Regione, Coldiretti Lazio: “Bando kiwi inadeguato”

ROMA- “Oltre il 50% delle piccole aziende non riuscirà a presentare le domande a causa delle importanti criticità emerse dal bando della Regione Lazio, per gli interventi compensativi destinati alle imprese agricole che hanno subito danni alle produzioni di kiwi e alle piante di actinidia. I criteri attuati limitano fortemente il numero di imprese che rispondono ai requisiti richiesti”. Così il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, che in merito ha scritto all’assessore all’Agricoltura, Giancarlo Righini.

La maggior parte delle aziende piccole, che producono più colture, non riuscirà a superare il 30% del reddito totale previsto dal bando e quindi per loro sarà impossibile accedere ai fondi previsti per il settore. Il calcolo della Produzione Lorda Vendibile, infatti, non viene effettuato sul 30% della perdita della produzione dei kiwi, ma sul 30% della redditività generale dell’azienda, che quindi non riuscirà ad arrivare alla soglia pervista per ottenere il finanziamento, soprattutto nel caso di piccole imprese agricole.

“Una situazione che rischia di compromettere ulteriormente – prosegue Granieri – quella che è una vera e propria eccellenza del nostro territorio, che nel 2004 ha ottenuto il riconoscimento Igp e rappresenta il primo Pil del Lazio. Chiediamo quindi all’assessore regionale all’Agricoltura, Giancarlo Righini di intervenire urgentemente per sanare le criticità emerse e mettere risorse regionali che a nostro parere non possono essere inferiori ai 5 milioni”.

Una filiera strategica quella dei kiwi per il Lazio, che prima dell’insorgere della morìa, aveva un giro economico stimato di oltre 280 milioni di euro, con 140 mila giornate lavorative. La situazione è precipitata a partire dal 2016, quando, soprattutto l’area pontina, dove sono circa 9.500 gli ettari coltivati, è stata colpita dalla problematica denominata “Moria del kiwi”, che ha interessato inizialmente l’apparato radicale, provocando deperimento generale della pianta, portandola in breve tempo alla totale essiccazione, senza fare differenza di cultivar o di età dell’impianto.

Nel 2022 la produzione è scesa a 560 mila quintali, con 112 milioni di euro di ricavati e 84 mila giornate di lavoro, andamento che ha ovviamente subito ulteriori crolli negli anni successivi.

Si stima che i danni calcolati per le province di Roma e Latina siano di oltre 220 milioni di euro.

Nel 2021 la Regione Lazio ha pubblicato un bando dedicato al settore, volto alla concessione di contributi alle imprese agricole gravemente danneggiate, con 3,9 milioni di euro. A poco sono serviti poi i soli 2 milioni di euro e le misure stanziate dal fondo di solidarietà attraverso il DL 63 del 15 maggio 2024.

 




Latte di bufala, Coldiretti Lazio: “Tavolo in Regione insoddisfacente. Servono almeno 15 milioni”

ROMA – <<Il Tavolo sul latte di Bufala in Regione non è risultato soddisfacente. I 4 milioni di euro stanziati, oltre a non essere sufficienti per risanare il settore, non possono essere proposti in “de minimis”. E’ inaccettabile. Per salvare le aziende e per polverizzare il latte congelato, servono almeno 15 milioni di euro >>. Così il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri a seguito dell’incontro alla Regione Lazio con l’assessore all’Agricoltura Giancarlo Righini.

<<Le nostre istanze – prosegue Granieri – quelle che da mesi ormai avanziamo all’assessore Righini, sono rimaste inascoltate. Avevamo chiesto peraltro che all’incontro fossero presenti anche il Consorzio di Tutela della mozzarella di bufala e della Grande Distribuzione Organizzata, alla quale dovremmo spiegare, che per la legge sulle pratiche sleal,i è un incauto acquisto comprare al di sotto dei costi di produzione. Questo è un settore che ha bisogno di politiche agricole, quindi non bastano i soldi che sono comunque insufficienti, ma principalmente tempo e dedizione>>.

Coldiretti Lazio ha già annunciato nei mesi scorsi che denuncerà all’Authority, chi ha disdetto illecitamente i contratti con le aziende, avviando una battaglia legale nei loro confronti per contrastare le pratiche commerciali sleali che affliggono gli operatori.

<<Oltre ai fondi – aggiunge Granieri – serve programmazione e servono azioni di controllo sulla filiera e nei caseifici, soprattutto per la produzione della mozzarella di bufala Dop. Così deve essere anche sulla genetica delle bufale e devono essere svolte delle verifiche funzionali, affinché sia garantita e certificata la razza di “bufala mediterranea, come previsto dal disciplinare>>. 

Coldiretti Lazio già lo scorso settembre è intervenuta sulla filiera del latte di bufala, lanciando un s.o.s. all’assessorato regionale all’Agricoltura, che l’assessore Righini non ha colto, sia chiedendo un tavolo di crisi, che presentando un esposto alla Repressione Frodi in merito alle notevoli giacenze di latte di bufala congelato. Latte che proviene anche da Paesi esteri, così come la cagliata, determinando una alterazione dei prezzi alla stalla con il suo utilizzo illecito. E’ stato chiesto quindi alla Repressione Frodi di effettuare una verifica dei sistemi di tracciabilità e di corretta indicazione di provenienza dei prodotti, che sono destinati alla trasformazione nella filiera certificata. Una qualità del prodotto, che deve essere garantita anche attraverso il divieto di utilizzo improprio del fusore, che non è permesso dal disciplinare.

<<E’ fondamentale – conclude Granieri – che la Repressione Frodi a cui abbiamo presentato un esposto il mese scorso, faccia tutti i controlli necessari al fine di verificare che non venga utilizzato latte congelato per la produzione della mozzarella di bufala Dop. I controlli dovranno adottare tecniche che utilizzino la piastra genomica, che riconoscerebbe l’origine del prodotto utilizzato.
E’ importante, inoltre, creare una sottozona della mozzarella di bufala Dop per valorizzare la produzione del latte di bufala nel Lazio>>. 




