Grande mobilitazione a Vulci contro il deposito di scorie nucleari

di REDAZIONE-

VULCI (Viterbo)- Oggi, domenica 6 aprile, una folla proveniente da tutta la provincia di Viterbo ha preso parte a una manifestazione a Vulci per protestare contro l’ipotesi di realizzazione di un deposito nazionale di scorie nucleari nel territorio. L’evento si è svolto nell’area naturalistica compresa tra Montalto di Castro e Canino, coinvolgendo comitati, sindaci, biodistretti, associazioni e cittadini. Nel mirino della protesta c’è uno dei 21 siti considerati potenzialmente idonei da Sogin per ospitare 95mila metri cubi di rifiuti radioattivi, di cui 17mila ad alta radioattività, su un’estensione di 150 ettari. Una scelta considerata devastante per un’area a forte vocazione agricola e turistica come la Tuscia. Il corteo è partito dal parcheggio del parco archeologico di Vulci, seguendo un percorso che ha toccato luoghi simbolici come il Criptoportico, il Decumano e il Mitreo. In contemporanea, a Gallese si è svolta un’iniziativa simbolica: l’incontro di calcio tra l’ASD Gallese e i braccianti della Asfa-Uila, denominato No Scorie Match. L’evento ha unito sport e impegno civile, ribadendo il no della comunità locale al progetto.




Viterbo si mobilita contro il dimensionamento del Carmine: ricorso al Tar e sit-in di protesta

di REDAZIONE-

VITERBO- La comunità di Viterbo si oppone con forza alla delibera regionale che prevede il dimensionamento dell’Istituto Comprensivo Carmine, una decisione che comporterebbe la perdita di autonomia, dirigenza e segreteria, attraverso un accorpamento giudicato strategicamente sbagliato.

Nel pomeriggio di ieri, presso l’istituto, si è tenuta una riunione con famiglie, dirigenti scolastici, assessori e consiglieri comunali per organizzare le prossime azioni. La sindaca Chiara Frontini ha tracciato il percorso: un ricorso al Tar, un consiglio comunale straordinario e manifestazioni pubbliche, tra cui un sit-in in piazza e una possibile trasferta a Roma durante un consiglio regionale.

“Questa non può essere solo la battaglia della sindaca contro la regione. Deve essere l’intera comunità – la scuola, il quartiere, la città – a far sentire la propria voce”, ha dichiarato Frontini, invitando i cittadini a una mobilitazione compatta.

L’Istituto Carmine supera di poco i 600 iscritti, soglia minima per mantenere l’autonomia, e sta ricevendo investimenti attraverso i fondi PNRR. Inoltre, accoglie un numero significativo di studenti con bisogni educativi speciali, elemento che rafforza l’opposizione al dimensionamento.

La dirigente scolastica Anna Grazia Pieragostini ha sottolineato che questa scuola rappresenta un punto di riferimento per la città, sia per la qualità dell’insegnamento sia per il suo ruolo sociale. “È una scelta sbagliata per la comunità. Il Carmine è una realtà inclusiva e innovativa, selezionata anche da Invalsi per la qualità dell’inclusione sociale e capofila provinciale della rete Special Olympics”, ha spiegato.
Il Carmine non è solo un’istituzione scolastica, ma un presidio di valori come inclusione e comunità, come ricordato anche dall’assessora Rosanna Giliberto, ex insegnante dell’istituto. Progetti di rilievo, come quello legato al Carnevale viterbese, hanno reso la scuola un modello di eccellenza a livello nazionale.

Frontini e Pieragostini, con il sostegno di altri amministratori, ribadiscono la volontà di lottare fino all’ultimo per preservare l’autonomia dell’istituto. “Non sarà facile, ma crediamo in questa battaglia per il futuro della scuola e della comunità”, ha concluso Pieragostini.

La mobilitazione continuerà nelle prossime settimane, in un clima di incertezza legato anche alla scadenza delle iscrizioni del 10 febbraio. La comunità scolastica di Viterbo è determinata a far valere le proprie ragioni.




