Coldiretti Viterbo, al via gli incontri di formazione per imprenditori agricoli

VITERBO- Primo appuntamento domani, giovedì 20 marzo, sulla piattaforma “Demetra” e sul “CSR” con le opportunità rivolte ai giovani. Al via al primo di una serie di incontri di formazione organizzati da Coldiretti Viterbo. Si partirà domani, giovedì 20 marzo, presso la sala convegno della federazione provinciale in via Francesco Baracca, 81 con un appuntamento rivolto soprattutto ai giovani imprenditori agricoli, ma non solo e si proseguirà con i prossimi eventi in programma su tematiche relative agli agriturismi e quindi alla multifunzionalità, ma anche al passaggio generazionale, oleoturismo ed enoturismo.

Domani sono previsti gli interventi di Renato Bertocci, responsabile nazionale Coldiretti del progetto Demetra e Daniele Montagnini, di Coldiretti Viterbo, responsabile Piani di Sviluppo regionale.

Due i temi che verranno trattati durante l’incontro, uno relativo al CSR (Completamento per lo Sviluppo) e le opportunità rivolte ai giovani imprenditori agricoli che vogliono intraprendere questa professione o che già la svolgono e l’altro sulla gestione e programmazione del lavoro come lo è “Demetra”, la piattaforma sviluppata da Coldiretti, che consente di digitalizzare l’azienda agricola. Uno strumento che rappresenta il primo sistema integrato con lettura in tempo reale dello stato di salute delle coltivazioni, dati su previsioni meteo e temperature, fertilità dei terreni e stress idrico, anche dal telefonino.

“Crediamo che la formazione sia fondamentale nel settore agricolo – spiega la presidente di Coldiretti Viterbo, Maria Beatrice Ranucci – in cui abbiamo costantemente bisogno di figure professionali altamente qualificate. I nostri incontri formativi vanno proprio in questa direzione”.

Demetra è uno strumento fondamentale per l’agricoltura di precisione che permette di accedere a mappe degli appezzamenti delle singole colture, a previsioni meteo dettagliate, a immagini satellitari e molti altri servizi. L’App avvisa ad esempio se le colture possono andare in stress idrico o se c’è un rischio gelata, fornendo così un supporto per evitare i danni causati dai cambiamenti climatici.

“Vogliamo puntare sullo sviluppo delle competenze e sulla formazione – spiega il direttore di Coldiretti Viterbo, Andrea Marconi – vogliamo rivolgerci indistintamente sia ai giovani che alle donne di Coldiretti a cui abbiamo riservato una formazione specifica, ma anche a tutti gli imprenditori agricoli che avranno così la possibilità di aggiornarsi e sviluppare nuove competenze”.




Coldiretti Viterbo contro il deposito di scorie nucleari nella Tuscia

di GIUSEPPE INTAGLIATA-

VITERBO- Coldiretti Viterbo si oppone fermamente alla decisione del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di individuare 21 siti nella Tuscia per il deposito nazionale delle scorie nucleari. La presidente dell’associazione, Maria Beatrice Ranucci, ha ribadito il rifiuto di questa scelta, sottolineando i rischi per il territorio, l’agricoltura e le eccellenze enogastronomiche locali.

Ranucci ha anche riferito di aver ricevuto rassicurazioni dal presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, il quale si è impegnato a contrastare questa decisione con tutti i mezzi a disposizione. Inoltre, ha auspicato che nessun sindaco accetti di ospitare un deposito di rifiuti radioattivi nel proprio comune.

Il territorio della Tuscia, noto per le sue produzioni agroalimentari di pregio, tra cui la nocciola romana DOP, l’olio extravergine di oliva Tuscia DOP e i vini DOC, rischia di subire un duro colpo sia per l’agricoltura che per il turismo. Secondo Coldiretti, l’area è già stata compromessa da installazioni indiscriminate di impianti fotovoltaici ed eolici, che hanno sottratto suolo agricolo fertile.

Anche il direttore di Coldiretti Viterbo, Andrea Marconi, ha espresso preoccupazione per il consumo di suolo nella regione, che ha già raggiunto i 16.600 ettari. Propone, invece, di installare gli impianti di energia rinnovabile sui tetti dei capannoni per ridurre l’impatto ambientale.

Per manifestare il dissenso, Coldiretti Viterbo ha organizzato una mobilitazione il 6 aprile a Vulci, con l’obiettivo di fermare quello che definiscono un “scempio” per la Tuscia.




Consumi, Coldiretti: “Con 65 milioni di litri è invasione di olio straniero. Allarme frode”

ROMA – L’arrivo di 65 milioni di litri di olio extra Ue nel 2024 alimenta il rischio di frodi e inganni ai danni dei cittadini e fa crollare i prezzi del vero extravergine italiano. A denunciarlo è la Coldiretti con il blitz degli agricoltori, saliti a duemila con l’arrivo di produttori da altre regioni, per presidiare il porto di Civitavecchia in occasione dell’arrivo di una nave carica di prodotto estero. Una decina di barche con le bandiere gialle sono salpate dallo scalo romano per intercettare i natanti mentre gli olivicoltori guidati dal vicepresidente nazionale della Coldiretti Davide Granieri si sono radunati sulla banchina con cartelli e slogan per chiedere misure immediate.

Un grido di allarme contro la concorrenza sleale, considerata l’alta qualità del prodotto Made in Italy e il fatto che quello straniero finisce spesso per essere venduto come tricolore, sfruttando il prezzo più basso L’olio tunisino, ad esempio – denuncia Coldiretti –, viene venduto oggi sotto i 5 euro al litro, con una pressione al ribasso sulle quotazioni di quello italiano che punta a costringere gli olivicoltori nazionali a svendere il proprio al di sotto dei costi di produzione. A favorire le importazioni dalla Tunisia è anche l’accordo stipulato dalla Ue che prevede l’importazione annuale, nel periodo 1° gennaio – 31 dicembre, di 56.700 tonnellate di oli vergini d’oliva, nella cui categoria merceologica sono compresi olio extravergine d’oliva, olio vergine d’oliva e olio lampante, senza applicazione di dazi doganali.

