Magnifica la Prima del concerto-racconto su Mozart al festival “I Bemolli sono Blu-Viterbo in Musica”

di MARIA ANTONIETTA GERMANO –

VITERBO – Mai un concerto-racconto fu più azzeccàto come quello che ieri, 27 ottobre, è andato in scena alla chiesa di San Silvestro (piazza del Gesù) a ridosso della giornata dedicata a tutti i defunti (2 novembre). Una fantastica e toccante drammaturgia di Guido Barbieri tratta da una lettera del giovane genio esuberante e fecondissimo Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) con la quale, all’epoca, dà notizia della struggente morte della madre. Una ‘Prima assoluta’ inserita nel cartellone dell’ottavo festival “I Bemolli sono Blu-Viterbo in Musica”, ideato dal direttore artistico M. Sandro De Palma, su progetto dell’Associazione Musicale Muzio Clementi, che ha riscosso un enorme successo di pubblico e calorosissimi applausi.

“Si è spenta come una candela… Le lacrime di Mozart sulle spoglie della madre”, Sonata per pianoforte a quattro mani K497 di Mozart con musiche di Gabrio Taglietti, testo di Guido Barbieri. Un concerto? No, una pièce teatrale in prosa e musica che ha visto sull’improvvisato palco della chiesa addobbata di rosso i due eccelsi pianisti Leonardo Zunica e Stefano Giavazzi al grancoda Fazioli e la sublime attrice Iaia Forte calata nei panni della defunta madre di Mozart, vestita a lutto davanti a due candele accese, intenta a narrare le vicissitudini e la difficoltà della vita familiare, i viaggi in Europa con il giovane Mozart, il soggiorno a Parigi e infine la sua malattia.

Il 3 luglio 1778, a 57 anni, muore Anna Maria Walburga Pertl, madre di Wolfgang Amadeus Mozart. «Si è spenta come una candela», scrisse Wolfgang in una lettera all’amico Franz Joseph Bullinger.  Fu seppellita il giorno dopo nel camposanto della parrocchia di Saint-Eustache.

 

NOTE –

Da “Tutte le Lettere di Mozart” a cura di Marco Murara –

“Parigi, il 3 luglio [1778] – Carissimo amico! Per voi solamente.Siate afflitto con me, amico mio! – Questo è stato il giorno più triste della mia vita. – Vi scrivo alle 2 di notte. – Devo dunque dirvelo: mia madre, la mia cara madre non è più! – Dio l’ha chiamata a sé. – Egli l’ha voluta avere con sé, l’ho visto chiaramente; – perciò mi sono rimesso alla volontà di Dio. – Lui me l’aveva data, lui poteva anche togliermela. Immaginate tutte le inquietudini, angosce e preoccupazioni che ho sofferto in questi 14 giorni. – È morta senza rendersene conto – si è spenta come una candela. 3 giorni fa si è confessata, ha fatto la comunione e ha ricevuto l’estrema unzione. – Gli ultimi 3 giorni ha delirato continuamente e oggi, alle 5 e 21 minuti, è entrata in agonia, perdendo immediatamente ogni sensazione e ogni conoscenza – le serravo la mano, le parlavo – ma lei non mi vedeva, non mi sentiva e non percepiva nulla. – È rimasta così per 5 ore finché è spirata, alle 10 e 21 minuti. – Non c’era nessuno a parte me, un nostro buon amico (che mio padre conosce), il signor Heina, e l’assistente. – Mi è impossibile descrivervi adesso l’intera malattia; – sono dell’opinione che ella dovesse morire: – Dio voleva così. Per intanto vi prego solo di farmi la cortesia di preparare delicatamente il mio povero padre a questa triste notizia. Quando il suo stato è diventato così grave, ho pregato Dio di accordarmi solo 2 cose, ossia una dolce morte per mia madre, e per me forza e coraggio. – E il buon Dio mi ha esaudito, facendomi queste 2 grazie al massimo grado.- Addio, sono il vostro ubbidientissimo e gratissimo servitore Wolfgang Amadé Mozart”.

Marco Murara è nato nel 1976 a Trento, dov’è cresciuto e ha svolto i suoi studi, frequentando il liceo classico e poi l’università; nel 1999 si è laureato in giurisprudenza. A 28 anni, dopo aver approfondito gli studi giuridici a Padova, ha vinto il concorso notarile (uno dei più giovani notai d’Italia) ed è stato quindi nominato notaio nella sede di Egna (BZ), dove attualmente lavora. Da sei anni vive a Bolzano.I suoi interessi culturali spaziano dalla musica del Settecento alla storia dell’astronomia. Con il prof. Bruno Bianco, ha pubblicato nel 2004 il libro Mozart. Tutti i testi delle composizioni vocali, la prima raccolta al mondo di tutti i testi messi in musica da Mozart, corredati di traduzioni originali, commenti e ricco apparato di indici. È membro del Comitato Scientifico dell’Associazione Mozart Italia. Nel 2002 ha fondato il gruppo di discussione “virtuale” www.grandemozart.it, dedicato alla cultura del Settecento. È stato uno dei contributors della Biographical Encyclopedia of Astronomers curata dal prof. Thomas Hockey, la più importante opera del suo genere a livello internazionale, data alle stampe nel 2007.

