Made in Italy: alla Camera l’evento di Federalimentare “Il valore dello stile italiano tra cultura del buon vivere e alimentazione”

ROMA – In occasione della Giornata Nazionale del Made in Italy (#giornatamadeinitaly2025) si è svolto alla Camera dei Deputati il convegno promosso da Federalimentare “Il valore dello stile italiano tra cultura del buon vivere e alimentazione”. Nel corso dell’evento è stato presentato il Secondo Rapporto Federalimentare-Censis “Cibo e libertà. Binomio inscindibile nello stile di vita italiano”.

Lo studio ha evidenziato che per gli italiani i corretti stili di vita e una dieta equilibrata sono fra le loro priorità. Così come una educazione alimentare responsabile deve passare dalla conoscenza e dal sapere. Per i cittadini, infatti, mangiare bene e sano non significa eliminare cibi, ma vuol dire trovare il giusto equilibrio fra gli alimenti. Gli italiani vogliono essere liberi di scegliere, senza demonizzare i cibi presunti non sani e affidano all’industria alimentare italiana il ruolo di garante per avere sulle loro tavole cibo di qualità, sano e sicuro.

Il cibo è cultura

Per il 93,2% degli italiani il cibo è cultura. Questo dato riflette il legame profondo che c’è tra gli alimenti e la tradizione italiana che si radica nella storia dei territori, nelle identità locali e nell’Italia dei Comuni e dei borghi. Il cibo diventa non solo veicolo di espressione personale, ma anche simbolo di identità collettiva che li identifica nel Made in Italy.

Tradizione alimentare scudo italiano

La tradizione alimentare italiana rappresenta per il 93,5% dei cittadini uno scudo di pragmatismo, di buon senso, di moderazione e di qualità per cui non bisogna escludere dalla dieta nessun cibo, ma bisogna invece valorizzarlo. Mangiare bene non significa eliminare, ma trovare un sano e giusto equilibrio tra gusto, qualità e salute. In questo campo il compito primario viene riconosciuto all’industria alimentare che attraverso i suoi prodotti offre innovazione, tradizione, sicurezza, accessibilità e equità preservando il valore sociale e culturale del cibo.

 

Industria alimentare garante di libertà

Garante della libertà nella scelta degli alimenti è l’industria alimentare italiana. Per il 93% dei cittadini, infatti, è proprio nell’industria che la loro libertà di scelta si esercita consapevolmente grazie alla vastità dei prodotti sani, sicuri, ben fatti, buoni e sostenibili che offre. L’industria, ogni giorno, soddisfa queste esigenze rispondendo ai desideri dei consumatori che possono esercitare liberamente la propria scelta preferendo ciò che si adatta meglio alle proprie esigenze e gusti. Questa capacità unica, che ha solo l’industria, garantisce un’alimentazione democratica, sostenibile e accessibile che coniuga tradizione e innovazione senza demonizzare, ma offrendo un ventaglio di prodotti sani e alla portata di tutti. Per il 90,7% degli italiani, infatti, la libertà di scegliere cosa mangiare è presupposto di una più alta consapevolezza alimentare.

No demonizzazioni, sì varietà di scelta

Gli italiani sono consapevoli che uno stile di vita inappropriato possa avere conseguenze negative sulla salute. Oltre il 37% infatti è convinto che il proprio benessere non sia causato dalla scelta di un singolo alimento o di un prodotto, ma dal proprio stile di vita alimentare. Questo elemento evidenzia come sia fondamentale adottare un approccio equilibrato, basato su scelte consapevoli e abitudini sane che comprendono un bilanciamento fra alimenti senza nessuna demonizzazione tra “cibi buoni” e “cibi cattivi”, una differenziazione che per il 44,1% degli intervistati molto spesso rappresenta una fake news.

Il Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, intervenuto con un messaggio, ha dichiarato: “I prodotti della nostra filiera agroalimentare italiana sono eccellenze riconosciute in tutto il mondo e raccontano, grazie al lavoro di tutti gli attori della sua filiera, anche una parte significativa della nostra identità culturale. Il Governo è in prima linea nel sostegno a questo comparto cruciale per la crescita della nostra economia e il benessere delle nostre aziende. Nel quadro dell’obiettivo di raggiungere i 700 miliardi di export entro la fine della Legislatura, ho lanciato il Piano d’Azione per l’export, la strategia del Governo per accelerare le esportazioni dei settori di punta del saper fare italiano nei mercati extra-UE ad alto potenziale. Il Made in Italy è la chiave per il successo di un’Italia forte delle sue tradizioni, con lo sguardo rivolto saldamente al futuro”.

Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, intervenuto con un messaggio, ha affermato: “La giornata nazionale del Made in Italy nasce per riconoscere e celebrare il talento e la tenacia delle imprese e laboratori italiani, che ogni giorno con orgoglio portano nel mondo prodotti straordinari, simbolo di qualità e del saper fare italiano. Grazie a questa eccellenza nel 2024 l’Italia è diventato il quarto Paese esportatore al mondo. Oggi guardiamo avanti con determinazione, investendo nelle nuove generazioni e tecnologie più avanzate. Quest’anno l’attenzione è rivolta all’innovazione, ben consapevoli che identità e innovazione sono i due binari su cui da sempre ha fatto leva il Made in Italy per affermarsi nel mondo. Innovazione significa intelligenza artificiale, robotica, aerospazio, blue economy, sono queste le nuove frontiere che rendono le nostre imprese protagoniste della transizione digitale. Questa giornata diventa, così, l’occasione ideale per scoprire e apprezzare il valore straordinario della nostra cultura e imprenditorialità, della capacità di guardare sempre al futuro, senza dimenticare mai le nostre radici”.

Luigi D’Eramo, Sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, delegato dal Ministro Francesco Lollobrigida, ha osservato: “È fondamentale consolidare la nostra presenza su diversi mercati internazionali senza tralasciare lo spazio importante che abbiamo conquistato nel mercato americano. Occorre, pertanto, un approccio basato sul buon senso per evitare una guerra dei dazi. La semplificazione normativa, poi, è un altro aspetto cruciale per competere ad armi pari con altri Paesi, così come salvaguardare le nostre produzioni e i nostri alimenti da attacchi sconsiderati come è stato il Nutriscore. Un sistema di etichettatura fuorviante e antiscientifico che, se fosse stato introdotto, avrebbe compromesso il nostro Made in Italy che, ricordo, rappresenta un ambasciatore credibile della nostra italianità nel mondo, in grado di coniugare parole chiave come cultura, equilibrio, qualità, rispetto dell’ambiente e del territorio”.

Secondo il Segretario di Presidenza e Vicepresidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, Francesco Battistoni: “L’industria alimentare italiana rappresenta un’eccellenza nel mondo grazie alla sua capacità di esportare il nostro Made in Italy offrendo prodotti sani, di qualità e sostenibili. In un momento di grandi incertezze è importante poter contare su un comparto sano e in continua evoluzione che sa rinnovarsi e sa soprattutto rispondere ai bisogni dei consumatori. Qualità che attribuiscono al comparto grande fiducia, riconoscendone l’alto valore sociale e la democraticità della sua offerta, accessibile a tutti. Un elemento, quest’ultimo, di grande importanza per i cittadini che possono esercitare consapevolmente la loro libertà di scelta scegliendo il prodotto più adatto alle loro esigenze”.

Alessandro Colucci, Segretario di Presidenza della Camera dei Deputati, ha dichiarato: “Il cibo italiano piace perché risponde a degli standard che garantiscono la massima sicurezza oltre alla qualità e alla sostenibilità. Tra i diversi fattori alla base del successo del cibo italiano occorre ricordare il numero più alto di indicazioni geografiche e riconosciute. Parallelamente vantiamo una filiera radicata sul territorio, che è attenta al sociale e all’ambiente. La trasformazione alimentare si conferma come l’attività manifatturiera più diffusa a livello nazionale, svolgendo una funzione importantissima. La domanda di prodotti italiani aumenta ed è una domanda di eccellenza che va intercettata per garantire crescita e sviluppo al Paese”.

Per il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino: “L’incontro di oggi ci permette di riflettere sullo straordinario valore del Made in Italy alimentare. Un valore riconosciuto in tutto il mondo grazie alle scelte di milioni e milioni di consumatori. Siamo la prima manifattura del Paese con quasi 200 miliardi di fatturato, e abbiamo raggiunto un nuovo record dell’export, 57 miliardi, +9% rispetto all’anno precedente. Il principale merito di questi risultati è dei nostri imprenditori che, in un tempo di grosse incertezze, non hanno perso la fiducia, ma hanno continuato ad investire e a produrre cibo di qualità, sicuro e ben fatto. Un ulteriore merito va certamente alle nostre istituzioni che ci sostengono e che aiutano il settore rendendolo più competitivo sui mercati internazionali, promuovendo l’eccellenza del nostro cibo. Prodotti che oltre ad esprimere l’italianità nel mondo, esprimono la nostra identità culturale grazie alla quale, attraverso il cibo, tramandiamo il nostro sapere millenario”.

Secondo Sergio Marchi, Direttore Generale Ismea: “La sfida della qualità è fondamentale e da questo punto di vista il nostro Paese riveste un ruolo importante. Il tema della libertà di scelta è sempre più cruciale, poiché i cittadini vogliono essere informati per decidere consapevolmente. Il valore dell’agroalimentare italiano è, oggi, riconosciuto a livello mondiale, ma occorre investire in innovazione tecnologica agevolando i giovani imprenditori. Nonostante il periodo complesso l’export cresce a livello record, rafforzando il primato del Made in Italy in termini di qualità e stile”.

Maria Siclari, Direttore Generale Ispra, ha dichiarato: “Sicurezza alimentare significa offrire a tutti alimenti che siano sani e nutrienti. Bisogna, inoltre, assicurare il rispetto di requisiti igienico sanitari specifici per evitare che alcune malattie passino dagli alimenti alle persone garantendo, altresì, che tutti dispongano di quantità di cibo sufficienti. Con il nostro personale qualificato siamo in prima linea nel monitorare i rischi per la popolazione e gli ecosistemi. Per questo riteniamo di poter dare un contributo significativo al fine di rafforzare la sostenibilità ambientale attraverso un approccio One Health, grazie anche ai progetti e alle risorse legate al Pnrr”.

