Dimensionamento, Schiboni: “Il 26 febbraio incontreremo gli studenti”

ROMA – «Il 26 febbraio alle ore 15 incontrerò presso la sede del mio assessorato in Regione Lazio una delegazione di studenti che questa mattina hanno manifestato contro il dimensionamento scolastico. Un incontro che ci consentirà di spiegare agli studenti quali sono le specifiche competenze di ciascun Ente e di chiarire che gli accorpamenti sono un obbligo legato a negoziati con l’Unione Europea che, certamente, non sono stati conclusi né dall’attuale governo nazionale né, tantomeno, dall’attuale giunta regionale. In quell’occasione avremo modo di illustrare il complesso iter procedimentale del dimensionamento scolastico che avrebbe dovuto avere come protagonisti principali gli Enti più prossimi al territorio e quindi capaci di interpretare maggiormente le rispettive dinamiche sociali ed educative. Gli stessi Enti che, purtroppo, il più delle volte, come dimostrano gli atti, si sono sottratti a tale ruolo attribuitogli dalla legge. Nell’incontro, come fatto in passato, inoltre, torneremo a ricordare che nessuna scuola sarà chiusa, che nessun servizio sarà sottratto a famiglie e studenti e che si tratta di una misura finalizzata a garantire un dirigente in ogni scuola superando la precarietà delle reggenze. La Regione Lazio su questo tema come su tutti gli altri non si è mai sottratta né alle proprie responsabilità né all’ascolto e al confronto a differenza di Enti locali titolari di scelte che hanno preferito evitare».

Lo dichiara l’assessore al Lavoro, Scuola, Formazione, Ricerca, Merito, Giuseppe Schiboni.




Scuola: Mattia (PD), il 26 febbraio alla Pisana per dire no a tagli

ROMA – “Oggi siamo scesi in piazza con le studentesse e gli studenti per chiedere ancora una volta alla Giunta Rocca il ritiro della delibera sul Piano regionale di dimensionamento scolastico per l’anno 2025/2026, che non tiene conto delle osservazioni della comunità scolastica, di sindaci, Enti locali e territori. Visto che la Giunta Rocca continua a non volerli ascoltare, lo faremo di noi portando la loro voce in consiglio regionale con un grande incontro intitolato ‘La scuola non si taglia”, che si terrà mercoledì prossimo, 26 febbraio, dalle ore 15 alla Pisana. E continueremo finché non avremo una risposta valida che tenga conto delle reali esigenze dei territori e della tutela del diritto all’Istruzione”. Così la consigliera regionale PD del Lazio Eleonora Mattia.




M5S Lazio: adesione a manifestazione contro dimensionamento scolastico

ROMA – “Il Movimento 5 Stelle Lazio aderisce alla manifestazione del 21 febbraio indetta dalla Rete degli Studenti Medi per opporsi al dimensionamento scolastico approvato dalla Giunta Rocca. Un provvedimento che compromette il diritto allo studio e la qualità dell’istruzione.
La scuola non può essere oggetto di tagli indiscriminati. L’istruzione è un diritto fondamentale e chi governa deve garantirne l’accessibilità e la qualità, non indebolirla. Il presidente Rocca ha ancora tempo per ritirare la delibera e ascoltare studenti, famiglie ed enti locali. Ignorare queste richieste significherebbe penalizzare ulteriormente le aree più fragili del Lazio. La scuola pubblica va tutelata e potenziata, non ridimensionata”.

Così in una nota il Gruppo M5S alla Regione Lazio.




Dimensionamento scolastico, interviene la Sinistra italiana – AVS

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “Il Presidente della sezione V del Tar Lazio ha sospeso, accogliendo l’istanza cautelare del Comune di Viterbo, il dimensionamento dell’istituto Comprensivo “Carmine”, sventando la perdita della direzione didattica e la distribuzione delle sue sedi tra gli Istituti Fantappie e Canevari.

Un consiglio straordinario del Comune di Viterbo, insieme ad altri rappresentanti Istituzionali, il sindacato, gli inseganti e i genitori, ha quindi riconosciuto che gli accorpamenti costituiscono un vero e proprio attacco alla qualità didattica e organizzativa della scuola italiana e che vanno salvaguardate le scuole, prezioso patrimonio culturale di un intero territorio.

Peccato che alla seduta risultavano assenti i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, Lega, Bene comune e Forza Italia-Udc; evidentemente la pensano diversamente su ciò che va garantito alle nostre scuole!

I provvedimenti regionali stanno riguardando 24 realtà scolastiche: 6 a Roma Capitale, 7 nella città metropolitana, uno a Civitavecchia, 4 a Frosinone, 2 a Latina e a Rieti e 3 a Viterbo.

La sentenza di sospensione crea un precedente importante ed apre ad una notevole possibilità: FERMARE IL DIMENSIONAMENTO DELLE NOSTRE SCUOLE, VOLUTO DALLA REGIONE LAZIO E DAL NOSTRO GOVERNO!

Il nostro contrasto contro i dimensionamenti selvaggi proseguirà ancora con più forza, alla luce di questa sentenza rafforzeremo un rapporto con Istituzioni, il mondo della scuola, le forze sindacali, tutti coloro che vogliono difende la scuola pubblica, quella della Costituzione.

Sinistra Italiana e AVS sono da quella parte da sempre e hanno già presentato una proposta di legge che intende ripristinare gli istituti più piccoli, permettere più spazi, risorse e personale maggiormente adeguati ad un insegnamento di qualità!

