Sociale, grande partecipazione per convegno di Accademia IC su legalità e diritti

Si è rivelata un successo di partecipazione la nuova tappa del tour di Accademia Iniziativa Comune, che mercoledì 5 marzo ha marcato visita nel territorio di Balsorano (in provincia dell’Aquila, in Abruzzo), per affrontare temi di grande attualità legati alla legalità e ai diritti dei cittadini. All’evento, organizzato dalla portavoce nazionale Carmela Tiso, hanno preso parte cittadini, associazioni e realtà territoriali, in un confronto costruttivo e condiviso sulle principali problematiche sociali: presenti, tra gli altri il sindaco di Balsorano, Antonella Buffone, e il vice primo cittadino, Gianni Valentini. Tra i temi discussi, particolare attenzione è stata dedicata alle truffe ai danni degli anziani, fenomeno che desta crescente preoccupazione in Italia. “Abbiamo analizzato criticità e soluzioni, sottolineando la necessità di maggiori controlli, campagne di sensibilizzazione nelle scuole e una più stretta collaborazione tra istituzioni e cittadini”, ha dichiarato Carmela Tiso. Nel corso dell’incontro si è parlato anche di crisi ambientale, economia circolare, e tutela dei diritti, con l’obiettivo di individuare proposte concrete per il benessere delle comunità locali. “Siamo molto contenti per la riuscita e la partecipazione dell’evento, che ha registrato la grande attenzione della collettività e dell’amministrazione comunale di Balsorano, che ringrazio. Accademia IC continuerà il suo impegno nell’inclusione sociale e nella lotta alle disuguaglianze – ha concluso Tiso –. Il nostro tour itinerante proseguirà con nuovi convegni e dibattiti in tutta Italia per dare voce ai bisogni dei cittadini”. Accademia Ic conferma così il proprio ruolo attivo nel promuovere il dialogo e l’azione per il miglioramento della società.




Educazione alla legalità, gli studenti di Giuseppe Di Vittorio incontrano il comandante Polizzi e il Maresciallo Venuti

LADISPOLI (Viterbo)- Torna all’Istituto Alberghiero di Ladispoli l’appuntamento con le iniziative di Educazione alla Cittadinanza e alla Legalità. Nel corso di tre settimane, dal 18 febbraio fino al 3 marzo, il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Ladispoli Umberto Polizzi e il Maresciallo Sara Venuti hanno incontrato gli studenti di via Federici per sensibilizzare la comunità scolastica sui temi del rispetto delle leggi e dei princìpi alla base della vita democratica. “Educare alla cultura delle regole per favorire un autentico senso di cittadinanza e appartenenza alla comunità: questo il nostro dovere di Docenti. – ha sottolineato la Prof.ssa Rosa Torino, Docente di Diritto ed Economia e Referente per i Progetti di Educazione Civica – Sempre più spesso dobbiamo confrontarci con comportamenti scorretti che possono diventare devianti e antisociali se non interviene un’attività di riflessione condivisa. In anni di esperienza abbiamo appreso ormai che risposte esclusivamente autoritarie o punitive non ottengono risultati efficaci. Ringraziamo dunque il Comandante Umberto Polizzi e il Maresciallo Sara Venuti perché i loro interventi ci aiutano a far comprendere il corretto rapporto fra libertà individuale e rispetto delle leggi. Crediamo nella forza di una corresponsabilità educativa che deve coinvolgere, accanto alla scuola, le famiglie e tutti i soggetti del territorio. Solo così – ha concluso la Prof.ssa Torino – saremo in grado di affrontare e vincere le sfide di una società sempre più complessa”. Molti i temi che hanno affrontato il Comandante Umberto Polizzi e il Maresciallo Sara Venuti, entrando nelle classi e confrontandosi con gli studenti, chiamati ad interagire e interloquire sulla base di quesiti legati soprattutto ai pericoli di una quotidianità sempre più esposta alla pervasività delle nuove dipendenze: la differenza fra droghe leggere e pesanti, gli effetti dell’assunzione di sostanze stupefacenti, i diversi tipi di comportamenti devianti e violenti, i rischi connessi alle cosiddette new addiction come quelle relative ad un abuso dei dispositivi digitali, il concetto di regola da intendersi non semplicemente come ordine prescrittivo o coercitivo ma piuttosto quale strumento imprescindibile di un ordinato e responsabile vivere associato. “Quando un popolo, divorato dalla sete di libertà, si trova ad avere dei coppieri che gliene versano fino ad ubriacarlo – ha ricordato il Comandante Polizzi nel salutare gli studenti – accade che in questo clima di libertà, nel nome della libertà, non vi è più riguardo per nessuno”. Fate tesoro di queste bellissime parole dell’VIII Libro della Repubblica di Platone – ha aggiunto il Comandante Polizzi – per non dimenticare mai che ad ogni diritto è associato il dovere di rispettare quello degli altri e ad ogni libertà un corrispondente esercizio di responsabilità”.




Sgombero San Faustino, gruppo consiliare PD: “Ringraziamo quanti hanno contribuito all’operazione di ripristino della legalità”

VITERBO – “Ringraziamo il Prefetto, il comitato ordine pubblico e sicurezza, le Forze dell’Ordine e la Polizia Locale e tutti coloro che hanno contribuito all’operazione di ripristino della legalità nell’occupazione degli alloggi ATER nel quartiere San Faustino.

Il rispetto della legge deve prevalere sempre nei confronti di qualsiasi forma di abuso.

