Il Consorzio della Capitale con “Gli ambulanti di Forte dei Marmi” riparte a Roma da domenica

ROMA- Il mercato più famoso d’Italia dell’originale Consorzio de “Gli Ambulanti di Forte dei Marmi®” e le sue “boutique a cielo aperto” sono domenica a grandissima richiesta ancora a ROMA nel rispetto scrupoloso di tutte le indicazioni dei protocolli di sicurezza anti Covid.

Lo spettacolo del meglio del Made in Italy artigianale, come pelletteria (borse e scarpe) di unica ed esclusiva fattura, la migliore produzione di cachemire, nuove collezioni moda, tessuti di arte fiorentina e tanta qualità garantita dal Consorzio al prezzo migliore – è atteso nella Capitale domenica 23 maggio nella ormai tradizionale location di VIALE VAL PADANA (Monte Sacro, III Municipio, Metro B1 Conca d’Oro).

Dunque, un altro appuntamento da non perdere assolutamente per i tanti fans dell’originale Consorzio della Capitale, con un mercato di qualità che sarà come sempre all’insegna dello shopping più glamour e conveniente, con orario continuato, anche in caso di maltempo, dalle 8 alle 19.

Con il Lazio in zona gialla, la campagna vaccinale che procede ormai a ritmo serrato, ed il supporto di tanti studi scientifici che confermano che, in ogni caso, le possibilità di un contagio all’aperto sono infinitamente basse, il pubblico romano di appassionati del genere potrà godere di un appuntamento che, pur prefigurando l’atteso ritorno alla normalità, si svolgerà come sempre nel rispetto scrupoloso di tutti i protocolli sanitari. Recenti ricerche evidenziano come soltanto lo 0,1% delle infezioni da Covid-19 (una su mille) sia riconducibile ad attività all’aperto, così come è indubbio che un mercato all’aperto presenti meno rischi di una spesa al supermercato o di un (magari affollato) mezzo di trasporto pubblico.

Da sempre avvolti in un alone mitico, i famosi ambulanti toscani – ormai valutati oltre l’aspetto commerciale e divenuti un vero e proprio fenomeno di costume – tornano dunque nella Città Eterna (dove sono sempre richiestissimi), per far rivivere le magiche atmosfere del Mercato del Forte, sinonimo di genuinità e qualità artigianale garantita. Tante idee per gli acquisti in un autentico spettacolo di bancarelle ed una proposta che non è solo commerciale ma ormai culturale, tanto che da tempo, ormai, si parla del Consorzio “Gli Ambulanti di Forte dei Marmi” (non solo in Italia ma anche all’estero) come di una “eccellenza italiana”. Ogni mercato di qualità è sempre seguito da un fedele pubblico di fans e appassionati del genere, che generano importanti ricadute di indotto turistico e commerciale per le città ospitanti.

Il Consorzio (depositario del marchio unico, originale e registrato “Gli Ambulanti di Forte dei Marmi”), nato per primo nel 2002 dall’unione di alcuni dei migliori banchi presenti nello storico e famoso (nel mondo) mercato di Forte dei Marmi, con lo scopo di renderne itinerante lo spettacolo nelle piazze nazionali, è stato da allora oggetto di diversi tentativi di imitazione, peraltro lontanissimi dall’originale, ed è da sempre impegnato nelle competenti sedi legali in difesa della sua originalità ed unicità di marchio e format.

Cosa c’è, infatti, di più originale di decine di “aziende ambulanti” d.o.c.g. (anche se, in questo caso, il termine è quanto mai riduttivo), che hanno fatto la storia commerciale della blasonata location di Forte dei Marmi, una delle mete più esclusive del turismo mondiale? Sui grandi banchi di vendita è possibile trovare il meglio della tradizione toscana ed italiana dell’artigianato di qualità: abbigliamento, pelletteria di altissima fattura artigianale (borse e scarpe), la migliore produzione nazionale di cachemire, pellicceria, stoffe pregiate, biancheria per la casa, porcellane, bijoux, raffinata arte fiorentina. La qualità è sempre rigorosamente declinata anche con la massima convenienza. Bandite per statuto imitazioni e “cineserie” di scarso pregio, è sui banchi de “Gli Ambulanti di Forte di Marmi” che si trovano le nuove tendenze della moda, spesso riprese anche da tanti fashion blogs e magazines femminili.