L’obiettivo di chi acquista olio straniero è realizzare margini sempre più alti di profitto tramite speculazioni che mettono all’angolo i produttori nazionali e inondano i mercati di prodotto di bassa qualità. Un fenomeno che spinge ulteriormente il pericolo di frodi ai danni dei consumatori, contro i quali si sono peraltro intensificati i controlli delle forze dell’ordine, del Masaf e dell’Icqrf.

“Il rischio è che l’immissione di olio extravergine d’oliva a basso costo, spesso di dubbia provenienza e qualità, possa danneggiare gravemente il nostro patrimonio agroalimentare di eccellenza – spiega David Granieri, vicepresidente nazionale Coldiretti e presidente Unaprol -. Le preoccupazioni sono fondate, soprattutto quando si pensa alla qualità e alla sicurezza alimentare. Non possiamo permettere che la concorrenza sleale danneggi il mercato dell’olio d’oliva e le nostre produzioni di alta qualità”.

A questo proposito, Granieri solleva un punto critico relativo al Regolamento UE 2020/761, che disciplina l’importazione preferenziale di olio d’oliva dalla Tunisia. “E’ fondamentale garantire che l’olio importato rispetti gli stessi elevati standard di qualità e sicurezza che caratterizzano l’olio extravergine d’oliva europeo – sottolinea -. L’assenza di un controllo rigoroso sulla qualità e sulla provenienza dell’olio importato potrebbe compromettere la fiducia dei consumatori e mettere a rischio la reputazione dell’olio italiano, considerato uno dei migliori al mondo”.

In risposta a questa situazione, Coldiretti e Unaprol chiedono la creazione di un Registro Telematico Unico europeo, simile al sistema italiano Sian. “Questo strumento – spiega Granieri -, garantirebbe maggiore trasparenza e tracciabilità, permettendo di tutelare i consumatori e valorizzare il prodotto autentico”.




San Valentino, Coldiretti Lazio: “Boom di prenotazioni negli agriturismi e fiori Made in Italy”

ROMA – Sarà un San Valentino all’insegna del km0 nei mercati di Campagna Amica con show cooking e degustazioni, omaggi floreali Made in Italy, ma anche cene romantiche negli oltre 1300 agriturismi presenti nella nostra regione, che registrano un boom di prenotazioni. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Lazio su dati dell’associazione regionale Terranostra.

La giornata si aprirà con uno show cooking al mercato di Campagna Amica Lazio in viale dell’Oceano Pacifico, 199 all’Eur dalle 10.00 alle 13.00, dove sarà possibile degustare dolci e biscotti degli innamorati oltre ai prodotti di stagione, freschi e genuini.

A rispondere alla voglia di relax sono gli oltre 1300 agriturismi del Lazio, dove è boom di prenotazioni sia a cena che per percorsi di agribenessere. “I nostri agriturismi – spiega Cristina Scappaticci, presidente di Terranostra Lazio, lassociazione che raggruppa gli agriturismi Coldiretti della nostra regione – hanno la capacità di mantenere inalterate le tradizioni enogastronomiche nel tempo e si confermano una meta scelta dagli innamorati per festeggiare San Valentino. Agriturismi che hanno qualificato notevolmente la propria tradizionale offerta di alloggio e ristorazione con servizi innovativi per gourmet, sportivi e ambientalisti come la visita di percorsi archeologici o naturalistici, ma anche corsi di cucina e wellness”. 

Protagonisti del San Valentino saranno naturalmente anche i fiori, che rappresentano il simbolo della festa degli innamorati e saranno nelle mani di oltre un innamorato su due (54%). E’ quanto emerge da un sondaggio Coldiretti diffuso in occasione della festa degli innamorati, con l’omaggio floreale al primo posto tra le scelte. Il trend 2025 è di andare “a caccia” di varietà più originali per differenziarsi e stupire il partner, magari con un occhio alla sostenibilità del prodotto, con la tendenza a diversificare puntando oltre alle rose su primule, gigli, tulipani, orchidee e ranuncoli, meglio se italiani.

Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di fiori coltivati nei vivai italiani, dove i produttori nazionali sono impegnati a selezionare varietà che presentano aromi più intensi e caratteristici. I bouquet Made in Italy, peraltro, durano di più, perché non devono affrontare – sottolinea Coldiretti Lazio – lunghi tempi di viaggio che fanno arrivare quelli stranieri meno freschi alla meta, oltre a garantire una maggiore sostenibilità a livello ambientale e di rispetto dei riditti dei lavoratori.

L’ideale è acquistare direttamente dal produttore o nei mercati contadini di Campagna Amica per essere sicuri di mettere nel vaso un prodotto nazionale al 100%, che sostiene i territori e rispetta l’ambiente e l’occupazione, oppure scegliere prodotti certificati italiani

I “gioielli” del florovivaismo italiano saranno, invece, tra i protagonisti di “Flowers. Dal Rinascimento all’intelligenza artificiale”, la mostra organizzata al Chiostro del Bramante a Roma, in programma dal 14 febbraio al 14 settembre 2025. Un viaggio attraverso cinque secoli di arte, cultura e innovazione che vedrà un percorso sensoriale promosso dalla Coldiretti e visibile per tutto l’arco della mostra, che immergerà i visitatori in un’esperienza unica con pannelli informativi, spazi di dialogo e una riflessione sul ruolo delle api e sulla biodiversità.  Il Chiostro ospiterà alberi, cespugli e fiori italiani, raccontando la straordinaria biodiversità del nostro Paese e l’importanza del verde urbano per il benessere delle città.

Il Chiostro ospiterà alberi, cespugli e fiori italiani, raccontando la straordinaria biodiversità del nostro Paese e l’importanza del verde urbano per il benessere delle città. Piante che diventano protagoniste di un racconto vivo e vibrante, in cui il pubblico stesso si farà custode di una tradizione che non solo affonda le radici nel nostro passato, ma che si proietta con forza verso il futuro.

Saranno inoltre organizzati, con la collaborazione della Fondazione Campagna Amica di Coldiretti insieme al Dipartimento Educativo del Chiostro, attività didattiche, come laboratori di giardinaggio, workshop sul ciclo di vita delle piante e delle api, e attività di educazione alimentare legate alla stagionalità. Un modo – conclude Coldiretti – per sensibilizzare le nuove generazioni sulla sostenibilità e sulla connessione tra cibo e ambiente.