Riteniamo inadeguati i toni trionfalistici usati dalla sindaca Frontini nel comunicare al consiglio comunale tale evento, ritenendo invece che in queste circostanze, socialmente delicate, debba prevalere esclusivamente un alto profilo istituzionale a discapito della mera propaganda.

Auspichiamo da parte della Sindaca che incentivi la verifica sulle occupazioni abusive degli immobili di proprietà comunale affinché il rispetto delle norme sia garanzia per tutti i cittadini onesti e monito a quei comportamenti che violando le regole vanno a ledere il diritto alla casa di coloro che invece le rispettano”.

Gruppo consiliare PD

Alvaro Ricci

Alessandra Troncarelli

Lina Delle Monache

Francesca Sanna




Palestra legalità, Regimenti: “Solidarietà ad asilo Savoia percorso di rinascita è irreversibile”

ROMA- «Desidero esprimere la più profonda solidarietà ad Asilo Savoia e ai fruitori della Palestra della legalità di Ostia, oggetto di un vile atto vandalico nella notte. Continueremo a sostenere la Palestra che rappresenta un presidio di speranza e di rinascita per il territorio di Ostia. Il cammino verso la legalità può essere costellato di momenti difficili ma é irreversibile: la Regione Lazio e le istituzioni compatte non consentiranno che criminalità e degrado abbiano la meglio. I protagonisti di questo presidio e tutti i cittadini del litorale romano che credono in questo progetto devono sapere che non saranno mai soli». Così Luisa Regimenti, assessore al Personale, alla Sicurezza urbana, alla Polizia locale, agli Enti Locali e all’Università.

 




Concorso “Legalità e Cultura dell’Etica” del Rotary club Viterbo

VITERBO- E’ stata presentata venerdì l’iniziativa interdistrettuale del concorso “Legalità e Cultura dell’Etica” che premia l’impegno delle scuole sul fronte della legalità e dell’etica. Erano presenti la presidente del Rotary club Viterbo Rosita Ponticiello; la presidente della commissione legalità e cultura dell’etica del Rotary club Viterbo Rosa Maria Purchiaroni; i dirigenti scolastici degli istituti scolastici che hanno aderito, Vanni e Canevari, Maria Cristina Baleani e Paolo Fatiganti; le componenti della commissione Maria Pia Tacconi e Angela Grifa; le docenti Valeria Vitagliano (sede Canevari di San Martino) e Simonetta Angeli (Vanni). Rosa Maria Purchiaroni si è confrontata con le docenti Valeria Vitagliano e Simonetta Angeli, nella proposta del concorso che verrà premiato a Roma il prossimo 11 aprile, lasciando piena libertà d’azione alla creatività degli studenti che dovranno realizzare: un elaborato scritto (tema, racconto breve o articolo); un manifesto (vignetta satirica con tecnica a piacere); uno spot o corto amatoriale; produzione di uno scatto amatoriale.
La presidente del Rotary club Viterbo Rosita Ponticiello ha detto che “si tratta di un concorso nazionale alla 13° edizione ed è il primo anno che Viterbo aderisce a questo bando per il tramite della commissione distrettuale legalità e cultura dell’etica del Distretto 2080 presieduta da Patrizia Cardone. Rosa Maria Purchiaroni ha ringraziato i presidi “che sono stati come sempre disponibili e sensibili a queste tematiche. Ho abbracciato questo progetto perché ritengo che l’educazione alla legalità abbia ad oggetto le regole di vita, la democrazia e i diritti di cittadinanza. I giovani non si sentono più appartenenti alla comunità. La società contemporanea non propone mediazioni coinvolgenti, c’è mancanza di figure di riferimento, disorientamento e confusione. E’ una sensazione di smarrimento della gioventù che genera solitudine”. Quindi l’altro grido d’allarme. “Quest’anno abbiamo avuto un’alta percentuale di ragazzi che hanno lasciato l’università e le iscrizioni sono diminuite – aggiunge Purchiaroni -. Non sono partiti dei corsi anche in atenei statali. I ragazzi hanno diritto all’errore ma anche alla correzione. Serve una coscienza civile che la legalità conviene: la criminalità sta aumentando anche perché è più facile avere situazioni di sballo. I docenti hanno delle responsabilità in questo senso”. Rosa Maria Purchiaroni ha quindi precisato che “il progetto sulla legalità va come proposta a questi elaborati che le due scuole hanno intrapreso con modalità diverse. Così si indirizzano gli alunni verso un atteggiamento costruttivo e fiducioso”.

“Dalle elementari alle media c’è un passaggio obbligato – ha detto la prof. Vitagliano -: imparare ai ragazzi a esprimersi, con le letture mi sono concentrata sul fare ascoltare ad alta voce miti contro il bullismo: abbiamo usato anche il fumetto e riflettuto sul film ‘Il ragazzo dai pantaloni rosa’”. Simonetta Angeli della Vanni ha detto che “partecipiamo al concorso nazionale in cui i nostri ragazzi stanno lavorando già da settembre. L’anno scorso siamo stati al Salone del libro di Torino per la biblioteca Cruciani. Facciamo attività laboratoriali e poniamo l’attenzione per la dispersione scolastica e la povertà educativa. Lo sfondo integratore sono le parole rispetto e cura: di sé, dell’altro e del mondo”.

I presidi Fatiganti e Baleani hanno dato la loro disponibilità anche per sinergie future col Rotary club Viterbo e hanno chiarito come sono aumentate le criticità sociali legate ai giovani: “la scuola rappresenta l’ultimo presidio istituzionale contro le devianze sociali e della legalità – hanno notato i due dirigenti scolastici – e, iniziative come il concorso promosso dal Rotary, vanno nella giusta direzione. Insieme a ciò vanno promosse la pratica sportiva e gli ambienti che permettono la piena socializzazione dei ragazzi”.