Coldiretti Lazio pronta alla mobilitazione per salvare l’agricoltura in crisi

Dal calo di oltre il 50% delle nocciole, alle pecore sbranate dai lupi che stanno uccidendo migliaia di ovini e caprini, con perdite che arrivano fino a 250 mila capi e pastori costretti a dormire in auto per sventare attacchi ai loro allevamenti allo stato brado, fino al latte di bufala congelato che arriva dall’estero, utilizzato per realizzare le mozzarelle con il fusore. Sono solo alcuni dei problemi sollevati da Coldiretti Lazio, che ha chiesto all’assessore regionale all’Agricoltura, Giancarlo Righini, dei tavoli di crisi su questa questione.

“Siamo pronti alla mobilitazione – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri -Continuiamo da mesi a sollecitare l’assessore competente affinché affronti le numerose problematiche che affliggono il mondo agricolo, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Ecco perché chiediamo l’intervento del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. La situazione per i nostri agricoltori è drammatica, con cali della produzione che non arrivano a coprire neanche i costi. E questo accade per diverse filiere, dalle nocciole al latte di bufala, solo per citarne alcune, fino alla fauna selvatica, che sta devastando i raccolti e aggredendo i capi ovini e caprini”.

La prima richiesta di Coldiretti Lazio relativa alla convocazione di un Tavolo di crisi inviata all’assessore regionale all’Agricoltura, Giancarlo Righini, risale allo scorso 24 settembre, nella quale si chiedeva uno stop al latte di bufala congelato, ma anche alla cagliata estera e all’utilizzo improprio del fusore e uno stanziamento di 15 milioni di euro da destinare agli allevatori e per la polverizzazione del latte congelato. A cui ha fatto seguito un esposto presentato da Coldiretti Lazio alla Repressione Frodi e la richiesta di un ulteriore Tavolo di crisi per il settore delle nocciole, con un calo registrato che supera il 50% in meno del raccolto, con punte del 70% in alcune zone e lo stanziamento di 5 milioni di euro per un fondo mutualistico. Altri 5 milioni di euro sono stati richiesti per realizzare un piano di ricostruzione del patrimonio ovicaprino.




Ognissanti, Coldiretti Lazio/Campagna Amica: “Boom di prenotazioni”

ROMA – Boom di prenotazioni negli agriturismi del Lazio, con oltre centomila turisti tra italiani e stranieri attesi per il Ponte di Ognissanti. Tra loro c’è chi sceglierà di pernotterà per una breve vacanza e chi sceglierà le strutture agrituristiche per pranzo o a cena.

Queste le previsioni di Coldiretti Lazio/Terranostra Campagna Amica per il week end del 1° novembre, che evidenziano l’appeal della campagna come meta di un turismo sempre più green e sostenibile.

Circa l’80% dei 40 mila ospiti attesi per il pernottamento saranno italiani, ma molti sono gli stranieri, soprattutto tedeschi, francesi e olandesi tra le nazionalità più rappresentate. Tanti i servizi innovativi negli oltre 1300  agriturismi del Lazio dedicati agli sportivi, nostalgici delle tradizioni o ambientalisti, oltre ad attività culturali che è possibile svolgere negli agriturismi, come la visita di percorsi archeologici, naturalistici o wellness, molte anche le attività dedicate ai bambini. Così come sarà durante il ponte di Ognissanti, con feste e menu a tema per la serata di Halloween di stasera.

“I dati sono ottimi – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – sia per quanto riguarda la ristorazione, che il pernottamento e confermano il trend positivo di questa estate. Registriamo un alto tasso di occupazione media dei posti letto in agriturismo, che quest’anno è salita al 90%. Cresce il turismo esperienziale grazie anche all’incremento dell’offerta relativa alle attività che è possibile svolgere nelle nostre strutture agrituristiche multifunzionali di Campagna Amica. Grande interesse anche all’offerta enogastronomica e accanto all’enoturismo cresce anche l’oleoturismo, con i frantoi sul territorio nazionale che offrono l’opportunità di visite e degustazioni”.

Sempre più attenzione riscuotono anche il turismo della birra e quello dei formaggi, oltre alle numerose sagre che in questo periodo arricchiscono l’offerta soprattutto nelle zone interne, con le specialità autunnali grandi protagoniste, dai tartufi alle castagne.
Negli ultimi anni è cresciuto anche il fenomeno delle eco-vacanze, con un italiano su quattro che (25%) pratica ormai il turismo sostenibile, secondo un’indagine Coldiretti/Noto Sondaggi, puntando sul km zero, sulla Dieta Mediterranea e sul biologico, ma anche scegliendo strutture ricettive “green”.

“Registriamo il tutto esaurito nelle nostre strutture – spiega la presidente di Terranostra Lazio, Cristina Scappaticci – complici anche le belle giornate, che ci hanno aiutato per questo ponte di Ognissanti e la voglia dei turisti di stare a contatto con la natura e la campagna. Questo week end sarà per noi anche in importante banco di prova in vista delle vacanze invernali, con l’obiettivo di superare gli ottimi risultati estivi registrati dal settore”.

Secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, in Italia sono 25849 le aziende agrituristiche, quasi il doppio del 2014 (+84%). La durata media della permanenza nelle strutture in generale è di 3,8 giorni, con differenza tra gli stranieri (4,6) e gli italiani (3,1).




Coldiretti Lazio: Righini trovi il tempo per il comparto agricolo

Granieri: “Righini convochi le rappresentanze. Danni da fauna e mancato riconoscimento del Cacio Romano Dop sono causa di abbandono”

Settore ovicaprino in forte crisi con una perdita di oltre 250 mila capi, che mette in allarme Coldiretti Lazio. A pesare sul comparto sono anche i continui attacchi da parte della fauna selvatica, che vengono segnalati costantemente dagli allevatori. Molti di loro sono costretti a dormire in auto per evitare che i loro capi vengano sbranati da branchi di lupi. Una situazione che mette a rischio l’intera filiera, con aziende costrette a fare i conti anche con la mancanza di manodopera.

“Sono numeri allarmanti che richiedono lo stanziamento di almeno 5 milioni di euro per un piano di ricostituzione del patrimonio ovicaprino. Quella ovicaprina, infatti, è una filiera strategica per il Lazio, che necessita di tempo e attenzione da parte dell’assessorato regionale all’Agricoltura”. Così il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri.

