sindaco Profili qualche giorno fa gli ha dato un bel riconoscimento, una targa per il coraggio nell’affrontare questa malattia. Peppone fino a 2 anni e mezzo fa viveva da solo, era autonomo, guidava. Alle spalle un matrimonio durato ben 60 anni.  Gli è stato poi chiesto il segreto per arrivare a 100 anni e lui ha risposto: “Serenità, lavoro, mai stravizi, né abbuffate, stare in campagna, all’aria aperta”.




Confagricoltura: un secolo di agricoltura e di storia italiana

VITERBO – “Tutela dell’impresa. Ovvero efficienza e competitività, orientamento verso la crescita e le innovazioni tecnologiche, stretto collegamento con le altre parti della filiera agroalimentare, per cogliere le aspettative dei consumatori in Italia e a livello internazionale. Ma anche protezione delle risorse naturali, responsabilità sociale, tutela dei lavoratori, benessere della collettività, per contribuire al progresso civile ed economico della comunità nazionale. Questi i principi essenziali che hanno sempre ispirato l’azione sindacale di Confagricoltura da quel lontano 1920, in cui nacque a Roma la prima organizzazione degli agricoltori italiani a carattere generale, con una presenza diffusa su tutto il territorio nazionale e con funzione di sindacato datoriale”. 

Così il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha aperto a Roma, a Palazzo Colonna, le celebrazioni del Centenario alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dei Ministri Teresa Bellanova e Stefano Patuanelli e della Sindaca di Roma, Virginia Raggi.

Dopo aver ringraziato chi lo ha preceduto alla guida dell’Organizzazione e tutti coloro che hanno dato il proprio contributo alla sua crescita, Giansanti ha ripercorso alcuni momenti salienti della storia e dello sviluppo del settore agricolo.

“Dopo i conflitti mondiali – ha ricordato Giansanti – le difficoltà furono superate grazie all’impegno rivolto all’aumento della produzione, per rispondere alla domanda dei consumatori. Con lo stesso impegno abbiamo risposto negli ultimi mesi alla sfida posta all’intera filiera agroalimentare, a causa dell’emergenza sanitaria: continuare a produrre, per rifornire i mercati e assicurare cibo agli italiani”.

Anche durante il lockdown il nostro Paese ha dato prova, ancora una volta, delle sue energie morali e civili, ha detto di recente il Presidente della Repubblica. E i fatti hanno dimostrato che l’Italia può fare affidamento su un solido sistema agroalimentare, di cui gli associati a Confagricoltura costituiscono una componente essenziale. Con le loro aziende collaborano oltre 520.000 lavoratori, che sviluppano più di 41.000.000 di giornate lavoro.

“Adesso è necessario dare supporto a queste imprese – ha ribadito Giansanti – per metterle nella condizione di continuare ad aumentare competitività e produzione. La quota di esportazioni di prodotti agroalimentari, che era di 44 miliardi di euro, è arrivata a superare per la prima volta la soglia del 10% dell’export totale in valore. Crescere è un impegno difficile. Per questo dobbiamo utilizzare al meglio le risorse importanti messe a disposizione dal governo italiano e dall’Unione europea.”

L’ambizione di Confagricoltura va ben oltre il recupero della situazione esistente prima della pandemia. Dobbiamo cogliere l’occasione per far crescere la produttività che ristagna da oltre un decennio, per rilanciare gli investimenti pubblici, per dare ai cittadini e alle imprese infrastrutture moderne, diffondere la digitalizzazione, a partire dalla pubblica Amministrazione, rispondere alle sfide urgenti poste dal cambiamento climatico.

Confagricoltura farà la propria parte, seguendo quelli che sono i principi guida dell’Organizzazione e dei suoi associati, da cento anni a questa parte. 