Susanna Crostella, Responsabile scuola – DIPARTIMENTO SAPERI della Segreteria regionale di Sinistra Italiana – AVS

Valeria Bruccola, Segretaria della Federazione della provincia di Viterbo di Sinistra italiana – AVS




Palazzo dei Priori, la minoranza: “Il consiglio sul dimensionamento inutile propaganda, non saremo presenti”

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “L’amministrazione Frontini ha perso ancora una volta una valida occasione per organizzare una cosa seria, facendo prevalere la solita propaganda a iniziative e misure concrete per la città. Non solo il consiglio comunale straordinario rappresenta l’ennesima cortina fumogena per tentare senza successo di nascondere i propri fallimenti ma, come è evidente a tutti, non ha alcun senso rispetto alla delibera sul piano di dimensionamento scolastico già approvata e a soli dieci giorni dalla pronuncia del Tar. Un consiglio che costerà ai cittadini e che ha uno scopo unicamente propagandistico e quindi del tutto inutile. Come consiglieri di minoranza avevamo chiesto di posticipare tale consiglio e di coinvolgere anche la Provincia, l’assessore regionale Schiboni e i consiglieri regionali dopo la decisione dei giudici amministrativi, ma si è preferito mantenere questa data per ingenerare ulteriore confusione fra i cittadini, le famiglie e gli operatori del delicato settore Scuola. Noi preferiamo mantenere lucidità e serietà nei confronti di tutti. Non è nostra abitudine commentare sentenze, né alimentare dibattiti mentre un giudizio è pendente. Non solo non sarà chiusa nessuna scuola visto che il dimensionamento interesserà unicamente le dirigenze e le segreterie ma, come ha puntualmente ribadito l’assessore all’istruzione della Regione Lazio Giuseppe Schiboni, la questione del dimensionamento è attualmente sub iudice e, nel rispetto della nostra cultura, attendiamo la prossima pronuncia del Tribunale Amministrativo.
A chi invece, tenta di chiudere il recinto quando i buoi sono già usciti, consigliamo di mettere in campo quelle “pianificazione e programmazione” di cui ci ha tanto parlato e che, in questi anni, sono le grandi assenti di questa amministrazione comunale allo sbando completo”.
Allegrini
Achilli
Grancini
Amodio
Ciambella
Micci Andrea
Marini
Sabatini
Zelli




Uil Scuola, Somigli: “Il dimensionamento scolastico dell’Istituto Carmine va revocato”

VITERBO – “Il dimensionamento dell’istituto Carmine va revocato, questa è la sola strada che la regione Lazio deve percorrere”. A chiederlo è la segretaria generale della Uil scuola di Viterbo Silvia Somigli dopo che il presidente della Sezione V del Tar ha accolto l’istanza cautelare del comune di Viterbo per la sospensiva della delibera di giunta regionale che ha dimensionato l’Istituto comprensivo Carmine.

“Non ci sono altre strade – spiega Somigli –. L’istituto Carmine è un presidio storico fondamentale del territorio e il suo dimensionamento è un errore senza precedenti. Il suo dimensionamento avrebbe un impatto profondamente negativo sul tessuto educativo sociale, penalizzando il territorio, gli studenti, le famiglie, il personale scolastico”.

“Difendere il Carmine – conclude infine Silvia Somigli – è una battaglia giusta che va combattuta fino all’ultimo a difesa del nostro territorio”.




Dimensionamento IC Carmine, FLC CGIL: “Accogliamo con soddisfazione la decisione del TAR, ma la battaglia continua”

VITERBO – “La FLC CGIL è sempre stata al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola, sostenendoli in ogni sede istituzionale: dall’Osservatorio Provinciale al Consiglio Regionale, fino ad arrivare all’Assessore regionale Schiboni, a cui abbiamo fatto presente con fermezza le caratteristiche uniche dell’IC Carmine. Questa scuola svolge un lavoro encomiabile, inclusivo e insostituibile, rappresentando un punto di riferimento fondamentale per la comunità.

Accogliamo con grande soddisfazione la sospensiva del TAR del Lazio, che ha disposto l’annullamento urgente della delibera regionale con cui la Giunta ha deciso di dimensionare l’IC Carmine. Questo primo risultato ci dà respiro e ci rafforza nella convinzione che le nostre ragioni siano fondate.

L’udienza definitiva è stata fissata per il 19 febbraio: ci auguriamo che possa finalmente fare giustizia rispetto a scelte scellerate, imposte senza ascoltare la comunità scolastica e senza valutare le reali ricadute su studenti, docenti e personale ATA.

La FLC CGIL continuerà a vigilare e a lottare perché la scuola rimanga un diritto di tutte e tutti, non una variabile dipendente da meri calcoli amministrativi. La battaglia non è finita, e noi non ci fermeremo”. Così Paola Grilli, Segretaria generale FLC CGIL Viterbo.

 




Dimensionamento scolastico, il Tar blocca la delibera regionale per l’Istituto Carmine, la Provincia: “Una decisione importante”

VITERBO – La Provincia di Viterbo accoglie con soddisfazione la decisione del Tar del Lazio, che ha accolto l’istanza cautelare del Comune di Viterbo disponendo la sospensione della delibera di Giunta Regionale sul dimensionamento scolastico dell’Istituto Comprensivo Carmine.