Granchio blu, Coldiretti Lazio: “Bene piano interventi, ora misure per far ripartire le imprese”

VITERBO – “La messa in campo di un piano di intervento straordinario è importante per dare risposte alle imprese ittiche che hanno visto i propri allevamenti di acquacoltura devastati dal parassita alieno”. Così la Coldiretti Lazio dopo la presentazione delle misure per fronteggiare l’emergenza avvenuta al Masaf, con il Commissario straordinario Enrico Caterino e i ministri dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida e dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Per la principale organizzazione agricola italiana ha preso parte all’evento la responsabile di Coldiretti Pesca Daniela Borriello.

Per non disperdere le risorse è importante un Piano nazionale di Coordinamento delle ricerche scientifiche delle specie aliene, tanto più necessario considerando che gli effetti dei cambiamenti climatici sono sempre più evidenti, come dimostra la stessa proliferazione rapida del granchio blu.In merito alla proposta del Commissario di uno schiuditoio nazionale – continua Coldiretti – per sostenere la crescita delle vongole, si può ipotizzare di puntare su quelli territoriali per far ripartire le imprese di allevamento di vongole che si stanno indirizzando verso altre attività, per produrre seme in qualità e quantità adeguate.

Per contrastare la diffusione del granchio vanno utilizzati inoltre predatori naturali autoctoni, come ad esempio il branzino, evitando altre soluzioni che comporterebbero l’ingresso nei nostri mari di altre specie, il cui impatto non sarebbe facilmente calcolabile.

L’intero settore dell’acquacoltura, che rappresenta uno dei fiori all’occhiello della pesca Made in Italy con un valore di produzione di circa mezzo miliardo di euro, è in serio pericolo. La parte più significativa di questa produzione è costituita dalle cozze, seguite dalle vongole al terzo posto. Senza dimenticare la produzione di ostriche, che sta diventando una vera e propria eccellenza italiana.

La produzione di vongole anche nel Lazio è stata fortemente danneggiata dagli attacchi del granchio blu e la stessa sorte è stata riservata agli allevamenti di cozze. Per difendere le produzioni, le imprese ittiche sono state costrette a investire in attrezzature spesso molto costose, con reti a maglie adatte a proteggere gli impianti ma l’assedio dei predatori non si è fermato.




Coldiretti, Giornata del Ringraziamento a Tuscania e a Grotte Santo Stefano con la benedizione del raccolto

TUSCANIA ( Viterbo) – Benedizione degli animali e dei trattori, bandiere gialle e doni della terra per la 74^  “Giornata del Ringraziamento” organizzata da Coldiretti Viterbo nella giornata di ieri a Tuscania e a Grotte Santo Stefano con la Santa Messa la presso le rispettive chiese di Santa Maria del Riposo e di Santo Stefano. Durante la celebrazione, come da tradizione, è avvenuta la benedizione dei prodotti della stagione appena conclusa e dei prossimi lavori in campagna. Prodotti che sono stati poi donati all’Istituto Serve del Signore e della Vergine di Matarà della comunità contemplativa di Tuscania.

Presente con gli agricoltori a Grotte Santo Stefano anche il sindaco di Viterbo, Chiara Frontini, insieme alla presidente della Coldiretti Viterbo, Maria Beatrice Ranucci, al nuovo direttore Andrea Marconi e agli altri rappresentanti della federazione provinciale, che hanno partecipato anche a Tuscania.

“Un momento celebrativo molto importante per tutta la comunità di Coldiretti – spiega la presidente della federazione provinciale, Maria Beatrice Ranucci – che in questa giornata si riunisce in segno di ringraziamento al Signore per la stagione che si è appena conclusa, con uno sguardo di speranza al futuro e alle sfide che ci attendono. Abbiamo riscontrato con piacere grande partecipazione anche quest’anno da parte delle nostre aziende agricole e non solo. Un ringraziamento al sindaco di Viterbo, Chiara Frontini, che ha preso parte ad una giornata per noi significativa”.

La Giornata del Ringraziamento, istituita per iniziativa della Coldiretti nel 1951 e fatta propria dalla Cei nel 1975, segna un’occasione di sosta e di riflessione, sui beni della terra e sui suoi prodotti, ed è da sempre festa identitaria di Coldiretti e degli imprenditori agricoli, che con il loro quotidiano lavoro sono i veri custodi del territorio.

“Una festa particolarmente sentita – spiega il nuovo direttore di Coldiretti Viterbo, Andrea Marconi – dai cittadini e dai nostri agricoltori che rispondono sempre numerosi. Un momento che coinvolge anche i giovani e le istituzioni e ci consente di tramandare le tradizioni legate alla storia”.




Sant’Antonio, Coldiretti Lazio: “Fattorie sociali in crescita del 30% negli ultimi tre anni”

ROMA – Una rappresentanza dei giovani di Coldiretti Lazio, provenienti da tutta la regione, oggi hanno partecipato con le loro storie legate all’agricoltura sociale, alla festa di Sant’Antonio Abate, patrono degli animali, con asini, cavalli, mucche, pecore e conigli, portati a San Pietro da Coldiretti insieme all’Aia, l’Associazione Italiana Allevatori, per la tradizionale benedizione.

Uno straordinario patrimonio della Fattoria  Lazio in termini economici e ambientali, con oltre 270 mila mucche  e bufale, oltre 700 mila pecore e capre, più di 51 mila  maiali, ma anche 49 mila  conigli, oltre a 50 mila tra cavalli e asini, alcuni dei quali presenti nella fattoria allestita in Piazza Papa Pio XII da Coldiretti e Aia, che hanno portato alcuni esemplari espressione della biodiversità: dalla capra girgentana, dalle caratteristiche corna attorcigliate al cavallo romano, dalla mucca Pezzata rossa italiana che produce il latte per formaggi Dop come il montasio all’asino dell’Amiata, fino a diverse varietà di conigli e galline. I giovani della Coldiretti hanno portato dei cesti con i prodotti ottenuti grazie al coinvolgimento nelle fattorie delle categorie più deboli.

