Grande successo per Pasolini 50 a Chia – restitutio memoriae “Pasolini 50 anni dopo ancora divide” (VIDEO)

Si è concluso con successo il primo incontro, evento Pasolini 50, a cinquant’anni dalla morte di uno dei più influenti intellettuali del XX secolo, organizzato dall’associazione culturale Il Fascino del Passato E.T.S a Chia (fraz. Soriano nel Cimino), presso il circolo culturale le “Cascatelle”. Alla presenza di molti appassionati, dell’opera e vita di Pier Paolo Pasolini, Marco Rossi attore-regista e Narratore di Comunità Unitus, ha affisso l’articolo del Corriere di Viterbo “Pasolini 50 anni dopo ancora divide” del giornalista Alfredo Parroccini. Il saggio di cronaca riporta l’esperienza di Marco Rossi, ricercatore e conservatore di testimonianze, memorie orali, tra la Tuscia e l’Idroscalo di Ostia (RM), dove Pasolini, fu brutalmente massacrato ed assassinato la notte tra la commemorazione dei santi e dei morti, tra il 1 e 2 novembre 1975. Rossi si è recato da solo nei meandri degli ex cantieri navali di Ostia, dove sorge il monumento dedicato allo scrittore-regista, opera di Mario Rosati, Comune di Roma 2005 (trent’anni dalla morte del poeta friulano), per intervistare i diseredati sociali, del sottoproletariato suburbano, per cercare di far luce e cogliere almeno qualche verità in più, tra uno degli omicidi italiani più discussi, insabbiati ed infangati di tutti i tempi. Si tratta di complotto di Stato? Macchinazione tra Stato-servizi segreti-loggia massonica-Vaticano? Oppure un destino annunciato da tempo, quasi voluto, a detta degli amici di sempre, collaboratori cinematografici etc? In realtà ad Ostia, negano i complotti e come si legge, affermano ha fatto la fine che meritava, quella di tanti come lui. D’altro canto, nella Tuscia, soprattutto a Soriano-Chia, ne ricordano la gentilezza, l’educazione, la mitezza del poeta, che invitava i ragazzi del borgo a giocare a calcio, presso il campo sportivo di Bomarzo o lo sterrato della Molinella, prima della superstrada, offrendo poi laute merende nell’amata torre medievale di Colle Casale, comperata dal regista, ad Augusto Parsi, nell’ottobre del 1970. Non sappiamo chi e perché, se o qualcuno o una moltitudine ha voluto la morte di Pasolini, che sicuramente a molti ha giovato, ma siamo sicuri che come in occasione di Pasolini 100 (1922-2022), cent’anni dalla nascita dell’autore ad oggi, la richiesta di conoscere i luoghi e l’opera di Pier Paolo Pasolini è tanta sia da parte degli adulti che dei giovani.
Seguono due filmati regia Marco Rossi, “Panoramica Chia e lettura articolo con il genius loci Quinto Chiacchiararelli” – “Pasolini 50 restitutio memoriae circolo culturale le Cascatelle”
Produzione indipendente Il Fascino del Passato E.T.S

 




Il Fascino del Passato: 110 e lode in lettere moderne per il Narratore di Comunità Marco Rossi. Tesi dal titolo “Lusus poetico”

di REDAZIONE-

VITERBO – Nella mattina del 16 ottobre scorso, presso l’Università degli studi della Tuscia, si è tenuta la discussione di laurea dell’attore Narratore di Comunità Marco Rossi, in lingua e letteratura latina, titolo della tesi “Lusus poetico” – Fedro e Marziale, lusus poetico antico nella didattica moderna. Relatore prof. Alessandro Fusi, docente di lingua e letteratura latina, Correlatore prof. Dino De Sanctis, docente di storia greca.
Di fronte alla commissione, il candidato neolaureato, ha illustrato partendo dai metodi pedagogico-didattici del latino nel passato, due nuovi metodi per una didattica integrale della lingua antica, rileggendo ed individuando un potenziale educativo nei testi antichi, per una pedagogia multidisciplinare ludiforme, volta all’integrazione scolastica di tutti gli allievi.
Marco Rossi, che ha avuto esperienze di teatro di narrazione ed integrato, ha affermato che la scuola di oggi, deve funzionare come sfondo integratore, e deve saper far collaborare attivamente tutti gli studenti, come in un laboratorio ludico, dove non si devono avvertire diversità, ma tutto deve rientrare in quella che il pedagogista Dario Ines, definisce come “speciale normalità”, dove non si colpevolizza l’errore e non si ha la sensazione di venir curati.
Il Narratore ha aggiunto nelle sue riflessioni personali, che queste ideologie culturali, le ha sviluppate con anni di studio sul territorio, grazie all’attività di storyteller svolta con l’associazione, che lo ha portato a contatto con molte persone, realtà sociali, dimore storiche, luoghi di interesse naturalistico e paesaggistico. Ha aggiunto che tutto questo non sarebbe stato possibile, se non avesse saputo ascoltare le testimonianze orali, ossia tutto quel patrimonio culturale immateriale, avente valore di civiltà. Aggiunge “la cultura su carta è quella più importante, perché rimane, ma niente può sostituire tutta quell’aneddotica e saggezza popolare”, come affermava Piaget “la conoscenza è un percorso di costruzione continua”. Il suo obiettivo è quello che un giorno si potranno insegnare le discipline, attraverso l’ascolto attento e partecipato, lavorando sulle inclinazione naturali dei discenti, per apprendere la vera essenza delle cose, in una pedagogia del divertimento, come un gioco o scherzo poetico.