 




Viterbo, il palazzetto sequestrato alla camorra diventerà un centro dedicato ai giovani e alla cultura della legalità

VITERBO – Un recente finanziamento da 149 mila euro ottenuto dal Comune consentirà finalmente di ristrutturare l’edificio di piazza Dante, sequestrato alla camorra nel 2000, destinato a trasformarsi in una struttura per accogliere varie attività finalizzate alla divulgazione della cultura della legalità. L’immobile, un palazzetto che nel passato era finito nel degrado anche a causa delle lungaggini burocratiche legate al passaggio dalla proprietà demaniale a quella comunale, è stato ufficialmente acquisito dall’amministrazione comunale nell’agosto dello scorso anno. Il finanziamento regionale consentirà entro breve di sistemare l’edificio, successivamente saranno compiuti gli atti per procedere alla migliore forma gestionale con la finalità di avviare una serie di attività di comunicazione sui temi della legalità con particolare riferimento alle narcomafie che durante la pandemia hanno avuto un notevole aumento soprattutto attraverso il web, alle ecomafie e a tutti gli illeciti che in qualche modo danneggiano l’ambiente, alle archeomafie e a tutti quei reati che hanno come oggetto il furto di opere d’arte, ed alle agromafie che negli ultimi anni hanno portato a fenomeni illegali nel campo dell’agricoltura, dal campo alla vendita. Soddisfazione per il completamento dell’iter progettuale è stato espresso dall’assessore Elena Angiani che aveva seguito la pratica nei mesi scorsi e dal collega con delega al Patrimonio Giancarlo Martinengo.




Un pomeriggio all’insegna della legalità con i carabinieri

PIANSANO – Anche quest’anno, il tradizionale Grest estivo della parrocchia di Piansano ha ospitato un evento molto speciale dedicato ai più giovani: il “Pomeriggio della Legalità”. L’iniziativa, ormai consolidata nel calendario estivo della comunità, ha visto i ragazzi incontrarsi con i carabinieri della locale Stazione, guidati dal Comandante, e con un equipaggio del “Pronto Intervento”, accompagnati dal Comandante dell’Aliquota Radiomobile.


L’accoglienza riservata ai militari dell’Arma è stata calorosa e viva, a testimonianza del forte legame che si è creato negli anni tra la comunità parrocchiale e le forze dell’ordine. Don Andrea Mareschi, parroco di Piansano, ha sottolineato l’importanza di iniziative come questa, che contribuiscono a formare nei giovani una coscienza civica e a farli sentire parte attiva della comunità.
Il “Pomeriggio della Legalità” rappresenta il proseguimento naturale di un progetto più ampio, promosso dall’Arma dei Carabinieri durante l’anno scolastico e volto a diffondere la cultura della legalità tra i giovani. Attraverso incontri e attività didattiche, i carabinieri cercano di avvicinare i ragazzi alle istituzioni e di far loro comprendere il valore delle regole e del rispetto per gli altri.
Durante l’incontro, i carabinieri hanno illustrato ai ragazzi le loro attività quotidiane, rispondendo alle loro curiosità e domande. È stato un momento di confronto e di dialogo molto apprezzato dai giovani partecipanti, che hanno mostrato grande interesse per il lavoro delle forze dell’ordine. Nel corso dell’incontro è stata data la possibilità di osservare da vicino la gazzella dei Carabinieri e tutte le sofisticate dotazioni di bordo, nonché di parlare con un equipaggio che svolge il servizio di pronto intervento 24 ore su 24, in stretto raccordo con la centrale operativa e con il 112 numero unico di emergenza.
Attenzione particolare è stata dedicata alle attività di contrasto alle truffe in danno di anziani. I giovani sono stati sensibilizzati a farsi portavoce nei confronti dei loro nonni di tutte le raccomandazioni per difendersi da truffatori senza scrupoli.
L’iniziativa si inserisce in un contesto più ampio, caratterizzato da un crescente impegno delle istituzioni e della società civile per promuovere la legalità e la giustizia. La collaborazione tra la scuola, la chiesa e le forze dell’ordine rappresenta un elemento fondamentale per la costruzione di una comunità più sicura e coesa.




TrasportiAmo: Con Polmetro lo Stato riporta la legalità nelle metropolitane romane

ROMA – “La creazione di Polmetro rappresenta una risposta concreta e determinata nella lotta alla criminalità che affligge le nostre metropolitane. I casi di Mattia, Assunta, Orsola e tanti altri, aggrediti e derubati con una violenza inaudita, non possono più essere tollerati. TrasportiAmo plaude all’iniziativa del Ministro Matteo Piantedosi, auspicando che questa sia solo la prima di una serie di misure volte a restituire ai pendolari la sicurezza che meritano”. Lo dichiara in una nota David Nicodemi, Presidente dell’Associazione TrasportiAmo.




Rocca: “Solidarietà a Nicola Franco, minacce non fermano lotta per la legalità”

ROMA – «Voglio esprimere tutta la mia solidarietà al presidente del Municipio Le Torri, Nicola Franco che oggi ha ricevuto delle minacce ignobili attraverso dei manifesti che lo ritraggono a testa in giù. La Regione Lazio sarà sempre al fianco di Franco e di tutti gli amministratori del territorio che ogni giorno, insieme alle Forze dell’Ordine e alle Istituzioni, sono impegnati per garantire la sicurezza di tutti i nostri cittadini. Queste vili intimidazioni non spostano di un centimetro la lotta che sosteniamo a difesa della legalità». Lo dichiara il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

 




IC Marchini di Caprarola, l’educazione alla Legalità inizia a scuola

CAPRAROLA ( Viterbo) – Si è conclusa con una performance artistica la serie di iniziative per l’educazione alla Legalità svolte durante l’anno scolastico all’IC Marchini di Caprarola.