Un fenomeno, quello delle fattorie sociali, in crescita nel Lazio del 30% solo negli ultimi tre anni con oltre 120 realtà di cui più di 60 a Roma, mentre sono più di 110 le fattorie didattiche. Il loro obiettivo è quello di supportare le famiglie in difficoltà e le categorie più vulnerabili della popolazione, rafforzando il welfare pubblico, secondo le stime di Campagna Amica. Servizi che comprendono il supporto a disabili motori e cognitivi, persone con autismo, detenuti ed ex detenuti, minori in difficoltà o con problemi di apprendimento, donne vittime di abusi, anziani, individui con difficoltà relazionali o dipendenze, disoccupati e migranti.

Tra i giovani del Lazio, guidati dalla delegata regionale Camilla Petrucci, anche Marta Michetti de “La Nuova Arca”, un’impresa di Roma che si occupa di agricoltura biologica e sociale, accoglienza e reinserimento sociale e lavorativo di persone socialmente fragili e in particolare mamme sole con bambini, ragazzi migranti e rifugiati e persone con disabilità.

“Il ruolo dell’agricoltura sociale messo in atto dalle imprese agricole – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – è significativo e contribuisce a far fronte alla crescente richiesta di bisogni sociali sempre più articolati. Le nostre aziende sono portatrici di valori di solidarietà, e al contempo, con capacità operative di tipo manageriale, tali da dare un contributo rilevante anche nel settore della protezione sociale. Allo stesso tempo sono importanti le fattorie didattiche. L’interazione con gli animali è uno degli aspetti più importanti del welfare rurale, un approccio innovativo che unisce l’agricoltura alle pratiche sociali, con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale, il benessere e lo sviluppo sostenibile”.

Il lavoro delle oltre 110 fattorie didattiche offre ai bambini l’opportunità di entrare in contatto con diversi animali, imparando a rispettarli e a prendersi cura di loro. Queste esperienze favoriscono lo sviluppo di competenze sociali, cognitive ed emotive. Assieme alla attività prettamente terapeutiche, gli allevamenti rappresentano anche un’opportunità di integrazione nella comunità di individui a rischio di esclusione, che vengono coinvolti attivamente in progetti agricoli in cui apprendono competenze pratiche e sociali che possono facilitare il loro inserimento occupazionale. Così il lavoro in ambito agricolo diventa uno spazio di socializzazione che favorisce il benessere psicologico e riduce l’isolamento sociale.

L’interazione con gli animali, in particolare, può portare a numerosi benefici, sia a livello fisico che psicologico. Un esempio sono le attività di pet therapy che aiutano a ridurre lo stress, l’ansia e la depressione. È particolarmente indicata per persone con disabilità, anziani e bambini con bisogni speciali. Anche qui si va dal contatto, alla cura fino ad arrivare alla realizzazione di percorsi da eseguire con l’animale.

L’ippoterapia può migliorare l’equilibrio, la coordinazione e la forza muscolare. Inoltre, il legame con questi animali favorisce lo sviluppo dell’autostima e delle capacità relazionali. Queste attività vanno dal semplice contatto, alla cura dell’animale fino alla realizzazione di passeggiate a dorso di cavallo o pony e corsi di ippica. Negli ultimi anni – spiega Coldiretti – è stata riscoperta anche l’onoterapia, le attività con gli asini, che aiutano a stimolare il movimento e la comunicazione con il resto del mondo e diventano così parte integrante di un percorso curativo.




Andrea Marconi è il nuovo direttore di Coldiretti Viterbo, il plauso della sindaca Frontini

VITERBO – Riceviamo la nota della sindaca Chiara Frontini per la nomina di Andrea Marconi alla direzione di Coldiretti Viterbo e pubblichiamo.

“Desidero congratularmi con Andrea Marconi per il suo nuovo ruolo di direttore della Coldiretti Viterbo. Un incarico prestigioso e impegnativo che sono certa saprà portare avanti con grande competenza e professionalità. Viterbo ha una solida e radicata tradizione agricola e lo stesso settore agricolo è uno dei pilastri fondamentali della nostra economia e dell’identità del nostro territorio. L’esperienza e l’impegno del neo direttore in questo campo, in questa delicata fase tra cambiamento climatico e transizione verso pratiche più sostenibili, rappresentano un prezioso valore aggiunto per la valorizzazione e la promozione dei nostri prodotti locali e la tutela dei nostri agricoltori. Buon lavoro al direttore Marconi e un ringraziamento a Sara Paraluppi che lo ha preceduto, con la quale abbiamo più volte collaborato in occasione di eventi e iniziative cittadine”.




Coldiretti, Battistoni (FI): “Congratulazioni ad Andrea Marconi”

ROMA – “Congratulazioni e auguri di buon lavoro al neo direttore di Coldiretti Viterbo, Andrea Marconi, che prende il posto di Sara Paraluppi che ha guidato l’associazione negli ultimi 3 anni. Auguro a Sara, che ringrazio per il lavoro svolto per i territori della Tuscia, di continuare con la stessa energia e determinazione a guidare la Federazione regionale del Lazio che, negli ultimi 7 anni, è cresciuta diventando un punto di riferimento per le realtà produttive”. Lo dichiara in una nota il deputato azzurro, Francesco Battistoni.

 

“La scelta di nominare Andrea Marconi alla direzione Coldiretti Viterbo – aggiunge – è una scelta di continuità, che premia il lavoro e la sua grande professionalità trascorsa sempre con l’associazione che, sono certo, sarà una delle qualità per portare avanti il rafforzamento dei territori viterbesi che producono eccellenze agroalimentari come i prodotti Dop e Igp di cui la Tuscia è ricca. In questi momenti di forti cambiamenti, – conclude Battistoni – è importante avere interlocutori preparati e seri che sappiano intercettare le esigenze del settore e le sfide che ci attendono. La nomina di Andrea Marconi è una garanzia, auguri di buon lavoro”.




UE, Coldiretti: “Plebiscito Italia su etichetta origine, la vuole il 91% dei cittadini”

La battaglia per l’etichettatura d’origine incontra un vero e proprio plebiscito tra gli italiani con addirittura il 91% che chiede informazioni semplici e trasparenti con la provenienza di tutti gli ingredienti del cibo che mettono in tavola, così da poter capire bene di cosa si tratta, secondo il rapporto Coldiretti/Censis. La petizione per una legge europea di iniziativa popolare promossa dalla Coldiretti è stata uno dei temi della seconda giornata del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Villa Miani a Roma organizzato in collaborazione con The European House – Ambrosetti.Poter sapere sempre e comunque quel che si mette nel carrello e nel piatto è diventato un desiderio fondante della cultura alimentare degli italiani, anche rispetto alla consapevolezza dell’esistenza di un italian sounding che rinvia ad un’etichettatura fuorviante. Oltre un cittadino su due (53%) dichiara che gli è capitato di consumare un prodotto pensando che fosse italiano prima di scoprire che così non era.