Una decisione che rappresenta un primo risultato nella battaglia intrapresa per la tutela delle autonomie scolastiche e della qualità dell’istruzione sul territorio.
“Abbiamo sempre sostenuto che il Piano regionale di dimensionamento scolastico dovesse essere rivisto, perché penalizza in modo irragionevole le istituzioni scolastiche e le comunità locali – afferma il Presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Romoli –. Il pronunciamento del Tar conferma la fondatezza delle nostre perplessità e delle azioni messe in campo per contrastare decisioni che riteniamo ingiuste”.
La Provincia di Viterbo ribadisce con fermezza il proprio impegno nel difendere le scuole del territorio e annuncia che procederà con il ricorso al Tar anche per l’Istituto di Grotte di Castro, con l’obiettivo di garantire la tutela degli studenti, delle famiglie e del personale scolastico coinvolto.
 “La scuola è un pilastro fondamentale per la crescita e la formazione delle nuove generazioni – conclude Romoli – e non possiamo accettare decisioni che ne mettano a rischio l’efficienza e l’organizzazione”.



Viterbo, dal TAR stop al Dimensionamento Scolastico. Rete degli Studenti Medi Lazio «Rocca ritiri subito la delibera in tutta la regione»

Il Tar del Lazio ha disposto la sospensione della delibera regionale sul Piano regionale di dimensionamento scolastico, che prevedrebbe il dimensionamento scolastico dell’Istituto Comprensivo Carmine di Viterbo.

“Il TAR ci dà ragione, il dimensionamento va fermato. Vogliamo che il Presidente Rocca ritiri la delibera, non accetteremo altri altri tagli –
spiega Bianca Piergentili, Coordinatrice Regionale della Rete degli Studenti Medi – In tutte le scuole del lazio stiamo raccogliendo le firme per fermare questa delibera che sceglie di tagliare sulle nostre scuole, sul nostro diritto allo studio e sul nostro futuro.”

Bianca Piergentili
La Coordinatrice Regionale
Rete degli Studenti Medi del Lazio – il Sindacato Studentesco




Dimensionamento scolastico: rispondono i consiglieri provinciali Ciarlanti e Nicolai di FI

Riceviamo da Francesco Ciarlanti ed Ermanno Nicolai, consiglieri provinciali Forza Italia e pubblichiamo: “Non intendiamo proseguire in una sterile polemica sul tema del dimensionamento scolastico. La situazione reale è ormai chiara a tutti i cittadini, così come la nostra volontà di difendere il territorio della Tuscia in ogni sede possibile.

Gli atti parlano da soli. I consiglieri provinciali di Fratelli d’Italia non hanno partecipato ai lavori del consiglio né presentato emendamenti alla delibera che contenessero le loro indicazioni. Inoltre, al momento della votazione, hanno abbandonato l’aula in silenzio alla chetichella, evitando così il confronto diretto e sottraendosi alle loro responsabilità istituzionali.

In merito alle accuse riguardanti una presunta “maggioranza strampalata”, forniremo dati precisi sul numero di province italiane in cui Fratelli d’Italia governa in coalizione con il Partito Democratico. Questi esempi dimostrano come simili collaborazioni non siano affatto inusuali.

Comprendiamo che i consiglieri di Fratelli d’Italia si sentano chiamati a difendere, in modo quasi militare, posizioni indifendibili, ma suggeriamo almeno di non distorcere la realtà dei fatti. Il nostro impegno resta rivolto esclusivamente al bene della comunità e alla tutela del territorio che rappresentiamo”.

 




Dimensionamento scolastico, gruppo Fdi: “Da Provincia totale irresponsabilità amministrativa”

