Faleria, un legame che attraversa i confini

FALERIA (Viterbo)- Venerdì 10 gennaio è andata ‘in scena’ su YouTube la Prima del docufilm “L’ospite illustre di Faleria”, un’opera che non solo celebra le tradizioni locali di un piccolo borgo del viterbese, ma che riflette anche le radici culturali comuni a molti paesi della regione. Realizzato con cura e semplicità, il film ha saputo catturare l’essenza del borgo, permettendo al pubblico di immergersi in un viaggio nella storia, nelle usanze e nei valori che definiscono questa comunità.

L’evento ha rappresentato molto più di una celebrazione del passato. Grazie a un filmato coinvolgente, arricchito da immagini e racconti autentici, il docufilm si è rivelato uno strumento potente per preservare e tramandare il patrimonio culturale locale, avvicinando le nuove generazioni e i “nuovi cittadini” – coloro che, pur non avendo radici dirette nel borgo, oggi lo abitano – alla conoscenza della storia e delle tradizioni di Faleria.

Ma il successo non si è fermato ai confini del paese. Il film ha attraversato l’Italia e il mondo, raggiungendo discendenti di emigrati e le loro famiglie all’estero. Questo ha permesso a tanti di riscoprire le proprie origini e di sentirsi nuovamente connessi alla propria storia. Un’opera che ha saputo toccare il cuore di chi, da lontano, cerca un legame con le proprie radici.

Guardando il docufilm, molti spettatori hanno scoperto il significato profondo della festa patronale di Faleria, un evento che non è solo tradizione ma anche identità e appartenenza. Per chi è giunto in paese da terre lontane, è stata un’occasione preziosa per comprendere meglio l’anima di una comunità che li ha accolti, favorendo così un’integrazione più profonda e autentica.

In un’epoca di cambiamenti, “L’ospite illustre di Faleria” ha dimostrato che la cultura può essere un ponte che unisce generazioni, origini e identità diverse. Grazie alla diffusione online, le tradizioni locali non solo resistono, ma diventano un mezzo per costruire nuove connessioni, creando un senso di appartenenza condiviso.

Questo progetto rappresenta una testimonianza del potere della memoria e della cultura come strumenti di dialogo e integrazione, aprendo una porta verso il futuro senza mai dimenticare la ricchezza del passato.

“L’ospite illustre di Faleria” è online! Guarda il docufilm su YouTube: https://youtu.be/U4U_Ee4R2qg?si=vUCbexoZAl2IcemU e lasciati affascinare dalle tradizioni, un tesoro che unisce Faleria, la Tuscia e il mondo intero.

Link al video per vostra visione: https://youtu.be/U4U_Ee4R2qg?si=vUCbexoZAl2IcemU.

Link del trailer: https://www.facebook.com/lucia.matteucci/videos/622328020653217/?idorvanity=1455604674654518




Faleria, il 6 ottobre “Il valore del padre”, il nuovo libro di Maurizio Fontana

FALERIA (Viterbo)- Domenica 6 ottobre a Faleria (Vt), alle ore 18, nella suggestiva Sala della Misericordia, in piazza degli Anguillara, nel cuore del centro storico del paese, sarà presentato “Il valore del padre”, il nuovo libro del prof. Maurizio Fontana, neurochirurgo e neurologo di lunga esperienza.
In questo nuovo libro, edito da EMIA Edizioni, alternando elementi autobiografici, paleoantropologici e suggestioni sociologiche, Maurizio Fontana ricorda il rapporto particolare vissuto con il padre, tracciando un patrimonio ideale probabilmente comune a molti lettori.
Un libro intimo e profondo, coinvolgente e provocatorio, stimolante e toccante.
Maurizio Fontana è stato aiuto primario all’ospedale Di Venere di Bari, al Regina Elena di Roma e direttore di unità complessa di neurochirurgia all’Ospedale di Avezzano.
Dialoga con l’autore Michele Di Mario.
Saluti istituzionali del Sindaco Walter Salvatore.
Introduce il Consigliere comunale Nicola Rinaldi.
Legge brani tratti dal libro Cinzia Antonetti.
Note musicali di Gian Nicola Belcastro e Giancarlo Federico.
Sarà presente l’editore, giornalista e scrittore Italo Arcuri.




Faleria: denunciati dai Carabinieri due 50enni per coltivazione di marijuana e possesso illecito di materiale archeologico

FALERIA (Viterbo)- Maxi controllo dei Carabinieri della Compagnia di Civita Castellana. L’attività di polizia giudiziaria si è concentrata nel centro storico del comune di Faleria, dove i militari della locale Stazione hanno proceduto alla denuncia in stato di libertà a carico di 2 soggetti, entrambi sulla 50ina.
Il primo è stato sorpreso con una coltivazione indoor di marijuana costruita all’interno di un armadio della camera da letto. L’incredibile scoperta dei Carabinieri che dopo aver aperto le ante del mobile, hanno trovato lampade che riscaldavano 6 vasetti con germogli di marijuana, il tutto rivestito da carta stagnola per una pratica serra fatta in casa. Altro stupefacente era posto all’essiccazione pari a 22 grammi, mentre 91 semi di marijuana e numerosi opuscoli per la coltivazione della pianta “stupefacente” erano conservati in un cassetto, pronti per la prossima coltivazione.
Nel secondo caso, l’uomo segnalato all’Autorità prefettizia per possesso di hashish per uso personale, è stato denunciato per ricettazione e possesso illecito di materiale di interesse archeologico: i militari durante le operazioni di perquisizione domiciliare, si erano resi conto che l’uomo aveva conservato nella propria camera da letto del vasellame di interesse storico/archeologico. Anfore e parti di terracotta presumibilmente del periodo Etrusco/Romano detenute illecitamente dall’uomo, sono state sottoposte a sequestro penale.
PRESUNZIONE DI INNOCENZA
Il soggetto indagato è persona nei cui confronti vengono fatte indagini durante lo svolgimento dell’azione penale; nel sistema penale italiano la presunzione di innocenza, art 27 Costituzione, è tale fino al terzo grado di giudizio e la persona indagata non è considerata colpevole fino alla condanna definitiva