Enrico Del Prato, Professore di Diritto Civile Università Sapienza di Roma, ha affermato: “L’esercizio della libertà è assicurato solo laddove ci sia una scelta informata. Non si può vietare o imporre qualcosa senza che vi siano evidenze scientifiche adeguate. È fondamentale salvaguardare il diritto dell’impresa a stare sul mercato e il diritto del consumatore ad alimentarsi”.

Giorgio De Rita, Segretario Generale del Censis, ha rilevato: “Dal Rapporto emerge un’attenzione allo stare insieme, alla dieta equilibrata, all’alimentazione come forma di welfare, quali aspetti cruciali che hanno innescato una fiducia nel settore agroalimentare italiano. Il binomio fra tradizione e cultura è entrato nei gangli vitali della società italiana, generando un valore economico determinante nello sviluppo del Made in Italy”.




Made in Italy, Urso: “Grazie a straordinaria eccellenza quarto esportatore al mondo”

ROMA – “Questo evento fa parte delle oltre 600 iniziative organizzate in Italia e in più di 30 Paesi nel mondo per la Giornata nazionale del Made in Italy. Questa giornata nasce per riconoscere e celebrare il talento, la visione e la tenacia di milioni di imprese e lavoratori italiani. Ogni giorno, con orgoglio, portano nel mondo prodotti straordinari, simbolo di qualità e di eccellenza del saper fare italiano, frutto di storie uniche, di creatività, passione e dedizione”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo alla presentazione del rapporto di Federalimentare sulla Giornata del Made in Italy, dal titolo ‘Il valore dello stile italiano tra cultura e buon vivere e alimentazione’, in corso nella Sala Regina della Camera dei deputati.

“Grazie a questa straordinaria eccellenza lo scorso anno, nel 2024, l’Italia è diventato il quarto Paese esportatore al mondo, superando Giappone e Corea del Sud e piazzandosi subito dopo Stati Uniti, Cina e Germania- ha sottolineato Urso- Un risultato straordinario che dimostra la resilienza, la flessibilità, il dinamismo, le capacità delle imprese italiane che sono capaci, più di altre, di scongiurare i rischi e di cogliere le nuove opportunità”. Per il ministro “non celebriamo oggi solo il glorioso passato del nostro saper fare, ma guardiamo avanti con determinazione, investendo nelle nuove generazioni e nelle tecnologie più avanzate. Lo scorso anno, nella prima Giornata nazionale del Made in Italy, abbiamo evidenziato l’aspetto identitario, l’identità, la peculiarità del nostro prodotto e della nostra impresa. Quest’anno l’attenzione è sull’innovazione, ben consapevoli che identità e innovazione sono i due binari su cui da sempre ha fatto leva il made in Italy per affermarsi nel mondo”.

E innovazione, ha evidenziato Urso, “significa startup, intelligenza artificiale, robotica, aerospazio, blue economy. Sono queste le nuove frontiere che rendono le nostre imprese protagoniste della transizione digitale e sostenibile, capaci di competere a livello globale. Proprio in questi giorni nasce la Fondazione Imprese e Competenze, prevista dalla legge quadro sul Made in Italy: il suo obiettivo è creare un ponte tra scuola e impresa, portando direttamente nei licei la cultura imprenditoriale e ispirare le nuove generazioni. Così acceleriamo il percorso degli studenti verso il lavoro e verso i settori più promettenti della nostra economia. Crediamo che i giovani debbano essere protagonisti attivi di questa trasformazione, con strumenti concreti e competenza aggiornata, dalla moda al design, dalla meccanica avanzata all’enogastronomia, dalle nuove tecnologie all’artigianato: l’eccellenza italiana è sempre sinonimo di qualità, stile e innovazione. Celebriamo ciò che ci rende riconoscibili ovunque, la capacità unica italiana di coniugare bellezza e funzionalità, identità e innovazione, creatività e precisione”.

Questa giornata, ha concluso il titolare del Mimit, “diventa così l’occasione ideale per scoprire, apprezzare e celebrare il valore straordinario di ciò che da secoli, da sempre sappiamo creare. Celebriamo con orgoglio il made in Italy, simbolo della nostra identità, della nostra cultura, della nostra imprenditorialità e della capacità di guardare sempre al futuro, senza dimenticare mai le nostre radici. Viva il made in Italy, viva l’Italia”.

Mascarino (Federalimentare): Valore riconosciuto in tutto il mondo

“L’incontro di oggi ci permette di riflettere sullo straordinario valore del made in Italy alimentare. Un valore riconosciuto in tutto il mondo grazie alle scelte di milioni e milioni di consumatori. Siamo la prima manifattura del Paese con quasi 200 miliardi di fatturato, e abbiamo raggiunto un nuovo record dell’export, 57 miliardi, +9% rispetto all’anno precedente. Il principale merito di questi risultati è dei nostri imprenditori che, in un tempo di grosse incertezze, non hanno perso la fiducia, ma hanno continuato ad investire e a produrre cibo di qualità, sicuro e ben fatto. Un ulteriore merito va certamente alle nostre istituzioni che ci sostengono e che aiutano il settore rendendolo più competitivo sui mercati internazionali, promuovendo l’eccellenza del nostro cibo. Prodotti che oltre ad esprimere l’italianità nel mondo, esprimono la nostra identità culturale grazie alla quale, attraverso il cibo, tramandiamo il nostro sapere millenario”. Lo ha detto il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino, intervenendo alla Camera dei deputati, presso la Sala della Regina, in occasione della Giornata nazionale del Made in Italy (#giornatamadeinitaly2025), al convegno promosso da Federalimentare dal titolo ‘Il valore dello stile italiano tra cultura del buon vivere e alimentazione’.




Sberna, Rotelli (FdI): “Agiamo per tutelare la ceramica”

CIVITA CASTELLANA (Viterbo) – “Sosteniamo una filiera produttiva che rappresenta l’anima e il cuore delle nostre comunità locali, essendo una parte fondamentale della nostra economia e dell’eccellenza del Made in Italy.
Sin da subito, ci siamo impegnati in Aula e nelle commissioni, nonché in gruppi di lavoro come l’European Parliament Ceramics Forum, per intervenire sulle normative europee. Chiediamo che gli obiettivi fissati dal legislatore europeo non diventino ostacoli per le imprese come quelle energivore, già modello di innovazione, ma piuttosto un sostegno per competere nel mercato globale”, così Antonella Sberna, vicepresidente del Parlamento Europeo ed eurodeputata di Fratelli d’Italia/ECR, durante il dibattito organizzato da Confindustria Ceramica a Civita Castellana per riflettere sulle sfide del settore delle ceramiche. A seguire, è intervenuto il deputato di Fratelli d’Italia Mauro Rotelli, presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera: “È fondamentale valutare quanto le nuove tecnologie applicate a questi settori abbiano un impatto positivo, ad esempio in termini di consumo idrico.
Inoltre, dobbiamo riflettere sul rapporto tra le politiche europee e alcune questioni legate alla produzione, come l’etichettatura delle ceramiche nazionali. La sfida è ottenere un riconoscimento chiaro e adeguato per il settore. Anche il concetto di ‘distretto industriale’ rappresenta un modello di economia circolare esportabile a livello internazionale”.




Federalimentare guarda a transizione tecnologica Made in Italy “Agrifoodtech in Italia enormi potenzialità ma pochi finanziamenti”

ROMA- Creare nuove opportunità strategiche per la catena del valore agroalimentare del Made in Italy attraverso investimenti nella transizione tecnologica che stimolino un legame virtuoso tra imprese ed ecosistema delle startup e dell’innovazione. È questo l’obiettivo del convegno promosso al Senato, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, da Federalimentare, Riello Investimenti Sgr con il suo fondo Linfa e dal Centro di Ricerca Luiss X.ITE, dal titolo ‘Federalimentare guarda al futuro. La transizione tecnologica dell’agroalimentare Made in Italy’. Il tema chiave è la transizione tecnologica dell’agroalimentare, un processo ineludibile e non procrastinabile per mantenere la global leadership del nostro Paese, potenziando al contempo sostenibilità e competitività delle imprese italiane.

Secondo i dati più recenti del Rapporto Federalimentare-Censis, il settore agroalimentare aggregato, che comprende agricoltura, industria, distribuzione e ristorazione, con i settori di beni e servizi interdipendenti in una logica B2B (business-to-business), genera oltre 600 miliardi di euro di fatturato, contribuisce a circa il 32% del PIL, ha 1,3 milioni di imprese e più di 3,6 milioni di occupati, con una crescita di tutti i principali indicatori di performance confermata anche nel 2023 (+7,1% del fatturato, + 6,6% dell’export). Inoltre, la catena del valore dell’agroalimentare italiano non è solo rappresentata dall’eccellenza dei prodotti alimentari e dai suoi marchi Doc, Igp e Docg, ma anche dalla tecnologia manifatturiera (primo comparto del manifatturiero italiano), dalla leadership nella produzione di impianti di trasformazione e di packaging, dalla capacità logistica e, non ultimo, da brevetti e innovazioni esportati in tutto il mondo.

Al recente ‘G7-Agricoltura e Pesca’ è stata, ancora una volta, sottolineata la necessità di investire responsabilmente in agricoltura sostenibile e in sistemi alimentari in grado di fornire cibo sicuro, e di qualità per tutti, riducendo le perdite e gli sprechi alimentari, dalla produzione al consumo. La filiera globale del cibo, infatti, produce circa il 32% dei gas serra totali (fonte FAO 2024), non può quindi esserci una lotta al riscaldamento globale che non passi per la trasformazione della filiera agroalimentare. In questo scenario, il documento finale del G7 ribadisce il contributo che la scienza e l’innovazione possono dare per mitigare il cambiamento climatico e per rispondere alla domanda di cibo sicuro a livello globale. Il ruolo dell’innovazione tecnologica nell’accompagnare la transizione dell’agroalimentare, insomma, è una indiscussa priorità per mantenere la leadership globale della filiera del cibo italiano.

