Giubileo, Nanni: “Grazie a Salvamamme, esempio di solidarietà concreta”

ROMA – Questa mattina in Sala Laudato Sì in Campidoglio ho partecipato alla presentazione del progetto “Un Sacco di Cortesia”, un’iniziativa di volontariato promossa dall’Associazione Salvamamme di Roma in occasione del Giubileo.
Così in una nota Dario Nanni, consigliere comunale e Presidente della Commissione Giubileo.
L’associazione fornirà un aiuto concreto a quei pellegrini in difficoltà economiche che per diverse ragioni si possano ritrovare con indumenti insufficienti per la durata del loro soggiorno. Un progetto di solidarietà importante che rappresenta a pieno lo spirito dell’accoglienza giubilare e la profonda umanità della nostra città.
L’attività che tante associazioni come Salvamamme svolgono quotidianamente per aiutare migliaia di persone è fondamentale ed è un esempio straordinario da ricordare e valorizzare.
Ringrazio Maria Grazia Passeri, Presidente di Salvamamme, e tutti i volontari e le volontarie dell’associazione – conclude Nanni – per l’impegno e il grande spirito di solidarietà con cui da anni portano avanti queste iniziative offrendo un sostegno concreto alle persone più bisognose.




“2025 Segni di Pace in Cammino”, un Giubileo di Arte, Comunità e Rinascita

RIPALTA CREMASCA (CR) – In occasione del Giubileo del 2025, prende vita il progetto “2025 Segni di Pace in Cammino”, un’iniziativa coraggiosa e visionaria che punta a trasformare la Pace in un’esperienza condivisa, vissuta e camminata, un passo alla volta.

Un’iniziativa corale che mette in rete territori, culture e persone, uniti dal desiderio di costruire insieme una vera Cultura di Pace globale.

L’idea, nata nel 2000 da Geremia Renzi e già insignita della Medaglia d’Argento della Casa Pontificia – Città del Vaticano e Medaglia d’Argento della Presidenza della Repubblica, torna oggi più viva che mai, con un percorso che coinvolge scuole, artisti internazionali, centri di recupero, turisti, pellegrini e comunità locali.

A dare il via al cammino sarà la prima tappa a Ripalta Cremasca, in Piazza Dante, con il Patrocinio del Comune, in una giornata simbolica come quella della Festa di Primavera, che segna l’inizio di un viaggio fatto di incontri, ascolto e bellezza condivisa.

Il progetto, in coordinamento con Marisa Bellini e Giovanna Barra, Ambasciatrici di Pace di A.P.A.I., in collaborazione con: Casa di Sandro, Cooperativa Sentiero GIL, Amici di Inchiostro e UNICREMA – realtà impegnate sul territorio nella promozione sociale e culturale.

“Segni di Pace” vuole essere molto più di un ciclo di eventi: è un’esperienza viva, aperta, inclusiva, che attraversa le città e i cuori per portare unità, memoria e futuro.

Non è solo un titolo evocativo, è una chiamata collettiva all’azione, una trama di eventi, performance e installazioni artistiche che intessono i fili di una vera Cultura di Pace globale. Coinvolgendo artisti internazionali, scuole di ogni ordine e grado, centri di recupero e riabilitazione, pellegrini, turisti e comunità locali, l’iniziativa si fa crocevia di esperienze, identità e speranze.

Tra gli obiettivi principali:

Promuovere la coesione sociale e la rigenerazione urbana attraverso l’arte partecipata.
Offrire spazi di espressione e ascolto a realtà spesso ai margini.
Riaccendere il senso di appartenenza e identità delle comunità locali.
Portare un messaggio concreto di unità e riconciliazione in un mondo che ne ha quanto mai bisogno.
Nel corso dell’anno giubilare, le città coinvolte, in Italia ed Europa, ospiteranno un fitto calendario di iniziative, tra cui:

Installazioni simboliche lungo i cammini del pellegrinaggio.
Performance collettive in piazze, scuole e luoghi di culto.
Laboratori creativi e momenti di riflessione aperti a tutti.
“2025 Segni di Pace in Cammino” è un invito a camminare insieme, non solo sui sentieri del mondo, ma su quelli della coscienza, dell’empatia e della trasformazione collettiva. E’ un progetto che cammina davvero: tra le persone, tra le culture, tra i cuori. Perché la pace, per esistere, ha bisogno di essere vissuta, non solo proclamata.

Call to action: unisciti a noi in questo viaggio di pace, lascia il tuo segno e sostieni il progetto per un mondo migliore https://sostieni.link/37130.

Per partecipare come Ambasciatore di Pace o con la propria tessera scrivere a: info@apaiarte.it




GIUBILEO 2025: Eugenio Tibaldi è l’artista invitato dal curatore Marcello Smarrelli a realizzare un’opera d’arte

ROMA- In occasione del GIUBILEO 2025, la Fondazione Severino e la Fondazione Pastificio Cerere, che negli ultimi anni hanno collaborato a varie iniziative per portare l’arte contemporanea nelle carceri, presentano un progetto site-specific e permanente per la Casa Circondariale Femminile di Rebibbia “Germana Stefanini”, il più grande carcere femminile d’Europa.

Il progetto viene realizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo, il patrocinio del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede e del Ministero della Giustizia.

Marcello Smarrelli ha invitato Eugenio Tibaldi a immaginare il percorso che porterà alla realizzazione dell’opera d’arte, motivando la scelta dell’artista con queste parole: “Attratto dalle dinamiche e dalle estetiche che germogliano nelle aree di confine, come testimoniano i tanti progetti realizzati in diverse parti del mondo, Eugenio Tibaldi si cala con impegno e sensibilità nei contesti a lui affidati, progettando opere capaci di interpretare profondamente la realtà, immaginando alternative future partendo da ciò che la società considera come difetti o anomalie. Per queste caratteristiche, la sua ricerca è sembrata congeniale alla realizzazione di un’opera d’arte in grado di cambiare, fosse anche per un solo istante, la prospettiva e lo sguardo delle detenute di Rebibbia”.

Un processo complesso che necessita di un lungo periodo di preparazione, iniziato già a settembre 2024 con le prime visite dell’artista nel carcere, l’attivazione degli incontri preparatori con gli operatori e la costruzione concettuale del progetto, che sta proseguendo in questi mesi con i laboratori dedicati alle detenute, finalizzati alla condivisione di esperienze in cui il linguaggio universale del disegno diventa uno strumento prezioso nella rappresentazione grafica delle emozioni, in grado di annullare le distanze di linguaggio e sociali, uno strumento funzionale all’espressione dei propri sentimenti.

Dai desideri e dai bisogni delle persone che vivono nel carcere, Tibaldi trarrà ispirazione per la creazione di un’opera d’arte site-specific e permanente che diventerà patrimonio dell’ente carcerario, costituendo il punto di arrivo di questo lungo e articolato percorso.

Come sottolinea Paola Severino, Presidente Fondazione Severino: “L’arte genera trasformazione e attraverso questo progetto le donne detenute di Rebibbia avranno l’opportunità di prendere parte alla realizzazione di un’opera d’arte che rafforzerà la loro autostima, stimolandone la creatività e aiutandole a far emergere un loro talento inespresso. Vogliamo che l’opera immaginata da Eugenio Tibaldi con la Fondazione Severino, la Fondazione Pastificio Cerere e Intesa Sanpaolo, evochi una speranza di rinascita, contribuisca al riscatto e alla libertà interiore, tutti elementi che dovrebbero accompagnare il percorso che fa in carcere ogni individuo sottoposto a detenzione e che si sposano indissolubilmente con i valori che caratterizzano il Giubileo del 2025”

L’inaugurazione dell’opera è programma per dicembre 2025 nell’ambito del Giubileo dei Detenuti.

Eugenio Tibaldi, note biografiche

Nato ad Alba 1977, vive e lavora a Torino, è attratto dai confini sia geografici che sociologici. Una parte consistente della sua ricerca è dedicata a progetti incentrati su territori liminari e persone che vivono ai margini della società. Agendo in questo spazio incerto e sdrucciolevole, Tibaldi attiva una dinamica processuale che, applicata alla ricerca artistica, permette l’emersione di estetiche alternative. La sua capacità di lettura dei contesti sociali e la sensibilità con cui condivide il lavoro artistico con le comunità di riferimento, permettono alle sue opere di generare un nuovo senso di identità e coesione all’interno dei contesti in cui agisce.

Marcello Smarrelli, note biografiche

Storico dell’arte e curatore, direttore artistico della Fondazione Pastificio Cerere e di altre importanti istituzioni, nella sua lunga carriera si è dedicato allo studio dei rapporti tra estetica e pedagogia, perfezionando nel tempo una pratica curatoriale dove, parallelamente alla realizzazione di mostre e progetti d’arte pubblica e partecipata, l’arte contemporanea diventa strumento metodologico di indagine e formazione.

