“Steam in Minecraft”: torna il contest per un futuro più green che premia le migliori idee nate sui banchini di scuola”

ROMA– Torna, dopo il grande successo di partecipazione dello scorso anno, il contest “STEAM in Minecraft”, promosso e organizzato da “Maker Faire Rome – The Euro-pean Edition” e Camera di Commercio di Roma, con la partnership tecnica di Maker Camp, in collaborazione con ASviS, Arduino e AIV. Un’iniziativa rivolta agli studenti italiani delle scuole primarie (limitatamente alle quarte e quinte classi) e secondarie di primo e secondo gra-do, degli istituti pubblici e paritari italiani che mira a sensibilizzare i giovani sull’importanza del-la transizione ecologica, della consapevolezza ambientale e della cittadinanza attiva, incorag-giandoli a concepire soluzioni sostenibili e innovative.
Tema dell’edizione 2025 è l’Intelligenza Artificiale come strumento per migliorare il presente e costruire una società più green e inclusiva attraverso l’uso di Minecraft Education Edition.
Gli elaborati devono presentare composizioni originali, basate su situazioni reali o immaginarie, che spieghino come la tecnologia, la scienza, l’ingegneria, l’arte e la matematica possano pro-muovere un benessere sostenibile e un futuro green attraverso lo strumento dell’Intelligenza Ar-tificiale. I partecipanti saranno invitati a realizzare progetti digitali in Minecraft “Education Edi-tion” che riflettano l’importanza delle innovazioni nel campo delle rinnovabili, dell’economia circolare e della gestione sostenibile delle risorse.
Il contest evidenzia il ruolo chiave delle discipline STEAM per sviluppare progetti che, non solo dimostrino l’applicazione pratica della scienza e della tecnologia, ma promuovano anche un ap-proccio olistico alla sostenibilità. Gli studenti sono chiamati a contribuire al miglioramento dell’ambiente attraverso un uso responsabile delle risorse, utilizzando Minecraft come strumento per visualizzare, progettare e realizzare idee innovative.
Il termine per l’invio delle candidature, inizialmente fissato oggi, è stato prorogato al 13 feb-braio 2025. I premi, fino a un valore massimo di 500 euro, saranno assegnati da un Comitato di valutazione in base alla creatività e all’efficacia delle soluzioni presentate. Il regolamento del contest, con tutte le informazioni nel dettaglio, è pubblicato sul sito www.makerfairerome.eu.




Parma sempre più green: 100mila alberi entro il 2025

PARMA – Parma si prepara a un grande cambiamento. Il Consorzio Forestale KilometroVerdeParma, nato nel 2020, ha l’ambizioso obiettivo di piantare ben 100mila alberi entro il 2025, creando così un vero e proprio polmone verde per la città e per l’intero territorio parmense. Un sogno che sta per realizzarsi: 70mila alberi sono stati già messi a dimora.

Un progetto partecipato.

L’iniziativa, aperta a tutti, invita cittadini, aziende ed enti a contribuire attivamente alla riforestazione del territorio. Chiunque possegga un terreno inutilizzato può metterlo a disposizione, mentre chi desidera sostenere il progetto può farlo economicamente o offrendo il proprio tempo come volontario.

Una rete in crescita.

Ad oggi, il consorzio conta già oltre 110 aderenti, tra soci ordinari e sostenitori. Tutti insieme stanno lavorando per creare una rete di boschi che non solo migliorerà la qualità dell’aria e dell’ambiente, ma offrirà anche numerosi benefici per la biodiversità e il benessere delle comunità locali.

Un futuro sostenibile.

Le piantagioni del KilometroVerdeParma seguono rigorosi standard di sostenibilità. La certificazione di gestione sostenibile delle foreste assicura infatti che esse siano gestite in linea con stringenti requisiti ambientali, sociali ed economici. Inoltre il progetto, coinvolgendo attivamente le scuole, educa le giovani generazioni al rispetto dell’ambiente e alla cura del territorio.

Un modello da seguire.

Il successo del KilometroVerdeParma potrebbe ispirare altre città italiane a intraprendere percorsi simili, dimostrando che la riforestazione urbana è un investimento per il futuro e una scelta vincente per un’Italia sempre più verde e sostenibile.

Parma sta dimostrando che è possibile trasformare un sogno in realtà, creando un futuro più verde e sostenibile per tutti.




“Giovani Generazioni Green”: AISEC e NO PROBLEM chiudono il progetto a Villa Ione

di SIMONE CHIANI-

VITERBO – Presso l’Agriturismo Villa Ione, si è svolto l’evento finale per il progetto denominato “Giovani Generazioni Green” dell’Avviso Pubblico per il finanziamento di progetti per il contrasto della povertà educativa e il sostegno delle opportunità culturali e educative di persone di minore età “Educare Insieme”, con i fondi messi a disposizione dal Ministero della Famiglia.

AISEC e NO PROBLEM, cooperative di Viterbo e Rieti unite già nella confederazione di categoria (Confcooperative), si sono fatte carico di mettere in piedi, tra 2021 e 2022, ben 6 giornate dedicate ad attività atte a stimolare i giovani partecipanti a socializzare in un contesto dinamico e propositivo combattendo la “distanza sociale” creatasi anche tra coetanei per la pandemia. Presente la componente scolastica con l’Istituto Magistrale Statale Santa Rosa di Viterbo e l’Istituto Comprensivo Rosatelli di Rieti.