Carabinieri di Faleria: settantenne arrestato per detenzione ai fini di spaccio

FALERIA (VT) – Un’operazione significativa da parte dei Carabinieri della Stazione di Faleria ha portato all’arresto di un settantenne accusato di produzione e possesso illegale di sostanze stupefacenti, in quello che rappresenta un importante passo nella lotta contro il fenomeno dello spaccio di droga nella nostra comunità.Questo intervento non solo mette in evidenza l’impegno instancabile delle forze dell’ordine nel preservare la sicurezza e il benessere dei cittadini, ma sottolinea anche la ferma determinazione nel combattere una problematica che affligge la società contemporanea: la diffusione della droga.Nel corso della perquisizione effettuata presso l’abitazione dell’arrestato, i militari hanno sequestrato circa mezzo chilo di marijuana, già tritata e pronta per essere immessa nel mercato illecito. Oltre alla sostanza stupefacente, i Carabinieri hanno rinvenuto anche materiale utile al confezionamento della droga, nonché una pistola a salve modificata, privandola del tappo rosso, rendendola perciò del tutto simile a un’arma da fuoco comune. Questo dettaglio è particolarmente inquietante: non solo l’uso di armi di qualsiasi tipo minaccia la sicurezza pubblica, ma la presenza di una pistola, anche se modificata, in un contesto legato allo spaccio di sostanze stupefacenti, evidenzia il potenziale pericolo di violenza e intimidazione nei confronti della comunità.
La lotta alla droga è di fondamentale importanza per preservare la salute e la serenità sociale, dal momento che gli effetti nocivi dell’uso di queste sostanze non si limitano solo all’individuo, ma si propagano anche a famiglie, amicizie e alla società nel suo complesso. Purtroppo, il consumo di droga può portare a un aumento della criminalità, alla devastazione delle famiglie e ad una crescente richiesta di servizi di supporto psicologico e sociale.
Nonostante le sfide quotidiane, le forze dell’ordine ed in questo caso i carabinieri di Faleria continuano a lavorare instancabilmente per garantire un ambiente sicuro per tutti. Le operazioni condotte dai militari, come quella appena conclusasi, dimostrano non solo abilità professionali ma anche una profonda comprensione delle problematiche sociali che influenzano la vita dei cittadini. Il loro lavoro è fondamentale per spezzare il ciclo di violenza e degrado legato al traffico di droga.
In conclusione, è doveroso continuare a sostenere le iniziative di contrasto allo spaccio di droga, incoraggiando ulteriormente un dialogo aperto e costruttivo all’interno della comunità, al fine di promuovere una maggiore consapevolezza riguardo ai pericoli delle sostanze stupefacenti. La prevenzione e la sensibilizzazione sono elementi chiave nella lotta contro l’uso di sostanze stupefacenti e nelle sue ripercussioni devastanti. Solo attraverso l’impegno collettivo e la collaborazione tra cittadini e autorità sarà possibile proteggere la nostra comunità e costruire un ambiente più sicuro e sano.




Il Maresciallo Capo Pierluigi Tusiano è il nuovo comandante della stazione carabinieri di Faleria

FALERIA – Il primo di luglio u.s., il maresciallo Pierluigi Tusiano, 42 anni, originario di Foggia, ha assunto il comando della Stazione Carabinieri di Faleria (VT).
Nominato carabiniere effettivo al termine del 117° corso, nel 2005, ha poi raggiunto il grado di Appuntato e, nel 2017, è stato promosso al grado di Vice Brigadiere frequentando il 22° corso Brigadieri mentre, nell’anno 2021, ha frequentato il 3° corso Allievi Marescialli presso Scuola di Velletri assumendo, al termine, il primo incarico nel grado di maresciallo quale Comandante della Stazione di Casalnuovo Monterotaro, in provincia di Foggia.
Nel corso della qualificante carriera, il maresciallo Tusiano ha prestato servizio presso il 7° Reggimento Carabinieri “Laives”, e poi quale addetto ai Nuclei Operativi di Sellia Marina, Vico del Gargano e Cerignola, e presso le Stazioni di Lesina e, appunto, Stazione Casalnuovo M.ro, ultima sede di servizio prima di approdare nella Tuscia.
Il sottufficiale è in possesso di numerose abilitazioni e specializzazioni tra cui la certificazione per il pilotaggio di droni in operazioni critiche, l’abilitazione alla guida d’emergenza per auto e motoveicoli e varie certificazioni in ambito investigativo e forense, oltre alla conoscenza della lingua francese.
Le competenze e l’esperienza maturata negli anni di servizio gli sono valse anche diverse ricompense per particolari meriti ottenuti nell’attività d’istituto tra cui, nel 2013, un encomio solenne per la cattura di un pericoloso latitante, inserito nella lista dei 10 più pericolosi d’Italia ed un secondo encomio solenne, nel 2023, per aver salvato la vita a due donne disabili intrappolate in un’abitazione invasa dal fuoco, azione di coraggio per la quale è stato proposto per il conferimento della Medaglia d’argento al Merito Civile.
Nel corso del servizio precedentemente prestato nell’Esercito Italiano dall’anno 2001 sino all’arruolamento nella “Benemerita”, in qualità di specialista presso il 10° Rgt Genio Guastatori di Cremona, ha inoltre svolto delicate missioni all’estero in teatri operativi critici quali il Kosovo, nel 2002, e la Macedonia nell’anno 2005.

