I campioni azzurri al Quirinale e a Palazzo Chigi, bagnati dalla folla

di FRANCESCA BRUTI – ROMA – I campioni di Europa sono giunti a Roma questa mattina, dopo una notte magica di festeggiamenti, e durante la giornata sono stati accolti dalle maggiori autorità della Nazione per le celebrazioni di rito.

La prima tappa della Nazionale di calcio è stata presso il Quirinale per incontrare il Presidente Mattarella, che ieri sera è stato presenta alla finale degli Euro2020. I ragazzi hanno percorso le strade di Roma a bordo di un pullman scoperto, con l’acclamazione di tutti i passanti e i tifosi, emozionatissimi e felici di poter vedere da vicino i campioni.

Presso i giardini del Quirinale, presenti tutto lo staff della Nazionale di calcio e il campione di tennis Matteo Berrettini. Il presidente Sergio Mattarella ha così concluso l’incontro: “Questo non è giorno di discorsi ma di applausi e ringraziamenti. Complimenti! Ieri sera avete meritato di vincere ben al di là dei rigori perché avete avuto due pesanti handicap: giocare in casa degli avversari in uno stadio come Wembley e il gol a freddo che avrebbe messo in ginocchio chiunque. Siete stati accompagnati e circondati dall’affetto degli italiani e li avete ricambiati rendendo onore allo sport. Così come ha fatto Matteo Berrettini. Arrivare alla finale di Wimbledon ma la rimonta del primo set equivale a una vittoria“.

La risposta del tecnico della Nazionale Roberto Mancini al Quirinale insieme agli azzurri: “È un onore essere qui al Quirinale, siamo felici di aver dato una gioia è una speranza agli italiani dopo un periodo così difficile. Gli inglesi e la medaglia via dal collo subito dopo la premiazione? Comprensibile, dopo una partita così impegnativa risolta ai rigori. Abbiamo vinto a casa loro, davanti a 60 mila tifosi inglesi mentre noi eravamo in settemila“.

Un commosso capitano della nazionale, Giorgio Chiellini, ha voluto così ricordare l’amico giocatore della Fiorentina, deceduto nel marzo 2018 a Udine, dov’era in ritiro con la sua squadra prima di una partita di campionato: “Dedichiamo questa vittoria a Davide Astori, che avremmo voluto avere qui con noi”.

Dopo questo felice incontro, il pullman con a bordo gli Azzurri si è diretto verso Palazzo Chigi, attraversando ancora le strade della capitale, con la folla che “quasi” ne impediva il passaggio.

Presenti all’incontro anche la squadra under 23 di Atletica e il campione di tennis Matteo Berrettini, che ieri ha disputato una fenomenale finale al torneo di Wimbledon, dopo 144 anni dall’ultima volta in cui un italiano avesse disputato la finale.

Subito dopo l’entrata nel cortile di Palazzo Chigi da parte di tutti gli atleti, è stato suonato l’inno di Mameli, la canzone degli italiani.

Poi ha preso la parola il presidente del Coni Giovanni Malagò“Oggi si sente l’unità nazionale, che è il regalo più prezioso che può ricevere il paese. Grazie Mancini, grazie Santopadre (allenatore Berrettini), grazie a Draghi per averci ospitato. Viva lo sport e viva l’Italia”.

Dopo gli interventi del presidente della Federazione Italiana di Atletica Leggera e della Federazione Italiana Tennis, Angelo Binaghi, ha preso la parola il presidente della Figc Gabriele Gravina.

Poi, il premier Mario Draghi ha fatto un breve ma significativo intervento: “Oggi lo sport segna in maniera indelebile la storia delle nazioni. Oggi siete voi a essere entrati nella storia, con i vostri sprint, i vostri servizi, i vostri gol e le vostre parate”. Quindi Draghi si interrompe e guardando Gigio Donnarumma sottolinea: “e che parate…“. E subito è scattato l’applauso di tutti i presenti. Mario Draghi ha sottolineato l’importanza che gli atleti hanno nel dare l’esempio di come vivere lo sport e la responsabilità verso le nuove generazioni.

Tutti gli atleti sono stati premiati con targhe ricordo e vi è stato lo scambio dei doni: una racchetta da parte di Berrettini e il suo allenatore Santopadre al premier Draghi e una maglia della Nazionale con il numero 10 da parte di Mancini.