Il piano di contenimento dei lupi deve prevedere il loro spostamento in aree più idonee al loro habitat naturale, un monitoraggio e un piano assicurativo attraverso un fondo mutualistico che consenta lo smaltimento delle pecore uccise dai lupi.

Un campanello di allarme è anche il prezzo del Pecorino Romano Dop, che resta comunque alto, nonostante questa situazione. “A questo si aggiunge la questione del Cacio Romano – continua Granieri -. Proprio a maggio dello scorso anno avevamo nuovamente sollecitato l’assessore all’Agricoltura, Giancarlo Righini, a riaprire il dossier da troppo tempo fermo, nonostante le ordinanze, come quella della Cassazione, abbiano segnato un’apertura al suo riconoscimento del marchio Dop, che sia distintivo e rappresentativo del Lazio. La sua mancanza penalizza fortemente la nostra regione. Ma anche su questo piano, nonostante le nostre continue sollecitazioni, è ancora tutto fermo”.

Il riconoscimento del marchio Dop del Cacio Romano consentirebbe di valorizzare la filiera del latte e di tutto il settore zootecnico del Lazio, favorendo al tempo stesso il suo sviluppo.

La vocazione della produzione della nostra regione è rappresentata prevalentemente da quella lattiero casearia, con oltre cinquemila allevamenti ovini. “A rischio adesso c’è anche il loro futuro – conclude Granieri – a causa dei danni subiti dagli attacchi della fauna selvatica, con spese sempre più insostenibili per far fronte ad una produzione, che non riesce neanche a coprire i costi di lavorazione. Le aziende, inoltre, sono in affanno anche a causa della carenza di manodopera”.

In merito alla pastorizia non dimentichiamo il ruolo che svolge la pastorizia a salvaguardia e tutela del territorio, sia attraverso la manutenzione di aree verdi, che sarebbero altrimenti abbandonate all’incuria, sia alla prevenzione di calamità naturale e segnalazione di incendi. Il ruolo dei pastori è anche quello di sentinelle, rappresentano un piccolo presidio di protezione civile, senza un aggravio di costi per la pubblica amministrazione.




“Oscar green 2024”, a Bolsena il concorso che premia le idee innovative dei giovani agricoltori

BOLSENA ( Viterbo) – Un vulcano di idee innovative a Bolsena, dove domani, sabato 19 ottobre, saranno premiati i giovani imprenditori agricoli del Lazio, che si sono particolarmente distinti con i loro progetti. L’appuntamento è alle ore 16,30 al teatro San Francesco in via del Castello, 11, con l’apertura dei lavori a cura della delegata di Giovani Impresa Coldiretti Lazio, Camilla Petrucci. A condurre l’evento sarà l’attore e comico Marco Marzocca.

Protagonisti saranno i giovani che hanno messo al servizio dell’agricoltura la loro formazione, per creare progetti che abbracciano la sfera del sociale, con la formazione dei bambini e le fattorie didattiche. Una particolare attenzione è stata data alla salvaguardia dell’ambiente, alla sostenibilità e al benessere animale, ma anche all’innovazione, come la creazione di una serra laboratorio o l’unione tra ingegneria e agricoltura attraverso la comunicazione digitale. E ancora, la trasformazione in cosmetici dei prodotti a km0 e di qualità come l’olio extravergine di oliva. Sono solo alcune delle storie che arrivano da tutto il Lazio, non solo da Viterbo, che quest’anno sarà protagonista nell’ospitare gli Oscar Green, ma anche da Frosinone, Latina, Roma e Rieti.

“Ogni anno i nostri giovani riescono a stupirci con il loro entusiasmo e soprattutto con le loro intuizioni innovative – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – supportate da una sempre maggiore formazione nel settore. Elemento fondamentale quello della formazione, sul quale lavoriamo da sempre attivando corsi in collaborazione con le scuole e creando figure professionali sempre nuove, così come è stato per l’Evologo. Proprio lo scorso anno ci siamo fatti promotori anche di un protocollo d’intesa tra Coldiretti e Re.N.Is.A, la Rete Nazionale Istituti Agrari e Coldiretti, volto proprio a favorire e migliorare il rapido inserimento dei giovani nel mondo del lavoro nel settore agricolo e agroalimentare”. 

Sette le categorie in gara quali “Impresa digitale e sostenibile”, che sarà premiata da Dominga Cotarella, presidente nazionale di Terranostra; “Custodi d’Italia”, che riceverà l’Oscar Green dalle mani del sindaco di Bolsena, Andrea Di Sorte“Campagna Amica”, premiata dal direttore generale della Fondazione Campagna Amica, Carmelo Troccoli.

Saranno presenti anche il delegato e il segretario di Giovani Impresa Coldiretti, Enrico Parisi e Stefano Leporati, che consegneranno il premio ai vincitori delle categorie “E’ ancora Oscar Green” e “Coltiviamo insieme”.

A premiare la categoria “L’impresa che cresce” sarà, invece, Pietro D’Erarioprofessore dell’Istituto agrario Emilio Sereni di Roma.  A queste categorie si aggiunge quest’anno una menzione speciale per gli “Agri Influencer”, che rappresenta una novità e sarà premiata dal delegato di Giovani Impresa Coldiretti Viterbo, Alessandro Dedè.

Sempre al Teatro San Francesco precederà la premiazione degli Oscar Green la Tavola rotonda “Le potenzialità dei giovani passano dai territori”, sempre all’interno del primo “Meeting del turismo rurale e del cibo”, che ha preso il via oggi a Bolsena e si concluderà domenica, tra Villaggio Campagna Amica, con i prodotti a km0 delle aziende locali, lo street food, la fattoria didattica e i laboratori per i bambini, ma anche convegni e musica live. Il titolo del convegno èAd aprire i lavori alle ore 15.00 sarà il direttore generale della Fondazione Campagna Amica, Carmelo TroccoliFrancesco Fratto, esperto di turismo rurale, che affronterà il tema legato alla potenzialità delle leggi di orientamento e sull’eno-oleoturismo; mentre della loro applicazione ne parlerà, Tonino Nicoletti, responsabile fiscale di Coldiretti Lazio.Importante la testimonianza diretta dell’imprenditore agricolo, Leonardo Belcapo, titolare dell’azienda Fattoria Madonna delle Macchie. Le conclusioni sono affidate alla presidente nazionale Terranostra, Dominga Cotarella. 

