Un 25 aprile contro le guerre in corso, contro le stragi degli innocenti e contro il fascismo che torna

Riceviamo e pubblichiamo: “Cosa è per noi il 25 aprile? E’ il giorno in cui si fa memoria della sconfitta del fascismo, della fine della guerra, della salvezza dell’umanità. E’ anche il giorno in cui ricordiamo tutte le vittime del fascismo, tutte le vittime della guerra, tutte le vittime del razzismo, del militarismo, del maschilismo.
Ed e’ il giorno in cui rinnoviamo la nostra gratitudine a tutti i martiri di tutte le Resistenze, persone che dinanzi all’orrore insorsero per opporsi a tutti i poteri assassini, persone che di fronte ad ogni violenza insorsero per salvare tutte le vite.
La Resistenza – che nella nonviolenza ebbe la sua ispirazione originaria, il suo profondo significato, la sua forza motrice e il suo nitido fine, la sua struttura morale e politica – continua, ora e sempre, nella nonviolenza.
La nonviolenza e’ la Resistenza dell’umanità intera per abolire tutte le guerre, per salvare ogni essere umano e l’intero mondo vivente.
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Da Socrate a Rosa Luxemburg, da Erasmo a Mohandas Gandhi, da Simone Weil ad Albert Camus, da Virginia Woolf ad Hannah Arendt, da Primo Levi a Nelson Mandela, da Germaine Tillion a Marianella Garcia, tutte le grandi figure dell’umanità ci convocano ad insorgere contro la violenza. Ci invitano a preferire subire il male anziché commetterlo. Ci chiamano a schierarci sempre dalla parte delle vittime e mai dalla parte dei carnefici. Ci chiedono di agire per salvare tutte le vite. Con la loro testimonianza ci esortano ad opporci ad ogni menzogna con la forza della verità, ci esortano ad opporci ad ogni oppressione e ad ogni crimine con la nonviolenza che invera il diritto di tutte e tutti al bene comune, all’universale solidarietà, alla convivenza che nessuno esclude, fondata sul riconoscimento della vita e della dignità di ogni essere umano.
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Cosa e’ per noi il 25 aprile?
E’ opporsi alla guerra e al fascismo.
E’ opporsi al razzismo, al militarismo, al maschilismo.
E’ soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
E’ condividere fra tutte e tutti tutto il bene e tutti i beni.
E’ fronteggiare e sconfiggere la violenza con la forza della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi”.

Il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo




Fascismo, Mattia (Pd):”Vergognosi manifesti abusivi, marcia su Roma pagina drammatica storia nazionale”

“Anche a Guidonia – in provincia di Roma – sono apparsi nella notte i vergognosi manifesti inneggianti la marcia su Roma di cui oggi, 28 ottobre, ricorre il centenario. Una data funesta per la storia politica e sociale del nostro Paese, che ha segnato l’inizio di unperiodo buio per la libertà, i diritti e la democrazia. Bene i Sindaci – come Roberto Gualtieri – che hanno prontamente disposto la rimozione dei manifesti: le Istituzioni repubblicane nascono dalla lotta partigiana e oggi più che mai è necessario ribadire convintamente la matrice antifascista della nostra Costituzione”

Così in una nota Eleonora Mattia, Presidente IX Commissione Consiglio regionale del Lazio




Neanche il fascismo arrivò a tanto

di MARCO ZAPPA-

VITERBO- Ma che roba è questa Europa? Hanno messo pali e paletti dappertutto (penso solo alle risibili norme imposte alla produzione agricola, con la composizione e dimensione delle pietanze che da una vita consumiamo in Italia) ma non c’è mai fine alla follia.
L’ultima grande impresa di qualche inutile, peggio ancora pericoloso, burocrate lautamente pagato e seduto al caldo in qualche ufficio di Bruxelles, è stata quella di creare nuove terminologie per indicare alcune categorie umane: gli uomini primitivi diventano popolazioni primitive, uomo della strada cambia nella gente comune, il corpo dell’uomo si trasforma in corpo umano, solo per citare alcune perle…
Problematiche delle quali noi europei evidentemente non possiamo farne a meno.
Poteva finire?
Macché, troppo facile.
Ecco allora la ciliegina sulla torta: mettiamo in soffitta anche il vecchio, tradizionale e consolidato buon Natale.
Stavolta però c’è stata una sollevazione popolare che ha costretto le menti sostenitrici di tanta geniale proposta a tornare sui propri passi.
Neanche il fascismo cento anni fa arrivò a tanto.
Dopotutto durante il “ventennio” ci si era ribellati alle terminologie straniere che impazzavano sulla bocca di molti traducendole in schietto italiano, così il sandwich era diventato tramezzino, film divenne pellicola, lo swing fu trasformato in slancio e via dicendo.
Un’operazione che all’epoca poteva avere il suo significato e che oggi fa sorridere molti storici che pontificano in televisione (eppure nessuno di questi si sogna di deridere gli artefici di simili attuali pagliacciate sostenute dalla comunità europea).
Mai però si pensò di toccare il culto cristiano del Natale, legato oltretutto alla nostra cultura e tradizione di uomini, ops…GENTE occidentale.
Burocrati, incapaci e parassiti.
Anche questi sono i vantaggi della democrazia.