A fronte di queste enormi opportunità, l’ecosistema dell’innovazione Agrifoodtech in Italia è ancora in una fase embrionale. Il 2023 ha visto investimenti complessivi per circa 250 milioni di euro (Fonte: AGfunder), significativamente inferiori agli investimenti in startup innovative del settore Agrifoodtech nei principali paesi europei, e incomparabile rispetto alla Silicon Valley. Inoltre, un’analisi di Forward Fooding ha indicato che l’Italia è al quarto posto in Europa per numerosità di startup Agrifoodtech, ma solo al 10° per capitali raccolti.

La partnership tra Federalimentare, il fondo Linfa gestito da Riello Investimenti Sgr e il Centro di Ricerca Luiss X.ITE nasce quindi con l’obiettivo di creare un legame virtuoso tra imprese ed ecosistema delle startup e dell’innovazione, al fine di stimolare crescita dell’innovazione e scala economica della nuova imprenditorialità tecnologica. Il tutto, col fine ultimo di accelerare l’adozione di nuove tecnologie e sviluppare un ecosistema che sostenga lo sforzo innovativo che tutte le imprese italiane stanno affrontando. Uno sforzo che dovrà essere gestito con ancora maggiore vigore a partire da una maggiore consapevolezza dell’ecosistema delle startup e delle tecnologie per la trasformazione dell’agroalimentare Made in Italy. Ragione per cui Federalimentare promuove con il Centro di Ricerca Luiss X.ITE e il contributo del fondo Linfa gestito da Riello Investimenti Sgr un ‘Osservatorio sulla Transizione Tecnologica dell’Agroalimentare Made in Italy’.

Per il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino, ‘siamo consapevoli che la strada per continuare a essere competitivi sui mercati globali non possa prescindere dall’innovazione tecnologica per continuare a produrre cibo di qualità, sicuro e sostenibile, di gusto unico e inimitabile. La competitività e la concorrenza a livello globale sono le sfide che ci attendono, e l’industria alimentare italiana deve sostenere e far crescere il suo vantaggio competitivo. Il ‘Rapporto Draghi’ sulla competitività europea ha richiamato la responsabilità degli Stati membri a promuovere sforzi collettivi per colmare il divario di innovazione con gli Stati Uniti e la Cina. Questo messaggio non deve rimanere inascoltato, ma attuato. E per innovare con successo, le imprese hanno bisogno del contributo delle università, dei centri di ricerca, di politiche pubbliche di sostegno alla ricerca e delle istituzioni finanziarie. Per questo Federalimentare ha deciso di avviare e sostenere l’Osservatorio sulla Transizione Tecnologica dell’Agroalimentare Made in Italy, in collaborazione con il Centro Ricerche X.ITE dell’Università Luiss, e anche di collaborare con il Fondo Linfa di Riello Investimenti Sgr, dedicato al sostegno dell’innovazione sostenibile del settore agroalimentare. Queste attività, unite alle altre iniziative in corso con il Cluster CLAN Agrifood, saranno fondamentali per le imprese del nostro settore, per continuare a innovare e restare competitivi sui mercati internazionali’.

Secondo Nicola Riello, Founder e Presidente di Riello Investimenti Sgr, ‘il settore agroalimentare ricopre un ruolo di primo piano per l’economia italiana e anche nei nostri investimenti è trasversalmente presente in tutte le asset class che gestiamo. In questo momento storico, in cui assumono particolare rilevanza le transizioni tecnologica e ambientale, riteniamo che sia particolarmente importante investire sul tema delle tecnologie nell’agroalimentare ed è su questo presupposto che abbiamo deciso di ampliare la gamma dei fondi gestiti con il fondo Linfa, estendendo così il nostro intervento a realtà più giovani, dinamiche e in forte crescita. Siamo onorati della collaborazione con Federalimentare. Insieme riusciremo a raggiungere due importanti obiettivi comuni: lo sviluppo e la crescita dell’ecosistema dell’Agrifoodtech in Italia e la mappatura dei progressi attraverso un Osservatorio appositamente formato presso l’università Luiss di Roma. Ciò ci consentirà di contribuire ulteriormente allo sviluppo del Sistema Paese Italia e di offrire ai nostri investitori sempre nuove opportunità di investimento di grande qualità’.

Per Marco Gaiani, Founder & Partner del Fondo Linfa gestito da Riello Investimenti Sgr, ‘in Italia ci sono tutte le condizioni per la creazione di un ecosistema innovativo nel food di livello europeo: talenti, imprenditorialità diffusa, tradizione e cultura del cibo, know how industriale e Università di ottimo livello. Questa sfida è ancora più importante se si prende in considerazione il ruolo che l’innovazione può giocare per la transizione della filiera agroalimentare italiana verso modelli più sostenibili di produzione e distribuzione. Come Team di Linfa – primo fondo italiano focalizzato sull’Agrifoodtech a impatto ambientale – intendiamo dare il nostro contributo di competenze e capitali per andare in questa direzione. La partnership con Federalimentare è un tassello fondamentale di questa strategia’.

Michele Costabile, Università Luiss ‘Guido Carli’ di Roma, Direttore del Centro di Ricerca Luiss X.ITE su tecnologie e comportamenti di mercato, ha affermato: ‘Siamo onorati di essere ancora una volta al fianco di Federalimentare nell’esplorare una delle più importanti transizioni tecnologiche per il nostro Paese. Intendiamo, infatti, servire le migliaia di imprese dell’agroalimentare Made in Italy, fornendo periodici report e outlook sulle dinamiche della trasformazione tecnologica e sull’ecosistema dell’innovazione. E riteniamo che, anche grazie alla partnership con il team del fondo Linfa, potremo produrre risultati connotati da rigore metodologico e rilevanza per il business. L’Osservatorio sostenuto da Federalimentare adotterà diversi modelli di classificazione delle innovazioni Agrifoodtech per servire tanto la business community quanto la comunità degli innovatori e quella degli investitori in Agrifoodtech. Il tutto rafforzando attraverso conoscenze condivise e momenti di confronto periodico quelle connessioni che servono a rendere l’Agridoodtech made in Italy un ecosistema di valore globale’.

Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato, ha inviato una lettera al Presidente di Federalimentare Mascarino, rilevando che ‘Federalimentare guarda al futuro’ ‘non è un titolo programmatico, è già una realtà. L’iniziativa è un passo in più nella giusta direzione, perché mette insieme il mondo delle imprese, quello della finanza e quello della ricerca. In Italia abbiamo eccellenze in tutti e tre i campi. Il quarto soggetto in questo confronto devono essere le Istituzioni. In Parlamento siamo riusciti a dare il via libera alle TEA, abbiamo tutelato la qualità dei nostri prodotti, riconosciuto il principio che l’agricoltore è il primo custode del territorio, allontanato lo spettro della sugar tax. Sono esempi concreti, che dimostrano come sia importante che pubblico e privato continuino a lavorare insieme per valorizzare la filiera agroalimentare made in Italy. Sono certo che Federalimentare saprà mantenere quello sguardo rivolto al futuro, che ha sempre caratterizzato la sua azione’.

Per l’On. Alessandro Morelli, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Coordinamento della Politica Economica e di Programmazione degli Investimenti Pubblici), ‘il settore agroalimentare italiano rappresenta una delle eccellenze mondiali e ha la possibilità di guidare una vera rivoluzione produttiva grazie alle nuove tecnologie. Le potenzialità sono immense: l’agricoltura di precisione, l’uso dei big data, l’intelligenza artificiale e la blockchain possono migliorare l’efficienza delle aziende agricole, ridurre gli sprechi, e garantire ai consumatori una tracciabilità completa e trasparente dei prodotti. È essenziale investire in formazione e ricerca, collaborando con università, centri di innovazione e imprese private, affinché le soluzioni più avanzate siano applicabili anche alle realtà agricole più tradizionali, senza lasciare indietro nessuno. Questa transizione tecnologica, tuttavia, deve avvenire all’insegna della sostenibilità che sappia coniugare i costi economici con quelli sociali. Non possiamo più permetterci un modello produttivo che ignora l’impatto ambientale e che non vada di pari passo con la tutela del lavoro. Oggi le tecnologie ci offrono strumenti che permettono di conciliare produttività e rispetto per l’ambiente per cui la transizione verso un settore agroalimentare più tecnologico, sostenibile e competitivo è un percorso che dobbiamo affrontare con visione strategica e spirito di collaborazione. La sinergia tra pubblico e privato, sostenuta da politiche istituzionali lungimiranti, è la chiave per garantire che il nostro agroalimentare non solo continui a rappresentare un’eccellenza a livello globale, ma diventi un modello di innovazione e sostenibilità per tutto il mondo’.

Secondo On. Massimo Bitonci, Sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ‘l’agroalimentare è un settore estremamente importante in termini di fatturato per il Made in Italy, comprensivo di tutte le aziende che operano nella produzione e nella trasformazione, ambiti nei quali l’Italia è tra i maggiori Paesi europei e non solo. L’innovazione è uno dei principali fattori di sviluppo delle imprese e l’agroindustria, senza dubbio, rappresenta una delle nostre eccellenze. Il settore purtroppo è colpito da quello che viene chiamato ‘italian sounding’, cioè il tentativo di copiare i prodotti italiani. Le politiche messe in campo dal Governo vanno nella direzione di contrastare tali pratiche e proteggere le nostre imprese’.




Tendenze nozze, anteprima RomaSposa 2024

Roma – Trasformare un giorno speciale in un ricordo indelebile, a testimonianza di un per sempre che resta nella memoria degli sposi e dei suoi ospiti… anche a quattro zampe.

Le novità del settore wedding non smettono mai di sorprendere e per scoprire le nuove tendenze e pianificare la propria cerimonia nuziale torna nella Capitale – dal 24 al 27 ottobre, a Palazzo dei Congressi – RomaSposa, il Salone Internazionale della Sposa che quest’anno festeggia la sua storia di successo con la sessantesima edizione.

