Talotta: “Gli operatori non sono angeli, ma esseri umani che possono implodere”

VITERBO- Riceviamo da Roberto Talotta e pubblichiamo: “Vi propongo due foto; la prima risale all’inizio della pandemia, la seconda è cronaca di oggi. Le foto riprendono due infermiere stremate, dopo molte ore di attività assistenziale contro il covid. Voi mi chiederete: cosa c’è di diverso?- Un bel niente, gli “eroi”, gli “angeli” del mese di marzo, continuano ad essere gli “eroi” e gli “angeli” di adesso, dopo una pausa fatta di minacce, offese e violenze fisiche da parte di persone che hanno scaricato su di loro la rabbia per le clamorose inefficienze del Sistema Sanitario Nazionale. Infermieri e altri operatori sanitari che, ancor prima del covid, erano carenti per decine e decine di migliaia di unità, e lo sono ancora oggi, perché i pochi professionisti assunti nei primi mesi dell’epidemia, sono stati irresponsabilmente mandati a casa nella convinzione che tutto fosse sotto controllo. Ripreso alla grande l’assalto ai pronto soccorso e agli ospedali, eccoli di nuovo in campo gli “angeli” e gli “eroi” a portare sulle loro spalle tutta l’impreparazione di un Governo che, al di là dei roboanti proclami, non si è prodigato per migliorare le condizioni del Comparto Sanitario. Niente rinnovo del contratto, niente vere assunzioni, niente avanzamenti economici, niente detassazione delle ore di lavoro straordinario, niente cautele per gli operatori sanitari che, malgrado tutto, continuano a prodigarsi giorno e notte in un campo dove la Politica non apporta le dovute revisioni alla Sanità Pubblica per renderla competitiva contro il pronosticato “revival pandemico”. Se veramente si vuole fronteggiare efficacemente questo periodo di eccezionale bisogno sanitario, si deve iniziare da loro, dai medici, dagli infermieri, dai tecnici e da tutto il restante personale, dotandoli degli indispensabili rinforzi e di adeguate retribuzioni, anziché esibire ipocrite “pacche sulle spalle” e incensamenti istituzionali che sanno tanto di beffa e di fasulla onorificenza”.




Covid, M5S Lazio: “Regione spieghi cosa ha fatto per sostenere app Immuni”

ROMA – “La Giunta spieghi quali atti abbia adottato da giugno in poi per sostenere, dal punto di vista procedurale, il sistema di tracciamento tramite ‘Immuni’, se siano state dettate linee idonee al personale sanitario, cosa è stato fatto per potenziare le squadre di intervistatori, e se, alla luce degli ultimi eventi, si è data necessaria comunicazione sempre al personale sanitario degli obblighi derivanti dal DPCM del 18 ottobre”. Questo, in sintesi, il contenuto di un’interrogazione del M5S rivolta al presidente della Regione Lazio, Zingaretti e all’Assessore alla Sanità, D’Amato, a prima firma del consigliere regionale 5stelle, Loreto Marcelli, vice presidente in Commissione Sanità alla Pisana. “Con il DPCM dello scorso 18 ottobre, che recita ‘al fine di rendere più efficace il contact tracing attraverso l’utilizzo dell’App Immuni, è fatto obbligo all’operatore sanitario del Dipartimento di prevenzione della azienda sanitaria locale, accedendo al sistema centrale di Immuni, di caricare il codice chiave in presenza di un caso di positività’, si è inserita l’obbligatorietà da parte dell’operatore sanitario di caricare il codice chiave perché sono state molte le segnalazioni in cui gli operatori stessi lamentavano linee guida non chiare a livello regionale per le procedure da adempiere. – spiega Marcelli – Il sistema in cui immettere il codice chiave è il medesimo sistema statale della Tessera Sanitaria che già viene utilizzato su tutto il territorio nazionale”. “In questo momento in cui l’emergenza sanitaria covid19 mette di nuovo a dura prova il sistema sanitario e la tenuta dell’intero tessuto economico e sociale del nostro Paese, è fondamentale che ognuno faccia la propria parte per consentire la piena operatività di tutti gli strumenti disponibili, in primis l’app Immuni’ che, garantendo all’utente l’anonimato e senza raccogliere alcun dato sulla geolocalizzazione, può permettere di mappare, e quindi contenere, le possibili evoluzioni dei contagi. Garantire questo servizio non è solo un obbligo legato all’ottemperanza dei decreti nazionali ma è un obbligo morale, per la tutela della salute pubblica”, concludono i 5 stelle.