“Il nostro è un invito – spiega il Presidente del Consorzio, Andrea Ceccarelli – a diffidare di ogni tentativo di imitazione e valutare, invece, passando direttamente tra i nostri banchi, la qualità delle nostre merci e l’immagine coordinata delle nostre bancarelle.  Il nostro marchio è ormai sinonimo di shopping esclusivo e conveniente”.

Per conoscere nel dettaglio il calendario completo delle date dei mercati dello show itinerante de “Gli Ambulanti di Forte di Marmi®”, è possibile consultare l’unico sito web ufficiale (attenzione ai “fake”) www.gliambulantidifortedeimarmi.it, dal quale si accede anche alla pagina Facebook da ormai 140mila fans reali e certificati ed alla App del Consorzio.

Mercato di qualità a ROMA con “Gli Ambulanti di Forte dei Marmi®”

  • Domenica 23 maggio 2021 – VIALE VAL PADANA – MONTE SACRO (III Municipio, Metro B1 Conca d’Oro) – ROMA

Dalle 8.00 alle 19.00, con orario continuato anche in caso di maltempo, nel rispetto scrupoloso di tutti i protocolli sanitari

 




Made in Italy, Battistoni (FI): “Nutriscore è nemico, mette a rischio nostro sistema”

ROMA –  “Il nutriscore non è un nemico del made in Italy, ma il nemico. Attraverso questo modulo di valutazione si vuole mettere in crisi tutto il nostro impianto alimentare, la cosiddetta dieta mediterranea che, ricordo, è patrimonio dell’Unesco. Con un bollino che non ha nulla di scientifico di fatto su assume un atteggiamento distorsivo nei confronti dei nostri alimenti. Questo è del tutto ingiusto anche perche’ non poggia su basi scientifiche”. Lo ha detto all’agenzia Dire il sottosegretario alle Politiche agricole, Francesco Battistoni. “Noi – prosegue Battistoni – siamo per un altro strumento di valutazione che è il ‘nutrinform battery’ che si basa sulle misure, ossia la giusta quantità giornaliera che andrebbe consumata. Credo che una corretta informazione sulla nostra alimentazione sia molto piu’ adeguata di un bollino asettico che rischia di mettere in crisi tutto il nostro sistema produttivo alimentare”. Vino. Battistoni: no messaggi su bottiglie, in piccole quantità non fa male. Il settore vinicolo “viene da un periodo di profonda crisi. Con la chiusura del reparto horeca, i vini, in particolar modo quelli pregiati, hanno subito un forte calo dei consumi. Non ci sono prodotti che in assoluto fanno bene o male, ma prodotti che assunti nella giusta quantità giovano anche alla salute”. Lo ha detto all’agenzia Dire il sottosegretario alle Politiche agricole, Francesco Battistoni a proposito del sistema di etichettatura sulle bottiglie di vino con messaggi ‘allarmistici’, sul modello dei pacchetti di sigarette. “E’ riconosciuto universalmente infatti – prosegue il sottosegretario – che mezzo bicchiere di vino rosso è un ottimo antiossidante. Quello che servirebbe quindi è una corretta campagna di informazione in modo da rendere edotto il consumatore sul prodotto che acquista”.