Fondazione Severino, presentazione

La Fondazione Severino offre supporto in varie forme a soggetti svantaggiati e in particolare a persone detenute. Organizza per le persone ristrette percorsi di formazione e professionalizzazione; laboratori e attività in ambito artistico, culturale e sportivo; ha attivato alcuni sportelli di counseling e avviato con Komen una campagna di screening senologici destinati a raggiungere tutti gli istituti di detenzione e le sezioni femminili presenti sul territorio italiano; con Luiss fa attività di ricerca, divulgazione e didattica in materia di giustizia penale, lavoro carcerario, giustizia minorile, abbattimento del tasso della recidiva e promozione di modelli di cooperazione pubblico-privato; coinvolge in tutte queste attività studenti universitari e giovani volontari; svolge infine un’attività di sensibilizzazione delle aziende sui vantaggi derivanti dall’inclusione di forza lavoro proveniente dal carcere, che genera l’abbattimento della recidiva e la conseguente deflazione degli istituti di detenzione. La fondazione rivolge una particolare attenzione al mondo della detenzione al femminile, poiché molte donne che commettono reati sono a loro volta vittime di violenza e provengono da contesti estremamente difficili, rappresentando dunque una categoria più fragile e quindi più bisognosa di essere accompagnata nel delicato percorso di risocializzazione, che dovrebbe caratterizzare la fase dell’esecuzione della pena. www.fondazioneseverino.org

Fondazione Pastificio Cerere, presentazione

La Fondazione Pastificio Cerere, istituita nel 2004 da Flavio Misciattelli, è un ente no profit, un’officina del contemporaneo, che promuove la libertà di espressione e la sperimentazione di linguaggi artistici con un forte impatto nazionale ed internazionale contribuendo a dare una visione più contemporanea di Roma. Dal 2011 Marcello Smarrelli ne è il direttore artistico.

Dal 2015 è parte del Comitato Fondazioni Arte Contemporanea, nato a seguito di un invito del Ministero della Cultura. Dal 2023 è ente di accoglienza del Servizio Civile Universale. Attraverso una ricca proposta di incontri, mostre e laboratori, favorisce l’interazione dei linguaggi artistici contemporanei e la sperimentazione di nuove modalità d’intervento e partecipazione, per stimolare anche un dialogo aperto con la città e coinvolgere un pubblico eterogeneo. www.pastificiocerere.it

Il progetto è promosso e organizzato dalle Fondazione Severino e Fondazione Pastificio Cerere in collaborazione con Intesa Sanpaolo e realizzato in partenariato con Casa Circondariale Femminile di Rebibbia “Germana Stefanini”.

Ha ottenuto il patrocinio del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede e del Ministero della Giustizia.

Viene realizzato con la collaborazione di ARTELIA Italia S.p.A. che si occuperà delle attività di Project Management, progetto impianti elettrici e supervisione dell’esecuzione dei lavori.

CARIOCA fornirà, invece, tutti i materiali (dalla carta alle matite, dai colori ai pennarelli) per la realizzazione dei laboratori.




Airbnb, accordo con Giubileo 2025 per distribuire i flussi

Città del Vaticano, 20 marzo 2025. Airbnb e il Dicastero per l’Evangelizzazione, Sezione per le Questioni Fondamentali dell’Evangelizzazione nel Mondo, hanno annunciato oggi una collaborazione per supportare l’afflusso di pellegrini in occasione del Giubileo 2025.

L’iniziativa mira a migliorare l’esperienza del pellegrinaggio, promuovendo al contempo soggiorni sostenibili nell’intera Roma Capitale. Previsto dal 24 dicembre 2024 al 6 gennaio 2026, l’Anno Santo attirerà circa 30-35 milioni di pellegrini1, offrendo un’opportunità per le comunità locali che normalmente non beneficiano dei flussi turistici di offrire un’ospitalità autentica e condividere pratiche di viaggio responsabili.

Per mitigare la pressione sulle infrastrutture di Roma e favorire un flusso più distribuito, Airbnb ha lanciato delle pagine web multilingue, che oltre a presentare un’ampia gamma di opzioni di alloggio nell’intera città, darà risalto al ricco patrimonio culturale e spirituale oltre il centro città. La piattaforma promuoverà soggiorni autentici e di alta qualità in aree decentrate, offrendo ai pellegrini e ai viaggiatori l’opportunità di scoprire alcuni luoghi nascosti di Roma, pur restando connessi allo spirito del Giubileo. Verranno evidenziati itinerari religiosi e storici, i Cammini giubilari dentro Roma proposti dal Giubileo, affinché i visitatori possano apprezzare i tesori spirituali e culturali che vanno oltre San Pietro e la Città del Vaticano.

Una guida digitale al turismo responsabile fornirà consigli per un comportamento rispettoso durante il soggiorno, mentre una campagna email raggiungerà tutti i viaggiatori diretti a Roma durante l’anno, invitandoli a considerare destinazioni alternative oltre il centro storico. Mettendo in luce itinerari di pellegrinaggio unici, tradizioni locali e santuari meno noti, queste iniziative aiuteranno a distribuire i benefici economici su un’area più ampia, promuovendo un’esperienza di viaggio in linea con i valori del Giubileo: fede, cultura e sostenibilità. Anche gli host della provincia saranno supportati con strumenti e linee guida per migliorare l’esperienza degli ospiti, garantendo soggiorni che riflettano il calore e l’autenticità dell’ospitalità italiana.

Sua Eccellenza Mons. Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, ha commentato: “Siamo grati ad Airbnb per aver colto questa opportunità di mettersi a servizio della comunità. Sono sicuro che il loro impegno sarà gradito a tutta quella parte di popolazione che non vive nel Centro storico ma che è egualmente partecipe delle celebrazioni del Giubileo.”

Valentina Reino, Responsabile relazioni istituzionali di Airbnb Italia, ha dichiarato: “Siamo profondamente onorati di collaborare con il Dicastero per facilitare un Giubileo memorabile e sostenibile per i pellegrini ma anche per le comunità che li ospiteranno. Questo accordo sottolinea il nostro impegno per un’ospitalità e un turismo responsabili, assicurando che il viaggio spirituale di milioni di persone contribuisca positivamente anche al benessere del territorio che li ospiterà”.

Dal Giubileo 2025 ai Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026, Airbnb è impegnata a collaborare con i promotori dei grandi eventi ponendo l’attenzione su sicurezza, legalità e le ricadute sui territori ospitanti:

Da gennaio 2025, Airbnb ha disattivato tutti gli annunci privi di codice identificativo nazionale (CIN), eccetto quelli per cui l’host ha dichiarato che è in corso l’iter per il rilascio e di quelli che l’host ha indicato disponibili per l’affitto a lungo termine a uso non turistico.

Airbnb supporta inoltre le città e le istituzioni nel contrasto all’uso illecito delle cassette per chiavi installate in spazi pubblici (es. strade, recinzioni, parchi, panchine). Oltre alle disposizioni vigenti, tutti gli ospiti che prenotano case e gli stessi host devono superare un processo di verifica dell’identità, che include la convalida di informazioni personali come nome legale, indirizzo e recapiti.

Dal 2023, Airbnb adotta un approccio più mirato e sistemico per valutare gli annunci in base a requisiti di qualità. Da allora, la piattaforma ha rimosso oltre 400.000 annunci nel mondo che non rispettavano gli standard di qualità.2 Inoltre, ha ridotto significativamente le cancellazioni da parte degli host, un problema critico per i viaggiatori, portando a un calo delle cancellazioni in Italia di quasi il 47% su base annua.3




Giubileo, Nanni – Stampete: “Ponte dell’Industria, straordinaria opera di ingegneria”