Unità crisi Lazio, somministrate 567 mila dosi vaccino antinfluenzale

Lo comunica l’Unità di Crisi COVID-19 della Regione Lazio- “Ad oggi sono state somministrate 567.711 dosi di vaccino antinfluenzale, pari ad un incremento del 700% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando ne erano state somministrate 83.520. È un ritmo straordinario, superiore alla capacità di fornitura da parte delle aziende vincitrici della gara pubblica. In questa settimana ci potrebbe essere un sensibile rallentamento poiché verranno distribuite 50 mila dosi, in attesa della fornitura di oltre 1 milione di dosi che saranno consegnate il 9 novembre. È bene ricordare che la campagna di vaccinazione durerà fino a gennaio e che il vaccino sarà disponibile per tutte le categorie a rischio. Prosegue, inoltre, il piano di distribuzione nelle farmacie di 20 mila dosi a settimana”.




Lo stato di crisi delle Agenzie di Viaggio del Lazio in tempo di lockdown

ROMA- Riceviamo e pubblichiamo: “Quale è la reale situazione delle Agenzie di Viaggio nel Lazio dopo otto mesi di lockdown? Per scoprirlo, Fiavet Lazio e EBTL stanno conducendo un’indagine conoscitiva per definire in modo compiuto e sulla base di cifre inconfutabili, lo stato di crisi in cui versano le aziende dell’incoming. L’indagine ha un duplice obiettivo: raccogliere dati quantitativi relativamente allo stato di crisi in cui vertono le aziende turistiche che operano nel settore incoming nella Regione Lazio e quello di indagare la portata della crisi dal punto di vista del mercato del lavoro, per consentire alle Istituzioni competenti, alle Parti Sociali e all’EBTL di intervenire, adottando opportune azioni d’intervento da mettere in campo per dare sostegno al settore.
I dati saranno necessari per individuare strumenti di aiuto alle imprese e consentire la

Tommaso Tanzilli

pianificazione di una ripartenza.
II risultato finale dell’indagine verrà rappresentato agli organi governativi.
Nel questionario, scaricabile dal sito dell’Associazione (www.fiavet.lazio.it) si chiede la reale consistenza dell’azienda dal punto di vista occupazionale; la situazione degli addetti in CIG e FIS; notizie sul fatturato pre e post COVID; la stima della perdita del fatturato per il 2020; la percentuale della clientela italiana ed estera e quella dei gruppi sul totale dei clienti incoming; una previsione per il futuro, in considerazione delle nuove regole sul distanziamento fisico e limitazioni di spostamento; quale percentuale di fatturato incoming viene ipotizzato per il primo semestre 2021; previsioni per eventuali investimenti e interesse per corsi formativi. “Vogliamo portare alle istituzioni un quadro ben definito dell’attuale situazione, dichiara Ernesto Mazzi, Presidente di Fiavet Lazio, per far comprendere ancora di più che il settore è al collasso e che neppure i cosiddetti “ristori” possono allievare una situazione che si sta facendo ogni giorno più tragica. Se si vuole salvare l’economia nazionale, non si può continuare ad ignorare il turismo”. Per Tommaso Tanzilli, Presidente dell’Ente Bilaterale Turismo del Lazio, oltre che al presente occorre pensare al domani. “Sarà importante sapere in quale direzione andare, se dovremo attuare corsi di formazione e qualificazione professionale per il personale e per gli imprenditori delle aziende del settore e su quali materie specifiche intervenire. Penso, ad esempio, ai corsi in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e alla formazione e avviamento al lavoro di giovani, visto che potrebbero essere molti coloro i quali, dopo questa triste avventura, dovranno riposizionarsi sul mercato del lavoro”.

 




Covid, Cisl: “Nessuno venga lasciato solo e condanna ogni forma di protesta”