VITERBO- “Prendiamo atto con sorpresa del fantasioso comunicato diffuso più di recente dai consiglieri provinciali Ciarlanti e Nicolai, in ordine alla seduta consiliare sul dimensionamento scolastico. Come apprendiamo anche delle odierne e farneticanti dichiarazioni dei consiglieri Di Fusco e De Alexandris, che arrivano addirittura a prospettare ipotesi complottiste di decisioni già assunte, pur di smarcarsi dal risultato evidente della loro totale irresponsabilità amministrativa. Pur comprendendo bene le ragioni della strenua difesa che i rappresentanti di Forza Italia e di Frontini sono militarmente chiamati a svolgere, anche in supporto alle “non decisioni” assunte dalla strampalata maggioranza di Palazzo Gentili, ci saremmo aspettati ben altra caratura e onestà culturale da parte di politici così navigati e di lungo corso.
Se non fosse estremamente grave quanto accaduto, comunicati tanto artefatti non meriterebbero risposta, ma riteniamo sia doveroso ripristinare la veridicità storica di quanto occorso, che è cosa ben lontana dal novello storytelling inscenato in questi giorni da chi “non-guida” la Provincia di Viterbo, ma pensa di affabulare i cittadini della Tuscia con storielle degne del miglior pifferaio magico.
Vero è che durante il consiglio provinciale sul dimensionamento scolastico, Fratelli d’Italia decise di abbandonare l’aula, ma non certo per mancanza di proposte, per scarsa responsabilità o per chissà quale ordito complotto, come oggi si vorrebbe far credere. Fummo infatti costretti a lasciare la seduta per evitare di legittimare l’operato “scomposto” del presidente, del Pd, di FI e dei frontiniani che, in barba ad ogni minima forma di rispetto dei regolamenti provinciali, pensavano comunemente di disporre di emendamenti all’atto deliberativo a seduta già iniziata. Ne è riprova incontrovertibile la modifica al regolamento consiliare, portata in fretta e furia alla prima occasione successiva.
Insomma, come ormai abitudine, siamo davanti all’ennesima narrazione politicizzata e costruita ad arte dai consiglieri di FI e frontiniani, con il solo scopo di inscenare lo stucchevole teatrino che registriamo in questi giorni e nascondere le responsabilità a cui sono venuti meno.
D’altra parte, che la mancata decisione di Palazzo Gentili avrebbe obbligato la regione all’esercizio sostitutivo, individuando l’accorpamento delle dirigenze numericamente più deboli, era chiaro come la luce del sole. E non certo per decisioni già assunte, come millantano oggi De Alexandris e Di Fusco, ma per via dei dati numeri individuati dall’osservatorio provinciale. Romoli, Pd, Fi e Frontini ne erano pienamente consapevoli ma, non volendo decidere diversamente, hanno di fatto condannato le due dirigenze ad un esito certo, salvo poi raccontare la favola della “difesa d’ufficio” ai cittadini della Tuscia, secondo lo schema di questo indegno scaricabarile, tipico di chi non è capace di assumersi la responsabilità di una amministrazione.
Quello che emerge, con palmare evidenza, da tutta questa vicenda è il vero limite di questa larga maggioranza provinciale: l’incapacità di trovare un punto di unione tra FI, Pd e frontiniani, il cui unico legame risiede nel comune desiderio di non decidere nulla per salvaguardare le proprie poltrone da eventuali liti interne, delegando ogni responsabilità alla Regione Lazio.
Quello che sfugge, però, ai solerti cantastorie di Palazzo Gentili è che i cittadini non hanno l’anello al naso e non bastano finti teatrini inscenati in riunioni collegiate o romantici video postati a ripetizione sui social per sovvertire la realtà. Non bastano i video da fanatici dei social promossi da Romoli o da Frontini per nascondere una verità così lampante. I cittadini della Tuscia non sono sprovveduti come si vuole far intendere, i ‘non governanti’ della Provincia se ne facciano una ragione”.

I consiglieri provinciali di Fratelli d’Italia
Luca Giampieri
Giuseppe Cesetti
Nello Campana
Luca Profili

 




Dimensionamento scolastico: precisazioni del Presidente della Provincia di Viterbo

VITERBO – Riceviamo dal presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Romoli e pubblichiamo: “Leggo con stupore le dichiarazioni del Consigliere regionale Sabatini sul dimensionamento scolastico regionale. Per la seconda volta in pochi giorni, mi vedo costretto a intervenire per chiarire quanto la Provincia di Viterbo ha responsabilmente operato in merito.

È comprensibile che il Consigliere Sabatini, forse impegnato in attività romane, non abbia potuto seguire l’iter istruttorio portato avanti con serietà dalla Provincia. Permettetemi di riassumere i passaggi fondamentali, evitando di ripercorrere i numerosi incontri preliminari tra l’assessore provinciale e le parti sociali, avvenuti già prima dell’emanazione delle linee guida regionali.

Con la Deliberazione di Giunta Regionale n. 605 del 5 agosto 2024, la Regione Lazio ha approvato le nuove linee guida per la programmazione della rete scolastica 2025/26, introducendo criteri non più basati esclusivamente su parametri numerici, ma anche su elementi come le difficoltà di collegamento.

In risposta, la Provincia ha avviato una serie di audizioni con i sindaci per raccogliere indicazioni dai territori e ha successivamente richiesto a ciascun comune di formalizzare, con delibera di giunta, la propria posizione alla luce delle linee guida regionali.

Dopo numerosi approfondimenti in commissione consiliare e ulteriori interlocuzioni con i sindaci, il Consiglio Provinciale ha approvato il 14 novembre 2024 la proposta di dimensionamento scolastico, senza registrare voti contrari.

Il 5 dicembre 2024 ho presentato personalmente questa proposta all’Osservatorio regionale, presieduto dall’assessore regionale alla pubblica istruzione. La proposta della Provincia è stata accolta all’unanimità, evidenziandone il fondamento logico-amministrativo e riconoscendo le difficoltà di un territorio che, negli anni, ha già dato molto in termini di accorpamenti.

La successiva delibera regionale sul dimensionamento scolastico ha sancito l’accorpamento dell’Istituto “Carmine” di Viterbo e dell’Istituto superiore di Grotte di Castro.

Ritengo opportuno sottolineare che, a differenza di quanto ottenuto dal Consigliere regionale Tiero (Fratelli d’Italia, Provincia di Latina), il Consigliere Sabatini non è riuscito a influire sulla delibera di giunta regionale per tutelare gli istituti di Viterbo e Grotte di Castro o per correggere situazioni già problematiche, come l’accorpamento tra Caprarola e Fabrica di Roma, per il quale avevamo richiesto il ricongiungimento tra Caprarola e Ronciglione, soluzione più naturale per omogeneità territoriale, vincoli storici e collegamenti viari.

Va poi sottolineato un evidente squilibrio nelle scelte operate: Roma, con oltre 3,5 milioni di abitanti, ha visto la chiusura di sei istituti, mentre la Provincia di Viterbo, con poco più di 300.000 abitanti e un territorio vasto, ne ha accorpati solo due. Quale criterio di proporzionalità è stato adottato?

Tutto ciò premesso, l’Amministrazione provinciale continuerà a tutelare con responsabilità il territorio e a contrastare il depauperamento dei servizi pubblici.

