A Firenze, nel Dantedì, sulle orme del poeta della Divina Commedia

FIRENZE- Alcune classi dell’Alberghiero di Ladispoli c’erano state già il 25 febbraio, ma lunedì 25 marzo è un giorno speciale e il Prof. Paolo Ferranti, Docente di Pasticceria dell’Istituto di via Federici, ha deciso di accompagnare anche i suoi studenti nel capoluogo toscano: “E’ il Dantedì, edizione 2025 – ha spiegato – l’evento nazionale istituito dal Ministero della Cultura per avvicinare i giovani alla poesia e alla figura di Dante Alighieri nel giorno in cui, secondo gli studiosi, inizia il suo viaggio nell’Aldilà descritto nella Divina Commedia. Oggi abbiamo voluto ripercorrere strade e piazze del centro storico per respirare l’atmosfera della Firenze dantesca e non solo. Da Santa Maria Novella a Piazza del Duomo, da Santa Maria del Fiore al Battistero di San Giovanni e Ponte Vecchio, da Piazza della Signoria e Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti e al Giardino di Boboli: un’esperienza immersiva nella bellezza e nella storia del capoluogo toscano che non ha naturalmente dimenticato il valore e l’importanza della cultura enogastronomica legata a questi luoghi straordinari. Ma ogni degustazione deve essere legata ad un contesto specifico ed è così che abbiamo scelto, per la bistecca alla fiorentina – uno dei piatti più conosciuti della cucina toscana – L’Osteria dei Leoni, nel cuore del centro storico della città. Stesso discorso per la pasticceria e il suo dolce più famoso, la schiacciata, una delle ricette più antiche e conosciute, non a caso citata da Pellegrino Artusi alla fine dell’Ottocento. Anche in questo caso abbiamo voluto conoscere uno dei locali “storici” del capoluogo toscano, Nencioni, in via Pietrapiana, che dal 1950 rappresenta un punto di riferimento per tutti gli amanti dell’arte bianca”. “E’ stata una giornata straordinaria per i nostri studenti che hanno avuto oggi l’opportunità di comprendere dal vivo e sul campo l’importanza di un legame profondo e di una sintesi perfetta: quella fra la cultura del cibo, la storia e l’identità dei luoghi. Un patrimonio dal valore inestimabile che racconta, di generazione in generazione, le nostre tradizioni e le nostre radici”.

 




Arenare (Fiamma Tricolore):” Le nostre scuole stanno diventando ridicole”

Riceviamo e pubblichiamo: “Due studenti mussulmani,  di una scuola media di Treviso, sono stati esentati dal seguire le lezioni sulla Divina Commedia di Dante Alighieri in quanto si tratta di un’opera con contenuto religioso, in contrasto con la fede dei due ragazzi.

Il tutto sarebbe nato dallo scrupolo del professore – scrivono i quotidiani locali – che nell’affrontare lo studio del capolavoro della lettura italiana, in cui si incontrano Inferno, Purgatorio e Paradiso, ha scritto alle famiglie i cui figli sono già esentati dall’ora di religione, per chiede il consenso a trattare con loro un’opera a sfondo religioso. E qui le famiglie dei due studenti musulmani hanno chiesto che fossero esentati dallo studio di Dante. Pertanto, i  due studenti, verranno esentati dai compiti in classe e dalle interrogazioni. Per loro l’insegnante ha organizzato un programma parallelo alternativo, dedicato a Boccaccio.

