Della Rocca: “Perché abbiamo creato una società di frustati?”

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “Guardare avanti? Come si dice: “ormai ho dato”. Sono orgoglioso dei miei 62 anni e credo sia molto più quello che ho fatto di quanto posso ambire a fare, ma continuo a provare anche se con scarsi risultati. Ieri sera ero a cena da amici, a parte una compagna di classe del liceo, ero il più giovane. Tutti i commensali erano simpatici, sciolti, pronti alla battuta. Nonostante l’atmosfera molto rilassata alcuni erano super eleganti e tutti curati ed anche in forma. Però appena qualche faccia diventava seria, partiva il lamento e l’insoddisfazione. La critica più ricorrente era sempre verso la politica. Siamo un popolo di belli, capaci, talentosi, interessanti ed affascinanti. Come è possibile che abbiamo creato una società di frustrati? Rispondo fra qualche riga. Credo che la prima la priorità sia la creazione di un calendario annuale di eventi, di Viterbo e della Tuscia. Un sito web dove si trovano le informazioni e pagine social in cui ci sono solo opzioni calendario settimanale, mensile ed annuale senza commenti. Nello stesso fine settimana spesso ci sono molte attività, che spesso si sovrappongo tra loro e di cui sappiamo poco o nulla. Qualcuno ha il calendario delle sagre o delle attività estive 2024? L’offerta è impressionante: arte, sport, beneficienza, sagre, convegni, musica, visite guidate, musei, e molto altro. Alcuni si ostinano a dire che a Viterbo non ci sia nulla. Nulla di più errato. Altri dicono che c’era molto ma ormai… Forse ancora più sbagliato. Attività, manifestazioni ed eventi ci sono sempre ma la comunicazione è lasciata quasi sempre al caso e la “sensazione” è che non ci sia nulla. Vi ricordate la mostra di Michelangelo la cui comunicazione fu affidata ad uno striscione illeggibile a piazza del comune Viterbo? È solo colpa nostra. Va molto di moda parlare di “know how” per dire che dobbiamo esaltare e condividere la capacità personali. Penso che serva anche il “know what”, sapere cosa succede. Perché siamo frustrati? Abbiamo smesso di leggere i giornali, Netflix meglio del telegiornale, non siamo più curiosi e di conseguenza abbiamo rinunciato alla comunicazione e lasciamo che 4 leoni da tastiera e qualche giornaletto fazioso ci riempiano il telefonino di informazione di parte. Ci siamo impigriti. Il benessere vissuto da almeno l’80% della popolazione ci fa guardare in avanti senza “fame” o l’ambizione a grandi progetti. Nessuno vuole cambiare il mondo. I sogni sono eventi notturni, non stile di vita. Noi, la popolazione che ha partorito Leonardo da Vinci, Enrico Fermi, Cristoforo Colombo ed il Rinascimento, abbiamo smesso di sognare. Per questo siamo frustrati”.

Giulio Della Rocca

 




“San Pellegrino in Fiore”: buona la prima

VITERBO – Riceviamo da Giulio Della Rocca e pubblichiamo: “Si è appena conclusa la prima edizione di San Pellegrino in Fiore targata Comune di Viterbo adorata dai turisti. Una grande azione di Marketing territoriale.

Iniziamo a pensare alla prossima… parlo direttamente a Marco Nunzi “braccio armato” del Comune di Viterbo e strettissimo collaboratore dell’assessore-professore Silvio Franco. Preciso, entrambi carissimi amici.

Il comune di Viterbo ha esposto tutti i progetti in gara costata € 25.000. Sia perché sono bellissimi, sia perché è giusto essere efficienti, diamo al secondo classificato la possibilità di realizzare la proposta presentata con lo stesso budget di quest’anno? Possiamo usare gli stessi soldi per la comunicazione?
Possibili miglioramenti?

Sicuramente coinvolgerei tutti i vivai di Viterbo. Uno per Piazza. Tra l’altra si ridurrebbero drasticamente i tempi di realizzazione.
Il periodo di esposizione deve includere il 25 aprile, non creare 7 cantieri nei ponti turistici.
Se possibile coinvolgere l’associazionismo che è e resta una delle realtà più belle della vita contemporanea.
Dare subito mandato al gruppo di Lorenzo Porciani, secondo classificato.
Coinvolgere per tempo, da domani, chi si deve occupare di comunicazione in modo da poter pianificare.

Riassumendo

Cosa? San Pellegrino 2025, quello del Giubileo.

Chi? Il gruppo di Lorenzo Porciani.

Quando? 25 aprile-1 maggio

Partenza? Domani, martedì 7 maggio 2024. Non esageriamo, Il bomba day è troppo presto ma dall’8 si può.

Mi permetto di aggiungere che si parla di rete ma… La stagione in fiore parte da San Pellegrino in Fiore a Viterbo e si conclude con Peperino in fiore a Vitorchiano passando per Tuscia in Fiore. Cartellone comune? Calendario unico? 100 cartelloni 6X3 a Roma?

Questo è uno dei momenti in cui Viterbo dovrebbe ricordarsi che la Tuscia vuole essere a trazione capoluogo. Riusciremo a fare le cose come si deve per una volta? Caro Marco Nunzi, te la senti di rivoluzionare centinaia di anni di “proprio orticello” e “noi siamo i presuntuosi” voi i paesani? La Tuscia si vende. Viterbo ne deve diventare di fatto la capitale”.




La caccia al tesoro, divertirsi e l’insicurezza

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “La sensazione che avverto ogni volta che interagisco con gli italiani è la frustrazione. Nei giovani è ancora insicurezza ma nei grandi, forse per decenni passati a subire la vita, diventa frustrazione.

Quando sono lontano dalla città e terra che tengo stretta al cuore adoro ascoltare podcast. Praticamente di tutti i tipi. Mi piace sentire una persona intelligente che approfondisca l’analisi su un argomento. Oggi ne ho ascoltato uno che definisce cosa significa divertirsi.

Npr. (2024, January 12). Are we having fun yet? The serious business of having fun. NPR. https://www.npr.org/2024/01/12/1198909975/consider-this-from-npr-draft-01-12-2024

Molto interessante e, come tutto, mi ha fatto pensare alla Terra che tengo stretta al cuore ed ai suoi abitanti.

Mi sono posto la domanda: gli italiani sanno divertirsi?

Alla domanda: “come ti diverti?” ognuno di noi ha risposte diverse. La ricercatrice del podcast dice che analizzando migliaia di storie viene fuori una linea guida.

Ricordo ai tempi della pandemia, un mio post, in cui dicevo che eravamo felici e non ne eravamo consapevoli. In quel caso usai una foto di un momento di aperitivo al bar. Molti dicevano che quel rituale del fine settimana fosse la mancanza più grossa.

Questo è perfettamente coerente con la tesi del podcast.

Tre sono gli ingredienti del divertimento: Giocosità, Connessione e Flusso.

Giocosità. Deve essere un’attività non particolarmente pericolosa o seria, in italiano credo si dica leggera. Può essere un gioco di carte ma non per soldi, vestire le bambole o praticare uno sport. Nulla di serio. Forse meglio se non troppo impegnativa.

Connessione. Però ci deve essere un alto livello di connettività con le persone intorno, con il luogo e quello che succede. Correre da solo è un’attività sportiva, non è un divertimento. Bruno Buzzi ed i matti delle 6:00 si trovano a piazza Crispi il martedì e giovedì mattina per camminare un’ora e giurano sul proprio divertimento.