Ricco di incontri e iniziative sia outdoor che indoor, le attività del progetto hanno riguardato:

  • Rifiuti zero e Plastic Free: l’azione è consistita nell’organizzazione di un Cineforum presso i Sustainability Hub; al termine di ogni proiezione, alla quale sono stati invitati a partecipare i giovani, si è tenuto tra i ragazzi un dibattito inerente i temi trattati.
  • Tutela della biodiversità: è stato effettuato un ciclo di incontri volti a stimolare la consapevolezza ambientale, la protezione e il ripristino della biodiversità ittica lacuale e marina assieme a biologi specializzati. Inoltre, presso la riserva del Lago di Bolsena, è stata organizzata una giornata di pulizia delle aree dalle plastiche, nel comune di Marta.
  • Sostenibilità energetica: è consistito nella realizzazione di un questionario, distribuito ai giovani dei territori interessati dal progetto, nel quale si è cercato di comprendere il livello di consapevolezza dei propri consumi. A seguire sono state organizzate delle giornate per la diffusione della comprensione alla lettura della bolletta e alla redazione di un decalogo, da pubblicizzare sui canali social del progetto, di gesti quotidiani che permettono di risparmiare energia.
  • Green e Circular Economy: l’azione positiva è consistita nella presenza dei ragazzi per sensibilizzare all’acquisto di prodotti senza imballaggi, premiando i cittadini usciti con almeno 5 prodotti acquistati senza imballaggi con un certificato di “Cittadino Sostenibile”.
  • Alimentazione sostenibile: i proponenti hanno immaginato un’azione positiva da svolgersi mediante la produzione di 5 video-ricette. I video delle ricette sono stati poi pubblicati sui social media dedicati al progetto. Inoltre, è stata organizzata una visita alla sede dell’Azienda Agromeccanica Soc. Coop. Agricola che sta avviando la strategia From farm to fork al fine di sensibilizzare e diffondere la buona pratica.
  • Smart mobility: questa azione si è svolta con l’avvio del nuovo anno scolastico, i ragazzi coinvolti nel progetto hanno portato, quale esperimento pilota, il piedibus nell’Istituto Comprensivo Luigi Fantappié di Viterbo. Contestualmente alle attività progettuali i ragazzi hanno preso parte anche a delle iniziative e attività di promozione e sensibilizzazione correlate alle Settimane Europee.

Nella giornata di oggi, tra mattina e pomeriggio, questa ricchissima proposta progettuale altamente educativa con taglio non-formale si è conclusa proprio attraverso l’evento finale, al quale hanno preso parte gli attori principali del partenariato, i partecipanti e altri curiosi accorsi alla chiamata.

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“ Verdi e contenti “, un fine settimana dedicato alle piante e al giardinaggio

di REDAZIONE-

VITERBO – Prima di prendersi una pausa invernale, ogni giardiniere sa che l’autunno è un momento d’oro per alcuni lavori che richiedono le mani in terra dopo la pausa estiva.  Il calendario di ” Verdi e contenti”  sabato 11 settembre e domenica 12 settembre si rinnova per il terzo anno (2021) dell’edizione di settembre. Un appuntamento per i più o meno appassionati al mondo delle piante e del giardinaggio nel senso più ampio del termine. La cornice non è scelta a caso. Perla botanica del panorama internazionale il Centro Botanico Moutan affascina migliaia di visitatori da tutto il mondo con la stupefacente fioritura delle peonie. Un giardino senza tempo che emana magia e atmosfera anche in altre stagioni. I viali di lecci, il foliage delle peonie arbustive che vanno a riposo, la natura che ci accompagna verso il riposo invernale. Una nuova esplosione, un nuovo vigore prima di andare  a riposo durante i mesi più freddi.La programmazione di Verdi e Contenti si arricchisce di un evento in più da vivere e a cui partecipare. Oltre all’edizione primaverile di maggio che si svolge a l’Orto Botanico di Viterbo una nuova location di pregio botanico ospiterà lo spin-off di Verdi e Contenti.

Vivaisti produttori, Espositori di qualità ognuno rappresentante diverse categorie botaniche, tante attività per i bambini e le famiglie, chiacchierate e incontri per coltivare il nostro animo e pollice verde . Un Week End rivolto a tutti i green addicted e non, perchè il giardinaggio non si ferma nei mesi meno caldi anzi. La natura ci insegna che ogni stagione ha i suoi tempi, le sue fioriture e soprattutto delle best practice da seguire. Coltiviamo insieme il nostro pollice e animo verde e  condividiamo la passione che ci unisce e rende la nostra vita più green. L’evento è l’occasione per uscire dal virtuale e incontrarsi, per parlare e confrontarsi con gli espositori provenienti da tutta Italia e per diffondere i giusti consigli di giardinaggio da seguire. Verdi e Contenti come green blog, infatti, si promuove di sensibilizzare e avvicinare tutti gli animi al mondo dei fiori, delle piante e del giardinaggio. Un progetto a 360° che accresce con un tassello in più: l’edizione di settembre. Una totalità di competenze, sinergie e professionalità per un evento qualitativo e ricco di proposte per noi animi green, una particolare attenzione ai piccoli ospiti che saranno protagonisti di avventure sugli alberi e laboratori creativi dedicati. Insomma sarà un week end fiorito per dare il benvenuto alla stagione dei caldi colori e godersi momento dopo momento perché bisogna scoprire il lato verde della vi

ta, per coltivare il nostro cuore green. Per tutti gli aggiornamenti, per conoscere l’elenco degli espositori e le attività in programma è possibile consultare il sito web e le pagine social ufficiali collegate.




Poste Italiane è sempre più “green” a Viterbo

Poste Italiane è sempre più “green” a Viterbo. Infatti nel centro di distribuzione di via Ferroni, a Viterbo sono già operativi 6 nuovi tricicli termici a basse emissioni, per la consegna della corrispondenza e dei pacchi, a disposizione dei portalettere.

