UNICEF, FIAB e CNR presentano “A Ruote Libere”: più mobilità sostenibile per i bambini

Oggi l’UNICEF Italia, FIAB/Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta e il CNR ISSIRFA/Istituto di Studi sui Sistemi Regionali, Federali e sulle Autonomie hanno lanciato la nuova pubblicazione “A ruote libere- Partiamo dalla scuola e andiamoci in bici”, prima indagine sull’uso della bicicletta come mezzo di mobilità nel tragitto casa – scuola e prima collaborazione per la promozione della bicicletta nella quotidianità per un futuro sostenibile.

A livello globale, 1 bambino su quattro sotto i 5 anni muore per cause che possono essere evitate migliorando i fattori ambientali, come l’inquinamento dell’aria, la qualità dell’acqua e dei servizi igienici, limitando l’utilizzo di prodotti chimici. La riduzione delle emissioni di CO2 contribuisce a combattere il cambiamento climatico e a migliorare la qualità dell’aria delle città. Una mobilità sicura e attiva è fondamentale per garantire ai bambini un’infanzia felice e uno sviluppo sano.

In Italia, in diverse città, la presenza di zone scolastiche (zone urbane in prossimità delle scuole in cui è garantita una particolare protezione dei ciclisti e dei pedoni) e iniziative come il “bicibus” o il “pedibus” (gruppi di scolari in bicicletta o a piedi che si recano e tornano da scuola accompagnati da genitori e/o volontari, lungo percorsi prestabiliti e messi in sicurezza) incentivano la mobilità attiva.

Secondo la valutazione FIAB “Comuni Ciclabili” sul grado di ciclabilità dei comuni in Italia: su 141 Comuni valutati, quelli che negli anni non hanno accresciuto o diminuito le linee Bicibus sono stati la quasi totalità (92,9%, ovvero 131 su 141); il 41% (59) non ha invece modificato la situazione delle linee Pedibus; il 53,5% (76) ha mantenuto costante l’esistenza di Zone scolastiche.

Nel caso delle linee Bicibus in 10 Comuni che hanno effettuato interventi, 7 hanno accresciuto le linee, 3 le hanno abrogate; nel caso delle linee Pedibus 37 Comuni le hanno ridotte di numero, mentre 45 le hanno aumentate; più evidente il caso delle Zone scolastiche nel quale i Comuni che hanno preferito rinunciare ad alcune, o tutte, sono stati 19 mentre quelli che le hanno istituite ben 44.

L’analisi “A ruote libere” ha analizzato anche la mobilità delle famiglie di alcuni alunni di una scuola di Roma e una di Verona. Secondo l’indagine: il 95,6% dei genitori sa andare in bicicletta, ma solo il 16,2% la utilizza per accompagnare o va insieme ai figli che vanno a scuola con la propria bicicletta, rispetto all’83,8% che non la utilizza; il 61,4% di coloro che non usano la bicicletta per portare i figli a scuola utilizza l’automobile, mentre il 36,8% va a piedi.

Tra i fattori che incidono maggiormente sulla scelta della bicicletta per recarsi a scuola vi è il tempo meteorologico e la stagione, che spingono ad un utilizzo parziale della bici solo in alcuni giorni della settimana, ma anche l’assenza di un percorso totalmente ciclabile e la carenza generale di infrastrutture ciclabili tra casa e scuola.

L’84,2% degli intervistati si dichiara infatti disposto a sostituire l’uso del mezzo abituale con la bicicletta qualora fossero apportati miglioramenti alla condizione di sicurezza dei ciclisti in città e nei dintorni.

Promuovere la bicicletta negli spostamenti urbani dei bambini e delle bambine è importante non solo per la loro salute, ma anche per l’ambiente. La bicicletta, infatti, non è solo uno strumento per praticare sport, ma anche un mezzo quotidiano per spostarsi in maniera sostenibile e pratica, inoltre aiuta a far sviluppare un senso di indipendenza e autonomia e la conoscenza delle regole della strada e della sicurezza




Individuata una seconda specie di granchio blu nel Mar Adriatico

ROMA – Uno studio del Cnr-Irbim intercetta l’arrivo del Portunus segnis, una seconda specie aliena di crostaceo, rilevata dopo il Callinectes sapidus, che ha già colonizzato i settori più orientali del Mediterraneo. Il lavoro pubblicato su BioInvasion Records

Dopo il Callinectes sapidus, granchio blu originario delle coste atlantiche americane che ha recentemente invaso le principali aree di produzione dei molluschi bivalvi dell’Adriatico con severi impatti ecologici ed economici nelle regioni del Veneto e dell’Emilia Romagna, un team di ricerca dell’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irbim) di Ancona ha dimostrato la presenza nel Mar Adriatico di una seconda specie di granchio blu, il Portunus segnis, originario del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano occidentale.