Ringraziamenti a tutti i docenti Unitus, che con grande preparazione e dedizione, formano professionisti del domani.




Ronciglione: Storie di uomini ed echi medievali gruppo estivo agriturismo Forre del Treja

RONCIGLIONE (Viterbo)- L’associazione culturale Il Fascino del Passato, in collaborazione con l’agriturismo Forre del Treja di Caterina Puccetti, nei mesi di giugno e luglio, ha organizzato tre giornate in passeggiata-racconto nel borgo medievale di Ronciglione. E’ stata rievocata la storia, le cronache tra prosa, poesia, aneddoti e curiosità di questo feudo alle pendici del lago di Vico. I protagonisti di questo viaggio sono stati i bambini del gruppo estivo che ogni anno dimorano presso l’agriturismo, che promuove per loro un’attenta conoscenza del territorio della Tuscia. Lo scorso anno, l’attore e Narratore di Comunità Unitus Marco Rossi, li ha accompagnati nel castello Orsini di Vasanello, alla scoperta delle nobili famiglie a guardia del Tevere e alla ricerca del volto di Giulia Farnese la “Bella”. Quest’anno è stata la volta di Ronciglione, borgo dell’ Alto Lazio, vicino Roma, sulla via Francigena, che sorge su uno sperone tufaceo. Il paese ha vissuto sfruttando ampiamente le risorse naturali del territorio; le acque del rio Vicano, emissario del lago di Vico, la cellulosa per le famose Cartiere, i minerali per le Ferriere, la canapa per l’industria tessile. La rocca medievale fu costruita nel 1045 dai Prefetti di Vico, i primi signori feudatari, dai quali deriva il nome all’omonimo lago di Vico, chiamato Ciminus dai romani. Dopo l’uccisione nel 1433 dell’ultimo capostipite Giacomo di Vico, decapitato a Vetralla dal Legato Apostolico Giovanni Vitelleschi, per ordine del pontefice Eugenio IV, il castello andò sotto il comando di Anverso conte dell’Anguillara. In seguito il potere passò sotto la giurisdizione di Casa Farnese e i Della Rovere, conoscendo un forte sviluppo urbanistico grazie al Papa Paolo III Farnese ed il nipote omonimo, il Cardinale Alessandro Farnese. Questi, insieme all’architetto Jacopo Barozzi “Il Vignola”, diede origine ad ingenti opere sia a Ronciglione che a Caprarola con lo splendido Palazzo Farnese. Attraverso un vero e proprio teatro di narrazione in costume medievale, i bambini sono stati catapultati in un’ altra dimensione, come un vero viaggio nel tempo. Un’avventura tra le gesta di questi uomini in armi, i cui passi e voci sembrano ancora sentirsi tra i vicoli, piazze e chiese. Per i bambini si è organizzato un laboratorio creativo di idee, dove poter lavorare, sollecitando la loro fervida immaginazione, portandoli ad essere protagonisti attivi dello storytelling. Non sono mancate poesie, filastrocche e disegni realizzati dai ragazzi, che costantemente hanno inondato di domande e curiosità.
Grazie di tutte le emozioni, al prossimo viaggio nella storia.

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Tuscia Farnesiana: un progetto dell’istituto Pietro Canonica Vetralla in collaborazione con “Il fascino del passato”

VETRALLA (Viterbo)- In questo anno scolastico l’istituto superiore Pietro Canonica di Vetralla in collaborazione con Università degli studi della Tuscia, con la partecipazione dell’Associazione Il Fascino del Passato, hanno tenuto a realizzare un progetto PCTO dal titolo Tuscia farnesiana, per ricordare l’importante influenza storico-artistica, lasciata da questa nobile famiglia nei nostri luoghi. Testimonianze uniche, raccolte in podcast ad episodi, con una narrazione onnisciente, che catapulta l’ascoltatore in una dimensione oltre tempo. Si snoda tra memorie, aneddoti e curiosità, le gesta di questa illustre casata del Ducato di Castro, tra sponsalia concordati con gli Orsini ed intrighi di potere.
Il progetto è stato realizzato dalle classi 3L-4L-4N del liceo scientifico, linguistico e geometri, coadiuvati dai professori:

Giorgia Basile, referente PCTO
Laura Cannucciari
Francesca Carnevalini
Bruna Biagetti
Fabrizio Zanlucchi
Leonarda Bonsignori
Sofia Barbanti
Con la collaborazione di Marco Rossi Narratore di Comunità Unitus

La presentazione del progetto PCTO è avvenuta il 30 maggio presso l’Università degli studi della Tuscia, insieme ad altri progetti realizzati da altri istituti. Tutti sono stati degni di attenzione, ricevendo un ottimo consenso di pubblico.

Le nostre storie e memorie vanno salvate e conservate, i ragazzi sono il tesoro, l’aspettativa più grande del nostro futuro.




Incontro con l’autore – I “Luoghi di Pier Paolo Pasolini” di Carlo Serafini e Stefano Pifferi (VIDEO)

di MARCO ROSSI-

VIGNANELLO (Viterbo)- Strepitoso successo, grande partecipazione di pubblico, appassionati, cultori di Pasolini, venuti anche da Roma, presso la biblioteca comunale di Vignanello per la rassegna, ciclo di eventi “Incontro con l’autore”, organizzata dal Comune di Vignanello, presentazione del libro i “Luoghi di Pier Paolo Pasolini” (Bulzoni Editore 2022) a cura dei professori dell’Università degli studi della Tuscia, Carlo Serafini e Stefano Pifferi, ricercatori, docenti di letteratura italiana che da anni studiano la vita e le opere dei più grandi letterati, intellettuali del XIX e XX secolo. Il libro raccoglie gli atti del Convegno Pasolini 100, tenutosi il 7 dicembre 2022, presso l’Università della Tuscia, con il patrocinio del “Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini”, presidente prof. Giulio Ferroni per il MiC – Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali. Il volume ripercorre i luoghi cari al poeta, fondamentali per la sua formazione sia come uomo che come intellettuale, da Bologna che gli ha dato i natali, all’Idroscalo di Ostia, Roma, che ha tanto amato, raccontano e vi ha trovato la tragica morte, il 2 novembre 1975. Non mancano note poetiche sul Friuli, Casarsa della Delizia, “un paese tutto di primule e temporali”, tra partitelle a pallone su prati di un verde-indaco, “in un futuro aprile”, un locus amoenus, interrotto dalla notizia della morte del fratello partigiano Guido Alberto e dal processo ad Udine con la fuga ed arrivo a Roma, come “una metropoli africana”, nel freddo gennaio del 1950. Interessenti i suoi appunti sull’India e l’Africa, la Grecia e il rapporto con Alexander Panagulis, politico, rivoluzionario della Grecia moderna. La vita e l’opera del poeta Corsaro sembrano proprio un romanzo interminabile, “tra volti masacceschi e vicoli di calce porosa”, tra momenti difficili, itrisi di pathos ed estremo vitalismo. Molti ragazzi di vita si ricordano di lui nella borgata romana come di un uomo buono, educato e premuroso che lasciava volontariamente delle monete nelle macchina per invogliare i ragazzi a prendere il pallo e dare “du carci”, in quei pomeriggi assolati in mezzo al “genocidio dei palazzinari”. Puro il suo rapporto con la Tuscia, l’amata Torre d’avorio di Chia che sembrava preservarlo da questa incessante involuzione antropologica del neocapitalismo borghese-industriale, che con un colpo di spugna stava cancellando tutte le “culture viventi precedenti”, in nome del “finto progresso come regresso”. Pasolini difende la Forma della città, docufilm 1974, il profilo della città di Orte, così Sabaudia, vittime dello staniamento dello spazio “di addossare il nuovo al vecchio”, un fenomeno di antropizzazione fuori controllo, che ha eleminato nelle coscienze degli uomini il senso della bellezza. Non è passato in osservato, l’impegno profuso di Pasolini nell’aver tanto insistito a Palazzo Valentini a Roma, nel 1974, per la statalizzazione dell’Università della Tuscia, insieme al Presidente della Provincia, professore Gilberto Pietrella, da Libera Università privata, fondata nel 1969, ad ateneo statale, con più indirizzi e corsi, nel 1979. I professori dopo il dibattito, in virtù del pensiero di Pasolini, hanno espresso il loro entusiasmo nel partecipare ad eventi, incontri nelle realtà culturali dei nostri luoghi, ricchi di bellezze artistiche, paesaggistiche, di tradizioni, costumi e saperi millenari. E’ importante diffondere la cultura nel nostro territorio facendo comprendere come gli enti, le istituzioni, quali l’Università della Tuscia, non siano entità separate e distanti, ma parte integrante e attiva di una comunità. La conferenza è stata mediata da Marco Rossi Narratore di Comunità Unitus, dell’associazione culturale il Fascino del Passato E.T.S con letture di poesie, articoli di Pasolini. Sono seguiti aneddoti e curiosità tratte dal docufilm “Comizi di Tuscia”- Pier Paolo sapeva farti innamorare una produzione indipendente il Fascino del Passato 2022 – testimonianze, memorie di coloro che hanno conosciuto il poeta friulano come uomo, giocando a pallone con lui a Bomarzo, Chia, Soriano nel Cimino, Bassano in Teverina, Vasanello con il vivo ricordo di un uomo educato, mite, silenzioso, buono, generoso che offriva loro le merende alla Torre di Colle Casale, ascoltando tutti e regalando un cenno di sorriso.