 

 




Faleria, il 6 giugno presentazione del libro “Il corpo di Matteotti” di Italo Arcuri

FALERIA (Viterbo)- Giovedì 6 giugno a Faleria, alle ore 18.30, presso la suggestiva Sala della Misericordia, in Piazza degli Anguillara, nel cuore del Centro storico, in occasione del Centenario del delitto di Giacomo Matteotti, sarà presentato il libro “Il Corpo di Matteotti” di Italo Arcuri, edito da EMIA Edizioni
Dialogherà con l’autore il Consigliere comunale Nicola Rinaldi.
Interverrà il Sindaco Walter Salvadori.
Introdurrà il Consigliere comunale Leonardo Canestrari.
Leggerà brani tratti dal libro Valentina Maggi.
Note musicali di Gian Nicola Belcastro e Gabriele Cipriani.
Il libro di Italo Arcuri ripercorre la vita umana e politica del celebre antifascista ed è il primo tentativo, giornalistico e narrativo, di svelare il tragitto dell’automobile su cui ha viaggiato, rapito e ucciso dai sicari fascisti, il corpo di Giacomo Matteotti, dal Lungotevere Arnaldo da Brescia alla Quartarella di Riano. Il corpo di un personaggio che ancora oggi suscita idealità mai sopite.




Faleria, scomparso uomo di 28 anni, Adrian Nicu Pruna

di REDAZIONE-

FALERIA (Viterbo)- I vigili del fuoco di Viterbo sono impegnati dalle ore 13 di oggi a Faleria per una ricerca persona con la squadra distaccamento di Civita Castellana e le unità specializzate di  Topogragia applicata al soccorso. Si tratta di Adrian Nicu Pruna, un  ragazzo di 28 anni,  residente a Faleria. La denuncia è stata presentata dai genitori. Presenti insieme ai Vigili del fuoco anche i Carabinieri. E’ stato attivato il piano di ricerca e sta sorvolando la zona anche uno degli elicotteri dei vigili del fuoco.




L’8 marzo a Faleria sarà presentato il libro “Obiettivo Donna”

FALERIA (Viterbo)- Venerdì 8 marzo a Faleria, alle ore 18, nella suggestiva Sala della Misericordia, in Piazza degli Anguillare, nel cuore del centro storico del paese, in occasione della Giornata internazionale della Donna, sarà presentato il libro “Obiettivo Donna. Immagini e Parole”, scritto dallo psicologo Giuseppe Di Pietro e dal fotografo Alessio Eleuteri, edito da Emia Edizioni.
“La serie di lavori che abbiamo scelto di presentare in questo libro – scrivono gli autori – ha per soggetto l’immagine della donna che Alessio Eleuteri fotografa e che fa entrare il lettore in contatto con il mondo che sta al di sotto delle apparenze, con l’intimo delle persone. Un gioco sottile, in cui il corpo, spesso spoglio, senza veli, si smaterializza per consentirci di andare oltre e lasciarci per un attimo in contatto con il femminile. Si rivolge alle donne, per dare voce e significato al proprio mondo interiore. Si rivolge agli uomini, perché possano contattare il proprio femminile, per entrare in sintonia con la Donna. Perché quando gli uomini non sono in grado di uscire da sé stessi per riconoscere l’alterità, l’altro come diverso da sé, allora non c’è rispetto e ogni forma di prevaricazione trova lì le sue fondamenta”.
A dialogare con gli autori sarà la divulgatrice culturale Vanessa Losurdo.
Leggerà brani tratti dal libro la poetessa e scrittrice Annamaria Villani.
Dopo i saluti istituzionali del Sindaco Walter Salvadori e l’introduzione della Consigliere Marzia Curti, l’evento sarà allietato da un duo, tutto al femminile, di sax della storica Banda Musicale Brasilino Severini.
Dalle ore 17, sempre presso la Sala della Misericordia, il pubblico potrà visitare alcune delle Opere di Alessio Eleuteri tratte dal libro. Una vera chicca per gli amanti delle fotografie artistiche.