Un fitto calendario di incontri che ha avuto come protagonisti alunni e docenti della scuola, in collaborazione con il Comune di Caprarola, le forze di Polizia della questura di Viterbo, la Polizia postale e psicologi che hanno ripetutamente incontrato le classi e i genitori, per sensibilizzare sui rischi del web e sull’importanza di sapere gestire conflitti ed emozioni; nonché corsi di aggiornamento per docenti organizzati dal CTS e dal gruppo di lavoro per il contrasto al cyberbullismo provinciali.

Quest’anno, per la prima volta, su proposta della dirigente Ottaviani, l’Istituto Marchini ha aderito alla Rete Falcone che, in collaborazione con “Libera” di Don Ciotti, ha preparato e partecipato alla “giornata nazionale in ricordo delle vittime delle mafie” che si è svolta il 21 marzo al Circo Massimo di Roma ed ha visto la presenza delle terze medie di Caprarola e Carbognano. Il lavoro, che consisteva nel focalizzare l’attenzione su una vittima di mafia scelta da ogni singola scuola della provincia, si è concentrato sulla vita e sulla morte di Peppino Impastato, la cui storia è stata al centro di lezioni tenute dagli insegnanti della scuola.

Gli studenti, che avevano già partecipato al concorso indetto dalla Polizia di Stato con un elaborato presentato dalle classi quinte della Primaria e con un video realizzato dalla 3b della scuola media, a conclusione di questo percorso, hanno dato vita ad un allestimento artistico nel piazzale antistante la scuola, dal titolo “Mettiamo un punto alla mafia”, che diventerà un video con cui partecipare al concorso provinciale indetto dalla Rete Falcone e che avrà una colonna sonora registrata dagli studenti della scuola nella sala di registrazione del Palazzetto della Cultura, gentilmente messa a disposizione dall’amministrazione comunale.




Legalità e trasparenza, al consiglio regionale incontro tra amministratrici e amministratori locali con avviso pubblico

Si è svolto ieri pomeriggio, presso la Sala Etruschi del Consiglio regionale del Lazio, l’evento su trasparenza e legalità negli enti locali, che ha visto la presenza di numerosi amministratori e amministratrici dei diversi Comuni della Regione, accanto ai rappresentanti dell’Associazione Avviso Pubblico, la rete di enti locali creata nel 1996 per promuovere la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile.
Ad introdurre i lavori, è stato l’intervento della presidente della XIII Commissione consiliare “Trasparenza e pubblicità”, la consigliera Marta Bonafoni: “Il senso di questo appuntamento è riuscire ad avvicinare amministratori e amministratrici, favorire quello scambio e quell’incontro che siamo convinte sia il migliore antidoto anche alla solitudine che troppo spesso caratterizza il mandato nelle città e nei comuni, soprattutto quando si ha a che fare con il compito di garantire trasparenza e legalità all’azione politica e amministrativa. Lo abbiamo organizzato in questa settimana, non è una scelta casuale: nei prossimi giorni proprio a Roma ci ritroveremo in tante e tanti per celebrare insieme a Libera e a tante associazioni la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Anche per questo, abbiamo scelto di coinvolgere una realtà importante come Avviso Pubblico, che è un’associazione che nella nostra Regione è ancora troppo poco conosciuta rispetto al prezioso lavoro che svolge a livello nazionale e anche sui nostri territori”.
“Il Lazio nel 2023 ha registrato un aumento record delle interdittive antimafia: oltre sei volte, da 13 del 2022 a 82 del 2023, il dato maggiore registrato tra le regioni – ha aggiunto Eleonora Mattia, Vicepresidente della I Commissione Antimafia alla Pisana – Dati che ci confermano l’urgenza di potenziare gli strumenti di contrasto alle mafie e di far sentire la presenza dello Stato soprattutto nei territori più vulnerabili, come i comuni di Anzio e Nettuno, entrambi sciolti per infiltrazioni mafiose e commissariati. Già nei mesi scorsi abbiamo portato in seduta congiunta le Commissioni Antimafia di Consiglio regionale e Parlamento ad Anzio. Come allora ribadiamo l’importanza di sciogliere il velenoso intreccio tra politica e criminalità organizzata e auspichiamo che il Tribunale di Velletri emetta al più presto la sentenza di incandidabilità, con l’elenco degli esponenti politici delle giunte di Anzio e Nettuno, in modo da dare le coordinate necessarie all’opinione pubblica per individuare, entro le prossime elezioni europee 2024, ormai alle porte, una classe politica in grado di instaurare un nuovo patto di rappresentanza basato sui valori di legalità e rinascita socioculturale”.
Nel corso dell’evento sono intervenuti anche la consigliera delegata alla Trasparenza della Città Metropolitana di Roma Capitale Tiziana Biolghini, il presidente di ANCI Lazio Riccardo Varone e l’assessore al Patrimonio e Politiche abitativa di Roma Capitale Tobia Zevi.
“Prima di tutto ci tengo a ringraziare il Consiglio regionale del Lazio, la Commissione Trasparenza e Pubblicità e la Commissione regionale Antimafia, per aver organizzato questa iniziativa.” Ha dichiarato Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico, nell’ambito dell’incontro organizzato dal Consiglio Regionale del Lazio per presentare le attività dell’organizzazione nazionale contro le mafie e corruzione nata nel 1996. “Per Avviso Pubblico è importante poter far conoscere una rete che è composta da 578 enti, 15 nel Lazio, tra cui la Regione e il Comune. L’incontro di oggi, in particolare, è finalizzato a presentare una serie di buone e concrete prassi, testimonianti la presenza di una buona politica e di una buona amministrazione che rappresentano gli strumenti efficaci e sostanziali per combattere mafie e corruzione. Auspico che la sensibilità mostrata dalla Regione Lazio nel trovarsi qui, a ridosso di una giornata significativa come il 21 marzo, porti la rete di Avviso Pubblico a rafforzarsi a livello regionale, considerato che nel territorio laziale la presenza delle mafie è particolarmente importante e la lotta per contrastarla non può essere delegata solo alle forze della magistratura e di polizia.”