Le notizie dell’agenzia Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte «Agenzia DIRE»




Coldiretti Lazio porta in tavola la solidarietà a Pasqua con prodotti made in Italy

ROMA – Coldiretti Lazio porta in tavola la solidarietà a Pasqua e Pasquetta. E’ partita questa mattina la distribuzione di oltre 750 pacchi che verranno consegnate a più di 4 mila famiglie, che si trovano in difficoltà a causa della crisi determinata dall’emergenza sanitaria. Prodotti di ottima qualità e naturalmente Made in Lazio che consentiranno a chi ne ha necessità di trascorrere delle festività più serene. Un’importante operazione di solidarietà del sistema agroalimentare italiano presentata al premier Mario Draghi dal Presidente della Coldiretti, Ettore Prandini e dal Segretario Generale della Coldiretti Vincenzo Gesmundo e dal presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri. L’iniziativa A sostegno di chi ha più bisogno”, promossa da Coldiretti, Filiera Italia e Campagna Amica con la partecipazione delle più rilevanti realtà economiche e sociali del Paese, ha visto la spedizione del primo carico di aiuti alimentari dal cortile di Palazzo Chigi. A beneficiarne saranno oltre 20 mila famiglie in tutta Italia.

Ogni pacco di oltre  50 chili contiene prodotti 100% Made in Italy come pasta e riso, Parmigiano Reggiano e Grana Padano, biscotti, sughi, salsa di pomodoro, tonno sott’olio, dolci e colombe pasquali, stinchi, cotechini e prosciutti, carne, latte, panna da cucina, zucchero, olio extra vergine di oliva, legumi e formaggi fra caciotte e pecorino. Per quanto riguarda Coldiretti Lazio la distribuzione ha preso il via questa mattina dal Circolo San Pietro a Roma con il direttore della federazione regionale, Sara Paraluppi e il direttore di Coldiretti Roma, Niccolò Sacchetti. I pacchi verranno consegnati alle famiglie bisognose – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – alle parrocchie, ai Comuni e a tutte le persone che in  questo periodo a causa del lockdown hanno avuto necessità anche di un pasto. Allinterno degli oltre 750 pacchi ci sono prodotti di eccellenza del Made in Italy, perché è importante che la gente, anche in questo periodo di emergenza, abbia cibo buono, sano e italiano”.  Decine di mezzi sono stati organizzati per le consegne lungo tutta la Penisola per procedere poi alla distribuzione a nuclei familiari in stato di bisogno individuati da Coldiretti/Campagna Amica insieme ai servizi sociali dei comuni e alle parrocchie. Cresce il numero di nuovi poveri che solo nella nostra regione è aumentato del 10% – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – le persone costrette a chiedere aiuti alimentari preferiscono la consegna dei pacchi direttamente ai Comuni e alle associazioni che garantiscono una forma di sostegno più riservata. Già a Natale abbiamo provveduto alla distribuzione di altri cento pacchi del peso di 50 chili, consegnati dalle nostre federazioni provinciali”. Nel 2020 sono stati complessivamente oltre 5,5 milioni i chili di prodotti tipici Made in Italy, a chilometro zero e di altissima qualità, distribuiti dagli agricoltori di Campagna Amica in tutto il Paese per garantire un pasto di qualità ai più bisognosi. Un impegno reso possibile dalla partecipazione volontaria dei cittadini al programma della “Spesa sospesa” nei mercati di Campagna Amica e dal contributo determinante del management dei Consorzi Agrari D’Italia (Cai) e della Coldiretti che ha deciso di rinunciare a propri compensi straordinari. Elinizio di una grande avventura di solidarietà di cui siamo davvero orgogliosi. – dice il presidente di Coldiretti Roma, Niccolò Sacchetti è molto importante per noi sapere che questa  operazione aiuterà chi ne ha molto bisogno”. L’iniziativa di Pasqua è stata resa possibile dalla partecipazione di: Conad, Bonifiche Ferraresi, Philip Morris, Eni, Snam, Intesa San Paolo, Generali, De Cecco, Cattolica Assicurazioni Grana Padano, Barilla, Enel, Confapi, Fondazione Tim, Inalca, De Rica, Pomì, Casillo Group, Mutti, Monte dei Paschi di Siena, Granarolo, Coprob, Virgilio, Parmigiano Reggiano, Casa Modena, Ismea, Fondazione Osservatorio Agromafie, Crea.