Il pullman dell’Italia è poi ripartito con i campioni che hanno proseguito festeggiando con in alto tra le mani la Coppa dei Campioni d’Europa e passando in mezzo al pubblico, per fare un altro meritatissimo bagno di folla!




Insulti al presidente della Repubblica Mattarella sui social

di REDAZIONE-

VITERBO- Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto minacce ed insulti sui social. Tra gli indagati ci sarebbe anche un viterbese. “Ti auguro di morire male”, “Non vedo l’ora che ci sia il tuo funerale” soltanto alcuni dei messaggi incriminati su cui sta indagando la Procura di Roma. In totale sono 11 gli indagati e tra questi figura anche un viterbese. Il reato ipotizzato è quella di  offesa all’onore e al prestigio del Capo dello Stato.

 




Crisi di Governo, Fico fallisce, domani convocato Draghi al Quirinale

di Redazione –

ROMA – Fico l’esploratore fallisce. Poco fa l’incontro con il presidente della Repubblica Mattarella, che ha spiegato come ora vi siano due opzioni, ma come, a causa della pandemia ancora in corso, l’andare al voto non sia opportuno per la salute della popolazione. Poi il portavoce della Presidenza della Repubblica, Giovanni Grasso ha annunciato che è stato convocato in Quirinale domani alle ore 12 il prof. Mario Draghi, direttore generale del Tesoro e governatore della Banca d’Italia. All’ex numero uno della Bce, Mattarella chiederà di formare un governo di “alto profilo”, come annunciato dallo stesso presidente della Repubblica nel suo discorso questa sera. Di seguito il discorso del presidente della Repubblica, Mattarella: “Ringrazio Fico,dalle consultazioni era emersa come unica possibilità di governo a base politica quella della maggioranza che sosteneva il governo precedente. La verifica ha dato esito negativo, ora vi sono due strade, dare immediatamente vita ad un nuovo governo adeguato a fronteggiare le gravi emergenze presenti, oppure quella di immediate elezioni anticipate, questa seconda strada va valutata, di fronte a queste ipotesi ho il dovere di porre in evidenza alcune circostanze. Ho il dovere di sottolineare come il lungo periodo di campagna elettorale e la riduzione della campagna di governo sarebbe in un momento cruciale, dal punto di vista sanitario i prossimi mesi saranno fondamentali per la lotta al virus. Serve un governo in grado di esercitare le sue funzioni e non in campagna elettorale, lo stesso vale per la campagna di vaccinazione, su versante sociale verrà meno il blocco dei licenziamenti e serviranno provvedimenti importanti. Entro aprile va presentato alla commissione europea il piano di utilizzo dei fondi ed è fortemente auspicabile che avvenga prima della data di scadenza, prima si presenta il piano e più tempo si ha per il confronto con la commissione. Occorrerà utilizzarli per non perderli. Non possiamo permetterci di mancare questa occasione fondamentale. Dal giorno in cui si sciolgono le camere al giorno delle elezioni sono necessari 60 giorni, poi 20 per proclamare gli eletti, poi i presidenti delle camere e poi il governo, dallo scioglimento delle camere del 2013 sono trascorsi 4 mesi, nel 2018 sono trascorsi 5 mesi. Si tratterebbe di tenere un governo senza piene funzioni in mesi cruciali. Tutte queste preoccupazioni sono ben presenti ai nostri concittadini che chiedono risposte rapide. Ci troviamo nel pieno della pandemia, il contagio è diffuso e allarmante, le elezioni non consistono solo nel giorno in cui ci si reca a votare. La campagna elettorale richiede incontri, assemblee, comizi, impossibili con il distanziamento. Negli altri paesi dove si è votato si è verificato un grave aumento dei contagi. Avverto il dovere di rivolgere un appello a tutte le forze politiche in parlamento perché conferiscano la fiducia a un governo di alto profilo, che non debba identificarsi in alcuna forza politica, conto di incaricare presto un governo”.

