di DIEGO GALLI –
La difesa dell’ambiente può ripartire dall’edilizia sostenibile. Questa affermazione, ormai consolidato in molti Paesi del mondo, comincia a mettere radici anche in Italia, soprattutto grazie all’Ecobonus 110% messo in campo dal Governo. Per capire come la sostenibilità non sia unicamente una moda del momento, ma una necessità per tutti, abbiamo rivolto alcune domande all’imprenditore Sergio Saggini, che con la sua ditta Saggini Costruzioni ha sensibilmente modificato l’aspetto di alcune aree di Viterbo, realizzando edifici tecnologicamente avanzati e quasi a “impronta zero”.
Non è un segreto che le sue ultime realizzazioni siano considerate un’eccellenza dal punto di vista dell’edilizia sostenibile. Può raccontarci come è nata questa idea “green”? A quale modello si è ispirato?
Un primo stimolo ci è stato fornito dal fatto che nel 2007 -2008 intravedevamo già l’arrivo di una nuova crisi dell’edilizia. Solitamente, un settore “ciclico” come quello edile è formato proprio da alti e bassi e ormai eravamo al culmine. Un secondo stimolo è stato, invece, l’arrivo di normative sull’acustica e sul risparmio energetico sempre più ferree. L’introduzione di queste innovazioni e questi cambiamenti, sommato anche alla presenza di nuovi problemi, come quello della condensa, che mio padre nei precedenti 40 anni non aveva mai dovuto affrontare, ci ha spronato a rimetterci in gioco, aggiornando noi stessi e i nostri tecnici. Fu così che decidemmo di ispirarci a costruzioni presenti in territori come l’Alto Adige che ogni giorno sono obbligati a rapportarsi con problemi come la dispersione del calore e la presenza di muffe e condensa. Da questo punto di partenza ci siamo evoluti anno dopo anno, raggiungendo la certificazione energetica di “CasaClima” che oggi caratterizza ogni nostra realizzazione.
Certo, la questione etica di realizzare case sostenibili era sicuramente un aspetto al quale ero già molto sensibile, ma non è stato il vero elemento dominante. Lo è stato di più il dover fare “una scelta di vita” per la mia vita imprenditoriale. Restare indietro, in qualsiasi campo, non è più permesso. Sarebbe come scegliere di aprire oggi un’azienda produttrice di frigoriferi in classe energetica B. Dobbiamo guardare avanti, guardare al futuro e rinnovarci. Sempre.

Queste nuove conoscenze mi hanno successivamente spronato a investire in una ricerca di mercato, un sondaggio che mi ha confermato come i cittadini della Tuscia fossero molto attenti e interessati alla questione sostenibilità. Da lì, il nostro primo cantiere a Grotte Santo Stefano, completato nel 2011, ci ha definitivamente convinto sulla strada che avevamo deciso di intraprendere e che tuttora, 10 anni dopo, ci distingue.
Il cuore pulsante delle sue realizzazioni è sicuramente rappresentato dalla domotica. Può spiegarci come questa tecnologia influisce sui risparmi energetici di una dimora?
La domotica è molto influente dal punto di vista energetico perché permette di gestire gli impianti e di controllarne i consumi. Bisogna pensare che la caratteristica principale di un risparmio è data dalla conoscenza. Sapere quanto si sta consumando, in tempo reale, trasmette alle persone un senso di consapevolezza enorme, utile a ridurre il proprio “impatto ecologico” e migliorarsi con il tempo. È stato meraviglioso osservare come, nel tempo, i miei primi clienti si siano “evoluti”, riducendo i consumi nelle proprie case, sfruttando le sonde e il sistema intelligente di controllo che caratterizza ogni nostra realizzazione.
Un’altra delle innovazioni più interessanti è sicuramente dato dal sistema di ricambio dell’aria presente in ogni appartamento. Una caratteristica, ai tempi del Covid, più importante che mai. Può spiegarcene il funzionamento?
Oggi più che mai, a causa del Covid, abbiamo compreso quanto sia importante un sistema di ricambio dell’aria in ogni edificio. Questo immette costantemente aria pulita nell’appartamento estraendo l’aria esausta di cui, però, recupera il calore scaldando quella in ingresso. Funziona come una finestra aperta da cui però entra aria calda anche in inverno.
È stato interessante osservare come, finito il primo lockdown, ci sia stato un picco delle vendite delle nostre case. La presenza di ampi spazi all’aperto, come i nostri terrazzi o i giardini pensili, e di un sistema di ricambio dell’aria che permetta di avere sempre aria pulita e purificata hanno influito positivamente. Erano questi gli aspetti che più interessavano ai nostri clienti, sommati anche alla presenza di spazi condominiali “condivisi”, come i giardini privati. La presenza della domotica e di connessioni internet iperveloci, inoltre, si sono sposate perfettamente con il concetto di Smart working, oggi molto adoperato dalle aziende e dalle pubbliche amministrazioni. La possibilità di lavorare anche da casa, nel futuro, sarà sicuramente una costante e per poterlo fare bene, sarà necessario disporre di ambienti tecnologicamente evoluti e confortevoli.
La “condivisione” è un altro dei temi portanti dell’attuale modello ecosostenibile mondiale. Come ha affrontato questo fattore nei condomini da lei realizzati?