 




Made in Italy, Narduzzi-Bedini (Fdi): “L’Europa penalizza l’agricoltura italiana”

VITERBO – Riceviamo da Roberto Bedini (Coordinatore Regionale Dipartimento Agricoltura FDI), Pietro Narduzzi (Responsabile Provinciale Dipartimento Agricoltura FDIVT) e pubblichiamo: “In questi ultimi giorni abbiamo appreso una notizia che lascia presagire una preoccupante tendenza europea che penalizzerebbe il Made in Italy.

Stiamo parlando del cosiddetto “Europe’s Beating Cancer Plan”, che prevede un sistema di etichettatura dei prodotti alimentari come il vino, i salumi e le carni rosse che rischia di penalizzare la filiera nazionale.

In particolare, come si può non pensare ai possibili danni economici, sociali e d’immagine che colpirebbero l’intero settore agricolo con l’adozione del progetto di cui si discute?

Perché continuare a colpire indiscriminatamente una categoria, quella degli agricoltori, che racchiude una delle forme di cultura più rilevanti d’Italia?

Se dovessimo pensare alla nostra Provincia, la Tuscia, dove il segmento agricolo è uno dei pilastri dell’economia, inglobando anche quello turistico, ne resteremmo inorriditi.

Di più, è mai possibile che non si riesca a comprendere che scelte siffatte possano inevitabilmente disincentivare l’imprenditoria agricola giovanile del nostro territorio che attraversa un momento delicatissimo della sua storia, ovvero quella fase transitoria che dovrà portare la nuova generazione di agricoltori a cambiare volto all’agricoltura di casa nostra?”

Appare chiaro che l’Unione Europea, così facendo, disincentiva definitivamente questo passaggio, svilendo la crescita produttiva della zona.

Proviamo ad allargare la visuale e pensiamo al territorio regionale laziale.

Un ulteriore quesito vien da sé: come si può pensare di ripartire senza dare priorità all’agricoltura, intesa lato sensu? Pensiamo anche solamente alle zone terremotate come Amatrice che detengono la “proprietà intellettuale” di uno dei piatti più famosi del paese.

Mutatis mutandis, volgiamo lo sguardo al settore vinicolo che nel Lazio sta crescendo e in generale in Italia, occorre ricordarlo, produce oltre 11 miliardi di fatturato e offre 1,3 milioni di posti di lavoro.

In conclusione,  è ora di porre fine a questi provvedimenti insensati e cominciare una vera e propria campagna a favore della nostra storia agricola e della nostra ricchezza; questo lo può fare esclusivamente un Governo che abbia come principio ispiratore l’interesse italiano e dei suoi cittadini”.

 

 

 

 




Sviluppo, De Vito (M5S): “Valorizzare il made in Italy attraverso il sostegno alle piccole e medie imprese”

MANDURIA –  ” E’ assolutamente necessario trovare sinergia e collaborazione tra le Istituzioni, le associazioni di categoria e gli operatori di settore, per valorizzare e promuovere il Made in Italy in Europa e nel mondo”. Così la consigliera M5S alla Regione Lazio Francesca De Vito a margine della 1° Festa Nazionale della Confederazione AEPI che si sta tenendo a Manduria (Taranto).
“Sono stata anche io artigiana – prosegue – e conosco le difficoltà che si incontrano, il bisogno di sostegno e di semplificazione che chiedono i nostri piccoli imprenditori specialmente in questo momento di grande difficoltà nella ripartenza. Salvaguardare e valorizzare tutto ciò che riguarda la nostra storia, le nostre tradizioni e la nostra cultura è alla base del futuro di questo Paese”.
“E’ indubbio che anche le Istituzioni debbano essere chiamate a fare la loro parte. Le mie azioni in favore delle botteghe scuola, del Testo Unico del Commercio e della Legge sui piccoli Comuni sono andate in questa direzione ed inoltre il patto dell’export, firmato a giugno scorso, è un primo passo importante per imporre il nostro Made in Italy anche in mercati non ancora attivi. Mercati che possono essere conquistati specialmente attraverso la vetrina offerta dalle Fiere in particolare per la promozione, tra le altre, delle attività enogastronomiche, agroalimentari e artigianali, che devono occupare un ruolo strategico”
Per mio conto, sono e sarò sempre vicina a questo tipo di iniziative che contribuiscono a mettere al centro dello sviluppo, il Made in Italy ” conclude così la consigliera pentastellata.