L’evento è, per i futuri sposi e tutti gli amanti del settore, il più atteso del calendario fieristico perché è l’occasione per conoscere e selezionare i migliori fornitori in soli quattro giorni: in mostra tante soluzioni di location, intrattenimento, addobbi, bomboniere, abiti, gioielli e fedi nuziali, musica, acconciatura e make-up, foto, autonoleggi e viaggi di nozze, presentate da 300 espositori con oltre 2000 brand dedicati al giorno del sì e rappresentanti di 15 settori merceologici. La fiera del matrimonio di Roma è un’opportunità per ricevere consigli che soddisfano le richieste più diverse, dal galateo al look di futuri sposi e invitati, in un viaggio a 360° nel mondo del wedding.

Ricco anche per l’edizione 2024 il calendario di sfilate che permetterà ai visitatori di vedere indossati in passerella abiti realizzati sapientemente da atelier nazionali e internazionali, con modelli sia per gli sposi sia da cerimonia. Negli stessi giorni sempre a Palazzo dei Congressi anche l’appuntamento riservato agli operatori del settore BMII – Borsa del Matrimonio in Italia, il miglior osservatorio del fenomeno wedding tourism che vede l’Italia tra i principali marketplace. Ospiti degli organizzatori per i due giorni di workshop, il 25 e 26 ottobre, 60 buyer provenienti da tutto il mondo per scoprire le migliori soluzioni legate al mondo delle nozze made in Italy.

Bridal look, non solo bianco e abiti trasformabili per godersi ogni momento della festa

Le proposte per la regina delle nozze sono sempre variegate perché l’abito è espressione della personalità della sposa e ogni modello indossato ha sempre uno suo stile unico. Nonostante il fascino della principessa non tramonti mai, molti abiti da sposa per il 2025 abbracciano la semplicità, con silhouette pulite e tessuti eleganti come il mikado, che esaltano la bellezza di chi la indossa. Voglia di praticità e divertimento senza sacrificare lo stile stanno facendo crescere la domanda e la proposta di soluzioni dual dress e componibili: largo allora a body, crop top, maniche o sopragonne staccabili che permettono di trasformare l’abito wow della cerimonia in un look più adatto per il ricevimento e per la festa con amici e parenti. Dopo anni di dominazione degli abiti senza maniche e a cuore, le spose oggi stanno riscoprendo la versatilità delle maniche staccabili (come omerali, a sbuffo o a farfalla) che offrono diverse opzioni di stile, diventando un dettaglio aggiuntivo. Per i ricevimenti e le feste post-matrimonio spesso si opta per un cambio d’abito, con un look da festa: i modelli diventano più audaci e divertenti, con opzioni come abiti trasparenti, due pezzi e abiti con paillettes.

Un tocco di glamour e personalità viene aggiunto da dettagli intricati, come ricami, perline, fiori tridimensionali e fiocchi. Non solo bianco per la sposa, sono molte le tonalità proposte per chi vuole spiccare e per un contrasto giocoso e originale anche gli abiti candidi sono spesso presentati con dettagli dai colori intensi, come il viola, il verde smeraldo e il nero, con ogni look corredato dall’accessorio giusto.  Per le spose più eteree linee scivolate in tulle o chiffon mentre le linee sensuali a sirena sono ideali per chi sceglie di essere più audace, sempre con tessuti ricercati ed elasticizzati che rendono la sposa comunque comoda di muoversi.

Lavorazioni artigianali, idee originali e innovative rendono unico ogni singolo elemento del matrimonio

Una delle tendenze chiave per le nozze 2025 è il ritorno a uno stile più intimo e minimalista, concentrandosi sui dettagli che devono essere unici e personalizzati. Un’accortezza da cui non sfuggono le fedi nuziali che, grazie a lavorazioni e idee ricercate, si distinguono dalle classiche per nuove colorazioni e raffigurando immagini evocative, come il mappamondo. Legate al tema viaggio anche molte proposte per partecipazioni e grafiche che abbinano al tema o al colore dell’evento coordinati di grande pregio e originalità, esaltando la maestria dell’artigiano. Anche gli sposi possono diventare artigiani e partecipare attivamente alla creazione del simbolo del loro amore eterno, realizzando le fedi nuziali con le proprie mani: questo processo permette di dare vita a un oggetto unico non solo per il design ma per l’esperienza emotiva che accompagna la sua creazione, un simbolo di unione eterna che si carica ancor più di significato poiché frutto di un momento intimo e personale. La fede è così unica e grazie alle mani di chi la crea e la indossa.

Dog sitting, l’ospite speciale protagonista nel giorno più bello con i propri padroni

Sempre più richiesti per i matrimoni sono soluzioni esclusive per gli amici a quattro zampe: dal servizio fotografico esclusivamente dedicato al proprio cucciolo (per rivivere l’intera giornata attraverso i suoi occhi) alla personalizzazione dell’accessorio sartoriale o floreale, da abbinare in base allo stile e alla nuance dell’evento. Occhio poi al kit di benvenuto su misura, con all’interno biscottini adatti a ogni esigenza e giochi pensati in base alla razza, oltre alla realizzazione del Dog Bar, un angolo di relax e prelibatezze pensato anche per i palati più “esigenti”, da allestire in base al tema del proprio matrimonio. E per arrivare alle nozze non poteva mancare il servizio Taxi Dog, che si occupa in piena sicurezza di tutti gli spostamenti del cucciolo durante la giornata, proposto quest’anno per la prima volta a RomaSposa insieme ad altre soluzioni per gli amici a quattro zampe, tra collari e accessori da cerimonia.

Wed Academy, tante novità di stile per il rito nuziale

Torna anche nel 2024 l’area dedicata alla Wed Academy, con creazioni innovative per un matrimonio unico e ricercato, un laboratorio di idee dove professionisti e artisti del mondo delle nozze accompagnano gli sposi alla scoperta di tutto il potenziale immaginabile per il giorno del sì in una vera e propria accademia di stile dedicata al rito nuziale.

 

“RomaSposa è un appuntamento che da sempre attira altissima partecipazione da parte di pubblico e operatori del settore per l’alta qualità e grande professionalità dei servizi offerti per il giorno delle nozze – sottolinea il Presidente Ottorino Duratorre. In mostra alla 60a edizione saranno le proposte dei migliori rappresentanti dei diversi settori merceologici che compongono il mondo wedding. La Roma Bridal Fashion Week, l’evento nell’evento di RomaSposa, permetterà ai visitatori di assistere a una sfilata ogni ora e ogni giorno, vedendo indossati abiti di altissima sartorialità e originalità, vanto della tradizione dell’ingegno Made in Italy che tutto il mondo ci riconosce”.




Roma, visita ModenArt al Ministero delle Imprese e del Made in Italy

ROMA – La mostra “Gli scultori della velocità” inaugurata il 3 luglio u.s. presso Palazzo Piacentini a Roma, nella prestigiosa sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, rimarrà esposta fino al mese di settembre, con i seguenti orari di apertura al pubblico (ingresso sempre gratuito): dal lunedì al venerdì dalle 17.00 alle 19.00 con prenotazione via email all’indirizzo prenotazioni.gliscultoridellavelocita@asifed.it; sabato e domenica ingresso libero dalle 10.00 alle 17.00.




I ministri Urso e Lollobrigida aprono la 22esima edizione di Cibus

PARMA – Il Ministro del Made in Italy e delle Imprese Adolfo Urso e il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida hanno aperto la 22esima edizione di Cibus, a Fiere di Parma dal 7 al 10 maggio.

Gli esponenti del Governo hanno tagliato il nastro della manifestazione di riferimento dell’agroalimentare Made in Italy dopo essere intervenuti al convegno inaugurale, Dinamiche competitive internazionali nel settore agroalimentare.

“Il Made in Italy – afferma Il Ministro del Made in Italy e delle Imprese Adolfo Urso – ormai è sinonimo in tutto il mondo di prodotto di qualità ed eccellenza. Nella gamma della produzione internazionale noi siamo nella Serie A. La Food Valley di questo territorio è un vero e proprio modello di eccellenza nell’eccellenza che porta avanti tutti i valori che rendono grande il Made in Italy nel mondo.  Il Salone internazionale dell’alimentazione Cibus a Parma di fatto oggi fa la sua vera e grande riapertura dopo gli anni dei cigni neri e sono lieto di essere qui con tutte le altre istituzioni ma soprattutto con le imprese che sono i veri attori dell’economia. Il nostro Paese, infatti, è composto da imprese e da persone che sono l’espressione autentica della peculiarità del nostro sistema industriale che porta sul mercato prodotti capaci di stare nel mondo perché considerati quelli belli, buoni e ben fatti e per questo nella gamma della produzione internazionale noi siamo nella serie A e lo siamo grazie all’alimentazione”.

Nel corso della giornata sono stati presentati i dati della ricerca realizzata dal CERSI, Centro di Ricerca per lo Sviluppo Imprenditoriale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con Fiere di Parma. Lo studio evidenzia in particolare come nel decennio 2013 – 2023 la crescita italiana nell’export agrifood è stata del 27% rispetto al 12% della media europea. Un risultato che ha portato i prodotti agroalimentari italiani venduti all’estero a sfiorare i 64 miliardi di dollari, circa il 10% dell’export europeo (679 miliardi di dollari), collocando il nostro Paese al quarto posto nel 2023 per sviluppo dell’export in Europa. Sono alcune delle principali conclusioni della ricerca realizzata dal CERSI dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con Fiere di Parma, presentata a Cibus (fino al 10 maggio), in occasione del convegno inaugurale “Dinamiche competitive internazionali nel settore agroalimentare”.

Questi dati suggeriscono che, in un contesto macroeconomico e in un arco temporale caratterizzato da grande incertezza su tanti fronti, le imprese italiane del settore agroalimentare hanno mostrato grande capacità di adattamento ai cambiamenti nell’ambiente e sono state in grado di sostenere e sviluppare la propria competitività sui mercati internazionali più di quanto non sia accaduto in altri paesi europei”, afferma Fabio Antoldi Professore di Strategia Aziendale e Imprenditorialità all’Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore del CERSI.