“E’ indispensabile, però – ha proseguito il presidente – ridare piena dignità alla ricerca scientifica e riconoscere il valore della competenza e della professionalità. Coltivare le intelligenze dei molti nostri giovani eccellenti, e puntare su di loro, è una scelta essenziale per affrontare il futuro e le sfide che ci attendono. La scuola e la formazione continua sono fattori di sviluppo, perché il capitale umano è la prima ricchezza delle nazioni più avanzate.”




“Fellini e Sordi nella Tuscia”: il progetto culturale turistico, 5-30 settembre 2020

di ARIADNA BULAT –

VITERBO – Si è tenuta questa mattina, presso la Sede Confartigianato di Viterbo, la conferenza stampa di presentazione della rassegna d’arte contemporanea “Insolito Fellini. Una donna sconosciuta”, che si svolgerà dal 5 al 20 settembre, ospitata dal Consorzio Etruria International nel MUVIS di Castiglione in Teverina, il museo più grande d’Europa dedicato al vino ed alle scienze agroalimentari, con il sostegno dell’Auster, di CGIL e di altri enti, istituzioni ed organizzazioni. E’ curata da Paolo Berti per l’Associazione Premio Centro e da Matteo Franceschini per l’Auster Tuscia. Alla conferenza stampa erano presenti anche Stefano Signori presidente del MUVIS, Mauro Belli presidente del progetto “Sviluppo Tuscia” e “Centro Sviluppo Teverina”, il giornalista Giuseppe Rescifina e Flavio Verzaro, direttore del Museo Piero Taruffi Bagnoregio.

Fellini e Sordi nella TusciaMauro Belli ha affermato che il progetto è un prodotto che unisce cultura e turismo perché purtroppo a causa del COVID-19 si dovevano inventare altre cose sul turismo, il cosiddetto “turismo di prossimità”. Il progetto è inizialmente nato da un’idea di Paulo Berti per fare una rassegna contemporanea a Castiglione poi però l’hanno adattato per il fatto che Fellini e Sordi hanno girato nella Tuscia diversi film: “I Vitelloni” a Viterbo, “La Strada” a Civita di Bagnoregio e “Il marchese del Grillo” a Soriano nel Cimino.

Mauro Belli
Mauro Belli

“Insolito Fellini…una donna sconosciuta” è parte di una manifestazione celebrativa più ampia, “Fellini in Tuscia“, che durante il mese di settembre interesserà i Comuni di Viterbo, Soriano nel Cimino, Bomarzo e Civita di Bagnoregio, con un interesse speciale nei luoghi dove il regista romagnolo ha girato suoi film.

Stefano Signori ha dichiarato che lo scopo è quello di coniugare le attività dei territori della Tuscia con quella che è la promozione attraverso la cultura perché in questo momento la cultura è l’unica cosa che riesce a creare la coscienza all’interno del territorio, visitandolo e allo stesso tempo le emozioni da portare a casa. Il centenario della nascita di Fellini e Sordi può permettere di dare una risvegliata in questo senso e di legare tutti quanti i 60 comuni nei quali i registi hanno girato i loro film.

Stefano Signori
Stefano Signori

“Ci troviamo alla vigilia di un mese eccezionale per poter far capire quanto la presenza premiante della grandissima cultura di Fellini è stata portata dalla Tuscia. All’interno della mostra ospitata nel MUVIS ci stano 3 momenti: il primo è quello della proiezione del film “IN ESISTENTE” di Giò Montez, il secondo è l’esposizione di tutte le opere dedicate a Fellini e il terzo è un evento che si chiama “Per Fellini per cent’anni” a cui hanno aderito artisti italiani di notevole importanza con 23 opere tematiche relativi a Fellini” – ha aggiunto Paolo Berti.

Paolo Berti
Paolo Berti

Flavio Verzaro ha parlato dell’evento che si terrà il 27 settembre presso il Museo Piero Taruffi di Bagnoregio dedicato a Fellini, dicendo che il Museo ha un legame profondo con il regista romagnolo giacché Fellini ha girato a Bagnoregio parti importanti del film “La Strada” con il quale ha vinto il suo primo Oscar. A parte questo aspetto, Fellini arrivò a Bagnoregio con un motocarro – che verrà esposto al Museo Piero Taruffi a fine mese – realizzato da un artigiano bagnorese ed è stato anche il mezzo utilizzato dal protagonista Zampano nel film “La Strada”.