Suini, Coldiretti Lazio: “Con la pandemia a rischio allevamenti e norcineria Made in Italy”

ROMA – A rischio 5 mila allevamenti di suini presenti in Italia, a causa del netto calo delle quotazioni dei maiali, che si sono quasi dimezzate dall’inizio della pandemia, fino ad arrivare a poco più di 1 euro al chilo. Sono cresciute, invece, le spese per l’alimentazione degli animali, dal mais alla soia, che hanno registrato rincari fino al 26%.

Una situazione che sta mettendo in difficoltà gli allevatori, che non riescono neanche a coprire i costi di allevamento. A rischio anche la prestigiosa norcineria Made in Italy, a partire dai 12,5 milioni di prosciutti a denominazione di origine (Dop) Parma e San Daniele prodotti in Italia.

A lanciare l’allarme è Coldiretti Lazio, preoccupata anche per l’invasione di cosce straniere dall’estero, per una quantità media di 4,7 milioni, che ogni mese si riversano nel nostro Paese.

“Prodotti importati che vengono utilizzati per ottenere prosciutti da spacciare come Made in Italyspiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granierinon è infatti ancora obbligatorio indicare la provenienza della carne dei salumi in etichetta, come fortemente richiesto da Coldiretti e dai cittadini italiani. E così due prosciutti su tre venduti in Italia, sono ottenuti da maiali stranieri, senza alcuna evidenziazione in etichetta, che invece è indispensabile”. Servono interventi mirati e urgenti – ribadisce Coldiretti Lazio – non e, infatti, ancora obbligatorio indicare la provenienza della carne dei salumi in etichetta, come richiesto dal 93% degli italiani, che ritengono importante conoscere l’origine degli alimenti.

Tra le soluzioni proposte da Coldiretti per cercare di arginare la crisi del settore, figura innanzitutto l’intensificazione dell’attività di macellazione, attraverso l’aiuto dello stoccaggio privato, ma anche la collocazione alternativa di una quota di prodotto, attraverso un accordo di filiera per privilegiare il prodotto italiano. Indispensabile, inoltre, prevedere incentivi agli allevatori e ammasso volontario di prosciutti crudi Dop. E ancora, la divisione degli stabilimenti produttivi Dop e non Dop, definendo le regole per evitare la promiscuità negli stabilimenti produttivi, tra produzioni destinate a DOP e ad altre destinazioni produttive.

“Serve un piano di promozione aggiunge Granieriper favorire la ripresa dei consumi di prosciutti e salumi italiani e soprattutto l’immediata introduzione di norme, che obblighino l’industria della salumeria italiana, ad indicare sui salumi e sui prosciutti la provenienza della carne suina utilizzata. Continuiamo a chiedere, inoltre, la pubblicazione da parte del Ministero della Salute degli elenchi degli importatori di ogni tipologia di carne suina estera”.

La pandemia ha determinato il crollo delle vendite dei prosciutti stagionati e indotto i prosciuttifici a rallentare, in alcuni casi interrompere, l’approvvigionamento settimanale di cosce. Di fronte a questa imprevedibile situazione, l’industria di macellazione, ha deciso di ridurre drasticamente il numero dei suini macellati. Secondo i dati del circuito DOP, nella fase del lockdown, a marzo ed aprile, la riduzione del numero di suini macellati rispetto allo stesso periodo del 2019 è stata di 85.000 capi.