Sul tema interviene Valerio Arenare, Dirigente Nazionale di Fiamma Tricolore e responsabile dell’associazione politica Movimento Patria Nostra:” Ormai le nostre scuole, i nostri professori stanno diventando ridicoli. Dopo aver cancellato Il Presepe, dopo aver cancellato i lavoretti, le recite ed i cori Pasquali e Natalizi, dopo aver inserito la pausa del venerdì di preghiera, dopo i menù multiculturali nelle mense delle scuole, dopo i continui attacchi al Crocifisso in classe, arriva il genio che esenta gli alunni mussulmani dallo studiare il capolavoro studiato in tutto il mondo scritto dal padre della lingua Italiana Dante Alighieri. Un opera che, anche se tratta argomenti religiosi, ha un importanza storica e letteraria senza pari, nonché motivo di orgoglio e vanto per tutta la nostra Nazione. Questa sciagurata iniziativa, oltre ad essere insensata e discriminante nei confronti di tutti i non mussulmani, sconvolge i programmi scolastici di quella scuola, con il rischio che, tutti quegli insegnanti esterofili e seguaci dell’ormai culto della distruzione della nostra storia, religione e tradizione mascherato da una loro insostenibile necessità di integrazione spesso nemmeno richiesta, come nel caso di questo professore che ha chiesto autorizzazione in maniera autonoma visto che la famiglia dei due ragazzi non avevano detto nulla, possano prendere la stura per fare altrettante richiesta chiedendo, magari, la cancellazione dai programmi di tutti le opere e gli scritti che trattino temi anche vagamente religiosi o scritti da persone legate alla Religione cattolica, basti pensare ai Promessi Sposi il cui tema portante è la “Provvidenza Divina”, gli scritti di Sant’Agostino, Il Cantico delle Creature di San Francesco D’Assisi giusto per fare qualche semplice esempio.  O magari a breve proporranno di studiare scrittori del medio oriente al posto dei nostri autori che abbiano scritto opere con temi, anche appena accennati, di carattere religioso. Noi del Movimento Sociale Fiamma Tricolore e del Movimento Patria Nostra ci opporremmo affinchè tutto ciò accada perché, ricordate, la distruzione di un popolo, inizia con la distruzione della sua cultura”.




Dante Alighieri e i personaggi dell’Inferno rivivono a Civita di Bagnoregio

BAGNOREGIO ( Viterbo) – Dante rivive a Civita di Bagnoregio. L’appuntamento è per il 26 e 27 agosto, all’interno di uno dei borghi più suggestivi d’Italia, con ‘E quindi uscimmo a riveder le stelle’.

Uno spettacolo itinerante attraverso l’Inferno del sommo poeta, a cura de ‘La Gilda dei Guitti’ e sotto la direzione artistica di Silvia Mafalda Faccini. Ogni giorno quattro rappresentazioni: alle ore 16:30, 18:00, 19:30 e 21:00.

Un percorso intimo ed esclusivo per piccoli gruppi di spettatori tra le vie della Città che Muore. Un’esperienza teatrale che porterà i partecipanti a confrontarsi con i cerchi infernali e i dannati che li abitano. Un’esperienza che punta a coinvolgere il pubblico in un viaggio emozionante tra le righe e i protagonisti dell’Inferno della Divina Commedia.

Lo scorso anno un adattamento dello spettacolo ha spopolato al Castello Orsini con otto repliche da tutto esaurito e 1200 visitatori. Tredici gli attori coinvolti e che sapranno creare un’atmosfera sorprendente in un’ambientazione unica come quella di Civita.

Il costo del biglietto è di 15 euro con un ridotto a 10 euro per i ragazzi sotto ai 17 anni, gli over 65 e i residenti di Bagnoregio. Per chi acquisterà il ticket in prevendita, entro il 25 agosto, sarà offerto in omaggio l’ingresso a Civita valido per l’intera giornata. Altrimenti per chi vorrà partecipare senza prenotazione sarà necessario acquistare separatamente l’ingresso al borgo.

Per prenotazioni contattare su Whatsapp i numeri 3407970422 o 3486464109 o scrivere a direzione@lagildadeiguitti.it




Alla libreria Etruria di Viterbo incontro per il 550° anniversario della I edizione a stampa della Divina Commedia