Oltre agli spazi condominiali condivisi, dei quali abbiamo parlato poco fa, vale sicuramente la pena parlare del sistema di recupero e condivisione dell’acqua piovana. Si tratta di un sistema presente in ogni nostra palazzina che permette di condividere tra tutti i condomini l’acqua piovana che viene raccolta in cisterne. Grazie a questa raccolta è possibile ridurre i consumi necessari per innaffiare i giardini. Inoltre, ma questo è un progetto che ancora stiamo studiando, presto sarà possibile condividere anche l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici non più singolo ma condominiali. Non escludiamo, infatti, che le nostre future realizzazioni disporranno di questa tecnologia, che sta cominciando a diffondersi nei Paesi più avanzati.
Easy, Smart, Dream, View. Ognuna delle sue recenti realizzazioni edilizie ci ha regalato una visione sul futuro… ma qual è il suo sogno nel cassetto?
In realtà ho realizzato già in buona parte il mio sogno, volevo costruire a Viterbo con questa tecnologia. È stato meraviglioso osservare come per primo, ed oggi insieme agli altri colleghi che adottano simili procedure, stiamo rivalutando la città dal punto di vista energetico, realizzando dimore con una “impronta ecologica” sempre più bassa (l’indicatore del consumo energetico e dell’impatto ambientale, ndr).
Quello che vorrei fare ora sarebbe la riqualificazione di un grande stabile industriale. Ce ne sono molti a Viterbo e sarebbe una sfida davvero interessante poter recuperare un edificio in disuso demolendolo per trasformarlo in qualcosa di innovativo ed ecosostenibile, dove poter introdurre tutte le innovazioni energetiche e ambientali che abbiamo e che stiamo sperimentando.
Viterbo resta il “quartier generale” delle sue realizzazioni. Su cosa dovrebbe puntare la città per diventare ancora più ecosostenibile e green?
Se dovessi dire solo una cosa penso alle rigenerazione urbana, tema che più volte abbiamo sollevato sia come Unindustria (Saggini dallo scorso settembre è Presidente della sede territoriale di Viterbo, ndr) sia come Ance. La delibera, recentemente approvata anche nella nostra città, potrebbe davvero essere la chiave di volta per trasformare il volto di Viterbo. Il recupero di edifici in disuso, come accennavo pocanzi, potrebbe essere un primo passo interessante. Ecco, le aree degli ex Mercati Generali, dell’ex Consorzio Agrario, l’ex cantina sociale, potrebbero essere un fantastico esempio di strutture da poter riqualificare. La posizione è strategica, non troppo lontana dal centro storico. Mi viene in mente il bosco verticale progettato dall’architetto Boeri…
Come sta procedendo l’ecobonus per l’edilizia nella Tuscia?
L’ecobonus è una misura davvero importante. Sicuramente c’è tantissimo da fare e da migliorare, ma è normale che una legge che distribuisce una quantità così grande di denaro sia complessa. Mi auguro ora che il governo pensi a una proroga anche per il futuro… potrebbe generare una spinta al Pil nazionale enorme. Solo a Viterbo stiamo assistendo alla nascita di molte aziende dedicate alle ristrutturazioni. Io stesso ho fatto molte nuove assunzioni. Il pericolo, certo, è che si generi un picco enorme per poi crollare nuovamente. Forse, sarebbe meglio una percentuale minore del 110% ma più stabile e duratura. La vera intuizione è stata quella sulla cessione del credito. Questo è il meccanismo che, mi auguro, sia mantenuto anche in futuro, perché permette ai clienti di non anticipare nulla.
La sua strategia di marketing è cambiata per abbracciare questa “anima green”?
La strategia di comunicazione e marketing è cambiata proprio per abbracciare questa “anima green” e realizzare progetti innovativi e di qualità. Ciò che ho compreso è che l’edilizia è un settore industriale come gli altri, al quale possono essere applicati tutti i sistemi di marketing utilizzati altrove. Sono cose che ho imparato sulla mia stessa pelle, andando in giro e frequentando corsi.
E lei? Come affronta la questione ambientale nella sua vita privata?
Senza una “sostenibilità” nella tua testa non puoi fare quello che sto facendo. Credo profondamente nel fatto che l’edilizia possa non avere impatto negativo a livello ambientale. Nel primo cantiere, vivendolo, ho compreso moltissime cose e col tempo, ho scelto di provare sulla mia pelle, a casa mia, ognuna delle innovazioni che successivamente sono state inserite nelle case che costruiamo.
Una delle ultime novità, che sarà introdotta nelle più recenti realizzazioni, è la predisposizione per inserire delle colonnine di ricarica nei garage. Quest’idea è sorta proprio perché sulla mia pelle sto sperimentando i consumi delle auto elettriche, un’innovazione che, son sicuro, nei prossimi anni sarà una realtà affermata in tutta Italia e nel mondo.
La vendita di The View è avvenuta in tempi record… a cosa sta pensando adesso? Può dirci qualcosa del suo prossimo progetto?
Beh, qualcosa era possibile intuirlo già dai progetti del Dream Village. Nel terreno adiacente, infatti, realizzeremo un’area residenziale, un vero residence formato da 8 ville monofamiliari con piscine private. Si tratterà di un complesso molto innovativo, con dimore di grande pregio, dotate di giardini privati ma anche spazi condivisi con parco per bimbi e campo da tennis, tutti videosorvegliati per massimizzare la sicurezza. Tra le innovazioni più interessanti che introdurremo, oltre alle serre solari già presentate in The View, anche un giardino interno. Una sorta di chiostro che porterà luce e aria fresca anche al piano interrato di ogni villetta. Queste ultime realizzazioni otterranno la certificazione “Casa clima GOLD”, il massimo presente sul mercato edilizio.