Carabinieri di Faleria: primo comando stazione a prevalenza femminile

FALERIA (Viterbo)- Con la recente assegnazione di militari in uscita dalle Scuole Allievi Carabinieri presso i reparti dell’Organizzazione Territoriale, la Stazione di Faleria si aggiudica il primato della prevalenza femminile.
Oltre alla già presente Car. Anna TEDESCHI – già madre di uno splendido bambino e da poco rientrata dalla maternità – sono giunte altre due donne. Tutte e tre provengono da un pregresso arruolamento nelle fila dell’Esercito.
Il Carabiniere COSTA Andrea, di anni 27, proviene dalla città Torino, da una famiglia composta da papà Veneto e mamma Pugliese e una sorella minore. Diplomata al Liceo Linguistico “Regina Margerita” di Torino, si è avviata alla vita militare nel 2019, con un periodo di formazione presso il 235° RAV di Ascoli Piceno per poi essere designata al servizio presso il Carcere Militare di Santa Maria Capua Vetere (CE) e il VI Reggimento Logistico di Supporto Generale di Butrio (BO), con la qualifica di Caporale dell’Esercito Italiano. Nell’anno 2022, vincitrice di concorso nell’Arma dei Carabinieri, viene incorporata presso la Scuola Allievi Carabinieri di Torino.
Il Carabiniere BIANCHI Debora, di anni 22, proviene dalla provincia di Lecce, Comune di Trepuzzi (LE), da una famiglia composta papà e mamma entrambi pugliesi e un fratello più grande. Diplomata presso il Liceo Scientifico “Bazzoli” di Lecce. Si avvia alla vita militare nel 2022, con un periodo di formazione presso il 235° RAV di Ascoli Piceno per poi essere designata al servizio presso il 21° Reggimento Artiglieria Terrestre “Trieste” di Foggia (FG). Nell’anno 2022, vincitrice di concorso nell’Arma dei Carabinieri, viene incorporata presso la Scuola Allievi Carabinieri di Taranto.
Alle neogiunte il Comandante Provinciale Massimo Friano ha inteso rivolgere il suo saluto e un caloroso in bocca al lupo da parte di tutti i colleghi del Comando Provinciale di Viterbo, per l’incarico ricevuto e per il prossimo futuro nell’Arma a servizio delle comunità di Faleria e Calcata.

Civita Cas




Faleria, domenica 26 novembre “Mi sono fatta menare” di Cristina Fidanza

FALERIA (Viterbo)- Domenica 26 novembre, in occasione della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, a Faleria (VT), alle ore 17, nella Sala della Misericordia, in Piazza degli Anguillara, Cristina Fidanza presenterà il suo libro “Mi sono fatta menare”, edito da EMIA Edizioni.
Cristina Fidanza ha scritto questo libro per mostrare fino a che punto può arrivare la dipendenza di una donna dall’uomo sbagliato. Crede nella scrittura come forma di sensibilizzazione. Le piace scrivere ed ascoltare canzoni che le parlano il linguaggio delle emozioni senza tempo e senza spazio: libere.
“Partorire sé stessa – afferma l’editore Italo Arcuri – è stato il dolore più grande per l’autrice di questo libro. Un cammino doloroso, durante il quale Cristina ha conosciuto e accettato i suoi limiti, le difficoltà, la scoperta di quanto siano mutevoli le emozioni, di quanto sia complessa l’esistenza umana e di come misteriosa sia la vita nella sua essenza più profonda”.
“Questo libro – scrive Cristina Fidanza – è dedicato alle donne, soprattutto a quelle ancora incatenate e con le chiavi del lucchetto tra le mani. Gradito e consentito l’ingresso anche a tutti gli uomini che sanno mettersi in discussione e che coltivano la virtù del rispetto. Ingresso consentito, ma in punta di piedi, anche agli uomini disposti a crescere e a cambiare”.
Dialogherà con Cristina Fidanza l’avvocato e scrittore Paolo La Bollita. All’evento parteciperanno il Sindaco Walter Salvadori e la Consigliera comunale Marzia Curti. Leggerà brani tratti dal libro Cinzia Antonetti. Musicherà l’incontro Gian Nicola Belcastro.
Sempre presso la Sala della Misericordia, dalle ore 10 alle ore 20, sarà esposta l’Estemporanea “Donna, l’amore dipinto” della pittrice Claudia Lahmann.




Faleria: sorpreso 68 enne del posto a coltivare piante di marjuana, denunciato dai carabinieri

FALERIA (Viterbo)- A Faleria, i carabinieri della stazione, a seguito di mirata segnalazione, unitamente al personale del N.o.r.m. – aliquota radiomobile, nello corso di specifico servizio finalizzato alla repressione del traffico di sostanze stupefacenti, hanno deferito in stato di libertà alla procura della repubblica presso il tribunale di viterbo un 68enne del posto per il reato di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope.
A seguito di perquisizione domiciliare, è stato trovato in possesso di sostanza stupefacente del tipo marjuana. L’uomo stava coltivando, in vasi, due piante, alte circa 1 mt ciascuna che teneva in balcone, oltre ad avere già preparato 3,0 gr. di infiorescenza occultate in un barattolo della cucina.
Quanto oggetto di sequestro sarà sottoposto ai relativi accertamenti chimico tossicologici.




A Faleria la presentazione del nuovo libro di Aurora Cecchini “Lina”

FALERIA (Viterbo) – Sabato 23 settembre, a Faleria, alle ore 18, presso la splendida “Sala della Misericordia”, in Piazza degli Anguillara, sará presentato il nuovo libro di Aurora Cecchini: “Lina”, edito da Emia Edizioni.
“Lina” è il romanzo di una donna alla ricerca della verità personale, e collettiva, e di un’Italia perennemente in bilico tra drammi politici, scompensi civili, tragedie sociali e rigurgiti di incredibili ipocrisie.
Dialogheranno con Aurora Cecchini Italo Arcuri e Barbara Fedeli.
Leggerà brani tratti dal libro Cinzia Antonetti.
Musicherà la presentazione la chitarra di Gian Nicola Belcastro.
Interverrà il Sindaco di Faleria Walter Salvadori.
Presenterà il Consigliere comunale Nicola Rinaldi.