La rassegna “I Bemolli sono Blu -Viterbo in Musica-Echi sonori a Palazzo Chigi-2024” promossa dall’Associazione Musicale Muzio Clementi, ha il contributo di Regione Lazio, Ministero della Cultura, Comune di Viterbo-Assessorato alla Cultura e all’Educazione, Fondazione Carivit, e si svolge con l’ausilio di sponsor tecnici quali: Touring Club Italia-Sezione di Viterbo, Pianoforti Di Marco, Terme dei Papi, arch.Giovanni Cesarini, Ing.Andrea De Martino, Engineering Solutions, Carramusa Group, Palazzo Ubertini, Balletti Palace Hotel, l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Associazione Amici di Bagnaia, Abbazia Cistercense di S. Martino al Cimino-Parrocchia di S. Martino Vescovo, Parrocchia S. Maria della Verità, Palazzetto Bru Zane di Venezia.

Il programma è consultabile sul sito www.associazioneclementi.org e sui canali istituzionali del Comune di Viterbo (www.comune.viterbo.it e sulla pagina Facebook di Comune-Viterbo Informa)

 




Iaia Forte, voce narrante nel concerto di Mozart “Si è spenta come una candela..”, al Festival “I Bemolli sono Blu-Viterbo in Musica”

VITERBO – Domenica 27 ottobre, ultima domenica del mese, alle ore18:00 alla chiesa di San Silvestro, in piazza del Gesù, Sandro De Palma, direttore artistico dell’ottavo festival “I Bemolli sono Blu-Viterbo in Musica”, propone una Prima assoluta per Viterbo. Un concerto-racconto dal titolo “Si è spenta come una candela… Le lacrime di Mozart sulle spoglie della madre”, Sonata per pianoforte a quattro mani K497 di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) con musiche di Gabrio Taglietti, testo di Guido Barbieri e la voce narrante della grande attrice Iaia Forte. Il concerto per pianoforte a quattro mani, che si preannuncia già magnifico, è affidato all’esecuzione di due grandi solisti, Leonardo Zunica e Stefano Giavazzi.

Descrizione dell’evento musicale.

Guido Barbieri, musicologo e drammaturgo ha scritto il testo narrativo che accompagna la Sonata di Mozart, forse ispirato da una immagine della famiglia Mozart, apparentemente serena, rappresentata nel quadro del pittore austriaco Johann Nepomuk della Croce (1736-1819). La storia. Anna Maria Walburga Pertl, sposò Leopold Mozart nel 1747, ebbe sette figli, cinque dei quali morirono. Sopravvissero solo Wolfgang Amadeus e la sorella maggiore, Anna Maria “Nannerl”. Quando Wolfgang adolescente si trasferì a Parigi dove stava sempre in giro per cercare lavoro e insegnare musica, fu costretto a lasciare sua madre quasi sempre sola. Lei non parlava francese e non si muoveva dalla casa in Rue du Gros Chenet, dove pativa il freddo. La sua salute cominciò a peggiorare e contrasse una febbre, un “riscaldo interno”, secondo la terminologia dell’epoca. Non si fidava dei medici francesi e Wolfgang dovette fare salti mortali per trovarle un medico austriaco.
Morì il 3 luglio 1778, a 57 anni. «Si è spenta come una candela», scrisse Wolfgang in una lettera all’amico Franz Joseph Bullinger. Fu seppellita il giorno dopo nel camposanto della parrocchia di Saint-Eustache.
La morte della madre spezzò un equilibrio e segnò il sorgere di una conflittualità all’interno della famiglia Mozart. Nel 1781 Wolfgang si trasferì a Vienna, abbandonando per sempre il servizio presso la corte arcivescovile di Salisburgo e ribellandosi ai dettami del padre, che continuò a torturarlo con lettere piene di recriminazioni e rimbrotti. Anche i rapporti di Wolfgang con la sorella Nannerl diventarono sempre più freddi: quando morì anche il padre Leopold, sorsero dissapori circa l’eredità e i due giunsero a non avere più contatti di alcun genere.