VITERBO- Riceviamo da Fortunato Mannino, segretario generale della Cisl di Viterbo e pubblichiamo: “Siamo alle prese con una seconda ondata pandemica: la temevamo, ci era stata preannunciata, pensavamo di averne preso le misure per contrastarla, qualcuno, addirittura, tentava di convincerci, e convincersi, che non ci sarebbe stata.
Invece, oggi, nel nostro territorio (e in tutto il Paese) è presente, e molto più di quanto non lo sia stata a marzo e aprile. Gli ospedali cominciano ad avere problemi legati alla gestione di tanti ricoveri, alcune iniziative auspicate e promesse (come una diffusione più capillare dei punti dove fare il tampone) non sono ancora pronte come avrebbero dovuto. Ci si sente forse più vulnerabili di prima, sicuramente più frustrati: credevamo di esserne usciti in estate e invece siamo ripiombati in un incubo. L’unica cosa che ci tranquillizza un po’ è dovuta al fatto che i numeri di marzo e aprile relativi ai deceduti per covid e alle terapie intensive sono notevolmente più bassi (almeno per ora).
La frustrazione e la paura alimentano la rabbia delle persone che non hanno più certezze, si sentono tradite da promesse non mantenute fino in fondo.
La Cisl, come la maggior parte degli italiani, non accusa il governo, nazionale, regionale e locale della situazione in cui ci troviamo: sicuramente la peggiore dalla fine della seconda guerra mondiale. Però si aspetta che nessuno venga lasciato solo con le sue paure, le sue sofferenze, le sue ansie. Si devono attuare subito, nell’immediato, provvedimenti che prevedano fondi necessari a dare serenità ai lavoratori e ai cittadini più colpiti. Bisogna porre rimedio alle storture che si sono create con gli ultimi DPCM, decreti urgenti, necessari, ma che rischiano di provocare fratture fra chi si sente garantito e chi no. Al tempo stesso, la Cisl condanna ogni forma di violenza: la protesta è sacrosanta ma non deve sfociare mai in rivolta urbana. E nessuno si deve permettere di cavalcare l’onda di protesta per propri scopi personali, per travolgere lo stato di diritto in cui viviamo, per minacciare le fondamenta di una democrazia solida, come la nostra ha sempre dimostrato di essere.
Le istituzioni devono fare la loro parte in modo più veloce, riuscendo finalmente a oltrepassare il male oscuro della lentezza burocratica e non alimentando inutili polemiche.
Il nostro Paese è grande e lo ha ampiamente dimostrato durante la prima fase dell’epidemia; lo dimostrerà anche questa volta, tutti insieme riusciremo a venirne fuori”.




Covid: Gubbiotto (Confael): “Allarme Medicina d’urgenza su situazione Lazio impressionante, si corra ai ripari”

VITERBO – ”L’allarme lanciato oggi dal presidente regionale della società italiana di medicina d’urgenza ed emergenza Giulio Ricciuto sulla situazione degli ospedali laziali e’ impressionante. Se la Regione e la Protezione Civile non corrono ai ripari corriamo il rischio di fare saltare le emergenze non solo del covid ma di tante altre patologie con i Pronto Soccorso e i reparti che non reggeranno questa pressione”. Cosi’ Egidio Gubbiotto segretario del comparto Sanita’ della Confael la Confederazione Autonoma Europea dei lavoratori su quanto affermato oggi dal Presidente del Simeu. Gubbiotto ricorda che “Ci sono tecnologie italiane invidiate in tutto il mondo uno di questi riguarda il settore dei mezzi speciali e dei moduli espandibili di grandi dimensioni in grado di erogare servizi di primo soccorso, tracciamento tamponi, terapie semi-intensive e intensive e servizi chirurgici fruibili dagli ospedali in casi di incremento della capacità produttiva, lavori di ampliamento e emergenze come quella che stiamo vivendo, come ricordato appena due giorni fa dal responsabile Emergenze e Grandi Rischi di Fratelli d’ Italia Sergio Pirozzi”. Questa tecnologia utilizzata, fa presente il sindacalista ”è di alto livello e una volta acquisita la padronanza dei processi l’interazione con medici ha potuto evidenziare il potenziale di queste soluzioni mobili, che puo’ essere indicato come un progetto di ‘Sanita’ Sostenibile”’. ”Prima della pandemia di coronavirus – ricorda Gubbiotto – nel nostro Paese c’erano 5.179 posti letto in terapia intensiva. Altri 1450′ sono stati aggiunti negli ultimi mesi per aiutare appunto gli ospedali a gestire l’emergenza. Ora questa emergenza si sta facendo piu’ pressante, come ha giustamente fatto presente Ricciuti. Ma siamo indietro – ricorda infine Gubbiotto – ecco perche’ questa tecnologia puo’ assorbire gran parte del servizio di emergenza non solo per il covid ma anche per il primo soccorso e gli interventi chirurgici urgenti”.




Raccolta rifiuti utenti Covid, ampliata fascia oraria recapito telefonico

VITERBO – Raccolta rifiuti, circuito con giro dedicato alle abitazioni con soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena: il numero telefonico che i cittadini devono contattare per l’attivazione del servizio, ovvero il 3387218957, è a disposizione da lunedì a sabato, dalle 8,30 alle ore 20. A seguito delle numerose richieste, si è reso necessario ampliare la fascia oraria. Al contatto telefonico sopra citato, i soggetti interessati riceveranno indicazioni in ordine a orari e giorni di effettuazione dei ritiri, da parte degli operatori preposti al servizio.