  




Passeggiata-racconto Vicino Orsini: tra poemi cavallereschi e colossi di pietra (VIDEO)

BOMARZO (Viterbo)- Nel Festival “Nel segno di Vicino” Comune di Bomarzo con il patrocinio di Regione Lazio. curato dalla società Stsinergie s.r.l

Pierfrancesco II Orsini, detto Vicino, nome che lui amava molto, fu figlio di Gian Corrado Orsini, militare del ramo di Mugnano e di Clarice Orsini, degli Orsini di Monterotondo. Egli nacque a Roma il 4 luglio 1523 e fu battezzato nella chiesa Santa Maria del Monte Carmelo in Traspontina. Fu il secondo figlio di Gian Corrado, dopo Girolamo Orsini, aveto da una relazione precedente e fratello maggiore di Maerbale Orsini. L’infanzie e l’adolescenza di Vicino fu travagliata, crebbe in assenza della madre e in un rapporto a volte conflittuale con il fratello minore. Nel 1542 il Cardinale Alessandro Farnese, nipote di papa Paolo III Farnese, dopo la scomparsa di Gian Corrado, nel 1535, firmò il testamento ed assegnò il feudo di Bomarzo a Vicino, mentre a Maerbale toccarono Penna in Teverina, Giove ed altri possedimenti. Girolamo, dopo essersi dato alla carriera ecclesiastica, morì senza prole nel 1528. Fino all’anno 1548 non ci furono cambiamenti testamentari, cessioni o vendite tra i due fratelli Orsini, signori della Valle del Tevere. Vicino tra 1543-1544 si godette la giovinezza tra le corti di Venezia e Roma dove si appassionò alle lettere, alla poesia. Conobbe i poeti del circolo culturale veneziano dell’editore Gabriele Giolito de’ Ferrari: Giuseppe Betussi, Ludovico Domenichi, Franceschina Baffo, Francesco Sansovino che gli dedicarono liriche ed elogi vari. A Roma conobbe il Molza ed il poeta Annibal Caro. Dedito alle armi dall’età di diciannove anni, divenne un valido combattente sotto la protezione dei Farnese e nel 1545 sposerà nella Rocca di Giove, Giulia Farnese, di Girolamo Farnese signore di Latera, pronipote del pontefice Paolo III. Vicino giurò l’obbedienza a Casa Farnese e nel 1546 fu inviato nelle Fiandre di Germania per combattere contro i principi anticlericali della Lega di Smalcalda. Fu fatto prigioniero per un anno ma più lunga fu la prigionia dopo la battaglia di Hesdin, Fiandre di Germania tra l’anno 1553-1555, due anni che gli segnarono il fisico e l’animo. Nell’anno 1557 fu ordinato alla guardia di Velletri da papa Paolo IV Carafa, ma dopo i terribili eventi di Montefortino (Artena), quando per la collera del pontefice tutti gli abitanti, donne, vecchi e bambini furono trucidati, Vicino decise quel giorno di deporre le armi e di ritirarsi a vita privata a Bomarzo per ricercare il vero piacere della vita. Riprese il progetto del Boschetto, Sacro Bosco, iniziato nel 1552 ed interrotto per il richiamo alle armi, e dai poemi cavallereschi nacquero i colossi di pietra che tutt’oggi possiamo ammirare. Nasce un locus amoenus, loco incantato, atarassia ed aponia del creato. Vicino continuò a vivere nel suo sogno tra giganti di pietra lavica sbozzata e scolpita dai migliori architetti, Ligorio, Vignola, il Moschino mastro scalpellino e molti altri. Cercò di soffocare i dispiaceri della vita dopo la perdita dell’amata Giulia nel 1560 e la morte del quintogenito Orazio nel 1571 nella battaglia di Lepanto, per volere del Cardinale Farnese. Negli ultimi anni di vita, Vicino trovò soddisfazione nei libri, negli amici e nelle tante eminenze che venivano a visitare il suo Boschetto incantato, atto a refrigerare, stupire e meravigliare. Importanti furono gli affetti dei figli, della seconda consorte Clelia di Clemente dei Clementini, di modeste origini umbre, che gli darà alla luce Leonida ed Orontea, quest’ultima la piccola di casa, allevierà quel senso di malinconia della vita che stava avvolgendo il vecchio padre. Vicino Orsini morì nel Palazzo di Bomarzo nel 1585 e fu sepolto nella chiesa di Santa Maria Assunta accanto alle spoglie della moglie Giulia.