Nella mattinata di domani, invece, alle 10.30 è prevista un’altra Tavola rotonda presso l’Auditorium comunale su “Verde e foreste, tra salute e territorio”. Al dibattito prenderanno parte il sindaco di Bolsena, Andrea Di Sorte, che aprirà con i saluti istituzionali; la ricercatrice senior presso l’Istituto di Bioeconomia-CNR Bologna, Rita Beraldi, che affronterà il tema su “I benefici del verde urbano e ornamentale”; Eleonora Mariano, Pefc, che parlerà di “Gestione sostenibile delle foreste e turismo”; Anna Letizia Monti, Agronomo del Paesaggio, Dottore di Ricerca in Studio e Progettazione del Paesaggio, che tratterà il tema “Paesaggio e turismo, risorse per lo sviluppo dell’Italia”. A condurre i lavorin sarà Dominga Cotarella, presidente Terranostra e Nada Forbici, Consulta Nazionale Florovivaismo Coldiretti, mentre le conclusioni sono affidate al direttore di Coldiretti Lazio, Sara Paraluppi




Nocciole, sos di Coldiretti Lazio alla Regione: subito tavolo di crisi

Ranucci: “Psr, Misura Promozione che sia adeguata al fatturato del settore”.  “Abbiamo chiesto alla Regione la convocazione di un Tavolo di Crisi perché è arrivato il momento di intervenire sul settore corinicolo con strumenti e risorse, che possano riposizionarlo in un alveo di sicurezza, a partire da una presenza più incisiva del servizio sanitario. Visti gli andamenti climatici disastrosi degli ultimi anni è inderogabile la necessita di costituire un fondo mutualistico, con la dotazione di almeno 5 milioni di euro, dedicato alle garanzie accessorie a quelle assicurative, che possa ristorare danni derivanti dall’eccesso di pioggia, gelate tardive, siccità, bombe di calore”.

Così il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, che in merito ha chiesto all’assessore regionale all’Agricoltura, Giancarlo Righini, un tavolo di crisi per le nocciole, un comparto in forte crisi con una produzione in calo del50% con punte nel 70% in alcune zone.

“La Cimice asiatica è un problema reale e presente – prosegue Granieri – da risolvere oggi più che mai. E’ necessaria un’assistenza tecnica efficace sul territorio, pronta ad intervenire. Occorre quanto prima un confronto costruttivo con il servizio fitosanitario di Regione Lazio, al fine di trovare tutti gli strumenti utili per poter lasciare possibilità di produrre, garantendo un contenimento significativo della cimice asiatica”.

Il settore corinicolo da oltre 30 anni rappresenta una delle più importanti attività agricole della regione e ha portato una svolta positiva all’economia agroalimentare di un territorio collinare come quello viterbese, ma che nelle ultime cinque campagne produttive vede i produttori in ginocchio, soprattutto per cause climatiche e fito sanitarie. Alle gelate del 2021, infatti, è seguita la siccità del 2022 e i fortissimi attacchi di cimice asiatica nel 2023, con gravissimi danni sulla qualità del prodotto.

“Il 2024 – aggiunge Granieri – vede la somma dei vari fattori sinora indicati: dalle temperature altissime dell’estate, che hanno messo in difficoltà le piante in produzione, causando importanti stress, alla cimice asiatica – in parte contenuta anche grazie alle deroghe – che ha portato danni amplificati dalle piogge abbondanti e continue, intervenute nell’ultimo mese”.

Le punture di cimice, infatti, hanno causato la presenza di fori sul frutto, che hanno determinato la presenza di funghi, i quali a loro volta hanno causato marciume del prodotto pronto per essere raccolto. Quest’anno, inoltre, si è verificato un aumento dei costi produzione determinati da un tipo di raccolta a scalare a causa dei tempi di maturazione diversi e anticipati dalle alte temperature. I danni causati nel Lazio dai cambiamenti climatici hanno superato quest’anno i 300 milioni di euro.

“La seconda raccolta – spiega la presidente di Coldiretti Viterbo, Maria Beatrice Ranucci – vede la gran parte del prodotto danneggiato, che viene ulteriormente mal pagato. A questo si aggiunge un problema di non riconoscimento del prezzo del prodotto finito di qualità, seppur presente in scarsa quantità. Il settore è emblema di qualità e con una Dop locale quale la “Tonda Gentile Romana”, tutela il territorio, provando a costruire valore. Nonostante i numeri, però, è entrato in una profonda crisi”.

Settore che oggi supera i 120 milioni di euro di fatturato, con una coltivazione che nel Lazio, seconda regione italiana per produzione di nocciole,si estende su una superficie 27 mila ettari, in gran parte nella Tuscia, con un raccolto che supera le 45 mila tonnellate annue. Sono oltre tremila le persone che lavorano nella filiera della nocciola solo a Viterbo. Una coltivazione estesa anche ad altri comuni della provincia, che coinvolge complessivamente oltre ottomila famiglie.

“La corinicoltura del Lazio – conclude Granieri – ha avuto la capacità di trasformare aree di montagna in terre ricche e produttive dopo 4 anni di difficoltà, ha bisogno di attenzione, lavoro e risorse, anche finalizzate alla promozione e valorizzazione dello stesso prodotto regionale, messo in seria difficoltà da importazioni selvagge di prodotto similare, come quelle provenienti dalla Turchia, di minore prezzo e non rispettoso della reciprocità, soprattutto rispetto delle norme lavoristiche di chi opera nel settore, oltre che all’utilizzo dei prodotti fitosanitari. Anche in questo settore la valorizzazione del vero prodotto italiano ha la necessità di un percorso chiaro e trasparente, anche attraverso la valorizzazione di una delle poche DOP del territorio laziale, che ha estremamente bisogno di sostegni per la promozione”.

 




Nocciole, Sos di Coldiretti Lazio alla Regione: “Subito tavolo di crisi”

ROMA – “Abbiamo chiesto alla Regione la convocazione di un Tavolo di Crisi perché è arrivato il momento di intervenire sul settore corinicolo con strumenti e risorse, che possano riposizionarlo in un alveo di sicurezza, a partire da una presenza più incisiva del servizio sanitario. Visti gli andamenti climatici disastrosi degli ultimi anni è inderogabile la necessita di costituire un fondo mutualistico, con la dotazione di almeno 5 milioni di euro, dedicato alle garanzie accessorie a quelle assicurative, che possa ristorare danni derivanti dall’eccesso di pioggia, gelate tardive, siccità, bombe di calore”.