Un vero e proprio endorsement all’iniziativa della Coldiretti per rendere obbligatoria l’origine degli ingredienti su tutti gli alimenti in commercio in Europa. L’obiettivo è raggiungere un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori. Solo così sarà possibile porre fine all’inganno dei prodotti stranieri spacciati per tricolori permesso dall’attuale norma del codice doganale sull’origine dei cibi che consente l’italianizzazione grazie ad ultime trasformazioni anche minime. In tale ottica è importante la recente sentenza della Corte dei Conti Ue sulla necessità di colmare le lacune del quadro giuridico dell’Unione in materia di etichettatura degli alimenti per garantire maggiore trasparenza ai consumatori. E’ possibile sottoscrivere la proposta di legge in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e in tutte le sedi territoriali ma anche sul web. Basta collegarsi al sito https://eci.ec.europa.eu/049/public/#/screen/home e selezionare il proprio Paese di cittadinanza nel menu a tendina in giallo a sinistra. Si potrà quindi scegliere se compilare il modulo inserendo i propri dati con numero della carta d’identità o del passaporto oppure accedere direttamente con lo spid.




Innovazione, Coldiretti: “Raddoppiare investimenti a sei miliardi entro il 2030”

VITERBO – Per sostenere l’innovazione in agricoltura per contrastare i cambiamenti climatici e assicurare la produzione alimentare, occorre raddoppiare gli investimenti a 6 miliardi entro il 2030. E’ il messaggio lanciato dal Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Villa Miani a Roma (#forumagricoltura2024) organizzato dalla Coldiretti in collaborazione con The European House – Ambrosetti, con un panel dedicato al tema dell’IA, alla presenza di alcuni tra i massimi esperti nazionali come Pierluigi Contucci, professore di Fisica-Matematica, Università & Accademia della Scienza di Bologna, Paolo Benanti, presidente della Commissione sull’Intelligenza Artificiale e l’Informazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, oltre che consigliere di Papa Francesco sui temi dell’intelligenza artificiale e dell’etica della tecnologia, e Luciano Floridi, founding director del Digital Ethics Center dell’Università di Yale, Usa. L’agricoltura rappresenta un settore privilegiato per l’applicazione delle soluzioni di intelligenza artificiale alla produzione di cibo. Secondo un’analisi Coldiretti, entro il 2030 un’azienda agricola italiana su cinque adotterà strumenti di gestione direttamente basati sull’IA, che diventerà sempre più centrale nello sviluppo dell’agricoltura 5.0.  Un uso positivo e importante dell’intelligenza artificiale che mette stavolta d’accordo la stragrande maggioranza dei cittadini. Secondo i dati Censis, oltre l’89% degli italiani ritiene prioritaria la realizzazione di investimenti pubblici con particolare attenzione a quelli per finanziare nuove tecnologie, inclusa l’IA proprio, specificamente orientati a potenziare l’agricoltura italiana, considerata un settore vitale.

L’importanza dell’innovazione in agricoltura è confermata anche dall’analisi Coldiretti sui dati Smart Agrifood, che evidenzia una crescita del 19% nel fatturato del settore in un solo anno, con oltre 2,5 miliardi di euro di investimenti. Attualmente, le aree agricole che impiegano strumenti avanzati coprono oltre 1 milione di ettari, pari al 9% del totale. Le nuove tecnologie permettono di ottimizzare l’uso delle risorse, come l’acqua, grazie a centraline meteo collegate a satelliti, e di migliorare l’efficienza delle operazioni grazie all’uso di attrezzature di precision farming. Un altro passo importante verso un’agricoltura più sostenibile è rappresentato – continua Coldiretti – dalle Tea (Tecnologie di Evoluzione Assistita), che consentono di selezionare varietà vegetali più resilienti ai cambiamenti climatici e con un minore impatto ambientale.

L’intelligenza artificiale rappresenta un’opportunità di crescita per l’economia del Paese a patto che non si perdano di vista i limiti e i costi etici di uno strumento che in nessun caso dovrebbe andare a sostituire la centralità dell’uomo, sacrificandola sull’altare del suprematismo tecnologico,

Nonostante l’esaltazione delle possibilità offerte da questa nuova tecnologia, la maggioranza dei cittadini (88%) secondo il Censis ritiene necessaria una comunicazione ampia, approfondita, certificata su benefici e costi attesi dell’IA che renda le persone consapevoli e nelle condizioni di esprimere un punto di vista motivato. Non a caso sul rischio di una possibile emancipazione dell’intelligenza artificiale dal controllo degli umani, cioè l’irruzione di robot guidati dall’IA in grado di prendere il controllo della realtà, gli italiani si dividono poiché il 38% li reputa un pericolo reale da scongiurare, il 40% una pura invenzione della fantasia e il 21% non ha idee precise in proposito.

Accompagnare lo sviluppo e l’impiego massiccio dell’IA con l’applicazione di una regolazione non invasiva, ma in grado di garantire i diritti delle persone è a questo stadio assolutamente prioritario e in linea con il sentiment prevalente tra gli italiani.

L’innovazione deve rispondere anche alle esigenze particolari dei nostri territori: per questo Coldiretti ha proposto di autorizzare i droni per l’utilizzo efficiente di prodotti fitosanitari, soprattutto nell’agricoltura di montagna o eroica.