Flusso. Qualsiasi sia l’attività, deve avere un inizio. Una fase clou ed una fine. Ci deve essere l’aspettativa prima del momento importante ed un pizzico di rammarico quando sta per finire. Una piccola incertezza su quando diventi facile. La soddisfazione di arrivare alla fine. Ci deve essere un flusso.

Personalmente penso sia divertente pulire la piazza di fronte alla scuola di mia figlia con il mio amico Romano (vedi foto) ma so di essere strano.

Da ormai più di 30 anni organizzo la Caccia al Tesoro. L’ultima, il 29 dicembre 2023 al centro storico di Viterbo, dedicata alle associazioni solidali. Durante la gara me ne dicono di tutti i colori ma il giorno dopo tutti sono d’accordo e ammettono di essersi divertiti. È spensierata, si deve fare in squadra e consiste di 10 buste, 9 tappe, con il tesoro da trovare alla fine delle 9 prove. Avevo sempre pensato essere una cosa divertente, ma solo oggi il podcast me lo ha confermato.

Qual è la lezione da imparare? Anche per divertirsi bisogna saper scegliere. Ognuno preferisce una qualche attività ma deve essere con altri ed avere una sua vita. Credo che la felicità sia avere un grande sogno, attraverso tante piccole soddisfazioni. Aggiungo che dobbiamo avere attività divertenti da svolgere, almeno qualche volta al mese. Quindi, alla prossima Caccia al Tesoro accorrete in massa e pensate anche voi ad organizzare qualcosa di divertente per gli altri. Dimenticate l’insicurezza, provateci! Se tutti avessimo più divertimento nelle nostre vite… sarebbero migliori e l’insicurezza non ci impedirebbe di stare bene”.

Giulio Della Rocca




Giulio Della Rocca: “Alessio Paternesi: come lui non ci saranno più”

VITERBO- Riceviamo da Giulio Della Rocca e pubblichiamo: “Alessio Paternesi: come lui non ci saranno più, la perfetta incarnazione dell’artista oltre che una brava persona. Alto, bello, occhi azzurri e capelli ricci, tantissimi anche in tarda età, affasciante e dal sorriso disarmante. Questo ha fatto si che Alessio Paternesi, l’uomo, ha sempre avuto successo con le donne ed un pochino invidiato dagli uomini. Era comunque impossibile nutrire sentimenti ostili nei suoi confronti. Sempre disponibile, sempre contento di vederti e pronto con uno dei suoi tantissimi ricordi. Era anche vero artista tanto da aver segnato lo scorso secolo. Un uomo con enorme successo internazionale, sia artistico che personale, ma sempre pronto a riceverti in casa o ad accorrere ad una chiamata. Gli voglio molto bene.

L’ultima volta che lo ho incontrato eravamo al bar Centrale di piazza del comune a Viterbo, durante quella che lui stesso chiamava “l’ora d’aria” che la moglie tedesca gli lasciava ogni sabato mattina. Era seduto in compagnia della figlia, Monica. Le mani erano appena tremanti ma gli occhi ancora acuti e vigili. Non c’era mai tempo per i convenevoli: mi ha preso la mano che gli tendevo e con cd6db9e4-71ef-15c4-bda3-c9838ced2c9bfare morbido mi ha fatto sedere.

Era così, sempre capace di coinvolgermi. Nella foto a fianco durante una discussione pubblica sul “Il bello e Viterbo”.

Ci siamo conosciuti negli anni settanta quando abitavamo entrambi a Viterbo a due numeri civici di distanza, via Ciro Menotti 3 e 5. Era bello ma sopratutto distratto in quel tempo. Era si papà e professore all’accademia di belle arti di Viterbo ma il suo destino altrove. Lo aspettavano tantissimi successi che lo hanno portato alle personali a New York o nei set cinematografici ovunque nel pianeta. Per molti artisti è stato il punto di riferimento perché dietro i quadri, le sculture o le grandi opere c’era sempre l’uomo disponibile ed affettuoso. Il gruppo “Incontrando il nostro tempo” formato da R. Sanna, P. Crucili e L. Fondi, lo ha sempre cercato sia per la sua figura di mentore ma sopratutto per il fascino irresistibile che ha continuato ad emanare per sempre. Lo hanno premiato in tutte le maniere possibile e portato ad inaugurazioni e mostre negli ultimi 20 anni, quelli in cui era tornato a Viterbo. Di fatto lo hanno adottato e lui preso loro sotto l’ala protettrice. Riccardo Sanna dice; “come lui non ci saranno più: la perfetta incarnazione dell’artista oltre che una brava persona”

Quando alla IV edizione de la Via degli Artisti al Palazzo papale, abbiamo dato al maestro Sanna il premio “Una vita per l’arte”, glielo ha consegnato il maestro Alessio Paternesi: la loro gioia non poteva essere maggiore.

Tutti scrivono delle sue opere ma a me piaceva lui, il suo carisma costruito sul sorriso e sulla sconfinata umanità. Per i miei gusti era un pochino troppo brontolone verso Viterbo, ma mi piaceva da morire discuterci e fargli ammettere l’amore che lo ha sempre legato alla nostra terra. Con lui se ne va un grosso pezzo del secolo passato. Dobbiamo a lui molto, sia per le opere quasi mai pagate che sono a Viterbo sia per aver contribuito in modo determinante alla nascita del polo museale oggi egregiamente gestito dai “ragazzi” di Archeoares che contano 50.000 visitatori paganti all’anno. Di lui il dottor Gianpaolo Serone, uno dei ragazzi del colle del duomo dice :”Ricorderò per sempre quando, seduti al tavolino di un bar, sorseggiando un caffè, lui parlava e sorrideva. Se ne va un gran signore la cui arte lo ha reso immortale”.

Anche nelle parole del responsabile Archeoares trapela l’umanità del maestro morto. Il suo sorriso e la voglia di stare con noi a sorseggiare un caffè, o visitare una mostra d’arte. Bastava una telefonata al numero di casa, quello con lo 0761, da uomo del XX secolo non ha mai preso il telefonino ma il suo carisma resterà per secoli”.




San Pellegrino by night? Interviene Giulio Della Rocca

VITERBO- Riceviamo da Giulio Della Rocca e pubblichiamo: “Sia chiaro, sono di parte. Di quella parte che vuole San Pellegrino il cuore pulsante della economia della città. Dove i turisti vengono, fanno un giro felici e scattano tante foto… anche alla T di Tuscia in Fiore, immersa in una marea di colori, nella tradizione di San Pellegrino in Fiore, grazie a Malè e Fontana.

Ed invece che succede? Questa povera 600, parcheggiata in via del Gonfalone sempre come la mini via degli artisti san pellegrinorosa, è stata oggetto di “lancio di segnale” la prima volta e semplicemente ri-rottura dello stesso vetro, poche notti fa. Credo poterlo dire a nome mio e dei miei vicini di “bottega”: voglio la presenza fisica di qualcuno che possa mettere manette ai primi che fanno gli spiritosi. Addirittura si parla di baby Gang. Sono di parte, voglio che artisti e curiosi vengano alla Galleria ed a San Pellegrino. Sono di parte, quella della città che tengo stretta al cuore. É nell’interesse di tutti. Soprattutto per i poco interessati che vengono in centro una volta ogni tanto. Manette pronte o pattuglia stabile. Perché non si fa?”.

Giulio Della Rocca, Galleria de La Via degli Artisti.