VITERBO – Il 550° anniversario della prima edizione a stampa della Divina Commedia sarà oggetto di un incontro presso la Libreria Etruria di via Matteotti a Viterbo con Giuseppe Rescifina autore del libro “La rosa di Dante. Il poeta, il fiore, la santa” (Edizioni Silvio Pellico). Appuntamento alle ore 17,30 di venerdì 29 aprile.
L’11 aprile del 1472 venne stampata a Foligno dal prototipografo tedesco Johannes Numeister, l’ “editio princeps” della Divina Commedia di Dante Alighieri.
Numeister, allievo a Magonza di Gutemberg, con alcuni compagni, giunse a Foligno, come copista di manoscritti. L’arte segreta trovò i suoi mecenati nei fratelli Mariotto ed Emiliano Orfini, nobili imprenditori locali, mentre Emiliano di Trevi, orafo e zecchiere pontificio, mise a disposizione le sue alte qualità di incisore al disegno delle lettere per la stampa.
Rescifina, giornalista e saggista, prenderà in esame alcuni aspetti curiosi della vicenda che indusse Numeister a procedere alla stampa del capolavoro del poeta fiorentino.
Appena nove anni più tardi dall’opera princeps di Foligno andò in stampa un contributo di Cristoforo Landino, autore di un commento al poema dantesco.
Pubblicato nel 1481, con le splendide illustrazioni tratte da disegni di Sandro Botticelli, il commento ebbe un enorme successo e una vasta influenza per tutto il Cinquecento. Landino è stato poeta, letterato, umanista tra gli eccellenti nella Firenze del XV secolo assieme a Marsilio Ficino e Angelo Poliziano.
Presso il Centro Diocesano Documentazione, il Ce. Di. Do. di Palazzo dei Papi a Viterbo è conservata la preziosa edizione della Commedia che unisce i commenti di Cristoforo Landino e di Alessandro Vellutello (pubblicata a Venezia nel 1578 ovvero un secolo dopo la stampa di Foligno, a cura di Francesco Sansovino) con una serie di speciali xilografie.
Rescifina affronterà anche temi riguardanti le citazioni di Dante di personaggi e vicende del viterbese tra le quali le “pectatrici” presso la fonte termale del Bulicame e l’orrendo omicidio del nobile inglese Enrico Cornovaglia perpetrato il 13 marzo del 1271 dai fratelli Guido e Simone Montfort nella Chiesa di San Silvestro a piazza del Gesù, nel cuore della Viterbo medievale.

 




550° anniversario della prima edizione a stampa della Divina Commedia, incontro alla Libreria Etruria

VITERBO – Il 550° anniversario della prima edizione a stampa della Divina Commedia sarà oggetto di un incontro presso la Libreria Etruria di via Matteotti a Viterbo con Giuseppe Rescifina autore del libro “La rosa di Dante. Il poeta, il fiore, la santa” (Edizioni Silvio Pellico). Appuntamento alle ore 17,30 di venerdì 29 aprile.

L’11 aprile del 1472 venne stampata a Foligno dal prototipografo tedesco Johannes  Numeister, l’ “editio princeps” della Divina Commedia di Dante Alighieri.

 Numeister, allievo a Magonza di  Gutemberg, con alcuni compagni, giunse  a Foligno, come copista di manoscritti. L’arte segreta trovò i suoi mecenati nei fratelli Mariotto ed Emiliano Orfini, nobili imprenditori locali, mentre Emiliano di Trevi, orafo e zecchiere pontificio, mise a disposizione le sue alte qualità di incisore al disegno delle lettere per la stampa.

Rescifina, giornalista e saggista, prenderà in esame alcuni aspetti curiosi della vicenda che indusse Numeister a procedere alla stampa del capolavoro del poeta fiorentino.

Appena nove anni più tardi dall’opera princeps di Foligno andò in stampa un contributo di Cristoforo Landino, autore di un commento al poema dantesco.

Pubblicato nel 1481,  con le splendide illustrazioni tratte da disegni di Sandro Botticelli, il commento ebbe un enorme successo e una vasta influenza per tutto il Cinquecento. Landino è stato poeta, letterato, umanista tra gli eccellenti nella Firenze del XV secolo assieme a Marsilio Ficino e Angelo Poliziano.

Presso il Centro Diocesano Documentazione, il Ce. Di. Do. di Palazzo dei Papi a Viterbo è  conservata  la preziosa edizione della Commedia che unisce i commenti di Cristoforo Landino e di Alessandro Vellutello (pubblicata a Venezia nel 1578 ovvero un secolo dopo la stampa di Foligno, a cura di Francesco Sansovino) con una serie di speciali xilografie.