Le caratteristiche – I nuovi tricicli sono dotati di motore basso emissivo 125cm3 Euro5 che consente una velocità massima di circa 74 km/h, per un’autonomia di circa 270 km e di un vano di carico di 250 litri. La particolare conformazione a tre ruote ne aumenta la stabilità e la sicurezza per il conducente e permette l’installazione di uno speciale baule che aumenta la quantità di pacchi e lettere trasportabili, caratteristica ancora più importante visto il costante aumento, anche nella Tuscia, dei pacchi da consegnare grazie allo sviluppo importante dell’e-commerce registrato a seguito del lockdown. Sono circa 6000 i chilometri percorsi giornalmente dai portalettere.

A completare il parco mezzi 50 automezzi, 6 motomezzi e 3 veicoli furgonati che consentono a i portalettere del Centro di Distribuzione di Via Ferroni di percorrere ogni giorno oltre 6 mila chilometri e di consegnare mediamente 1200 oggetti di posta registrata, 1400 pacchi e oltre 100 kg di corrispondenza ordinaria.

Il Centro, che comprende circa 97 operatori ( 77 portalettere più gli addetti alle lavorazioni interne e i ruoli di staff), coordinati dal responsabile Mirko Ridolfi, garantisce la consegna della corrispondenza su un territorio suddiviso in 59 zone di recapito che comprende, oltre a Viterbo, altri 10 Comuni (Bomarzo, Bassano in Teverina, Vitorchiano, Gallese, Vasanello, Vetralla, Soriano nel Cimino, Tuscania, Arlena di Castro e Tessennano) per un totale di circa 31mila famiglie e circa 15mila piccole e medie imprese distribuite negli oltre 33mila numeri civici.

Il rinnovo della flotta nell’ottica della sostenibilità – L’adozione dei tricicli termici a basse emissioni conferma, anche in provincia di Viterbo, la volontà di Poste Italiane nel garantire una maggiore sostenibilità ambientale su tutto il territorio nazionale e nel permettere una sempre maggiore diffusione della propria flotta “green” in tutte le regioni italiane.

Dal mese di febbraio è partita infatti in tutta Italia una nuova fornitura di mezzi “ecologici” per rendere sempre più vicina all’ambiente, agevole e sicura la consegna della corrispondenza. Il rinnovo della flotta aziendale è uno degli obiettivi di Poste Italiane che proseguirà per tutto il 2021, coinvolgendo numerose località su tutto il territorio nazionale. Con i nuovi tricicli termici, la mobilità di Poste Italiane diventa ancora più sostenibile, in linea con l’ESG – Environmental Social and Governance, il piano d’azione in materia di sostenibilità ambientale e sociale che ha l’obiettivo di garantire la definizione degli indirizzi del Gruppo con ricadute positive per l’ambiente e per il territorio.

 

 

 

 




Montalto, l’amministrazione accoglie i giovani velisti della Cambiavento

MONTALTO DI CASTRO – Questa mattina l’amministrazione comunale, rappresentata dall’assessore Fabio Valentini, ha accolto i tre giovani velisti di Cambiavento che, con la loro barca, stanno circumnavigando l’Italia per raccogliere dati sull’inquinamento del Mediterraneo.
Accompagnato dal Comandante Fabio Tasca del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera e dal Presidente di Assonautica Italiana Stefano Signori, l’assessore Valentini ha donato ai tre giovani skipper di Terracina, un assaggio dei nostri prodotti tipici locali. Un connubio fra ambiente e qualità.

I giovani velisti della Cambiavento

“La sensibilità ed il rispetto dell’ambiente – ha affermato Valentini – dimostrato da questi giovani, è un messaggio positivo che va divulgato. Per questo motivo ho portato loro volentieri il saluto di tutta la cittadinanza di Montalto di Castro e dei turisti che frequentano il nostro mare”



Edilizia sostenibile, Saggini: “Il mio sogno è quello di riqualificare un grande stabile industriale viterbese”

di DIEGO GALLI –

La difesa dell’ambiente può ripartire dall’edilizia sostenibile. Questa affermazione, ormai consolidato in molti Paesi del mondo, comincia a mettere radici anche in Italia, soprattutto grazie all’Ecobonus 110% messo in campo dal Governo. Per capire come la sostenibilità non sia unicamente una moda del momento, ma una necessità per tutti, abbiamo rivolto alcune domande all’imprenditore Sergio Saggini, che con la sua ditta Saggini Costruzioni ha sensibilmente modificato l’aspetto di alcune aree di Viterbo, realizzando edifici tecnologicamente avanzati e quasi a “impronta zero”.

Non è un segreto che le sue ultime realizzazioni siano considerate un’eccellenza dal punto di vista dell’edilizia sostenibile. Può raccontarci come è nata questa idea “green”? A quale modello si è ispirato?

Un primo stimolo ci è stato fornito dal fatto che nel 2007 -2008 intravedevamo già l’arrivo di una nuova crisi dell’edilizia. Solitamente, un settore “ciclico” come quello edile è formato proprio da alti e bassi e ormai eravamo al culmine. Un secondo stimolo è stato, invece, l’arrivo di normative sull’acustica e sul risparmio energetico sempre più ferree. L’introduzione di queste innovazioni e questi cambiamenti, sommato anche alla presenza di nuovi problemi, come quello della condensa, che mio padre nei precedenti 40 anni non aveva mai dovuto affrontare, ci ha spronato a rimetterci in gioco, aggiornando noi stessi e i nostri tecnici. Fu così che decidemmo di ispirarci a costruzioni presenti in territori come l’Alto Adige che ogni giorno sono obbligati a rapportarsi con problemi come la dispersione del calore e la presenza di muffe e condensa. Da questo punto di partenza ci siamo evoluti anno dopo anno, raggiungendo la certificazione energetica di “CasaClima” che oggi caratterizza ogni nostra realizzazione.