Montefiascone, il progetto “PretenDiamo Legalità” all’I.I.S. Carlo Alberto Dalla Chiesa

MONTEFIASCONE ( Viterbo) – Progetto concorso “PretenDiamo Legalità” all’I.I.S. Carlo Alberto Dalla Chiesa di Montefiascone. Il Dirigente della Sezione della Polizia Stradale di Viterbo Dottor Davide Michelazzo ed il personale specializzato della Questura di Viterbo che cura il progetto/concorso oramai in dirittura di arrivo, hanno dialogato con i giovani studenti trattando l’ampia tematica della Sicurezza Stradale con le sue regole e sanzioni facendo focus sulla sempre più diffusa distrazione alla guida ed i rischi correlati. Attenzionato il ruolo che giocano le emozioni nella vita e la grande importanza dell’imparare a gestirle nella quotidianità per la salvaguardia della sicurezza propria ed altrui. Ne è nato un confronto animato con i ragazzi che non ha potuto non trattare il tema molto sentito della violenza di genere e della relativa gestione dei rapporti interpersonali. E’ stata chiamata in causa la gelosia, sentimento diffuso, ma assolutamente da gestire con l’assunzione responsabile delle proprie azioni e reazioni eliminando pensieri negativi e decidendo di basare la relazione sulla fiducia e sul dialogo costruttivo, fissando nuove regole condivise.




Don Luigi Ciotti a Montalto di Castro: una mattinata di riflessione sulla legalità con i giovani

MONTALTO DI CASTRO ( Viterbo) – «I ragazzi hanno avuto la possibilità di apprendere meglio cosa sono le mafie e come espandono le loro radici nel territorio. Una mattinata di riflessione e di consapevolezza su come combatterle e diffondere la legalità».

Queste le parole del Sindaco di Montalto di Castro Emanuela Socciarelli che questa mattina ha partecipato all’incontro con Don Luigi Ciotti, fondatore dell’associazione “Libera” che ha incontrato centinaia di giovani della “Rete di scuole G.Falcone”.
Don Ciotti ai ragazzi ha raccontato la sua esperienza che l’ha portato a creare negli anni una grande rete di legalità, volta a promuovere la partecipazione attiva e costruire una società giusta, democratica e solidale. Sul palcoscenico del teatro Lea Padovani i giovani delle scuole di Montalto di Castro e della Tuscia, che hanno espresso il loro ringraziamento per questa importante testimonianza. Presenti, con insegnanti e studenti, anche le forze dell’ordine al quale Don Ciotti ha rivolto un particolare elogio per il loro costante e difficile lavoro in questa lotta contro la criminalità organizzata.
«Sono incontri che fanno molto riflettere – conclude il sindaco Socciarelli – e spero lascino il segno nelle nuove generazioni per un futuro all’insegna della legalità, del rispetto dei valori civici e della correttezza morale ed etica. Ringrazio la dirigente scolastica Laura Piroli e tutto il personale docente dell’Istituto Vincenzo Cardarelli di Tarquinia per aver dato l’opportunità ai nostri figli di un momento di confronto e di riflessione su un tema importante della nostra società».




Legalità, Frontini: “Il palazzetto in piazza Dante è parte del patrimonio del comune”

VITERBO – “Il palazzetto in piazza Dante n. 18, confiscato alla mafia oltre venti anni fa, è ufficialmente parte del patrimonio del nostro comune.

Con il voto unanime di tutto il consiglio comunale, abbiamo chiuso una vicenda più volte arenatasi in questi anni, per burocrazia o disinteresse. È un atto importante per la promozione della legalità e il contrasto al degrado in centro storico, perché questo edificio avrà uno scopo sociale: diventerà un centro dedicato ai giovani la cui missione sarà proprio promuovere la legalità e la cittadinanza attiva. Uno questo spazio precedentemente associato alla criminalità diventa in un luogo di opportunità, conoscenza e impegno sociale.
Un altro piccolo tassello è tornato al suo posto”.
A sciverlo la sindaca di Viterbo, Chiara Frontini.



26 luglio: giornata della legalità a Viterbo con la testimonianza di Tina Montinaro e con la Quarto Savona Quindici (VIDEO)

di ANNA MARIA STEFANINI –

VITERBO – Per la Città dei Papi non è solo il 23 maggio, anniversario della strage di Capaci, la giornata dedicata alla legalità. La giornata odierna, 26 luglio, dovrebbe far acquisire a Viterbo il titolo di Città della legalità in virtù delle numerose iniziative sociali e culturali contro la mafia, realizzate grazie a Ombre Festival, all’organizzatore Alessandro Maurizi, alla Prefettura, alla Polizia di Stato, al Comune di Viterbo e alla gente.