Domenica a Faleria il libro “Inchiostro” di Matteo Castellano

FALERIA (Viterbo)- Domenica 14 maggio, a Faleria, alle ore 18, presso la Sala della Misericordia, in Piazza Anguillara, nell’ambito della rassegna “Il maggio dei libri 2023”, organizzata dal Comune, sarà presentato il romanzo “Inchiostro” di Matteo Castellano, edito da EMIA Edizioni.
A dialogare con l’autore sarà la scrittrice Daniela Pani.
Presenta il Consigliere delegato alla Cultura Nicola Rinaldi. Saluti istituzionali del Sindaco Walter Salvadori.
L’Opera prima di Matteo Castellano è la narrazione di un’opzione esistenziale, in cui il dilemma può tramutarsi in impeto o indifferenza. Leone, trentenne insicuro, con la passione per la scrittura, lavora da anni allo stesso romanzo. Un’infanzia rigida, continue delusioni e una madre malata spingono il giovane sul baratro dello sconforto, al quale però non cede mai del tutto, aggrappandosi alla speranza della fama e della gratificazione. In un presente nel quale dedicarsi all’arte della penna, cercando di emergere, è sempre più difficile, fa da sottofondo la Roma contemporanea. Leone ha due amici: Virgilio, misterioso e saggio compagno di bevute che lo sprona a innalzare il suo stile rimanendo fedele al suo progetto originale; e Rebecca, giovanissima infermiera, che lo esorta invece ad abbandonare l’opera incompiuta per dedicarsi a una produzione più libera e spensierata (un romanzo sui pirati!). Leone dovrà scegliere: ascoltare Virgilio (il passato), e portare a compimento il suo primo libro, oppure seguire i consigli di Rebecca (il futuro) e iniziare una nuova opera?




Si impicca a un albero, muore il titolare di un bar di Faleria

Faleria (VT) – Un gesto estremo ha spezzato la vita di Alessandro De Santis, 50 anni, proprietario di un bar a Faleria, in provincia di Viterbo. L’uomo si è impiccato a un albero vicino alla sua casa, dove è stato ritrovato senza vita nel pomeriggio di ieri. A dare l’allarme è stata la moglie, che nel rientrare a casa ha trovato un biglietto in cui il marito annunciava la sua tragica decisione. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, i vigili del fuoco e il 118, ma per il 50enne non c’era più nulla da fare.

Non si conoscono le motivazioni che hanno spinto De Santis a compiere questo gesto irreparabile. L’uomo era molto conosciuto e apprezzato nel suo paese e in quelli limitrofi, dove gestiva il suo bar da anni. Era descritto come una persona gentile e sorridente, sempre disponibile con i clienti e gli amici. Lascia la moglie e due figlie. Oggi pomeriggio, alle 16, si terranno i funerali nella chiesa di Faleria. Un’intera comunità piange la scomparsa di uno dei suoi membri più amati.




Faleria, il 16 aprile “La responsabilità del volo” di Alessia Rocco

FALERIA- Domenica 16 aprile, a Faleria (VT), alle ore 17.30, presso la Sala della Misericordia, in Piazza An-guillara, nel cuore del centro storico del paese, sarà presentato il libro “La responsabilità del volo” di Alessia Rocco, edito dalla EMIA Edizioni di Italo Arcuri.
La vita è un volo, perenne, a tratti felice, a volte tormentato e doloroso. Un volo da eseguire con leggerezza, mista ad un senso di responsabilità, che è poi la voglia di voltare pagina, sempre, per prendersi cura di sé stessi. “La responsabilità del volo” è un libro che parla della vita, di quanto sia facile a volte perdersi, per poi ritrovarsi, un po’ più forti, per ricominciare a volare, un’altra volta.
L’autrice, nata a Napoli, vive a Roma; è una web writer e si occupa, altresì, di recensioni letterarie e editing letterario. Ha all’attivo diverse pubblicazioni e scrive, periodicamente, per il settimanale “Confidenze”.
A dialogare con Alessia Rocco sarà la divulgatrice culturale Cinzia Antonetti. Leggerà brani tratti dal libro l’attrice Marina Pasqui. All’evento, patrocinato dal Comune, in collaborazione con la Pro Loco, parteciperà il Sindaco Walter Salvadori e sarà presentato dal Consigliere comunale Nicola Rinaldi.




A Faleria va a fuoco un’abitazione

di REDAZIONE-

FALERIA (Viterbo)- Un incendio è divampato questa mattina intorno alle ore 8,30 in un’abitazione a Faleria, in via Roma. L’incendio sarebbe stato innescato da un corto circuito di una stufetta, propagato al solo vana cucina in questo appartamento di una palazzina al secondo piano di due piani totali. Fortunatamente al momento dell’incendio nell’abitazione non vi

era nessuno. La casa era abitata da un unico affittuario. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco per spegnere il fuoco e mettere in sicurezza la zona. I pompieri hanno recuperato anche i resti del cane dell’affittuario, un cane di media taglia che era all’interno dell’appartamento durante l’incendio e che è deceduto a causa dell’inteso fumo. L’appartamento ha subito danni da fuoco sul vano cucina, ma danni da fumo su tutti i restanti vani anche molto importanti. Sul posto anche i carabinieri per i dovuti rilievi ed il personale del 118, che ha prestato soccorso all’affittuario dell’appartamento, un uomo di 52 anni, che ha avuto un malore nel momento in cui è arrivato sullo scenario. L’intero appartamento è stato dichiarato non fruibile. Verranno ripristinate le condizioni di sicurezza prima di poter essere abitato nuovamente.

