Unitus, da mercoledì 7 aprile si torna in aula. Varate nuove misure

VITERBO – Il Senato accademico e il Consiglio di Amministrazione dell’Università della Tuscia, tenuto conto delle nuove disposizioni nazionali e regionali e della delibera del Comitato Regionale di coordinamento delle Università del Lazio (CRUL) del 26 marzo 2021, hanno deliberato che, a partire da mercoledì 7 aprile 2021, gli studenti potranno tornare in aula, con l’osservanza delle cautele e del distanziamento imposta dal momento storico. Dal prossimo 7 aprile le lezioni torneranno ad essere erogate in “modalità mista” presso tutti e tre i poli didattici di Unitus –  quindi a Viterbo, Civitavecchia e Rieti – con la conseguenza che una parte degli studenti potrà frequentare le lezioni in classe previa prenotazione, e un’altra parte a casa da remoto.  Gli organi di Ateneo hanno anche deciso di adottare un nuovo pacchetto di misure straordinarie con la finalità di garantire al massimo il diritto allo studio degli studenti e di offrire un sostegno concreto alle famiglie. In particolare, hanno prorogato al 15 giugno 2021 il termine dell’ultima sessione di laurea relativa all’anno accademico 2019/20 e ogni altro termine connesso all’adempimento di scadenze didattiche o amministrative funzionali allo svolgimento di tali prove (sessione esami), mantenendo inalterate le sedute di esami ancora in atto e la seduta di laurea di marzo. È prorogata al 15 giugno 2021 anche la sessione per il superamento degli Obblighi Formativi Aggiuntivi (OFA) con riferimento all’anno accademico 2019/20. I Dipartimenti fisseranno gli appelli necessari per completare gli esami previsti nel piano di studio e per superare l’OFA, per gli studenti interessati alle suddette proroghe. “In considerazione dei pesanti disagi economici derivanti pandemia- sottolinea il rettore Stefano Ubertini- abbiamo anche deciso di prorogare la scadenza della II rata delle tasse universitarie per l’anno accademico 2021 dal 31.3.2021 al 15.5.2021 e quella della III rata dal 31.5.2021 al 15.7.2021”.

In occasione dell’ultimo Consiglio di Amministrazione, l’Ateneo viterbese ha anche deciso che gli studenti che conseguiranno la laurea entro la sessione di giugno, relativa all’anno accademico 2019/20, potranno fare richiesta di rimborso delle tasse pagate per l’iscrizione all’anno accademico 2020-2021. I rappresentanti degli studenti negli organi collegiali, hanno espresso grande soddisfazione anche in merito a questo ultimo provvedimento.

Infine, è stata disposta l’attivazione, l’istituzione e l’organizzazione, presso l’Università degli Studi della Tuscia, del “Percorso Formativo per l’acquisizione dei 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche” anno accademico 2020/2021, di quella fase formativa cioè che costituisce il requisito indispensabile per compiere il percorso nel quale sono impegnati tanti aspiranti insegnanti. L’acquisizione dei 24 CFU permetterà infatti loro di partecipare al concorso nazionale per titoli ed esami su posti comuni e di sostegno nella scuola secondaria, oltre che essere indispensabile per l’ammissione alla selezione per l’accesso ai corsi di specializzazione sul sostegno nella scuola secondaria di I e di II grado. Il percorso sarà attivato a partire dal secondo semestre dell’anno accademico 2020/2021 e le attività formative attivate da Unitus per l’acquisizione di questi 24 CFU, consisteranno in 3 moduli da 8 crediti universitari formativi (CFU): pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione, psicologia e antropologia. Ogni modulo da 8 CFU (frequentabile anche singolarmente) comprende 48 ore di lezione. Il percorso sarà gratuito per tutti gli studenti con ISEE inferiore ad euro 23.000. Stabilite anche forti riduzioni nel pagamento delle tasse universitarie per chi risulti in possesso di un valore ISEE tra 23.000 e 90.000 euro. I laureati presso UNITUS nell’anno accademico 2019/2020 avranno, inoltre, uno sconto del 70%. Tutti gli altri aspiranti che hanno conseguito la laurea presso l’Università della Tuscia negli anni precedenti avranno uno conto del 20%.