 




Il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Mattarella

di REDAZIONE-

ROMA-Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha tenuto il suo discorso di fine anno, incentrato sulla pandemia che stiamo vivendo: “Il virus ha colpito prima di ogni altro il nostro Paese. Bisogna fare insieme memoria di quello vissuto in questo anno. La pandemia ha scavato solchi profondi, ha aggravato vecchie disuguaglianze e generate di nuove. Tutto ciò ha prodotto pesanti conseguenze sociali ed economiche, donne e giovani fortemente penalizzate, tante imprese temono per il loro futuro. Una larga fascia della popolazione ha visto bruscamente perdere il loro reddito per la pandemia. La pandemia ha generato senso di smarrimento. Basti pensare al calo delle nascite. E’ questa la realtà che bisogna riconoscere ed affrontare. Nello stesso tempo sono emersi segnali che incoraggiano la speranza concreta per ricostruire per ripartire. Nella prima fase, quando erano pochi gli strumenti per contrastare il virus, la reazione si è fondata sul senso di comunità. Adesso abbiamo strategie più complesse a partire dal piano di vaccinazione. Inoltre, sono in campo interventi europei innovativi di straordinaria importanza. Mai un vaccino è stato realizzato in poco tempo. Per il vaccino si è formata un’alleanza mondiale della scienza e della ricerca sorretta da un imponente sostegno politico e finanziario. La scienza ha prevalso sull’ignoranza e il pregiudizio. Ora a tutti può essere consentito di vaccinarsi gratuitamente perché è giusto e necessario per la sicurezza comune. Vaccinarsi è senso di responsabilità, un dovere, di fronte a una malattia così contagiosa che provoca tanti morti è necessario proteggere la propria salute e quella degli altri. Io mi vaccinerò appena possibile. Il vaccino e le iniziative dell’Unione europea sono due elementi decisivi per la nostra rinascita. Alla crisi finanziaria di dieci anni fa l’Europa rispose senza solidarietà e senza una chiara adesione del proprio futuro. Interessi egoistici prevalsero. Ora le scelte dell’UE poggiano su basi nuove. Ci accingiamo sul versante salute e quello economico a un grande compito che richiama alle responsabilità delle istituzioni e di ciascuno di noi: senso di collaborazione e del dovere sono necessari per ripartire. Il piano europeo deve essere efficace e permetterci di superare fragilità strutturali. Cambiamo ciò che va cambiato rimettendoci in gioco. Lo dobbiamo a noi stessi e alla nuove generazioni. La pandemia ci ha fatto comprendere quanto ciascuno di noi dipenda dagli altri.  La solidarietà è tornata a dimostrarsi base della convivenza. Il 2021 deve essere l’anno della sconfitta del virus e della ripresa. Ci siamo ritrovati nei gesti concreti di molti, che hanno manifestato una fraternità che si nutre di umanità. E’ lo spirito autentico della Repubblica e la fiducia si costruisce così. La pandemia ha accentuato limiti e ritardi del nostro Paese. Ci sono stati errori, si poteva fare di più e meglio ma non va ignorato quanto di positivo è stato realizzato grazie all’impegno dispiegato di tante parti come le forze dell’ordine e le forze armate. Non siamo in balia degli eventi, ora dobbiamo preparare il futuro. Questo è il tempo di costruttori. I mesi prossimi rappresentato un passaggio decisivo. Non si deve perdere tempo, non vanno sprecate energie per seguire illusorie vantaggi di parte. La sfida è davanti a tutti noi e richiama unità morale e civile degli italiani. L’Italia ha le carte in regole per riuscire in questa impresa. Ho ricevuto attestazioni di apprezzamento e fiducia da parte di tanti capi di Stato di Paesi amici. Nel momento in cui si modificano le strategie di sviluppo dobbiamo agire da protagonisti nell’ambito internazionale. In questo ambito è importante il G20 per rafforzare il prestigio del nostro Paese. L’anno che si apre propone tappe importanti della nostra storia. Esprimo un ringraziamento al Papa Francesco per il suo magistero e l’affetto che trasmette al popolo facendosi testimone di speranza. Complimenti poi ai goriziani con Gorizia riconosciuta come capitale europea per la cultura nel 2025. Un segnale che rende onore ai legami tra Italia e Slovenia .Mi auguro che questo messaggio sia raccolto nelle zone di confine in cui vi sono scontri anziché ricerca di incontro, Ringrazio tutti voi per i sacrifici fatti in questi mesi con senso di responsabilità e ricordo l’importanza di mantenere le raccomandazioni finché la vaccinazione non avranno sconfitto la pandemia. Quello che inizia sarà il mio ultimo anno come  presidente della Repubblica e la ripartenza sarà al centro di quest’ultimo anno del mio mandato. Abbiamo le risorse per farcela. Auguri di buon anno a tutti voi”.