 




Viterbo, Della Rocca: “Un dicembre di meraviglie nella città che tengo stretta al cuore”

VITERBO – Riceviamo da Giulio Della Rocca e pubblichiamo: “Oggi, 3 dicembre 2022, ore 18:00, alla Galleria de “La Via degli Artisti” inaugurazione della mostra del sociologo Romano prestato all’arte Paolo Signore curata dalla Professoressa Laura Principi che resterà aperta fino al 18 Dicembre.

Per Tuscia in fiore Vernissage, gli artisti internazionali selezionati tra 139 proposte da 25 Nazioni arrivano a Viterbo  il 5 dicembre e visiteranno, oltre i ristoranti e pizzerie locali,  la scuola Egidi, il liceo Artistico Orioli, il Museo del colle del Duomo di Archeoares, Villa Lante e la città medievale.

Dal 7 al 10 dicembre 2022, dalle 16 alle 20:00, saranno presenti sotto i portici di piazza Della Rocca  con artisti e musicisti dalla Tuscia e dal Mondo. A questi si affiancheranno un nutrito gruppo di artisti della Tuscia per una magica estemporanea l’8 dicembre alle 11:00 al palazzo Orsini di Bomarzo all’interno di Tuscia Deliziosa curata dall’amministrazione comunale locale.

Cerca il gruppo che fa festa con le felpe di Tuscia in Fiore.

L’8 dicembre 2022, alla Galleria, il primo appuntamento con “sei io fossi Babbo Natale” curato da Stefania Capati e Vanessa Giraldo di Radio Tuscia Events che terminerà il 6 gennaio 2023.

Dal 14 dicembre 2022 cocktail con l’arte delle eccellenze della Tuscia alla Galleria.

Dal 20 al 22 dicembre Galleria del Libro con 30 scrittori, curata da Catia Santoni e madrina Rosanna De Marchi.

Dal 23  in mostra l’artista Alfonso Lecce seguito all’inizio del nuovo anno dal grandissimo facchino-artista  viterbese  Angelo Paccosi.

Tutte le attività di Tuscia in fiore sono curate dal produttore esecutivo Nuccio Chiossi eroe di Giochi senza frontiere, dal Leonardo da Vinci locale Stefano Spolverini dello SoLab di Viterbo e dallo specialista di  marketing e grafica Claudio Fortugno di Agenzia Propaganda”.




Bando della cultura, Giulio Della Rocca interviene dopo la bocciatura del suo progetto

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “Bando della Cultura per Natale del comune di Viterbo. Il dado è tratto. Le graduatorie, qui allegate, sono state pubblicate sul sito del comune il 16 novembre 2022. Che successo?

Gli uffici su indicazione dell’assessore indicono il bando, l’assessore sceglie i commissari esterni, la commissione giudica. Complimenti ai vincitori. Adesso ci dobbiamo confrontare coi risultati.

L’associazione La Via degli Artisti e l’Ente del Terzo Settore Tuscia in Fiore che rappresento non hanno solo perso, sono stati bocciati rispettivamente con 49% e 32% dei punteggi.
Rosico? Forse sì, mentre è sicuro che io soffra, ma non in silenzio.

Do per scontata la buona fede di tutti: assessore Alfonso Antoniozzi, dirigente dottor Luigi Celestini, commissaria esterna dottoressa Isabella Di Cola, commissario esterno dottor Lorenzo Abbate; vedi curriculum allegati.

Perché soffro? Opps… Il comune si accorge di aver assegnato circa euro 82.000 dei disponibili 150.000 e prova a correre ai ripari. Sui media si legge che distribuiranno quanto resta dei 150.000 euro destinati e non spesi. Ci sono alcuni punti da chiarire.

Fermo restando la buona fede di tutti, se siamo stati bocciati non meritiamo i contributi. Grazie ma, no grazie. Sono soldi che vengono dalle tasse dei viterbesi, in maniera indiretta, dalle tasse che ognuno paga ogni mese. Se non siamo all’altezza, niente contributo. Dobbiamo imparare a rispettare la professionalità. L’ingegner Saggini, per citarne uno, ci ha insegnato ad alzare gli standard, perché abbassarli per la cultura?

Non solo: oltre l’umiliazione anche la malafede? Se sospettate che ci lucriamo, non dateci nulla. Ci volete dare una piccola parte di quanto prospettato ma ci chiedete di realizzare lo stesso progetto. Come si fa? Date per scontato che ci lucravamo? Date per scontato che io, Giulio Della Rocca ci lucro?

Forse è il caso che il settore cultura del comune di Viterbo rispetti gli operatori e le loro professionalità. Capisco benissimo che le mie proposte possano piacere o meno, ma non provate a offendere né avvilire le mie, ho coraggio ad affermare, buone intenzioni.

Approfondiamo: dando per scontato la buona fede dei commissari, quali sono le loro conoscenze specifiche? Il dottor Lorenzo Abbate è un filologo. Nel suo curriculum non trovo eventi e di certo non dedicati alle tradizioni natalizie. La dottoressa Isabella Di Cola è una professionista del settore teatrale. Fa parte del Atcl, che gestisce il teatro Unione di Viterbo.

Mi sembra – mia opinione – che i vincitori siano un po’ nella direzione del teatro. Manifestazione altissima della cultura da sempre, un po’ debole purtroppo nel territorio comunale e di sicuro non tradizionalmente natalizia.

Rispetto la loro decisione e dico che la graduatoria non vada ampliata. Spero che per il futuro l’assessore abbia una rosa molto più ampia dalla quale scegliere i commissari.

Il nostro progetto, Tuscia in Fiore Vernissage, patrocinato dall’assessorato alla cultura del comune di Viterbo, ha ricevuto il 32% del giudizio. Musica arte dal mondo e dalla Tuscia. Più di 130 proposte da 25 Nazioni. Incontro di culture sotto i portici del palazzo Grandori, a piazza della Rocca, decentrato come richiesto dal bando. Tante le associazioni e scuole coinvolte come richiesto dal bando. Musica, pittura, digital designer, fiori e valorizzazione del territorio comunale. Non riesco a capire il 32%, ma presto farò accesso agli atti e sono sicuro che troverò la firma da parte dei commissari che dichiarano aver letto e giudicato degno del 32% il progetto.

Soffro. Soffro perché non riesco a capire come fare a contribuire alla città che tengo stretta al cuore. Soffro perché nonostante la stagione di speranza che la città vive con la nuova amministrazione, resto sconcertato perché sembra che la professionista di teatro scelga sopratutto attività teatrali. Soffro perché volevo organizzare le tombole delle vie di Viterbo per coinvolgere tutto il centro storico.

Soffro perché arrivo a Viterbo e mi chiedono della caccia al tesoro e dovrò dire che non si farà perché abbiamo perso il bando. Soffro anche perché so di avere nemici negli uffici comunali e non mi capacito.

Do a tutti appuntamento alla galleria d’arte della “Via degli Artisti” sicuro che, dove controlliamo tutto noi, portiamo a termine quello in cui crediamo. Ringrazio i responsabili: la nostra meravigliosa direttrice artistica, la professoressa Laura Principi; il responsabile esecutivo, il professor Chiossi, eroe di Giochi senza frontiere; il genio della lampada Stefano Spolverini, che trova tutte le soluzioni; Catia Santoni e Rosanna De Marchi, che hanno organizzato la galleria del libro dal 20 al 22 dicembre 2022; Vanessa Giraldo e Stefania Capati, di Radio Tuscia Events, che portano alla galleria il meraviglioso evento “Se io fossi Babbo Natale”, patrocinato dal comune.

Onestamente pensavo che questa volta avrei preso sopra all’85%, come è successo quando ci ha giudicato la regione Lazio. Peccato. Eppure nella città che tengo stretta al cuore si respira ancora la speranza”.