Un gran lavoro svolto in particolare dagli organizzatori di Ombre Festival e dalla Questura, La carcassa della Quarto Savona Quindici, l’auto fatta saltare con un’alta carica di tritolo su cui Falcone ha trovato la morte, è stata esposta a Piazza del Comune. Notevole la testimonianza di Tina Montinaro, moglie di Antonio, caposcorta di Falcone, iniziative inserite nell’ambito di un festival che ha portato qui il procuratore di Catanzaro Gratteri e molti altri esempi da seguire, persone sempre in prima linea nella difesa di giustizia e legalità .

“La paura è qualcosa che tutti abbiamo. E’ la vigliaccheria che non si capisce. Io, come tutti gli uomini, ho paura ma non sono un vigliacco” diceva Antonio Montinaro, caposcorta di Falcone, ucciso nella strage di Capaci il 23 maggio 1992, insieme a Giovanni Falcone, a Francesca Morvillo, Vito Schifano e Rocco Di Cillo.
tina montinaro (5)La moglie di Montinaro, Tina è una delle promotrici dell’associazione vittime di mafia, che da molti anni gira l’Italia per parlare del sacrificio di suo marito.

Tina Montinaro dice sempre: “Non chiedo tanto, solamente avere giustizia”.

Già, dare giustizia. Come si può dare giustizia? Forse conservando e facendo conoscere la storia di Antonio, portandola nelle scuole, parlandone, raccontandola in un libro.
“Non ci avete fatto niente!” è il titolo del libro della Montinaro, andato a ruba stasera da Borri Books.
tina montinaro (3)In questi anni per Tina Montinaro è stato determinante far sì che non si perdesse la memoria “per dimostrare a tutti che quei tre ragazzi in fondo non li avevano fermati”; oggi gira tutta l’Italia, andando nelle scuole, raccontando e ricordando la “scorta” di Giovanni Falcone e quell’automobile: la Quarto Savona 15.

Chi era Antonio?
Antonio Montinaro è un ragazzo vivace, che odia le ingiustizie e non sa stare con le mani in mano. Per questo, quando entra in polizia, non si accontenta degli incarichi più semplici ma impara in tina montinaro (1)fretta e chiede di essere trasferito a Palermo, negli anni in cui la lotta alla mafia è più accesa che mai e la città è in guerra. Lì ci sono uomini impegnati a cambiare le cose e Antonio, innamorato del proprio lavoro, vuole fare la sua parte: presto diventerà uno degli agenti più fidati della scorta di Giovanni Falcone. Sempre in Sicilia conoscerà Tina, sua moglie. È proprio lei a raccontare in questo libro la storia di Antonio, che credeva nella giustizia e nello Stato, morto coraggiosamente per difendere il giudice Falcone, e i diritti di tutti noi, nel maggio più buio della storia italiana.

Montinaro a Viterbo5Dopo l’intenso momento di raccoglimento davanti alla teca contenente la Quarto Savona Quindici, Tina Montinaro è stata intervistata dalla sindaca di Viterbo Chiara Frontini, a piazza della Repubblica, alle ore 19,15 circa, davanti a un folto pubblico. La moglie del caposcorta assassinato ha risposto con chiarezza alle domande, facendo spesso riferimento all’importanza di trasmettere la memoria alle giovani generazioni : “Ai bambini bisogna parlare e dare l’esempio. Bisogna far loro comprendere e decidere da che parte stare.”.
Presenti all’incontro, fra gli altri, il vice prefetto Andrea Caputo, il questore Fausto Vinci, l’ex questore Giancarlo Sant’Elia, il pm Chiara Capezzuto, il presidente dell’associazione 19 luglio Carlo Maria Scipio, Patrizia Notaristefano, Emanuele Aronne, Rosanna Giiliberto, Lina Delle Monache, Alessandra Croce, la sindaca del consiglio comunale dei bambini Chiara.

Montinaro a Viterbo1Tina Montinaro ha risvegliato la coscienza ai palermitani che dopo il 23 maggio 1992, hanno fatto “uscire la testa da sotto terra”, dopo che le loro coscienze erano intorpidite da anni di silenzi. Tina ha deciso con coraggio, di rimanere a Palermo e di fare crescere nella città siciliana i suoi due figli. Ecco chi è Tina, una donna capace di far sorridere e riflettere allo stesso tempo, una donna diretta, che proprio per questo riesce a trasmettere “a pelle” le sue emozioni e le sue sensazioni ed è ascoltata e seguita indistintamente da giovani e meno giovani. Tina è una persona che non ama i giri di parole, ma preferisce dire in faccia le cose che pensa.

Montinaro a Viterbo2Quando nel 1992 la strage di Capaci pose fine alla vita di Antonio, Tina Montinaro forse non avrebbe mai potuto immaginare che, dopo oltre vent’anni, ancora, giustizia, non fosse stata fatta.
Certo da allora tanto è cambiato, sia all’interno dei processi sia nella gestione dei “pentiti”; sulla scia del processo a Borsellino. È da tanti anni che Tina Montinaro si batte per una Giusta Verità, si batte affinché venga resa giustizia a suo marito; non c’è odio nella sua battaglia, c’è soltanto tanta voglia di Giustizia. Oggi la sua battaglia ha trovato nomi e cognomi. La sua missione è stata ed è la speranza di tutti gli italiani onesti. Antonio Montinaro è stato un poliziotto italiano morto per lo Stato Italiano ed è giusto che chi ha ordito la strage di Capaci paghi, ad ogni livello esso si muova. Dare pienamente giustizia ad Antonio Montinaro significa ed ha significato dare giustizia all’Italia intera, all’Italia che ancora oggi, Montinaro a Viterbo3anni, crede nella giustizia stessa, proprio come Tina Montinaro.

