Si è svolta la liturgia del Giovedì Santo alla chiesa abbaziale di San Martino al Cimino

di MARIA ANTONIETTA GERMANO –

SAN MARTINO AL CIMINO (Viterbo) – Don Fabrizio Pacelli, parroco della Comunità Pastorale San Martino al Cimino-Tobia, ieri, 17 aprile, ha celebrato il Giovedì Santo e la Messa in Cena Domini con la quale ha ricordato, durante la liturgia, il gesto della lavanda dei piedi fatta da Gesù ai suoi discepoli ai quali indicava “non sono venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.
Dopo l’omelia, don Fabrizio ha evocato il simbolo dell’amore di Dio, si è inginocchiato davanti a dodici bambini, come i dodici apostoli, seduti nel primo banco della chiesa e ad ognuno ha lavato ed asciugato i piccoli piedi mentre le mamme e i nonni li osservavano con qualche lacrima agli occhi per la commozione.
Venerdì 18 aprile, nel giorno del Venerdì Santo, alle ore 21 si svolgerà tra le vie nel paese la solenne Processione del Cristo Morto, straordinaria rievocazione storica in collaborazione con la Parrocchia di S.Martino Vescovo e la Confraternita del SS Sacramento e S.Rosario.

 

 




La lavanda dei piedi, un simbolo dell’amore di Dio (VIDEO)

di MARIELLA ZADRO-

VITERBO- ll Giovedì Santo, oggi 17 aprile 2025, precede la Domenica di Pasqua e segna l’inizio del Triduo Pasquale. “Fratelli e sorelli carissimi, ha introdotto il vescovo Orazio Francesco Piazza, iniziamo la solenne liturgia del Triduo Pasquale con la celebrazione della Cena del Signore. Le parole ed i gesti sacramentali di questo giorno, ci fanno rivivere l’ultima Cena; Mistero dell’umiltà di Cristo e del suo amore per noi nella lavanda dei piedi”.
Il rito della lavanda dei piedi, nel tardo pomeriggio presso la Cattedrale di San Lorenzo, ha visto la partecipazione del personale sanitario nelle sue varie componenti, dodici laici tra medici, infermieri, radiologi, fisioterapisti ed oss.
Un’azione che ha visto il vescovo compiere il “mandato” richiesto da Cristo per essere al servizio dei fratelli.
Si sono alternati alle letture i dott. Stefano De Spirito, Leonardo Bocchino, la fisioterapista Giuseppina Menghini componente di RiMarmonica Adorazione ospedale S. Rosa e don Dante Daylusan Villanueva cappellano della struttura sanitaria.
Presenti alla cerimonia, il comandante infermieri presidiaria di Viterbo, direttore Ten.Col.Salvatore Francesco Scandale e il capitano Alessandro Apicella, le dame ed i cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il maggiore dei Carabinieri Felice Bucalo , la presidente Croce Rossa Italiana Cristina Bugiotti e il presidente dell’Ordine dei Medici dott. Antonio Maria Lanzetti.
“Tutte le celebrazioni che stiamo vivendo, ha sottolineato il vescovo nell’omelia, in particolar modo questa sera, la comunità si costituisce come Chiesa. È bene percepirne l’emozione profonda della stessa nostra vita. Questa sera vorrei esplicitare alcune caratteristiche di questa emozione. Il vostro lavoro è un impegno da prendere non come sovraccarico, ma come fondamento della vita stessa; il bene che abbiamo ricevuto, lo dobbiamo ridonare. Sia benedetto il vostro cammino, con la qualità del vostro cuore, come atto di generosità “.
Al termine della celebrazione, il vescovo indossando il velo omerale, ha preso la pisside, e ricoperta con il velo, in processione ha accompagnato il Santissimo Sacramento nella cappella ornata per la reposizione.




La Tradizione dei Sepolcri nel Giovedì Santo

di WANDA CHERUBINI-

VITERBO- Nel Giovedì Santo, giornata che ricorda l’Ultima Cena di Gesù con i suoi discepoli, è tradizione per i fedeli visitare i cosiddetti “sepolcri”. Contrariamente a quanto il termine possa suggerire, i sepolcri non rappresentano la tomba di Cristo, bensì l’altare della reposizione: il luogo dove viene custodita l’Eucaristia al termine della messa vespertina di questo giorno solenne.