Giulio Della Rocca




“Tuscia in Fiore a Viterbo i primi di giugno”

di SIMONE CHIANI-

VITERBO – Giulio Della Rocca, principale referente per l’evento di “Tuscia in Fiore” svoltosi durante l’intero mese di aprile, si è espresso in merito all’esperienza appena conclusa. E ha rivelato qualcosa di assolutamente imprevisto.

1. Come giudichi la prima esperienza di Tuscia in Fiore?

Sfessata dal maltempo, ma un successo costante sia per l’afflusso, che per i commenti, che per l’attenzione avuta anche sui socials: più di 100.000 contatti alla settimana.

2. Quali sono stati gli eventi interni più apprezzati e che sicuramente riporterete?

Su tutto, Tuscia in Fiore per bambini. Dipingono liberi di esprimersi per terra su fogli bianchi. Ma per tutti l’atmosfera di voler stare insieme all’aria aperta circondati da fiori, gioia di vivere e tanto tanto borgo antico.

3. Quindi Tuscia in Fiore si farà anche il prossimo anno?

Se dipendesse da noi sì, certo. Abbiamo vinto un bando della Regione Lazio per farlo, siamo alla caccia del prossimo.

4. Avete trovato un buon appoggio dalla parte istituzionale dei vari Comuni?

Comuni, associazioni, singoli e attività, tutti felici di collaborare, anche entità online come “Tu Tuscia” o l’antica università la Sapienza.

5. Come pensate di migliorare in ottica futura?

Forse riesce meglio nei piccoli borghi, scolpiti nel tempo, dove tutti fanno parte dell’organizzazione.

6. A Viterbo non siete riusciti?

Provammo a coinvolgere la vecchia amministrazione che andò da sola al bando, abbiamo proposto alla commissaria ma non c’erano fondi in bilancio. Con mille attenzioni abbiamo tenuto gli standards alti e abbiamo risparmiato. Stiamo lavorando per far sbarcare Tuscia in Fiore a Viterbo. Ci siamo quasi. Inizio di Giugno potrebbe funzionare?




Viterbo, Giulio Della Rocca non si candiderà: “Limitato dal tempo”. E sulla Frontini…

di SIMONE CHIANI-

VITERBO – Giusto qualche settimana fa si era parlato di una sua possibile candidatura come Sindaco della Città dei Papi; oggi Giulio Della Rocca torna ad aggiornare il popolo viterbese sull’avanzamento del progetto.

  • C’è stata una svolta nella tua idea di candidarti sindaco? Stai preparando qualcosa di concreto?

Non mi candido. Non mi candido perché le elezioni saranno probabilmente a fine maggio, e non c’è il tempo di preparazione necessario per costruire un progetto attendibile e serio. Sono impossibilitato.

  • Vorresti, dunque, provare a entrare nella lista di qualcun altro? Magari di Chiara Frontini?

Non ho nessuna intenzione, anche perché sinceramente mi sembra che i fronti siano soltanto 2.

Chiara resta la prima scelta per me, ma sta facendo degli errori madornali.

  • Di che tipo?

Prima di tutto 4 liste sono una stupidaggine. La sua debolezza, percepita da molti, è la squadra di 128 persone; mettere in fila 128 persone significa che inevitabilmente un centinaio siano così così; questo è l’errore principale, sicuramente.

  • Torniamo a te. Hai comunque in programma, in futuro, magari tra 5 anni, di preparare qualcosa a livello politico?

Secondo me il civismo a Viterbo ha una sola possibilità: se vince Chiara questa volta. Sennò non c’è più modo; tornerebbero i Partiti in pompa magna.

Se Chiara funziona è un grande guadagno per la città, ma se dovesse fallire non ci sarebbe più spazio per il civismo.

  • Quali sarebbero state le aree di intervento privilegiate?

I problemi principali per Viterbo sono economico e demografico. Il problema demografico non è considerato da nessuno, perché tutti i politici pensano esclusivamente alla prossima elezione; invece, come diceva De Gasperi, un bravo statista pensa alla prossima generazione.
Avevo, su questo, delle idee molto incisive.

Sul piano economico invece la mancanza di liquidità del sistema può essere risolta solo dal turista che porta i soldi e va via. Poi i fondamentali dell’economia sono un’altra cosa, ma il problema della liquidità potrebbe essere in parte risolto così.

  • Quindi, a modo tuo, lavorerai comunque per il bene della città?

Io ho detto a tutti, a Chiara Frontini, a Ubertini, a Enrico Panunzi, che sono disponibile. Non come figura politica, non come assessore, ma gratuitamente. Sono a disposizione per fare ciò che serve alla città. Sono disposto a tutto. Il mio obiettivo è e sempre sarà il bene della città. Ma probabilmente la politica non funziona così.




Giulio Della Rocca: “La commissaria prefettizia deve supervisionare la prima fase dei progetti dei fondi europei”

Riceviamo da Giulio Della Rocca e pubblichiamo: “Questo è il momento di spingere: a favore della tesi per cui la Commissaria prefettizia debba supervisionare la prima fase dei progetti per lo sfruttamento dei fondi Europei.

Quando leggiamo PNRR vogliamo pensare “arrivano tanti soldi” e ci sono tutte le aspettative per una scossa all’economia stagnante.

Non siamo ancora fuori dalla lunga notte del covid, ma almeno l’Europa ha ben pensato di dotarsi di uno strumento di investimenti finanziario straordinario per un futuro condiviso in cui credere e quindi poter unire le forze per lavorare insieme.

L’Italia in particolare ha pianificato le seguenti aree di intervento:

1. Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo
2. Rivoluzione verde e transizione ecologica
3. Infrastrutture per la mobilità
4. Istruzione, formazione, ricerca e cultura
5. Equità sociale, di genere e territoriale
6. Salute

Lo strumento pratico, i regolamenti di Next Generation EU sono scattati nel 2021 quando è stato possibile presentare ufficialmente il Piano nazionale di ripresa e resilienza alla Commissione europea.

Speriamo che il governo abbia fatto quanto necessario. E’ scattata la fase del decentramento: ci dobbiamo interfacciare con le strutture governative preposte in modo da condividere, oltre le sopra citate aree generali, le cosiddette M&T, le modalità in cui portare avanti i progetti ed i target. Qualsiasi svista, salto di scadenza o errore porta alla perdita del finanziamento. In altre parole nessuna leggerezza ma professionismo e rispetto delle regole. Questo è il momento di spingere,

Veniamo a Viterbo. Saremo bravi?
Il governo Gentiloni aveva predisposto 17 milioni per le periferie ed un amministrazione di Sinistra ed una di Destra se li sono fatti scappare: non sono mai stati presentati i progetti esecutivi. In comune spessissimo ci sono avanzi di bilancio. Oltre ad essere stati abituati a ricevere aiuti di stato ed aver avuto difficoltà a spenderli soffriamo anche un altro male: la litigiosità delle amministrazioni comunali non è esclusiva di destra o sinistra. Sembriamo attacca brighe, pronti a litigare, disordinati, cambia casacche in cerca di un “centro di gravità permanente”. Quasi sempre le crisi sono auto-prodotte e non si parla mai di soluzioni. Sembra che ci piaccia “sguazzare nei problemi”. Di conseguenza essere gestori della cosa pubblica diventa spesso un attività a vita, una professione. Se i risultati parlassero non ci sarebbero problemi ma così non è. Chiunque prenderà il controllo politico della città avrà gli stessi mali aggravati dalla voglia di far saltare alcune teste che hanno solo ia colpa di avere casacche diverse. I suddetti soldi faciliteranno le cose? Ancora prima dei M&T ci saranno tutte le possibili liti e stupide cattiverie. Perché dobbiamo accettare la sconfitta prevedibile? Esiste un’alternativa?