“Io vengo da una città dove se anche dovevamo comprare una lavatrice, chiedevamo aiuto a qualcuno. – ha detto Tina – Tutto queste cose devono finire. I nostri figli devono insegnare a noi.

La Sindaca ha poi chiesto: “Verso la fine racconti il ruolo delle mamme. Che contributo possono portare le donne?”.
“Noi mamme siamo presenti e sappiamo chi sono i nostri figli e come si comportano – ha risposto Tina – Noi dobbiamo stare attenti ai nostri figli senza coprirli sempre. I ragazzi hanno la presunzione di saper far tutto.
Ogni tanto “una buona mazzata” ci vuole. Ci vogliono pazienza, coraggio e determinazione.
Montinaro a Viterbo4Il questore dott.Renato Cortese mi ha aiutato nella mia battaglia. Io non sono andata via da Palermo. Sono restata per non darla vinta ai mafiosi”.

La sindaca Frontini ha ricordato l’operazione Erostato a Viterbo e la grande partecipazione viterbese.

“Sono 31 anni che giro l’Italia e conosco tante belle persone, perbene ed è questa una delle cose più belle che mi ha dato mio marito. Io ho avuto accanto un uomo come Antonio Montinaro e sono stata fortunata.L’ho avuto solo per 5 anni, ho generato con lui due figli. La Quarto Savona Quindici l’abbiamo qui.
Alla fine i mafiosi che cosa ci hanno fatto?
La memoria deve appartenere a tutti voi e vi prego di non girarvi mai dall’altra parte se volete rispettare gli uomini che hanno dato la vita per voi”.
tina montinaro (9)Poi ha continuato:
“Cerchiamo di non isolare persone come Falcone. La mafia non fa più stragi, ma ammazza in altri modi: ad esempio.
scretitandoti.
La scorta di Falcone era formata da ragazzi. Antonio ne aveva 24 di anni ed è morto a 29. Non hanno fatto un passo indietro, quei poliziotti di fronte al rischio di morire.
Non erano eroi, ma poliziotti che hanno fatto fino in fondo il loro dovere”.

“Il giorno che accade mi verrai a prendere col cucchiaino “. disse Antonio. Così come lui, gli uomini morti della scorta avevano nome e cognome.

tina montinaro (8)Ad Antonio a scuola piaceva la storia. Conoscere la storia serve a non commettere gli stessi errori del passato. Io volevo lasciare ai bambini la storia di questo ragazzo. I figli ancora dicono:” Quanto coraggio aveva papà!”.
Portiamo anche noi i segni della bomba, ma non ci hanno fatto niente perchè siamo andati avanti, la coscienza di Palermo, di Viterbo, dell’Italia si è risvegliata.

Io vengo da una città dove si contano 5000 morti per causa mafiosa. Io sono rimasta a Palermo per tina montinaro (11)fare memoria e vi chiedo di non essere indifferenti.
Uno dei miei figli si chiama Giovanni, come Falcone, e poi Montinaro di cognome. Bisogna fare capire ai figli ch, quando viene ucciso un uomo dello Stato, ha perso l’Italia intera.
I giovani devono sapere che, se si associano ad alcune famiglie, vengono usati. Invece i poliziotti, i carabinieri giurano davanti alla Repubblica italiana e non si tirano indietro.”
La Montinaro racconta come si è conosciuta con Antonio, “nu bello guaglione”. La gente si commuove e applaude. Questa è la vera Viterbo, che crede che la memoria sia fondamentale per il risveglio delle coscienze e per dare sempre più valore al rispetto della legalità.

 

  




Educare alla legalità, il 3 Maggio Gherardo Colombo incontra le scuole di Montefiascone 

MONTEFIASCONE ( Viterbo) – Mercoledì 3 Maggio alle ore 10 nella splendida cornice della Rocca dei Papi arriva  per un incontro con le scuole organizzato dal Comune di Montefiascone in collaborazione con l’Associazione Culturale Compagnia del Teatro Caffeina Gherardo Colombo.

Magistrato attualmente fuori servizio, è noto per aver condotto, o contribuito a condurre, inchieste importanti sul crimine organizzato, la corruzione, il terrorismo e la mafia, tra cui la scoperta della Loggia P2 e Mani Pulite.
Ha pubblicato diversi libri nei quali mette la sua esperienza di magistrato al servizio di una divulgazione attenta e scrupolosa dei concetti di democrazia, giustizia e cittadinanza.

A Montefiascone presentera agli studenti di Montefiascone ‘il libro scritto con Anna Sarfatti ‘Educare alla legalità .Suggerimenti pratici e non  per genitori e insegnanti ‘ edito da Salani

«Una lettura istruttiva anche per gli adulti»  questo il commento del Corriere della Sera

Questo libro aiuta genitori, insegnanti e tutti coloro che lavorano nella formazione a parlare ai giovani delle regole di una società civile, di rispetto della legalità e dei suoi principi, attraverso l’analisi e lo studio degli articoli più importanti della nostra Costituzione.

Nato dall’esperienza diretta di Anna Sarfatti, insegnante , e di Gherardo Colombo, che negli ultimi anni ha incontrato centinaia di ragazzi nelle scuole, questo saggio è uno strumento indispensabile, affinché dalla scuola primaria alla secondaria si apprendano concetti complessi con parole semplici e tanti esempi concreti. Solo imparando a conoscere la Costituzione da piccoli si può diventare cittadini consapevoli, come dice, in queste pagine, un bambino di dieci anni: «Secondo tutti i bambini che seguono la Costituzione il mondo deve essere rispettato sennò non si chiamerebbe mondo. È grazie al mondo che siamo stati fatti e cresciuti e quindi siamo in debito e dobbiamo dargli un po’ di rispetto in cambio.»