Coldiretti Lazio pronta alla mobilitazione per salvare l’agricoltura in crisi

Dal calo di oltre il 50% delle nocciole, alle pecore sbranate dai lupi che stanno uccidendo migliaia di ovini e caprini, con perdite che arrivano fino a 250 mila capi e pastori costretti a dormire in auto per sventare attacchi ai loro allevamenti allo stato brado, fino al latte di bufala congelato che arriva dall’estero, utilizzato per realizzare le mozzarelle con il fusore. Sono solo alcuni dei problemi sollevati da Coldiretti Lazio, che ha chiesto all’assessore regionale all’Agricoltura, Giancarlo Righini, dei tavoli di crisi su questa questione.

“Siamo pronti alla mobilitazione – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri -Continuiamo da mesi a sollecitare l’assessore competente affinché affronti le numerose problematiche che affliggono il mondo agricolo, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Ecco perché chiediamo l’intervento del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. La situazione per i nostri agricoltori è drammatica, con cali della produzione che non arrivano a coprire neanche i costi. E questo accade per diverse filiere, dalle nocciole al latte di bufala, solo per citarne alcune, fino alla fauna selvatica, che sta devastando i raccolti e aggredendo i capi ovini e caprini”.

La prima richiesta di Coldiretti Lazio relativa alla convocazione di un Tavolo di crisi inviata all’assessore regionale all’Agricoltura, Giancarlo Righini, risale allo scorso 24 settembre, nella quale si chiedeva uno stop al latte di bufala congelato, ma anche alla cagliata estera e all’utilizzo improprio del fusore e uno stanziamento di 15 milioni di euro da destinare agli allevatori e per la polverizzazione del latte congelato. A cui ha fatto seguito un esposto presentato da Coldiretti Lazio alla Repressione Frodi e la richiesta di un ulteriore Tavolo di crisi per il settore delle nocciole, con un calo registrato che supera il 50% in meno del raccolto, con punte del 70% in alcune zone e lo stanziamento di 5 milioni di euro per un fondo mutualistico. Altri 5 milioni di euro sono stati richiesti per realizzare un piano di ricostruzione del patrimonio ovicaprino.




Sicurezza, SAPPE al governo, avanti con rinnovo contratto e previdenza dedicata: poliziotti pronti alla mobilitazione

ROMA – “Se, da un lato, va riconosciuto ed apprezzato al Governo l’impegno a reperire le risorse per il rinnovo del contratto della Polizia Penitenziaria e delle altre Forze di Polizia, scaduto da tre anni, nonostante esse siano insufficienti a quella occorrente per recuperare il deficit maturato dal potere di acquisto delle nostre retribuzioni (considerato che oggi l’inflazione reale si attesta oltre il 13%), dall’altro è un dato di fatto oggettivo che il tavolo di confronto per la previdenza dedicata, per la quale sono stati previsti 70 milioni di euro, non è ancora stato convocato. L’invito, dunque, al presidente del Consiglio Giorgia Meloni è compiere ogni utile sforzo affinchè si possano individuare risorse aggiuntive in linea con la nostra specificità professionale e la definizione della previdenza dedicata, che sta provocando gravi danni al personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, pronto a mobilitarsi con eventuali manifestazioni pubbliche di protesta”. Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

“Noi siamo pronti, come sempre, a fare il nostro dovere, a tutela e valorizzazione del Corpo di Polizia Penitenziaria: pronti a fare bene e presto per il bene delle donne e degli uomini in divisa”, dichiara Capece, che però evidenzia come “per quanto riguarda la polizia penitenziaria vi è inoltre l’esigenza di ridurre il gap negativo nella retribuzione accessoria rispetto alle altre forze di polizia. Va per altro ricordato che lo strumento fondamentale per la conquista di migliori condizioni stipendiali, quali l’orario di lavoro, l’aggiornamento professionale e i diritti, è proprio il Contratto”.

“Di più”, conclude il leader del SAPPE, “i professionisti del comparto non possono ancora accedere a forme di previdenza complementare e di welfare d’amministrazione, mancanza che ha determinato una penalizzazione per chi accede alla pensione con il sistema contributivo e in particolare per chi si è arruolato nelle forze di polizia e nei vigili del fuoco dopo il 1995 (anno della riforma Dini) oltre a una disparità di trattamento rispetto al personale pubblico contrattualizzato”.




Suicidi in carcere, mobilitazione dei Garanti territoriali

Mercoledì 17 appuntamento davanti a Regina Coeli con i garanti Anastasìa e Calderone, Giovedì 18 aprile giornata di riflessione in tutta Italia. Samuele Ciambriello, Portavoce della Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà.
La Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale ha organizzato per la giornata del 18 aprile un momento di riflessione sui suicidi e sulle morti in carcere, che vedrà coinvolti tutti i Garanti regionali, provinciali e comunali.

Nel corso della manifestazione verrà letto un appello elaborato dalla Conferenza nazionale dei Garanti territoriali, contenente i nomi dei detenuti morti suicida, per malattia ed altre cause ancora da accertare, nonché i nomi degli agenti di polizia penitenziaria che quest’anno si sono tolti la vita, per non dimenticare le loro storie e il dramma delle loro famiglie.

Il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, e la Garante di Roma Capitale, Valentina Calderone, leggeranno i nomi delle persone detenute scomparse e degli agenti di polizia mercoledì 17, alle ore 12, davanti a Regina Coeli.

L’appello è rivolto al ministero della Giustizia, all’Amministrazione penitenziaria, ai membri di Camera e Senato e alla società civile, ad un mese esatto dalle dichiarazioni del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che, ricevendo il corpo della Polizia penitenziaria, ha ribadito l’importanza di interventi urgenti per frenare l’emergenza dei suicidi in carcere.

Il Garante campano, Samuele Ciambriello, portavoce della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale, ha dichiarato: «Il 18 aprile sarà l’occasione per accendere i riflettori sulle grandi carenze del sistema penitenziario attuale, per fare il focus sul sovraffollamento carcerario, sulle mancanze sanitarie e trattamentali, sulla necessità di una maggiore applicazione delle misure alternative al carcere. La lettura dei nomi morti suicida in carcere servirà a prendere coscienza di questa grande tragedia esistenziale, che giace nel silenzio delle istituzioni. Troppo spesso i luoghi detentivi sono considerati una discarica di esseri umani, anziché luoghi di riabilitazione».

Nell’autonomia dei singoli Garanti territoriali, le iniziative, il 18 aprile alle ore 12.00, saranno svolte in luoghi pubblici e istituzionali, attraverso conferenze stampa, appelli e altre iniziative, coinvolgendo Terzo settore, Avvocatura, cappellani e volontari.




Disturbi alimentari, Bonafoni (Pd): “Dalla parte della mobilitazione di domani”

“In Italia sono oltre 4 milioni le persone che soffrono di disturbi alimentari, con 4mila morti all’anno. Un dato drammatico se si pensa che i casi sono in deciso aumento dopo la pandemia. I luoghi in cui potersi curare sono pochi e in diminuzione e questo aumenta le già lunghe liste di attesa.

I tagli decisi dal Governo Meloni, con l’azzeramento del Fondo Nazionale per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, non fa che aggravare questo quadro: una scelta inaccettabile e uno schiaffo in faccia ai bisogni di tante e tanti.

È assolutamente giusta quindi la mobilitazione organizzata per domani, in tutta Italia da Udu e Rete degli studenti medi, Fondazione Fiocchetto Lilla, Animenta Dca, Maruska Albertazzi e Silvia Persico.

Aderisco con convinzione alla richiesta di un deciso passo indietro da parte del Governo. In Italia – come scrivono gli organizzatori della mobilitazione nazionale – di disturbi alimentari si muore, oggi più di ieri. E se i tagli saranno confermati il rischio è che domani questo dato aumenti ancor di più”.

Così in una nota la consigliera regionale del Lazio Marta Bonafoni, coordinatrice della Segreteria Nazionale del Partito Democratico, con delega a Terzo Settore e associazionismo.




“Presidi e mobilitazione contro un governo che fa la guerra alle masse popolari”

VITERBO – Riceviamo da Loredana Fraleone (segretaria regionale Rifondazione Comunista/SE Lazio) e pubblichiamo: “Oggi a Roma, Viterbo, Frosinone e nei prossimi giorni, sotto le sedi provinciali dell’INPS delle altre province del Lazio, sono stati effettuati presidi contro le misure del governo, che colpisce chi non ce la fa eliminando un supporto essenziale come il reddito di cittadinanza, mentre continua a destinare ingenti risorse per le armi. Rifondazione Comunista con Unione Popolare è stata presente, insieme ad alcune sigle sindacali e cittadini interessati al problema.

Il governo Meloni continua con le sue politiche antipopolari, annunciando riprese economiche, smentite dai dati ISTAT. L’inflazione seguita a crescere mettendo in difficoltà la gran parte della popolazione ed è per questo che siamo impegnati a difendere il reddito di cittadinanza, che andrebbe perfezionato e implementato a fronte del caro vita.

Rifondazione Comunista con Unione Popolare è anche impegnata nella raccolta di firme per una Legge di Iniziativa Popolare, che propone un salario minimo di 10 euro da incrementare in relazione all’aumento del costo della vita, proprio per rispondere all’atteggiamento sprezzante del governo verso le masse popolari.

I soldi per i vitalizi, gli armamenti e le politiche fiscali a favore dei ricchi ci sono sempre, così aumentano le disuguaglianze e le ingiustizie. Per questo siamo e saremo in campo contro le politiche liberiste di questo governo e di quelli precedenti che ci hanno portato a questa situazione”.




Oggi a Viterbo la mobilitazione per celebrare la giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia organizzata da Arcigay Viterbo

VITERBO – Riceviamo da Arcigay Viterbo e pubblichiamo: “Nella giornata di oggi, venerdì 26 maggio, ore 17, in Piazza delle Erbe, si terrà una mobilitazione per celebrare la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia organizzata da Arcigay Viterbo.
Una ricorrenza fondamentale per la comunità LGBT+, che non è stato possibile celebrare nel suo giorno di ricorrenza, ovvero il 17 maggio, a causa delle avverse condizioni meteo.
La Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia nasce nel 2004 ed è ad oggi celebrata in oltre 130 paesi al mondo con l’obiettivo di promuovere eventi di sensibilizzazione e prevenzione a contrasto della piaga dell’omofobia, della bifobia e della transfobia.
Il 17 maggio scorso il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Matterella ha dichiarato che «Omofobia, bifobia e transfobia costituiscono un’insopportabile piaga sociale ancora presente e causa di inaccettabili discriminazioni e violenze, in alcune aree del mondo persino legittimate da norme che calpestano i diritti della persona. […] Contro le manifestazioni di intolleranza, dettate dal misconoscimento del valore di ogni persona, deve venire una risposta di condanna unanime. È compito delle istituzioni elaborare efficaci strategie di prevenzione che educhino al rispetto della diversità e dell’altro, all’inclusione.»
Alla luce dei fatti che giornalmente sconvolgono la comunità LGBT+ con episodi di discriminazione spesso anche violenti, sentiamo l’impellente necessità di scendere in piazza per rivendicare i più basici ed inalienabili diritti, per garantire un presidio territoriale a tutela delle vittime e delle potenziali vittime e per dimostrare alla cittadinanza di Viterbo e provincia l’importanza del rispetto nei confronti delle persone con identità e orientamenti non conformi ai modelli socialmente accettati, i quali rappresentano il fondamento della discriminazione.
La manifestazione di Piazza delle Erbe vedrà la partecipazione delle principali associazioni locali che hanno aderito e sottoscritto il comunicato del 17 Maggio c.a.:
Anteas
ARCI Viterbo
AUCS onlus
AUSER Tuscia
Casa dei Diritti Sociali della Tuscia
Erinna
L’altro circolo – Centro culturale di iniziativa Omosessuale
Le città invisibili
Movimento POP
Perché io segno
PerCorso
Unipride Viterbo
Univercity Viterbo
Universo Giovani
La celebrazione sarà inoltre l’occasione per commemorare la luminosa figura dell’attivista Peter Boom, scomparso nel 2011 a Bagnaia, il cui fulgido esempio di libertà, combattività, lotta al pregiudizio e accettazione delle diversità, lo ha reso un punto di riferimento per tutta la comunità LGBT+ del viterbese”.




Sanità, mobilitazione di solidarietà al Policninico Umberto I

ROMA – Si è tenuta questa mattina presso la clinica Pediatrica del Policlinico Umberto I la “mobilitazione della solidarietà” con studenti, docenti e personale sanitario per donare un sorriso e ribadire l’importanza della vaccinazione. Un appuntamento importante alla presenza dell’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, della Rettrice dell’Università Sapienza di Roma, Antonella Polimeni e del Direttore Sanitario del Policlinico Umberto I, Alberto Deales  per sottolineare l’importanza delle vaccinazioni che su iniziativa dell’Associazione Sapienza in Movimento, hanno donato giocattoli da destinare ai piccoli ricoverati della Clinica pediatrica del Policlinico Umberto I e con il coinvolgimento del Centro Vaccinale Pediatrico a cui sono stati donati libri, giochi da tavolo, colori e album per disegnare.

“Voglio ringraziare gli studenti della Sapienza, in un periodo complesso, forse il più difficile della nostra storia recente, ancora una volta, assistiamo ad una manifestazione di solidarietà che dona speranza per il futuro” ha commentato l’Assessore D’Amato.

“Le scelte responsabili, come il vaccinarsi, e la solidarietà – dichiara la Rettrice Antonella Polimeni – sono strumenti strategici di cui una società che voglia dichiararsi “civile” non può privarsi. Nel nostro Ateneo corrispondono ad un preciso impegno culturale e formativo che prende le mosse a partire dall’attenzione verso i più piccoli e gli indifesi”.

“Ogni giorno – dichiara Deales – decine di mamme e papà varcano fiduciosi il nostro Centro per fare vaccinare i bambini. Un gesto di fiducia che la nostra struttura ricambia con i nostri professionisti – medici, infermieri ed operatori sanitari – in campo incessantemente per vaccinare il maggior numero di bambini e contribuire attraverso la prevenzione alla sconfitta del virus”.

Le studentesse e gli studenti dell’Associazione studentesca più grande e rappresentativa d’Italia, con la Magnifica Rettrice Antonella Polimeni hanno voluto coinvolgere attivamente tutta la comunità ‘Sapienza’ in una campagna di solidarietà durata tre giorni (15-16-17 dicembre). La risposta è stata straordinaria: sono state centinaia le persone che hanno contribuito alla raccolta di giocattoli, migliaia i messaggi di supporto inviati anche da chi, per varie ragioni, non ha potuto donare.

I giochi che non potranno essere destinati alle strutture ospedaliere verranno distribuiti presso case famiglie e strutture protette del territorio al fine di ampliare i beneficiari della raccolta.




“Legge Zan e molto di più: non un passo indietro”, mobilitazione in piazza della Repubblica

VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo: “Le associazioni lgbtqia+ e le realtà territoriali sensibili al tema si incontreranno per un sitin sabato 15 maggio, alle ore 16:00, in Piazza della Repubblica. L’approvazione di una legge contro l’omotransfobia, misoginia e abilismo non può più essere rinviata, le persone

a cui si rivolge aspettano da troppo tempo una tutela che possa combattere le discriminazioni che vivono giornalmente. Il periodo storico in corsoci impone un passo avanti nel percorso verso la fine delle discriminazioni legate al sesso, al genere, all’orientamento sessuale, all’identità di genere e alla disabilità. Il testo della c.d. legge Zan va approvato senza ulteriori ritardi e modifiche, dimostrando che l’Italia, in linea con l’Europa, è un paese il cui ordinamento rispecchia il progresso sociale in atto. Rinnoviamo quindi il nostro invito a partecipare alla manifestazione di sabato in piazza della Repubblica, per dimostrare che Viterbo può essere la città aperta e inclusiva che sogniamo”.

Unipride
 Rete degli Studenti Medi di Viterbo



Giampieri (Fdi): “Ordine del giorno in ogni comune per scongiurare il deposito di scorie nucleari”

VITERBO – Riceviamo Da Massimo Giampieri, Portavoce provinciale Fratelli d’Italia e pubblichiamo: “Fratelli d’Italia si mobilita, compatta, contro l’ipotesi di un deposito nazionale di scorie nucleari nella Tuscia.

Dopo la diffusione del report, desecretato ieri, con i siti potenziali individuati dalla società di stato Sogin, immediata è stata la reazione di opposizione sia dei cittadini che delle istituzioni.

Tutti gli esponenti politici di Fdi, a partire dai consiglieri regionali Colosimo e Righini fino ai rappresentanti eletti nei vari comuni, hanno deciso di presentare, al riguardo, un ordine del giorno da votare urgentemente per scongiurare quest’eventualità.

Nel documento si chiede che: “in considerazione del fatto che il nostro territorio è fortemente caratterizzato da produzioni agricole di particolare qualità e tipicità e da luoghi di indiscutibile interesse archeologico e storico, contrastare la possibilità di veder realizzato il sito onde evitare gravissimi danni all’intero territorio e alla sua economia, delibera

  • di dichiarare denuclearizzato il proprio territorio e di imporvi l’assoluto divieto, allo stoccaggio e al transito di scorie nucleari;
  • la totale contrarietà all’individuazione della provincia di Viterbo come sede di siti per i rifiuti radioattivi (di qualunque attività);
  • di dare mandato al Sindaco per chiedere al Presidente Zingaretti e al Consiglio regionale tutto una forte presa di posizione contro qualsiasi tentativo di stoccaggio di scorie e l’installazione di siti per i rifiuti radioattivi .
  • di dare mandato al Sindaco per tutte le azioni istituzionali ed eventualmente amministrative e giudiziarie utili a rappresentare questa deliberazione in qualunque sede.



Anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, la Rete Antitratta Tuscia indice una giornata di mobilitazione

ROMA – Il 10 dicembre 1948, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò e proclamò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

A distanza di 72 anni dalla sua emanazione la piena applicazione dei principi della dichiarazione è ancora lontana in diverse parti del mondo, compresi i paesi a regime democratico.

Articolo 1

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Il primo articolo vene tradito ogni volta che si restringono spazi di libertà per le persone più deboli e vulnerabili a cui è impedito l’esercizio dei più elementari diritti sociali e civili. Ancora di più quando aumentano a dismisura le disuguaglianze che impediscono di fatto l’accesso alla vita civile per milioni di persone in diverse latitudini del mondo.

 

Articolo 23

  1. Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell’impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.
  2. Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.
  3. Ogni individuo che lavora ha diritto ad una rimunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale.
  4. Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.

L’articolo 23 viene tradito ogni volta che si trasforma una condizione di lavoro regolare in lavoro nero, precario, sfruttato o ancora peggio in condizioni di nuova schiavitù.

Sono circa 500.000 i lavoratori, nei soli settori dell’agricoltura e dell’edilizia, che lavorano senza le tutele del contratto, sottopagati, sfruttati in condizioni di rischio per la sicurezza e la salute.

Il 10 dicembre 2020 la Rete ANTITRATTA TUSCIA indice una giornata di mobilitazione in occasione dell’anniversario della Dichiarazione dei diritti dell’uomo diffondendo materiale informativo e presidi per la sicurezza ai lavoratori migranti.

 




Gli evasi di Rebibbia e i 41 bis “cannibali” in cella! L’ USPP si prepara alla mobilitazione

ROMA- “La notizia della cattura dei due evasi dalla Casa di Reclusione di Rebibbia, dichiara Giuseppe Moretti presidente dell’ Unione sindacati Polizia penitenziaria – da parte del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria è una splendida notizia, che riporta due pericolosi soggetti nelle patrie galere”. Purtroppo dobbiamo evidenziare ulteriore aggressione di un detenuto sottoposto al 41 Bis altrettanto pericoloso, che questa mattina ha preso a “morsi” un nostro agente di polizia penitenziaria staccando la falange del dito di una mano ingoiando lo stesso e contusi altri due agenti intervenuti. “Questa situazione delle aggressioni – dichiara Moretti – continua ad essere l’anello debole dell’amministrazione penitenziaria che comunque sembra quanto meno attivato qualche forma di intervento attraverso il nuovo Capo del Dipartimento Petralia e il Vice Tartaglia anche con la revoca della tanto contestata Circolare del 21 Marzo 2020”.
Nel frattempo l’USPP fa sapere che si sta preparando ad una manifestazione nei prossimi giorni per protestare contro l’immobilismo del vero responsabile di tutta questa situazione: “Il ministro Bonafede rimane l’unico assente in tutto questo, -conclude il Presidente USPP Moretti-, dove ad oggi non registriamo alcun commento sui fatti di Santa Maria Capua Vetere e le tante situazioni analoghe che stanno colpendo la Polizia Penitenziaria e su questo siamo stanchi di tutto questo”.
Anche Daniele Nicastrini segretario regionale USPP Lazio interviene: “Esprimo soddisfazione per la cattura degli evasi e sto predisponendo una nota al Provveditore regionale di Roma di attivare in tutte le sedi di servizio un sistema di videosorveglianza delle strutture penitenziarie a supporto della vigilanza armata al fine di stabilizzare un livello di sicurezza più adeguato ad un sistema penitenziario che negli ultimi anni è stato abbandonato ad un insolito destino!”