Rescifina affronterà anche temi riguardanti le citazioni di Dante di personaggi e vicende del viterbese tra le quali le “pectatrici” presso la fonte termale del Bulicame e l’orrendo omicidio del nobile inglese Enrico Cornovaglia perpetrato il 13 marzo del 1271 dai fratelli Guido e Simone Montfort nella Chiesa di San Silvestro a piazza del Gesù, nel cuore della Viterbo medievale.




GAU 2021: la Divina Commedia diventa Street Art sulle campane del vetro di Roma

ROMA -140 campane per la raccolta del vetro trasformate in arte, oltre 100 artisti coinvolti e 3 periferie romane (Viale Gregorio VII, Torpignattara, Centocelle): se questi sono i numeri che a oggi può vantare GAU – Gallerie d’Arte Urbana, il progetto de La Città Ideale si prepara a ripartire con la sua quinta edizione dal 19 al 21 novembre 2021, portando i canti dell’inferno di Dante su 34 campane per la raccolta differenziata del vetro nel quartiere Aurelio, con la direzione artistica di Alessandra Muschella e le firme di Moby Dick, Giusy Guerriero, Dez, Marta Quercioli, Zara Kiafar, Tito, Violetta Carpino, Kiddo, DesX, Yest, Er Pinto, Olives, Lola Poleggi, Kenji, BloodPurple, Lady Nina, Orgh, Teddy Killer, Valerio Paolucci, Wuarky, Karma Factory, Muges147, Maudit, Hoek, Alessandra Carloni, Cipstrega, Molecole, Korvo, Alekos Reize, Gojo.

Oltre il gusto gotico di Gustave Dorè, nel 2021 è la street art di GAU – Gallerie d’Arte Urbana a raccontare Dante e la sua Commedia, con un obiettivo: portare 34 canti danteschi, attualizzati e rivisitati in chiave contemporanea, nella quotidianità dei passanti, in attesa alla fermata dell’autobus, nella routine giornaliera del via vai cittadino, ma anche ai bambini e ai ragazzi che escono dalle scuole e così via.

Dal 19 al 21 novembre, il quartiere Aurelio si trasforma così in un laboratorio di arte urbana a cielo aperto, che – da Piazza Irnerio a Via Boccea, passando per Circonvallazione Aurelia e Circonvallazione Cornelia e proseguendo su Via Mattia Battistini – ridisegna il profilo del quartiere con le opere di più di 30 artisti. A ognuno di loro un canto dell’inferno dantesco e una campana, per ricordare, nell’anno di Dante, al di fuori delle aule, dei luoghi istituzionali e delle università, quanto il sommo poeta fosse un rivoluzionario, un outsider, una mente libera, e raccontasse un grande sogno: un’Italia ideale, come ideale è la città che da 5 anni sta costruendo, con le sue progettualità diffuse, La Città Ideale.

“La Città Ideale, il progetto creativo per la città di Roma” spiega il direttore Fabio Morgan “dopo aver imperversato per tutta l’estate tra le periferie della città, torna a portare la creatività per le strade della capitale. La forza dei nostri progetti partecipati sta proprio nella rottura delle consuetudine della fruizione: grazie agli street artist che in in questi giorni sono all’opera per le strade del XIII° municipio, riscriviamo un nuovo modello del vivere la città, che immaginiamo essere sempre più alla portata di tutte le persone, inclusiva, orizzontale e piena di creatività.

“Per la sua quinta edizione” spiega ancora la direttrice artistica di GAU 2021, Alessandra Muschella, “GAU sceglie di omaggiare Dante Alighieri nel settimo centenario della sua morte. Gli artisti lavoreranno sui 34 canti dell’Inferno, attualizzandoli attraverso la peculiarità del proprio linguaggio artistico, reinterpretando simboli, luoghi e personaggi della Divina Commedia in chiave contemporanea. Gau si pone come obbiettivo quello di sensibilizzare i cittadini sull’importanza della raccolta differenziata, rendendo protagonista un materiale , il vetro, che andrebbe considerato come una risorsa e non come un rifiuto. La responsabilità verso l’ambiente non è più demandatile ma è un dovere che riguarda il futuro di tutti.