Così il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, che in merito ha chiesto all’assessore regionale all’Agricoltura, Giancarlo Righini, un tavolo di crisi per le nocciole, un comparto in forte crisi con una produzione in calo del50% con punte nel 70% in alcune zone.

“La Cimice asiatica è un problema reale e presente – prosegue Granieri – da risolvere oggi più che mai. E’ necessaria un’assistenza tecnica efficace sul territorio, pronta ad intervenire. Occorre quanto prima un confronto costruttivo con il servizio fitosanitario di Regione Lazio, al fine di trovare tutti gli strumenti utili per poter lasciare possibilità di produrre, garantendo un contenimento significativo della cimice asiatica”.

Il settore corinicolo da oltre 30 anni rappresenta una delle più importanti attività agricole della regione e ha portato una svolta positiva all’economia agroalimentare di un territorio collinare come quello viterbese, ma che nelle ultime cinque campagne produttive vede i produttori in ginocchio, soprattutto per cause climatiche e fito sanitarie. Alle gelate del 2021, infatti, è seguita la siccità del 2022 e i fortissimi attacchi di cimice asiatica nel 2023, con gravissimi danni sulla qualità del prodotto.

“Il 2024 – aggiunge Granieri – vede la somma dei vari fattori sinora indicati: dalle temperature altissime dell’estate, che hanno messo in difficoltà le piante in produzione, causando importanti stress, alla cimice asiatica – in parte contenuta anche grazie alle deroghe – che ha portato danni amplificati dalle piogge abbondanti e continue, intervenute nell’ultimo mese”.

Le punture di cimice, infatti, hanno causato la presenza di fori sul frutto, che hanno determinato la presenza di funghi, i quali a loro volta hanno causato marciume del prodotto pronto per essere raccolto. Quest’anno, inoltre, si è verificato un aumento dei costi produzione determinati da un tipo di raccolta a scalare a causa dei tempi di maturazione diversi e anticipati dalle alte temperature. I danni causati nel Lazio dai cambiamenti climatici hanno superato quest’anno i 300 milioni di euro.

“La seconda raccolta – spiega la presidente di Coldiretti Viterbo, Maria Beatrice Ranucci – vede la gran parte del prodotto danneggiato, che viene ulteriormente mal pagato. A questo si aggiunge un problema di non riconoscimento del prezzo del prodotto finito di qualità, seppur presente in scarsa quantità. Il settore è emblema di qualità e con una Dop locale quale la “Tonda Gentile Romana”, tutela il territorio, provando a costruire valore. Nonostante i numeri, però, è entrato in una profonda crisi”.

Settore che oggi supera i 120 milioni di euro di fatturato, con una coltivazione che nel Lazio, seconda regione italiana per produzione di nocciole,si estende su una superficie 27 mila ettari, in gran parte nella Tuscia, con un raccolto che supera le 45 mila tonnellate annue. Sono oltre tremila le persone che lavorano nella filiera della nocciola solo a Viterbo. Una coltivazione estesa anche ad altri comuni della provincia, che coinvolge complessivamente oltre ottomila famiglie.

“La corinicoltura del Lazio – conclude Granieri – ha avuto la capacità di trasformare aree di montagna in terre ricche e produttive dopo 4 anni di difficoltà, ha bisogno di attenzione, lavoro e risorse, anche finalizzate alla promozione e valorizzazione dello stesso prodotto regionale, messo in seria difficoltà da importazioni selvagge di prodotto similare, come quelle provenienti dalla Turchia, di minore prezzo e non rispettoso della reciprocità, soprattutto rispetto delle norme lavoristiche di chi opera nel settore, oltre che all’utilizzo dei prodotti fitosanitari. Anche in questo settore la valorizzazione del vero prodotto italiano ha la necessità di un percorso chiaro e trasparente, anche attraverso la valorizzazione di una delle poche DOP del territorio laziale, che ha estremamente bisogno di sostegni per la promozione”.




Lazio, Coldiretti: “Stop al latte di bufala congelato, cagliata estera e utilizzo improprio del fusore”

ROMA – “Notevoli giacenze di latte di bufala e di cagliate anche provenienti da altri paesi il cui illecito impiego costituisca la ragione di alterazione dei prezzi alla stalla”. Così in presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, in un esposto inviato a Felice Assenza, Capo Dipartimento dell’ICQRF, l’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari del ministero dell’Agricoltura sovranità alimentare e foreste, per chiedere un suo intervento a riguardo. Una situazione che sta determinando un abbassamento del prezzo del latte alla stalla e mettendo a rischio il futuro delle aziende che operano nel settore.

Coldiretti Lazio, unica organizzazione a lanciare l’allarme alla Regione Lazio, già nella lettera inviata lo scorso 24 settembre per sollecitare la convocazione di un Tavolo di crisi, chiede ora alla Repressione Frodi di intervenire urgentemente “con una ampia azione di controllo” sul comparto del latte bufalino, che nel Lazio sta attraversando una grave crisi. Una crisi che stanno vivendo in particolare le imprese di allevamento già interessate dalla diffusione della brucellosi e dai conseguenti provvedimenti di abbattimento di numerosi capi con riduzione della produzione.

E proprio in ragione di questa grave difficoltà che ha colpito il settore: “si ritiene opportuno procedere ad una verifica mirata dei sistemi di tracciabilità – prosegue Granieri – e di corretta indicazione della provenienza dei prodotti destinati alla trasformazione nella filiera certificata, anche in relazione alla necessaria corrispondenza con le razze bufaline dichiarate secondo le regole del disciplinare. Per questo è importante che al tavolo di crisi siano presenti sia il consorzio che la grande distribuzione organizzata”. 

Un settore, quello bufalino, tra i più strategici del Lazio, che in Italia è la seconda regione, dopo la Campania, per numero di aziende, con oltre 600 allevamenti e più di 91 mila capi di bestiame. Tra le azioni necessarie anche la tutela e il ripristino della qualità del prodotto, che passa anche attraverso il divieto di utilizzo improprio del fusore.