 




Faleria, bimbo di 8 anni rimane chiuso nello scuolabus ed i carabinieri lo riportano a casa

FALERIA (Viterbo)- Qualche giorno fa si è presentata presso il Comando Stazione di Faleria una donna del luogo che ha riferito ai militari presenti di aver sentito, mentre portava a spasso il cane, le urla di un bambino dall’interno del deposito comunale in cui era parcheggiato uno scuolabus.
Raggiunto immediatamente il posto, il Maresciallo ha notato la presenza del bambino che, quasi scusandosi, attraverso il vetro ha ripetuto più volte di essersi addormentato. Il militare lo ha tranquillizzato e, mentre l’operatore della Centrale Operativa tentava di contattare il Comune per avere le chiavi del mezzo, ha provato a spiegargli con calma come fare ad aprire la porta dello scuolabus, azione che per il piccolo è andata a buon fine e le porte finalmente si sono aperte.
Assicuratosi che stesse bene, il Maresciallo lo ha scherzosamente redarguito, dicendogli “Guarda cosa ti sei inventato pur di non andare a scuola oggi!” e lui è apparso sereno e allegro, in attesa che arrivasse la sua mamma, contattata dalla responsabile al trasporto, che nel frattempo era giunta sul posto, tanto mortificata per l’accaduto.
La famiglia non ha, al momento, esternato volontà di denuncia nei confronti né della responsabile, che era scesa dal mezzo poco prima che lo stesso fosse condotto in deposito, né dell’autista, che invece aveva condotto il mezzo nell’area in cui è stato trovato ma al momento quel che conta è che il piccolo stia bene e che tutto si sia risolto solo con mezz’ora di sonno in più e un gran bello spavento.




Un cuore di pietra tra magnificenza e abbandono: l’ antica Stabbia (Faleria)

di DANIELA PROIETTI-

FALERIA (Viterbo) – La radura doveva essere di un verde brillante durante le primavere di quasi otto secoli fa. L’impressione che avevano le dame Anguillara quando si affacciavano dalle finestre del possente castello, di cui oggi resta soltanto un edificio spoglio, doveva esser questa.

Aveva da poco avuto termine quello che viene ricordato dai climatologi come il “periodo caldo medioevale”, un’era in cui le terre bagnate dal nord dell’Atlantico, e con esse gran parte dell’Europa, furono interessate da temperature inusualmente elevate, tanto da permettere colture d’ulivo in zone in cui di solito la pianta non attecchisce.

Fu anche il periodo della colonizzazione della Groenlandia da parte dei Vichinghi, che approfittarono del ritirarsi dei ghiacci per conquistare la terra che, forse, permise loro di arrivare in quelli che sono oggi gli Stati Uniti prima di Colombo.

Passato l’optimum climatico medievale, la vegetazione tornò al solito splendore. Il colore della vita riempiva, quindi, il territorio in cui sorgeva il borgo di Stabla.

Questo era il nome con cui era conosciuto questo paesino di poco più di 2110 abitanti che sorge prossimo alla provincia di Roma e che vide cambiare la sua denominazione in Faleria, soltanto in tempi cosiddetti recenti, ossia nel 1873.

Borgo Umberto I

Quando siamo giunti nella cittadina, era pomeriggio inoltrato. Il cielo era di nuovo grigio, nonostante il sole ci avesse degnati della sua grazia per tutto il giorno. In giro non c’era molta gente, e abbiamo faticato un po’ per capire dove fosse il centro.

Abbiamo parcheggiato la nostra automobile nei pressi del Palazzo del Municipio, a cui non fa da cornice la solita piazza, ma un incrocio piuttosto complicato.

L’edificio, che sorge in Piazza Garibaldi,  venne costruito agli inizi del XX secolo, e per realizzarlo fu necessario demolire parte della cinta muraria eretta in epoca rinascimentale e le porte che ne segnavano l’accesso. Questa scelta fu dovuta anche allo sviluppo del paese nuovo al di fuori di quelle stesse mura.

Palazzo Comunale

C’è una vecchia cartolina del paese che mi ha colpita. L’ho scovata sul sito web di un giornale online. Ritrae la piazza in cui diverse persone sono intente a chiacchierare. Alcune di esse vestono l’abito scuro, tipico di chi godeva di una posizione sociale rilevante, altre paiono abbigliate da lavoro, altre ancora, donne, indossano le lunghe gonne tipiche dei primi del ‘900. Il palazzo, in primo piano, si mostra nella propria miglior veste. Il grande orologio segna le dieci e quaranta del mattino, e alcuni uomini sono affacciati al balconcino di rappresentanza.

Nel grande spiazzo, oltre alla varietà umana, sembrano razzolare alcune galline e riposare un paio di cani.

Agreste e urbano, uniti. Un mondo che, a noi occidentali, è sfuggito da tempo.

Così, tenendo a mente quel vecchio universo color seppia, ci siamo introdotti in Via Borgo Umberto I che, da Piazza Garibaldi, si diparte verso l’estremità di quello sperone tufaceo su cui affonda le proprie radici il paese, e che funge da piedistallo per l’ulteriore splendore laziale che abbiamo avuto modo di divorare con gli occhi.

Di tanto in tanto, ci voltavamo verso sinistra, per gettar l’occhio alla vallata. Da quel punto, inoltre, era visibile la strada che ci aveva condotti lì, e che per prima ci aveva mostrato l’antico castello.