Certo, la questione etica di realizzare case sostenibili era sicuramente un aspetto al quale ero già molto sensibile, ma non è stato il vero elemento dominante. Lo è stato di più il dover fare “una scelta di vita” per la mia vita imprenditoriale. Restare indietro, in qualsiasi campo, non è più permesso. Sarebbe come scegliere di aprire oggi un’azienda produttrice di frigoriferi in classe energetica B. Dobbiamo guardare avanti, guardare al futuro e rinnovarci. Sempre.

Queste nuove conoscenze mi hanno successivamente spronato a investire in una ricerca di mercato, un sondaggio che mi ha confermato come i cittadini della Tuscia fossero molto attenti e interessati alla questione sostenibilità. Da lì, il nostro primo cantiere a Grotte Santo Stefano, completato nel 2011, ci ha definitivamente convinto sulla strada che avevamo deciso di intraprendere e che tuttora, 10 anni dopo, ci distingue.

Il cuore pulsante delle sue realizzazioni è sicuramente rappresentato dalla domotica. Può spiegarci come questa tecnologia influisce sui risparmi energetici di una dimora?

La domotica è molto influente dal punto di vista energetico perché permette di gestire gli impianti e di controllarne i consumi. Bisogna pensare che la caratteristica principale di un risparmio è data dalla conoscenza. Sapere quanto si sta consumando, in tempo reale, trasmette alle persone un senso di consapevolezza enorme, utile a ridurre il proprio “impatto ecologico” e migliorarsi con il tempo. È stato meraviglioso osservare come, nel tempo, i miei primi clienti si siano “evoluti”, riducendo i consumi nelle proprie case, sfruttando le sonde e il sistema intelligente di controllo che caratterizza ogni nostra realizzazione.

Un’altra delle innovazioni più interessanti è sicuramente dato dal sistema di ricambio dell’aria presente in ogni appartamento. Una caratteristica, ai tempi del Covid, più importante che mai. Può spiegarcene il funzionamento?

Oggi più che mai, a causa del Covid, abbiamo compreso quanto sia importante un sistema di ricambio dell’aria in ogni edificio. Questo immette costantemente aria pulita nell’appartamento estraendo l’aria esausta di cui, però, recupera il calore scaldando quella in ingresso. Funziona come una finestra aperta da cui però entra aria calda anche in inverno.

È stato interessante osservare come, finito il primo lockdown, ci sia stato un picco delle vendite delle nostre case. La presenza di ampi spazi all’aperto, come i nostri terrazzi o i giardini pensili, e di un sistema di ricambio dell’aria che permetta di avere sempre aria pulita e purificata hanno influito positivamente. Erano questi gli aspetti che più interessavano ai nostri clienti, sommati anche alla presenza di spazi condominiali “condivisi”, come i giardini privati. La presenza della domotica e di connessioni internet iperveloci, inoltre, si sono sposate perfettamente con il concetto di Smart working, oggi molto adoperato dalle aziende e dalle pubbliche amministrazioni. La possibilità di lavorare anche da casa, nel futuro, sarà sicuramente una costante e per poterlo fare bene, sarà necessario disporre di ambienti tecnologicamente evoluti e confortevoli.

La “condivisione” è un altro dei temi portanti dell’attuale modello ecosostenibile mondiale. Come ha affrontato questo fattore nei condomini da lei realizzati?

Oltre agli spazi condominiali condivisi, dei quali abbiamo parlato poco fa, vale sicuramente la pena parlare del sistema di recupero e condivisione dell’acqua piovana. Si tratta di un sistema presente in ogni nostra palazzina che permette di condividere tra tutti i condomini l’acqua piovana che viene raccolta in cisterne. Grazie a questa raccolta è possibile ridurre i consumi necessari per innaffiare i giardini. Inoltre, ma questo è un progetto che ancora stiamo studiando, presto sarà possibile condividere anche l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici non più singolo ma condominiali. Non escludiamo, infatti, che le nostre future realizzazioni disporranno di questa tecnologia, che sta cominciando a diffondersi nei Paesi più avanzati.

Easy, Smart, Dream, View. Ognuna delle sue recenti realizzazioni edilizie ci ha regalato una visione sul futuro… ma qual è il suo sogno nel cassetto?

In realtà ho realizzato già in buona parte il mio sogno, volevo costruire a Viterbo con questa tecnologia. È stato meraviglioso osservare come per primo, ed oggi insieme agli altri colleghi che adottano simili procedure, stiamo rivalutando la città dal punto di vista energetico, realizzando dimore con una “impronta ecologica” sempre più bassa (l’indicatore del consumo energetico e dell’impatto ambientale, ndr).

Quello che vorrei fare ora sarebbe la riqualificazione di un grande stabile industriale. Ce ne sono molti a Viterbo e sarebbe una sfida davvero interessante poter recuperare un edificio in disuso demolendolo per trasformarlo in qualcosa di innovativo ed ecosostenibile, dove poter introdurre tutte le innovazioni energetiche e ambientali che abbiamo e che stiamo sperimentando.

Viterbo resta il “quartier generale” delle sue realizzazioni. Su cosa dovrebbe puntare la città per diventare ancora più ecosostenibile e green?

Se dovessi dire solo una cosa penso alle rigenerazione urbana, tema che più volte abbiamo sollevato sia come Unindustria (Saggini dallo scorso settembre è Presidente della sede territoriale di Viterbo, ndr) sia come Ance. La delibera, recentemente approvata anche nella nostra città, potrebbe davvero essere la chiave di volta per trasformare il volto di Viterbo. Il recupero di edifici in disuso, come accennavo pocanzi, potrebbe essere un primo passo interessante. Ecco, le aree degli ex Mercati Generali, dell’ex Consorzio Agrario, l’ex cantina sociale, potrebbero essere un fantastico esempio di strutture da poter riqualificare. La posizione è strategica, non troppo lontana dal centro storico. Mi viene in mente il bosco verticale progettato dall’architetto Boeri…

Come sta procedendo l’ecobonus per l’edilizia nella Tuscia?

