Decreto Liquidità, CNA: “Bene l’ordine del giorno, ora si ponga fine al caos sulla sanificazione”

VITERBO – Con l’approvazione dell’ordine del giorno a firma dell’onorevole Sara Moretto, presentato nell’ambito della discussione del Dl Liquidità, si riconosce finalmente la necessità di fare chiarezza attorno al concetto di sanificazione e, di conseguenza, sulle spese ammesse a beneficiare del credito d’imposta previsto per rendere sani gli ambienti di lavoro.

L’ordine del giorno impegna il governo a correggere l’erronea impostazione finora prevalsa in materia. In particolare, l’utilizzo del termine sanificazione sta provocando un autentico cortocircuito normativo e applicativo, tale da aggravare di costi spesso inutili le imprese, indotte a rivolgersi ai soli soggetti abilitati alla sanificazione. Questo, nonostante il ministero della Salute abbia indicato lo svolgimento di sole attività di pulizia e disinfezione per il contrasto del Covid-19.

Apprezziamo questo voto che raccoglie il nostro appello – sottolinea la CNA – e offre una prima risposta sia al disorientamento delle imprese chiamate a mettere in sicurezza dipendenti e clienti dal rischio contagio, sia alle imprese del settore pulizie, ingiustamente penalizzate. Ora auspichiamo che il contenuto dell’ordine del giorno e l’impegno assunto dal governo prendano corpo all’interno del decreto Rilancio, che mette ordine alle misure a sostegno dei costi sostenuti dalle imprese per il rispetto dei Protocolli di sicurezza”.

 




Confesercenti informa: via libera della commissione europea al decreto liquidità per le imprese

ROMA- Il Decreto Liquidità ha ricevuto il via libera dalla Commissione Europea che autorizza dunque le nuove regole per garanzie a imprese e professionisti.
Il Ministero dello Sviluppo Economico e il Mediocredito Centrale sono al lavoro insieme all’ABI per sveltire le procedure e rendere attivi e disponibili, in tempi brevi, tutti i sistemi informatici e la modulistica necessaria alla richiesta di garanzia per i beneficiari delle misure.
La Confesercenti è a disposizione per tutte le imprese interessate al provvedimento.
Per informazione e assistenza operativa alle pratiche chiamare il 0761/187831 o scrivere una mail ad info@confesercentiviterbo.it




Decreto liquidità, l’allarme di CNA: “Solo una impresa su tre può usufruire della sospensione dei pagamenti”

VITERBO – “Le nuove regole per beneficiare della sospensione dei pagamenti possono essere utilizzate solo da una impresa su tre. Si escludono così centinaia di migliaia di imprese in difficoltà finanziarie causa Covid-19”. La CNA lancia un grido di allarme riguardo alla limitazione del diritto a sospendere i prossimi pagamenti fiscali e contributivi, collegata esclusivamente alla riduzione del fatturato nella misura minima del 33 per cento rispetto a quello conseguito nello stesso mese dell’anno precedente.

Una condizione che, per difficoltà nel ricostruire la corretta imputazione delle fatture di competenza dei periodi da mettere a confronto e per la non coincidenza tra fatturazione e incasso, rischia di obbligare ad effettuare i versamenti, già del prossimo 16 aprile, centinaia di migliaia di imprese che non hanno disponibilità finanziarie, includendo quelle che sono state costrette a interrompere l’attività a seguito dei decreti delle scorse settimane.

“Il decreto liquidità dimostra di essere estremamente penalizzante per i soggetti più in difficoltà. Oltre a rischiare di non concedere vero credito aggiuntivo alle imprese, non si provvede neanche ad allargare la sospensione dei pagamenti ai tributi locali e agli avvisi bonari, si illude e si delude. Si provveda immediatamente – chiede la CNA al governo – a escludere tutte le attività chiuse per effetto delle disposizioni di legge e si riduca drasticamente la percentuale del 33 per cento di riduzione del fatturato se non si vuole aggravare definitivamente la situazione e gettare nella disperazione migliaia di artigiani e piccoli imprenditori”.

“Lo Stato stia con i fatti davvero vicino agli imprenditori”, conclude.




Decreto liquidità, CNA al governo: “Così non va. Si cambi subito il provvedimento”

VITERBO – È molto critico il giudizio della CNA sul pacchetto di misure per il credito contenuto nel decreto liquidità pubblicato in Gazzetta Ufficiale: “Il testo non soddisfa l’urgenza di mettere a disposizione di tutti gli operatori economici la liquidità necessaria a far fronte alle spese correnti, che devono essere onorate per non far saltare tutta la catena dei pagamenti”.

Senza liquidità non si potranno pagare stipendi, affitti e fornitori, mettendo in crisi famiglie e altre imprese.