La crisi del panettone, che la vecchia amministrazione ci ha donato, potrebbe aver creato le condizioni per una vera alternativa. Il PNRR deve essere parte dell’attività di chiunque gestisca, non è una scelta politica o una indicazione di un possibile futuro.
Di fatto è ordinaria amministrazione.
É il piano, già fatto, su cui lavorare. La commissaria prefettizia potrebbe istituire tutte le strutture tecniche necessarie per gestire a livello locale i progetti ed i fondi del PNRR. Basta con la politica dei favori, dei concorsi già assegnati e del posto per il figlio o figlia di questo o quello. Con l’Europa è indispensabile il professionismo.

La commissaria potrebbe lavorare con il tessuto tecnico viterbese e fare passi da giganti in pochissimi mesi.

Alle elezioni si potrebbe andare con progetti, modalità e target concordati tra le parti ed immuni da eventuali volontà politiche nepotistiche. La commissaria non solo lo può fare ma dovrebbe farlo nell’interesse di tutti.
Viceversa quale scenario si prospetta con le elezioni in Primavera?
Oltre alla pandemia rampante per cui sarebbe bene evitare discussioni accese fiatandosi addosso, anche assembramenti sia prima che durante le votazioni con la tornata elettorale in primavera. Inoltre per 4 mesi non si fa nulla di quanto sopra. Tutto fermo.
La nuova giunta, nella migliore ipotesi, dopo il primissimo periodo di insediamento, in primavera deve immediatamente preoccuparsi dell’erba, dei rifiuti e di tutte le altre “peculiarità” squisitamente viterbesi. Il PNRR potrebbe passare in secondo piano. Purtroppo la litigiosità e tutte le altre caratteristiche comuni non spariscono con le elezioni. Anzi potrebbero inasprirsi visto la ricca posta in gioco dei contributi Europei.

Facciamo come con i 17 milioni per le periferie di Gentiloni?

Possiamo aspettare qualche mese per una giunta che ripresenti facce che sono da anni al palazzo dei priori e che, purtroppo, hanno pochi risultati da mostrare.
Alla Commissaria un grande compito ma con un obbiettivo chiarissimo: sfruttare a vantaggio della città la congiuntura creatasi. Attingere alle risorse umane Viterbesi e valorizzare l’altissimo grado di professionismo locale. L’elenco di chi è disposto a lavorare per la città, che tengo stretta al cuore, è lunghissimo. Avrà Antonella Scolamiero il coraggio di fare la cosa giusta per Viterbo?”




Teatro a Viterbo, Della Rocca: “Una realtà sempre in crescita?”

VITERBO – Riceviamo da Giulio Della Rocca e pubblichiamo: “Il cinema è di casa nella vetus Urbs, è appena finito con un altro grande successo il Tuscia Film Festival, ormai una realtà nel panorama del Cinema italiano. Molte troupe cinematografiche ci visitano spesso proseguendo la grande tradizione che da sempre vede la Tuscia ospitare produzioni che hanno fatto la storia del cinema italiano, un nome per tutti, il regista Monicelli.

Il teatro, che per molti è la cosiddetta gavetta, tende ad essere il cugino povero del ricchissimo cinema.

Se questo non bastasse, decenni di cicli di crisi, hanno relegato la sacra arte, già enormemente importante nell’antica Grecia, a fanalino di coda in tutti i piani di investimento di ogni programma politico.

Domenica 25 Luglio alle 21:30 in diretta Facebook sulla pagina della Via degli Artisti, tre professionisti, GianMaria Cervo in Tournèe a Bari, Paolo Manganiello da anni dedito al teatro socio riabilitativo ed il professor Aldo Bellocchio dell’Orioli sono stati ospiti della la rubrica “Terra di Tuscia” ed hanno parlato di Teatro e del fatto che solo il 10% delle fatiche creative arriva fino agli spettatori che però avrebbero bisogno, secondo Paolo Manganiello, di essere “preparate” a partecipare all’esplosione emotiva di una rappresentazione teatrale.

GianMaria Cervo, insistendo sulla logistica del teatro che vede tutti raccolti nello stesso rito, si lamenta che la produzione è spesso confusa con la programmazione.

Il Teatro resta magico per gli addetti al lavoro, che però hanno bisogno di vivere emozioni, o per dirla con le parole del professor Bellocchio, il teatro orizzontale, dove c’è posto per tutti, porta oltre l’orizzonte.

Commenti e domande in diretta hanno portato gli ospiti a parlare di Tuscia e di sfide continue per il teatro tanto che GianMaria chiede di quintuplicare il budget per il teatro e Paolo Manganiello gli fa eco dicendo che servirebbero miracoli per dare al teatro dell’unione e Ferento il posto che meritano. Una domanda in particolare da parte di Daniele Stefanoni ha fatto riflettere tutti sulla consuetudine di vedere il teatro come l’ospite famoso che non fa certo stagione teatrale ne educazione culturale.

Il teatro a Viterbo, spesso lasciato all’opera di poche e volenterose associazioni, subisce e, nonostante il lavoro degli ospiti, ogni anno si confronta con gli stessi problemi di budget, di mancanza di programmazione e di tanta voglia di crescere. Usando le parole di Mandela, GianMaria Cervo ha ricordato che “la paura di osare è impossibile fino a che non lo fai” indipendentemente da questa o quella amministrazione: “bisogna uscire dal prudenziale….. per simulare nel teatro nuovi scenari democratici”.

Il teatro deve mettere in discussione le nostre certezze e darci nuove forze, come indicato dal professore, per poter meglio affrontare la vita come ci ha raccontato attraverso tante storie di successo di ex alunni.

I tre ospiti hanno analizzato punti di forza e sfide per il teatro e la cultura parlando anche del valore dell’errore teatrale. L’ora di chiacchierata è passata velocemente tra le provocazioni di GianMaria Cervo e le riflessioni di tutti in diretta su Facebook dove resta disponibile a tutti sulla pagina della via degli Artisti https://www.facebook.com/viadegliartistiviterbo .

 




Viterbo, Della Rocca: “L’America tira un sospiro di sollievo”

VITERBO – Riceviamo da Giulio Della Rocca e pubblichiamo: “L’America tira un sospiro di sollievo ed io con lei. Oggi, 20 Gennaio 2021 alle ore 12:00, quando Garth Brooks, durante la cerimonia di inaugurazione dell’amministrazione Biden, ha chiesto di unirsi lui per cantare l’ultima strofa di Amazing Grace, una lacrima è scesa sul volto della statua della libertà e come a lei alla stragrande maggioranza degli americani. Certo 74 milioni hanno votato per Trump ma hanno anche espresso il peggior momento della storia repubblicana degli Stati Uniti: milizia armata che ha ucciso e preso di assalto il parlamento a Washington. Vicini di casa, persone che incontro al supermercato, i guidatori delle macchine che incrocio al semaforo hanno creduto per anni alle bugie di Trump e sono corsi in suo soccorso calpestando la democrazia. Il 21esimo è il secolo delle informazioni e chi le controlla ha il potere. Speriamo di saperlo usare. L’uomo che non ha mai lavorato ed ama dire bugie, non legge e non è curioso, è razzista e bullo professionista, per usare un’espressione morbida, ha monopolizzato per anni tutte le televisioni con strilli offese e prese in giro ed è diventato l’uomo più potente del mondo.