L’ecobonus è una misura davvero importante. Sicuramente c’è tantissimo da fare e da migliorare, ma è normale che una legge che distribuisce una quantità così grande di denaro sia complessa. Mi auguro ora che il governo pensi a una proroga anche per il futuro… potrebbe generare una spinta al Pil nazionale enorme. Solo a Viterbo stiamo assistendo alla nascita di molte aziende dedicate alle ristrutturazioni. Io stesso ho fatto molte nuove assunzioni. Il pericolo, certo, è che si generi un picco enorme per poi crollare nuovamente. Forse, sarebbe meglio una percentuale minore del 110% ma più stabile e duratura. La vera intuizione è stata quella sulla cessione del credito. Questo è il meccanismo che, mi auguro, sia mantenuto anche in futuro, perché permette ai clienti di non anticipare nulla.

La sua strategia di marketing è cambiata per abbracciare questa “anima green”?

La strategia di comunicazione e marketing è cambiata proprio per abbracciare questa “anima green” e realizzare progetti innovativi e di qualità. Ciò che ho compreso è che l’edilizia è un settore industriale come gli altri, al quale possono essere applicati tutti i sistemi di marketing utilizzati altrove. Sono cose che ho imparato sulla mia stessa pelle, andando in giro e frequentando corsi.

E lei? Come affronta la questione ambientale nella sua vita privata?

Senza una “sostenibilità” nella tua testa non puoi fare quello che sto facendo. Credo profondamente nel fatto che l’edilizia possa non avere impatto negativo a livello ambientale. Nel primo cantiere, vivendolo, ho compreso moltissime cose e col tempo, ho scelto di provare sulla mia pelle, a casa mia, ognuna delle innovazioni che successivamente sono state inserite nelle case che costruiamo.

Una delle ultime novità, che sarà introdotta nelle più recenti realizzazioni, è la predisposizione per inserire delle colonnine di ricarica nei garage. Quest’idea è sorta proprio perché sulla mia pelle sto sperimentando i consumi delle auto elettriche, un’innovazione che, son sicuro, nei prossimi anni sarà una realtà affermata in tutta Italia e nel mondo.

La vendita di The View è avvenuta in tempi record… a cosa sta pensando adesso? Può dirci qualcosa del suo prossimo progetto?

Beh, qualcosa era possibile intuirlo già dai progetti del Dream Village. Nel terreno adiacente, infatti, realizzeremo un’area residenziale, un vero residence formato da 8 ville monofamiliari con piscine private. Si tratterà di un complesso molto innovativo, con dimore di grande pregio, dotate di giardini privati ma anche spazi condivisi con parco per bimbi e campo da tennis, tutti videosorvegliati per massimizzare la sicurezza. Tra le innovazioni più interessanti che introdurremo, oltre alle serre solari già presentate in The View, anche un giardino interno. Una sorta di chiostro che porterà luce e aria fresca anche al piano interrato di ogni villetta. Queste ultime realizzazioni otterranno la certificazione “Casa clima GOLD”, il massimo presente sul mercato edilizio.




Australia, WWF: Tecnologia in campo per una rinascita green

ROMA – Dalle ceneri dei devastanti incendi che la scorsa estate hanno colpito l’Australia, il WWF ha costruito una visione audace per il ripristino ecologico della natura perduta, dove tecnologia e innovazione sono importanti alleati.

An Eye on Recovery è il nuovo progetto di WWF-Australia e Conservation International, realizzato grazie al support di Google.org: uno dei più grandi programmi di sorveglianza post-incendi mai intrapresi in Australia. Oltre 600 fototrappole, apparecchi capaci di monitorare la fauna selvatica nei paesaggi colpiti dagli incendi, infatti, saranno installate in aree come le Blue Mountains, East Gippsland, Kangaroo Island e il South East Queensland.

Circa 3 miliardi di vertebrati (mammiferi, uccelli, rettili e anfibi) si trovavano nei 19 milioni di ettari di foreste e praterie devastati dalle fiamme, e per ben 119 specie minacciate oggi sono oggi necessari interventi urgenti. L’entità dei danni è stata elevatissima, tanto che un anno dopo – mentre si cerca di prevenire una nuova stagione di roghi- il WWF e gli scienziati sono ancora sul campo per condurre valutazioni ecologiche relative all’impatto dei drammatici incendi sulla biodiversità locale. Ma ora grazie a Wildlife Insights, una piattaforma alimentata dall’intelligenza artificiale di Google, i ricercatori di tutto il paese caricheranno e condivideranno le foto scattate dalle fototrappole, per capire quali specie sono sopravvissute nelle zone colpite dagli incendi e determinare dove le azioni di recupero siano più urgenti.

A novembre, le prime 100 fototrappole sono state installate a Kangaroo Island, dove gran parte della foresta nativa è stata distrutta dalle fiamme, ma dove la fauna locale ha mostrato anche primi segni di ripresa. Una delle fototrappole, infatti, durante la notte ha ripreso un dunnart, adorabile quanto sfuggente marsupiale notturno di colore grigio, e specie a rischio a causa della distruzione del suo habitat e degli incendi. Grazie alla piattaforma Wildlife Insights, ora sarà possibile identificare oltre 700 specie di fauna selvatica in pochi secondi e scartare velocemente le immagini inutili, aiutando gli scienziati e gli ecologi a fare valutazioni i dati migliori. Sarà interessante in particolare monitorare specie come il topo australiano del fiume Hastings, un roditore nativo che era già in pericolo prima che il fuoco distruggesse gran parte del suo habitat nel nord del New South Wales, e il wallaby delle rocce dalla coda a spazzola, che ha perso buona parte del suo habitat vitale e delle risorse alimentari a causa degli incendi nelle Blue Mountains.