Si raccomanda l’uso del numero dedicato solo ed esclusivamente agli utenti positivi al covid19, in isolamento o comunque in quarantena obbligatoria, unici destinatari del servizio di raccolta dedicata. Si invitano pertanto tutti gli altri utenti a non utilizzare tale contatto telefonico.
Si ricordano inoltre alcune importanti informazioni. Secondo le disposizioni riportate nell’apposito provvedimento del sindaco (ord. n. 44 del 2/4/2020), i cittadini che SONO positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria, o quelli che con essi convivono nella stessa abitazione, devono INTERROMPERE LA RACCOLTA DIFFERENZIATA, e conferire insieme tutti i rifiuti domestici nell’indifferenziato, indipendentemente dalla loro natura e includendo fazzoletti, rotoli di carta, teli monouso, mascherine e guanti.
Per il confezionamento dei rifiuti dovranno essere utilizzati almeno due sacchetti – NON COMPOSTABILI – uno dentro l’altro, o in numero maggiore in dipendenza della loro resistenza meccanica, da chiudere accuratamente e possibilmente con l’uso di nastro adesivo. Si raccomanda la massima attenzione al rispetto delle modalità di esposizione dei rifiuti.
I rifiuti dovranno essere trattenuti in casa. Vanno esposti solo ed esclusivamente DOPO aver ricevuto comunicazione dagli operatori preposti al servizio: gli utenti verranno contattati telefonicamente circa cinque minuti prima del ritiro. La chiamata da parte degli operatori arriverà da un altro numero e non da quello indicato per l’attivazione del servizio. L’operatore contatterà l’utenza telefonica comunicata alla Asl.
Solo in quel momento i rifiuti potranno essere esposti sul proprio pianerottolo, o nelle prospicienze della porta di ingresso corrispondente all’interno dell’abitazione (nel caso di stabile con più utenze, ad esempio fattispecie condominiale o simile), oppure nelle prospicienze del portone/cancello d’ingresso (nel caso di stabile con una sola abitazione o abitazione con ingresso indipendente).
Nel caso l’utente non fosse raggiungibile telefonicamente, l’operatore suonerà al citofono.
Durante l’esposizione non si dovrà avere alcun contatto con gli addetti alla raccolta. Tale operazione avverrà due volte a settimana, in una divisione di tre aree operative, in una fascia oraria compresa tra le 7 e le 20, anche nei festivi infrasettimanali.
Il circuito di raccolta, disposto dal Comune di Viterbo ed effettuato da Viterbo Ambiente, è stato attivato lo scorso 6 aprile, con ordinanza del sindaco Arena  (n. 44 del 2/4/2020).
“È necessaria la massima collaborazione da parte di tutti – ha ribadito il sindaco Giovanni Maria Arena -. Abbiamo destinato importanti risorse a questo importante servizio, utile e necessario, soprattutto in questa fase in cui si registrano numerosi casi positivi ogni giorno. Faremo di tutto per alleviare i disagi che i cittadini stanno subendo a causa del Coronavirus”.
La versione integrale dell’ordinanza è consultabile sul sito istituzionale www.comune.viterbo.it alla sezione Coronavirus > ordinanze del Comune.



D’Amato, “Su circa 22 mila tamponi oggi nel Lazio si registrano 1.541 casi positivi in calo rispetto a ieri (-146), 10 i decessi””

ROMA – “Su circa 22 mila tamponi oggi nel Lazio si registrano 1.541 casi positivi in calo rispetto a ieri (-146), 10 i decessi e 121 I guariti. Il rapporto tra i tamponi e i positivi rimane al  7% un dato in questa fase importante che rappresenta metà della media nazionale.

L’obiettivo del sistema sanitario regionale è quello di continuare a salvare vite umane tenuto conto che abbiamo uno dei più bassi livelli di letalità. Roma e il Lazio stanno tenendo, tutti gli operatori del servizi sanitario, a partire dall’area dell’emergenza-urgenza, dei soccorsi e dei dipartimenti di prevenzione, stanno facendo uno sforzo straordinario per mettere in sicurezza il sistema e tutelare la salute dei cittadini.

C’è un grande spirito unitario che ci consentirà di superare le difficoltà. Nei prossimi quattro giorni saranno operativi 400 posti letto nelle strutture individuate dall’ordinanza e ulteriori 150 posti nelle strutture alberghiere protette. Nella call di oggi con tutti i direttori generali, presenti anche i rappresentanti della sanità privata, si è avviato anche il lavoro per lo scenario di fase ‘rossa’, con l’obiettivo di salvaguardare Roma e il Lazio. Rivolgo un invito a contattare il proprio medico di medicina generale e a utilizzare la rete dell’emergenza-urgenza in modo appropriato evitando così di mettere ulteriormente sotto pressione i nostri operatori.