NOTE –
GUIDO BARBIERI – Dopo aver praticato, per decenni, la disciplina ormai in declino della critica musicale (Il Messaggero, La Repubblica) si dedica da almeno tre lustri alla drammaturgia. Ha scritto “testi per musica” per un gran numero di compositori (Franghiz Ali Zade, Ennio Mor-
ricone, Adriano Guarnieri, Ivan Fedele, Lucia Ronchetti, Silvia Colasanti, Paolo Marzocchi, Mauro Cardi, Fabio Cifariello Ciardi, Riccardo Nova, Luigi Ceccarelli e molti altri), a volte prestando alla narrazione la propria voce. Recital, opere e concerti sono stati ospitati dai maggiori teatri, festival e sale da concerto in Italia e in qualche caso all’estero. È tuttora presente, con una certa regolarità, nei programmi musicali di Radio 3 e ha iniziato a collaborare, di recente, con le pagine culturali de Il Manifesto.

IAIA FORTE – Nata a Napoli, diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia, ha debuttato
in teatro con Toni Servillo. Sempre in teatro ha lavorato con Leo De Bernardinis, Mario Martone, Carlo Cecchi, Federico Tiezzi, Valerio Binasco, Emma Dante, Alfonso Santagata, Luca Ronconi partecipando a spettacoli tra i più premiati dalla critica degli ultimi anni. Ha vinto il premio della critica come migliore attrice per Il misantropo con la regia di Toni Servillo, il Fiorino Doro della società Dantesca, tre candidature al premio Ubu. Ha esordito sul grande schermo con Libera di Pappi Corsicato, con cui ha interpretato anche I buchi neri, I Vesuviani, Chimera, Il volto di un’altra. Sempre al cinema ha lavorato con Maurizio Nichetti, Marco Ferreri, Tonino De Bernardi, Mario Martone, Renato De Maria, Marco Risi, Eugenio Cappuccio, Peter Greneeway, Valeria Golino, Giulio Manfredonia, ottenendo due Nastri d’Argento, due candidature al David, un Globo D’oro, un Ciak d’oro, il premio Agis, il Linea d’ombra e un premio Sacher come miglior attrice protagonista. È una delle protagoniste del film premio Oscar La grande bellezza di Paolo Sorrentino. Ha esordito in televisione con La tv delle ragazze e ha preso parte alle fiction Sotto copertura e Squadra antimafia con Renato De Maria. Ha collaborato come attrice con grandi musicisti come Danilo Rea, Steve Lacy, Daniele Sepe, Ambrogio Sparagna, Luigi Cinque, Solis String Quartet, Maurizio Capone Bungt Bangt e con l’Orchestra di Piazza Vittorio in una Carmen diretta da Mario Martone e nell’Histoire du soldat diretta da Maddalena Maggi. Nel 2017 ha vinto il premio Galà cinema fiction. Negli ultimi tre anni è in tour teatrale con Mine Vanganti per la regia di Ferzan Özpetek e nell’ultimo anno con Iliade al fianco di Alessio Boni.

LEONARDO ZUNICA -Pianista – Ospite di festival nazionali e internazionali come solista e camerista, si è esibito in Italia, Francia, Spagna, Scozia, Finlandia, Ucraina, Croazia, Svizzera, Grecia, Russia. Interessato alla musica contemporanea, ha curato le prime esecuzioni di musica solistica e da camera di compositori italiani e stranieri. Vanta collaborazioni con O. Semchuk, A. Dressler, G. Mirabassi, F. Mondelci, S. Cappelletto, G. Bietti, G. Barbieri, I. Fossati, I. Forte. Ospite di trasmissioni radiofoniche come Radio 3 suite, ha inciso alcuni CD per le etichette Da vinci e Stradivarius. Ha pubblicato per LIM e Edizioni Universitarie Trieste. È fondatore e direttore artistico di Diabolus in musica, associazione che si occupa di divulgazione e promozione della cultura musicale contemporanea nella sua città.
STEFANO GIAVAZZI- Pianista – Si è esibito per numerose associazioni musicali in Italia e all’estero. Nel 2000 è stato invitato ad esibirsi per l’unica edizione italiana dell’Europiano Congress. Ha effettuato registrazioni radiofoniche per Radio 3 e per la Radio Slovena. Vanta collaborazioni cameristiche con artisti quali il Tartini Quartet, Bin Huang, Astor Piazzolla, Lorna Windors, Paolo Ghidoni, Giuseppe Ettorre, Rodolfo Bonucci, Gabriella Munari, Franco Mezzena, Nicholas Jones, Iakov Zats, Vanessa Gravina e Laura Morante. Fin dalla sua fondazione nel 1995 è direttore artistico della Società della Musica di Mantova. Nel 2010/2011 è stato membro della Commissione Musica presso il Ministero dei Beni Culturali sezione Spettacolo dal vivo.