Bianchini (Mio Italia) e lo sciopero della fame: “Ultimo atto di una tragedia, Mattarella non ci volti le spalle”

VITERBO- “Il settore dell’ospitalità vive una vera e propria tragedia, causata dalla totale assenza del Governo e delle istituzioni, che hanno abbandonato il comparto, e lo sciopero della fame è l’ultimo atto: vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica e il presidente Mattarella sulla condotta vergognosa dell’esecutivo Conte, vogliamo essere finalmente ascoltati”. Paolo Bianchini (Movimento Imprese Ospitalità Italia – Federturismo Confindustria) accusa il premier e i suoi ministri “per il continuo terrorismo psicologico, che indirettamente ha messo in ginocchio bar, ristoranti e, più in generale, il comparto dell’ospitalità. E con i nuovi provvedimenti sembrano volerci colpevolizzare, indicarci come gli untori, quando la seconda ondata del Covid-19 era facilmente prevedibile e, tutto sommato, gestibile, se Governo e Regioni avessero fatto ciò che dovevano. E, invece, non l’hanno fatto, non si sono preparati adeguatamente e ora rischiamo un nuovo lockdown, che significherebbe la fine per moltissime aziende”.
Bianchini ribadisce, perciò, di volere “un incontro con Conte e con Mattarella, per programmare interventi economici a fondo perduto immediati, che aiutino concretamente il settore, e per bloccare subito le cartelle esattoriali e tutti i procedimenti di pignoramento sui conti correnti, per non aggravare ulteriormente la situazione delle imprese che stanno cercando di fronteggiare questa tremenda crisi. Mattarella, almeno lui, non ci volti le spalle o un comparto decisivo dell’economia italiana, come il nostro, crollerà, insieme all’indotto, causando un dramma sociale senza precedenti”.




Bombardamento 5 giugno, Mattarella e Papa Francesco vicini alla comunità di Canepina

CANEPINA (Viterbo) – Come ogni anno, Canepina ha commemorato le vittime del bombardamento aereo che colpì il paese cimino il 5 giugno 1944. Le 115 vittime di quel tragico giorno sono state ricordate con una cerimonia svoltasi nella chiesa collegiata, nel rispetto delle norme di prevenzione dal Covid-19, in quanto a causa del maltempo non è stato possibile tenerla in Piazza 5 Giugno presso il monumento che ricorda l’accaduto.

La commemorazione, a cui hanno partecipato i familiari delle vittime e dei sopravvissuti all’episodio bellico, è stata caratterizzata da un’importante novità: due lettere di vicinanza alla comunità canepinese firmate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e da Papa Francesco, indirizzate a Riccardo Poli, presidente del Comitato dei familiari delle vittime. Le parole del capo dello Stato e del pontefice richiamano al valore universale della memoria come salvaguardia e antidoto da violenze e conflitti per le generazioni future.

“Ringrazio il presidente Mattarella e Papa Francesco per le profonde parole di vicinanza alla nostra comunità – afferma il sindaco di Canepina, Aldo Maria Moneta – è stato un grande onore ascoltarle, così come ascoltare Riccardo Poli scandire i nomi delle 115 vittime del bombardamento del 5 giugno 1944 ha per me, come per tutti i canepinesi, un effetto devastante. Ogni volta penso di essere in grado di gestire l’emozione, ma in quel frangente ogni certezza viene meno e si ha sempre la sensazione di non aver reso il giusto omaggio a quelle vittime innocenti. Sarà nostro compito fare ancora meglio per trasmettere alle future generazioni il messaggio di pace che si levò quel giorno dalla nostra terra bagnata dal sangue dei nostri cari”.

Il consigliere regionale Enrico Panunzi, presente anche lui alla cerimonia, ha sottolineato l’importanza di mantenere viva la memoria di ciò che è stato, soprattutto presso i giovani, e che l’orrore della guerra non torni mai più. Il Comune ha ringraziato il Comitato dei familiari delle vittime, per la puntuale organizzazione e per l’impegno profuso ogni anno nella celebrazione di questa ricorrenza, e il Comitato Festeggiamenti Santa Corona per il supporto fornito.

In allegato: alcuni momenti della cerimonia commemorativa (foto di Pietro Minella)




Il presidente Mattarella a Codogno: “In questi luoghi si ritrova oggi la Repubblica”

di WANDA CHERUBINI –

CODOGNO (Lodi) – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alle ore 11 si è recato a Codogno, accolto con tanti applausi dalla folla, che tanto ha sofferto.  Il sindaco di Codogno, Francesco Passerini ha preso per primo la parola: “E’ un onore avere il presidente della Repubblica oggi qui da noi. Ricordo ancora il 21 febbraio quando mi si comunicò il primo caso da Coronavirus. Subito abbiamo agito, aiutandoci e sostenendoci l’un l’altro. Per i primi 15 giorni tutti hanno guardato a noi, ai nostri passi, come se fossimo noi il caso da sanare. Abbiamo dimostrato valori di resistenza, resilienza, unità. La sola cosa che ha differenziato Codogno dal resto del Paese è stata solo la possibilità di riconoscere per primi la patologia. Tante le perdite del nostro territorio ed ai defunti ed alle nostre famiglie va il nostro pensiero. Il nostro consigli comunale ha fissato per il 21 febbraio la data per ricordate tutte le vittime del Covid. Codogno e il nostro territorio sono state in prima linea sotto la direzione del dott. Lombardo, che ringrazio, mettendo in campo una forza di volontariato e di protezione civile encomiabile, realizzando quel cosiddetto modello Codogno,  che ha dato il meglio di sè. Oggi la sua presenza fa sentire a tutta la cittadinanza la vicinanza delle istituzioni. Siamo consapevoli che il momento che attraversiamo richiede ancora coinvolgimento, ma oggi la

Passerini

sua presenza ha contribuito a rinnovare la nostra forza. Buon 2 giugno e benvenuto presidente”.

E’ stata poi la volta del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana: “Il 2 febbraio scorso a Codogno, la storia del nostro Paese, fu dolorosamente e inaspettatamente mutata: un male imprevedibile ha devastato con incredibile violenza la terra di Lombardia, che è una terra di progresso e solidarietà, luoghi che per primi hanno sofferto l’epidemia e pagato un prezzo più alto in termine di sacrifici e di vite umane. Dobbiamo anche ricordate le migliaia di malati che sono state curati con attenzione con la forza e determinazione che i nostri medici, infermieri e volontari hanno saputo dare e anche da terre lontane sono arrivati a darci una mano. A loro un grande grazie per la dedizione dimostrata e l’affetto. L’emergenza sanitaria ha posto a dura prova i cittadini, le imprese. Ci approcciamo ad una nuova normalità, che non sarà più la stessa di prima: ritmi , abitudini, tempi diversi a cui ci dovremo adeguare. Nel buio dei giorni trascorsi non è mai mancata la vicinanza

Fontana

dell’Italia tutta e il nostro presidente si è sempre interessato personalmente. Questo spirito di vicinanza nei nostri confronti e di condivisione deve essere il motore per una ripartenza per un Pese unito. Viva la Lombardia, via l’Italia”.

La cerimonia è proseguita con un filmato.  Ha, quindi, preso la parola il Sottotenente Giovanna Buffelli del corpo infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana. “E’ con profonda e sentita gratitudine che la incontriamo oggi a Codogno, così duramente provata dall’emergenza ancora in corso – ha detto commossa Buffelli – Abbiamo vissuto la forte esperienza della zona rossa nelle prime settimane di questa vicinanza calamitosa ed abbiamo fronteggiato al meglio le più diverse e vitali esperienze dei nostri cittadini. Grazie alle sinergie e affiatamento delle diverse realtà del mondo del volontariato siamo riusciti coralmente a gestire ogni necessità. A nome mio e di tutto il personale volontario di Codogno la ringraziamo ancora di questa occasione di incontro”.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha affermato: “Rinnovo il  ringraziamento per il  senso di responsabilità con cui avete affrontato la zona rossa. Esempio di senso civico e di alto patrimonio morale che i vostri cittadini hanno offerto al nostro Paese. Ringrazio  Buffelli per la partecipazione coinvolgente e significativa che il volontariato continua ad offrire. La celebrazione del 2 giugno ha luogo quest’anno qui a Codogno, mentre in tanti altri luoghi conto di recarmi in altre occasioni. In questi luoghi si ritrova oggi la Repubblica, Da  Codogno vogliamo ribadire i valori della costituzione, ricordando i nostri concittadini morti per il Coronavirus. Questi luoghi sono ferite che possiamo tentare di ricucire solo con il ricordo , ricordando volti, nomi, storie, tutti, ognuno per uno. Occorre un modo efficace per raccogliere e custodire questa memoria e per un pensiero d’omaggio per le vittime di questa epidemia. Auguri anche a coloro che sono malati e che stanno lottando per la guarigione. La mia riconoscenza a coloro che si stanno prodigando per curarli ed assisterli senza domandarsi chi fossero, ma guardando soltanto al loro essere persone. Non ho dimenticato quanto in questi mesi hanno fatto con abnegazione tanti medici, infermieri, farmacisti, lungi dal sottrarsi al loro compito, contrastando l’epidemia con coraggio, sovente ponendosi al rischio. Molti sono rimasti vittime per questo senso del dovere. A

Buffelli

loro la gratitudine, come anche al mondo della scienza e della ricerca per l’individuazione di farmaci specifici e di un vaccino. Abbiamo anche assistito allo svilupparsi di una rete di solidarietà per l’aiuto e il conforto per chi si trovava in difficoltà. Siamo stati testimoni di migliaia di gesti di solidarietà, di abnegazione, di felice invettiva nell’aiuto nei confronti di chi aveva bisogno. Si è manifestato un patrimonio morale che va esaltato, che va messo a frutto affinché caratterizzi in modo positivo la ricostruzione. Ieri ho conferito alcuni riconoscimenti ad alcuni concittadini che si sono dimostrati con generosità pronti in prima linea per far fronte all’emergenza. In Italia, per primi in Europa e nel mondo occidentale, siamo stati investiti da un fenomeno di inimmaginabile diffusione, sconosciuto anche alla scienza. Chi si è trovato ad affrontarlo nei diversi ruoli ha dovuto procedere spesso per tentativi senza indicazioni di esperienza,  né strutture proporzionate alla dimensione del contagio. Attraverso il presidente Fontana, il sindaco Passerini e gli altri sindaci qui presenti, desidero ringraziare tutti  i sindaci e rappresentanti istituzionali che si stanno adoperando affinché la ripresa possa avvenire con impegno che non lascia spazio a polemiche e distinzioni, tutti chiamati a fare il nostro dovere. Qui, nella casa comunale di Codogno, oggi, come poche ore fa a Roma all’Altare della Patria,  è presente l’Italia della solidarietà, del coraggio, che celebra la forza morale del nostro Paese. Da qui dobbiamo ripartire. Grazie a tutti voi ed ai nostri concittadini per l’esempio che l’italia ha dato a tutta l’Europa ed al mondo”.

La visita è proseguita al cimitero monumentale di Codogno, che ha accolto in questi tre mesi di emergenza 260 salme. Il presidente della Repubblica ha deposto una corona di fiori, portata da due corazzieri, simile a quella deposta alle ore 9 all’altare della Patria ed ha svelato una lapide in ricordo di tutte le vittime del Covid-19. Il capo dello Stato si è poi intrattenuto con il Vescovo di Lodi.  In serata, alle ore 19, il presidente sarà allo Spallanzani dove assisterà a un concerto di ringraziamento a tutti i medici ed infermieri che hanno lavorato duramente per questa pandemia.




Coronavirus, la lettera aperta di 100 imprenditori del settore Ho.Re.Ca. al presidente Mattarella

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta che 100 imprenditori del settore HO.RE.CA. hanno voluto scrivere al Presidente della Repubblica Sig. Sergio Mattarella. “Lettera aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Se la rivolta prima non aveva un volto oggi ne ha 100. Perché cento sono i nomi degli “etruschi” firmatari del presente documento.