 




Video della passeggiata-racconto “Il Volto di Giulia la Bella – il suo ultimo grande amore”

CARBOGNANO (Viterbo)- Video della passeggiata-racconto “Il Volto di Giulia la Bella – il suo ultimo grande amore”, organizzata dal Il Fascino del Passato con il patrocinio del Comune di Carbognano.

Giulia Farnese è esempio di grande modernità ed emancipazione, protofemminista, imprenditrice che ha dato impulso a Carbognano, alla vita del paese, lasciando una dote alle ancelle piú povere, soprattutto a quelle donne che non volevano sposarsi. Perchè il matrimonio, per lei, non doveva essere l’unica via per acquisire dignità. Proprio lei, spesso vittima di costrizioni, prese le difese per abbattere le barriere del pregiudizio e dei giochi di potere.
Giulia Farnese, una DONNA, che ha lasciato un grande insegnamento.

  




In molti a Bomarzo per la partitella in ricordo di Pier Paolo Pasolini

BOMARZO ( Viterbo) – Si è conclusa con successo e grande partecipazione ed entusiasmo nel pubblico la passeggiata/racconto dal titolo Pasolini 100- Calcio, Eros e natura in occasione dei festeggiamenti del centenario dalla nascita del poeta. Tra vicoli medievali di calce porosa, su un panorama di antiche montagne di azzurro impressionista tra volti masacceschi attoniti e commossi si è snodato il racconto, aneddoti e curiosità sulla grande passione del calcio per Pasolini, sport che lo accompagnerà per tutta la vita e molto influenzerà la sua opera. Importanti le testimonianze dei ragazzi di vita di Roma e dei figli della Tuscia che hanno ricordato le partitelle alla Molinella prima della superstrada e al campo di calcio di Bomarzo per poi fare merenda alla Torre con acqua, pane e prosciutto e cremino al cioccolato. Piccoli gesti ma ricchi di umanità rimasti impressi nel cuore di questi giovanetti ormai adulti. “Pier Paolo quando giocava non pensava più a niente lo vedevi ridere e correre leggero come una farfalla. Veniva a Chia con una faccia e tornava a Roma con un altra, seria e pensierosa, pensieri e silenzi che non raccontava mai a nessuno…” Ricordo di Quinto Chiacchiararelli. Ringraziamento speciale a Giuliana Ceso Associazione culturale Arte-cultura e benessere di Bomarzo per l’aiuto logistico e a tutti coloro che hanno permesso di rendere unico questo evento.




Ottimi risultati per “Il fascino del passato”, l’associazione nata nel 2020, che fa cultura nella Tuscia