“Denunceremo all’Authority – conclude Granieri – chi ha disdetto illecitamente i contratti con le aziende avviando una battaglia legale nei loro confronti per contrastare le pratiche commerciali sleali che affliggono gli operatori, quali parte debole dei contratti di cessione, con la puntuale verifica dei termini di pagamento e della congruità dei prezzi riconosciuti rispetto ai costi di produzione”.




Comparto bufalino, Coldiretti Lazio: “Servono subito 15 milioni per salvare le aziende e polverizzare il latte congelato”

VITERBO – Prezzo in discesa rapida per il latte bufalino e contratti disdetti, stanno mettendo in seria difficoltà le aziende che operano nel comparto. “Un settore in forte crisi – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – servono subito 15 milioni di euro da destinare agli allevatori e per la polverizzazione del latte congelato. Citeremo in giudizio, utilizzando la legge sulle pratiche sleali, come è accaduto per il gruppo Lactalis, le aziende che hanno disdetto unilateralmente i contratti di fornitura”. 

Un settore, quello bufalino, tra i più strategici del Lazio, che in Italia è la seconda regione, dopo la Campania, per numero di aziende, con oltre 600 allevamenti e più di 91 mila capi di bestiame.

“E’ fondamentale procedere ad una maggiore valorizzazione della mozzarella di bufala Dop prodotta nel Lazio – prosegue Granieri – e dei sottoprodotti. Bisogna fare attenzione anche agli allevamenti di bufala mediterranea, cioè quelle che in realtà non sono nate in Italia e il loro latte non può essere destinato alla realizzazione della mozzarella Dop. La genetica rappresenta un elemento di valore e va preservata”.

Tutti questi fattori contribuiscono a determinare un abbassamento del prezzo del latte alla stalla, mettendo a rischio il futuro delle aziende che operano in questo settore.

Proprio la scorsa settimana la Coldiretti Lazio aveva lanciato l’sos alla Regione Lazio scrivendo all’assessore all’Agricoltura e al Bilancio, Giancarlo Righini, per chiedere una maggiore valorizzazione della mozzarella di bufala campana Dop, il ripristino della qualità del prodotto, vietando tecniche che prevedono l’utilizzo del fusore, definire il prezzo del latte alla stalla, ripristinando la stagionalità e dare attenzione ai prodotti sottocosto proposti dalle Grande Distribuzione Organizzata.

Non possiamo permetterci di mettere a rischio i nostri allevamenti – conclude Granieri – e i loro prodotti di eccellenza. Ed è quello che accadrà se la Regione non interverrà con urgenza a sostegno di un settore già fortemente compromesso da una serie di problematiche, che rendono necessario definire il prezzo del latte alla stalla e il ripristino della qualità del prodotto, vietando tecniche come l’utilizzo del fusore. Questo strumento, infatti, diminuisce la quantità di latte utile per la lavorazione, restringendone i tempi, ma di conseguenza aumenta la quantità di latte congelato”. 




Mozzarella di bufala, l’SOS di Coldiretti Lazio alla Regione per chiedere valorizzazione e tutela del prodotto

ROMA – “Serve una maggiore valorizzazione della mozzarella di bufala campana Dop e soprattutto è necessario ripristinare la qualità del prodotto, vietando tecniche, come l’utilizzo del fusore. Uno strumento di cottura della mozzarella che restringe i tempi di lavorazione, diminuisce la quantità di latte utile, con conseguente aumento del latte congelato. A riprova di questo le scorte di latte nell’ultimo anno sono notevolmente aumentate”. 

Così il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, che in merito ha scritto alla Regione per chiedere anche di vietare la produzione di prodotti Dop e non certificati nello stesso stabilimento in cui viene prodotta la mozzarella di bufala campana a Denominazione di Origine  Protetta.

“E’ fondamentale – prosegue Granieri – definire il prezzo del latte alla stalla, ripristinando la stagionalità. Così come è indispensabile migliorare i controlli dell’ente terzo di certificazione Dqa e dare attenzione ai prodotti sottocosto proposti dalle Grande Distribuzione Organizzata”. 

Coldiretti Lazio chiede anche un confronto con il Consorzio della mozzarella di bufala campana Dop per analizzare questi elementi fondamentali per garantire una maggiore tutela del prodotto e agli stessi allevatori.

Questi fattori porteranno, infatti, inevitabilmente a un abbassamento del prezzo del latte alla stalla.

“Manca – conclude Granieri – una vera campagna di valorizzazione della mozzarella di bufala campana DOP: il consorzio, nonostante la sua grande importanza, non dà forza a una produzione che ha fatto della tipicità e della stagionalità la sua principale bandiera”.




Vitigni danneggiati e serre divelte a Nettuno e Latina, Coldiretti Lazio: “Si valuta lo stato di calamità”

ROMA – Allagamenti, vitigni danneggiati e coperture delle serre divelte. E’ il bilancio dei danni causati dal maltempo che si è abbattuto questa mattina tra Latina e il litorale romano, in particolar modo ad Anzio e Nettuno. Coldiretti Roma e Latina stanno procedendo ad una stima dei danni che è tuttora in corso. Sul litorale pontino colpite anche Sabaudia e Pontinia ed è al vaglio la richiesta dello stato di calamità.

“Stiamo raccogliendo le numerose segnalazioni da parte delle nostre aziende colpite dalla violenta pioggia di questa mattina – spiega il direttore di Coldiretti Latina, Carlo Picchi – altre le stiamo contattando in queste ore. Registriamo prevalentemente danni alle strutture con coperture delle serre divelte, aziende agricole allagate, con inevitabili danni anche ai macchinari, oltre agli allagamenti nei campi e fango, che rischiano di compromettere le colture. A seguito del monitoraggio che stiamo effettuando, valuteremo se procedere con la richiesta dello stato di calamità”.

Allagamenti hanno comportato danni anche ai vitigni in piena vendemmia sul litorale romano. “Le nostre aziende agricole ci hanno segnalato eventi estremi soprattutto nel comune di Nettuno – spiega il direttore di Coldiretti Roma, Giuseppe Casu – e i danni sono in fase di quantificazione”. 