Coronavirus, il ministro Speranza: “Misure prorogate fino al 13 aprile”

di REDAZIONE-

ROMA- Saranno prorogate fino al 13 aprile tutte le misure di limitazione delle attività economiche e sociali e degli spostamenti individuali precedentemente adottate legate all’emergenza coronavirus in Italia. Lo ha annunciato il ministro della Salute, Roberto Speranza, in una informativa al Senato. “Il nostro primo obiettivo è portare sotto il valore di 1 l’ indice di trasmissione del contagio – ha detto il ministro- Sarebbe un errore scambiare un primo risultato come un primo grande passo avanti. Non dobbiamo abbassare la guardia”. Speranza ha poi evidenziato come senza il vaccino non si riuscirà a sconfiggere il Coronavirus e e come per un periodo breve “dovremo saper gestire una fase di transizione: sarà indispensabile graduare la riduzione delle attuali limitazioni adottando adeguate e proporzionali misure di prevenzione per evitare che riesplodano nuovi e gravi focolai di infezione”. Ha poi specificato che per uscire dall’emergenza ci sarà un passaggio graduale: “Dalla chiusura totale ci sarà una graduale e prudente uscita e la fase di convivenza con il virus andrà gestita con il Comitato tecnico-scientifico con grande prudenza, continuando a monitorare molto seriamente il fenomeno e conservando tutte le buone pratiche individuali che abbiamo imparato a rispettare in queste settimane con i nostri comportamenti responsabili”. Il tutto al fine di vanificare tutto il lavoro fatto finora e per “recuperare pienamente la dimensione sociale e affettiva della nostra vita, per riconquistare le nostre irrinunciabili libertà”.




Lazio, via libera in commissione a misure economiche per crisi Covid-19

ROMA-“Una prima gamba a sostegno dell’economia regionale” lo ha definito l’assessore regionale allo Sviluppo economico, commercio e artigianato, ricerca, startUp e innovazione, Paolo Orneli, riferendosi allo schema di delibera di Giunta n. 108 che in serata ha ottenuto il parere positivo all’unanimità dalla undicesima commissione del Consiglio regionale, presieduta da Marietta Tidei (gruppo Misto). Si tratta di un pacchetto di misure urgenti, con uno stanziamento di 55, 51 milioni di euro in favore di micro, piccole e medie imprese (Mpmi) fino a 9 dipendenti, inclusi i liberi professionisti, i consorzi e le reti di impresa, la cui attività imprenditoriale è stata danneggiata dall’emergenza Covid-19.

La delibera ora torna in Giunta per l’approvazione definitiva, accompagnata da 15 osservazioni approvate oggi in commissione Sviluppo economico e attività produttive, start-up, commercio, artigianato, industria, tutela dei consumatori, ricerca e innovazione, che ha concluso l’esame in sole due sedute in modalità telematica, in poco più di 24 ore. Ieri la relazione di Orneli e la discussione generale, oggi l’esame delle 49 osservazioni e il parere finale votato all’unanimità. Le 15 osservazioni approvate, presentate da tutti i gruppi consiliari e condivise dall’assessore, hanno apportato alcune modifiche al testo iniziale con il duplice obiettivo di allargare il più possibile la platea dei destinatari delle risorse e di accorciare i tempi tecnici dell’avviso pubblico e dell’erogazione dei primi soldi.

Durante i due giorni di lavori in commissione si è registrata una convergenza di intenti su un provvedimento ritenuto da tutti molto atteso perché dovrebbe dare una boccata d’ossigeno a molti operatori economici in questa fase di emergenza da coronavirus, con riferimento soprattutto alla crisi di liquidità determinatasi a seguito delle misure di contenimento del contagio adottate dal Governo.

Lo strumento utilizzato per erogare le risorse economiche è il “Fondo rotativo piccolo credito” (Frpc), nell’ambito del Fondo di Fondi “FARE Lazio” sostenuto dal Por Fesr Lazio 2014-2020, nel quale viene attivata una nuova sezione (la quinta), con una dotazione di 55,51 milioni di euro. Anche questa nuova sezione, denominata “Emergenza Covid-19 – Finanziamenti per la liquidità delle Mpmi”, è affidata in gestione al raggruppamento temporaneo di imprese composto da Artigiancassa e Medio Credito Centrale ed è destinata, come detto, ad erogare prestiti alle imprese danneggiate dall’epidemia di coronavirus per la copertura del fabbisogno di liquidità. Un requisito fondamentale per accedere agli aiuti regionali, infatti, è quello di “avere un fabbisogno di liquidità pari ad almeno 10mila euro in conseguenza dei danni subiti a causa dell’emergenza Covid-19”.