Flavio Verzaro
Flavio Verzaro

Il giornalista Giuseppe Rescifina ha offerto informazioni riguardo l’evento che si terrà il 30 settembre a Viterbo presso il Palazzo dei Papi CE.DI.DO dove verranno proiettati i film di Fellini, puntando su “I Vitelloni”, dal momento che è stato girato quasi interamente a Viterbo e ha come protagonista l’attore Alberto Sordi.

Giuseppe Rescifina
Giuseppe Rescifina

Matteo Franceschini
Matteo Franceschini

Programma: 

5 settembre – ore 18:00 – Cerimonia di apertura della – Presentazione Rassegna e visita all’interno del MUVIS, alla presenza del Sindaco di Castiglione in Teverina, dei Sindaci di Viterbo, Bagnoregio, Bomarzo e Soriano nel Cimino, delle autorità convenute e degli artisti partecipanti.

5 settembre – ore 19:00 – Premiere del film “IN ESISTENTE” di Giò Montez presso la Sala conferenze del MUVIS.

15 settembre – ore 10:00 – Premiazione concorso letterario “Una donna rimasta sconosciuta” di Auser Viterbo con la partecipazione dei Dilettori di Castiglione in Teverina.

19 settembre – ore 16:00 – Performance live Painting dedicata a Federico Fellini dell’artista Natino Chirico presso Palazzo Chigi Albani a Soriano nel Cimino

20 settembre – ore 18:00 – Finissage della mostra – ore 18:30 – Evento teatrale su Fellini – Uomo, artista e regista a cura di Matteo Franceschini con la partecipazione della compagnia teatrale Faul di Viterbo. L’evento si svolgerà presso MUVIS.

27 settembre dal mattino – Museo Piero Taruffi di Bagnoregio – In occasione della Giornata nazionale del veicolo d’epoca saranno esposte Le opere dei Maestri Fellini e Taruffi, a cura dell’Associazione Culturale Premio Centro.

Evento celebrativo de “La Strada” con proiezioni nel centro di Bagnoregio a cura di Project Tuscia di Sigfried J. Hobel.

Dal mattino performance live painting di Stefano Cianti – l’opera verrà donata al Museo Taruffi.

Rassegna e donazione di un’opera al Museo.

Nota: L’accesso al MUVIS è gratuito nel giorno dell’inaugurazione (5 settembre 2020) e nel giorno del finissage (20 settembre 2020). Negli altri giorni, l’accesso è gratuito solo agli artisti espositori e al personale addetto ai lavori.

Ringraziamenti.

E’ obbligo ringraziare il Comune di Castiglione in Teverina, l’Associazione Culturale Premio Centro, Il Consorzio Etruria International, l’Auster Tuscia, il Centro Sviluppo Teverina con Confartigianato, Confesercenti, AIDOC, la Pro-Loco di Castiglione in Teverina, i Comuni aderenti, la CGIL Lazio, e le organizzazioni Centenario Fellini 2020, La Cineteca di Bologna, il Museo Taruffi di Bagnoregio, Flavio Verzaro e Stefano Cianti, nonché i curatori Paolo Berti, Matteo Franceschini e Ludovico Paris, per l’opera di organizzazione.