ROMA – Questa mattina, durante la Commissione congiunta Giubileo-Lavori Pubblici, abbiamo fatto il punto sul Ponte dell’Industria, chiarendo con l’assessora Ornella Segnalini ed Anas S.p.A. gli aspetti tecnici che hanno determinato lo slittamento dell’inaugurazione di qualche settimana.
Così, in una nota congiunta, i consiglieri Dario Nanni, Presidente della Commissione Speciale Giubileo, e Antonio Stampete, Presidente della Commissione LL.PP..
In occasione della riconsegna alla città di un’infrastruttura di straordinario valore architettonico e ingegneristico, è opportuno ricordare la complessità tecnica dell’intervento realizzato su un’opera risalente al XIX secolo per la quale si è dovuto fare i conti con il benestare finale della Soprintendenza Speciale.
Innanzitutto, sulla base delle prescrizioni della Soprintendenza, le arcate originali del ponte sono state smontate, posizionate per poi essere ricollocate sul nuovo ponte, parliamo di elementi di ferro che pesano tonnellate. In corso d’opera, inoltre, si è reso via via necessario un affinamento del progetto originario e un adeguamento sostanziale della parte strutturale. Sono stati, ad esempio, mantenuti i fusti in alveo del Tevere e, per il loro consolidamento e adeguamento alla normativa vigente, si è intervenuti a circa 60 mt di profondità.
E’ importante ricordare che la realizzazione ex novo del ponte sarebbe stata certamente più agevole e avrebbe comportato tempi più brevi. In questo caso, invece, la complessità dell’intervento è stata amplificata dal fatto di agire in un contesto fortemente urbanizzato e antropizzato, caratterizzato, quindi, dalla presenza di numerosissimi sottoservizi. Nonostante ciò, le soluzioni tecniche messe in atto hanno consentito di raggiungere l’obiettivo evitando attività ben più impattanti sul Tevere.
Nel suo assetto originario- proseguono i due consiglieri – il ponte sarebbe stato fruibile al massimo fino al 2026. L’incendio che ha distrutto il ponte nell’ottobre del 2021 ha creato grandissimi disagi per i romani ma la scelta del Sindaco Gualtieri di inserirlo tra le opere giubilari è riuscita a trasformarlo in una importante opportunità per rendere la struttura più funzionale alle esigenze di mobilità dell’intero quadrante. La portata del ponte è stata ampliata a 26 tonnellate in modo da consentire il transito da parte dei mezzi del trasporto pubblico locale e collegare, finalmente, il versante Ostiense con Marconi. L’infrastruttura si collegherà, inoltre, all’intervento di riqualificazione della stazione Trastevere, dove si sta realizzando un nuovo ingresso, un nuovo parcheggio e una complessiva riqualificazione dell’intera area circostante.
Il nuovo Ponte, inoltre, è coerente con gli obiettivi di mobilità sostenibile grazie, non solo, alle due linee bus che lo percorreranno quotidianamente, ma anche all’ampliamento della sua sezione: al posto del passaggio pedonale stretto e insicuro precedentemente esistente, nel quale si erano verificati diversi incidenti, sono state realizzate due passerelle laterali ciclopedonali che consentiranno, finalmente, un attraversamento agevole e in sicurezza da parte di pedoni e ciclisti.
Ci teniamo a ricordare – concludono Nanni e Stampete – che questi interventi si stanno realizzando grazie al lavoro di grandi società come Anas ma anche all’incessante lavoro di migliaia di lavoratrici e lavoratori che quotidianamente operano in centinaia di cantieri e negli uffici per rendere più moderna e sostenibile la nostra città.




Evento di Inaugurazione della Mostra “Chi è l’Uomo della Sindone”

ROMA – Il 10 marzo alle ore 18 si terrà l’inaugurazione della mostra ‘Chi è l’Uomo della Sacra Sindone?” (con la fedele riproduzione dell’originale Sacra Sindone conservata a Torino) ideata dal Centro di Ricerca Othonia e promossa dall’Ateneo, ospitata presso la Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini, Chiesa Giubilare a Roma.
Il Rettore dell’Ateneo José Enrique Oyarzún, L.C: “La presenza della Sacra Sindone nella Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini durante il Giubileo è un’occasione unica per riflettere sul mistero della fede e sulla profondità del sacrificio di Cristo. Il periodo scelto offre l’opportunità di contemplare e riflettere sul mistero della Pasqua ed è uno strumento privilegiato per la Nuova Evangelizzazione. Invitiamo tutti a partecipare a questo straordinario evento per condividere un momento di profonda spiritualità e comunione”.
L’Evento Inaugurale, accompagnato da musica sacra in sottofondo, prevederà a partire dalle ore 18.00 una Conferenza di Apertura con i Saluti Istituzionali del nostro Rettore Magnifico P. José
Enrique Oyarzún, L.C. seguita da un dialogo tra la Prof.ssa Emanuela Marinelli, docente ospite
dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose APRA, riconosciuta a livello internazionale come
esperta della Sacra Sindone, e il Prof. P. Rafael Pascual, L.C., Direttore del Gruppo di Ricerca
Othonia e Professore della Facoltà di Filosofia dell’APRA.
Al termine i saluti e la benedizione da parte di S.E. Rev. Card. Baldasare Reina, S.S. Vicario
Generale per la Diocesi di Roma.
“Sono veramente felice ed entusiasta di annunciare questa nuova iniziativa dedicata alla Sacra
Sindone, nell’Anno Giubilare e in particolare nel periodo quaresimale e pasquale, che quanto mai
opportuna. La Sacra Sindone rappresenta una delle reliquie più affascinanti e suggestive della
storia del cristianesimo ed è fonte di domande, studi e ricerche che hanno provocato molti studiosi
nel corso dei secoli, proprio come me… Sarà quindi un’occasione straordinaria per scoprire i
misteri di questo straordinario oggetto e per intraprendere un cammino di alto valore culturale e
spirituale anche e soprattutto con l’inizio della Quaresima fino al culmine della Pasqua, che non lascia indifferente chi la percorre con mente e cuore aperti e desideroso di lasciarsi interrogare da
questa eloquente ‘testimonianza silenziosa’.” – P. Rafael Pascual LC.
“Collocare questa mostra all’interno del percorso giubilare significa prendere coscienza del prezzo
che il Signore, per carità, ha pagato. E ringraziamo di cuore l’Ateneo Pontificio Regina
Apostolorum per essere venuto ad offrirci, qui in Basilica, questa occasione per sensibilizzare tutti i
pellegrini su questo grande evento unico e definitivo per la salvezza e la storia dell’umanità, che è
appunto il sacrificio di Cristo” – Don Massimo Talamona – Viceparroco Basilica San Giovanni
Battista dei Fiorentini.

Programma dell’evento
– 18:00: Saluti istituzionali del Magnifico Rettore P José Enrique Oyarzún, L.C.
– 18:10-19:00: Conferenza “La Sacra Sindone, tra scienza e fede” a cura della Prof.ssa
Emanuela Marinelli, docente ospite presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose APRA, esperta
sindonologa, e di P. Rafael Pascual LC, Direttore del Centro di Ricerca Othonia e Docente presso la
Facoltà di Filosofia APRA
– 19:00: Benedizione della Mostra da parte di S.E.R. il Cardinale Baldassare Reina
– 19:15: Apertura ufficiale e visita della mostra




Giubileo, a Itri la prima tappa del progetto “In cammino nelle aree protette del Lazio”

ROMA – Parte da Itri la prima importante tappa del progetto “In cammino nelle aree protette del Lazio – Edizione Giubileo 2025”, promosso dall’assessorato regionale all’Ambiente guidato da Elena Palazzo e dall’assessorato ai Parchi guidato da Giancarlo Righini.

L’iniziativa, in collaborazione con Cammini d’Italia, dedicata al turismo lento e sostenibile e pensata per valorizzare le numerose bellezze ancora da scoprire in tutto il territorio del Lazio, coinvolge sette Parchi, una Riserva e otto Cammini di rilevanza storica e culturale nel corso del 2025.

Il primo evento è stato fissato per il 22 febbraio nel borgo storico di Itri, dove è stata organizzata una visita guidata gratuita con degustazione dei prodotti a marchio Natura in Campo. Per l’occasione presente alla partenza, alle ore 10, l’assessore regionale Elena Palazzo. Al termine del tour prevista la presentazione dell’eccellenza gastronomica itrana, ovvero le olive da cui si estrae un olio pregiato, famoso in tutta Italia e molto richiesto anche all’estero.

«Un’occasione perfetta per immergersi nella cultura e nei sapori del territorio – spiega l’assessore regionale Elena Palazzo -. Stiamo puntando molto sulla valorizzazione delle aree naturali di cui tutto il Lazio è ricco. Luoghi capaci di svelare angoli inesplorati, paesaggi mozzafiato e di favorire lo sviluppo di un turismo lento e sostenibile. Sono felice che il progetto prenda il via proprio nel sud pontino che ha molto da offrire in tal senso. Attraverso il Cammino nelle Aree Protette del Lazio diamo l’opportunità a tutti di conoscere da vicino le nostre bellezze paesaggistiche e allo stesso tempo di scoprire le eccellenze enogastronomiche di tutto il Lazio che molto raccontano delle nostre tradizioni e della nostra storia, proprio come le famose olive itrane. Il modo giusto per promuovere le nostre località e per favorire lo sviluppo del territorio».

Il secondo appuntamento è fissato per domenica 23 febbraio 2025 nel Parco Naturale dei Monti Aurunci. Si partirà dal Rifugio Pornito, a Maranola fino a raggiungere la cima del Monte Redentore, dove sarà possibile ammirare la vista spettacolare sul golfo di Gaeta e le Isole Pontine. La passeggiata sarà dedicata alla scoperta del Cammino di San Filippo Neri.

Per conoscere le prossime tappe e iscriversi è possibile consultare il portale www.camminiditalia.org.




Nel Giubileo 2025 al via “Fili di speranza”

Nell’anno del Giubileo della speranza prende il via “Fili di speranza”, un progetto di solidarietà e imprenditorialità femminile che si articola in un laboratorio di sartoria, promosso dall’associazione Terra e Missione in collaborazione con le Caritas diocesane di Porto-Santa Rufina e di Civitavecchia-Tarquinia per “ricucire” la propria vita attraverso un percorso professionale e uno spazio di ascolto e condivisione.