di WANDA CHERUBINI-

VITERBO- Un’associazione giovane, composta da giovani, ma con tanta competenza e voglia di fare: è l’associazione “Il fascino del passato”, che dal settembre del 2020 opera per promuovere la cultura locale, scoprendo antichi focolari narrativi, riti e spettacoli, tradizioni popolari orali, usi e costumi di una volta, conservazione di storia e antropologia culturale. Il tutto è nato e viene portato avanti dall’attore e narratore di Comunità Marco Rossi e da Aurora Montanaro, social media manager, definiti “la coppia che fa cultura”. Ed, infatti, Aurora e Marco, sono una coppia nel lavoro ed anche nella vita, uniti dalla medesima passione, la cultura, che portano nelle loro coinvolgenti passeggiate-racconto. In particolare, l’associazione si è concentrata recentemente sulla figura di Pier Paolo Pasolini. Tra gli ultimi eventi realizzati dall’associazione ha avuto molto successo “Pasolini 100” a Bassano in Teverina lo scorso 17 e 18 settembre, in occasione del centenario dalla nascita del poeta. “L’evento che abbiamo organizzato – spiega Marco Rossi- rientrava nel progetto della Comunità europea della Regione Lazio in collaborazione con il Comune di Bassano, per il “Borgo in festa” con artisti ed artigiani e la nostra passeggiata/racconto “Pasolini – La pedagogia delle Forme e delle Cose” con persone che hanno conosciuto Pasolini. Ho presentato anche il mio docufilm, “Comizi di Tuscia – Pier Paolo sapeva farti innamorare”, narrazione antropologica di cui faccio parlare le fonti a Chia e Bomarzo. Emerge un Pasolini ragazzo di borgata, un uomo mite, gentile, premuroso, buono. E’ stato anche presentato il libro “Pier Paolo Pasolini. Una morte violenta” di Lucia Visca, la giornalista che all’epoca era collaboratrice di “Paese Sera”, arrivata per prima nel luogo della morte di Pasolini e poi diventata vice capo redattore di “Paese Sera” e redattrice del “Corriere della Sera”. Rossi informa che i prossimi appuntamenti dell’associazione sono il 9 ottobre a Bomarzo con la passeggiata- racconto nel borgo medioevale dal titolo “Pasolini 100. Calcio, Eros e Natura”, che andrà a ripercorrere un tema nuovo, quello del calcio e come questo abbia influenzato la vita del poeta. Pasolini giocava al campo di calcio di Bomarzo e nei pressi della località Molinella, con i ragazzi di Chia e di Soriano nel Cimino, i ragazzi di vita della Tuscia.  “Pasolini ha viaggiato molto, ma amava stare nella torre di Chia perchè si sentiva bene e poteva comporre in serenità – racconta Marco Rossi – Pensava all’Africa perché  viveva l’oppressione del consumismo della società di massa che cambia la forma delle città, dei costumi. Pasolini è importante per la Tuscia ed era legato ad essa in quanto qui l’industrializzazione non era ancora avvenuta. Si era anche battuto per la libera Università della Tuscia, da lui partì proprio l’idea di realizzarla. Lui diceva che la prima sensibilità per aiutare la cultura locale doveva partire dai Comuni. Ecco perché i sindaci devono essere nostri confidenti perché se non ci aiutano loro noi faremmo cose circoscritte, invece, vorremmo fare cultura di più alto profilo. A Bassano abbiamo trovato questa sensibilità”.

Marco Rossi parla poi del suo prossimo progetto, di ampio respiro: realizzare un brand Pier Paolo Pasolini in Tuscia avendo come partner l’università della Tuscia ed i Comuni a lui più afferenti. “Siamo stati recentemente a Tarquinia con Enzo de Camillis, scenografo che ha lavorato con gradi registi italiani, che ha realizzato un film tratto dal suo libro “Pier Paolo Pasolini, un intellettuale in borgata” al teatro Stella Falck di Tarquinia e lo ha messo in relazione al mio docufilm. Abbiamo visto che le nostre ricerche collimano con le sue. Per Pasolini era un divertimento giocare a calcio con i ragazzi e noi abbiamo raccolto tante testimonianze: un signore ci ha raccontato ad esempio che una volta si fece male mentre giocava a calcio e Pasolini lo portò dal dottore e stette lì con lui per tutto il tempo. Era una persona dolcissima. Ci hanno raccontato come i ragazzi più piccoli dovevano pagare ai più grandi 100 lire, ma quando c’era lui scappavano. Era quindi anche una figura protettiva. Nella sua auto poi lasciava sempre 500 lire per pagare il pallone e di nascosto i ragazzi gliele prendevano come se le avesse per caso dimenticate. Inoltre, pagava il gelato ai figli della Molinella. Ma anche il calcio con lui è stato portato a livelli molto alti: la partita del cuore è tutta un’idea sua. Prese in mano il Casarza calcio e fondò la Società Artistico Sportiva, Sas. Per finanziarla teneva dei recital, nell’ottica della cultura che deve aiutare lo sport”.

I prossimi appuntamenti dell’associazione “Il fascino del passato” su Pasolini sono il 9 ottobre a Bomarzo ed il 5 e 6 novembre ad Orte. “Poi- conclude Rossi – saremo a Soriano con il mio scritto “L’origine del cambio della società di massa. Consumo quindi sono” con un dibattito e il giorno dopo saremo a Chia per Tutto Pasolini in poesia, dal ’48 al ’66. Al momento stiamo lavorando su diverse testimonianze orali della Tuscia per un docufilm. Torneremo poi sulle orme di Orsini e realizzeremo altri itinerari”.  Insomma, ancora tante iniziative per l’associazione “Il fascino del passato” assolutamente da non perdere.




Pasolini 100-la poetica del Locus amoenus

di AURORA MONTANARO-

VITERBO – Il Locus da la vita il Locus da la morte è visto nella metafora di vita scrigno di vecchi valori, testimonianze e tradizioni che come gli elementi del cosmo dai lui è forgiato, resiste imperterrito ad ogni deformità, straniamento dello spazio di una società moderna ormai vittima dell’omologazione-mercificazione del Capitalismo e burocrazia-economia del consumo di massa. Ecco là a perenne memoria il Locus come rifugio vive ancora nella sacralità dei sentimenti umani che lo hanno dissodato ed antropizzato con l esodo del mulo tra pesti giovinetti impastati nel tufo tra irte mura che si stagliano come ancora ancestrale di salvezza tra un Locus prenazionale e non industriale fordista, tecnicistico- moderno. Tra presagi benevoli e maligni, Uccellacci e uccellini il Cristo umano proletario diventa pagano-cristiano un battesimo di iniziazione alla Vita nel presagio crepuscolare di morte culturale, consacrazione e rinascita verso un Varco di speranza da testamento umano dove inumana si spera non sia ogni idea e realtà di questo povero mondo umano che ai poveri toglie il pane ai poeti la pace.