La tecnologia fornirà un aiuto fondamentale anche a Regenerate Australia, il programma quinquennale del WWF da 300 milioni di dollari, che ha come obiettivo quello di supportare azioni di ripristino degli habitat, di recupero per la fauna selvatica e trasformare l’Australia in un Paese a basse emissioni di carbonio affidandosi a tecniche innovative. “Verso 2 miliardi di alberi” è uno dei progetti che mira ad arrestare la perdita di biodiversità e proteggere e ripristinare gli habitat forestali, tramite la piantumazione di milioni di alberi e la sperimentazione di semina diretta da droni. È qui che entra in gioco AirSeed Technologies, impresa di restauro ambientale, che si occupa proprio della semina tramite droni e che fornisce il suo supporto per aiutare a piantare gli alberi necessari a sostenere le popolazioni di koala in difficoltà. L’obiettivo è quello di piantare, grazie ai droni, 100 milioni di alberi entro il 2024, ricostituendo gli habitat forestali con specie endemiche. Si tratta di un processo complesso, che unisce scienza e tecnologia e che si sviluppa in quattro fasi: lo studio dell’ecosistema, per capire quali specie piantare e dove; la produzione dei “baccelli” che contengono i semi, e che verranno disseminati dai droni; la semina attraverso grandi droni; il monitoraggio e la protezione proattiva delle piante.

Il “baccello” è progettato per proteggere i semi da animali invasivi come i roditori, ma anche da uccelli e insetti, e contiene tutti i nutrienti, i minerali e i probiotici di cui la pianta in crescita ha bisogno, per alimentare i suoi sistemi di radici e sviluppare la biomassa. AirSeed Technologies utilizza sistemi a gravità che possono piantare fino a 12 specie diverse in un solo volo. I droni sorvolano il terreno ad un’altezza variabile e sanno esattamente dove piantare ogni specie.  Il sistema conosce la pressione con la quale lanciare a terra il baccello del seme, dipendente dal tipo di suolo e dalla sua durezza. Questa soluzione è perfetta per la germinazione e la protezione dal vento, dalla pioggia e dall’erosione.

Una volta che il seme viene piantato, si utilizza l’intelligenza artificiale dei droni per identificare le specie che si sono stabilite con successo e quelle che non lo hanno fatto, oltre che per controllare le erbe selvatiche che possono essere dannose per l’insediamento delle nuove piante. Questo sistema non solo rappresenta una risposta rapida ad eventi come gli incendi boschivi (basti pensare che permette di ripristinare la vegetazione 25 volte più velocemente e con costi più economici dell’80% rispetto ai metodi tradizionali), ma permette di raggiungere anche terreni difficili e impervi.

Oggi oltre 100.000 mila alberi sono già stati piantati e ora si sta monitorando il tasso di successo. Ogni progetto avrà risultati diversi, a seconda della specie, ma la tecnologia può aiutare a fare la differenza.

La frequenza e l’intensità degli incendi in Australia stanno aumentando di anno in anno e la situazione, con l’avanzare delle temperature medie e della siccità, non farà che peggiorare. Per aiutare a ripristinare la struttura ecologica, la funzione e la connettività delle aree forestali colpite dagli incendi, e proteggere e migliorare le aree prioritarie ancora intatte che forniscono rifugio alle popolazioni selvatiche, ma anche per mitigare il cambiamento climatico e combattere la perdita di biodiversità, abbiamo bisogno di tecnologie che ci aiutino a piantare due miliardi di alberi entro il 2030.

Ognuno può fare la sua parte in questa sfida e aiutare il WWF a salvaguardare specie come i koala e a proteggere il loro habitat su wwf.it/adottaunkoala in modo che le generazioni future possano continuare a godere della ricchezza della fauna selvatica dell’Australia.




Europa Verde Terracina: “Vogliamo impegnarci per far nascere un biodistretto per promuovere l’agricoltura biologica e biodinamica”

TERRACINA – Riceviamo da Europa Verde Terracina e pubblichiamo: “Rispondiamo alla breve nota dell’ On. Nicola Procaccini, componente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo per ECR-FdI, il quale rivendicava il suo voto a favore della nuova riforma della Politica Agricola Comune (#PAC), sostenuta dalla maggioranza dei gruppi parlamentari come il Partito Popolare Europeo (PPE), i Socialisti e Democratici (S&D) e Renew Europe, ovvero PD, Italia Viva e una parte del M5S. Una riforma passata con 425 voti a favore e 212 contrari (tra cui il gruppo parlamentare Greens/EFA in the European Parliament compattamente contrario) e 51 astenuti, che ha sancito il vecchio modello di agricoltura e allevamento intensivo, favorendo le lobby dell’agribusiness, come la potente Copa-Cogeca, e il mantenimento dello status quo, dimenticandosi della crisi climatica e posizionandosi contro un’agricoltura più sostenibile e la tutela della biodiversità, come denuncia Juliette Leroux, consigliera per l’agricoltura dei Verdi Europei. Lo stesso Commissario EU all’agricoltura, Janusz Wojciechowski ha affermato che l’approvazione del maxiemendamento che dirotta solo il 30% delle risorse come incentivo per le pratiche “green”, rappresenta un passo indietro preoccupante rispetto alle ambizioni ambientali che la PAC dovrebbe avere davanti alle gravi crisi ambientali globali. Il risultato del voto risulta quindi in completa collisione con la linea presentata dalla Commissione che includeva anche la Strategia sulla Biodiversità e quella Farm to Fork, e mirava ad ottenere entro il 2030 una riduzione del 50% dell’uso dei fitofarmaci e del 20% dei fertilizzanti, oltre ad un taglio del 50% dei consumi di antibiotici per gli allevamenti, il 40% di superfici agricole italiane convertite a biologico e la trasformazione del 10% delle superfici agricole in aree ad alta biodiversità ed habitat naturali. Ora il testo di riforma dovrà essere discusso con Consiglio e Commissione e si dovrà trovare un accordo definitivo da sottoporre al voto finale del Parlamento.
La PAC è il più grande programma di sussidi diretti esistente al mondo e consiste in un pacchetto di misure che regolano le attività agricole e il loro impatto su clima e ambiente e vale 390 miliardi di euro per i prossimi sette anni (2021-2027), pari a 1/3 dell’intero budget dell’Unione Europea, distribuiti per circa 9 milioni di agricoltori europei.
La riforma approvata, e che dovrebbe entrare in vigore nel 2023, dopo due anni di regolamentazione transitoria, prevede che ben 162 miliardi di euro, siano usati per il sostegno al reddito tagliando le norme sulla condizionalità ambientale, e questo nonostante un incoraggiante 20% di finanziamenti per gli ecoschemi, come agricoltura di precisione, agroforestale e agricoltura biologica, e crea diseguaglianze e sperequazioni visto che ha distribuito l’80% dei sussidi ad appena il 20% degli agricoltori europei: quelli più grandi.