L’idea del segno giubilare di speranza portato avanti nelle due diocesi nasce tre anni fa nella Parrocchia Santa Maria del Rosario di Ladispoli (Roma), grazie a Terra e Missione Aps e alla confraternita Santa Maria del Rosario con la collaborazione di Caritas Porto-Santa Rufina e dell’ente di formazione Ciofs FP Lazio ETS.

La prima edizione era dedicata a donne disoccupate o migranti, la seconda si è aperta anche alla missione in Camerun, grazie al gemellaggio con la Fondazione Thouret delle Suore della Carità di santa Giovanna Antida che operano a Ngaoundal, nel Nord del Paese. Alla fine del percorso le allieve africane hanno ricevuto, oltre al diploma di fine corso, anche una macchina da cucire e del materiale in tessuto, per rendersi in qualche modo autonome e cominciare a lavorare per la famiglia, e per la comunità. Per l’edizione 2025 il corso propone una formazione di cucito avanzato, pensato per consolidare le competenze e avvicinare le allieve a confezionare capi e accessori personalizzati, oltre a proporre un nuovo laboratorio dedicato al lavoro a maglia.

A settembre ci sarà la sfilata di fine corso con gli abiti realizzati dalle allieve dei due corsi gemellati a Ladispoli e a Ngaoundal, in Camerun: le allieve italiane realizzano una parte del lavoro e le allieve africane lo completano. I capi realizzati sono pezzi unici e attenti all’ambiente. Risaltano nella ultima collezione le camicie realizzate con i tessuti “Ndop”, che presentano forme geometriche di valore simbolico per la tribù locale dei Bamiléké, ma anche diversi accessori con un’impronta di carbonio minima, grazie al riciclo degli scarti tessili. Il ricavato delle attività è destinato a coprire i costi degli eventi e a finanziare il corso di cucito di Ladispoli e del Camerun.

LE STORIE

Angela ha 33 anni e durante la prossima festività di Pasqua riceverà i sacramenti con suo marito Giulio presso la parrocchia di santa Maria del Rosario a Ladispoli. Ha deciso di fare questo passo dopo aver frequentato il corso di cucito. Una delle insegnanti, che era stata la catechista di sua figlia, è riuscita ad accompagnarla verso questa scelta. «Ho sempre avuto fede ma i miei genitori non mi hanno fatto fare la comunione, che pure avrei desiderato, e da allora ero bloccata, quasi impaurita quando andavo in chiesa. Frequentare il corso in parrocchia e poter parlare di questo mi ha aiutato a scegliere e adesso, dopo due anni di cammino, sono felicissima ed emozionata perché a Pasqua riceveremo i sacramenti con mio marito e finalmente vivremo la Chiesa come famiglia con i nostri figli Perla e Diego».

Francesca, 45 anni, sposata e con due figli già grandi, lavorava da casa svolgendo piccoli lavori sartoriali. Ha frequentato la prima edizione del corso di cucito per rimettersi in gioco nel mondo del lavoro e migliorare e sull’onda dell’entusiasmo. Finito il corso, si è iscritta ad un’accademia di moda dove sta imparando a diventare anche fashion designer. «Al corso di Fili di Speranza, oltre ad imparare mi sono divertita moltissimo. Abbiamo preparato anche la sfilata finale con accessori, abiti, cappelli, tutto realizzato da noi allieve e poi abbiamo anche sfilato. Mi ha dato tanto entusiasmo anche per continuare a perfezionarmi. Adesso penso che parteciperò anche alla nuova edizione per imparare il lavoro a maglia».

In Africa invece, nel villaggio di Ngaoundal in Camerun, Marceline, Nadia, Esther e Louise e altre 16 giovani allieve, dopo aver seguito e completato il corso, hanno ricevuto oltre al diploma anche una macchina per cucire. Un dono inaspettato grazie al quale hanno avviato una loro attività per le famiglie e per il villaggio.

DICHIARAZIONI

«In questo anno giubilare – spiega Gianrico Ruzza, vescovo di Porto-Santa Rufina e di Civitavecchia-Tarquinia – vogliamo valorizzare la sartoria solidale ideata da Terra e Missione e sostenuta dalle nostre diocesi per continuare a promuovere la dignità delle donne più in difficoltà. Auguro alle donne che saranno protagoniste di Fili di speranza di trovare autonomia, libertà e serenità intrecciando relazioni di amicizia per un sostegno reciproco».

«L’obiettivo del percorso – spiega Anna Moccia, presidente di Terra e Missione – è certamente dare una possibilità di formazione professionale alle donne più in difficoltà ma soprattutto, far loro sperimentare la gratuità, l’assenza di giudizio e l’accoglienza, cosicché possano allargare lo sguardo all’altro a prescindere dal corso e dall’abito e davvero fare esperienza di fraternità. Con l’apertura dell’edizione in Camerun e la collaborazione tra i due corsi Fili di speranza, poi si potrà davvero fare esperienza della missione che è quello che vogliamo promuovere con l’associazione. Siamo davvero felici che poi nascano anche frutti spirituali da questo stare insieme donando le proprie competenze».

«Sono molto contenta di questo gemellaggio con il progetto “Fili di Speranza” – ha dichiarato suor Maria Luisa Caruso, presidente della Fondazione Thouret – perché nasce dal desiderio di dare dignità e di promuovere tante giovani che altrimenti non avrebbero possibilità di studiare. Grazie a questa collaborazione, al termine del corso di cucito diverse ragazze hanno potuto ricevere in dono una macchina da cucire per avviare il loro lavoro. Questo ha un significato importantissimo per loro perché vuol dire non dipendere necessariamente dalla famiglia o dal marito, vuol dire avere una dignità e autonomia anche nelle scelte e nelle decisioni per la loro vita. Vuol dire dare a loro la speranza di futuro nel quale loro possano essere le protagoniste».

 




Giubileo, Pellegrini di Speranza: la ferula papale in cammino sulla Romea Strata

VITERBO – È iniziato lo scorso 24 gennaio da Montalcino il viaggio con l’importante croce pastorale papale. All’evento, promosso dal Comune di Viterbo in collaborazione sinergica con il Corpo Italiano di San Lazzaro gruppo Roma/Viterbo, fiduciario della Romea Strata, ha preso parte, nelle giornate di venerdì 24 e domenica 26 gennaio, la consigliera comunale delegata alla promozione della Via Francigena e Giubileo 2025 Alessandra Croci. “È stato un cammino intenso – spiega la consigliera Croci – iniziato da Montalcino con prima tappa l’abbazia di Sant’Antimo, per poi proseguire alla volta di Castiglion d’Orcia e Abbadia San Salvatore. Lasciando la Toscana, il cammino ha fatto il suo ingresso nel Lazio, nella provincia di Viterbo, con Proceno e Acquapendente. Il viaggio con la ferula papale riprenderà venerdì 31 gennaio con la tappa Acquapendente – Montefiascone e sabato 1 febbraio da Montefiascone a Viterbo. Poco meno di 70 chilometri percorsi, per un cammino molto emozionante e partecipato, condiviso insieme alla direttrice del Corpo Italiano di San Lazzaro Roma Viterbo Ilaria Bartolotti e le tante persone che ci hanno accolto nei luoghi in cui siamo passati e ci siamo fermati. Particolarmente toccanti i momenti condivisi con le persone dei luoghi raggiunti – aggiunge la consigliera comunale delegata Croci -: penso alla benedizione del Pellegrino da parte del parroco di Castiglione d’Orcia, alle suore di Sant’Antimo che ci hanno accolto con l’inno del Giubileo al nostro arrivo in abbazia, penso alla benedizione del parroco dell’abbazia di Abbadia San Salvatore, luogo giubilare, ma anche all’accoglienza dei tanti fedeli emozionati e commossi nel toccare la ferula papale che verrà consegnata a Papa Francesco, e soprattutto le tante persone anziane che non potranno raggiungere Roma per vivere il Giubileo”.

Come anticipato dalla consigliera delegata Croci, sabato 1 febbraio è prevista la tappa Montefiascone – Viterbo, aperta a tutti coloro che vorranno partecipare. Ecco alcune importanti informazioni. Il punto di ritrovo sarà al monumento del pellegrino (Rocca dei Papi) a Montefiascone alle ore 8. La partenza è fissata alle ore 8,30. Per motivi organizzativi si chiede di inviare l’iscrizione da effettuare tramite una mail con nome e cognome all’indirizzo a viafrancigena@comune.viterbo.it .