Soprattutto ricordo che il nuovo DPCM prevede per le persone in sorveglianza in caso di comparsa di sintomi di avvertire il medico di medicina generale. Il ruolo del MMG in questa fase è fondamentale. Noi abbiamo in isolamento domiciliare circa 20 mila persone. In media sono 5 per ognuno dei 4 mila MMG che sono in condizione di seguire i propri assistiti utilizzando tutte le tecnologie disponibili.

Nella Asl Roma 1 sono 158 i casi nelle ultime 24h e si tratta di centoquarantanove casi a domicilio e nove sono ricoveri. Si registrano sei decessi di 81, 82, 84, 87, 89 e 96 anni con patologie.

Nella Asl Roma 2 sono 410 i casi nelle ultime 24h e si tratta di sessantadue casi con link familiare o contatto di un caso già noto e centocinquantasei i casi individuati su segnalazione del medico di medicina generale.

Nella Asl Roma 3 sono 64 i casi nelle ultime 24h e si tratta di trentatre casi con link familiare o contatto di un caso già noto. Si registra un decesso di 88 anni con patologie.

Nella Asl Roma 4 sono 86 i casi nelle ultime 24h e si tratta di trentasette casi con link familiare o contatto di un caso già noto, quattordici i casi individuati su segnalazione del medico di medicina generale.

Nella Asl Roma 5 sono 142 i casi nelle ultime 24h e si tratta di casi con link familiare, contatto di un caso già noto e isolati a domicilio.

Nella Asl Roma 6 sono 100 i casi nelle ultime 24h e si tratta di casi con link familiare o contatto di un caso già noto e casi isolati a domicilio. Si registra un decesso di 70 anni con patologie. Nelle province si registrano 581 casi e sono due i decessi nelle ultime 24h.

Nella Asl di Latina sono centoquarantanove i nuovi casi e si tratta di casi con link familiare o contatto di un caso già noto. Si registra un decesso di 84 anni con patologie.

Nella Asl di Frosinone si registrano duecentoquarantanove nuovi casi e si tratta di casi isolati a domicilio, contatti di un caso già noto o con link familiare. Sedici sono i casi ricoverati.

Nella Asl di Viterbo si registrano centoquarantacinque nuovi casi e si tratta di casi con link familiare o contatto di un caso già noto. Si registra un decesso di 83 anni con patologie.

Nella Asl di Rieti si registrano trentotto nuovi casi e si tratta di casi con link familiare o contatto di un caso già noto” commenta l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.




Coronavirus nelle scuole: troppe falle nella comunicazione dei positivi

di REDAZIONE-

VITERBO- Il Covid-19 dilaga anche nella Tuscia ed aumentano anche gli studenti contagiati. In un istituto superiore, in particolare, ci sono classi in quarantena, ma, purtroppo, le falle nel sistema ci sono, come ci racconta una mamma, alle prese con il figlio risultato positivo al Covid-19. Il ragazzo, frequentante la seconda classe di un istituto superiore, il 13 ottobre comunica di avere la febbre, dopo che il 12 ottobre tutta la classe è stata messa in quarantena perché un altro studente era risultato positivo al Covid. Nel frattempo, la classe finisce la quarantena ed il 19 ottobre torna a scuola. Lo studente che si è sentito male il 13 ottobre, resta a casa in quanto ha la febbre, ma il medico di base consiglia alla famiglia di aspettare qualche giorno e, se non passa, di fare il tampone. Passano i giorni, la madre chiede di poter avere il servizio domiciliare per fare il tampone, visto che sia lei che il figlio che il padre avevano la febbre alta. Ma le è stato risposto che prima di 10 giorni non potevano ricevere il tampone. Alla fine il ragazzo si fa il tampone il 20 ottobre presso il Drive in di Belcolle. Ma i risultati li ha soltanto ieri, 23 ottobre. Positivo.  Nel frattempo i compagni dello studente, dal 19 ottobre sono continuati ad andare a scuola, ignari, quindi, del loro compagno positivo ed hanno continuato a svolgere la loro vita regolarmente, andando tutti i giorni a scuola e continuando a stare in contatto con i propri familiari e nonni. Calcolando l’ultimo contatto avuto con lo studente positivo, ovvero il 12 ottobre, i compagni di scuola sarebbero dovuti restare in quarantena per 14 giorni, quarantena che si sarebbe conclusa lunedì 26 ottobre. Invece sono andati a scuola tutta la settimana e nessuna comunicazione ad oggi è giunta a nessuno. E’ facile, quindi, capire che così facendo non si potrà frenare la curva dei contagi, mettendo in serio rischio le famiglie delle studenti.