Dopo la siccità, ora le aziende sono costrette a fare i conti con le bombe d’acqua, che rischiano di compromettere i raccolti e gravare ulteriormente sui bilanci delle aziende agricole, già in difficoltà a causa dei cambiamenti climatici, che solo quest’anno hanno superato i 300 milioni di euro di danni nel Lazio.




Raddoppio del Peschiera, Coldiretti Lazio: “Enormi vantaggi per Acea e nessuno per il territorio”

Granieri: “Preoccupazione per le aziende agricole presenti sul tracciato”.  “Da tempo apprendiamo notizie in merito alla importantissima messa in sicurezza e al raddoppio dell’acquedotto del Peschiera – Capore, ritenuta la più significativa opera idraulica d’Europa. Da una prima analisi dei Dpcm emanati, però, non ci sembra che sia prevista una concreta programmazione per la compensazione sostenibile delle risorse idriche ad un territorio, che non solo garantisce acqua potabile alla città di Roma, ma dovrà anche sopportare gli ingentissimi lavori infrastrutturali”. Così il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, che in merito ha chiesto un incontro al Commissario Straordinario grandi opere, l’ingegner Massimo Sessa.

Partendo dalle sorgenti con 87 km di acquedotto di cui 27 in galleria, in pochi anni e con un intervento di oltre 2 mld di euro, saranno garantite tutte le esigenze idropotabili della città metropolitana di Roma e della sua municipalizzata ACEA.

L’investimento cofinanziato per il 30%, grazie all’utilizzo della tariffa ACEA, potrà garantire acqua potabile a tutta la provincia di Roma, grazie alla captazione di 14000 lit/sec. dai territori di origine.

Ed è proprio la captazione a rappresentare una delle preoccupazioni maggiori del mondo agricolo che Coldiretti Lazio rappresenta. “L’ingente valore della captazione – prosegue Granieri – metterà a rischio elementi naturali di approvvigionamento idrico a partire dalla riduzione di corsi di acqua fino ad oggi utilizzati alla programmazione di sigillatura dei fontanili rurali. Abbiamo la certezza che l’esigenza idropotabile sia prioritaria, ma che non può essere disgiunta da esigenze idriche che, se non considerate, metteranno a rischio il futuro agricolo di un territorio ad elevata produzione di alta qualità”.

Un confronto, quello chiesto al Commissario Straordinario alle grandi opere, Massimo Sessa, che Coldiretti Lazio ritiene possa essere di aiuto a dare certezze ai suoi associati, oltre 10 mila nelle sole province di Rieti e Roma, colpiti dai difficili periodi di calamità, soprattutto di siccità, che sommano anno dopo anno risultati negativi. Tutto questo sta mettendo a rischio il loro reddito, già provato da forti disequilibri e speculazioni di mercato.

 

 




Siccità, Coldiretti Lazio: accolta dalla Regione proposta per aumento 30% di utilizzo carburante per irrigazione

ROMA- Accolta dalla Regione la richiesta di Coldiretti Lazio di aumentare del 30% la disponibilità di carburante agricolo, necessario per le irrigazioni a causa della siccità e delle alte temperature, che stanno mettendo a dura prova le colture e il lavoro degli agricoltori.

“Una richiesta, la nostra, dettata dalla necessità di sopperire ai consumi eccezionali – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – che gli agricoltori stanno sostenendo, in relazione all’andamento climatico difficile della stagione in corso, che li costringe ad attivare copiose irrigazioni supplementari, per cercare di portare a termine in modo positivo le coltivazioni a pieno campo e in serra. Le temperature altissime delle ultime settimane, stanno mettendo a dura prova molte produzioni, che rischiano di avere importanti problemi di produttività. Ringraziamo la Regione Lazio e l’assessore all’Agricoltura, Giancarlo Righini, per aver accolto la nostra richiesta, dimostrando sensibilità su un tema che sta mettendo in seria difficoltà le nostre aziende agricole e le colture”. Tra le coltivazioni particolarmente a rischio a causa della siccità e dalle temperature alte, troviamo sicuramente la vite, che presenta lo sviluppo dei grappoli bloccato, ma anche gli ulivi. Si sta verificando, infatti, una cascola importante di olive, mentre le orticole a pieno campo subiscono importanti scottature che prevedono un deprezzamento sui mercati. Dalla Regione Lazio specificano che per procedere all’assegnazione supplementare: “i richiedenti dovranno dare evidenza di aver già ritirato e utilizzato il quantitativo di carburante annuo per ettaro assegnato secondo i valori tabellari stabiliti dal Decreto ministeriale del 30 dicembre.

La Regione Lazio provvederà a trasmettere il presente atto al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ed all’Ente Nazionale Meccanizzazione Agricola – ENAMA e ai Comuni capofila per gli adempimenti di competenza”.

 

 

 

 

 

 




Coldiretti Lazio, consiglio regionale: collegato approvato, ma ora testo unico dell’agricoltura

Granieri: “Basta a modifiche spot della legge 38/1999”.  “Dobbiamo andare verso un Testo Unico dell’Agricoltura”. Così il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, sulla proposta di legge 570/2024 presentata lo scorso 30 luglio.

“Quello che torniamo a chiedere alla Regione Lazio – prosegue Granieri – è l’attuazione di un Testo Unico dell’Agricoltura, all’interno del quale trattare temi di urbanistica in zona agricola esclusivamente in una visuale d’insieme. Ribadiamo un concetto fondamentale: le aree agricole non sono merce di scambio e ci opporremo sempre a chi cerca di non attenersi a questo principio”.

“Il mondo agricolo – aggiunge Granieri – rischia di essere fortemente penalizzato da proposte di modifica alla legge 38/1999 che danneggerebbe gli agricoltori, le loro attività produttive e il valore patrimoniale delle aziende agricole. Non possiamo ledere la norma quadro dell’edificazione in zona agricola, che ha lo scopo di tutelare i territori dal consumo indiscriminato di suolo”.




Coldiretti Lazio, Granieri: “Dobbiamo andare verso un Testo Unico dell’Agricoltura”

VITERBO – “Dobbiamo andare verso un Testo Unico dell’Agricoltura”. Così il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, sulla proposta di legge 570/2024 presentata lo scorso 30 luglio.