Nel discorso inaugurale Biden ha detto che la democrazia ha tenuto l’urto. È la prima volta che un nuovo presidente deve dirlo. Il passaggio di potere era fino ad oggi una tradizione orgogliosa della prima democrazia del pianeta.

Il presidente uscente ha invitato tutti, chiedendo loro di estendere l’invito a chiunque volesse per la cerimonia di saluto. Solo i suoi familiari si sono presentati.

Questo grande paese ricco di contraddizioni, dove il sogno è lo standard e l’innovazione la prassi, ha fatto presto ad andare avanti. Tutto coverà sotto la superficie e l’apparente cordialità degli americani. Nessuno dimenticherà e tutti si domandano :” E se il prossimo Trump fosse un pochino più intelligente?” I rischi restano. La democrazia non è un sistema stabile, dipende da tutti ma sopratutto dai leaders. Da decenni i repubblicani rappresentano il ritorno al passato, Trump lo ha reso slogan vincente. Una parte di America vorrebbe tornare alla schiavitù ed alle violenze. Joe Biden invece scegli i ministri che rispecchiano l’America e chiama una poetessa nera per l’inaugurazione. Riuscirà la normalizzazione voluta dal nuovo presidente nell’opera di superamento del razzismo? I rivoltosi sono tutti bianchi ed hanno aspettato una scusa, per mostrare i muscoli, dall’elezione di Obama. I sentimenti nascosti sono tanto americani quanto umani. L’indipendenza economica è il vero normalizzatore, senza quello tutto torna in superficie. La politica degli strilli ha una naturale evoluzione: Trump! Le bugie hanno naturali conseguenze: la perdita di fiducia e centinaia di migliaia di morti da Corona Virus. La nazione più potente del mondo ha preferito credere al bugiardo più famoso del pianeta anziché alla scienza. Se si ha bisogno di strillare è molto probabile che la propria tesi sia debole o indifendibile. Trump potrebbe insegnarci molto: siamo disposti ad imparare?”




Viterbo, Della Rocca: “Il cambiamento è inevitabile, ma impariamo a cavalcare le opportunità”

VITERBO – Riceviamo da Giulio Della Rocca (presidente dell’associazione La via degli artisti) e pubblichiamo: “La realtà? Viterbo è anche Bagnaccio, Niccolò V, Agriland ed associazionismo, già tutti pronti per il dopo covid ma sopratutto i 17 tavolini di piazza del comune e l’Eat di via San Lorenzo, Grazie!

Le realtà viterbesi che funzionano sono moltissime nonostante il corona Virus, l’economia stagnante, il decremento demografico ed il diffuso senso di malessere di una società antica che comunque non si arrende mai.

Il bagnaccio, nato nella forma attuale dalla volontà di 4 giovani, è diventato un polo di attrazione sicuramente di tutto il centro Italia, ma probabilmente molto di più.

In un momento di tanta sofferenza, praticamente dentro Viterbo, i sei ettari condivisi dalla proprietà con Agriland ed il giardino di Filippo si ergono a novità che fa bene al cuore ed all’anima.

L’associazionismo nel viterbese è forte e deciso. Spesso mosso da puro altruismo a volte da necessità personali serissime.

Le terme continuano a crescere ed in particolare il managment ha deciso di tirare a nuovo l’hotel Niccolò V e sta preparando una novità mondiale nella zona posteriore.

Sono nella condizione personale e costante di parlare ed ascoltare i racconti di questi eroi che continuano nonostante la politica nazionale non dia risposte ai problemi ormai inveterati di una società antica i cui nodi vengono spesso al pettine. Sento storie di ordinaria magia e di volontà suprema. Debbo stare attento a nominare qualcuno perché sicuramente tralascerei molti altri decisamente meritevoli.

Questo è il problema: io stesso che ho tanto tempo per ascoltare non conosco neanche la metà delle cose meravigliose che succedono ogni giorno a Viterbo. Ieri per caso l’assessore Barbieri ci raccontava del recupero delle piastrelle dell’orologio della Torre che domina piazza del comune, già oggetto di un progetto ambizioso. Se invece avessi ascoltato l’artista che ci illustrava l’opera con scarpette rosse in scatola trasparente non avrei mai saputo.

La via degli Artisti, oltre all’evento omonimo, si occupa di promozione territoriale ma vorrebbe riunire l’associazionismo solidale ed offrire un punto di comunicazione per far sapere a tanti che come me hanno solo sentore, del loro attivismo.

Il covid ci ha cambiato la vita ed in molti soffrono e questo ci fa male. Allo stesso tempo sembra che ci laviamo le mani molto di più e le limitazione dell’ultimo DCPM stanno dando frutti clamorosi, ancora una volta siamo stati bravissimi, come in lockdown.

Dobbiamo ripartire ed essere pronti. Come il Niccolò V si mette a nuovo, usiamo la fine della pandemia per prepararci alla prossima estate che si preannuncia esplosiva: mettete un bagno nella camera del B&B che affittate e ri-tinteggiate da soli l’interno. Mettete fuori vasi in peperino e piantate fiori per la nostra delizia. Nel frattempo a piazza del comune spesso i 17 tavolini del bar all’aperto sono tutti pieni e si aspetta in piedi nonostante le temperature rigide.

Debbo nominare l’EAT di via San Lorenzo che sembra aver trovato la formula vincente per attirare ragazzi viterbesi ed universitari che vivono qui. Complimenti.

Flessibilità, duttilità e tanta voglia di fare sono sempre i segreti del successo. Il cambiamento è inevitabile, dobbiamo essere noi a cavalcare le opportunità e non aspettare che regione o governo o qualcuno faccia qualcosa: sembrerebbe che gli ultimi 500 anni non ci abbiano insegnato nulla”.




Viterbo, Giulio Della Rocca: “Tre anni di suolo pubblico garantito”

VITERBO – Riceviamo da Giulio Della Rocca e pubblichiamo: “La pandemia finirà ma, parafrasando Churchill, “non solo sangue lacrime e fatica”. Per noi si chiameranno chiusure, coprifuoco, semi lockdown o lo scongiurato nuovo lockdown, è una guerra.

Dobbiamo essere preparati.

Stiamo attenti e teniamo il virus sotto controllo facendo tutto giusto: distanza mascherina e sapone, ma organizziamoci. Probabilmente arriveranno aiuti dal governo per i prossimi mesi ma l’economia rischia di bloccarsi. Qualsiasi attività costretta per mesi alla sosta avrà problemi a ripartire senza materiale e senza ordini.

Le partite Iva soffriranno e non solo loro. Abbiamo la soluzione fatta in casa ed a prova di pandemia.

Mi spiego: chi, sotto lockdown, ha colto l’occasione facendosi trovare pronto all’esterno ha anche quintuplicato gli incassi. Il miglior Agosto di sempre per bar, B&B, ristoranti e musei. E’ arrivato il turismo di prossimità e ne abbiamo beneficiato moltissimo, di sicuro tutti coloro che si sono fatti trovare pronti. Quest’anno Archeoares va verso il record di 50.000 biglietti strappati. Una nuova primavera arriverà,

progettiamola e prepariamoci da subito.

Viterbo è bellissima ma con i tavoli sedie e gente seduta fuori è ancora più attraente. Il mio amico Andrea dichiara che sembra esserci sempre un evento. Adesso, in questo momento, oggi non fra un po’, dobbiamo prevedere settimane di poca attività ma che possiamo commutare in scelte:

Vasi in peperino, terracotta o ferro battuto?