 




Successo per la passeggiata-racconto “Il volto di Giulia Farnese-il suo ultimo grande amore”

di REDAZIONE-

VITERBO – Grande successo per la camminata racconto di oggi organizzata dall’associazione “Il fascino del passato” dedicata a Giulia Farnese, detta la Bella, “che il tempo ha obliato e non risparmiato ma la sua aurea ancora brilla nel detto Castello ove forse l effigie sua fu tolta e dove il suo amore batté il suo ultimo palpito e fremito di ciglia..”. Una settantina le persone che hanno preso parte all’evento, venute anche fuori provincia,

tutti appassionati e amanti del territorio, con alcuni bambini in costume storico” – spiega Marco Rossi, che aggiunge: “Abbiamo passeggiato per tutto il paese, toccando tappe e chiese importanti come la Chiesa Santa Lucia, Chiesa Santa Maria della concezione, l’esterno del Castello Giulia Farnese. I più curiosi sono arrivati fino al cimitero, coinvolti dal mistero del volto di Giulia, per vedere l’affresco appena restaurato presso Chiesa Madonna della Valle. Tutti sono rimasti coinvolti da me e Aurora vestiti in abito storico, li abbiamo catapultati in una dimensione spazio temporale del passato, toccando tematiche importanti e attuali come l’adulterio, la damnatio memoriae e l’emancipazione femminile. L’amministrazione comunale e la Proloco Giulia Farnese sono stati molto sensibili e gentili, a tal punto da voler riproporre un brand culturale da ripresentare ogni anno”. 

 




Rufolone e il brigantaggio della Teverina

di AURORA MONTANARO-

Tra i briganti della Teverina spicca la figura emblematica avvolta in una coltre di nebbia e mistero del brigante Luigi Rufoloni detto ” Rufolone” per il suo aspetto secondo le cronache arruffato di vecchio alla macchia che di anni ne dimostrava molti in età avanzata…portava ancora i segni lividi delle catene alle carceri e lavori forzati. Insieme a lui altri esponenti Caciolla e Menichelli ed altri manutengoli al soldo che nelle difficoltà di risacche di povertà post unitarie si trovarono ad affrontare una situazione social-economica abbastanza difficile. Vivevano di quell’eco garibaldino tra benefici avvenuti e drammi acquisiti. La storia li ha giudicati come criminali- banditi, ma in realtà il fenomeno del brigantaggio non è un evoluzione staccata della società, ovvero bandita, ma nucleo interno spesso aiutato dagli stessi abitanti in cambio di favori e molto di più dai grandi latifondisti. Il confine labile tra beneficio, vizio o virtù nella latitudine storica spazio-tempo è sempre stata un evoluzione antropologia difficile da capire in quanto se bene o male o sbagliata e giusta. Chi è il vero colpevole? Quali le vere cause ed i veri effetti? Chi sono i manovratori burattinai di un simile fenomeno? O è colpa solo di una mera povertà essere briganti o banditi? Ai posteri l ardua sentenza..

 




“Il fascino del passato”: il verbo di Santa Rosa da Viterbo

di AURORA MONTANARO-

Lo verbo de Santa Rosa da Viterbo : proprio fuori la porta San Marco che la piccola Rosa una giovane, una donna, una santa nominata a coro di voce dal popolo nella domenica di Pentecoste del 1244 pronunciò alla sua maniera umile, con linguaggio volgare frammentato, quel discorso tanto audace quanto ricco di senso esortativo a prendere una decisione, tutti uniti sotto la fede protettiva del Signore…” Perché sete moruti Frari mei alle Cave de Santo Antonio, svejateve ch’ ete vento..aprì l occhi sturateve le arecchie..” il messaggio profondo da una creatura timorata di Dio nell’idea che sempre e solo l unione fa la forza e spesso la differenza…

 




“Il Fascino del passato” a Celleno

di AURORA MONTANARO – “Terra è di Cellen che sopra un poggio estolle ai piedi di un ubertosa Valle ” sono le rime in ottava del poeta di adozione cellenese Giovanni panzadoro, intellettuale di professione drammaturgo che durante la assedio napoleonico si diverti a descrivere la situazione dei piccoli abituri e castelli della Teverina… oggi il borgo fantasma vive una nuova identità che racchiude in se quegli antichi valori, arti e mestieri..dal lanuto armento che conserva la rupe su irti scheletri come spettri guarda la Rocca dei Costaguti e giù fino a Piantorena terra di streghe e briganti. Dall’itinerario Valle del Tevere- Vallis Celleni, il borgo fantasma.