Le opere verranno presentate al pubblico in una staffetta di appuntamenti che coinvolgeranno l’intero territorio. Si parte il 19 novembre con il laboratorio di riciclo creativo per i bambini “Differenziata Mon Amour / costruisci la tua Città Ideale” che si terrà nell’istituto comprensivo Borgoncini Duca sito in Piazza Francesco Borgongini Duca, alle ore 10.00 e 14. Il 20 e 21 novembre, chiude Open GAU, alle ore 10.00 e alle ore 14.00, le visite guidate attraverso il quartiere Aurelio, per raccontare ai cittadini il lavoro svolto dagli artisti sulle campane.

Info. Il materiale fotografico e video verrà raccolto anche sulle pagine social di Facebook e Instagram. Il tutto verrà pubblicato sulle pagine social de LA CITTA’ IDEALE e PROGETTO GOLDSTEIN ( FACEBOOK – INSTAGRAM ) @lacittàideale @progettogoldstein e sul sito

GAU è promosso da Ass. Culturale Progetto Goldstein, con la direzione artistica e la curatela Alessandra Muschella, da un’idea di Fabio Morgan con la progettazione di E45 e l’organizzazione di Daniele Grifoni foto Valentino Bonacquisti.

Il progetto, promosso da Roma Culture, è vincitore dell’Avviso Pubblico Contemporaneamente Roma 2020 – 2021 –2022 curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con SIAE”