Ombrelloni o rischio pioggia?

Fungo per il riscaldamento o scaldini sotto i tavoli?

Un bagno per stanza nel B&B o una nuova zona per le colazioni?

Non tutti ma molti possono agire e tenere in moto l’economia, gli altri ne beneficeranno.

Questo è il momento di fare quello che aspettava da anni del momento adatto: i muri a faccia a vista per esempio? Ripiantare gli alberi a prato giardino? Smettere di sporcare la città? Sia chiaro, se la città è sporca qualcuno ha buttato la carta in terra, smettete. Creiamo nuove abitudini. Lo scorso lockdown è stata la scossa, adesso facciamolo diventare la goccia che traboccò il vaso.

Non aspettiamo strani decreti, scegliamo noi, chi può far lavorare deve agire adesso.

Non sarebbe bellissimo avere per città un giardino d’incanto per la prossima primavera?

Una nuova alba, rinascita, ripartenza post covid è quasi fra noi e dobbiamo prepararci, sembra l’inizio della notte ma è il momento prima dell’alba. Rischiando di dire l’ovvio, l’economia circolare scatta se anziché cercare online facciamo fare i lavori in loco anche se dovessero costare €50 in più. Dobbiamo essere tutti pronti a ripartire e serve aiutarci. Oggi è il fabbro locale che ci chiede qualche euro in più per il cestino in ferro battuto ma domani sarà il cliente al tavolo che verrà per l’apericena e per le nuove scarpe. Oggi la cava ci chiede quello che sembra troppo per i vasi in peperino ma domani il CEO verrà a pranzo e si siederà fuori con il rappresentante che avrà invitato per esportare i nuovi prodotti e l’ospite dovrà pernottare. La lista è infinità.

Che cosa fa scattare tutto?

La sicurezza di avere 3 anni di suolo pubblico

a zero o bassissimo costo garantito. Se il comune preferisce 5 o 10 ancora meglio. Non è il momento di litigare, basta non perdete tempo. L’imprenditore capisce e rischia se può e riapre in debito e paga gli stipendi se si aspetta una nuova stagione in cui quintuplicare le entrate. Sapere di poter colorare ogni piazza e via di tavoli, sedie, fiori, musica e vasi da la speranza per una nuova primavera. Tutto dipende dal comune e da una scelta adesso: suolo pubblico garantito per anni.

Ad un certo punto ci sarà da discutere su macchine e ZTL, orari e limitazioni. Per adesso basta che possa passare una macchina che tutto si deve poter fare. Chi chiede posti di parcheggio per mettere quello che ritiene opportuno, li ottenga. La volontà politica sposi l’esigenza del momento. Caro signor Sindaco e assessore allo sviluppo, strillatelo e pubblicate cartelloni:

Si può.

Abbiamo un’occasione unica, sappiamo cosa succederà, presto la pandemia passerà, e cosa succederebbe, con la sicureza del suolo pubblico risorgeremmo con impeto e nuova forza, se solo facessimo una cosa:

suolo pubblico garantito.

Qualcuno potrebbe anche rischiare ed aprire qualcosa di nuovo: sala da te? Bar di liquori locali? Ritorno all’enoteca? La casa delle grappe? Tavoli con barbeque incorporato? Solo degustazioni? Centro per soluzioni digitali domestiche? Ci sarebbe da lavorare per molti.

Tutti i gestori chiedono un centro storico vivo e vissuto, qualche macchina, uffici pubblici, ma sopratutto tanta tanta vita. Tavoli, sedie, ombrelloni, funghi, vasi con fiori e se possibile molta musica e qualche artista che dipinga: ecco la vita del nostro meraviglioso centro storico. Poi seguiranno le mamme con i passeggini, le coppie di giovani turisti e le scolaresche in gita. Basta una scelta chiara oggi per un sicuro domani:

suolo pubblico garantito.

Parafrasando Paola Bernini del bar Centrale, la musica da sotto gli archi di piazza del comune, come per il pifferaio magico, richiamerà tutti da Valentano a Bassano Romano, da Civita di Bagnoregio e Caprarola, da Castiglione in Teverina a pitigliano, ma anche dall’Ellera alla Mazzetta”.




No lockdown-Facciamo da soli

VITERBO- Riceviamo da Giulio Della Rocca e pubblichiamo: “Il barista non ci deve chiedere di aspettare di fuori perché troppi nel bar, facciamolo da soli. Se c’è già qualcuno dentro la tabaccheria aspettiamo di fuori, facciamolo da soli.
La presenza minacciosa della polizia non deve farci mettere la mascherina, facciamolo da soli.
Bere alcool tardi porta ad abbassare la guardia, se non vogliamo il coprifuoco stiamo attenti da soli. La movida o lo “struscio” come si diceva un tempo, si può fare da un metro di distanza, perché lo deve dire Conte? Fatelo da soli voi che potete.
Questo non è un periodo da nonni e nipoti, perché lo deve dire qualcuno? facciamolo da soli.
I figli di un mio amico medico debbono vedere la nonna da febbraio. La mia amica professoressa è in pace con l’insegnamento a distanza così non rischia lei e non mette a rischio nessuno.
Questo è il momento del buon senso.
Nessuno stupido anti-allarmismo ma neanche inutile allarmismo al 75%. L’unico modo per evitare il prossimo lock-down è fare tutto quello che possiamo da adesso, da ieri se possibile. Usiamo il telefono, sembra strano a dirsi, tanto quanto possiamo. Chiamiamo amici e parenti che non vediamo da almeno 3 mesi. Forse è un po’ freddo per mangiare di fuori, copritevi bene perché è meglio riscaldarsi con un buon rosso ed il giacchetto che rischiare all’interno. Ci possiamo salutare mettendo una mano sul proprio petto, veramente dobbiamo sentircelo dire?
Le condizioni per il lockdown non ci sono più. Il virus è in tutta la penisola ed in tutte le provincie. Non serve un piano nazionale, serve quello individuale e molto buon senso. Basta chiacchiere, se vi da fastidio la mascherina state a casa. Se dovete stare all’interno di una stanza con altri, giocate ai 4 cantoni e non vi mettete seduti vicino.
L’Italia e la Tuscia sono stati eccezionali nel primo, e speriamo ultimo lockdown. Al mondo, con la Corea del sud siamo stati i più bravi. Possiamo esserlo ancora senza lockdown?
Buonsenso, buonsenso, buonsenso.
Ricordo di andare alle medie alla Vanni a via col Moschin e fare una settimana di mattina ed una di pomeriggio. Non si possono dividere le classi delle elementari e medie? Ma veramente la Rai non ha ancora fatto le classi sulle reti nazionali? Tele Lazio Nord, che ne dite? Potete mandare un programma di intrattenimento per i bambini dalle 9:00 alle 12:30 in diretta tutti i giorni? Per quelli delle elementari o dell’asilo, vedete voi. Certo qualcuno potrebbe aiutarvi e dividere i compiti. Io ci sto sono pronto a fare gratis la mia ora se servisse ma ci sono tanti e bravissimi insegnanti che vorrebbero…
Abbiamo montagne e campi bellissimi, perché non fare passeggiate in solitaria o piccoli gruppi familiari. Una mia amica mi ha detto di sentirsi meglio ed aver perso peso con le camminate.
Siamo i più geniali e creativi del pianeta, troviamo la maniera. Perché perdere energie inutili nel criticare o inventare complotti. La realtà scientifica dice mascherine, distanza e tanto sapone. Non sembra poi la fine del mondo. Pensiamo al come uscirne, non come criticare.
Voglio continuare a potermi fermare e prendere un pezzetto di pizza al taglio o un fantastico caffè al bar, da solo o con amici. Basterebbe un po’ di buonsenso”.