“Una situazione che rischia di compromettere per sempre la potenzialità produttiva nazionaleconclude Graniericon una destrutturazione degli allevamenti difficilmente recuperabile, che mette a rischio l’essenza stessa di molti tesori agroalimentari del Made in Italy, dal culatello di zibello al prosciutto di Parma fino a quello di San Daniele”.

 




Oriolo Romano, Caropreso (Fdi): “Sosteniamo i commercianti acquistando prodotti locali”

ORIOLO ROMANO (Viterbo) – “In un momento così difficile anche per il nostro territorio, nel quale tante aziende e commercianti locali sono costretti a fare sacrifici, pagando un prezzo molto alto a livello economico a causa del mancato introito, a nome mio vorrei lanciare un invito a tutta la cittadinanza di Oriolo”.

Così il coordinatore locale di Fratelli d’Italia Gabriele Caropreso che lancia l’appello diretto ai cittadini affinché tutte le opzioni di acquisto in queste settimane e per quelle a venire anche ad emergenza finita, ricadano quanto più possibile su prodotti locali e nelle attività commerciali del territorio, per dare così un maggiore sostegno alle realtà commerciali del comune Oriolese e della Tuscia Viterbese.

“Sostenere tutte le attività commerciali locali come e più di prima deve essere l’input per dare linfa e rilanciare l’economia locale. Cerchiamo di evitare l’e-commerce ove possibile e sosteniamo i piccoli negozi e le aziende territoriali. Nei supermercati, acquistiamo, quanto più possibile, prodotti locali a chilometro zero. Fortunatamente l’offerta dei prodotti Made in Italy e Made in Tuscia è molto vasta. Puntiamo sulla qualità delle nostre filiere e sosteniamo la nostra economia.”

 




Coronavirus, dalla Tuscia a Civitavecchia per i prodotti alimentari vendite fino a meno 80 per cento. Melaragni: “Riscopriamo il made in Italy, lo Stato combatta con noi”

VITERBO – Sarà una Pasqua particolare, in cui tutto è stravolto. E le imprese cercano di fare il possibile per limitare i danni, organizzandosi con il servizio di consegna a domicilio e con una maggiore presenza sui social. Ma i numeri sono drammatici: fino all’80 per cento in meno. Da qui l’appello di Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia. “Bisogna tutelare la qualità dei nostri prodotti, lo Stato deve essere in prima linea in questa battaglia insieme a noi”.

Non c’è solo il problema del calo delle vendite, causato dalla chiusura delle imprese per via dell’emergenza Covid19. Claudio Cavalloro, panificatore e presidente di CNA Alimentare di Viterbo e Civitavecchia, rileva quanto emerso anche dall’indagine CNA sui dolci pasquali: cala la produzione artigianale, s’impenna il “fai da te”. “Stiamo registrando un meno 70 per cento”, è il dato secco. Questo perché da una parte “si tende fare tutto al supermercato – dice – mentre in molti a casa i dolci se li fanno da soli. Speriamo in questi ultimi giorni che precedono la Pasqua per risollevarci un po’: al momento riusciamo a tamponare qualcosa con le consegne a domicilio”.

Su questo sono di aiuto due iniziative: quella del Comune di Viterbo e della CNA di Viterbo e Civitavecchia, che hanno pubblicato sui rispettivi siti l’elenco delle imprese che effettuano questo tipo di servizio.

Un altro forte ostacolo è il blocco del mercato Horeca. C’è infatti chi in questo aveva uno sbocco importante, come Giovan Battista Chiodetti, di Formaggi Chiodetti, a Civita Castellana. “Su Roma – spiega – registriamo un 30 per cento in meno, che diventa l’80 nel campo della ristorazione e degli alberghi. Anche il nostro punto vendita risente della situazione, per un 20 per cento. Siamo riusciti a recuperare un 10 sulla grande distribuzione, con cui lavoriamo molto, ma per noi il blocco dell’Horeca è stata una batosta: ci avevamo puntato”. C’è però lo sguardo rivolto al futuro. “Cerchiamo di capire l’andamento, analizziamo il mercato: siamo pronti a investire su nuovi prodotti”.