Lo studio, pubblicato dalla rivista BioInvasion Records, fornisce la prima evidenza della presenza del granchio blu del Mar Rosso nel Mar Adriatico.

“Il granchio blu del Mar Rosso, morfologicamente ed ecologicamente simile al granchio blu Atlantico C. sapidus, ha già colonizzato, attraverso il Canale di Suez, i settori più orientali del Mediterraneo, con conseguenze inizialmente drammatiche per la pesca tunisina. Questa specie è oggi una delle risorse di pesca più importanti per la Tunisia, trasformata e commercializzata nei mercati esteri”, afferma Ernesto Azzurro, dirigente di ricerca del Cnr-Irbim. “Anche il granchio blu del Mar Rosso – come il granchio blu americano – trova il suo habitat ideale tra gli ambienti lagunari e il mare aperto e può sviluppare popolazioni con altissime abbondanze”.

La specie, oggi segnalata nella regione Marche (Ancona) grazie alla cattura di un singolo esemplare, era stata già osservata in Sicilia.

“Questo importante risultato è stato possibile grazie alla preziosa collaborazione con i pescatori locali, che hanno catturato la specie e prontamente avvertito il nostro Istituto”, aggiunge Fabio Grati, primo ricercatore del Cnr-Irbim e primo autore dello studio.

“Questo arrivo è con tutta probabilità una nuova introduzione attribuibile al trasporto navale, verosimilmente alle acque di zavorra. Considerate le caratteristiche ecologiche del granchio blu del Mar Rosso e il suo range di tolleranza termica, pensiamo che il nord Adriatico non sia ancora un ecosistema ospitale per questa specie e questo dovrebbe al momento scongiurare il rischio di una doppia invasione di granchi blu in Adriatico”, aggiunge Azzuro. “Il cambiamento climatico sta tuttavia aumentando la vulnerabilità del nostro mare a questo tipo di colonizzazioni, quindi il fenomeno va monitorato attentamente, attraverso una strategia nazionale”

Entrambe le specie di granchio blu possiedono altissime proprietà nutritive e gastronomiche: l’impiego di questi crostacei come nuove risorse di pesca è la strategia adottata da molti Paesi del Mediterraneo per gestire la problematica sul lungo termine.

Per supportare questa strategia, i ricercatori del Cnr hanno predisposto un breve questionario con rivolto a tutti i cittadini, anche a quelli che non hanno mai assaggiato il granchio, disponibile al link

https://forms.gle/ndNQkgr4nptu4sP9A.




Sottoscritta una collaborazione tra Cnr e CdC RAEE per la gestione dei rifiuti tecnologici e le attività di informazione e divulgazione

Il protocollo di collaborazione siglato dal Consiglio nazionale delle ricerche e dal Centro di Coordinamento RAEE ha il duplice obiettivo di fornire servizi per semplificare il ritiro dei ri-fiuti tecnologici ‘Dual use’ presso le sedi italiane del Cnr e promuovere iniziative e attività scientifiche per far conoscere le potenzialità derivanti dal recupero e riciclo dei rifiuti di ap-parecchiature elettriche ed elettroniche
Roma, 6 giugno 2023 – Sviluppare azioni di supporto finalizzate a favorire la corretta ge-stione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche ‘Dual use’ in una prospettiva di economia circolare. Al tempo stesso favorire la divulgazione scientifica sui RAEE per in-formare sull’importanza del loro corretto riciclo e recupero. Ha questo duplice obiettivo il protocollo di collaborazione recentemente sottoscritto tra il Consiglio nazionale delle ricer-che (Cnr) e il Centro di Coordinamento RAEE (CdC RAEE).