“L’automatismo introdotto per la concessione della garanzia, infatti, non assicura neanche per gli importi inferiori a 25mila euro la concessione di credito bancario. Si lascia, di fatto, la valutazione del merito di credito, della durata e delle condizioni applicabili in mano alle banche”, osserva l’Associazione di rappresentanza dell’artigianato e della piccola e media impresa.

Neppure è sicuro che gli imprenditori possano ottenere credito aggiuntivo. Il decreto, infatti, prevede che il debitore possa consentire alla banca di non aumentare l’esposizione, cosicché, essendo in posizione di oggettiva debolezza, potrebbe cedere alla richiesta della banca di sostituire posizioni in essere con crediti totalmente garantiti dallo Stato”.

CNA è profondamente delusa anche per la dimensione dell’intervento: lo stanziamento di 1.729 milioni di euro, destinato ad incrementare la dotazione del Fondo, potrà assicurare al massimo 20 miliardi di nuovi crediti pari all’1% del fatturato di tutte le imprese che possono essere garantite dal Fondo di Garanzia.

“Si tratta di una soluzione destinata a seminare sconcerto e rabbia tra chi confidava veramente di poter avere mezzi finanziari sufficienti per non essere costretto a chiudere. In questo momento così drammaticamente difficile, i provvedimenti hanno l’obbligo di essere veloci ed efficaci: serve un percorso rapidissimo per mettere a disposizione delle imprese nuovo credito senza burocrazia, senza procedure valutative, a zero interessi, con 24 mesi di preammortamento e 10 anni per la restituzione”, è la proposta di CNA, che invita il governo e il Parlamento a correggere immediatamente il provvedimento, per mettere artigiani, imprenditori, autonomi e professionisti in condizione di affrontare con un minimo di serenità il futuro.

 

 




Confesercenti, decreto liquidità per le imprese “E’ importante, ma bisogna fare molto di più”

“Il decreto Liquidità, varato dal Consiglio dei ministri, è sicuramente una iniezione di liquidità per le pmi, ma non è un ‘bazooka’, come lo ha definito il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri“.
Ad affermarlo è la Presidente nazionale della Confesercenti, Patrizia De Luise in un’intervista all’Adnkronos.
”Ci vorrebbe qualcosa di più per farlo diventare un bazooka – sostiene De Luise. Questa liquidità immediata di 400 miliardi per le imprese è importante, ma la situazione è in continua evoluzione”. Con il decreto liquidità, secondo De Luise, infatti, “si comincia a parlare del piano finanziario, ma per le piccole e medie imprese che rappresento le scadenze erano già in essere e i tempi non sono secondari, perché intanto che i giorni passano le banche rispondono che non hanno ancora le direttive per operare”.
“Inoltre, c’è un altro problema che è il conto economico – sottolinea la Presidente Confesercenti – perché i negozi, gli artigiani, le partite Iva, in questo mese e mezzo di fermo (e vediamo quando si riaprirà), hanno perso redditività. Quindi se da una parte diamo liquidità con un pre-ammortamento di 24 mesi come avevamo chiesto, è chiaro che le aziende quando potranno ripartire oltre a risarcire il debito che andranno a fare dovranno fare i conti con una forte perdita di ricavi. E questi dovranno essere supportati da un altro provvedimento che preveda un fondo perduto”.
“Bisogna rendere i decreti attuativi subito ed eliminare quindi lo scoglio della burocrazia, che è un altro virus che abbiamo”, ha sottolineato la Presidente commentando il varo del Dl Liquidità. “Per l’economia i tempi non sono una variabile indipendente. Noi abbiamo sempre detto, prima dell’emergenza coronavirus, che avevamo problemi forti perché un’impresa deve sapere dove si va, quindi deve avere un piano e poi c’è la burocrazia perché non si possono aspettare mesi o anni per mettere in pratica un’idea”.

“L’Europa ha una grande chance per dimostrare che è una Unione europea, ma deve superare la voglia di guardarsi l’ombelico; finché alcuni Paesi continuano a ragionare in un certo modo, non ci si riesce”, ha aggiunto la Presidente De Luise nell’intervista a proposito del dibattito in corso in Ue per affrontare l’emergenza coronavirus sotto i molteplici aspetti, a cominciare da quello economico e finanziario. “C’è un problema – osserva – di procedure e di tempi: sicuramente la serietà dei comportamenti è importante, ma lo è altrettanto avere una capacità di visione strategica dei problemi su come fare a tutelare la salute delle persone e contemporaneamente tutelare la salute dell’economia. Ora bisogna salvare il Paese Europa, non solo l’Italia”.
Infine, tornando all’economia italiana, sul turismo De Luise ha sottolineato: “Il turismo versa in gravi condizioni a causa dell’emergenza coronavirus e dunque necessita di un piano ad hoc. Abbiamo capito tutti che il turismo non può ripartire subito. Ci sarà la paura delle persone, anche condivisibile, a rimettersi in viaggio. Quindi ci vuole un piano straordinario”, ha concluso la Presidente.