Come dimostra anche il rapporto presentato oggi – afferma il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida – la  nostra Nazione, grazie all’impegno del Governo Meloni e al duro lavoro dei nostri agricoltori, produttori e imprenditori, sta dimostrando incoraggianti segnali di crescita. L’Italia si conferma terra di eccellenza e vincente nei mercati esteri. Uno straordinario risultato che evidenzia la qualità dei prodotti Made in Italy, la solidità del nostro tessuto imprenditoriale e la nostra capacità di fare sistema
per conquistare i mercati globali. L’Italia è una grande Nazione e questi dati non possono che confermarlo: siamo una superpotenza della qualità”.

I dati della ricerca
A livello globale, l’Europa mantiene la leadership mondiale, con una quota di mercato del 2022 superiore al 40%; in particolare dal 2020 si può notare una leggera riduzione della quota di mercato dell’Europa a vantaggio di America e Asia: nel 2022, il 22,4% del food export mondiale è asiatico, mentre il 29,5% americano. Quote di mercato inferiori rispetto a quella del nostro continente, ma sicuramente rappresenta una dinamica “erosiva” da tenere sotto osservazione.

L’andamento emerge più chiaro se si guardano le serie storiche indicizzate, assumendo come base l’anno 2013. Qui emerge chiaramente la diversa velocità relativa di crescita (e decrescita) negli anni delle macroaree. Il dato mondo, infatti, è la composizione di un’ America e un’Asia capaci di totalizzare rispettivamente +51% e +49%, a fronte di Europa cresciuta “solo” del 33%.

Tornando all’Italia, il nostro Paese ha registrato una crescita in tutti i quattro principali comparti dell’agroalimentare: nel dairy la quota di mercato passa dal 3,46% dal 2013 al 4,75% del 2022, con un valore dell’export di 5,4 miliardi di dollari); nei prodotti a base di cereali il valore dell’export nel 2022 è di 8,3 miliardi di dollari, corrispondenti a una quota di mercato dell’8,34% (era il 7,95% nel 2013), nelle conserve e nei preparati di frutta e verdura l’export del 2022 vale 5 miliardi di dollari, con una quota di mercato del 6,46% (6,38% nel 2013) e nel settore beverage l’Italia ha anche scalato una posizione, passando dal terzo al secondo posto del ranking, con un valore nominale dell’export nel 2022 pari a 12,6 miliardi di dollari, corrispondenti ad una quota di mercato dell’8,5%.
A conferma di quanto è emerso dai dati precedenti, in questi settori Francia e Germania hanno subito un’erosione delle proprie quote di mercato. Mostrano un trend di crescita anche Belgio, Olanda e Polonia.

Dunque l’agroalimentare made in Italy continua a viaggiare con una marcia in più registrando una crescita accelerata rispetto ad altri grandi Paesi Europei, a partire da Francia e Germania. La ricerca, presentata da Fabio Antoldi insieme a Daniele Cerrato, Professore di Economia Aziendale, International Business e Corporate Strategy all’Università Cattolica del Sacro Cuore, evidenzia come si tratti di una tendenza strutturale, frutto della capacità dei nostri imprenditori, che hanno saputo cogliere opportunità di sviluppo nei mercati esteri e che ha mostrato visione strategica e orientamento di lungo termine. Elementi che confermano come l’Italia resti una terra di eccellenze.




Made in Italy, Righini: “Proposta ministro Lollobrigida fondamentale per rilancio settore caseario”

ROMA- «Condivido e rilancio la proposta del Ministro Lollobrigida che intende valorizzare i formaggi italiani all’interno dei menu dei ristoranti. Una iniziativa utile al rilancio dell’intero comparto caseario, che la Regione Lazio è pronta a sostenere e a portare avanti con misure adeguate, come già stiamo facendo con la pubblicazione nei prossimi giorni del bando Fresco Lazio, finalizzato proprio alla valorizzazione e al consumo dei prodotti caseari del territorio regionale. È indispensabile che tutti i prodotti tipici locali debbano trovare adeguato spazio all’interno dell’offerta culinaria degli esercenti, con particolare attenzione verso il mondo della ristorazione di Roma, straordinaria vetrina internazionale data la quantità e varietà di turisti amanti della cucina tipica italiana». È quanto dichiara l’assessore al Bilancio e all’Agricoltura della Regione Lazio, Giancarlo Righini.




Made in Italy, Tiso(Confeuro): “Tutelare nostre eccellenze e produttori italiani”

“Oggi 15 aprile si celebra la giornata nazionale del “Made in Italy” al fine di valorizzare la creatività e l’eccellenza delle nostre imprese e della nostra terra, promuovendo al contempo l’importanza e la qualità delle opere dell’ingegno e dei prodotti italiani. Un data dall’alto valore simbolico e sociale che deve spingere ancora più le istituzioni competenti – dal governo nazionale all’Unione Europea, passando per gli enti territoriali – ad operare in sinergia e collaborazione al fine di rinforzare e tutelare i comparti chiave, come quello dei piccoli e medi agricoltori, che simboleggiano il cuore pulsante del Made in Italy, puntando a valorizzare la nostra terra e le sue peculiarità anche all’estero. Per fare questo, servono strategie politiche chiare e concrete, come la sicurezza agroalimentare, in particolare il monitoraggio delle importazioni e il controllo delle esportazioni delle nostre produzioni fuori l’Europa a contrasto di quel fenomeno pericoloso e temibile, chiamato “Italian Sounding”: una sorta di falso Made in Italy, che danneggia ogni anno per miliardi di euro una fetta importante dell’economia italiana e delle esportazioni agroalimentari”.

Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo.




Made in Italy sotto attacco, agricoltori al Brennero

L’8 e 9 aprile in migliaia alla frontiera per fermare l’invasione di cibo straniero spacciato per italiano mentre l’Ue mette a rischio l’etichetta.

Per fermare l’invasione di prodotti alimentari stranieri spacciati per italiani che mettono a rischio la salute dei cittadini e il futuro dell’agroalimentare tricolore, migliaia di agricoltori della Coldiretti da tutte le regioni lasciano le proprie aziende per andare a presidiare il valico del Brennero e smascherare il “Fake in Italy” a tavola.

L’appuntamento è per lunedì 8 e martedì 9, a partire della mattina presto, nell’area di parcheggio “Brennero” al km 1 dell’autostrada del Brennero – direzione sud (Austria-Italia). Gli agricoltori della Coldiretti, guidati dal presidente Ettore Prandini, verificheranno il contenuto di tir, camion frigo, autobotti con la collaborazione determinante delle forze dell’ordine.

Un’azione resa necessaria dagli arrivi incontrollati di alimenti dall’estero che spesso non rispettano le stesse regole di quelli nazionali e fanno così concorrenza sleale alle produzioni italiane facendo crollare i prezzi pagati agli agricoltori.

Per l’occasione sarà presentata l’analisi della Coldiretti sul “No Fake in Italy”, con i dati sul fenomeno.




Made in Italy, Lazio al secondo posto in centro Italia peer export nel I semestre del 2023

Il fenomeno del “Made in Italy” non ferma la sua corsa. L’Italia è il secondo Paese europeo che ha esportato di più nel primo semestre del 2023. Lo studio del Centro Studi ImpresaLavoro offre una panoramica sul valore delle esportazioni in Italia, rielaborando i dati ISTAT 2022-2023 ed Eurostat 2023, con una prospettiva aggiornata dei Paesi verso cui l’Italia esporta e delle categorie di prodotti più richiesti all’estero.

Tra le regioni italiane eccelle al Centro la Toscana e al Sud la Campania. Il nord si riconferma protagonista assoluto dell’export nazionale.

L’Italia si riconferma un ottimo esportatore (+4,2% rispetto al 2022), secondo soltanto alla Germania come miglior Paese a livello europeo per esportazioni extra-UE. Lo rileva uno studio condotto dal Centro Studi ImpresaLavoro, dell’imprenditore Massimo Blasoni, che, su rielaborazione dei dati ISTAT 2022-2023 sulle esportazioni delle regioni italiane nel primo semestre del 2022 e 2023 ed Eurostat 2023 sulle esportazioni dei paesi nella zona Euro, ha osservato come siano distribuiti i volumi di esportazioni in Italia, suddividendoli per macroaree geografiche, e in Europa. Al Nord svetta la Lombardia (con il 26,2% sulle esportazioni totali), al Centro la Toscana (9,0%) risulta il miglior esportatore, mentre Sud e isole vengono trainate dalla Campania (3,2%). Per quanto riguarda i beni esportati, l’Italia esporta per il 95,1% prodotti manifatturieri, che rimangono principalmente in Europa. Il 52,7% dei beni prodotti ed esportati dall’Italia sono destinati, infatti, entro i confini EU.

«Come evidenziano i dati, l’Italia resta uno dei più grandi Paesi esportatori europei, il secondo in Europa per esportazioni extra-UE nel periodo gennaio-luglio 2023» – dichiara Massimo Blasoni, Presidente del Centro Studi ImpresaLavoro – «Le regioni settentrionali restano il traino delle esportazioni. Crescono molto, però, regioni del Sud come la Campania. Il connubio di qualità, affidabilità e stile che contraddistingue il marchio del “made in Italy” resta una garanzia in tutto il mondo».

L’export in Italia

L’export in Italia è in leggero miglioramento per il primo semestre del 2023, se paragonato allo stesso periodo del 2022. Per tutte le macroaree della penisola (Nord, Centro e Sud e isole), le variazioni percentuale rispetto al semestre gennaio-giugno dello scorso anno sono in positivo, soprattutto al Centro dove si è registrato un +5,3% in più rispetto al 2022 (Tabella 1). Nonostante ciò, sono le regioni del Nord le principali esportatrici del made in Italy.

Tabella 1. Variazioni percentuali esportazioni gennaio-giugno 2022/2023

2022 2023 2022/2023
milioni di euro % milioni di euro % variazioni %
Nord 214.274 69,9% 223.615 70,0% +4,4%
Centro 55.743 18,2% 58.709 18,4% +5,3%
Sud e isole 32.645 10,6% 33.063 10,3% +1,3%
Province diverse non specificate 4.066 1,3% 4.088 1,3% +0,5%
ITALIA 306.728 100% 319.474 100% +4,2%

 

Rielaborazione ImpresaLavoro su base ISTAT

 

In un’Italia esportatrice a trazione settentrionale, altre eccellenze emergono, tuttavia, nel resto della penisola. Al Centro il maggior esportatore è la Toscana (quinta in Italia), seguita dal Lazio, nonché la sesta regione in Italia per fatturato (tabella 2) e seconda regione della macroarea del Centro di questo primo semestre del 2023 in termini di volume.