Avverto – e me ne dispiaccio – un certo nervosismo e una certa fatica nel dover sopportare l’idea che la maggioranza della Regione non sia un monolite, ma frutto di una coalizione.

Per quanto riguarda il tema della responsabilità, consiglierei al Consigliere Sabatini di evitare, ogni volta che ci sono provvedimenti che penalizzano marcatamente questo territorio, di tirare in ballo il fato, un destino baro, o un potere trascendentale di non si sa quale realtà metafisica. Sarebbe più opportuno assumersi le responsabilità delle scelte operate.

Consiglierei inoltre di avvertire maggiormente la responsabilità di rappresentare un territorio e non di obbedire pedissequamente ad ordini che, a quanto pare, si è più in obbligo di rispettare che nella possibilità di controbattere”.




Dimensionamento scolastico: il Presidente della Provincia risponde a Sabatini

VITERBO – “In qualità di Presidente della Provincia di Viterbo, ritengo opportuno intervenire sul tema del dimensionamento scolastico, un argomento di fondamentale importanza per il nostro territorio, anche alla luce delle recenti dichiarazioni del consigliere Daniele Sabatini.

Il consigliere ha avanzato critiche che necessitano di un chiarimento: il potere sostitutivo che la Regione Lazio intende applicare non è una conseguenza della mancata azione da parte della Provincia o dei Comuni. Al contrario, gli enti locali hanno lavorato con responsabilità e trasparenza, esprimendosi attraverso delibere puntuali e condivise, alcune delle quali sono state esaminate favorevolmente anche dal tavolo regionale sul dimensionamento scolastico.

Già da marzo 2024, la Provincia di Viterbo ha avviato un percorso di confronto con le parti sociali e i dirigenti scolastici, organizzando tavoli tecnici mirati ad approfondire una problematica così delicata. Il nostro impegno è stato sempre orientato alla tutela del diritto all’istruzione e al mantenimento di un’offerta formativa adeguata per le nostre comunità.

Nonostante questo lavoro, ci viene chiesto di operare un ulteriore sacrificio, che prevede la chiusura di due istituti scolastici: uno situato in una zona montana, già fragile dal punto di vista demografico e infrastrutturale, e un altro che supera i 600 alunni. Si tratta di decisioni che, se applicate, penalizzerebbero gravemente i territori già colpiti da fenomeni di spopolamento e da tagli ai servizi essenziali.

È inoltre doveroso sottolineare una disparità evidente: su 23 istituti da chiudere in tutto il Lazio, solo sei si trovano a Roma e provincia, una realtà che conta oltre tre milioni e mezzo di abitanti. Questa disparità colpisce in modo sproporzionato le aree interne, come la provincia di Viterbo, che rappresentano un tessuto sociale ed economico già fragile e che andrebbe invece valorizzato.

Come Presidente, ho già espresso le mie perplessità all’assessore regionale competente, Giuseppe Schiboni, e al gruppo consiliare di Forza Italia, sollecitando un riesame delle scelte. In più occasioni, ho sottoposto le mie considerazioni all’Amministrazione Regionale, auspicando una maggiore attenzione verso i territori periferici, che non possono essere abbandonati a ulteriori sacrifici senza una strategia complessiva di rilancio.

Abbiamo assistito a prese di posizioni di consiglieri regionali appartenenti anche a Fdi i quali rendono noto che con l’approvazione di emendamenti alla delibera di giunta da loro predisposti (dichiarazioni del consigliere Tiero di Fratelli d’Italia ) hanno salvato la perdita dell’autonomia scolastica dell’istituto di Castelforte in provincia di Latina che invece doveva essere chiuso.

Come mai questa stessa iniziativa non è stata assunta per i due istituti di Viterbo?

La Provincia di Viterbo, da parte sua, continuerà a tutelare con determinazione le decisioni prese all’unanimità dal Consiglio Provinciale, approvate dopo un confronto con il comitato regionale, e rimane ferma nell’impegno di garantire un’istruzione di qualità a tutti i cittadini.”

Alessandro Romoli

Presidente della Provincia di Viterbo




Smembramento I.C. “Carmine”: addio a un modello didattico-educativo fiore all’occhiello per la città di Viterbo

VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo: “Nella città di Viterbo ci sono sei Istituti Comprensivi (aggregazioni tra scuole materne, elementari e medie) che danno luogo a una vera continuità educativa e didattica ad opera dei propri dirigenti scolastici, insegnanti, personale amministrativo tecnico e ausiliario.
Ogni Istituto Comprensivo, in base alla legge sull’autonomia scolastica (D.P.R. 275/1999) gestisce e organizza, per ottimizzare e migliorare l’istruzione. Lo scopo didattico di un istituto comprensivo è quello di offrire una continuità didattica di tipo verticale per alunni con un’età compresa tra i 3 e i 14 anni.
Ogni aggregazione è calata, naturalmente, in uno specifico territorio e per questo ne diventa parte integrante e punto di riferimento. A Viterbo annoveriamo L’ I.C. “Canevari” con la presenza di 926 alunni, I.C. “Egidi”, 837 alunni, I.C. Ellera, 924 alunni, I.C. “Fantappiè”, 726 alunni, l’I.C. “Vanni” ,895 alunni e I.C. “Carmine”, 587 alunni.
L’Istituto Comprensivo “Carmine” ha le sue radici nell’ampio processo di trasformazione del quartiere Carmine di Viterbo, che negli anni sessanta presentava un’utenza prevalentemente caratterizzata da deprivazione sociale, culturale ed economica. È in tale contesto che nel 1962/1963 nasce nel quartiere il Circolo Didattico formato da tanti piccoli plessi rurali di scuola elementare e materna sparsi nelle zone circostanti, destinato a subire varie trasformazioni negli anni, con la soppressione progressiva dei plessi minori e più periferici e l’accorpamento di altri.
Nell’ambito dell’espansione urbanistica che negli anni Ottanta e Novanta ha portato il quartiere Carmine ad assumere caratteristiche sociali nuove e diversificate, nell’anno scolastico 1993/1994 viene inaugurato il nuovo edificio della “Scuola Elementare Alceste Grandori”, che diviene sede della direzione del “Circolo Didattico di Viterbo II”.
Dal 1992 al 1999, grazie alla dott.ssa Maria Elisa Berti Calabrò, nella scuola materna di San Pietro viene realizzata l’importante sperimentazione ministeriale su un innovativo assetto organizzativo di scuola materna, basato sulla flessibilità di tempi, spazi, modalità aggregative e sulla centralità dell’alunno posto in relazione ai diversi contesti educativi. La sperimentazione, che ha prodotto importanti esiti, riportati in più pubblicazioni a livello nazionale, al fine di costruire un sistema di apprendimento che fosse in continuità tra scuola materna e scuola elementare, ha gradualmente interessato negli anni duemila anche le classi della scuola elementare Alceste Grandori, ancor oggi esempio sul territorio di un importante modello educativo inclusivo, in cui ciascun alunno, con le proprie specificità, è al centro dell’azione di insegnamento ed è protagonista ed artefice del proprio successo formativo.
Il II Circolo Didattico di Viterbo nel 2012, dopo varie modifiche, risulta costituito da tre scuole elementari (Grandori, San Martino e Villanova) e da cinque scuole materne (Carmine, San Pietro, Tobia, San Martino, Villanova). A seguito di una ulteriore azione di dimensionamento scolastico, a partire dal 2012/2013 acquisisce la denominazione di Istituto Comprensivo “Carmine”, perde le scuole di San Martino e Villanova e acquisisce la scuola dell’Infanzia Centro Storico, la scuola primaria De Amicis e la scuola secondaria I grado Tecchi (ex Istituto comprensivo De Amicis, nato nel 2010), ubicate nel centro storico di Viterbo e caratterizzate da un’utenza sempre più multiculturale.
Nel testo approvato dal governo Meloni nella Legge di Bilancio 2023 la cifra attuale di studenti da assegnare a ciascun istituto Comprensivo, è passata da 600 a 900 circa. Lo scorso 23 dicembre, il Piano Regionale di Dimensionamento delle Istituzioni Scolastiche per l’anno 2025/2026 ha decretato lo “smembramento” dell’ I.C. “Carmine”, oggi composto da quattro scuole dell’infanzia, due primarie e una secondaria di primo grado, a favore delle scuole con più alunni:
All’I.C “Fantappiè” andranno le scuole di via Emilio Bianchi (scuola dell’ infanzia “Centro Storico”, primaria “De Amicis”e la secondaria di primo grado “B. Tecchi”) per un ammontare di 286 alunni. Quindi l’I.C. Fantappiè raggiungerà i 1012 discenti.
“Lago Trasimeno”, infanzia (alunni 30), e la scuola primaria “Grandori”, 216 alunni, sono stati assegnati all’I.C. “Egidi”: totale 1083 alunni.
L’innovativa scuola dell’infanzia “San Pietro” (40 alunni) se l’aggiudica l’I.C Vanni: totale di 935 bambini.
Ed infine, all’I.C. “Canevari” viene accorpata la scuola dell’infanzia di “Tobia” (15 discenti), per un numero di 941 alunni.
Le scuole di Viterbo crescono nei numeri, come direttiva ministeriale impone. La globalizzazione è anche questo. Inoltre, il Governo taglia su istruzione e ricerca mettendo in pericolo il futuro degli scolari. Quando sparisce un Istituto Comprensivo, si annulla anche una dirigenza e una segreteria che accoglie un cospicuo numero di famiglie. Queste ora si dovranno riorganizzare per tempi e luoghi e prassi amministrative.
La perdita più grande è naturalmente “il concetto”, ll “know-how”, per dirla in maniera aziendalistica, il “saper fare” di una comunità che per anni ha viaggiato all’unisono nella stessa direzione. Si spacchetta “un’azienda” e la si accorpa ad altre “compagnie”, non perché non funzioni o perché i risultati non siano buoni, ma solo per una mera questione di numeri.
Inoltre, la Giunta Regionale del Lazio ha elaborato gli accorpamenti, senza ascoltare le parti interessate: famiglie e lavoratori. Neppure tra i sindacati si è riusciti ad avere un pensiero unanime. Parliamo di sindacati che per natura dovrebbero difendere i propri tesserati. Salta una dirigenza e una segreteria. E i lavoratori che fine faranno? Ci saranno degli insegnanti perdenti posto? Come si farà poi con tutti i progetti, risorse, già decise da tempo? Come si farà, ad esempio, per la succursale della scuola secondaria primo grado “Tecchi”, ancora ospitata nella scuola “Grandori”, se queste due apparterranno a due Istituti Comprensivi diversi? E ce ne sarà ancora bisogno, visto che questa era nata proprio per “traghettare” i piccoli alunni in luogo più vicino alle esigenze delle famiglie? Quale dirigente scolastico promuoverà la sede distaccata “Tecchi” se non appartiene al suo Istituto Comprensivo? In questo modo è come se si mettessero gli Istituti Comprensivi uno contro l’altro. Gli scolari da utenti ora diventano clienti da potersi accaparrare. Ogni istituto è stimolato alla competizione se vuole sopravvivere e vincere la legge dei grandi numeri. E per la legge dei grandi numeri si compromette la gestione amministrativa e didattica delle scuole, causando una maggiore complessità nella pianificazione educativa, un progressivo impoverimento delle risorse professionali disponibili e una riduzione degli spazi di partecipazione democratica. Agli alunni di tutte le scuole italiane si insegna, sin da piccoli, a cooperare, a lavorare insieme e non a competere. Cambierà anche questo?
Inoltre, l’Istituto Carmine operando in determinati quartieri di Viterbo, non facilissimi, si porta dietro un bagaglio di adattamenti, strategie e successi che sarà molto difficile replicare a breve. Le scuole dell’infanzia, primarie e secondaria di secondo grado erano, per dirla alla viterbese “tutte d’un sentimento” mettevano, per continuità, ogni alunno al centro del processo formativo. Lo scambio di informazione tra i gradi di scuola era continuo, si lavorava con un modello didattico ed educativo dettato ed elaborato da un unico collegio. Smembrando questo Istituto Comprensivo se ne va un altro pezzo di storia. Se ne va un punto di riferimento, un avamposto di legalità e un modello di “far scuola” che per tanti anni aveva aiutato Viterbo ad essere una città innovativa ed inclusiva.