Info e prenotazioni www.gallerieurbane.com – info@lacittaideale.eu




La Divina Commedia ovvero la coscienza dell’infinito

Riceviamo e pubblichiamo: “La Divina Commedia è la storia di un viaggio immaginario, compiuto nell’aldilà da un uomo vivo per conoscere la condizione degli uomini dopo la morte. È Dante quell’uomo ed è anche lui il narratore di quel viaggio, in un lungo poema suddiviso in tre cantiche, una per ogni regno ultraterreno: l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. Nel suo cammino dalla Terra al cielo Dante incontra le anime dei morti; lo scopo del viaggio è acquisire e trasmettere quella conoscenza che conduce alla salvezza eterna. Fare esperienza dello stato delle anime dopo la morte e del sistema di punizioni e premi stabilito dalla giustizia divina induce Dante a pentirsi dei propri peccati e a imboccare la retta via; la sua vicenda, narrata agli uomini per mezzo del poema, ha il fine di indicare loro la salvezza eterna. Alla base della Divina Commedia c’è la convinzione che gli uomini siano liberi di scegliere tra il bene e il male e che ogni azione compiuta sulla Terra sia decisiva per la salvezza eterna; le scelte individuali durante la vita sono fondamentali perché dall’autodeterminazione di sé dipende il proprio destino nel mondo ultraterreno. Secondo questa visione ognuno è responsabile di ciò che fa; perciò le anime che Dante incontra durante il suo viaggio appaiono così cariche di realtà nonostante già comprese nella dimensione dell’eterno, cioè esse sono per sempre, dopo la morte, quello che hanno scelto di essere quando erano vive. Per quanto riguarda il bene e il male l’identità di ogni uomo si manifesta nella sua duplice veste di apparire ed essere ovvero di credere e di volere, ed allora la cognizione del futuro diventa tutt’uno con le azioni del presente che suggeriscono al soggetto che le compie un confuso stato di grazia e questo paradossalmente anche in caso di azioni riprovevoli. In effetti l’illuminazione dell’intelletto c’è per capire le conseguenze del proprio agire, ma siamo di fronte a frammenti di coscienza che non rendono il soggetto consapevole della realtà delle proprie azioni ovvero di una realtà dei fatti post mortem. L’uomo è cosciente del proprio essere solo perché, secondo lui, il proprio passato e il proprio presente sono tutt’uno per proiettarci nel futuro, ma quando quest’ultimo non rientra nei piani di Dio allora noi non riusciamo a comunicare nemmeno con noi stessi. Ed è a questo punto che operiamo una scelta ovvero optiamo per qualcosa che noi stessi non riusciamo ad identificare. Solo Dio ha la piena coscienza delle nostre azioni, ma quando noi scegliamo il male abbiamo un disegno limitato delle nostre azioni che prendono il posto della fede. Diventiamo cioè realisti, ma appartenenti ad una realtà contingente che è quotidianità arida, fine a se stessa e che non ci permette di proiettarci verso Dio; in questo modo noi non riusciamo a diventare parte integrante della sua volontà cioè non ci leghiamo alla coscienza dell’infinito. Questa si mostra a noi solo quando dialoghiamo con noi stessi perché suggerisce alla nostra mente quello che siamo e saremo al cospetto di Dio in virtù delle nostre intenzioni. A rendere oggettiva questa condizione interviene il momento della scelta, che una volta fatta, ci mette al corrente delle intenzioni di Dio; in altre parole diveniamo partecipi, seppur per un istante, dell’infinita sapienza dell’Altissimo. In tutto ciò la nostra immaginazione non cessa di produrre nella nostra mente momenti che se sottovalutati, ovvero non sottoposti al vaglio dell’intelletto, possono condurci al peccato: è questo il momento della tentazione. Ma dentro di noi sappiamo riconoscere la verità, a prezzo però di rinunciare a una nostra parte, quella parte egoista che vorremmo fosse l’unica a sancire il nostro successo personale. Ecco che allora si aprono davanti a noi nuovi scenari: l’uomo stanco del proprio egoismo rinuncia al proprio sfrenato desiderio di libertas e si affida unicamente alla volontà di Dio. In questo modo però non finiscono i problemi; la trappola del successo personale è sempre in agguato e siamo perciò costretti a combattere contro l’accidia come accade a Francesco Petrarca. Questi vuole liberarsi delle proprie catene, ma il suo dissidio interiore rimane irrisolto e una distensione del proprio animo arriva solo con i Trionfi. Chi dice che la ricerca del bene debba essere solo una rinuncia ai momenti più felici della vita terrena? Se fosse così noi saremmo nel determinismo metafisico cioè ogni avvenimento sarebbe sempre lo stesso e tutto si ripeterebbe all’infinito. La ricerca del bene non deve essere quindi sterile, deve essere dettata da quelle esigenze quotidiane che recano amore per il prossimo che diventa tale solo accettando noi stessi per quelli che siamo e non dimenticando che facciamo parte di un disegno divino che ci rende liberi di agire come vogliamo. Solo se diventiamo coscienti di questo, possiamo veramente comunicare tra noi per costruire il nostro avvenire, un avvenire che giungerà fino alla fine dei tempi. Sebbene sia costretto dall’esilio a rinunciare al proprio desiderio di libertas e nutra un personale disprezzo nei confronti dei suoi contemporanei, corrotti dalla volontà di affermazione personale in un contesto di particolarismo politico, Dante intende operare un riscatto personale e collettivo attraverso la ricerca della felicità. Quella felicità che ai tempi del Convivio egli aveva già indicato nella conoscenza e che nel De Monarchia rappresenta la pace sulla Terra garantita dall’imperatore, nella Divina Commedia consiste in un modello di comportamento individuale, nella capacità di vivere secondo i valori cristiani, di riconoscere il fine delle proprie azioni in Dio arrivando così alla salvezza eterna. Dante ha però ben presente la debolezza della natura umana, sa che gli uomini