Tra le proposte più dannose quelle di non concedere spazio reale alla natura nelle aziende agricole invece di fissare l’obiettivo di almeno il 10% aree per la tutela della biodiversità, attraverso la creazione di stagni, siepi e piccole zone umide, come prevede la Strategia UE Biodiversità 2030, e promuovendo un modello di agricoltura intensiva che porta direttamente alla perdita di biodiversità, all’inquinamento dell’acqua e dell’aria, all’eccessiva estrazione dell’acqua e contribuisce alla crisi climatica. Vengono poi cancellati gli indicatori che misuravano la quota di preservazione del paesaggio che spettava alle aziende, o gli indicatori della riduzione delle emissioni del bestiame rendendo non possibile fissare degli obiettivi di riduzione delle emissioni per questo settore, uno dei più gravi contributori di emissioni climalteranti..
“Ancora una volta l’On. Procaccini preferisce porre la questione sterilmente sul piano ideologico, ergendosi a “salvatore dell’economia nazionale” contro l’ossessionante “nemico” rappresentato dalla “pericolosa deriva verso il solito estremismo ideologico della sinistra ambientalista”, quando nella vera sostanza con il suo voto non fa altro che adeguarsi supinamente, stavolta insieme a molti altri europarlamentari italiani di destra, sinistra e di centro, alle lobbies dell’agrobusiness e dell’agricoltura intensiva che sono di fatto i veri vincitori della contesa sulla PAC e mostra di tenere più agli interessi delle grandi Associazioni di Categoria che dei piccoli agricoltori e delle piccole imprese agricole a conduzione familiare che saranno, invece, fortemente penalizzate da questa riforma, visto che l’80% dei sussidi verranno erogati solo alle grandi imprese con 100 ettari in su. Non si può poi rivendicare con eccesso di pragmatismo e tatticismo la mancata abolizione dei sussidi dannosi che non porteranno alla riduzione degli impatti su acqua e aria, e alla conservazione della fertilità del suolo e degli ecosistemi, azioni necessarie alla transizione verso un necessario modello agroecologico.

Inoltre è grave che l’Onorevole non si renda conto che l’agricoltura italiana da tutelare è invece già la più “green” d’Europa, con 305 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario, 415 vini Doc/Docg, 5155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, e soprattutto con una forte leadership nel settore dell’agricoltura biologica con oltre 60.000 aziende agricole bio, e il primato nella sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari.

La strategia europea Farm to Fork infatti aveva l’obiettivo di dimezzare pesticidi e antibiotici entro il 2030, arrivando per quell’anno al 25% della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) biologica in tutta la UE. In Italia siamo già a poco più del 15%, a fronte di una media europea del 7,5%, e l’obiettivo sarebbe stato, quindi, di aumentare di due terzi le attuali superfici a coltura biologica nei prossimi 10 anni. Inoltre, nel 2019, si è rilevata una crescita del settore biologico anche dal punto di vista del numero degli operatori arrivati a 80.643 in aumento del 2% rispetto al 2018, secondo i dati di Sinab (Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica).

Tornando a Terracina, visto anche i ruoli di governo esercitati dall’Onorevole sul nostro territorio, non si può non partire da una considerazione importante per la nostra Città, che è la seguente: secondo i dati Istat del censimento 2010 nel comune di Terracina si è registrata (tra il 1982 ed il 2010) una riduzione della SAU del 25,1%, superiore al dato medio nazionale che è del 18,8% per un decremento in valore assoluto di 1736 ettari su un totale di 10230 ettari. Se consideriamo il periodo 2000-2010, la riduzione registrata è addirittura del 10,79% (- 629 ettari) contro una riduzione media nazionale del 2,3%. Partendo da questa considerazione, è del tutto evidente la necessità di preservare prima di tutto il suolo agricolo a Terracina, riducendo il consumo di suolo che nella nostra Citta’ è molto elevato rispetto alla media nazionale.
Come Europa Verde Terracina vogliamo continuare ad impegnarci, come abbiamo dichiarato in campagna elettorale, per far nascere un biodistretto per promuovere l’agricoltura biologica e biodinamica, diffondendo le buone pratiche rurali, ambientali e sociali, tutelando la biodiversità, sviluppando tutta la filiera: produzione, trasformazione, vendita, ristorazione, zootecnia, turismo rurale ed enogastronomico, anche riprendendo alcune filiere antiche come la filiera della canapa, fondamentale per gli utilizzi in bioedilizia, nel tessile, nel packaging, per le bioplastiche, i biocombustili, la bonifica dei terreni, l’alimentare, e come sostituto del legno. La ripresa economica ha infatti bisogno di proposte innovative fondate sulla sostenibilità con la scelta del biologico e dell’agroecologia, considerando di riservare una quota del Recovery Fund per sostenere un piano concreto per la conversione al biologico, a partire dalle aree interne e dalle aree naturali protette del territorio nazionale.