La Romea Strata è un cammino di fede e cultura. In Italia il percorso mappato e individuato oggi attraversa il Friuli, il Veneto, l’Emilia Romagna, valica l’Appennino al passo della Croce Arcana ed entra in Toscana, dove a Fucecchio si ricongiunge con la Via Francigena. Nel suo tragitto dopo Siena, a Buonconvento, mentre la Francigena continua per San Quirico d’Orcia, il percorso della Romea Strata segue per Montalcino, l’Abbazia di Sant’Antimo, Castiglione d’Orcia, Campiglia d’Orcia, Vivo d’Orcia. Dall’Ermicciolo del Vivo d’Orcia, per Pietra Porta, il cammino sale al Bosco Impero, passa sopra le rocce di Catarcione e arriva all’Acqua Passante, continua per la strada sterrata e passa vicino alla Chiesa dell’Ermeta, quindi scende per la strada dell’Ermeta tocca la Chiesa della Madonna del Castagno e arriva all’Abbazia del S.S.mo Salvatore. Da Abbadia San Salvatore il cammino della Romea Strata prosegue per la crocetta di Sant’Andrea, passa sotto Castel della Pertica e per la vecchia strada sterrata per il Cerro del Tasca raggiunge Piancastagnaio da dove prosegue per Proceno, Viterbo e Roma.

 




Giubileo, la Cna entra in campo con il progetto di Cna Sostenibile sul marketing turistico e i servizi ricettivi

VITERBO – Giubileo, la Cna entra in campo. Cna Sostenibile ha infatti ottenuto il finanziamento per dare il via al progetto “Sulla via Francigena verso il Giubileo 2025”, che poggia le basi su due azioni: un corso di formazione per disoccupati e uno per le imprese sul marketing turistico a 360 gradi, entrambi gratuiti.

Il progetto, finanziato dal Fondo sociale europeo tramite la Regione Lazio, vede come partner la Dmo (Destination management organization) “La Francigena e le vie del gusto in Tuscia” e PromoTuscia. Dopo aver rilevato i fabbisogni sul tema, attraverso il progetto si intendono promuovere e sviluppare competenze specifiche nelle aree del marketing e delle lingue straniere per l’accoglienza dei pellegrini in occasione del Giubileo. Si tratta di competenze indispensabili per migliorare le capacità ricettive e valorizzare gli itinerari turistici collegati alla via Francigena e integrati nei cammini giubilari.

Queste le due azioni. Il primo corso, da 300 ore, è rivolto a 15 persone disoccupate o in stato di non occupazione e sarà incentrato sul profilo di “Tecnico del marketing turistico”. Per i partecipanti è prevista un’indennità di frequenza. Al secondo, da 120 ore, prenderanno invece parte 16 imprese del territorio che verranno accompagnate in un percorso di rafforzamento delle loro competenze in materia di digital marketing, uso della lingua inglese e turismo esperienziale. Le lezioni si svolgeranno nelle aule di Cna Sostenibile, in via dell’Industria.

Il progetto punta a incidere sull’occupazione e la crescita professionale, trasferendo competenze specialistiche per accogliere al meglio i pellegrini che passeranno dalla via Francigena per raggiungere Roma in occasione del Giubileo. L’abbinamento tra turismo e marketing esperienziale oggi risulta strategico, imprese e professionisti devono quindi farsi trovare pronti a offrire i propri prodotti e servizi sottoforma di “offerte esperienziali”. Ed è ciò che Cna Sostenibile, insieme ai partner del progetto, intende fare attraverso progetto “Sulla via Francigena verso il Giubileo 2025”.

Per maggiori informazioni è possibile contattare Cna Sostenibile al numero 0761.1768398.




Da Cracovia a Roma per vivere il Giubileo 2025

di MARIELLA ZADRO-

VITERBO- Sono arrivati nella nostra città ieri 20 gennaio da Cracovia percorrendo la Romea Strata e nei prossimi giorni arriveranno a Roma sulla tomba di San Pietro, attraversando la Porta Santa.
Proprio al termine della cerimonia per i festeggiamenti di San Sebastiano, presso la Cattedrale di San Lorenzo, sono stati accolti dalla consigliera con delega alla via Francigena e Giubileo Alessandra Croci e dalla sindaca Chiara Frontini.
Un breve saluto, uno scatto ricordo e sono ripartiti percorrendo Strada Signorino per arrivare alla Chiesina di Castel d’Asso (100km a Roma) tramite un breve tratto di Cassia Sud, sosta a Santa Maria di Foro Cassio, sito di notevoli testimonianze storiche (complesso del II secolo a.C. che sorge sui resti romani del “Forum Cassii”) per proseguire a Capranica, Sutri e Roma. Una stretta di mano e un saluto: “Buon cammino!”

Passati da Forocassio anche alcuni pellegrini polacchi.




Giubileo 2025. Presentati in Sala Regia le iniziative e gli incontri dedicati a pellegrini e turisti (VIDEO)

di CHIARA TOSARONI-

VITERBO-Questa mattina, presso la Sala Regia di Palazzo dei Priori, sono state illustrate le iniziative pensate per accogliere pellegrini e turisti che giungeranno a Viterbo in occasione dell’Anno Santo.

L’introduzione è stata affidata a Tiziana Lagrimino, partner tecnico del Comune di Viterbo per l’organizzazione dell’Anno Giubilare, che ha sottolineato l’importanza di questo appuntamento, un evento straordinario a cui la Città non poteva mancare. Lagrimino ha ricordato alcuni momenti salienti, tra cui il 29 dicembre, data in cui la sindaca di Viterbo, Chiara Frontini ha donato al vescovo Francesco Orazio Piazza il Bordone, realizzato per l’occasione dall’artigiano e designer del legno, Alessio Gismondi.

È stato poi proiettato lo spot promozionale ideato per valorizzare le bellezze della Città dei Papi, che da secoli accoglie i pellegrini della Via Francigena e Romea Strata di cui Viterbo è crocevia.

La sindaca Frontini, ha dato il benvenuto ai presenti, sottolineando come il Giubileo rappresenti per la Città un’importante opportunità di sviluppo turistico ed economico. Prima di lasciare spazio alla descrizione dettagliata degli eventi in programma, ha voluto ringraziare tutte le realtà e le autorità che hanno collaborato alla promozione e alla realizzazione dell’Anno Giubilare.

Tra i presenti in sala figuravano Massimo Mecarini, recentemente riconfermato presidente del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa, l’assessore comunale Emanuele Aronne, il consigliere Umberto Di Fusco e rappresentanti delle autorità civili e militari.

Accanto al tavolo dei relatori il logo grafico del Giubileo, realizzato da Bruno Morroto, che campeggia nelle varie iniziative di promozione e accompagna la comunicazione dell’evento.

Da oggi, saranno operative anche le pagine social dedicate al Giubileo, e sono stati annunciati nuovi appuntamenti, come l’evento del 25 gennaio a Piazza delle Erbe, dove verranno presentate una cartolina celebrativa e l’annullo filatelico. Saranno inoltre distribuiti 300 kit contenenti gadget e stampe con il logo del Giubileo, destinati a supportare i pellegrini lungo il loro cammino.

Tra le iniziative annunciate, spazio a mostre curate dagli artisti viterbesi Roberto Ioppolo e Paolo Pezzato, pubblicità su riviste come Famiglia Cristiana e Dove Viaggi e una campagna promozionale nella città di Roma, in occasione dei principali eventi giubilari di Viterbo.

La panoramica sugli eventi è proseguita con l’intervento di Alessandra Croci, consigliera comunale delegata alla Via Francigena e al Giubileo 2025. Croci ha presentato i risultati di un censimento che ha registrato circa 15.000 pellegrini giunti a Viterbo nel 2024, sottolineando l’importanza di prestare ancora più attenzione a questo “popolo silenzioso” durante l’Anno Giubilare.

Il programma prevede numerosi appuntamenti: l’inaugurazione del Cammino dei Borghi e delle Fiabe, mostre di artigianato artistico in collaborazione con CNA Viterbo e Civitavecchia, conferenze e incontri primaverili, un viaggio in bici da Londra a Roma organizzato dall’Associazione Strada del Riso Carnaroli, il Trail dei Papi a giugno e la Giornata Mondiale della Gioventù a Roma, prevista per luglio.

Molte associazioni locali hanno contribuito alla realizzazione degli eventi. Tra queste: Alessandra Cortese per l’Associazione Rievocazione Storica SS. Salvatore, Ilaria Bartolotti in rappresentanza del Corpo Italiano di San Lazzaro, impegnato nella mappatura e nel controllo dei percorsi della Via Francigena, Vincenzo Mirto per l’Associazione “Gli Amici della Francigena” e Graziano Buzi, ideatore del “Cammino di San Rocco”. Anche l’Associazione “Beato Barbieri della Madre di Dio” era presente.

Un momento suggestivo è stato offerto dal gruppo Rievocazione Storica Teatro Medievale “La Contesa” , che ha messo in scena una rappresentazione sull’accoglienza del pellegrino a Viterbo.

A chiudere l’evento, la giovane Meryam Carrus ha incantato il pubblico con un’intensa interpretazione dell’Alleluja.