D’Amato ingiusto su test rapidi, Marchione: “Mancano reagenti e non forniscono codici, basta pregiudizi”

ROMA – Riceviamo da Agenzia Dire e pubblichiamo: “I laboratori privati del Lazio all’attacco della Regione. Non sono piaciute le parole dell’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, che ha definito i laboratori alle prese con i test rapidi antigenici “meno preparati del previsto” e “sotto la sufficienza”. Su oltre duecento adesioni, ha fatto sapere D’Amato, solo una settantina al momento sono in grado di farli.

“Quello che dice l’assessore è ingiusto – spiega Orazio Paolo Marchione, responsabile di una rete di laboratori privati di Roma – D’Amato già nella scorsa primavera si era lanciato pubblicamente contro le strutture private, tanto che i test sierologici sono stati abilitati soltanto quando la Regione Lazio si è resa conto che non riusciva ad occuparsene. Ora sta capitando la stessa cosa con i test rapidi antigenici. C’è sempre questo pregiudizio su di noi che ci caratterizza, come se fossimo dei venditori di cocomero con il carrettino in mezzo alla strada. Ci hanno messo nelle condizioni di non avere i materiali per i test, ci hanno imposto una tariffa che è incapiente per i costi che noi sopportiamo, siamo frustrati nel non riuscire a fornire ai cittadini l’efficienza che ci caratterizza quotidianamente. E ora dobbiamo anche sentirci dire che è colpa nostra”.

Marchione snocciola quindi le criticità riscontrate in questi giorni, a partire dall’approvvigionamento dei materiali necessari per effettuare i test antigenici. “I fornitori ce li consegnano con il contagocce perché’ la maggior parte dei test sono a disposizione della struttura guidata dal commissario Domenico Arcuri che li distribuisce sul territorio nazionale. Per questo noi con le prenotazioni siamo fermi al 9 novembre. Non possiamo aprire ulteriormente le agende perché’ non sappiamo se avremo i reagenti. Poi c’è l’aspetto che riguarda l’organizzazione del prelievo dei tamponi, che non può avvenire in concomitanza con il prelievo del sangue o altri esami. Nel nostro centro, per esempio, li effettuiamo soltanto tra le 12 e le 14, quando la sala d’attesa è libera da altri pazienti, in modo da evitare assembramenti. Più di un certo numero di appuntamenti al giorno non si possono fare”.

Infine, continua Marchione, “c’è il problema dei codici che LazioCrea deve rilasciarci e che noi dobbiamo comunicare ai sistemi informativi. Io ho il policlinico Umberto I come struttura per i test, loro mi dicono che non possono prendere i nostri campioni senza il codice di riferimento, altrimenti non riescono a identificarlo. Ancora oggi questi codici io non li ho. Quindi ho proposto di organizzare una riunione operativa per superare le criticità riscontrate durante la formazione degli opeatori all’utilizzo della piattaforma Recup-Covid”.

Per Marchione, dunque, “i problemi che devono affrontare i laboratori privati del Lazio sono tanti ed evidenti. Avere pregiudizi sul nostro lavoro è una cosa che non accettiamo”.




Positivo al Covid anche il sindaco di Monterosi

di REDAZIONE-

MONTEROSI  (Viterbo)  – Il sindaco di Monterosi, Sandro Giglietti, è risultato positivo al Covid-19. E’ lo stesso primo cittadino a comunicarlo ai suoi concittadini: “Ho contratto il Coronavirus e attualmente sono in quarantena come previsto per legge”. Quindi, ora verranno monitorati tutti gli amministratori ed i dipendenti comunali ed il Comune resterà chiuso nella giornata di oggi per la necessaria sanificazione. Gli uffici comunali riprenderanno a lavorare regolarmente a partire dal prossimo lunedì.

 




Partito della Rifondazione comunista: “E’ vergognoso che i pazienti Covid vengano ricoverati alla Medicina di Belcolle e quelli di Medicina nella clinica Santa Teresa”

VITERBO – Riceviamo da Roberta Leoni, Luigi Telli del Partito della Rifondazione Comunista (Sinistra Europea) – Viterbo e pubblichiamo: “È vergognoso. La seconda ondata del Covid trova la sanità della Tuscia esattamente nelle stesse condizioni di prima: la paralisi. L’impegno encomiabile di medici e operatori sanitari non cancella il mix di opportunismo, spirito affaristico e incapacità amministrativa. Sei mesi senza far nulla. Già nel mese di marzo Rifondazione Comunista più volte ha chiesto che venissero utilizzati i centri ospedalieri pubblici di Ronciglione, Civita Castellana o Montefiascone. Nulla di fatto. Del resto il collasso della sanità pubblica era stato benedetto dalla regione Lazio del PD di Zingaretti e applaudito dal centro-destra tutto (ad esempio, il partito della Meloni a marzo salutò con gioia l’istituzione della Clinica privata Santa Teresa, a Viterbo). E così si arriva allo scandalo del giorno: nella nuova violenta ondata di contagi i pazienti Covid vengono ricoverati a Belcolle nel reparto di medicina; bene, ma i pazienti di medicina che prima erano lì dove verranno collocati? In qualche altro ospedale pubblico? No: nella clinica privata Santa Teresa, che ha appena ottenuto l’accredito della ASL. In breve: abbiamo ospedali pubblici vuoti, ma i pazienti li mandiamo nelle cliniche, che naturalmente paghiamo profumatamente. Risultato: una sanità pubblica sfibrata e ulteriormente impoverita. Un esempio: alla faccia del tracciamento, nella CSE (casa-famiglia) di Civita Castellana la ASL decide di eseguire i tamponi solo ai pazienti, ma non agli operatori (a meno che non siano sintomatici). Assurdo, perché è inutile tracciare i pazienti se c’è il rischio che gli operatori siano positivi. Soluzione: se gli operatori vogliono farsi il test, come sarebbe auspicabile, devono rivolgersi ai privati. Di tasca loro. Queste sono le scelte di chi ci amministra. Mandiamoli a casa”.

 




Bilancio, risorse per emergenza Covid, il sindaco Arena incontra i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil

VITERBO – Bilancio, risorse per fronteggiare emergenza Covid e interventi dei vari settori comunali. Queste le principali tematiche affrontate questa mattina dal sindaco Giovanni Maria Arena nell’ambito dell’incontro con i rappresentanti provinciali dei sindacati Cgil, Cisl e Uil. A sedersi intorno al tavolo nella sala Rossa di Palazzo dei Priori, in occasione della riunione convocata dal primo cittadino Arena, Fortunato Mannino, segretario generale Cisl Viterbo e Giancarlo Turchetti, segretario UIL Viterbo e Civitavecchia. Presente tramite collegamento online Stefania Pomante, segretario generale Cgil Civitavecchia Roma nord Viterbo. “Ho voluto sommariamente illustrare il bilancio ai rappresentanti sindacali del nostro territorio – ha spiegato il sindaco Arena – soffermandomi principalmente sulle ulteriori risorse previste per far fronte all’emergenza Covid. Durante l’incontro abbiamo avuto modo inoltre di discutere dei vari interventi riguardanti tutti i settori di competenza comunale. Un’occasione di confronto e una forma di dialogo tra l’amministrazione e i rappresentanti sindacali, tra proposte, suggerimenti e riflessioni, in una fase particolarmente delicata per la nostra città”.




Coronavirus e scuole, il Prefetto convoca i dirigenti scolastici

di Redazione –

VITERBO – Si terrà questa mattina alle 12,30 un incontro tra il Prefetto Giovanni Bruno, il provveditore Daniele Pelosi e i dirigenti scolastici. L’incontro sarà trasmesso in video conferenza. La decisione  è finalizzata a intraprendere misure per evitare il contagio da Covid nelle scuole, con potenziamento della  didattica a distanza, allo sdoppiamento delle classi,  allo scaglionamento degli ingressi. Ad oggi, purtroppo, risultano 75 gli studenti contagiati ed anche alcuni docenti e dipendenti scolastici.

 




Incremento della didattica a distanza per le scuole del Lazio, il sindaco Arena: “Provvedimento giusto che avevo da giorni proposto ai dirigenti scolastici”

VITERBO – Il sindaco Giovanni Maria Arena interviene in merito alle preannunciate misure del presidente della Regione Lazio Zingaretti, in particolar modo sulla didattica a distanza per le scuole superiori. “Sono attese per le prossime ore ulteriori misure per la prevenzione e la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019 da parte del presidente della Regione Lazio Zingaretti. Tra queste ci sarebbe anche la didattica a distanza al 50% per le scuole superiori, a partire dal prossimo 26 ottobre. Un provvedimento che trovo giusto e che condivido pienamente. Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado incrementerebbero pertanto il ricorso alla didattica digitale integrata. Soluzione che da giorni avevo proposto ai dirigenti scolastici del territorio comunale, a seguito dei casi positivi Covid registrati tra gli studenti. Questo comporterebbe per i ragazzi una maggiore alternanza tra attività didattica in presenza e a distanza. Significherebbe pertanto una notevole diminuzione degli studenti all’interno delle aule, e, cosa altrettanto importante, una minore concentrazione dei ragazzi sui mezzi di trasporto”.




