” Profili … Deontologia ed Etica Professionale “ Cosa sono …

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “La letteratura offre sublimi elementi di interpretazione sulle particolarità delle professioni, ove ascendono toccanti sintomatologie filologiche ad indicare la deontologia quale materia di “studio del dovere”. Nel neologismo di Kant e la filosofia dei diritti e doveri di Bentham, si elevano momenti di “dottrina immateriale degli oneri”.

I profili della professione accarezzano le funzioni, la carriera, i percorsi formativi e le modalità di organizzazione del lavoro. La deontologia invola principalmente sulla cultura anglosassone, dove la filosofia morale Inglese e l’etica Italiana, intrecciano le rispettive interpretazioni e modalità competenti, in perfetta armonia con le: “norme di buon comportamento e principi morali” ed escludono aprioristicamente l’aspetto giurisprudenziale.

Nella tangibile e reale esistenza, si aprono inaspettati fondali ove prolificano i percorsi formativi finalizzati ad illuminare le coscienze verso interpretazioni deontologiche attribuite alla responsabilità del potere. Esistono principi che avvolgono le bibliografie di razionalità giuridica ed estendono gli ipotetici confini su concetti interpretativi attribuiti al pensiero di … Autorità …per volgere ad un fine sociale (attenuato o sfumato) nell’esercizio del potere medesimo.

Come possiamo rilevare, è percettibile che avremmo interi fiumi di inchiostro finalizzati ad offrire più elementi letterari ed etici in questa stupenda materia, ma crediamo sufficienti quelli rappresentati per finalità particolari al nostro non modesto discorso che vuole entrare, in punta di piedi, nelle Pubbliche Amministrazioni, per verificare le polimorfe dinamiche professionali, in relazione alle richieste della comunità.

Nelle amministrazioni pubbliche, individuiamo, quale principio filosofico-giuridico, reiterate negligenze di entità burocrati deputate ad offrire il servizio al cittadino, è ovvio che tale concetto deontologico è riferito ad uno Stato Democratico.

Disgraziatamente, queste inoperosità sono scaturite da comportamenti in evidente contrasto con la deontologia e l’etica professionale, che a ragione definiamo (esaminati i vari fatti di cronaca) non di natura occasionale.

Atteggiamenti quali “lesa maestà o culto dell’onnipotenza”, non solo sono contrari ai principi deontologici o etici, ma ledono fortemente i profili professionali e gli aspetti sociali, oltreché umani.

Malauguratamente e non limitatamente le “passioni” di questo o quell’impiegato, provocano delle vere e proprie costrizioni e costi al cittadino. Non raramente talune convocazioni o lungaggini “burocratiche”, influenzano sensibilmente la perdita di ore lavorative o tempo libero, principalmente dovute ad insufficienti funzionamenti delle attività professionali, ovvero a quella (dell’organizzazione del lavoro) individuabile nella premessa del nostro iscritto.

È oltretutto coscienza diffusa, che l’elemento psicologico delegato a sostenere il valore primario è l’immagine appagata del cittadino, allorquando trova nelle “Autorità” preposte, quella tutela e garanzia che rendono civile ed evoluta la società.

Questo aspetto molto rilevante ed importante, rientra nei doveri e compiti della Amministrazione ed oserei dire che ascoltare il cittadino è un dovere professionale che alcuno si può sottrarre. Quelle Autorità od Entità sono entrambe vincolate a soddisfare le istanze del cittadino; l’incaricato di un “pubblico servizio” non può rifiutare od omettere la richiesta di incontro o negare informazioni al cittadino. Questa materia è il fondamento dello “studio del dovere” come abbiamo fatto cenno nella fase introduttiva delle nostre riflessioni.

Le immanità dell’etica professionale, dal greco “ethos”, che simboleggia il carattere o comportamento dell’uomo, adulato dal pensiero Aristotelico, che individua negli umani i criteri di valutazione sui comportamenti e le scelte.

Il filosofo Karl Marx riferendosi all’etica del lavoro definiva quest’ultimo quale elemento che offre la possibilità di esprimere le rispettive personalità in attinenza con le propensioni soggettive nello svolgimento dell’attività lavorativa. Nel coevo siamo riusciti a delineare un codice di condotta professionale, ovvero lo “Statuto dei Lavoratori” che esprime una spiccata autoregolamentazione degli stessi nell’esecuzione delle rispettive attività lavorative.

Alcune scuole illuminate … nel proferire le tipicità della Etica Pubblica, hanno evidenziato che in considerazione delle carenti proporzioni raggiunte nel mondo etico e deontologico professionale: – La corruzione, l’evasione fiscale, la truffa ed ancor, della classe dirigente (e non solo) politica, economica, ha maturato l’idea che sarebbe assai più vantaggiosa una descrizione sulle carenze che tale aspetto presenta, piuttosto che una elencazione sulle propensioni etiche pubbliche.

L’aspetto culturale del nostro Paese, ovvero la nomea di familismo, ha suscitato non poche riflessioni oltre i confini, mentre non trova, se non in alcuni casi, un vero e proprio dibattito nel Paese, anche se appare uno dei motivi che imperversano nella nostra persistente insufficienza sociale e politica nel contesto Europeo e Mondiale.

Negli anni cinquanta, Banfield sosteneva che l’amoralità del familismo rispecchia la patologia Italiana: l’attaccamento a rispettivi beni personali, ingenera egoismi collettivi, diffidenze generali ed insofferenza alle regole. (Privilegi per noi e regole per gli altri)

Affrontare questi concetti è soprattutto necessario ed oltretutto determinante per evitare malintesi o interpretazioni di comodo. Ovviamente quando enunciamo che gli aspetti deontologici non hanno elementi giurisprudenziali, ci riferiamo esclusivamente alle norme prettamente etiche e deontologiche, non a reati di:- Omissione, Ritardo o Silenzio della P.A., dal momento che la presenza di tali inadempimenti professionali è perseguita dal Codice Penale!

Le ipotesi illustrate non sono alle antitesi, non viaggiano su binari paralleli, di sovente si intrecciano e convivono “meravigliosamente”.

Improbabilmente la entità deontologica e professionalmente preparata inciampa sulle posizioni giurisprudenziali, dal momento che il suo comportamento è proiettato ad un aspetto culturale sociale e non individuale, questi sono i valori ed i principi di tali sentimenti.

Che il futuro vi sia amico …”.

Claudio Cianchella