Introduzione al Triduo pasquale. Tre momenti di profonda crescita spirituale per i Cavalieri e le Dame dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme – Delegazione di Viterbo

VITERBO- Ha avuto inizio con la messa in cena Domini del Giovedì Santo, presso la Basilica Cattedrale di San Lorenzo, l’introduzione al sacro Triduo pasquale della resurrezione del Signore.

In questo anno giubilare, S.E. Mons. Orazio Francesco Piazza, Vescovo di Viterbo, nell’incontro di giovedì ha ripercorso l’umiltà del servizio reso da Gesù lavando i piedi ai suoi apostoli, nella sera della Sua ultima cena, prima di essere tradito.

Per la rappresentazione del gesto compiuto da Gesù, S.E.Mons. Piazza, ha invitato i medici e il personale sanitario appartenenti all’Associazione Medici Cattolici Italiani, sezione di Viterbo, presidente il cardiologo Dottor Stefano De Spirito, commendatore dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Nella sua omelia, magistralmente riferita alla vita di tutti i giorni e a qualsiasi mestiere e professione, S.E.Mons. Piazza ha evidenziato il delicato e prezioso lavoro del personale sanitario che quotidianamente si china materialmente sul letto di chi ha bisogno di cure, malati che ripongono in loro ogni speranza e richiesta d’aiuto, rispecchiando perfettamente la vita insegnata da Gesù, sottolineata dal valore dell’umiltà, della disponibilità e del servizio. Gesù, il figlio di Dio, che “non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. Un messaggio chiaro arrivato con forza al cuore dei fedeli presenti, e ben conosciuto all’A.M.I.C. che tra gli scopi dell’Associazione, indicati all’Art.4 dello Statuto, cita in nove punti i tanti impegni assunti, e tra questi: “Promuovere gli studi di etica in medicina nell’ascolto ecclesiale della parola di Dio e nell’adesione al Magistero della Chiesa” e, ancora, “Animare e promuovere lo spirito di autentico servizio umano e cristiano dei medici nel rapporto con l’ammalato e i suoi familiari”. Nella sua omelia, inoltre, il Vescovo ha accennato anche alle delusioni frequenti nella vita di tutti, così come alla errata interpretazione che molti, non capendone lo spirito, vorrebbero attribuire al termine servire e mettersi al servizio. Amarezze che comunque non devono scalfire il più giusto comportamento cristiano, amarezze che nelle persone animate da zelo, spirito di servizio, responsabilità e disponibilità senza secondi fini, non devono cedere spazi a pensieri del tipo “Ma chi me lo fa fare?”, perseverando, invece, sulla più giusta strada così come fece Gesù, pur sapendo le tribolazioni che lo aspettavano compiendo la volontà del Padre per il bene dell’umanità.

Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme – Delegazione di Viterbo




La lavanda dei piedi, un simbolo dell’amore di Dio (VIDEO)

di MARIELLA ZADRO-

VITERBO- ll Giovedì Santo, oggi 17 aprile 2025, precede la Domenica di Pasqua e segna l’inizio del Triduo Pasquale. “Fratelli e sorelli carissimi, ha introdotto il vescovo Orazio Francesco Piazza, iniziamo la solenne liturgia del Triduo Pasquale con la celebrazione della Cena del Signore. Le parole ed i gesti sacramentali di questo giorno, ci fanno rivivere l’ultima Cena; Mistero dell’umiltà di Cristo e del suo amore per noi nella lavanda dei piedi”.
Il rito della lavanda dei piedi, nel tardo pomeriggio presso la Cattedrale di San Lorenzo, ha visto la partecipazione del personale sanitario nelle sue varie componenti, dodici laici tra medici, infermieri, radiologi, fisioterapisti ed oss.
Un’azione che ha visto il vescovo compiere il “mandato” richiesto da Cristo per essere al servizio dei fratelli.
Si sono alternati alle letture i dott. Stefano De Spirito, Leonardo Bocchino, la fisioterapista Giuseppina Menghini componente di RiMarmonica Adorazione ospedale S. Rosa e don Dante Daylusan Villanueva cappellano della struttura sanitaria.
Presenti alla cerimonia, il comandante infermieri presidiaria di Viterbo, direttore Ten.Col.Salvatore Francesco Scandale e il capitano Alessandro Apicella, le dame ed i cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il maggiore dei Carabinieri Felice Bucalo , la presidente Croce Rossa Italiana Cristina Bugiotti e il presidente dell’Ordine dei Medici dott. Antonio Maria Lanzetti.
“Tutte le celebrazioni che stiamo vivendo, ha sottolineato il vescovo nell’omelia, in particolar modo questa sera, la comunità si costituisce come Chiesa. È bene percepirne l’emozione profonda della stessa nostra vita. Questa sera vorrei esplicitare alcune caratteristiche di questa emozione. Il vostro lavoro è un impegno da prendere non come sovraccarico, ma come fondamento della vita stessa; il bene che abbiamo ricevuto, lo dobbiamo ridonare. Sia benedetto il vostro cammino, con la qualità del vostro cuore, come atto di generosità “.
Al termine della celebrazione, il vescovo indossando il velo omerale, ha preso la pisside, e ricoperta con il velo, in processione ha accompagnato il Santissimo Sacramento nella cappella ornata per la reposizione.




Giovedì Santo il rito della lavanda dei piedi in ricordo dell’ultima cena (VIDEO)

di MARIELLA ZADRO-

VITERBO- Oggi giovedì 28 marzo con la messa in Coena Domini si ricorda l’Ultima Cena, in particolare si rinnova con il rito della lavanda dei piedi, il gesto che rappresenta la disponibilità di mettersi al servizio degli altri.

 “Fratelli e sorelle carissimi, ha detto il vescovo Orazio Francesco Piazza, iniziamo la solenne liturgia del Triduo Pasquale con la celebrazione della Cena del Signore. Le parole ed i gesti sacramentali di questo giorno ci fanno rivivere l’ultima cena.  È un gesto d’amore quello che andremo a compiere durante la cerimonia e va compreso nella parola del Signore: Vi ho dato un esempio, infatti perché anche voi facciate, come io ho fatto a voi”.

A seguire la lavanda dei piedi a tre famiglie di cresimandi e alcuni religiosi e seminaristi, compiendo il “mandato” richiesto da Cristo per essere al servizio dei fratelli.

Presenti alla cerimonia suor Francesca e suor Elpidia, il comandante dei Carabinieri Felice Bucalo e una delegazione di Cavalieri e Dame dell’Ordine di Malta.

Al termine della Santa Messa, il vescovo dinanzi all’altare ha incensato per tre volte il Santissimo Sacramento, quindi indossato il velo omerale e ricoprendo la pisside con un velo, si è formata una processione con le autorità e i fedeli presenti che attraversando la cattedrale è arrivata nella cappella della reposizione, adornata per il Santo Sepolcro.