L’incontro al quale interverrà la Sindaca Giuliano De Santis sarà introdotto da Renato Trape ‘ consigliere delegato alla cultura di Montefiascone e sarà moderato dall’Avvocato Giuseppe Picchiarelli del foro di Viterbo.

L’appuntamento è per mercoledì mattina alle ore 10 alla Rocca del Papi di Montefiascone




Presidi di legalità: la stazione carabinieri di Fara in Sabina

RIETI – La Stazione Carabinieri di Fara Sabina rappresenta l’avamposto di legalità del centro sabino, secondo comune per numero di abitanti della provincia, che è posto a m. 482 s.l.m. e ha una popolazione di circa 14.000 abitanti, distribuiti fra le numerose frazioni che lo compongono.

Le origini dell’attuale abitato sembrano risalire al periodo longobardo anche se, di fronte allo stesso, sorge Monte San Martino sul quale è presente un insediamento risalente all’età del Bronzo. Il castello è stato sotto il controllo dell’Abbazia di Farfa, successivamente fu feudo degli Orsini e poi dei Barberini. La bellissima e austera Abbazia di Farfa con il suo Borgo è posta nelle vicinanze del centro abitato.

L’Arma è presente a Fara in Sabina dalla fine del XIX° secolo e la Stazione ha competenza anche sul vicino Comune di Toffia, a sua volta con radici nell’età del Bronzo, mentre nella frazione di Passo Corese vi è la presenza di una Stazione Carabinieri dedicata.

La Stazione è comandata dal Maresciallo Maggiore Fausto VENTRESCA, coadiuvato dal Vice Brigadiere Carmine ZOTTOLI, dall’Appuntato Scelto QS Achille PARMENTOLA e dall’Appuntato Scelto Gaetano ELISEO nonché dal C.re Sc. Pietro SPINELLA.

Il territorio di competenza della Stazione comprende zone montuose e collinari, ma è fortemente caratterizzato dalla presenza della SS 4 Salaria e della SP 41 Farense, nonché delle numerose frazioni.

I Carabinieri della locale Stazione sono da sempre impegnati nella prossimità al cittadino e nel controllo dell’esteso territorio che costeggia la SS 4 Salaria. Nel corso degli anni hanno svolto varie attività di contrasto ai reati cd. predatori e a quelli inerenti agli stupefacenti.

Il Comando è ubicato in via della Repubblica 12

tel. 0765/277004

p.e.c. tri28781@pec.carabinieri.it

Orari di ricezione del pubblico:

lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato domenica
10.00/13.00 16.00/19.00 10.00/13.00 10.00/13.00 16.00/19.00 10.00/13.00 10.00/13.00




Stazione Carabinieri Forestale di Poggio Mirteto: presidio di legalità dell’arma dei Carabinieri

POGGIO MIRTETO ( Rieti) – La Stazione Carabinieri Forestale di Poggio Mirteto, comandata fino a pochi giorni fa dal Maresciallo Ordinario Costantino Reali (ora Comandante del Nucleo Comando del Gruppo di Rieti) e composta complessivamente da cinque militari, è il presidio dell’organizzazione forestale dell’Arma dei Carabinieri, riferimento per le comunità del vasto territorio della “Bassa Sabina”, comprendente i Comuni di Poggio Mirteto, Montopoli di Sabina, Fara in Sabina, Frasso Sabino, Poggio Nativo, Castelnuovo di Farfa, Toffia, Mompeo, Salisano, Poggio Catino e Roccantica.

I comuni ricadenti nella competenza territoriale della Stazione, agevolati dalla strategica vicinanza alla Capitale e dalle vie di comunicazione ad alto flusso veicolare (“Autostrada del Sole” A1, “via Salaria Nuova” SS4 e “via Ternana” SR313), soprattutto negli ultimi anni, hanno “investito” in attività industriali, determinando l’inevitabile modifica paesaggistica delle campagne “Sabine” e un aumento consistente della popolazione. Tale sviluppo ha, di conseguenza, comportato un impegno ulteriore da parte dei Carabinieri Forestale di Poggio Mirteto, al fine di poter fornire risposte esaustive e risolutive alle molteplici segnalazioni dei cittadini.

Puntuali, difatti, sono i controlli effettuati per la corretta gestione dei rifiuti e per la tutela del vincolo idrogeologico, paesaggistico ed in materia urbanistica, unitamente agli accertamenti nel settore della caccia.

Particolare attenzione è posta, inoltre, al fenomeno degli incendi boschivi che, prevalentemente nella stagione estiva, si propagano interessando anche vaste superfici boscate. Le indagini, esperite dalla Stazione Carabinieri Forestale di Poggio Mirteto, con la collaborazione di altre Stazioni Carabinieri Forestale della Provincia, grazie a specifiche metodologie tecnico-scientifiche, che si affiancano ai più comuni accertamenti di polizia giudiziaria, hanno permesso di individuare il punto d’insorgenza degli incendi e, in alcuni casi, deferire alla competente Autorità giudiziaria i responsabili.

La sede della Stazione Carabinieri Forestale di Poggio Mirteto si trova in Via P. Nenni n. 14 a Poggio Mirteto.

Recapiti: tel. 0765/423573 – p.e.c. fri43051@pec.carabinieri.it – mail 043051.001@carabinieri.it