Salute: Coldiretti/Censis, figli dipendenti da energy drink e merendine, 82% famiglie chiede aiuto

L’82% delle famiglie italiane chiede un piano pubblico per salvaguardare la salute dei propri figli, sempre più “drogati” di energy drinks, merendine e cibi ultra-trasformati, una vera e propria dipendenza che crea enormi pericoli per il loro sviluppo. Un grido d’allarme da parte dei genitori che vedono fallire il ricorso a divieti o altre forme di coercizione proprio mentre si levano più forti gli allarmi del mondo medico scientifico. E’ quanto emerge dal Rapporto Coldiretti/Censis presentato in occasione della giornata inaugurale del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Villa Miani a Roma (#forumagricoltura2024) organizzato in collaborazione con The European House-Ambrosetti, alla presenza del presidente della Coldiretti Ettore Prandini e del segretario generale Vincenzo Gesmundo assieme a Matteo Bassetti (Professore Ordinario di Malattie Infettive, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova; Direttore Clinica Malattie Infettive, Ospedale Policlinico San Martino – Irccs di Genova), Alberto Villani (Coordinatore funzionale dell’Area Clinica Pediatria Universitaria Ospedaliera, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – Università di Roma Tor Vergata), Esmeralda Capristo (Professore in Scienze Tecniche Dietetiche Applicate, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma) e Stefano Pisani (Sindaco di Pollica).

Per l’occasione sono state allestite due grandi tavole per mettere a confronto il cibo ultra-trasformato con quello naturale, simbolo della Dieta Mediterranea. Uno stile alimentare che i genitori italiani vogliono trasmettere ai propri figli – rilevano Coldiretti/Censis – poiché percepito come un insieme di abitudini che garantiscono che i giovani mangeranno bene. Un cibo equilibrato, sano, sicuro e genuino in linea con la tutela della salute personale e del pianeta. Uno sforzo quotidiano che si scontra però con la considerazione che appena ne hanno la possibilità i propri figli non mangiano in modo salutare.

Un fenomeno, quello degli ultra-trasformati, che va combattuto – sottolinea Coldiretti – aumentando le ore di educazione alimentare nelle scuole e mettendo in campo campagne di sensibilizzazione per far conoscere i pericoli associati all’assunzione sistematica e continuativa di cibi ultra-trasformati, come chiesto dai genitori italiani. Un passo decisivo sarebbe la definizione di forme di etichettatura per evidenziare che un determinato prodotto appartiene alla categoria degli ultra-trasformati. Ma l’utilizzo di questi prodotti – conclude Coldiretti – va anche vietato nelle mense scolastiche e nei distributori automatici diffusi negli edifici pubblici, a partire proprio dalle scuole, con precisi limiti anche alla pubblicità, seguendo l’esempio del Regno Unito che ha vietato le fasce orarie di maggiore esposizione per bambini e adolescenti.

E del fatto che i propri figli appena possono scelgono cibi ultra-trasformati se ne è reso conto quasi un genitore su due (48%). E non sembrano funzionare i divieti, una strada scelta dal 37% di famiglie – secondo Coldiretti/Censis – che hanno imposto ai bambini di non mangiare merendine, caramelle, bibite gassate e junk food di vario tipo, anche dinanzi alle sempre più chiare evidenze scientifiche sui rischi ad essi collegati.

Dinanzi al sostanziale fallimento di politiche coercitive non sorprende, dunque, che oltre otto famiglie su dieci pensino che sarebbe importante attivare una grande campagna, dalla scuola al web, rivolta ai ragazzi sul tema dell’educazione al mangiare bene. Riconoscere di aver bisogno di un aiuto esterno per il raggiungimento di tale obiettivo, è un chiaro segnale dell’importanza che attribuiscono all’insegnamento di una buona educazione alimentare, considerandolo un dovere imprescindibile.

Una battaglia sostenuta da sempre da Coldiretti che è impegnata a promuovere nelle scuole italiane il progetto Educazione alla Campagna Amica, un percorso educativo che coinvolge oltre mezzo milione di bambini all’anno su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è quello di formare dei consumatori consapevoli per valorizzare i fondamenti della Dieta Mediterranea e fermare così il consumo del cosiddetto junk food che mette a rischio la salute e fa aumentare l’obesità, come sostenuto unanimemente dalla scienza medica. Un cibo fatto in laboratorio che, entrando sempre più prepotentemente nelle abitudini alimentari quotidiane, fa inevitabilmente da apripista a quello artificiale.




Lazio, Coldiretti: “Fondamentale il contenimento della fauna selvatica”

ROMA – “Con l’approvazione del Priu, il Piano Regionale di Interventi Urgenti per l’emergenza lupi e cinghiali, entriamo nel vivo dell’accordo raggiunto con la Regione nell’interesse assoluto dei nostri agricoltori. Il contenimento della fauna selvatica era tra le richieste che abbiamo avanzato, perché è fondamentale per salvare i raccolti delle aziende agricole e preservare i loro capi di bestiame dagli attacchi dei lupi, per i quali abbiamo chiesto lo spostamento in aree più ideonee”.  Così il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, in merito all’approvazione del Priu da parte della Regione Lazio e a seguito dell’incontro di ieri con il presidente Francesco Rocca e l’assessore all’Agricoltura, Giancarlo Righini.

“E’ importante per noi poter collaborare al contenimento della fauna selvatica – prosegue Granieri – Ci siamo resi disponibili sin da subito a formare gli agricoltori e ora avremo la possibilità di farlo e di operare nelle modalità che auspicavamo. Siamo soddisfatti che l’attuazione del Piano riguarderà anche le aree parco, così come abbiamo chiesto”. 

Tra i diversi punti di incontro trovati con l’assessore Righini c’è un cambio di passo sulla struttura tecnica con il suo potenziamento ed efficientamento. Concordato, inoltre, lo stanziamento di due milioni aggiuntivi, per la filiera bufalina, che beneficerà complessivamente di oltre sei milioni di euro. Previsti, così come richiesto da Coldiretti Lazio, ulteriori cinque milioni di euro per il settore ortofrutticolo, divisi tra 4 milioni da destinare alla filiera dei kiwi e un milioni per le nocciole, che hanno subito un calo di produzione che supera il 50% del raccolto con punte del 70%.

“Cinque milioni saranno, invece, destinati al settore ovicaprino – conclude Granieri – che dovrà affrontare i drammi legati alla malattia della “lingua blu” e agli altrettanto drammi degli attacchi dei lupi. E’ previsto lo smaltimento gratuito delle carcasse predate e gli allevatori avranno la disponibilità gratuita dei vaccini per fronteggiare la Blue tongue. In più saranno finalmente liberalizzate le attività per l’emissione dei libretti Uma per il gasolio agricolo, oltre al fatto che per noi è importantissimo determinare un servizio fitosanitario efficiente al servizio delle imprese e fondamentale per affrontare le emergenze come quella della cimice asiatica e la moria dei kiwi”.