VII Centenario della Madonna Liberatrice. La storia continua e si rinnova

VITERBO – Domenica 31 Maggio la città di Viterbo rinnoverà il gesto annuale di gratitudine alla Madonna Liberatrice.
Questo segno si ripete da 700 anni, infatti l’evento miracoloso si verificò nel maggio del 1320.
Gli storici dell’ epoca ne parlano come di un fatto straordinario che terrorizzò gli abitanti di Viterbo e li spinse nella Chiesa della Trinità a pregare per la loro liberazione dinanzi all’ immagine della Madonna.
Un testimone oculare, Gian Giacomo Sacchi così racconta: “Ricordo come addì 28 Maggio apparsero in Viterbo nell’aere grandissimi segni che derno terrore a tutto il populo con tenebre orribili et figure de demoni, che parea che subbissasse il mondo; et parse miraculo di una figura di Nostra Donna ne la Cappella del Campana in santo Agostino sopra Faule et per sua gratia fommo liberati”.
Quando il sole ritornò a splendere, il popolo e le autorità cittadine riconobbero nello scampato pericolo un intervento prodigioso della Vergine, che da allora venne invocata come la “Madonna Liberatrice”.
Gli statuti comunali determinarono che ogni anno, nell’ultima domenica del mese di maggio, le autorità religiose e civili della città si recassero processionalmente nella Chiesa della Trinità per sciogliere il voto di ringraziamento.
Anche oggi chiediamo la potente intercessione della Vergine per essere liberati dai mali del corpo e dello spirito, specialmente in questo momento di pandemia e di buio sociale, per riscoprire più profondamente la gioia dell’ Amore provvidente di Dio e la bellezza di essere fratelli che si amano.
Alle ore 17.30 da piazza del comune il sindaco terra’ il suo saluto e partirà la processione con l’immagine della Madonna verso il Santuario a Lei dedicato. La sacra effige sarà collocata sopra un mezzo e attraverserà alcune vie fino alla Chieaa della SS Trinita’ dove il Vescovo Mons. Lino Fumagalli alle ore 18.30 presiederà la Santa Messa Solenne nel Chiostro del Santuario per dare la possibilità a più persone possibili di partecipare al sacro rito che sarà comunque trasmesso via streaming sui nostri canali diocesani (fb: Viterbo DiocesInforma e YouTube: Viterbo DiocesiTV) A motivo dei regolamenti attuali per l’emergenza Covid19 si raccomanda il distanziamento ed è vietato l’assembramento. Questo sarà valido anche per il trasporto della sacra immagine che è consigliabile seguire da casa oppure per tempo raggiungendo il Santuario.




Lunedì 18 si celebra il centenario della nascita di San Giovanni Paolo II

di REDAZIONE-

VITERBO- Lunedì 18 maggio si celebra il centenario della nascita di San Giovanni Paolo II, nato a Wadowice, in Polonia. Papa Francesco celebrerà una Santa Messa, che sarà trasmessa in mondovisione, all’altare dove riposano le spoglie mortali. “Dal Cielo egli continui a intercedere per il Popolo di Dio e la pace nel mondo”- ha detto Francesco.

Nel centenario della sua nascita lo ricorda anche l’ex presidente dell’Urss Mikhail Gorbaciov in un testo scritto per l’Osservatore Romano, pubblicato da Repubblica. “Poche persone hanno lasciato nella mia memoria un segno così luminoso come Papa Giovanni Paolo II. È stato un momento cruciale nella storia mondiale quando abbiamo cominciato a comunicare. Oggi, di fronte alla crisi del coronavirus, diventa ancora più importante e pieno di responsabilità il ruolo dei leader spirituali. Lui – sottolinea – continua a essere nostro contemporaneo anche oggi”.




Auguri nonna Palmira

VETRALLA (Viterbo) – Riceviamo dall’amministrazione comunale di Vetralla e pubblichiamo: “Ha festeggiato oggi i suoi 100 anni la nostra concittadina Palmira Bernini, circondata dall’affetto dei suoi cari, i figli Renzo Laura e Giovanni Ferri , le nuore i nipoti e i pronipoti.

Un sentito grazie alla famiglia per aver voluto invitare l’amministrazione comunale, i suoi ricordi sono una preziosa testimonianza per i giovani e le generazioni future. Ancora auguri per questo straordinario traguardo.