Foto e video di MARIELLA ZADRO

 




A Viterbo i primi pellegrini del Giubileo 2025

di MARIELLA ZADRO –

VITERBO – Sono appena passati dieci giorni dall’apertura della Porta Santa della chiesa di San Pietro a Roma da parte di Papa Francesco, Viterbo accoglie i primi pellegrini giubilari, che percorrendo la via Francigena e Romea Strata, raggiungeranno la città Santa nei prossimi giorni.

I primi a transitare dalla nostra città, Desiré e Nicola provenienti dalla Sardegna e il gruppo parrocchiale dell’Unità pastorale Veronella e Zimmella (Verona) accompagnato da don Stefano Guglielmi, sono stati accolti, alle porte di Viterbo presso il monumento del Pellegrino nella zona di San Lazzaro, dalla consigliera comunale con delega al Giubileo e alla via Francigena Alessandra Croci.

Ricevute le credenziali delle chiese di Viterbo, grazie all’associazione Amici della Via Francigena, si sono fermati una giornata nella nostra città per apprezzarne le bellezze architettoniche e i luoghi di culto della Città dei Papi che tra il 1257 al 1281 fu Sede Pontificia e per vari periodi ospitò circa 40 Papi.

Desiré e Nicola dopo aver posto la loro firma sulla ceramica, come primi rappresentanti giubilari del passaggio a Viterbo, hanno proseguito il loro cammino per Roma, facendo una sosta alla Chiesina rurale di Castel d’Asso (100km a Roma).

 Il gruppo parrocchiale, oltre alla visita del Palazzo dei Priori dove hanno potuto vedere la Ferula che sarà portata in cammino e consegnata a papa Francesco, hanno organizzato un itinerario cittadino che li ha visti alla Cattedrale di San Lorenzo (Duomo)alla basilica di San Francesco alla Rocca, la chiesa della Santissima Trinità (Santuario di Maria Santissima Liberatrice) la chiesa di Santa Maria Nuova per terminare alla chiesa di San Giovanni Battista (chiesa del Gonfalone).

Un ringraziamento a Don Luca Scuderi che ha ospita i pellegrini presso la sala Giovanni Paolo II della parrocchia Sant’Andrea Apostolo.




Roma, Giubileo 2025: tra grandi cantieri e visioni per il futuro della Capitale

Assessore Zevi: “ È fondamentale ripensare al futuro delle città con una visione più ambiziosa ma armonica, senza eliminare l’identità di un territorio, la sua storia e la sua cultura”

Con l’arrivo del Giubileo 2025 la città è al centro di significativi interventi urbanistici e architettonici, con l’obiettivo di lasciare un’eredità duratura al tessuto cittadino. La sfida è duplice: realizzare progetti che valorizzino la storia e la cultura di Roma, e al contempo ripensare la Capitale in chiave moderna, sostenibile e inclusiva. Di questo e molto altro si è discusso nell’ultima edizione di B-CAD, la più importante manifestazione internazionale di edilizia architettura e design, che si è svolto a Roma a ottobre 2024. Inaugurato dall’Assessore al Patrimonio e alle Politiche Abitative di Roma Capitale, Tobia Zevi, B-CAD ha rappresentato un momento di confronto prezioso tra pubblico e privato sul futuro delle città.

Le sfide delle città del XXI secolo

“Negli ultimi dieci anni, significativi cambiamenti sociali ed economici hanno trasformato i nostri stili di vita. I grandi conflitti stanno modificando i confini di un mondo che è in continuo movimento Stiamo affrontando tre grandi sfide: quella climatica, quella dell’inclusione sociale e quella economica. Alla luce di queste trasformazioni, è fondamentale ripensare al futuro delle città con una visione più ambiziosa ma armonica, senza eliminare l’identità di un territorio, la sua storia e la sua cultura,” ha dichiarato l’Assessore Zevi. “Le nuove aree urbane devono diventare un mix innovativo di funzioni residenziali, commerciali e ricreative. Aree non più ostaggio di pregiudizi ed etichette, ma quartieri vivi, con un’economia locale forte e con luoghi e spazi pubblici ripensati per chi si muove, studia, lavora, fa sport e altro ancora. Aree che incoraggino le interazioni sociali e uno stile di vita dinamico ma inclusivo. Connettere tessuti urbani ed extraurbani, pensando a una società che cresce e si sviluppa liberando energie, rispettando l’ambiente e massimizzando le risorse a disposizione in un’ottica di recupero.

Con un approccio che guarda al futuro senza dimenticare il passato, Roma si presenta al mondo come una città in metamorfosi. “I grandi cantieri del Giubileo sono stati progettati pensando a una Capitale che accoglie, valorizzando il patrimonio esistente e potenziando le aree verdi, la mobilità sostenibile e la rigenerazione urbana. Ogni intervento punta a migliorare la qualità della vita, ridurre le disuguaglianze e creare nuovi spazi di socialità e incontro,” ha proseguito l’Assessore Zevi – “Un’economia che si muove, ma con al centro le persone. In questo contesto, l’edilizia di una città come Roma non può più essere quella del secolo breve, ma un’edilizia che abbia a cuore le condizioni di vita, che elimini le disuguaglianze sociali e che incentivi e migliori il benessere e la salute dei suoi abitanti e di chi la vive anche per poco tempo. Roma si apre con la valorizzazione dell’esistente, del patrimonio storico, con il potenziamento delle aree verdi, con nuove soluzioni di mobilità sostenibile, con aree accessibili, grandi parchi, grandi piazze, housing sociale, rigenerazione urbana e arte pubblica a servizio dei quartieri, con aree miste per lavoro e studio. Il futuro di Roma è guidato da principi di sostenibilità, inclusione e partecipazione. Il 2025 sarà l’anno dei cambiamenti più significativi.»

“Siamo orgogliosi che B-CAD si sia confermato un luogo di confronto proficuo tra i protagonisti del mondo pubblico e privato,” ha dichiarato Camilla Maiorano, CEO di Edilsocialnetwork, società organizzatrice dell’evento B-CAD. “Un terreno comune dove costruire una visione condivisa del nostro vivere e abitare. Questo dialogo continuerà anche nella prossima edizione, che si terrà alla Nuvola dal 19 al 21 settembre 2025.”




“La Vita di Maria”: le opere di Guadagnuolo in occasione del Giubileo della Speranza 2025 con un saggio di Rosario Assunto

ROMA – L’1 gennaio 2025, si è proceduto all’apertura della Porta Santa nella Basilica Papale Santa Maria Maggiore, che cade proprio nel giorno della festa di Maria Santissima Madre di Dio.
Nell’occasione dell’Anno Santo del Giubileo della Speranza, ci piace illustrarlo nel segno dell’estetica dell’arte che ci viene offerto dalle opere dedicate alla Madonna del noto artista Francesco Guadagnuolo con un saggio di Rosario Assunto. Il Maestro Guadagnuolo annovera nella sua lunga carriera rilevanti esposizioni a livello mondiale, non ultima quella permanente alla Sede dell’ONU a New York dell’opera sul “Debito Estero” o quella nella Città del Vaticano 2010, nell’Aula Paolo VI (Sala Nervi), dedicata a San Giovanni Paolo II: “La Chiesa al servizio dell’amore per i sofferenti”. Sono opere complesse, le sue, legate all’immaginario religioso che fa di Maria un personaggio non solo biblico ma familiare, vicinissimo a noi e alle nostre suppliche. Guadagnuolo con questa serie di opere pittoriche, dal forte contenuto teologico, rivolte alla Madonna, Madre del Redentore, fa rivivere la figura della Vergine Madre Santissima e l’alto compito cui è stata destinata. Il richiamo alla protezione della Madonna, riprova la necessità per l’uomo di rifarsi alla Madre di tutti, che tutti comprende e che a tutti offre il Suo velo di Speranza di Pace in questo tragico XXI Secolo. Sono passati quasi 25 anni dall’11 Settembre 2001 in America sino alle guerre in corso in Ucraina, in Medio Oriente e in altre parti del mondo.

MARIA, SPERANZA E CONFORTO PER L’UMANITÀ – Papa Francesco ha voluto avviare l’Anno Santo 2025. La Bolla d’Indizione del Giubileo 2025, intitolata “Spes non confundit” (La speranza non delude), sottolinea l’importanza della speranza e della compassione, invoca la Madonna come simbolo di guida e sostegno per tutti i fedeli. Questo riferimento a Maria rappresenta un richiamo alla fede e alla forza spirituale, particolarmente significativo in un periodo di grandi sfide globali. Il Giubileo della Speranza intende promuovere la solidarietà, l’unità e l’amore fraterno, valori fondamentali per affrontare le difficoltà del nostro tempo.