Con il termine RAEE ‘Dual use’ si intendono i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettro-niche (AEE) generati dall’utilizzo di queste apparecchiature a livello domestico e in attività commerciali, industriali o istituzionali.
In una logica di servizio, verrà favorito il ritiro gratuito dei RAEE nei luoghi che il Cnr defini-rà come punti di prelievo: a questo scopo, il Centro di Coordinamento metterà a disposi-zione del Cnr il portale per l’iscrizione e la gestione delle attività di avvio a corretto tratta-mento dei RAEE ed effettuerà l’attivazione del servizio di ritiro gratuito tramite i Sistemi Collettivi dei produttori di AEE, consorziati del CdC RAEE.

Sul fronte della comunicazione e della divulgazione scientifica, entrambe le parti svolge-ranno attività di informazione e formazione sulla natura e la pericolosità dei RAEE per l’ambiente, ma anche sulle loro potenzialità economiche quali ‘contenitori di materie di pri-me’, nonché sull’importanza del loro corretto riciclo e recupero. Il Cnr darà la più ampia diffusione delle informazioni scientifiche relativamente alle AEE e ai RAEE, in particolare sui composti chimici e i materiali ad alta valenza economica presenti nelle apparecchiatu-re. Al tempo stesso, collaborerà con il CdC RAEE nelle iniziative di formazione e informa-zione sui rifiuti tecnologici destinata al proprio personale interno. Il CdC RAEE lavorerà in maniera sinergica con il Cnr per identificare le tematiche di maggiore interesse scientifico, partecipando anche alle attività di divulgazione scientifica.

“Con questo accordo, il Cnr vuole promuovere soluzioni che rispondano alle esigenze di conferimento di una molteplicità di RAEE derivanti delle proprie strutture di ricerca, attra-verso le filiere controllate del CdC RAEE. Per questo motivo, sarà importante iniziare a fa-re ‘rete’ per incentivare processi virtuosi di economia circolare, contribuendo a un corretto riciclo e al recupero di quelle che potranno essere nuove materie prime. La collaborazione avviata con il CdC RAEE pone anche l’accento sulle attività congiunte di divulgazione e di
informazione, per quanto riguarda le tematiche ambientali e i processi di trattamento di questi rifiuti, oltre che sulla sensibilizzazione di tutti gli attori potenzialmente coinvolti nella filiera”, commenta Silvana Pirelli, responsabile dell’Unità ambiente e gestione rifiuti del Cnr.

“Siamo molto soddisfatti della collaborazione avviata con il Consiglio nazionale delle ricer-che, il principale e autorevole ente pubblico di ricerca italiano” dichiara Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di Coordinamento RAEE. “Quanto definito nel documento identifica una serie di ottimi servizi dedicati ad esso e a tendere a tutti i soggetti similari, con l’obiettivo di facilitare il ritiro gratuito dei RAEE ‘Dual use’ e quindi favorire l’incremento dei volumi dei rifiuti tecnologici avviati a corretto riciclo. Ben più significativa è la messa in campo di iniziative, attività divulgative e informative destinate a diffondere e accrescere la conoscenza degli argomenti scientifici e culturali in grado di informare sulla natura delle AEE e dei RAEE, sulla pericolosità dei rifiuti tecnologici per l’ambiente, ma soprattutto sull’importanza del loro corretto riciclo e recupero in termini economici, ambientali e socia-li”.