In virtù di questo, ci uniamo al nostro gruppo parlamentare europeo Greens/EFA in the European Parliament, ad Europa Verde, ai nostri Giovani Europeisti Verdi, alla coalizione “Cambiamo Agricoltura”, a molte associazioni di categoria e ambientaliste e ai giovani attivisti per il clima dei “Fridays For Future”, per chiedere alla Commissione europea di ritirare la proposta per la nuova PAC, e di ripartire da zero col processo legislativo con la sottoscrizione di una lettera contenuta sul sito https://withdrawthecap.org/ e confidiamo nei prossimi negoziati a tre con Commissione e Consiglio Europeo”- dichiara Gabriele Subiaco, co-portavoce di Europa Verde Terracina”.




S.O.L.E: “Se non ora quando?”

Riceviamo e pubblichiamo: “Questa volta Madre Natura ha parlato più forte delle altre volte. Non è la “semplice” alluvione che allaga dove passa o il “normale” tornado che distrugge boschi o l’incendio devastante ed inarrestabile come quello dell’Australia, eventi a cui ormai siamo abituati. Questa volta è Pandemia mondiale. Un terrificante virus che è vissuto chissà per quanto tempo nel cuore delle foreste più sperdute, trova la strada spianata dalle deforestazioni selvagge (per es. fare posto alle piantagioni di palme per fare l’olio) e arriva fin dentro le metropoli e si trasmette in un attimo dall’animale all’uomo.
La globalizzazione ha fatto il resto. Ci siamo dentro fino al collo e stiamo pagando un caro prezzo in termini di perdite di vite, danni sanitari e danni economici a venire. Forse per chi non l’avesse capito è arrivato il momento di rivedere il nostro stile di vita ma soprattutto il modo di produrre che tanto piace ai santoni del liberismo sfrenato.
E allora ci aspettiamo che una volta usciti da questa emergenza ci si rivolga con la stessa enfasi con cui i nostri governanti lo hanno fatto in occasione del Covid 19. Ci aspettiamo che si faccia riferimento al buon senso che tanto ci è stato richiesto. Ci aspettiamo che i grandi scienziati che hanno distrutto la Sanità pubblica se ne vadano. Se ne vadano in pensione, gliela paghiamo noi cittadini, come abbiamo sempre fatto. Ma ci aspettiamo soprattutto che i grandi paroloni con cui la politica, tutta, quella nazionale e quella locale, si è riempita la bocca si trasformi in realtà. “NEW GREEN DEAL” nuovo accordo per l’ambiente.
Venga rivisto il Piano Energetico Nazionale. Non si può passare dall’utilizzo del carbone a l’utilizzo del gas.
Non è decarbonizzazione. Il gas è un fossile e non andrà assolutamente a ridurre la produzione di CO2 che è tanto responsabile dei cambiamenti climatici in atto.
Sappiamo che un nuovo modello energetico non si può applicare dall’oggi al domani, ma sappiamo quanto sia importante partire verso la giusta direzione. Noi del Comitato S.O.L.E. ci siamo e siamo pronti. Abbiamo il nostro piano per Civitavecchia. Parte dal porto. Lo abbiamo chiamato “PORTO BENE COMUNE”.
Si tratta di un progetto di ambientalizzazione del porto di Civitavecchia con accumulo di energia attraverso l’idrogeno da fonti rinnovabili. Il progetto si sviluppa su due piani, uno di ricerca (il porto come laboratorio per testare su scala significativa soluzioni innovative) e l’altro sul piano applicativo basato sull’implementare in larga scala le tecnologie che riguardano la produzione di elettricità da rinnovabili, la produzione e lo stoccaggio dell’idrogeno e distribuzione e mobilità a zero emissioni per migliorare progressivamente l’impatto ambientale del porto.
Pensiamo che l’Autorità Portuale si debba assumere tutte le responsabilità del caso e debba fare da traino e da tramite anche verso quelle realtà imprenditoriali che già operano all’interno del porto, compresa la cantieristica navale. Facciamo nostro il grido d’allarme dei lavoratori e siamo per la difesa dell’occupazione dentro il porto. Pensiamo che l’Enel debba farsi carico di questo progetto, dando vita ad una grande opera”.

Comitato S.O.L.E. per un progetto di cambiamento
Salute Opportunità Lavoro Ecologia
e-mail: comitato.s.o.l.e@gmail.com
Facebook: https://www.facebook.com/Comitato-SOLE-115562513173354/
di bonifica del territorio, dopo settant’anni di sfruttamento, pensiamo sia legittimamente dovuto. Ma altre
realtà imprenditoriali potrebbero essere direttamente interessate. Fincantieri, Grimaldi, SNAM, Erg, senza
trascurare il coinvolgimento di Università come quella locale della Tuscia, La Sapienza ed enti di ricerca
come ENEA e il CNR.
Civitavecchia attraverso il suo porto si candida ad essere polo sperimentale di eccellenza, fornire possibilità
di sviluppo economico all’intero comprensorio, posti di lavoro di qualità, ambiente sano e salute.
La direzione è questa, altrimenti i sacrifici e la sofferenza di questi giorni saranno stati inutili e ci dovremmo
preparare ad altre catastrofi.