Rocca: “Incontro con Coldiretti per tutelare e valorizzare il settore agricolo”

ROMA– «Abbiamo incontrato la Coldiretti per continuare il lavoro di tutela del settore agricolo, fornendo loro risposte concrete, per quanto già molto fosse stato avviato da questa Giunta. Si trattava di dare alcuni segnali, in particolare sull’aspetto della disintermediazione, molto sentito dagli imprenditori agricoli». Lo ha dichiarato il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca.

«Affrontato poi, i temi delicati della Peste suina africana, della lingua blu e delle filiere del latte bovino, del kiwi e della nocciola. Su tutti questi aspetti è stata trovata una quadratura. Infine, le questioni del carburante e della gestione informatizzata con il supporto dei centri di assistenza agricola. Questa Giunta continua ad avere ed avrà sempre a cuore le istanze di questo comparto fondamentale per la nostra economia».




Agricoltura, positivo incontro Regione Lazio- Coldiretti

ROMA– Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, e l’assessore al Bilancio e all’Agricoltura, Giancarlo Righini, hanno incontrato una delegazione di Coldiretti Lazio guidata dal presidente della federazione regionale, David Granieri.

Durante l’incontro, la Regione Lazio ha accolto le richieste di Coldiretti per tutelare il settore agricolo. In particolare, sono stati concordati degli interventi urgenti a favore delle filiere: potenziamento ed efficientamento della struttura tecnica dell’Assessorato all’agricoltura per fare fronte alle numerose esigenze collegate alla crisi del settore agricolo nel Lazio;

· tavolo di confronto permanente solo con le rappresentanze agricole del CNEL sulle misure dello sviluppo rurale e su tutte le scelte di politiche agricole;

· attivazione della procedura per l’affidamento del servizio UMA (Utenti motori agricoli) ai CAA (Centri assistenza agricola), per poter risolvere i disagi sull’assegnazione del gasolio agricolo;

· istituzione di un Fondo emergenziale regionale per la crisi del latte di bufala, con un incremento delle risorse stanziate, in combinazione a quelle già previste (in de minimis);

· attivazione di un Fondo integrativo per il sostegno al comparto ortofrutticolo (compreso kiwi e nocciole);

· attivazione di un Fondo crisi per il settore ovi-caprino, per l’attivazione di azioni di prevenzione dei danni causati dai lupi e da lingua blu;

tavolo fitosanitario straordinario: potenziamento delle attività di monitoraggio e assistenza tecnica svolte dal servizio fitosanitario, soprattutto nell’ottica della prevenzione, oltre che della cura (vedi emergenza cimice asiatica e batteriosi del kiwi) Sono stati già pubblicati 2 bandi l’assunzione a tempo pieno e indeterminato di n. 14 unità di personale con il profilo professionale di Funzionario area tecnica – Ispettore fitosanitario, ex categoria D, posizione economica D1 e n. 40 unità di personale con il profilo professionale di Istruttore area tecnica – Agente Fitosanitario, ex categoria C, posizione economica C1;

· recepimento del Decreto MASAF del 21 febbraio 2024 pubblicato sulla G.U. del 13.4.2024 n. 87 concernente “Definizione dei requisiti di garanzia e funzionamento che i Centri autorizzati di assistenza agricola devono possedere per l’esercizio delle loro attività” e definizione delle disposizioni attuative per il riconoscimento e per lo svolgimento dei relativi controlli sui CAA per aumentare la trasparenza.

Per quanto riguarda la problematica legata all’emergenza lupi e cinghiali, la Regione Lazio ha stabilito di aggiornare il Piano regionale interventi urgenti (PRIU), che sarà deliberato dalla Giunta domani 22 novembre. Inoltre, Coldiretti lazio è pronta a svolgere corsi di formazione agli agricoltori, così che possano essere di aiuto nelle attività di controllo e contenimento, come previsto dalla legge.

Il calo del patrimonio ovino nel Lazio è in buona parte causato dalla presenza dei lupi. Per arginare tutto ciò, la Regione Lazio ha proposto azioni concrete e attuabili in tempi brevi e mirate a tutelare gli allevatori e a incentivare lo sviluppo della filiera ovina.

Una prima azione consiste nello spostamento dei lupi in aree idonee. Inoltre, saranno previste delle polizze assicurative per abbattere il costo dello smaltimento delle carcasse degli eventuali animali predati.

Infine, per arginare il problema, la Regione Lazio si impegna a valorizzare la filiera ovina del territorio, come, a esempio, incentivando il Romano IGP.




Coldiretti, Rocca: “Delegazione ricevuta in Regione insediato un tavolo per affrontare insieme criticità”

ROMA- «Insieme all’assessore all’Agricoltura Giancarlo Righini abbiamo ricevuto, questa mattina, una delegazione di Coldiretti Lazio, guidata dal presidente David Granieri. Un tavolo di confronto che si riunirà periodicamente per ricercare, insieme, le migliori soluzioni per i principali dossier del comparto agricolo. Un confronto intenso e leale nel corso del quale abbiamo raccolto le preoccupazioni dell’organizzazione per la fase così delicata che stiamo vivendo. Preoccupazioni – ci tengo a sottolinearlo – che sono anche le nostre. In questo primo anno e mezzo di governo abbiamo messo al primo posto le esigenze e la dignità dei tanti lavoratori del settore agricolo e fronteggiato numerose crisi con risorse ingenti e scelte risolute. Penso, ad esempio, alla peste suina, che ha visto il Lazio come modello di riferimento per il resto del Paese. C’è spazio per migliorare, ma da parte nostra non verranno mai meno attenzione e dialogo con un mondo così decisivo per le sorti economiche e, direi, culturali della nostra Regione».

Lo ha dichiarato il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.