Consiglio Nazionale delle Ricerche
Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) è un ente pubblico di ricerca nazionale con competenze multidi-sciplinari, vigilato dal Ministero dell’università e della ricerca (Mur). Le attività vengono svolte attraverso un patrimonio di risorse umane di circa 8.500 dipendenti e la rete scientifica è costituita da 88 istituti di ricerca e da 7 dipartimenti per aree macro-tematiche. In particolare, l’Unità ambiente e gestione rifiuti del Cnr, tra le varie attività svolte, fornisce supporto e consulenza all’Ente sulla gestione dei rifiuti speciali, svolge compiti di indirizzo e di orientamento sulla tutela delle acque, l’inquinamento del suolo, le bonifiche di siti inquinati e l’inquinamento atmosferico. Inoltre, fornisce supporto alle strutture sulle modalità di gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Centro di Coordinamento RAEE
Il Centro di Coordinamento RAEE è un consorzio di natura privata, gestito e governato dai Sistemi Collettivi sotto la supervisione del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica e del Ministero delle imprese e del made in Italy. È costituito dai Sistemi Collettivi dei produttori di Apparecchiature Elettriche ed Elettro-niche (AEE), in adempimento all’obbligo previsto dal Decreto Legislativo n. 49 del 14 marzo 2014.
Il compito primario del Centro di Coordinamento RAEE è garantire su tutto il territorio nazionale una corret-ta gestione dei RAEE originati dalla raccolta differenziata, assicurando che tutti i Sistemi Collettivi lavorino con modalità ed in condizioni operative omogenee; il Centro di Coordinamento RAEE stabilisce, inoltre, come devono essere assegnati i centri di raccolta RAEE ai diversi Sistemi Collettivi.

 

 

 




Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2021 il 16 dicembre al-dal CNR: ecco i finalisti

Nona edizione per il Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica – Giancarlo Dosi, la manifestazione orientata a divulgare la cultura scientifica attraverso un concorso rivolto alle migliori produzioni editoriali sull’argomento che ogni anno vede la candidatura di centinaia di autori, tra ricercatori, docenti, giornalisti, studiosi e autori italiani o stranieri. Come di consueto, la cornice della manifestazione sarà l’Aula Convegni del CNR di Roma, a cui, per problematiche di sicurezza legate all’emergenza Covid, potranno avere accesso solo autori, relatori e stampa, mentre in diretta online, sul sito del Premio, sui canali social e sulla CNR Web Tv, sarà possibile per tutti partecipare in remoto all’iniziativa, in programma dalle ore 15 alle 17 di giovedì 16 dicembre. La particolarità di questa finalissima vedrà votare, proprio seguendo la cerimonia online, sia la giuria nazionale, per decretare i vincitori delle diverse aree e il vincitore assoluto, sia il pubblico, che sancirà il vincitore di un premio speciale.

Novità di questa edizione è la sezione riservata ai membri di “HuB Divulgazione”, un progetto che nasce con l’obiettivo di costruire una rete di organizzazioni che si occupano di divulgazione e che sono accomunate dalla stessa finalità: sensibilizzare i pubblici verso un approccio critico all’informazione e suscitare curiosità e interesse verso gli argomenti scientifici. In tale ambito, le organizzazioni hanno partecipato al Premio candidando la loro scheda-progetto con il racconto di quanto realizzato durante lo scorso anno e gli obiettivi futuri.

Confermata invece la sezione “Libri” con le 5 aree dedicate (Scienze matematiche, fisiche e naturali, Scienze della vita e della salute, Scienze dell’Ingegneria e dell’Architettura, Scienze dell’uomo, storiche e letterarie, Scienze giuridiche, economiche e sociali), a cui si aggiunge la sezione “Libri di Divulgazione per ragazzi”: quest’ultima vedrà l’assegnazione dei Premi senza la votazione da parte della giuria.

La giuria nazionale presieduta da Giorgio De Rita coinvolge ben 150 persone chiamate ad esprimere in diretta il proprio voto.

Info e aggiornamenti sul sito ufficiale e canali social media del Premio.

Il Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica è organizzato dall’Associazione Italiana del Libro. Main Partner del Premio sono BPER Banca e il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche). Fra i Partner l’AIRI, Associazione Italiana per la Ricerca Industriale e Biometec, Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche dell’Università di Catania. Patrocinano la manifestazione il MIBACT, il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, l’UGIS (Unione Giornalisti Italiani Scientifici) il Comune di Roma, l’Università Telematica Internazionale Uninettuno, l’Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani. Media partner del Premio sono la Web.tv del CNR, l’Almanacco della Scienza, quindicinale a cura dell’Ufficio Stampa del CNR e Leggere tutti, mensile del libro e della lettura.




Coronavirus, firmato protocollo tra Regione, Ministeri Salute e Università, Cnr e Spallanzani

ROMA – E’ stato firmato oggi il protocollo d’intesa tra il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il ministro della Salute, Roberto Speranza, il ministro dell’Università e della Ricerca scientifica, Gaetano Manfredi, il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’IRCCS “Spallanzani”, per l’individuazione di un vaccino contro il COVID-19.