Siamo imprenditori operanti a Tarquinia nell’Etruria settentrionale, nel settore Ho.Re.Ca. con le loro famiglie, alle quali la Costituzione italiana attraverso la concessione di diritti, aveva dato la possibilità di realizzare, con entusiasmo, capacità, coraggio e impegno, il loro lavoro, attività dalla quale hanno tratto orgoglio, speranza, dignità e reddito, permettendo a studiosi e turisti di trovare accoglienza in questo sito proclamato Patrimonio dell’Umanità!

La Costituzione in cambio dei diritti ha chiesto rigorosi doveri a sostegno dello Stato, tra cui onestà e rispetto delle regole. Su questi principi, diritti e doveri, queste famiglie hanno costruito le loro vite, educato i loro figli, dato lavoro a molti collaboratori.

Oggi ci viene imposto, con l’osservanza della Costituzione, il rispetto di alcuni doveri, ma “in barba” alla stessa, ad alcune categorie viene tolto il diritto al lavoro, lasciandole senza reddito e oltretutto nell’incertezza di dover corrispondere tasse e sostenere costi a prescindere mentre ad altre categorie si chiede di riprendere a lavorare, senza norme di riferimento cui potersi attenere per evitare pesanti responsabilità. La patria del diritto è fondata sulla certezza del diritto che a sua volta scaturisce da norme chiare e applicabili.

Se è vero che il problema è l’incolumità pubblica, perché lo stesso trattamento non è adottato per tutti i cittadini e per tutte le attività che possono essere considerate sullo stesso piano? Un esempio:

Quale è la differenza tra una libreria e un’agenzia di viaggi?

Quale è la differenza tra l’utilizzo di un mezzo pubblico e la sosta in un bar?

Quale è la differenza tra vivere nell’abitazione di residenza o nella casa al mare?

La Costituzione non può contemplare l’arbitraria applicazione.

Se in premessa, volutamente si è accennato al popolo etrusco, è perché parte dall’Etruria (il nostro territorio) la più antica radice del popolo italiano, la prima vera civiltà d’Italia.  Più di tremila anni di storia vissuta,  hanno portato milioni di cittadini a vivere in democrazia e libertà  proprio grazie all’entrata in vigore della Costituzione: l’ultimo atto di un lungo percorso. Anche se da allora l’Italia ha vissuto momenti difficili, con episodi grigi, che ne hanno segnato il cammino e ne hanno messo a dura prova la stabilità, il rispetto delle regole e il rigore nella loro attuazione, non hanno mai vacillato e l’amor patrio non ha mai abbandonato i nostri cuori.

Oggi però qualcosa sta cambiando ed è questa la ragione che ci ha spinto a scriverLe sig. Presidente,  Lei è il custode della carta Costituzionale nonché garante della nostra democrazia.

È a Lei che sottoponiamo i nostri dubbi, ed è a Lei che chiediamo di aiutarci, con parole chiare, che ci facciano capire in che modo il governo intende sostenere le imprese italiane, ridando vita ad una fiducia che è ormai quasi completamente svanita, verso il sistema Italia.

Nei nostri pensieri, riteniamo sia giusto accettare i doveri imposti dalle norme che regolano la comune convivenza, ma siamo sicuri che la Costituzione imponga il principio “per tutti uguale” e non “a te si” oppure “a te no”.

Non ci sembra possibile che nel rispetto della Costituzione, si possa decidere al netto dei sacrifici imposti, di garantire, stipendi e posto di lavoro ad alcune categorie di dipendenti, mentre impone la chiusura, la perdita del lavoro e il reddito alle nostre famiglie, collaboratori inclusi.

Questi dubbi stanno mettendo il nostro senso di responsabilità e il principio di appartenenza alla carta Costituzionale a dura prova.

E proprio in virtù del desiderio che abbiamo di democrazia ed uguaglianza, ma soprattutto per il rispetto della nostra carta Costituzionale che Le chiediamo, attraverso un Suo cenno di riscontro, di illuminarci con un Suo chiarimento.

I provvedimenti fin qui emanati, non ci sono di aiuto la Sua risposta ci sarebbe di giusto conforto”.

Firmato

100 imprenditori delle diverse categorie: Albergatori, Ristoratori, Baristi, Extralberghiero, Stabilimenti Balneari; Pizzaioli e Pasticcieri: parte dell’umanità di cui Tarquinia è patrimonio