Coldiretti Lazio, migliaia di agricoltori in piazza davanti al Palazzo della Regione

ROMA – Migliaia di agricoltori provenienti da tutto il Lazio sono scesi in piazza con la Coldiretti davanti al palazzo della Regione per manifestare contro l’assenza di misure che rimettano al centro l’agricoltura e la mancanza di risposte a tutte le istanze degli agricoltori avanzate dalla federazione laziale.
“Da mesi le nostre proposte restano inascoltate – dichiara il presidente di Coldiretti Lazio David Granieri – e assistiamo all’inconsapevolezza della situazione di crisi e di spossatezza, che investe molte delle principali filiere agricole della nostra regione. L’assessore all’Agricoltura deve riprendere in mano la delega agricola con risposte politiche, perché lasciare in mano tutto alla tecnostruttura, con il direttore generale in testa, ha portato ai risultati disastrosi che sono sotto gli occhi di tutti. Inoltre – aggiunge Granieri – interpellati più volte per le vie brevi sui vari problemi, la struttura e l’assessore si sono rifugiati dietro al ‘non ci sono risorse per il settore agricolo’. Questa cosa non la possiamo accettare, sia per l’importanza strategica che l’agricoltura laziale riveste all’interno della tenuta generale della Regione Lazio e sia dal punto di vista politico ed economico. Per questo esortiamo il presidente Rocca, l’assessore Righini e l’intera Giunta, ad individuare tutte le possibili soluzioni al fine di trovare risorse per risolvere la crisi che sta investendo l’agricoltura del Lazio. Lo stesso presidente Rocca ha garantito la disponibilità sua e dell’intera giunta a dare risposte e confrontarsi sui problemi degli agricoltori”.

Gli agricoltori hanno denunciato, con slogan, cartelli e striscioni, una crisi in tutte le filiere: da quella del settore ovino, con un calo di 250 mila capi, a quella suinicola, che continua ad essere minacciata dalla Peste suina, fino a quella dell’ortofrutta con la moria dei kiwi e la corilicoltura con un calo del 50% del raccolto di nocciole. Problemi anche per la filiera bufalina con il calo del prezzo del latte alla stalla del 30%, oltre alla zootecnia, sia per la filiera del latte che della carne, dove è necessaria una profonda riorganizzazione e programmazione. A tutto questo si aggiungono gli inaccettabili ritardi relativi alle misure dello sviluppo rurale con scelte che non coincidono con le reali esigenze del settore, figlie del mancato confronto.

“La crisi che stiamo attraversando e la mancanza di risposte dipendono anche dall’ottusa scelta del direttore generale – prosegue Granieri – e della tecnostruttura di non avere mai voluto un confronto democratico con la vera rappresentanza o, nel miglior dei casi, pensare che rappresentanze non riconosciute valgano con la logica ‘di uno vale uno o di uno vale l’altro’. Da qui la mancanza di risposte efficaci alla crisi di tante filiere agricole nel nostro territorio laziale. Sono questi i motivi che ci portano alla mobilitazione di oggi davanti alla Regione Lazio con i nostri agricoltori”.

Una situazione insostenibile per l’agricoltura che passa anche dai ritardi sulla fauna selvatica con i cinghiali che continuano a distruggere fino all’80% dei raccolti e un contenimento della Peste suina e della Lingua blu, totalmente inefficaci. Fino ad arrivare ai lupi che sbranano pecore e capre degli allevamenti, con pastori costretti a dormire in auto per evitare aggressioni e perdite senza ricevere i necessari ristori.

“La nostra è una mobilitazione permanente – conclude il presidente di Coldiretti Lazio – Non siamo più disposti a vedere trattare il settore agricolo come la ‘Cenerentola’ degli interessi complessivi della Regione. Non ci fermeremo fino a quando non verrà restituita all’agricoltura del Lazio la giusta centralità che merita. Siamo qui per avere subito risposte al disagio dei nostri coltivatori e per risolvere i problemi degli agricoltori”.




Prandini (Coldiretti) a Radio1 Rai: Glifosato vietato in Italia e in Europa, applicare principio di reciprocità sui prodotti provenienti da altri paesi”

ROMA – “Il glifosato viene molto usato in alcuni paesi extraeuropei quando la maturazione dei prodotti non ha un processo naturale. In Italia e in Europa questa procedura è vietata. Per questo deve essere applicato un principio di reciprocità delle regole”. Lo ha affermato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, nel corso della trasmissione radiofonica “Giù la maschera” (Radio 1 Rai), condotta da Marcello Foa e dedicata al tema “Glifosato, agricoltura e pesticidi: è ora di cambiare?”.

“Il fatto di acquistare un prodotto agroalimentare di stagione diventa fondamentale”, ha ricordato il presidente Ettore Prandini, “Vuol dire che ha meno trattamenti di carattere chimico e soprattutto si premia un’agricoltura, la nostra, che viene portata avanti a livello di sostenibilità. Siamo l’agricoltura più sostenibile. Dal 2015 a oggi abbiamo diminuito l’utilizzo di agrofarmaci del 43% nelle nostre imprese. Nessun paese al mondo ha fatto quello che hanno fatto i nostri imprenditori. Per questo uno dei dibattiti che abbiamo aperto a livello europeo è quello sulla reciprocità, elemento di garanzia e tutela per i lavoratori e i consumatori. Nel libero mercato le regole che vengono imposte alle nostre imprese agricole devono essere applicate anche a chi importa in Italia da altri paesi e deve così sottostare agli stessi regolamenti”

Secondo Prandini in diversi paesi extraeuropei “vengono usanti nel mondo pesticidi che sono vietati in Europa da più di 40 anni. Il problema è che quando i prodotti partono da questi paesi non dichiarano l’origine. Una delle battaglie che stiamo facendo è proprio quella di estendere l’obbligo dell’origine su tutte le filiere produttive. Su 10 prodotti che vengono analizzati, tra quelli importati da altri paesi, 3 hanno sempre tracce di pericolosità e presenza di pesticidi vietati nel contesto europeo. Sui prodotti italiani, invece, siamo vicini allo 0. Il sistema dei controlli cui sono sottoposti i nostri agricoltori non ha eguali a livello mondiale. E questo è una sicurezza per i consumatori. Dobbiamo spingere sull’agricoltura di precisione, resa possibile dalla tecnologia. E’ necessario stanziare risorse per l’innovazione in agricoltura. L’Italia è il paese con il maggior numero di imprese biologiche nel contesto europeo. Andrebbe riscoperto e insegnato nelle scuole il tema della stagionalità. Se uno acquista un prodotto nella stagione nel quale matura vuol dire che il prodotto è sottoposto a trattamenti minori”.