Emanuela Dei




Dimensionamento scolastico, FLC CGIL: “Epilogo di una prevaricazione annunciata”

VITERBO – Riceviamo da Paola Grilli – Segretaria Generale FLC CGIL, Civitavecchia Roma nord Viterbo – e pubblichiamo: “La delibera della Giunta Regionale sul dimensionamento scolastico, approvata nel silenzio delle vacanze natalizie, rappresenta l’ennesimo atto di disprezzo verso il dialogo e le richieste delle parti sociali e delle comunità coinvolte. Come sempre, decisioni di questa portata vengono prese vigliaccamente in momenti di distrazione generale, ma non da parte nostra.
La FLC CGIL ha da sempre contrastato con coerenza e determinazione il processo di dimensionamento scolastico, sostenendo nelle opportune sedi la propria contrarietà a scelte che impoveriscono le scuole, le comunità e i territori. È il momento per chiunque voglia seriamente opporsi a queste politiche inaccettabili di unirsi a noi, non solo con roboanti parole, ma con azioni concrete. Non servono lacrime ipocrite versate a posteriori: servono azioni, impegno reale, fatti. Rivolgiamo quindi un appello a tutte le lavoratrici e i lavoratori, affinché facciano sentire con forza la loro voce al nostro fianco, per ribadire insieme l’assoluta contrarietà a un processo di smantellamento che deve essere fermato. Non accetteremo mai che il diritto all’istruzione e alla qualità della scuola pubblica venga sacrificato in nome di logiche incomprensibili e dannose”.

 




Il Patto Civico contro il Piano di dimensionamento regionale: una decisione che penalizza l’Istituto Comprensivo Carmine e il territorio di Viterbo

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “I consiglieri provinciali del Patto Civico denunciano con forza la decisione della maggioranza a guida Fratelli d’Italia della Regione Lazio di proporre una delibera di giunta regionale che prevede il dimensionamento scolastico dell’Istituto Comprensivo Carmine, andando in aperto contrasto con le posizioni già espresse dal Comune di Viterbo, dalla Provincia di Viterbo e dall’Osservatorio Regionale del Lazio.

Una scelta che appare non solo sbagliata ma anche profondamente irrispettosa nei confronti di un territorio che ha investito risorse e fiducia in un progetto educativo che rappresenta un pilastro per la comunità.

Un presidio fondamentale per l’inclusione sociale
L’Istituto Comprensivo Carmine non è solo una scuola, ma un luogo centrale di inclusione sociale, soprattutto per i numerosi studenti con bisogni educativi speciali che vi trovano un ambiente dedicato e risorse adatte a garantire il loro diritto allo studio. La sua struttura e organizzazione sono il frutto di anni di impegno da parte di insegnanti, famiglie e istituzioni locali, e la sua riduzione o smantellamento rischia di privare il territorio di un servizio educativo indispensabile.

Un tradimento delle politiche condivise
La Regione Lazio sembra ignorare le decisioni e gli investimenti già avallati dalle amministrazioni locali. Il Comune e la Provincia di Viterbo, insieme all’Osservatorio Regionale, avevano sottolineato l’importanza di mantenere l’Istituto nella sua forma attuale, anche in vista dell’arrivo di fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) destinati specificamente al miglioramento delle infrastrutture scolastiche del plesso. Questi fondi rappresentano un’opportunità unica per potenziare i servizi educativi sul territorio, e il dimensionamento proposto dalla Regione rischia di vanificare questi investimenti.

La Regione agisce contro gli interessi del territorio
Questa decisione appare come l’ennesimo esempio di scelte calate dall’alto senza alcun dialogo reale con i territori coinvolti. Ignorare la voce delle amministrazioni locali e delle comunità scolastiche significa tradire il principio della sussidiarietà e agire in modo autoritario, mettendo a rischio il futuro di un’istituzione educativa fondamentale.