 




Anpi: fascismo e comunismo

TARQUINIA (Viterbo) –  Riceviamo da A.N.P.I. Sezione Tarquinia e pubblichiamo: “Abbiamo letto che il consigliere comunale di Tarquinia iscritto a Fratelli d’Italia, dott. Alberto Riglietti, ha presentato una mozione per una condanna da parte del consiglio comunale di Tarquinia, “di tutti i totalitarismi, dal nazismo al comunismo, al fascismo”. Riteniamo condivisibile la proposta, ma pensiamo sia DOVEROSO che ogni invito ad una SINCERA condanna di tutti i regimi totalitari che hanno commesso crimini enormi nel novecento, sia accompagnata da alcune precisazioni e si basi realmente su “la documentazione del tragico passato”, come scrive il consigliere comunale Riglietti nella sua proposta. Una “documentazione” che parta dalle basi ideologiche di quei regimi, ne studi tutti i crimini, sia nei confronti dei propri cittadini che verso altri popoli, valuti le scelte politiche e militari che essi operarono, alcuni da aggressori ed altri da aggrediti; è moralmente inaccettabile, infatti, mettere sullo stesso piano chi lanciò l’operazione Barbarossa e chi patì quaranta milioni di morti per riacquistare la propria libertà, mettere sullo stesso piano chi costruì i reticolati di Auschwitz e chi,
nell’aprile del ’45, ne abbatté i cancelli.
In Italia abbiamo sofferto per più di un ventennio per i crimini del fascismo: a partire da quelli delle squadracce nei primi anni venti; e poi la persecuzione, la carcerazione e l’assassinio degli avversari politici quando il fascismo divenne partito costituzionale e poi governo ed infine dittatura; la privazione delle libertà politiche e sindacali; l’aggressione, con annessi vergognosi crimini di guerra, a nazioni indipendenti (Spagna, Abissinia); le leggi razziali; l’entrata in guerra e l’ulteriore aggressione a nazioni indipendenti (Jugoslavia, Albania, Grecia, oltre alla “pugnalata alle spalle” alla Francia); la persecuzione degli ebrei ed il loro invio senza ritorno verso i campi di sterminio in Germania; le atrocità, in accordo con l’alleato nazista, contro partigiani e contro popolazioni inermi (Marzabotto, sant’Anna di Stazzema…). Chiudendo questa pagine vergognose con il tentativo di fuga verso la Germania, protetti dalle truppe naziste e travestiti da soldati tedeschi.
Il partito comunista, allora, stava dalla parte delle nazioni libere ed i suoi militanti italiani combatterono e morirono da partigiani, assieme a cattolici, liberali, socialisti, monarchici… La nostra Repubblica, nata dalla Liberazione, vide la partecipazione nella Costituente anche dei comunisti e tra i firmatari della nuova Costituzione Italiana figura il nome del comunista Terracini, ma di nessun fascista o nostalgico del fascismo. Anche perché nella nostra Costituzione c’è una esplicita condanna del fascismo e la proibizione di una sua ricostituzione, sotto qualsiasi forma.
Sicuramente i regimi comunisti, fuori dai confini italiani, furono artefici di crimini e massacri, ma molto diversi furono gli ideali e i valori che mossero i militanti comunisti e quelli nazi-fascisti.
Il comunismo, che prende spunto dai lavori di Engels e Marx, immagina una società diversa, che sia più giusta e dove non ci sia lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, dove sia realizzata una maggiore giustizia ed equità sociale, dove sia salvaguardata la dignità di ogni essere umano, dove siano tutelati sia il lavoro che i lavoratori.
Milioni di comunisti, in tutti i paesi del mondo, hanno lottato e sono morti per affermare e difendere questi ideali; anche se poi, spesso, vennero traditi da quei regimi che essi contribuirono a realizzare.
Quali sono i valori che muovevano, invece, un nazista o un fascista? Basta leggere il Mein Kampf per scoprirlo, basta leggere gli scritti e riascoltare i discorsi di Mussolini per constatarlo: troviamo “ideali” di dominio e di sopraffazione: in quanto “razza superiore” viene loro consentita l’emarginazione, la sottomissione ed anche l’eliminazione di razze, etnie ed anche di individui “inferiori”; è per loro lecito lanciare guerre di aggressione per la sottomissione di popoli pure essi inferiori che servano per assicurare, da schiavi, il loro benessere; possono ritenere lecita la negazione del dissenso, da ottenersi con qualsiasi modalità, anche violenta e criminale, come non ebbe timore di ammettere Goering durante il processo di Norimberga.
Un comunista, quando lottava, lo faceva per un mondo che lui immaginava migliore e più giusto, un nazista ed un fascista, quando lottavano, lo facevano per un mondo di cui loro fossero padroni, dall’alto della loro razza e della loro forza, anche con l’eliminazione di chi si opponeva, dentro o fuori i propri confini”.