Calpestando il selciato che costituisce la pavimentazione della via, ai cui lati si notano abitazioni dagli intonaci variopinti, si raggiunge la piazza che ospita quello che era un grande maniero. Con dispiacere, ci siamo resi conto che il palazzo è semidiroccato, anche se le impalcature presenti promettono interventi di restauro.

Facciata posteriore del Castello

Il castello, intitolato alla Famiglia Anguillara, che ne fu prima proprietaria, sembra fosse presente già agli inizi del XIII secolo. Il nome della famiglia, starebbe a indicare la provenienza della stessa dalla località di Anguillara Sabazia, cittadina che si affaccia sulle acque del Lago di Bracciano.

La rocca è molto grande e, a giudicare dalla magnificenza che la avvolge e ne ha arricchito i particolari, i signori che ne furono padroni, debbono esser stati molto potenti.

La facciata che per prima ci è apparsa, non è quella su cui si apre l’ingresso: per ammirarla, siamo dovuti passare dentro il tunnel resosi necessario per portare avanti i lavori di restauro.

Piazza della Collegiata, è davvero bella. Si respira un’aria antica, anche se di abbandono,  e che fa leva sui cuori.

Alcuni ragazzi avevano scelto le scale della grande chiesa che volge la facciata a quella del castello, come punto d’incontro, donando, così, un po’ di vita a quel luogo che sembra condannato a un lungo e indisturbato sonno.

Eppure, Faleria, non sorge affatto in un punto tagliato fuori dal mondo: a essa fanno da contorno le antiche consolari Cassia e Flaminia, nonché il florido parco naturale in cui scorre il fiume Treja.

Il possente castello che, come già ricordato, si erge su uno sperone ed è visibile dalla strada che congiunge a Calcata conserva, scolpiti sulle proprie mura, stemmi in marmo bianco in cui sono rappresentate delle anguille incrociate, simbolo della famiglia che lo detenne per secoli.

Al suo ingresso, disposti frontalmente, monconi di antiche colonne di granito egiziano che conducono al portone, sovrastato da un arco in marmo, in cui si identifica lo stemma della casata.

All’interno, un ampio cortile in cui spiccava un pozzo in traverino che, purtroppo, è stato sottratto da alcuni malviventi tempo addietro. Nell’ala destra del palazzo vi erano le carceri.

La rocca, nel corso dei secoli, ha subito diversi rimaneggiamenti. Durante il Rinascimento è stata abbellita da tre raffinate logge in pietra di peperino, che si affacciano sulla chiesa. La visione di questo lato del castello, riempie gli occhi.

Ci siamo incantati nello scrutare le maestose mura che esprimono rigore e leggerezza al tempo stesso, come a voler rappresentare un ossimoro architettonico.

Eravamo così presi, che non ci siamo curati della pioggia che stava scendendo, seppur pigramente.

Inoltre, abbiamo scoperto che fino al 1330, il castello godeva di una minore altezza ed era compretamente merlato. Ai lati, si ergevano quattro torrioni che in seguito sono stati demoliti, regalando un aspetto decisamente meno rigido e che si discosta da quello tipico della fortezza.

Chiesa della Collegiata di San Giuliano

Dirimpetto allo storico edificio, la Chiesa della Collegiata di San Giuliano, di cui si inizia  ad aver notizie nell’anno 1257, grazie ad un attestato scritto. I primi originari protettori furono i S.S. Apostoli Pietro e Paolo: in loro memoria, la chiesa conserva al proprio interno un altare.

Della costruzione originale, non rimane altro che i massicci muri perimetrali, nei quali furono inseriti, a scopo decorativo,  tasselli di marmo lavorato, che hanno origine addirittura da monumenti realizzati in epoca romana.

Sempre nel 1200, la chiesa si fregiava di un fine pavimento cosmatesco del quale rimane soltanto un rosone collocato dietro il portale centrale.

Vari abbellimenti e ampliamenti avvennero nel corso del tempo. Nel XIV secolo venne costruita la cripta, ottenuta rialzando il pavimento dell’altare maggiore.

Anche all’interno di questo sacro edificio, si rileva l’influenza che gli Anguillara ebbero in questo borgo; sia ai fianchi degli altari che al centro dell’affresco, sono visibili gli stemmi araldici. Nello stesso periodo, vennero anche costruiti i portali in travertino e furono incise dediche latine di non chiara interpretazione.

All’inizio del XVI secolo, fu costruito il campanile romanico, alleggerito da bifore ed altri elementi architettonici che ne fanno un monumento gradevole alla vista. Al suo interno due campane: la più grande risalente al 1343 e ancora perfettamente funzionante.

Nel ‘600 la chiesa fu ulteriormente ampliata con la costruzione di altre cappelle e di volte decorate con stucchi nelle navate laterali. Diversi affreschi contribuiscono a fare di essa un’opera che spicca per magnificenza.

Chiesa di Sant’Agostino

Alla vista della chiesa, del campanile, del palazzo e dell’ulteriore e piccola Chiesa di Sant’Agostino, ci siamo chiesti come mai non si proceda al recupero di una zona che è stata abbandonata oramai  mezzo secolo fa.

Quest’ultima, di pertinenza del castello, era ad esso collegata tramite un ponte sospeso. Realizzata nel XIV secolo in laterizi, aveva un unico altare dedicato ai Santi Agostino e Monica. Nella parte sinistra è presente un affresco in cui si riconoscono le immagini della Madonna con Bambino e i santi, tra cui il patrono del paese, San Giuliano.