“Quello che torniamo a chiedere alla Regione Lazio – prosegue Granieri – è l’attuazione di un Testo Unico dell’Agricoltura, all’interno del quale trattare temi di urbanistica in zona agricola esclusivamente in una visuale d’insieme. Ribadiamo un concetto fondamentale: le aree agricole non sono merce di scambio e ci opporremo sempre a chi cerca di non attenersi a questo principio”.

“Il mondo agricolo – aggiunge Granieri – rischia di essere fortemente penalizzato da proposte di modifica alla legge 38/1999 che danneggerebbe gli agricoltori, le loro attività produttive e il valore patrimoniale delle aziende agricole. Non possiamo ledere la norma quadro dell’edificazione in zona agricola, che ha lo scopo di tutelare i territori dal consumo indiscriminato di suolo”.




A Roma l’Assemblea Mondiale dei Mercati Contadini

ROMA – La più grande mostra dei prodotti enogastronomici da tutto il mondo messi a rischio dai cambiamenti climatici, ma anche dall’omologazione dell’alimentazione spinta dalle grandi multinazionali del cibo, sarà al centro dell’Assemblea della World Farmers Markets Coalition, l’associazione che riunisce i mercati contadini del pianeta.

Un’occasione unica per conoscere direttamente dai produttori le specialità più particolari e rare coltivate nei cinque continenti, salvati dall’estinzione nei Paesi più sviluppati e in quelli più poveri grazie allo sviluppo dei mercati locali di vendita diretta a chilometri zero, a difesa dell’economia, del lavoro, dell’ambiente e della biodiversità della Terra.

L’appuntamento è dalle ore 9,30 di venerdì 12 luglio al mercato di Campagna Amica del Circo Massimo a Roma, in via di San Teodoro 74. Assieme al presidente di Coldiretti Ettore Prandini, al segretario generale Vincenzo Gesmundo, a Richard McCarthy, presidente della World Farmers Markets Coalition e a Carmelo Troccoli direttore della World Farmers Markets Coalition e della Fondazione Campagna Amica, saranno presenti, tra gli altri, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, al rientro dal vertice Nato di Washington, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il World Food Prize laureate, Heidi Khun, Jeffrey Prescott, rappresentante degli Stati Uniti presso le Agenzie Onu per l’alimentazione e l’agricoltura (in allegato, il programma completo)

Per l’occasione sarà diffuso il rapporto sui mercati contadini in Italia e nel mondo ed il ruolo centrale nel contrasto alle povertà alimentare ma anche nello sviluppo dell’economie locali, dell’occupazione e la tutela della biodiversità.

Un fenomeno sostenuto proprio dall’esperienza italiana dei mercati contadini, con la rete di Campagna Amica che si propone oggi come modello a livello mondiale per aiutare le economie dei Paesi più poveri, a sviluppare filiere alimentari “dal basso” per difendere la democraticità del cibo e riappropriarsi dei processi decisionali a vantaggio della collettività.

Sabato 13 luglio (ore 9.30), sempre al Mercato del Circo Massimo, spazio all’incontro sulla promozione della biodiversità e dell’agricoltura familiare alla presenza del Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida.




Coldiretti Lazio, approvato il piano straordinario di contenimento cinghiali

ROMA – E’ stata approvata durante il sit-in di Coldiretti Lazio di questa mattina davanti alla Regione il Piano straordinario di contenimento cinghiali. Un provvedimento chiesto dalla Coldiretti Lazio già lo scorso 13 giugno all’Auditorium Parco della Musica.

“E’ un delibera per noi strategica – dice il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – perché rimette il mondo agricolo al centro e soprattutto ci dà la possibilità di ripristinare l’equilibrio. Noi non abbiamo interesse a sconvolgere nulla, se non quello che venti anni fa ci ha sconvolto la vita. Solo quest’anno sono oltre dodici i milioni di euro i danni subiti dai nostri agricoltori a causa della fauna selvatica”. 

Accolte nella delibera approvata oggi dalla Regione le richieste di Coldiretti Lazio relative alla partecipazione degli agricoltori al contenimento della fauna selvatica.

“E’ importante la possibilità del mondo agricolo di poter collaborare al contenimento – prosegue Granieri – di poter costituire un corpo di giardie volontario per coordinare i lavoro, formare gli agricoltori e soprattutto l’attuazione del Piano anche nelle aree parco, dove il potere sostitutivo della regione esiste e chi non adotta la delibera potrà essere sostituito. Noi agricoltori dobbiamo poter produrre, perché siamo continuamente sotto attacco, così come la Dieta Mediterranea”.

Migliaia gli agricoltori in piazza arrivati da tutto il Lazio per chiedere l’adozione immediata del Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica incontrollata, facendo applicare a livello locale le misure previste dal decreto interministeriale varato lo scorso anno.

In piazza l’ortofrutta danneggiata e quella salvata dai cinghiali, che è stata donata ai cittadini e poi cartelli con slogan “Basta cinghiali”, “Noi seminiamo, i cinghiali raccolgono”, “Cinghiali pericolo per gli automobilisti”.

Riflettori accesi non solo sui danni nelle campagne, che nel Lazio hanno superato ampiamente i dieci milioni di euro, con raccolti dimezzati dell’80% fino a punte del 100% e conseguente reddito zero per le aziende agricole, ma anche difesa della Dieta Mediterranea, minacciata dalla presenza di branchi di ungulati, che hanno superato le 250 mila presenze e la sicurezza dei cittadini.

Solo nella nostra Regione gli incidenti stradali causati da animali selvatici nel 2023 con persone ferite, sono stati 15 e il mese scorso a Roma a perdere la vita è stato un motociclista mentre era in sella al suo scooter. E’ quanto emerge nelrapporto elaborato da Asaps, l’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, che lo scorso anno ha registrato a livello nazionale 193 incidenti rilevanti con il coinvolgimento di animali in aumento 7,8% rispetto all’anno precedente. Negli incidenti dello scorso anno hanno perso la vita 11 persone.  Viene peraltro sottolineato da ASAPS che gli incidenti con danni ai soli mezzi e non alle persone sono parecchie migliaia ogni anno ma è difficile fare un calcolo perché in molti casi gli automobilisti coinvolti non denunciano il sinistro sapendo che difficilmente verranno poi rimborsati i danni.