Questa usanza si inserisce nel contesto delle ore che precedono gli eventi drammatici della Passione: il tradimento di Giuda, l’arresto, il processo, la flagellazione e la crocifissione di Gesù. La visita ai sepolcri diventa un momento di raccoglimento e preghiera, ma anche un gesto comunitario ricco di simbolismo.

Gli altari vengono addobbati con elementi significativi: pane, vino, fiori, piante e piccoli piatti con germogli di legumi coltivati in casa, al buio, su un letto di cotone. Questi germogli, la cui crescita accompagna la Settimana Santa, rappresentano il ciclo della vita e la speranza della rinascita, offrendo un’immagine forte e viva della spiritualità che anima questi giorni.




Dal Santuario della Quercia un giovedì Santo di fede, raccoglimento e preghiera (VIDEO)

di ANNA MARIA STEFANINI-

VITERBO- Il Giovedì Santo è un giorno estremamente significativo nel calendario liturgico cristiano, che cade nell’ultima settimana della Quaresima e precede la Domenica di Pasqua. Questo giorno commemora l’Ultima Cena di Gesù Cristo con i suoi discepoli, durante la quale ha istituito l’Eucaristia e ha lavato i piedi dei suoi apostoli come atto di umiltà e servizio.

Una delle pratiche distintive del Giovedì Santo è la celebrazione della messa in Coena Domini, durante la quale viene rievocato l’evento dell’Ultima Cena e l’istituzione dell’Eucaristia. I fedeli partecipano alla comunione ricevendo il corpo e il sangue di Cristo sotto le specie del pane e del vino, in memoria del sacrificio di Gesù sulla croce. Al santuario di Santa Maria della Quercia don Massimiliano Balsi ha celebrato i riti, in una chiesa colma di fedeli, ripetendo anche la tradizione del lavaggio dei piedi, che simboleggia l’umiltà e il servizio, ricreando il gesto di Gesù verso i suoi discepoli.

Una breve processione all’interno della basilica ha preceduto la “Visita al Sepolcro”, per adorare il Santissimo Sacramento esposto sull’altare. Presenti, fra gli altri, alla funzione religiosa, il vicario del Prefetto Andrea Caputo, Fabio Belli, Andrea De Simone.

Il Giovedì Santo è un giorno di devozione per i cristiani di tutto il mondo, di profonda riflessione sul significato sull’amore, sull’umiltà e sul servizio incarnati da Gesù durante la sua vita terrena. È un momento per commemorare la passione, la morte e la risurrezione di Cristo, e per rinnovare il proprio impegno a seguire i suoi insegnamenti di amore e compassione verso gli altri.

  




Giovedì Santo il rito della lavanda dei piedi in ricordo dell’ultima cena (VIDEO)

di MARIELLA ZADRO-

VITERBO- Oggi giovedì 28 marzo con la messa in Coena Domini si ricorda l’Ultima Cena, in particolare si rinnova con il rito della lavanda dei piedi, il gesto che rappresenta la disponibilità di mettersi al servizio degli altri.

 “Fratelli e sorelle carissimi, ha detto il vescovo Orazio Francesco Piazza, iniziamo la solenne liturgia del Triduo Pasquale con la celebrazione della Cena del Signore. Le parole ed i gesti sacramentali di questo giorno ci fanno rivivere l’ultima cena.  È un gesto d’amore quello che andremo a compiere durante la cerimonia e va compreso nella parola del Signore: Vi ho dato un esempio, infatti perché anche voi facciate, come io ho fatto a voi”.

A seguire la lavanda dei piedi a tre famiglie di cresimandi e alcuni religiosi e seminaristi, compiendo il “mandato” richiesto da Cristo per essere al servizio dei fratelli.

Presenti alla cerimonia suor Francesca e suor Elpidia, il comandante dei Carabinieri Felice Bucalo e una delegazione di Cavalieri e Dame dell’Ordine di Malta.