Abbiamo sperato di poter aprire le porte della piccola chiesa. Avremmo voluto introdurci in essa e respirare quell’aria che sa di stantio. Quella stessa aria che inalavano  quanti avevano il privilegio di vivere nel castello.

Ancora una volta le nostre menti hanno immaginato la vita all’interno di quello che oggi è un agglomerato di edifici fatiscenti.

Gente dai volti più ordinari di quelli odierni ma, probabilmente, con gli sguardi meno corrucciati  dei nostri. Cuori più leggeri, non sopraffatti dall’ansia che provaca il tempo, che non ci sembra mai sufficiente. Pelli arse dal sole che picchia in aperta campagna, unico, o quasi, ambiente lavorativo per migliaia di anni.

La nostalgia di ciò che non ho mai vissuto, a volte, mi sopraffà.

Ci siamo mossi verso Via dei Spagnoli, che porta ad un luogo dove la vegetazione cresce selvaggiamente e in cui sono presenti i ruderi di Faleria Antica.

Il Borgo in abbandono

La storia, a Faleria, parte da lontano, e ogni pietra, ne è testimone.

All’incirca un millennio prima di Cristo, in queste terre e, nello specifico, sulla rocca tufacea della Rocchetta, vi si stabilirono i Falisci. Il nome del primordiale centro, non è conosciuto, ma si sa che la città principale era la vicina Falerii Veteres, l’attuale Civita Castellana, che dista una decina di chilometri.

Nel III sec. a.C. i Romani realizzarono la Via Flaminia; questa importante arteria contribuìì allo sviluppo della zona, il centro assunse il nome di Stabla o Stabbia, derivante secondo alcuni dalla presenza nei paraggi di una stazione in cui avveniva il cambio dei cavalli (Stabulum), altri studiosi, invece, affermano che l’etimologia del nome potrebbe derivare dalla presenza di fortificazioni  e fondamenta “stabili”.  L’attuale denominazione, invece, ha relazione proprio con gli antichi abitanti del luogo.

Nominata già da Papa Giovanni XIX nell’undicesimo secolo, Stabbia era considerata un feudo. Dal XIV al XVII secolo fu proprietà dei Conti Anguillara che ne ristrutturarono il borgo, fecero realizzare la strada diritta da cui ancora oggi si accede al castello e ne fortificarono lo stesso.

Un evento importante, coinvolse due celebri nomi dell’epoca, gli Anguillara, appunto, e i Farnese. La vita del tranquillo borgo fu segnata dalla vicenda della dama Girolama Farnese, sorella della bella Giulia e di Alessandro, che diverrà Papa Paolo III, e moglie, in seconde nozze di Giuliano di Stabbia o degli Anguillara.

Il matrimonio, celebrato il 15 febbraio del 1495, fu assai tempestoso. Girolama, difatti, attirò su di sé  l’odio implacabile del figlio di primo letto del marito, Giovan Battista. Questi, la sera del 1°novembre del 1505, dopo che ebbe fatto allontanare il padre dal castello con una scusa, provocò la morte della matrigna a colpi di spada, con l’aiuto dei suoi fedeli.

I colpevoli vennero arrrestati e tentarono di difendersi accusando la Farnese di aver progettato l’avvelenamento del marito e di tutti i preti di Stabbia, per  impossessarsi del castello e divenirne signora.

Dopo esser stati fermati si procedette all’interrogatorio. L’omicida e i suoi complici furono rilasciati ma, sulla strada del ritorno, vennero assaliti da uomini di Magliano che uccisero alcuuni di loro.

Il corpo della nobildonna venne sepolto nel castello di Bassanello, di proprietà della famiglia Orsini, a cura della sorella Giulia, sposa di Orso Orsini.

Nel 1660 la cittadina passò al Principe Borghese, che la acquisto per 110000 scudi.

Dei secoli che seguirono non si ha memoria di eventi particolari, se non di un forte sviluppo urbanistico al di fuori della cinta muraria. L’ulteriore cambiamento riguarda il nome, come già ricordato.

Agli inizi dello scorso secolo, con la costruzione del Palazzo Comunale, vennero demolite le opere di fortificazione rimascimentale. Tristemente, il borgo è stato evacuato a partire dal 1971.

Uscendo dal paese, abbiamo incontrato quello che fu l’Ospedale di San Giuliano, ubicato in contrada “Spedaletto”, lungo la strada che conduceva alla Flaminia.

Esso era un punto di riferimento per la cura dei poveri e la sua fondazione è possibile datarla intorno all’XI secolo. Al suo interno, nella cappella, è presente un affresco che raffigura la Madonna con Bambino e i santi Giuliano e Antonio Abate.

La campagna ai piedi del Borgo

I dintorni di Faleria, sono ricchi di vestigia del passato, come chiese e castelli, e di importanti siti naturalistici a cui vale la pena dedicare lunghi momenti di svago.

Il nostro tempo, invece, è terminato troppo in fretta.

Ci siamo così avviati verso la nostra casa, percorrendo la Statale Flaminia e ammirando, una volta ancora, quel gigante che svetta nella Valle del Tevere, il Soratte.

Dobbiamo tornare, una volta ancora a farci travolgere dal passato e a conoscere l’ultimo, bellissimo, borgo: Calcata.

Il Monte Soratte