 




“Michelangelo, Viterbo e la bella Galliana: il segreto dei Farnese”, il romanzo di Giulio Della Rocca

VITERBO- Vive a Viterbo, cuore della Tuscia, intorno all’anno domini 1133, una bellissima fanciulla appena diciottenne: Galliana. Lo storico la descrive come una delle meraviglie della città. Questa da giovanissima è al centro della vita cittadina: prima come vittima designata di una triste tradizione legata ai mitici fondatori Troiani, poi come oggetto di attenzioni non volute da parte di tutti gli scapoli del tempo ed infine come motivo dell’assedio alla città da parte dell’esercito di un nobile romano impazzito d’amore per lei.
Una vita segnata da vicende tumultuose per lei e strazianti per la città. La leggenda racconta di una fine ancor più triste o almeno così si tramandati di padre in figlio.
Qualcosa non è stato però raccontato, esistono particolari della storia apparentemente persi nel tempo.
Invitata all’Università degli Studi della Tuscia ad una conferenza su Michelangelo, Elizabeth Maddow, docente di fisica delle arti visive all’Università della California, Los Angeles, accompagnata da un giovane “facchino” curiosando in città entra nel complesso di “Viterbo Sotterranea” e, in una grotta ancora non scavata, nota una strana nicchia a forma di paraboloide, la stessa usata da Leonardo Da Vinci nello studio sull’ottica e la trasmissioni di immagini.

Giulio Della Rocca ha il piacere di invitarvi alla presentazione del suo romanzo “Michelangelo, Viterbo e la bella Galliana: il segreto dei Farnese” Venerdì 9 Ottobre 2020, alle ore 19:00 presso la Trattoria L’Archetto a Viterbo, in Via Saffi (Via S. Cristoforo, 1).




“La Via degli Artisti” nella cornice di Palazzo dei Papi, il 12 e il 13 settembre 2020

VITERBO – Riceviamo da Giulio Della Rocca (presidente la Via degli Artisti) e pubblichiamo: “Con San Pellegrino, il palazzo dei Papi e una delle due cornici più belle del capoluogo: quest’anno si offre orgogliosa per la IV edizione de “la Via degli Artisti” col patrocinio del comune di Viterbo Sabato 12 Sett. dalle 16 alle 24 e Domenica 13 dalle 10 alle 22.

La Tuscia è terra orgogliosa ma da sempre è nascosta tra Roma e la Toscana. “La Via degli Artisti” è un evento nato d’istinto per raccogliere le espressioni più personali e presentarsi nelle mappe di turismo internazionali attraverso il bello e con la veste dell’arte della creatività.

Tuscia Tuscia Tuscia


Il fine settimana del 12 e 13 Settembre sarà ricchissimo per la Tuscia. Tante offerte per chi vive in zona o chi arriva da lontano: Arte, natura, creatività e tanto tanto talento in campo. Verdi e contenti a Vitorchiano, Teverina Buskers a Celleno, Musica Libre ed il maestro R. Di Gaetani a Barbarano Romano e l’arte nel capoluogo al cospetto del meraviglioso palazzo dei Papi.

Di fronte alla residenza papale tantissimi artisti accoreranno da tutti gli angoli della Tuscia per l’evento che nato come estemporanea di pittura accoglie l’arte nelle sue forme più disparate: dalla pittura su rame a quella con le foglie, dal jazz raffinato agli archi nelle vie del centro. Maestri delle arti antiche e creatori originali si alterneranno in scena per una due giorni ricca di sorprese. Tante penne della Tuscia presenteranno i loro libri e tanti musicisti le loro creazioni.
Domenica mattina inizierà con danza e light pilates aperto a tutti e le serate finiranno sempre in musica. Due appuntamenti tra tanti meritevoli di menzione:
Sabato alle 19:30 di scena, forse, il fatto culturale più connesso alla nostra terra: la carovana narrante con il professor Emiliano Macchioni ed altri.
Domenica alle 20 la Strega di Montecchio, Pier Isa della Rupe, e lo scopritore della Piramide Etrusca, Salvatore Fosci, sveleranno i segreti di una terra esoterica che continua a regalarci sorprese.

Nella notte se vedrete gruppi correre all’interno delle mura, sono i partecipanti della caccia al tesoro dell’antica latteria che partirà da porta della verità alle 21:00 di sabato, per attraversare tutto il centro storico alla ricerca di tracce, condite di storia ed orgoglio culturale, che guideranno al tesoro di ? 500.

Un grazie speciale al Comune di Viterbo ed alla fondazione Carivit che insieme al lavoro di tanti volontari permettono all’evento di crescere e richiamare sempre più attenzioni”.




Le considerazioni di Giulio Della Rocca sul…”Dopo Santa Rosa?”

VITERBO – Riceviamo da Giulio Della Rocca e pubblichiamo.

Dagli annali storici:
“Il 3 Settembre 1967 la Macchina di santa Rosa, del costruttore Giuseppe Zucchi, nato a Viterbo nel 1922, si fermò in Via Cavour, davanti al Palazzo dell’Amministrazione provinciale, a causa, sembra, di qualche difetto nella costruzione. I facchini si lamentarono…”
Per fortuna si fermò e basta. L’anno dopo, gloriosamente, ripartì e per molti anni di seguito, 11 in totale se non sbaglio, ci ha fatto piangere di gioia con la macchina più bella di sempre: il volo degli Angeli. Il ricordo ci scalda ancora il cuore.

Non succede nulla se quest’anno non passa la macchina. Mi dispiacerà da morire, quel giorno sarò un po’ più triste pensando a quello che il Corona Virus ci ha tolto. Ne sono morti a centinaia di migliaia in tutto il mondo per colpa del nemico invisibile. In molte nazioni la pandemia è ancora in crescita a giugno, come si può pensare di rischiare il più grande focolaio al mondo? Normalmente 30.000 persone si assiepano e sono a strettissimo contatto nelle vie e nelle piazze del trasporto.
Chi controllerà le mascherine?
E… se uno starnutisse nella calca?
Forse è il caso di pensare e non di ascoltare solo le proprie emozioni. Sarà un anno tristemente memorabile questo 2020.

Tante perdite quest’anno: a partire dal festival “San Pellegrino in Fiore ” fino al trasporto della Macchina di Santa Rosa.

Ripartiremo! Rinasceremo! Sarà un anno speciale il prossimo o il primo dopo la pandemia. San Pellegrino in Fiore diventerà Tuscia in Fiore e l’evento più clamoroso della Terra di Tuscia, il glorioso trasporto della macchina di Santa Rosa, unico al mondo, sarà trasmesso in mondo visione ed in tutte le piazze della Tuscia un mega schermo trasmetterà la diretta. Abbiamo 15 mesi per organizzarci. Non è tempo di polemiche ma di unione. Tanti stanno soffrendo per il virus e per altri seri motivi: ce la dobbiamo andare a cercare?
Quest’anno il “dopo Santa Rosa”che secondo quelli di Viterboh è vissuto anche dal virus , non può essere usato. Iniziamo a progettare da adesso il trasporto in mondo visione del prossimo anno e promuovere Viterbo come capitale della Cultura 2033 come proposto da Giulio Marini.

In questo momento le menti calme debbono pensare e pianificare!