Al Sud primeggia la Campania (ottava in Italia), che da sola esporta più di Sardegna e Sicilia combinate.

 

Tabella 2. Esportazioni totali gennaio-giugno 2022/2023

Ripartizioni e regioni Gen-Giu 2023
milioni di euro %
Piemonte 32.850 10,3
Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste 415 0,1
Liguria 5.497 1,7
Lombardia 83.594 26,2
Trentino-Alto Adige/Südtirol 6.130 1,9
Veneto 42.046 13,2
Friuli-Venezia Giulia 9.542 3,0
Emilia-Romagna 43.541 13,6
NORD 223.615 70,0
Toscana 28.788 9,0
Umbria 2.883 0,9
Marche 12.262 3,8
Lazio 14.776 4,6
CENTRO 58.709 18,4
Abruzzo 5.112 1,6
Molise 591 0,2
Campania 10.337 3,2
Puglia 5.019 1,6
Basilicata 1.645 0,5
Calabria 432 0,1
Sicilia 6.710 2,1
Sardegna 3.215 1,0
SUD E ISOLE 33.063 10,3
Province diverse e non specificate 4.088 1,3
ITALIA 319.474 100,0

 

Rielaborazione ImpresaLavoro su base ISTAT

Secondo un’analisi ISTAT, della totalità dei beni esportati il 96,9% per il nord, il 95,1% per il centro ed il 93,6% per il Sud e isole sono prodotti delle attività manifatturiere, ossia prodotti alimentari, prodotti tessili, mobili, autoveicoli, articoli di abbigliamento, legno e prodotti in legno, macchinari ed apparecchi elettrici.

Tabella 3. Composizioni percentuali per settore. Gennaio-giugno 2023.

Nord Centro Sud e Isole ITALIA
Prodotti agricoli, della silvicoltura e ittici 1,3% 1,2% 3,4% 1,4%
Prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere 0,1% 0,3% 1,4% 0,4%
Prodotti delle attività manifatturiere 96,9% 95,1% 93,6% 95,1%
Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 0,0% 0,0% 0,0% 0,1%
Prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti e risanamento 0,5% 0,2% 0,3% 0,4%
Altri prodotti n.c.a. 1,2% 3,2% 1,2% 2,5%
TOTALE 100% 100% 100% 100%

 

Rielaborazione ImpresaLavoro su base ISTAT

 

 

Dove finiscono le esportazioni italiane?

Considerando la percentuale di esportazione per ogni macroarea, è evidente che l’Italia “preferisca” esportare verso i Paesi UE (52,7%) piuttosto che extra UE (47,3%). Secondo l’ISTAT, per valore delle esportazioni, i beni italiani sono particolarmente apprezzati dalla Germania: il 12,3% dei beni totali prodotti vengono esportati (Tabella 4). È il Nord Italia il principale interlocutore del mercato tedesco, dove arrivano ben il 13,6% dei suoi prodotti. Sorprende, invece, l’Austria che rimane ad un complessivo 2,3% di esportazioni totali, nonostante l’estrema vicinanza al Paese.

Oltre che al mercato europeo, i beni italiani sono destinati anche ai Paesi d’oltreoceano: gli Stati Uniti, ad esempio, assorbono 1 prodotto italiano su 10 destinato all’export. Nel caso dei principali Paesi asiatici, invece, la percentuale è relativamente più bassa: Cina (3,5%), Giappone (1,3%) e India (0,8%) sono le principali potenze verso le quali si esporta e, se combinati tutti i paesi dell’Asia, si arriva ad un solido 9,8% del complessivo esportato dall’Italia nel mondo.

 

Tabella 4. Composizioni percentuali per aree geografiche. Gennaio-giugno 2023.

Nord Centro Sud e Isole ITALIA
2023 2023 2023 2023
Paesi Ue: 55,6 48,0 47,6 52,7
Area euro 44,0 40,1 38,7 42,3
     Austria 2,7 1,5 1,1 2,3
     Belgio 2,4 6,9 2,1 3,1
     Francia 11,2 9,3 8,3 10,4
     Germania 13,6 9,6 10,8 12,3
     Paesi Bassi 2,8 4,0 3,0 3,0
     Spagna 5,4 4,5 6,9 5,3
Polonia 3,4 2,8 2,1 3,1
Repubblica ceca 1,7 0,7 1,0 1,4
Romania 1,9 1,1 1,3 1,6
Paesi extra Ue: 44,4 52,0 52,4 47,3
     Regno Unito 4,3 3,8 4,6 4,2
     Russia 0,9 0,5 0,3 0,8
     Svizzera 4,1 5,9 7,6 4,9
     Turchia 2,1 2,0 3,4 2,2
America settentrionale 10,8 11,4 12,8 11,0
     Stati Uniti 9,8 10,4 11,7 10,0
America centro-meridionale 3,2 2,4 2,5 3,0
Medio Oriente 3,9 3,7 2,8 3,8
Altri paesi asiatici 9,1 15,0 5,7 9,8
     Cina 2,6 8,4 1,3 3,5
     Giappone 1,3 1,1 1,3 1,3
     India 1,0 0,6 0,3 0,8
Oceania e altri territori 1,3 3,2 1,0 2,5
OPEC 3,0 3,1 4,0 3,1
Mercosur 1,2 0,7 1,1 1,1
ASEAN 1,6 1,2 1,2 1,5
Mondo 100,0 100,0 100,0 100,0


Rielaborazione ImpresaLavoro su base ISTAT

 

Export italiano versus export europeo

Ma come si posiziona l’ottima performance italiana rispetto ai propri vicini?

A definirlo è un’analisi Eurostat che riporta tutti i volumi di fatturato generati da tutti i paesi dell’UE nel periodo gennaio-luglio 2023 sia per export intra-UE che extra-UE: l’Italia si posiziona al secondo posto per esportazioni fuori dall’Unione Europea (177 miliardi di euro). Per quanto riguarda, invece, le esportazioni intra-UE, l’Italia scende al quinto posto, aggiudicandosi il terzo posto come maggior esportatore europeo.

Tabella 5. Esportazioni totali degli stati membro dell’Unione Europea

Gen-Lug 2023  
Totale Intra-EU Extra-EU
1. Germania 923,6 504,5 419,1
2. Olanda 509,5 357,2 152,3
3. Italia 373,0 196,0 177,0
4. Francia 356,9 200,8 156,2
5. Belgio 312,9 214,9 98,1
mlrd €

Rielaborazione ImpresaLavoro su base EUROSTAT




Innovazione e Formazione Continua: le basi per un Made in Italy competitivo e sostenibile

ROMA – Con i suoi 600 miliardi di euro, l’export Made in Italy vale da solo un terzo del PIL italiano. Secondo i dati diffusi dall’Agenzia governativa per la promozione all’estero (ICE), nel 2022 l’aumento delle esportazioni del nostro Paese sono aumentate del 20% rispetto al 2021 quando erano stati raggiunti i 516 miliardi di euro che avevano segnato un +7,9% rispetto al 2019. Il Made in Italy, dunque, vince e convince, ma rischia un brusco rallentamento dovuto a una situazione endemica del nostro Paese: la mancanza di maestranze e professionalità qualificate. I dati di Banca d’Italia, Unioncamere e Istat, infatti, sono concordi nell’affermare che, ogni anno, il mercato del lavoro lascia per strada oltre 140mila posti ad alta professionalizzazione a cui vanno aggiunti gli oltre tre milioni di NEET, giovani che non seguono nessun percorso scolastico e che non lavorano.

Queste tematiche e come affrontarle sono state oggetto del convegno organizzato da Expo Training in collaborazione con FondItalia (Fondo Formazione Italia) che si è tenuto oggi pomeriggio nella Sala Capitolare del Senato della Repubblica dedicato all’innovazione e alla formazione continua come fondamenta per un Made in Italy competitivo e sostenibile. L’evento, che ha visto la partecipazione di Paola Frassinetti, sottosegretaria al ministero dell’Istruzione e del merito, Tiziana Nisini, vicepresidente commissione Lavoro della Camera dei Deputati, Antonello Giannelli, presidente dell’ANP (Associazione Nazionale Dirigenti Pubblici), Egidio Sangue, direttore di FondItalia, Nicola Patrizi, presidente di FederTerziario e Carlo Barberis, presidente di Expo Training, ha posto l’accento sull’importanza di sviluppare nuove competenze e realizzare investimenti mirati per mantenere l’eccellenza del Made in Italy sui mercati internazionali attraverso una preparazione scolastica adeguata.

Nell’introduzione dei lavori, Valentina Aprea, esperta in politiche della formazione e lavoro, ha introdotto il dibattito, evidenziando «il rischio che i 300mila posti ad alto valore aggiunto, che verranno creati dal PNRR nel solo 2024 per accompagnare le transizioni digitali, ambientali ed energetiche, non siano coperti da tecnologi per mancanza di profili professionali adeguati».

Ad aprire gli interventi, la sottosegretaria al ministero dell’Istruzione e del merito, Paola Frassinetti, che ha parlato dell’istituzione del Liceo del Made in Italy che, dall’anno prossimo, sarà parte integrante dell’offerta scolastica italiana, che, ha detto, «rappresenta un’opportunità in più per gli studenti italiani. La storia del liceo del Made in Italy -ha continuato- è un’idea nata sei anni fa e che, già dalla sua ideazione, non aveva nessuna intenzione di sostituire i percorsi scolastici esistenti né andrà a toccare i settori specifici quali moda, agroalimentare, pelletteria. Si tratta, invece, di un istituto voluto per tutelare e promuovere il marchio italiano nel mondo. Si studieranno materie scolastiche, dalla storia dell’arte alla geografia economica, passando per la filosofia e il marketing territoriale, che inquadrano le potenzialità del prodotto italiano nei diversi territori con delle conoscenze specifiche che devono a essere approfondite per renderlo sempre più eccellente». Tiziana Nisini, vicepresidente della commissione Lavoro della Camera, ha posto l’accento soprattutto sui giovani: «I problemi delle competenze sono tanti -ha detto- e la mancanza di valorizzazione del capitale umano, lavoratori e studenti, ci ha portato alla situazione di oggi nella quale, lo sappiamo tutti, siamo in deficit di competenze. Soprattutto ai giovani dobbiamo rivolgerci perché abbiamo riscontrato un forte disorientamento scolastico. È stata da poco introdotta la figura dei “docenti tutor” per aiutare i ragazzi nella fase di studio e nel passaggio da un percorso formativo a un altro che ha ottenuto un’ampia partecipazione da parte dei docenti, dimostrando di amare la scuola, la buona scuola, e i nostri ragazzi che, non dimentichiamolo, sono svegli e intelligenti e hanno tanta voglia di porsi al centro della società».

Antonello Giannelli, presidente di ANP, l’Associazione nazionale dei dirigenti pubblici, ha puntato l’attenzione sulla «eccellente qualità dei tecnici e degli scienziati italiani. È vero che agli italiani piace mangiare bene, leggere bene, vestirsi bene e che tutti questi ambiti sono ben riconosciuti da tutti -ha spiegato-, ma è altrettanto vero che sanno realizzare apparecchi di altissima tecnologia e che la ricerca scientifica, la robotica, la meccatronica italiane sono eccellenza in tutto il mondo. L’intenzione del ministero di riordinare gli istituti tecnici è molto positiva perché significa riportare il livello scolastico tecnico ad una qualità superiore. L’idea che le materie umanistiche siano più auliche e formanti di quelle tecnico scientifiche è sbagliatissima. Non si tratta di preparazioni scolastiche in contrasto, e nemmeno in contrasto, ma complementari: utili le une per le altre perché dobbiamo ripartire da qui per rilanciare l’Italia e l’economia di questo Paese».

Egidio Sangue, direttore di FondItalia, ha introdotto il tema della formazione continua dei lavoratori precisando che «il Made in Italy si basa sul capitale umano. Potrebbe sembrare una banalità, ma è il lavoratore che crea la bellezza della nostra economia. Anche in questo ambito -ha precisato Sangue- rileviamo un’esigenza molto forte di sviluppare competenze pertinenti e realizzare investimenti mirati allo scopo di mantenere alta l’eccellenza del Made in Italy nei mercati internazionali, da sempre icona di stile e qualità ambite in tutto il mondo. Per farlo sono necessari percorsi formativi dedicati per le persone già occupate e che, in tal modo, possono fornire il loro contributo per realizzare e valorizzare le produzioni italiane nel mondo. Parliamo di competenze economiche e di mercato per indagare il funzionamento dei settori produttivi tipici dell’Italia e consentire l’analisi dei contesti storico-geografici e artistici in cui nascono e si sviluppano le eccellenze italiane; competenze di marketing per valorizzare i diversi settori produttivi tenendo conto delle differenti vocazioni delle aree territoriali;

competenze imprenditoriali, di tipo organizzativo e gestionale; ed infine, le competenze linguistiche, che ovviamente acquistano un ruolo di primo piano».

Per Nicola Patrizi, presidente di FederTerziario, la ricetta va ricercata nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro: «In uno scenario di grande transizione globale -ha detto-, crediamo che l’investimento nella formazione e nell’accrescimento delle competenze che supportino lo sviluppo della sostenibilità e delle innovazioni rappresentino degli elementi imprescindibili per imprenditori e dipendenti già attivi ma anche per coloro che sono in procinto di accedere al mercato del lavoro. È un impegno che dobbiamo prendere anche per sanare la frattura tra offerta e domanda di lavoro e offrire alle imprese italiane profili professionali in grado di gestire le sfide globali. In questa ottica, tramite il Pnrr con le risorse aggiuntive di repower, l’UE prevede importanti risorse per la formazione che devono essere messe in campo in modo costruttivo, soprattutto per le Aziende, per migliorare le competenze nel settore energetico».

In conclusione, Carlo Barberis, presidente di Expo Training, nel presentare la prossima fiera del 7 novembre a Milano, ha commentato che «le problematiche emerse, sono alla base di quanto andremo a presentare durante Expo Training di novembre. È necessario prendere coscienza che la formazione è esistenziale per il nostro Paese, e per il Made in Italy in particolare, e che sia sostenuta con forza da tutti gli attori, pubblici e privati, perché la cultura, la preparazione, la formazione, lo abbiamo capito oggi durante questi lavori, sono alla base della nostra competitività in Europa e nel Mondo».

 




Consulting hub in Florida per promuovere il Made in Italy

Anche per il 2023 torna, con grandi aspettative, l’ottava edizione del Fitce, il Florida International Trade and Culture Expo, un rilevante evento a carattere internazionale al quale partecipano imprese, investitori, istituzioni ed espositori locali ed internazionali.

Il Florida International Trade and Culture Expo diviene sempre più una vera e propria “esposizione universale” nel corso della quale le imprese hanno la possibilità di entrare direttamente in contatto con numerosi rappresentanti governativi di spicco ed esperti del settore dell’export.

Nel 2022, la società M.Ro Business Cooperation & Innovation Center ha presentato insieme al Ficte la prima edizione di Italian Delegation Made In Italy. In tale occasione, hanno partecipato 1588 realtà, inclusi 250 espositori e oltre 100 relatori sui temi del commercio internazionale, degli investimenti internazionali e della cultura. La Italian Delegation Made in Italy è stata la delegazione più numerosa ed importante dell’Expo. Una vetrina di straordinaria importanza per il nostro Made in Italy poiché si ha l’opportunità di stipulare fruttuosi accordi commerciali con aziende statunitensi e di altri Paesi americani partecipanti alla fiera.

Nel tentativo di valorizzare, promuovere e abbattere ogni difficoltà burocratica, legale e fiscale, in occasione dell’evento di quest’anno, è nata un’alleanza strategica tra M.Ro Business Cooperation e lo studio legale Reboa Law Firm, con la finalità di lanciare un Consulting hub in Florida per servire le aziende italiane che voglio espandersi negli USA.

La nuova alleanza consentirà alle imprese interessate ai mercati nordamericani, a partire dal grande evento fieristico della Florida, di essere accompagnate con cura certosina in ogni aspetto legale, burocratico, fiscale, divulgativo e di contatto, dall’individuazione delle aree economiche in cui operare, alla definizione delle strategie d’ingresso, al coinvolgimento di tutta l’organizzazione societaria nello svolgimento delle attività operative connesse all’internazionalizzazione e alle nuove strategie innovative di export.

In occasione della nuova alleanza, Romina Nicoletti, CEO della M.Ro Business Cooperation & Innovation Center e delegata italiana del  Florida International Trade and Cultural Expo ha ribadito: “Con lo studio legale italo-americano Reboa Law Firm vogliamo rilanciare la nostra competenza e passione per il Made in Italy negli USA e far eccellere le aziende italiano sul mercato americano e in Florida. Per le nostre imprese vogliamo suggerire al Governo Italiano il modello proveniente dal Sudafrica che, attraverso un Ministero specifico dedicato alle PMI, intende valorizzare proprio le PMI quali realtà industriali, una visione dedicata interamente allo sviluppo delle piccole e medie imprese per le quali chiediamo attenzione, ulteriori abbassamenti della soglia del volume d’affari sottoposti a tassazione e una riduzione dell’aliquota massima dell’imposta sul reddito d’impresa. Salutiamo molto positivamente l’azione dell’attuale governo italiano in tema di promozione del Made in Italy, ma chiediamo più attenzione alle piccole imprese e con il nostro modello sperimentato in Florida vogliamo proporre una programmazione precisa e concreta che speriamo possa divenire una best practice”.

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In un Museo unico al mondo va in scena il meglio del Made in Italy contemporaneo

Roma – ll 27 e 28 maggio dalle ore 10.00 alle 21.00 al Garum Museo e Biblioteca della cucina, sito in Via dei Cerchi 87, va in scena Ficus al massimo “il Made in Italy che cerchi”.

Il bellissimo palazzo storico che sorge sugli argini di terra del Circo Massimo, dove si ritiene fosse IMG_7434ubicato il Lupercale in cui Romolo e Remo, vennero allattati dalla Lupa, sarà il palcoscenico di un weekend all’insegna della cultura, dell’arte e dello svago a ingresso gratuito.

Tra antichi ricettari, utensili e macchine per preparare il cibo, potrete ammirare le eccellenze contemporanee del ‘fatto a mano’.

L’evento vedrà la partecipazione di giovani designers, artigiani, stilisti, illustratori ed artisti, accuratamente selezionati, che avranno modo di esporre gioielli, moda sostenibile, accessori e borse di design, cappelli, illustrazioni, home decor, ceramica, kimono, candele e luxury vintage.

Tra i brand Mumble hats di Lucio Leoni modista e cappellaio che attraverso strumenti di inizio ‘900 modella copricapo per tutte le stagioni, con attenzione alla sostenibilità: dalla ricerca dei materiali allo smaltimento degli scarti di lavorazione.

1684340319814LĀU Clothing un top brand femminile dallo stile unico e riconoscibile attraverso il potere della sintesi. Ironia, colori decisi e silhouette oversize definiscono uno stile comodo unito a dettagli trompe l’oeil e accenni di un’eleganza sportiva.

Eliot una linea in jersey di bamboo di qualità altissima, elegante, ecosostenibile, soffice e funzionale per tutte le donne che sono alla ricerca di un guardaroba comodo ed innovativo.

Spiccano le opere dell’artista Iraniano Saleh Kazem, ha dipinto quasi tutti i locali della scena culturale della città, a partire da Trastevere. I suoi disegni sono uno specchio della vita quotidiana come una serie di momenti di attesa.

Dalla miscela di inchiostro nero, caffè, elementi della natura (fiori e foglie vere), fili, spartiti musicali e vecchie carte nascono invece i lavori, inseriti spesso in cornici d’epoca dell’artista Francesca Mariani.