 




Il fascino del passato presenta il docufilm “La voce della Valle”

Il docufilm La voce della Valle – l’eco poetico di Realino Dominici è un lavoro che tecnicamente ha voluto celebrare insieme il modus operandi del Narratore di Comunità nell’individuare un Genius loci, un focolare narrativo, una raccolta di testimonianza di vita, su più supporti con più strumenti..l’ evocare-sollecitare con la musica la memoria emotiva scavando nell’ io empirico più nascosto. L eco è una voce interiore che si propaga all’estero e ritorna carica e forte come un boomerang. Così era ed è la voce del poeta vernacolare Realino che imperterrita si infrange tra le bianche crete dei Calanchi tra Pianano, Montiglione e Picco Rosso sotto Lubriano difronte a Civita che si staglia sospesa dal Colombaio “legando il suo destino ad un ponte lungo e fino” versi del poeta che vede nel dialetto una lingua da salvare, primordiale dei nostri avi, semplice immediata e molto comunicativa. Bastano poche parole per rimandare ad un concetto spazio-tempo in un sorso di infinito.

 




Il fascino del passato: i cocciari di Vasanello

VASANELLO (Viterbo) – All’interno del museo comunale 2000 anni della ceramica bassanellese, rivive la poesia in vernacolo romano di Domenico Cerutti, ” ‘Na ceramica che adè tutta vostra” riportata nei quaderni “Le mie radici” di uno storico Narratore di Comunità locale Nano i’ Vappo che pazientemente ha trascritto tutti gli usi, abitudini, costumi, aumenti del costo della vita etc un uomo che si divertiva ad intagliare piccoli oggetti in legno. La poesia meglio veicola un’emozione e racchiude in pochi versi un significato intrinseco, una vera voce di Comunità. Vasanello prende il nome dal vaso, dall’arte dei Cocciari, abili artigiani che come asseriva a dire il maestro Orlando Orlandi:

“Era un mestiere degl’umili, dei ragazzi, era faticoso però via via era bello perchè era un qualcosa che si creava con lo stesso ingegno e le stesse mani..e poi era un mestiere stimato se facevi la corte a ‘na ragazza nun potevi fa fiasco..perchè appena sapevino chi eri, il padre je diceva:”pijalo quello che è un bon partito, c’ha un arte nelle mano, invece un contadino non lo guardava nessuno” . In memoria di Orlando Orlandi.

  




Il fascino del passato: Sipicciano (VIDEO)

Sipicciano appare oggi nella sua evoluzione storico-antro-sociologica come un piccolo operoso borgo medievale, “sopra un poggio estolle”, riferendoci alla descrizione in ottava rima del poeta di adozione cellenese Giovanni Panzadoro. Il tempo sembra sospeso tra una realtà che fu ma ancora è in una presenza onirica lunga un sogno, breve come l’esistenza effimera delle cose e della vita. La tradizione contadina sembra ancora insistere tra i resti di pochi vitigni e oliveti, la natura fa da protagonista nel bianco mare di nebbia che avvolge tutta la valle del Tevere..da “Ricordo de Sipicciano” la maestra Caccia afferma che sembra un paesino magico affatato che “s’arisveja e vien su dal mare..notano le storie de n’ aorta tra li vicoli e vicolette dal Tartaglia alli Baglioni fino alli Vannicelli e li Casoni..basta sape’ ascolta…”

Aurora Montanaro e Marco Rossi de “Il fascino del passato”.

 




Al via una nuova rubrica su Tuscia Times intitolata “Il fascino del passato”

VITERBO – Il nostro giornale si arricchisce di una nuova rubrica, “Il Fascino del Passato”, curata dall’omonima associazione culturale, nelle persone di Marco Rossi, narratore di Comunità e dalla sua fidanzata social media manager Aurora Montanaro. La loro associazione nasce dall’amore per il territorio della Tuscia, per le sue tradizioni, culture, usi e costumi popolari. L’intento è quello di promuovere il territorio a 360 gradi e infondere passione e sensibilizzazione soprattutto verso i più giovani, molti dei quali alienati dalla tecnologia e distanti da quest’immenso patrimonio culturale. Ogni giovedì, quindi, Tuscia Times darà spazio a questa nuova rubrica culturale in cui verrà presentata una perla nascosta della Tuscia, sotto forma di vari linguaggi: prosa, poesia, video. “Il ringraziamento va a TusciaTimes.eu, a Wanda Cherubini, per la possibilità che ci ha concesso” – scrivono i curatori della rubrica.