Dai formaggi ai salumi il discorso non cambia. L’Antica Norcineria Morelli ha due punti vendita: Bolsena e Castiglione in Teverina. Nel primo caso, “con le gite e le agenzie di viaggi avevamo un movimento importante – commentano – ma questa situazione ci ha portato via un 70 per cento. Ora il lavoro, anche a Castiglione in Teverina, si riduce al paese e basta. Al di fuori di questo restano i clienti storici, quelli che già ci conoscono: con le consegne arriviamo a quelli di Milano e Reggio Emilia, per esempio. Lavoriamo anche su Francia ma ora è tutto fermo, in Belgio registriamo un solo ordine, poca roba anche in Germania. Recuperiamo qualcosa con le consegne a domicilio, ma non molto, nonostante la presenza sui social. Se pensiamo che già la Pasqua sarà in tono molto minore e che salteranno il 25 aprile e il 1 maggio, possiamo dire di aver perso qualcosa come 50 mila euro. Ed era l’ossigeno per la stagione”.

Tornando nel capoluogo e ai formaggi: Marco Borgognoni della Piccola Formaggeria Artigiana, cerca di restare a galla così. “Sono da solo ed era già un grande impegno prima. Ora si è triplicato il lavoro nonostante i profitti siano scesi, mancano infatti la ristorazione e l’ingrosso. Rispetto a prima la richiesta è aumentata per i privati e diminuita per l’ingrosso. Però non mi posso lamentare rispetto alla maggior parte delle persone che sono ferme. Diciamo che facciamo il possibile per limitare i danni”.

Dalla Tuscia viterbese a Civitavecchia, si passa alla cioccolata di Cioccolart. E la situazione non è neanche qui buona. “Stiamo organizzando le vendite a domicilio – racconta Carlo Di Gennaro – ma è poca cosa rispetto a quando si stava aperti con il punto vendita. Siamo sui social, Facebook e Instagram, se però prima stavamo a 100, adesso siamo a 20. E’ niente: facendo il raffronto con la Pasqua dell’anno scorso siamo proprio a zero. Questa è una crisi grossa, siamo preoccupati anche per il dopo, intanto i dipendenti sono in cassa integrazione. Ma passerà”.

Melaragni lancia quindi un messaggio a tutela del settore. “Il nostro mercato enogastronomico è un tassello fondamentale del made in Italy e rappresenta anche l’anello di congiunzione con la filiera del turismo. E’ necessario che lo Stato sia in prima linea in questa battaglia, per far sì che la qualità dei nostri prodotti continui a occupare il posto che merita nel mercato enogastronomico mondiale. Magari riscoprendo proprio oggi il valore del made in Italy e facendo leva, insieme alla qualità, sulla salubrità dei nostri prodotti”.




Coronavirus, Regimenti (Lega): “Porterò in Unione Europea la difesa del Made in Italy”

ROMA – “Condivido le preoccupazioni del presidente di FederAlimentare Ivano Vacondio sulla necessità di tutelare la qualità dei prodotti ‘made in Italy’ da attacchi indiscriminati, che cavalcano l’allarme generato dalla diffusione del coronavirus Covid-19. Il video della tv francese Canal+, che con ironia disgustosa se la prende con la pizza italiana o la richiesta, anche da parte di alcuni Stati membri europei, di certificazioni ‘virus free’, sono solo gli ultimi esempi di questa deriva inaccettabile. La difesa del settore agroalimentare italiano deve essere condotta con decisione innanzitutto dal Governo, ma io ho in proposito di portare questa esigenza anche all’attenzione del Parlamento europeo. Molti nostri alimenti, tra l’altro alla base della ‘dieta mediterranea’, che l’Unesco ha riconosciuto come Patrimonio culturale immateriale dell’umanità, nascono nel rispetto del territorio e della biodiversità. L’Ue ci dovrà ascoltare”. Lo afferma l’eurodeputata della Lega Luisa Regimenti (Identità e Democrazia), membro della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare.