Sostegni Bis per l’agricoltura, gli uffici Epaca-Coldiretti Viterbo pronti per la presentazione delle domande dei lavoratori

VITERBO – Il Decreto Sostegni bis attribuisce un bonus anche per gli operai agricoli. Con l’ introduzione dell’ art. 68 sarà possibile richiedere 800 euro per i dipendenti a tempo determinato del settore agricolo. Per poterne beneficiare i braccianti dovranno avere effettuato almeno 50 giornate effettive di lavoro agricolo così da vedersi riconosciuta l’ indennità prevista.

Sostegni per gli operai agricoli erano stati già previsti nel 2020 dai Decreti “Cura Italia” (D.l. n. 18/2020) e Rilancio (D.l. n. 34/2020). “I nostri uffici, nei  soli mesi di marzo ed aprile 2020, hanno presentato 1798 domande di indennità per il settore agricolo, per un valore riconosciuto di oltre un milione di euro – interviene Elisabetta Rondini, Responsabile Epaca Viterbo – Con il Decreto “Sostegni-bis” spicca l’indennità covid per operai agricoli, colpiti anch’essi dagli effetti della pandemia covid”.

Nello specifico i principali requisiti previsti dal provvedimento per la presentazione della domanda riguardano la maturazione di 50 giornate effettive di lavoro nel 2020, il non essere titolari di contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato al momento della domanda (eccezion fatta per il contratto intermittente senza diritto all’indennità di disponibilità) e non  essere titolari di pensione. Inoltre deve essere considerato di non ricevere il Reddito di cittadinanza alla data di entrata in vigore del decreto, non percepire il Reddito di emergenza e l’ impossibilità di cumulare il bonus con l’assegno ordinario di invalidità.

 “L’agricoltura, nonostante le difficoltà dettate dalla pandemia, ha continuato a lavorare ogni giorno per produrre e garantire le forniture alimentari a tutto il Paese – commenta Mauro Pacifici, Presidente Coldiretti Viterbo – Vedere riconosciuto questo nuovo sostegno ai braccianti agricoli dimostra il ruolo strategico e prezioso che essi hanno svolto, e continuano a svolgere, nella nostra società”.

Per la presentazione delle domande gli uffici Epaca sono a disposizione presso le strutture Coldiretti Viterbo. La domanda per l’indennità dovrà essere presentata entro il 30 giugno 2021 tramite il modello predisposto dal INPS.




Roma, presentato un ordine del giorno al “Decreto Sostegni”

ROMA – Riceviamo da Fratelli d’Italia e pubblichiamo: “Approvato stamattina alla Camera un ordine del giorno al “Decreto Sostegni”, presentato da Fratelli d’Italia, primo firmatario il deputato Mauro Rotelli. L’ordine del giorno è importante per garantire la ripartenza del turismo in generale ed in particolare del termalismo, un settore di particolare rilevanza per la Tuscia e per la città di Viterbo.

Questo il testo del dispositivo: impegna il governo a introdurre, sin dal prossimo provvedimento utile, misure volte a ridurre i costi fissi per le imprese turistico ricettive e per il settore termale, provato dalla contrazione dei consumi e ancora gravato dagli ingenti costi fissi in considerazione delle molteplici sospensioni delle attività avvenute nel corso del periodo emergenziale.

Letto in Aula il parere positivo del viceministro dell’economia Laura Castelli”.

 

 




Non solo Cassa Integrazione per gestire la crisi aziendale

di PAOLO MANCINELLI-

VITERBO – L’impianto normativo emergenziale con cui si devono quotidianamente confrontare imprese e professionisti per gestire le domande di cassa integrazione ordinaria e in deroga, dell’assegno ordinario è piuttosto complesso. Il decreto Sostegni ha, da ultimo, prorogato i trattamenti di integrazione salariale e semplificato la trasmissione dei dati necessari al calcolo e alla liquidazione diretta dei trattamenti. Nel panorama delle strade percorribili dai datori di lavoro in difficoltà a causa del Covid, oltre alla cassa integrazione, vanno considerati anche altri ammortizzatori sociali.

Stiamo vivendo in un quadro molto complesso, risultato di una stratificazione di norme e di documenti di prassi, di proroghe e di deroghe,  non sempre di facile comprensione e applicazione. In questo mare “magnus” di normative emergenziali con cui devono quotidianamente confrontarsi  imprese e professionisti  per gestire le domande di cassa integrazione ordinaria e in deroga.

Qui si aggiunge in questi giorni anche un ulteriore tassello: “Il decreto Sostegni

Il decreto non solo ha prorogato i trattamenti di integrazione salariale, aggiungendo nuove settimane rispetto a quelle disposte dalla legge di Bilancio 2021, ma ha anche semplificato la trasmissione dei dati necessari al calcolo e alla liquidazione diretta dei trattamenti, che dovrà essere effettuata attraverso il flusso telematico Uniemens-Cig.

Novità vi sono anche per il divieto di licenziamento, generalizzato fino al 30 giugno 2021 e successivamente vietato fino al 31 ottobre 2021, solo per alcune categorie di aziende.

Tuttavia nel panorama delle strade percorribili per i datori di lavoro in difficoltà a causa del Covid, non c’è solo la cassa integrazione Covid; esistono altre strade possibili che possono e debbono essere considerati per fronteggiare la crisi, ovverosia i piani di risoluzione consensuale incentivata e tutti gli strumenti di gestione non traumatica delle eccedenze occupazionali, tra cui il contratto di espansione.




Decreto Sostegni, CNA: “Troppe imprese ancora escluse dai contributi con la soglia al 30%”  

VITERBO –Sono ancora troppe le imprese escluse dai contributi a fondo perduto con il decreto Sostegni all’esame del Consiglio dei ministri, che, tuttavia, accoglie parzialmente le nostre indicazioni in merito alla necessità di modifica dei meccanismi per erogare gli indennizzi”. Lo dichiara la CNA.

A giudizio della Confederazione, l’aver mantenuto una soglia per poter accedere ai benefici rappresenta una ingiusta discriminazione nei confronti di migliaia di attività economiche che nel 2020 hanno subito pesanti cadute del fatturato pur al di sotto del 30% e non percepiranno alcun ristoro. Anche se l’abbassamento della soglia dal 33% al 30% ha ampliato la platea dei beneficiari di 13 punti al 38% delle imprese con perdita di ricavi.

CNA rinnova pertanto l’invito al governo e al Parlamento affinché sia introdotto un meccanismo di decalage che preveda la progressiva riduzione del contributo in relazione all’andamento del fatturato.

“Valutiamo in modo positivo l’aver abbandonato il riferimento ai codici Ateco. Ciò permetterà a molte imprese di accedere per la prima volta ai ristori, ma anche per questo è fondamentale che i contributi vengano erogati con estrema rapidità”, evidenza la Confederazione, convinta che “il decreto Sostegni non potrà alleviare le enormi difficoltà in cui versano le imprese, schiacciate dalla crisi provocata dalla pandemia”.

CNA confida che, come ha già annunciato il presidente del Consiglio, in occasione della presentazione del Documento di Economia e Finanza sia definito un ulteriore scostamento di bilancio.

 




Decreto Sostegni, allarme di CNA: “Gli indennizzi a fondo perduto potrebbero arrivare a poche imprese e con importi medi sotto i 1.000 euro”

VITERBO – “Il decreto Sostegni deve prevedere una netta discontinuità riguardo a criteri, risorse e tempistica per l’erogazione dei contributi a fondo perduto alle imprese”. E’ la sollecitazione di CNA al governo. Senza una profonda revisione del meccanismo finora applicato, infatti, meno di un quarto delle imprese che hanno subito riduzioni del fatturato nel 2020, potrà accedere ai benefici, con un importo medio inferiore ai mille euro. Un risultato considerato dalla Confederazione inaccettabile per milioni di artigiani e piccole imprese schiacciati da una crisi economica senza precedenti e che ripongono grandi aspettative rispetto alle assicurazioni annunciate da esponenti dell’esecutivo e della maggioranza sul sostegno alle attività economiche. Lo scostamento di bilancio è stato approvato dal Parlamento tre mesi fa e ancora non c’è il provvedimento sui ristori.

Il ragionamento di CNA è chiaro e si basa sui dati. Oltre al superamento, finalmente, dei codici Ateco, sono fondamentali due criteri per assicurare contributi in modo equo e coerente ai pesanti effetti della pandemia: eliminare la rigidità della soglia della flessione del fatturato superiore al 33% e ampliare il periodo di riferimento ben oltre le media di un singolo mese.

Simulazioni effettuate dal Centro Studi di CNA sulle contabilità di 12mila imprese con fatturato fino a 5 milioni di euro, evidenziano che nel 2020 l’81,2% delle imprese ha registrato diminuzioni del giro d’affari, ma solo una impresa su quattro ha accusato una perdita superiore al 33% rispetto all’anno precedente. Oltre il 75% delle imprese, pur avendo registrato una significativa flessione del fatturato, spesso non lontana da un terzo, sarebbe quindi escluso dai nuovi indennizzi.

La CNA chiede al governo di cancellare il 33%, sostituendolo con un meccanismo che riduca progressivamente il beneficio. E’ necessario, quindi, ampliare il periodo sul quale commisurare gli indennizzi e concentrare il ristoro soprattutto sulle imprese più piccole maggiormente colpite dalla pandemia.