Al termine della Santa Messa, il vescovo dinanzi all’altare ha incensato per tre volte il Santissimo Sacramento, quindi indossato il velo omerale e ricoprendo la pisside con un velo, si è formata una processione con le autorità e i fedeli presenti che attraversando la cattedrale è arrivata nella cappella della reposizione, adornata per il Santo Sepolcro.

 

 




A San Martino al Cimino la liturgia del Giovedì Santo. Domani la Via Crucis

di MARIA ANTONIETTA GERMANO –

SAN MARTINO AL CIMINO (Viterbo) – La Parrocchia di San Martino Vescovo ha celebrato il Giovedì Santo, giorno in cui si conclude il tempo di Quaresima e dà inizio al Triduo pasquale.

Nel tardo pomeriggio di oggi, 28 marzo, il parroco don Fabrizio Pacelli con la messa ‘in Coena Domini’ (“nella Cena del Signore”) ha ricordato ai fedeli il rito della lavanda dei piedi, gesto compiuto da Gesù ai suoi discepoli per indicare il dovere di mettersi al servizio degli altri.

Il sacerdote don Fabrizio si è inginocchiato davanti ai gradini dell’altare dove erano schierati dodici piccoli bambini scelti nella comunità e con l’aiuto di un catino ha lavato e poi ha asciugato i loro piedini donando ai fedeli presenti un momento di commozione, una toccante cerimonia che ha voluto simboleggiare gli apostoli ai quali Gesù lavò i piedi nell’Ultima Cena.

Domani 29 marzo nel giorno del Venerdì Santo, alle ore 21 si svolgerà nel borgo la solenne Processione del Cristo Morto, straordinaria rievocazione storica curata dalla Compagnia Teatrale Danilo Morucci in collaborazione con la Parrocchia di S.Martino Vescovo e la Confraternita del SS Sacramento e S.Rosario.




Giovedì Santo e la visita dei “sepolcri”

di WANDA CHERUBINI-

VITERBO – Questa sera, giovedì Santo, per tradizione si visitano i cosiddetti sepolcri. Ma cosa sono? I sepolcri non  indicano la deposizione del Cristo morto, ma l’altare della reposizione, cioè del tabernacolo in cui viene riposta e conservata l’Eucaristia al termine della messa vespertina del Giovedì santo.

E’ questo il giorno dell’Ultima cena. So­no le ore che precedono il tradimento di Giuda, l’arre­sto, il processo, la flagellazione, la crocifissione. In queste ore è tradizione andare a visitare la sera i sepolcri. L’altare dedicato al Sepolcro diventa il luogo della pre­ghiera e dei doni: si tratta di simboli della comunità quali il pane, il vino, fiori e piante ed anche di piattini con germogli di legumi fatti cre­scere in casa, in un luogo buio, dentro un piatto con il fondo coperto di cotone, la cui maturazione coincide con il periodo della Settimana Santa.

 




Coronavirus, Giovedì Santo, le parole di don Massimiliano Balsi

VITERBO – “Oggi non potremo vivere insieme la Messa nella Cena del Signore, non potremo emozionarci di fronte al gesto di Dio che si china ai nostri piedi per offrirci la sua misericordia, oggi non potremo pregare e contemplare Gesù nei nostri altari della reposizione… ma lui è presente in quella Eucaristia che è comunione nonostante la nostra assenza, nel gesto della lavanda dei piedi che potremo vivere nelle nostre case nell’accoglienza di chi abbiamo accanto attraverso gesti concreti di amore, nelle nostre chiese che oggi dalle nostre case potremo contemplare come grandi tabernacoli in cui lui abita tra le nostre case… ricordandoci che il primo luogo in cui lui desidera abitare è il nostro cuore… in questo tempo di tante assenze riscopriamo e torniamo a vivere quell’unica presenza che conta è che ci insegna ad essere presenti con quell’amore che ci rende come lui sono di salvezza per gli altri. “Nessuno ha un amore più grande di questo, dare la vita per coloro che si amano…”
Buon giovedì santo a tutti”.
Don Massimiliano, parroco della Basilica della Quercia