Per la realizzazione di questo obiettivo sono stanziati 8 milioni di euro, 5 milioni a carico della Regione Lazio, trasferiti allo Spallanzani, e 3 milioni a carico del Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica.

Con il protocollo d’intesa vengono messe in campo tutte le azioni necessarie per contribuire alla soluzione dell’emergenza epidemiologica, attraverso l’iniziativa di ricerca tecnico-scientifica, che punta alla individuazione nel più breve tempo possibile di un vaccino contro il COVID-19, che sarà finalizzato all’uso clinico e nello studio clinico di Fase I.

Impegno comune, delle Istituzioni e degli enti di ricerca coinvolti, è mettere a disposizione competenze, professionalità, strutture, risorse umane e finanziarie, collaborando, cooperando e mettendo in atto ogni azione possibile per il raggiungimento dell’obiettivo concreto.

Tutti i firmatari del protocollo assicurano l’impegno delle proprie organizzazioni. Il Cnr e lo Spallanzani sono autorizzati, in stretta collaborazione e cooperazione e per le rispettive competenze, ad avviare ogni azione e attività scientifica, tecnica e gestionale per trovare il vaccino contro il Covid-19. La conduzione della ricerca sarà monitorata da un comitato internazionale che sarà individuato congiuntamente da Cnr e Spallanzani di concerto con i due Ministeri. Il Ministero dell’Università e della Ricerca e il Ministero della Salute si impegnano a sostenere l’intervento con iniziative di supporto e facilitazione, anche con l’eventuale coinvolgimento degli altri enti di ricerca vigilati e delle università.

La Regione Lazio si impegna a mettere a disposizione la propria organizzazione e le strutture territoriali, nello specifico quelle sanitarie, anche garantendo il rilascio delle necessarie autorizzazioni, per l’esecuzione del presente protocollo.

Il Protocollo d’intesa ha la durata di due anni al fine di consentire il completamento delle attività di ricerca e il raggiungimento degli obiettivi scientifici.

“La firma di questo protocollo è di fondamentale importanza. Con le nostre eccellenze scientifiche e con gli 8 milioni di euro che mettiamo a disposizione della ricerca, vogliamo rendere disponibile e accessibile alla popolazione italiana e mondiale un vaccino contro il COVID-19 che sarà in grado di salvare vite adesso e in futuro. L’obiettivo comune è mettere a sistema le competenze di ognuno con la finalità urgente e prioritaria di affrontare e risolvere la grave crisi epidemiologica. Oggi stiamo assistendo a un momento difficilissimo per la nostra Nazione e tutti insieme stiamo facendo il massimo, con un impegno incredibile, per uscire vittoriosi da questa guerra. Ognuno di noi è chiamato a dare il proprio contributo, dal singolo cittadino alle Istituzioni, passando per quello straordinario esercito di specialisti della medicina, di volontari, e di lavoratori che non mollano e che sono il nostro vanto a livello mondiale. A tutti – conclude il governatore del Lazio – non va solo il più sentito e accorato ringraziamento, ma anche il sostegno che serve per progredire e fare fuori una volta per tutte questo maledetto virus. Uniti si vince”, a dichiararlo il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

“In queste settimane sono in contatto costante con Università ed Enti di ricerca. L’impegno del mio ministero è infatti indirizzato principalmente a stimolare e valorizzare tutte le ricerche utili per contrastare il Covid-19” commenta il ministro per l’Università e la Ricerca scientifica, Gaetano Manfredi. “Ora arriva questo protocollo, in cui credo fortemente” aggiunge il ministro “sia perché indispensabile per contribuire a superare l’emergenza che sta tormentando il nostro Paese sia per affermare una volta di più il prestigio internazionale della nostra ricerca, rendendola protagonista nella corsa globale al vaccino. Non è un caso se anche durante questa emergenza così drammatica stia emergendo la centralità della ricerca per risolvere i problemi dei cittadini. In Italia abbiamo scienziati formidabili, capaci e competenti, il cui lavoro è fondamentale per sconfiggere il coronavirus e costruire un nuovo futuro per il paese”.