sono esposti al male ed attratti dai piaceri terreni; tuttavia nel sistema della giustizia divina descritto nel poema non conta tanto la gravità dei peccati compiuti, quanto la capacità degli uomini di rinnegarli in tempo, chiedendo perdono a Dio. La convinzione di Dante che sia possibile raggiungere la felicità sulla Terra e dopo la morte si fonda sulla fiducia nella natura dell’uomo, che Dio ha voluto creare a sua immagine e che ha inclinato al bene senza però privarlo della capacità di determinare il proprio destino. Non importa in quale epoca ci troviamo perché la lezione di Dante è sempre presente; infatti ogni testo letterario successivo alla Divina Commedia conserva tracce di essa, anche quelli che sembrano allontanarsene. Per esempio nelle novelle del Decamerone le azioni dei personaggi sono inserite in una realtà quotidiana che non trascura la loro disposizione a voler far luce sulle numerose peripezie che vengono affrontate ed anche se il caso, la fortuna e la forza dell’ingegno umano sembrano alla fine trionfare, tutto è inscritto in un percorso che paradossalmente sembra guardare indietro nel tempo verso cioè la Divina Commedia. In effetti noi non avremmo potuto avere il Decamerone se prima non ci fosse stata la Divina Commedia cioè la lezione di Dante ha raggiunto una sua possibile e specifica espressione ai suoi tempi vista la crisi dei valori della civiltà comunale, ma proviamo ad immaginare una società diversa, quella mercantile dei tempi di Giovanni Boccaccio: i vizi e le virtù sono ancora una volta presenti e proiettati nella dimensione della possibilità per l’uomo di scegliere il proprio destino ed anche se Dio sembra assente, è invece presente in ogni piccola azione dell’uomo, ne sono specchio i suoi sentimenti e la sua voglia di andare sempre avanti. Oggi sono cambiati gli orizzonti culturali degli uomini, ma il loro interesse per la Divina Commedia nasce dalla capacità di Dante di chiamarli in causa, di interrogarli sul loro modo di stare al mondo, sul bene, sul male, sulla felicità, non in modo astratto, ma con esempi concreti che è ancora possibile individuare in quegli uomini vissuti tra Duecento e Trecento quali rappresentanti dei vizi e delle virtù degli uomini odierni. Se è vero che la Divina Commedia offre un’impressione di realtà, non è possibile fermarsi al significato letterale del poema, in effetti tutti gli elementi del poema rimandano ad un significato ulteriore. A tal proposito dobbiamo dire che Dante è un uomo del suo tempo: con la cultura medievale egli condivide infatti l’idea che l’universo sia un sistema di segni creato da Dio e che tutto ciò che appare sulla Terra contenga un significato nascosto da interpretare. Questa concezione a vedere in ogni particolare un messaggio nascosto non riguarda soltanto la realtà, ma si applica anche alla lettura dei testi sacri: già nell’Alto Medioevo la convinzione che Dio, per rendere più comprensibili i misteri della fede, parlasse agli uomini attraverso gli eventi raccontati nella Bibbia aveva indotto gli interpreti delle Sacre Scritture a sottoporle a una lettura allegorica. I fatti narrati nell’Antico Testamento venivano dunque letti come prefigurazioni del Nuovo Testamento, cioè come annunci della venuta di Cristo, e il Nuovo Testamento era considerato la realizzazione di quegli annunci. Questo tipo di lettura era definito “allegoria dei teologi” perché interpretava i fatti storici reali raccontati nei libri sacri come anticipazione di altrettanti fatti storici reali. Alla lettura allegorica non erano sottoposte soltanto le Sacre Scritture, ma anche i testi della letteratura profana: era diffusa, per esempio, nel Medioevo la convinzione che il poeta latino Virgilio avesse preannunciato, nell’ecloga IV, la venuta di Cristo e fosse perciò, nonostante pagano, un ignaro profeta della fede cristiana. Nell’epistola a Cangrande della Scala, Dante riporta l’esempio biblico della liberazione degli Ebrei dall’Egitto ad opera di Mosè, interpretata dai teologi come prefigurazione della redenzione dell’umanità dal peccato originale compiuta da Cristo e raccomanda questo metodo interpretativo anche per la Divina Commedia. Dichiarando che al suo poema si può applicare lo stesso metodo interpretativo utilizzato per la Bibbia, Dante fa capire che quanto è raccontato nella Divina Commedia non è invenzione, ma realtà. In base a questo ragionamento i personaggi che egli incontra nell’oltretomba non sono invenzioni, ma persone realmente esistite che conservano le caratteristiche di quando erano in vita; analogamente i significati allegorici di cui sono portatori questi personaggi non ne eliminano la storicità. Dunque se il viaggio di Dante deve essere interpretato, come Dante stesso suggerisce, come le Sacre Scritture ovvero un insieme di fatti reali che allude ad un insieme di altri fatti reali, la Divina Commedia deve essere considerata un’esperienza realmente vissuta. Questo vuol dire che il significato allegorico di cui i personaggi sono portatori non va inteso come significato ultimo secondo la vecchia concezione del simbolismo trascendente, ma rappresenta ciò che Dio mostra a ognuno di noi nel profondo della nostra coscienza quando ci apprestiamo ad agire. Quindi la realtà storica consiste nell’intenzionalità che noi abbiamo di distinguere tra il bene e il male a discapito di previsioni fuorvianti riguardo la nostra morale. Questa per essere autentica deve fondarsi sul presupposto che noi agiamo innanzitutto per il bene comune qui sulla Terra per ottenere poi quella salvezza eterna che non può essere la salvezza di uno solo. Così le previsioni che noi facciamo su come andrà avanti il mondo possono tradursi in interpretazione allegorica cioè farci avvicinare il più possibile al grandioso progetto che Dio ha in serbo per noi: una nuova creazione che consisterà in un’unione cosmica di noi e Dio ovvero la speranza che non moriremo mai”.