Il Patto Civico: “Una scelta inaccettabile”
“Il dimensionamento dell’Istituto Comprensivo Carmine non è solo una scelta tecnica, ma un atto che rischia di compromettere gravemente la coesione sociale e lo sviluppo educativo di Viterbo,” dichiarano i consiglieri provinciali del Patto Civico. “Non accetteremo che la Regione Lazio imponga questa decisione senza considerare il lavoro e i progetti già avviati sul territorio. Questa delibera va contro il buon senso e contro gli interessi della comunità”.

La richiesta: ritirare immediatamente la delibera
I consiglieri del Patto Civico chiedono alla Regione Lazio di ritirare immediatamente la proposta di dimensionamento e di avviare un confronto aperto con le istituzioni locali, le famiglie e le scuole coinvolte. La priorità deve essere quella di rafforzare il sistema educativo, non di indebolirlo con scelte che appaiono dettate da logiche burocratiche piuttosto che dalla reale comprensione delle esigenze del territorio.

“Questa battaglia non riguarda solo l’Istituto Comprensivo Carmine, ma il futuro della nostra comunità e il diritto dei nostri ragazzi a ricevere un’istruzione di qualità,” concludono i consiglieri. “Non ci fermeremo finché questa decisione non verrà revocata”.

Il Patto Civico promette di continuare a battersi, insieme alle famiglie e alle istituzioni locali, per difendere il diritto a un’istruzione equa e accessibile per tutti i cittadini del territorio viterbese”.

Umberto Di Fusco
Maria Rita De Alexandris

Consiglieri provinciali Patto Civico per la Tuscia




Lo sconcerto del Collegio dei docenti alla notizia della soppressione dell’Istituto Comprensivo “Carmine”

VITERBO – Il Collegio dei Docenti dell’Istituto Comprensivo Carmine di Viterbo, preso atto dai mezzi di informazione della volontà della Regione Lazio di sopprimere l’Istituto con conseguente smembramento dei plessi che lo costituiscono, esprime il proprio sconcerto nei riguardi di un’intenzione ritenuta unanimemente dannosa e di preoccupante impatto sull’utenza.
L’Istituto Comprensivo Carmine, grazie all’impegno professionale, alla competenza e alla passione degli insegnanti, non può essere considerato una mera aggregazione di edifici, ubicati in zone diverse della città, ma costituisce un’identità, un simbolo, un rifugio e un punto di riferimento per una comunità intenta quotidianamente ad affrontare rilevanti problematiche sociali, in cui le sfide si intrecciano con il desiderio di riscatto. È in questa realtà complessa e variegata che la scuola, con la sua specificità ben definita, si pone come unica possibilità concreta di futuro, divenendo il luogo che accoglie, ascolta e sostiene.
Sopprimere l’Istituto Comprensivo significa spezzare questo prezioso, fondamentale legame, che ha sempre garantito una gestione attenta alle caratteristiche peculiari del territorio e alle esigenze delle famiglie, attraverso l’ascolto, il dialogo, il supporto costante e la promozione di numerosissime iniziative di crescita culturale. L’Istituto rappresenta un centro vitale per l’intera comunità, un punto di riferimento insostituibile.
In aree già svantaggiate, privare la comunità locale di un presidio fondamentale come l’Istituto comprensivo equivale a determinare un vuoto che nessuna pluralità di altre istituzioni potrà colmare. Si rischia di aumentare il senso di abbandono e di isolamento delle famiglie, ridurre il loro coinvolgimento nella comunità educante, compromettendo non solo la qualità dell’istruzione dei nostri giovani, ma anche le prospettive di crescita, la coesione sociale e il senso di appartenenza.
L’Istituto Comprensivo Carmine, con la sua storia, la sua complessità, il suo riscatto sociale, è una realtà che vive e respira, fatta di persone, di relazioni, di molteplici storie e, oltre ad essere per i nostri alunni il luogo degli apprendimenti e della costruzione delle competenze, rappresenta il pilastro per la realizzazione di una comunità più forte, più inclusiva e più unita.

Il Collegio dei Docenti
dell’Istituto Comprensivo Carmine




Scuola, Bonafoni (Pd): Rocca fermi dimensionamento scolastico

ROMA – “La Giunta regionale del Lazio, guidata dal presidente Francesco Rocca, sta per approvare un piano di dimensionamento scolastico che prevede la soppressione di 23 istituzioni scolastiche dal 2025/2026. Una scelta politica grave, che disinveste sull’istruzione pubblica e colpisce il diritto allo studio, penalizzando le famiglie e le comunità più fragili della nostra regione.

Questi tagli lineari ignorano le esigenze dei territori, colpendo duramente studenti e studentesse delle aree più svantaggiate, dove le scuole rappresentano spesso l’unico presidio educativo e culturale. Come denunciano gli studenti e le studentesse della Rete degli studenti medi, il dimensionamento scolastico mina il futuro delle nuove generazioni, aggravando le disuguaglianze sociali e territoriali.

La scuola pubblica non è una voce di bilancio sacrificabile, ma il cuore pulsante di una società giusta e democratica. Chiediamo alla Giunta Rocca di fermare immediatamente questo scempio e di rimettere l’istruzione pubblica al centro delle proprie politiche per garantire pari opportunità e coesione sociale”.

Così in una nota Marta Bonafoni, consigliera regionale del Lazio e coordinatrice della Segreteria nazionale del Partito Democratico con delega al Terzo settore e all’Associazionismo.