Allegato allo schema di delibera, il documento che contiene gli indirizzi e i criteri dei finanziamenti da erogare, a partire dall’individuazione dei destinatari: le micro, piccole e medie imprese (Mpmi) che hanno fino a 9 dipendenti, inclusi i liberi professionisti, i consorzi e le reti di impresa, costituite prima dell’8 marzo 2020, la cui attività imprenditoriale è stata danneggiata dall’emergenza Covid-19, purché abbiano la sede operativa nel Lazio, non siano operanti in settori considerati “non etici” e “fuori campo di applicazione del Regolamento UE 1407/2014 de minimis”. Inizialmente, tra i requisiti richiesti era previsto anche quello di non aver già ottenuto uno o più finanziamenti a valere sul Fondo rotativo piccolo credito, ma durante il dibattito la commissione ha deciso di eliminare questo punto per allargare ancora di più la platea dei destinatari. Un’altra modifica introdotta oggi dalla commissione stabilisce che al finanziamento “sono ammissibili imprese che hanno una esposizione complessiva verso il sistema bancario non superiore a 100mila euro e che presentino i dati ufficiali relativi all’esercizio 2019 o, in mancanza, la situazione contabile al 31 dicembre 2019 sottoscritta dal legale rappresentante ovvero, se costituite fra il primo gennaio e l’8 marzo 2020, che abbiamo un capitale sociale sottoscritto e versato pari ad almeno 10 mila euro”.

I 10mila euro di finanziamento saranno erogati in un arco temporale che va da uno a cinque anni, con tasso di interesse pari a zero e nessuna spesa da rendicontare. La procedura di assegnazione sarà a sportello telematico e le risorse saranno assegnate secondo l’ordine cronologico di presentazione della domanda.

L’assessore Orneli ha parlato spesso di “prima gamba” con riferimento a questo intervento perché nel corso delle due sedute ha più volte ribadito che la Regione sta già lavorando ad altre due misure che, tra l’altro, sono anche accennate nella delibera votata oggi. E’ scritto, infatti, che la Direzione regionale Sviluppo economico e attività produttive assumerà gli atti amministrativi necessari, da una parte, a ristrutturare la sezione speciale della Regione Lazio già esistente presso il Fondo Centrale di Garanzia, al fine di orientarne l’utilizzo secondo le modalità previste dal decreto legge del 17 marzo 2020, n. 18, cosiddetto ‘Cura Italia”; dall’altra, a riorientare l’iniziativa ‘Italian Regions-EU Blending Programme’ della Banca Europea degli Investimenti (Bei), al fine di estenderne l’ambito di applicazione anche alle esigenze di liquidità delle imprese laziali in conseguenza dell’emergenza COVID-19. Si tratta di un programma approvato dalla Bei il 12 dicembre scorso, che prevede la possibilità per le regioni di ricevere una linea di credito dedicata al finanziamento di Pmi e Midcaps, grazie al quale la Regione Lazio potrà beneficiare di un primo lotto di 100 milioni di euro per il finanziamento degli intermediari bancari selezionati tramite una procedura competitiva, di cui lo scorso 3 febbraio è stato approvato l’avviso pubblico.




Covid-19, il premier Conte: “Chiudiamo ogni attività produttiva non strettamente necessaria”

di Redazione –

Il premier Giuseppe Conte ha annunciato ieri sera nuove misure volte al contrasto del Coronavirus, valide fino al 3 aprile 2020. “Chiuderemo ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria, cruciale e indispensabile. Restaranno aperti supermercati, alimentari, farmacie e parafarmacie. Continueranno a essere assicurati servizi bancari, postali, assicurativi e finanziari. I trasporti e le attività produttive rilevanti per la produzione nazionale” – ha specificato, proseguendo: “Il sacrificio di rimanere a casa è minimo se paragonato al sacrificio che stanno compiendo medici e infermieri, forze dell’ordine, forze armate, alle donne e agli uomini della protezione civile, ai commessi nei supermercati, ai farmacisti, agli autotrasportatori, ai lavoratori nei servizi pubblici e nei servizi dell’informazione”.