Coronavirus, ordinanza Lazio: coprifuoco dalle 24 alle 5 e scuole superiori in Dad al 50%

ROMA-  Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, firmerà questa sera, con il ministro della Salute, Roberto Speranza, una nuova “Ordinanza ai sensi dell’articolo 32, comma 3 della legge 23 dicembre 1978, n. 833 in materia di igiene e sanità pubblica. Ulteriori misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019”.

A seguito degli incontri con il Comitato Tecnico Scientifico, l’Assemblea dell’Anci, la Conferenza dei Rettori e l’Associazione dei presidi, la Regione Lazio dispone di:

  1. potenziare la rete COVID attraverso l’incremento di posti letto dedicati all’assistenza di pazienti affetti da COVID-19, identificando strutture pubbliche e private ulteriori rispetto a quella già inserite nella rete COVID, anche parzialmente dedicate e provvedere all’ampliamento dei posti di quelle già inserite in rete, fino al raggiungimento di 2913 posti letto di cui 552 dedicati alla terapia intensiva e sub-intensiva.
  2. a partire dalla notte tra venerdì 23 ottobre e sabato 24 ottobrevietare gli spostamenti in orario notturno sul territorio della Regione, dalle ore 24:00 alle ore 5:00 del giorno successivo, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze (a titolo esemplificativo, per i lavoratori, il tragitto domicilio, dimora e residenza verso il luogo di lavoro e viceversa), e per gli spostamenti motivati da situazioni di necessità o d’urgenza, ovvero per motivi di salute.
  3. a partire da lunedì 26 ottobre, potenziare la didattica digitale integrata nelle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado e nelle Università. Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado incrementano il ricorso alla didattica digitale integrata per una quota pari al 50 per cento degli studenti, con esclusione degli iscritti al primo anno, mentre le Università incrementano il ricorso alla didattica digitale integrata per una quota pari all’75 per cento degli studenti iscritti, con esclusione delle attività formative che necessitano della presenza fisica o l’utilizzo di strumentazioni.

Gli effetti della presente ordinanza cessano al trentesimo giorno dalla data di pubblicazione.

“Con questo nuovo provvedimento viene rimodulata l’intera rete ospedaliera regionale ampliando e rafforzando i posti dedicati al COVID-19 seguendo l’andamento della curva epidemiologica”. A dichiararlo il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

“In questi mesi – prosegue il presidente – il nostro lavoro è stato costante, non ci siamo mai fermati e grazie alla collaborazione di tutti nel Lazio solo ad ottobre sono stati effettuati 300mila tamponi, oltre 15mila in media al  giorno e siamo la prima regione in Italia per numero di casi testati in proporzione alla popolazione”.

“Continuiamo a monitorare costantemente la situazione e stiamo lavorando a implementare e incrementare l’azione di screening, per questo – conclude Zingaretti – stiamo avviando una manifestazione di interesse per individuare strutture private in grado di eseguire almeno 5mila tamponi al giorno”.

Di seguito il testo integrale dell’Ordinanza






Un caso di positività al COVID-19 nel gruppo gialloblù, partita col Bisceglie posticipata alle 20.30

VITERBO – In seguito all’esito positivo di un tampone effettuato nella giornata di martedì 20 ottobre al gruppo squadra gialloblù, la U.S. Viterbese 1908 comunica che la gara di Lega Pro contro il Bisceglie prevista per oggi, mercoledì 21 ottobre, allo stadio “Enrico Rocchi” alle ore 18.30, viene spostata alle 20.30, in attesa dell’esito del nuovo ciclo di tamponi effettuati questa mattina.




Coronavirus a Farnese, focolaio nella casa di riposo San Francesco

di REDAZIONE-

FARNESE (Viterbo)- Su 114 casi positivi al Coronavirus di ieri, 27 sono di Viterbo e 26 a Farnese. Qui si è registrato un vero focolaio nella casa di riposo San Francesco. La struttura, che ospita 31 anziani, ha registrato 29 di questi positivi al Covid-19. La Asl di Viterbo fa sapere che il quadro clinico dei pazienti è monitorato costantemente e come nessuno di loro, al momento, richiede assistenza ospedaliera. La struttura è stata isolata e la Asl è intervenuta per comunicare ai responsabili le disposizioni da attuare immediatamente per il contenimento del virus. Anche il personale sanitario è stato sottoposto ai tamponi, i cui risultati si sapranno nelle prossime ore.