LE OPERE DI GUADAGNUOLO, RECENSITE DA UN NOTEVOLE SAGGIO DI ROSARIO ASSUNTO, il quale scrisse in riferimento alle opere Mariane di Francesco Guadagnuolo, ne condivise l’amicizia frequentandolo nella capitale e bene l’ha conosciuto, perché il filosofo ne ha seguito per tanti anni il percorso delle sue opere valutandolo e storicizzandolo nella storia dell’arte contemporanea. Per l’occasione pubblichiamo alcuni stralci del saggio dell’autorevole filosofo Rosario Assunto dal titolo: “L’Albero dell’umana salvezza”.

L’ALBERO DELL’UMANA SALVEZZA – «Avventurarsi nella pittura di soggetto sacro è, per un artista di oggi, impresa quant’altre mai difficile: rischiosa, anzi, come di chi volesse percorrere un crinale sottilissimo, a lama di coltello, che da una parte c’è l’abisso di dieci e più secoli, una tematica in cui si cimentarono tutti gli artisti d’Italia e d’Europa, né v’è bisogno di fare nomi, vengon da soli alla mente di ognuno; e a volerli emulare, nelle presenti condizioni di cultura non solo pittorica, davvero uno rischia di rompersi l’osso del collo – e dalla parte opposta, se tanto tanto si mette il piede in fallo, il pericolo è che si scivoli nel declivio senza punti d’arresto del “Kitsch” devozionale, a cui tanto alimento, nell’ultimo secolo e mezzo, ha fornito la produzione e riproduzione meccanica di quelle che adoperando metaforicamente un sostantivo francese, potremmo chiamare le “bondieuseries” figurali, di cui nelle chiese anche antiche ed illustri non v’è davvero penuria. E per affrontare un’impresa siffatta, uscendosene, diciamolo pure, con onore, ci voleva il coraggio sereno, alimentato da un connaturale amore per la pittura e da una religiosità vissuta in termini visuali, destinata ad effondersi in creatività artistica piuttosto o prima che in preghiere e pratiche di culto, con cui Francesco Guadagnuolo sin dalla nascita, possiamo dire, si è votato alla pittura, e, nella pittura, all’interpretazione dell’uomo: al deciframento, diciamo, dell’interiorità umana, quella in cui Agostino disse che “habitat veritas”; e nel raffigurarne l’immagine, render testimonianza, mi si permette di citare un altro filosofo, anzi filosofo con l’iniziale maiuscola, della massima che insegna doversi trattare l’umanità, in noi stessi e negli altri, sempre come fine e giammai come mezzo. Ho parlato di religiosità vissuta in termini visuali; e potrei capovolgere la definizione, dire visualità vissuta a modo di religione. Religione, se così è lecito dire, come pittura, pittura come religione. È l’ipotesi che mi era venuta in mente quando conobbi Guadagnuolo, e presi visione dei risultati del suo lavoro di acquafortista e disegnatore. È ipotesi, da lui confermatami in termini autobiografici, che aiuta a capire come la pittura di soggetto sacro non sia per Guadagnuolo quello che può essere stata per altri artisti moderni, un’incombenza professionale, una commessa da eseguire: perché per lui dipingere, la narrazione evangelica, raccontarla visivamente, facendo centro sulla Protagonista femminile, su Maria, anche senza l’incitamento di quel vero e proprio talent-scout che nel suo campo, quello dell’arte sacra, fu Monsignor Giovanni Fallani (chi ha letto il libro Manzù farà le porte di San Pietro, sa cosa voglio dire), è stato cosa assolutamente naturale: non l’accettazione di un soggetto proposto da altri, ma la continuazione di un’attività che quei soggetti se li portava dentro, per cosi dire da sempre, né aveva bisogno di proposte, suggerimenti, ordinazioni altrui. E se l’itinerario della pittura sacra, quello che ho paragonato a un crinale a lama di coltello, Guadagnuolo è riuscito a percorrerlo dal principio alla fine senza rischiare capitomboli mortali o altrettanto mortali scivolamenti, è stato perché lui è tutt’altro che un “naïf”, anche se il suo modo di guardare al mondo e alle cose del mondo, guardarle, dico, e parlarne, denota una sorta di meraviglia, accompagnata da entusiasmo per il proprio fare, e per gli oggetti del proprio fare».
«Si trattava, dopotutto, di figurare una donna, quella che nella tradizione cristiana è la “Donna”, diciamo così, archetipale: donna che gioisce e che soffre, e nel suo gaudio come nel suo patimento assomma in sé, emblematizzandoli, il gioire e il soffrire di tutta l’umanità, sollevandola in alto come nel finale del Faust “das Ewig-Weibliche/ zieht uns hinan”. È lo Ewig-Weibliche, la femminilità eterna, e se mi è permesso usar questo aggettivo, assoluta, Guadagnuolo ha voluto mostrarla a noi nell’“Annunciata”» sviluppata in un dipinto per il quale, come per tutti gli altri che raccontano la vicenda evangelica prendendo Maria a protagonista, egli ha capito che il solo modo per individualizzare creativamente la trattazione di temi che rischiavano di far cadere nel ripetitivo, se non nel banale, era l’adozione di un punto di vista, quella che in fotografia e in cinematografi a si chiama “angolazione”. Agli avvenimenti del racconto evangelico, quelli che il Cristianesimo colloca al centro della storia umana (al punto che tutto il mondo anche non cristiano numera gli anni dal tempo in cui si suppone essi si siano svolti), Guadagnuolo ha guardato, infatti, evitando quasi sempre la frontalità. E ce li mostra di scorcio, come potrebbero apparire ad un passante che si stesse avvicinando al sito del loro accadere, ma senza prevederlo e senza saperlo: in guisa tale che essi gli appaian d’un sùbito e come impreveduti, senza quella fissità da palcoscenico che dopo tanti secoli di pittura cristiana è il maggior rischio a cui si trova esposto l’artista chiamato a raffigurarli ancora una volta. Da qui, ecco, la trasversalità dell’immagine che si configura per linee incrociate, e appare a volte volutamente confusa, tale da sbigottire il viandante, fargli chiedere a se stesso che mai stia succedendo laggiù, alla sua destra, e chi siano quella donna seduta in groppa ad un asino, con in braccio quel bambino che è un uomo barbuto, con gesti più da nonno che da padre, le sta sistemando bene sul grembo, affinché non abbia a cadere, ora che la bestia si metterà in cammino – e così sbigottita è la faccia della donna, come di chi tema chissà quale pericolo incombente, e sembra dica all’uomo di far presto, di incominciare il viaggio. Una maniera di affrontare il difficilissimo tema della Fuga in Egitto: specialmente per uno della generazione di Guadagnuolo, che di somari, e di donne in groppa a un somaro, è probabile mai ne abbia veduti, cosí come mai ne hanno visto i destinatari delle sue immagini dipinte. Tutto il contrario dei secoli passati, quando l’asino era il mezzo di trasporto dei poveri, come oggi sarebbe una vecchia “cinquecento” arrugginita e ammaccata. Tanto comune, ai tempi del Caravaggio, che questi, per sottolineare la straordinarietà di un avvenimento come ne accadevano tutti i giorni, un vecchio, una donna, un bimbetto lattante, che attraversano la campagna, la donna e il bimbo sul somaro e l’uomo barbuto a piedi con in mano la cavezza, pensò bene di figurarli in un momento di riposo; e far comparire un angelo violinista, che li rallegra col suo concertino. E con simili precedenti nella memoria (ne ho nominato uno solo, ma avrei potuto ricordarne centinaia), davvero c’era da tremare all’idea di dover figurare la Fuga in Egitto, in un tempo, per di più, nel quale l’asino è specie zoologica ormai semiestinta, né si poteva pensare a espedienti simili a quelli del regista che mise in motocicletta la Walchirie: cosa che tra l’altro, non sarebbe stata consentita neppure da istituzioni ecclesiastiche che hanno osato mandare in soffitta il gregoriano, e accettato “cantiunculae” di cui sconcertante è la volgarità. Ma torniamo al nostro Guadagnuolo, che non si è sgomentato di fronte a temi come la Fuga in Egitto, o la Crocifissione – per questa, c’erano anche precedenti di fresca data: quelle cinematografiche di Pasolini e di Zeffirelli, a non parlar del dipinto di Guttuso, che a suo tempo suscitò uno scandalo in fin dei conti immotivato. E anche alla Crocifissione, come alla Deposizione, Guadagnuolo si è avvicinato come uno che arrivi al loro cospetto andando per via – che è poi un modo di ripensare a come quei soggetti li trattarono i “Maîtres d’autrefois”, ma senza piazzarsi in faccia ai loro dipinti, alla maniera dei copisti: percorrendo, piuttosto, una sorta di itinerario della memoria, nel quale essi ci appaiano uno alla volta, come altrettanti accadimenti rituali nei quali si eventizza quello che con tutta la nobiltà della parola, e a dispetto marcio degli smitizzatori, chiamerò il “Grande Mito” dei Quattro Vangeli. Ma non voglio indugiare sui dipinti in cui si articola il ciclo pittorico che Guadagnuolo ha dedicato a Maria, non tocca a me analizzarli uno ad uno, rubando (male) il mestiere ai critici che lo sapranno fare assai meglio di me. Mi si lasci piuttosto tornare a quell’immagine dell’“Annunciata” da cui il mio riepilogo ha preso le mosse. Eccola, di tre quarti – che è stato un modo di tesaurizzare il ricordo inevitabile di Antonello (come quella del Messinese, anche questa del nisseno Guadagnuolo ha le fattezze di una ragazza siciliana). Tesaurizzarlo ma esorcizzandolo, se così mi è permesso di dire: senza, insomma, restare schiacciati da un modello che per il Nostro è stato una sorta di idea platonica: rispetto alla quale la realtà vuol essere non tanto mimesi, imitazione, ma piuttosto metessi, partecipazione. E poi, questa Madonna ragazza siciliana, con quel suo busto così lungo e sottile, che ne solleva in alto il viso, ci fa pensare alla Madonn-Albero (l’Albero di Jesse padre di David, come albero dell’umana salvezza) delle parole con cui l’Angelo si rivolge a Maria nella notissima Verkündigung, l’Annunciazione, appunto, di Rilke, poeta angelologo, se pure di nessuna ortodossia; ed eterodosso autore, come ognun sa, di un ciclo di poesie che s’intitola, appunto, alla Vita di Maria (Das Marien Leben), e fu scritto in Duino, all’inizio di quel 1912 che fu l’anno delle grandi Elegie aventi l’angelo a protagonista: l’angelo, appunto, che nel poemetto dell’Annunciazione, rivolgendosi a Maria, alla fine di tutte le strofe (meno una), a Lei si confronta, e Le dice che Essa è l’albero:

“…ich bin der Tag, ich bin der Tau,
du aber bist der Baum”. (“…io sono il giorno, son la rugiada, ma tu sei l’albero”);
“…Sieh: ich bin das Beginnende,
du aber bist der Baum”. (“…Vedi io sono quel che comincia, ma tu sei l’albero”);
“…|..|.. ich bin ein Hauch im Hain,
du aber bist der Baum”. (“… Io son spirar di vento nel cespuglio, ma tu sei l’albero”);
e in ultimo:
“…Gott sah mich an; er blendete…
Du aber bist der Baum”. (“…Dio mi guardò, abbagliava… Ma tu sei l’albero”)» – Rosario Assunto.




Giubileo 2025, le precisazioni della diocesi di Civita Castellana

La diocesi di Civita Castellana precisa: “In occasione di questo Giubileo 2025 non sarà ripetuta l’apertura delle Porte Sante nelle singole diocesi, come avvenuto nel precedente Giubileo straordinario del 2015.

Il 24 dicembre u.s. Papa Francesco ha aperto la Porta Santa della Basilica di S. Pietro, che verrà chiusa il 6 gennaio 2026. Poi, ha aperto quella di un carcere, precipuamente quella del Carcere di Rebibbia (cf. Spes non confundit, n.10).

Domenica 29 dicembre 2024, sarà aperta la Porta Santa della Basilica di S. Giovanni in Laterano, Cattedrale del Vescovo di Roma e “la madre di tutte le Chiese della Città di Roma e del Mondo”. Sempre in questa data verrà dato inizio solenne al Giubileo 2025 in tutte le Cattedrali e Concattedrali delle Diocesi, con la celebrazione dell’Eucaristia. Il I gennaio 2025 sarà aperta la Porta Santa nella Basilica Liberiana di S. Maria Maggiore e il 5 gennaio quella della Basilica di S. Paolo fuori le Mura. Queste ultime tre Porte saranno chiuse il 28 dicembre 2025.

La celebrazione di apertura del Giubileo nelle singole Diocesi, quindi non prevede l’apertura delle Porte Sante in esse presenti. Durante la liturgia di apertura del Giubileo nelle singole Diocesi verrà data lettura di alcuni passi della bolla di indizione dello stesso “Spes non confundit” (La speranza non delude) e l’annuncio dell’Indulgenza Giubilare, che potrà essere conseguita nella chiese giubilari di ciascuna Diocesi.

Nella Diocesi di Civita Castellana, le chiese giubilari sono: la Cattedrale di S. Maria Maggiore di Civita Castellana e il Santuario diocesano di S. Maria “ad Rupes” a Castel Sant’Elia.

Quanto sopra per imprecisioni in merito, ravvisate in alcune testate locali odierne.

Con viva cordialità, sempre grato per la professionale collaborazione”.

 

don Luciano Cinelli




Diocesi, una delle porte sante sarà “scudo blu della cultura”

ACQUAPENDENTE ( Viterbo) – Una delle “porte sante” Giubileo 2025 Diocesi di Viterbo sarà da domani “scudo blu della cultura”. In pillole la Basilica Concattedrale Santo Sepolcro di Acquapendente. Così come voluto da Comune, Croce Rossa Italiana, Diocesi di Viterbo, Parrocchia del Santo Sepolcro. Sul diktat “La cultura è il Nostro tesoro: proteggiamolo insieme” domani mattina a partire dalle ore 10.00 presso il Museo della Città Civico e Diocesano prenderà il via una giornata speciale dedicata alla tutela ed alla valorizzazione del patrimonio culturale. A seguire inaugurazione presso la Concattedrale del simbolo internazionale di protezione dei beni culturali che, come sottolinea la Croce Rossa, dopo la massiccia distruzione di beni culturali avvenuta durante la Seconda Guerra Mondiale, 37 Stati, fra cui l’Italia, firmarono il primo trattato internazionale a vocazione mondiale riferito esclusivamente alla culturale in caso di conflitto armato. Con l’entrata in vigore della Convenzione dell’Aia del 14 maggio 1954, realizzata sotto l’egida dell’UNESCO ed integrata dai due protocolli aggiuntivi del 1954 e del 1999, è stata così disciplinata la tutela di ‘beni, mobili o immobili, di grande importanza per il patrimonio culturale dei popoli’ e la necessità di individuarli, anche in tempo di pace, tramite lo scudo blu. L’ articolo descrive nei dettagli come deve essere il contrassegno: “Il segno distintivo della Convenzione consiste in uno scudo appuntito in basso, inquadrato in croce di S. Andrea in bleu e bianco (uno scudo, formato da un quadrato bleu, uno dei cui angoli è inscritto nella punta dello stemma, e da un triangolo bleu al disopra del quadrato, entrambi delimitati dai triangoli bianchi ai lati)”. Il sistema di protezione dai rischi di una guerra riguarda tutto il patrimonio culturale, immobile e mobile: monumenti, siti di valore artistico, storico o archeologico, opere d’arte, manoscritti, libri, oggetti di interesse artistico, storico o archeologico, nonché le collezioni scientifiche di tutti i tipi, indipendentemente dalla loro origine o proprietà”.

 




Apertura del Giubileo 2025: un cammino di speranza inaugurato da Papa Francesco

di REDAZIONE-

ROMA- Papa Francesco ha dato ufficialmente inizio al Giubileo del 2025 aprendo la Porta Santa della Basilica di San Pietro. L’evento, dedicato al tema della “speranza”, è stato accompagnato da una preghiera in cui il Pontefice ha esortato i fedeli a intraprendere un cammino di misericordia, perdono e testimonianza di pace.

Visibilmente provato ma determinato, il Papa ha attraversato la Porta Santa su una sedia a rotelle, seguito da religiosi e fedeli provenienti da varie parti del mondo. Durante l’omelia, Francesco ha sottolineato che la speranza cristiana è una virtù dinamica, che richiede impegno e responsabilità, ed è incompatibile con indifferenza e egoismo.
Il Papa ha rivolto un pensiero alle sofferenze che affliggono il mondo, dalle guerre alle violenze sui più vulnerabili, come i bambini. Ha invitato i presenti a incarnare la speranza attraverso atti concreti di compassione e solidarietà.
Migliaia di persone si sono radunate in Vaticano per assistere a questa celebrazione, seguita da media internazionali. Un ampio dispositivo di sicurezza e un piano sanitario avanzato, con postazioni mediche e squadre di soccorritori, è stato attivato per garantire la sicurezza dei partecipanti.
Rappresentanti di altre Chiese e Comunioni cristiane sono stati invitati a varcare la Porta Santa, un simbolo di unità e fede condivisa in Gesù Cristo. Questo gesto, pur rispettando le diverse tradizioni religiose, evidenzia l’importanza del dialogo tra le confessioni cristiane.
Il Giubileo del 2025 coincide con il 1700° anniversario del Concilio di Nicea, un evento cruciale per l’unità della Chiesa cristiana, ribadendo la centralità della cooperazione e del dialogo ecumenico.

L’apertura del Giubileo segna l’inizio di un cammino spirituale e comunitario che coinvolgerà milioni di persone, diffondendo un messaggio di speranza e impegno per costruire un futuro migliore.