IMG_20230518_131035Wonderalia nasce dall’amore per la luce in tutte le sue sorprendenti sfumature e propone soluzioni creative ed originali per la decorazione della casa: lampade realizzate con oggetti del passato unici, speciali e spesso smarriti, pensate per restituire vita ai ricordi e corpo alle emozioni.

Una Location Unica, nel cuore della Città Eterna.

Il Museo-Biblioteca della Cucina è allestito in una location eccezionale di fronte al maestoso Circo Massimo.

Nella sala al piano terra sono esposti attrezzi da cucina dal ‘500 ai giorni nostri. Si tratta delle più svariate e curiose strumentazioni usate nel corso dei secoli per l’arte della panificazione, la pasticceria e la gelateria.

Ad oggetti di uso quotidiano -come le mezzine toscane ottocentesche e gli stampi barocchi per torte e biscotti- si alternano pezzi di design come le bellissime cucine a gas degli anni ’50.

Salendo al piano superiore si possono ammirare estratti di testi antichi e articoli di riviste d’epoca IMG-5249dedicati all’arte culinaria e incastonati in eleganti vetrine, ricettari cinquecenteschi come quello del cuoco “segreto” di Papa Pio V, o riviste di cucina degli Anni Trenta.

Non mancano inoltre vere e proprie chicche come il primo gioco di cucina per bambini, prodotto a Ravensburg nel 1898 e la prima ricetta del supplì del 1832.




FdI: “Il Made in Italy torna protagonista nel mondo grazie al nuovo regolamento per DOP e IGP”

“Apprendiamo con soddisfazione la notizia dell’approvazione in Commissione Agricoltura del Parlamento europeo del nuovo regolamento circa le DOP e le IGP. Perché? Perché ci consente, ancora di più, di difendere le produzioni di qualità del nostro paese.

Per dovizia di approfondimento, attraverso l’adozione di questo regolamento viene introdotto un obbligo preciso: l’utilizzo di almeno il 50% delle materie prime prodotte nel paese di appartenenza del marchio IGP e, per giunta, di indicare il nome del soggetto produttore in etichetta.

Una vittoria rilevante per il mercato agroalimentare italiano se sommata all’estensione al mercato digitale della protezione ex officio. In altre parole, l’Italia avrà a disposizione più strumenti per tutelare, in maniera adeguata e incisiva, le sue molteplici denominazioni agricole.

Una battaglia del governo Meloni e dei suoi parlamentari europei che è stata affrontata sin da subito, vista l’esigenza dei produttori italiani di proteggersi dai ripetuti attacchi commerciali legati all’Italian sounding. Questi attacchi frontali, è doveroso sottolineare, comportano una continua diminuzione di valore delle eccellenti produzioni italiane nel mercato internazionale.

Tornare protagonisti nel mondo con il nostro Made in Italy impone un’attenzione rigorosa su problematiche di questa natura perché solo in tal modo riusciremo a risollevare le sorti dell’agricoltura nazionale e della sua economia”.

Pietro Narduzzi e Maria Di Risio
Responsabili Provinciali Dipartimento Agricoltura FdI

Massimo Giampieri
Coordinatore Provinciale FdI

Roberto Bedini
Responsabile Agricoltura Regione Lazio




Roma Capitale della Pace e delle Eccellenze Made in Italy, anche gli studenti di Ladispoli al Campidoglio

ROMA – Un evento di straordinaria rilevanza che ha visto come protagonisti Maestri del Gusto, stilisti, artisti, musicisti e cantanti nella suggestiva cornice del Palazzo del Campidoglio per il conferimento delle investiture e le riconferme degli “Ambasciatori Doc Italy”. Una giornata dedicata alle eccellenze made in Italy nella consolidata tradizione dell’Associazione coordinata da Tiziana Sirna: Doc Italy, nata nel 2013 per sostenere e diffondere in Italia e nel mondo aziende e prodotti di qualità del settore agroalimentare, della moda, dell’arte e dell’artigianato. Negli anni il Premio delle eccellenze Made in Italy ha ampliato la sua sfera di azione divenendo un punto di riferimento imprescindibile per la promozione delle eccellenze italiane che si distinguono per l’utilizzo di materie prime di alta qualità, per il rispetto del territorio e per un approccio economico basato sull’etica e sulla sostenibilità.

Un appuntamento ricco e complesso dedicato al conferimento dei sigilli “Doc Italy Selection” e “Diplomatici del Gusto”, alla presentazione della seconda edizione di “Panettoni Stellati”, all’incontro “Clero, Diplomazia e Nobiltà Uniti per la Pace” e all’investitura internazionale della prima “Ambasciatrice Doc Italy per la Pace”.

Ma l’evento del 6 febbraio ha visto protagonista anche Palazzo Ferrajoli a Piazza Colonna, come teatro della premiazione di grandi Maestri del Gusto provenienti da sei diverse nazioni, pronte a raccontarsi attraverso l’arte, la moda, l’artigianato, la musica, la danza e i prodotti enogastronomici nel corso di una giornata dedicata alla pace. A chiudere la giornata è stata la consegna dei Salvadanai donati dai “Maestri del Cuore Doc Italy” all’Associazione “Salvamamme” con i proventi delle “Ricette Stellari” da loro realizzate.

Anche gli studenti dell’Istituto Alberghiero di Ladispoli (classi 3^T, 5^T, 3^SA, 3^KA, 5^P, 1^E) hanno partecipato alla giornata accompagnati dalla Vicepreside Rosa Torino e dai docenti Giovanna Albanese, Donatella Di Matteo, Paolo Ferranti, Bruno Mazzeo, Bruno Virgili e dall’Assistente Fabrizio Patacchiola.

“Abbiamo già collaborato con Doc Italy e Tiziana Sirna in occasione dell’evento di solidarietà organizzato a Cerveteri il 24 ottobre in favore dell’Associazione Salvamamme. – hanno affermato i Docenti accompagnatori. – Nel nostro Istituto puntiamo da sempre ad arricchire l’offerta formativa con iniziative che pongano gli studenti a contatto con le realtà imprenditoriali e produttive di eccellenza del territorio. Quella di oggi è stata una giornata emozionante che ha entusiasmato gli allievi mettendoli alla prova “sul campo” nella straordinaria cornice del Palazzo del Campidoglio e di Palazzo Ferrjoli. Un’esperienza da ripetere”.




Agricoltura, Battistoni (FI): “Da Greenpace e Timmermans attacco al made in Italy”

ROMA – “Due eccellenze del nostro made in Italy, come il settore zootecnico e quello vitivinicolo sono nuovamente sotto attacco. A mettere in dubbio la qualità, la salubrità e le eccellenze dei nostri prodotti sono Greenpace e il Commissario Ue Timmermans che attraverso un report che collega allevamenti, fondi pubblici e inquinamento, sostengono la necessità di fermare, o addirittura eliminare, la promozione di vino e carne dai programmi europei”. Lo dichiara in una nota il deputato di Forza Italia, Francesco Battistoni.

“Dietro questa sconsiderata presa di posizione, che ciclicamente torna a ripresentarsi, c’è l’obiettivo di livellare verso il basso le produzioni italiane, distruggendo le nostre economie di riferimento e i nostri comparti strategici, favorendo di fatto la produzione di carne sintetica già in voga in alcuni Paesi Ue e fortemente sostenuta da alcune multinazionali”.
“Sono certo – conclude Battistoni – che simili iniziative saranno fortemente osteggiate e combattute dal ministro Tajani e dal ministro Lollobrigida che, nelle sedi opportune, sapranno far rispettare i nostri settori di eccellenza, i nostri allevatori e agricoltori che rappresentano per storia e tradizione un patrimonio inestimabile da tutelare da attacchi ideologici e di parte”.



Battistoni (FI): “Assiduamente impegnato per la difesa del Made in Italy”

di DIEGO GALLI –

È nel suo video-discorso di fine anno che il senatore forzista Francesco Battistoni, sottosegretario del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, tira un bilancio dell’anno appena trascorso.

Immancabili i suoi saluti e ringraziamenti a tutti gli operatori sanitari, medici, farmacisti, infermieri e alle forze dell’ordine, persone grazie alle quali è stato possibile superare un altro anno di pandemia. “Per quanto riguarda l’Agricoltura – dichiara poi Battistoni – il 2021 è stato un anno importante. Si è lavorato molto sul PNRR, sulla PAC, sul Piano strategico nazionale e sulla manovra”.

In particolare, il sottosegretario afferma di aver da poco concluso la riunione legata ai prodotti biologici provenienti dall’estero, annunciando di essere “assiduamente al lavoro per la difesa del made in Italy”. Il 2022, sarà infatti un anno importante per questo settore, che già aveva registrato segnali estremamente positivi negli scorsi mesi.

Da ieri (1 gennaio 2022) è intanto in vigore il nuovo sistema di controllo per le importazioni dei prodotti biologici. “La nuova normativa – spiega Battistoni – nasce dall’esigenza di una condivisione delle regole comuni per garantire a tutti gli Stati dell’Unione un unico sistema di regolamentazione e di conformità in materia di importazione e poter combattare in modo unitario le pratiche commerciali sleali a favore della qualità”. Tale strumento avrà lo scopo di tutelare con maggior vigore il Made in Italy e favorire l’affermazione nel mercato europeo del settore biologico. “Al fine di garantire il necessario controllo e l’applicazione del nuovo regolamento per tutto il mese di gennaio – continua il senatore – nelle more di un perfezionamento delle modalità di controlli che avverrà in tempi rapidi, il controllo sarà affidato all’Agenzia delle Dogane che proseguirà nel suo lavoro di verifica, supportata dall’ICQRF per il controllo di identità”.

Come controprova delle parole del senatore viterbese, il fatturato degli scambi con l’estero. Il 2020, infatti era già stato caratterizzato da un +2% legato all’export di prodotti Made in Italy, ma nel 2021 che l’agroalimentare ha raccolto la sua maggiore crescita, trainato soprattutto dagli acquisti natalizi. Per il settore, come stimato da Coldiretti, un record storico che registra un +11% e un valore di circa 52 miliardi.