Biagio Lauritano




Ieg, abilmente Roma: una Divina Commedia mai vista nelle mostre e installazioni Do it yourself

ROMA– Anche il Sommo Poeta sarà protagonista di Abilmente Roma. Organizzata alla fiera della capitale da Italian Exhibition Group e in programma dal 23 al 26 settembre, la manifestazione mette al centro le celebrazioni dantesche con una singolare rappresentazione della Divina Commedia realizzata dagli artisti del quilt e del crochet. Dal capolavoro della letteratura italiana alla Polis d’Arte, dai Photo Booth alle Api, gli appassionati di ago e filo possono contribuire alla realizzazione delle opere e ammirare il proprio lavoro esposto in Fiera.

Novità di quest’anno la mostra “The Comedy in quilt” dedicata al sommo poeta d’Italia: Dante Alighieri. L’idea nasce da un’iniziativa del 2016, quando gli Artisti dell’Art Quilt e del Pictorial Tessile si sono messi in gioco per rappresentare le tre cantiche della Divina Commedia attraverso la tecnica del quilting. Il risultato finale è una composizione di 56 pannelli tessili raffiguranti l’intero viaggio di Dante. Ad Abilmente Roma si possono ammirare i quilts che raccontano il Purgatorio e il Paradiso interpretati dal Gruppo PU.PA Purgatorio/Paradiso.

L’Associazione Sul filo dell’Arte espone un progetto dedicato alle Api. “Save the Bees” è infatti il nome della mostra che ha a cuore il benessere di questi piccoli insetti, importanti per il nostro ecosistema. Ogni visitatore può contribuire all’installazione creando con l’uncinetto un’ape o una cella esagonale, anche in 3D. Un tutorial, che spiega passo a passo come costruire le piccole operaie, può essere trovato nel sito di Abilmente Roma. Al termine del lavoro, il progetto potrà essere portato in Fiera di Roma dove verrà esibito assieme a tutti gli altri.

Al Salone delle Idee Creative, un’esplosione di creatività con il progetto “Strike a pose” allestito dall’associazione Yarn Bombing Trivento. Lo spazio riunisce 15 Photo Booth realizzati dalle migliori artiste del crochet creativo. I visitatori possono immortalare il momento della visita in fiera con una foto ricordo da condividere sui social. A completare l’installazione, un arco decorato con il logo di Abilmente, dove ogni appassionato può contribuire creando una lettera ‘A’ fatta ad uncinetto.

Presente l’opera della Polis d’Arte Meta-Moderna dell’associazione Strade Diffuse, intitolata ‘L’altra metà del cielo’. Una performance artistica realizzata collettivamente da artisti, pittori, disegnatori, illustratori e fotografi durante le quattro giornate di manifestazione. L’installazione raffigura il pensiero creativo dalla nascita fino alla sua completa rappresentazione. Una finestra aperta sull’immaginario, dove lo spettatore può posare lo sguardo, ammirarne l’estetica e vedere la sua trasformazione. A completare l’opera, ci sarà una modella colorata in contemporanea con l’installazione.

Per il popolo del Do It Yourself la garanzia di uno svolgimento in massima sicurezza: l’ingresso alla manifestazione sarà consentito col Green pass (che certifica la guarigione o la vaccinazione) e previo controllo della temperatura corporea e utilizzo della mascherina. Chi non fosse in possesso di Green Pass potrà presentare l’esito negativo di un tampone eseguito nelle ultime 48 ore.