GABRIO TAGLIETTI -Compositore e pianista, Gabrio Taglietti (Cremona, 1955) si è sempre impegnato nella sua doppia attività di autore e di esecutore. Nel 1995 Aria, per violino e nastro magnetico, è stata eseguita al Ridotto del Teatro alla Scala in un concerto commemorativo dei cinquant’anni della Liberazione. Dopo aver insegnato, nel ’93, Storia e Tecnica della musica contemporanea presso l’Università di Pavia, dal 1997 è docente di composizione presso il Conservatorio di Mantova. Come pianista svolge un’intensa attività cameristica col Gruppo Musica Insieme di Cremona, con cui organizza il festival “Spazionovecento”.I lavori di Gabrio Taglietti si pongono all’attenzione dell’ascoltatore come una successione di immagini differenti, tutte metamorfosi di una forma originale, spesso ossessivamente reiterate con leggere varianti. Cosicché forme e gesti tradizionali appaiono come scheletri, radiografie del passato che hanno perso la loro valenza storica. Scopo della musica, almeno negli ultimi decenni, è, secondo Taglietti, poter dare un’immagine lucida del caos che regna nella “nostra anima”.
La rassegna “I Bemolli sono Blu – Viterbo in Musica – Echi sonori a Palazzo Chigi-2024” promossa dall’associazione musicale Muzio Clementi, ha il contributo di: Regione Lazio, Ministero della Cultura, Comune di Viterbo-Assessorato alla cultura e all’educazione, Fondazione Carivit, e si svolge con l’ausilio di sponsor tecnici quali: Touring Club Italia-Sezione di Viterbo, Pianoforti Di Marco, Terme dei Papi, arch. Giovanni Cesarini, ing. Andrea De Martino, Engineering Solutions,Carramusa Group, Palazzo Ubertini, Balletti Palace Hotel, Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Associazione Amici di Bagnaia, Abbazia Cistercense di S. Martino al Cimino-Parrocchia di S. Martino Vescovo, Parrocchia S. Maria della Verità, Palazzetto Bru Zane di Venezia.

Il programma è consultabile sul sito www.associazioneclementi.org e sui canali istituzionali del Comune di Viterbo (www.comune.viterbo.it e sulla pagina Facebook Comune di Viterbo Informa).




Opera in Roma, domenica 5 maggio, nella Chiesa di San Paolo entro le Mura a Roma, presenta la Messa da Requiem di Wolfgang Amadeus Mozart,

ROMA – Opera in Roma, domenica 5 maggio, nella Chiesa di San Paolo entro le Mura a Roma, presenta la Messa da Requiem di Wolfgang Amadeus Mozart, con l’Orchestra Sinfonica Città di Roma e i Cori Acadamia Vocale Romana e La Fenice. Direttore Lorenzo Macri, Luisa Ciciriello, soprano, Tiziana Fabietti, mezzo soprano, Delfo Paone, tenore e Andrea D’Amelio. La Messa da Requiem K 626 in Re minore, l’ultima opera incompiuta di Wolfgang Amadeus Mozart, rappresenta un labirinto di contraddizioni e misteri che nel corso del tempo ha diviso gli storici e i musicologi, alimentando congetture e accendendo passioni.

Mozart portò a termine solo l’Introito: Requiem aeternam, e scrisse le parti principali dell’opera indicando di tanto in tanto il motivo melodico dell’accompagnamento. In questo stadio sono pervenuti Kyrie, Sequentia (con il Lacrimosa che si ferma dopo le prime otto battute) e l’Offertorium.

Dopo la morte di Mozart, la moglie Constanze delegò il completamento del Requiem a tre allievi del marito, per meglio avvicinarsi agli intenti originari dell’opera, ma solamente Franz Xaver Süssmayr continuò il lavoro, riordinando in modo omogeneo il lavoro dei collaboratori precedenti e completando i brani totalmente mancanti del manoscritto.

Sin dalle prime note è presente un senso d’angoscia, è come se l’autore avesse paura della morte e del giudizio ed è come se essa fosse già presente.

INGRESSO da 20 a 40 euro

INFO: 351 505 7608

WWW.OPERAINROMA.COM




Mozart, Requiem per Soli, Coro e Orchestra K 626

di CINZIA DICHIARA –

VITERBO – Va ben al di là della suggestione suscitata dalle incerte e fumose circostanze della sua stesura, la grandezza di questa ultima pagina mozartiana, immenso lascito all’umanità. Il Requiem rappresenta infatti la ‘summa theologiae’ del genio mozartiano, e può senz’altro definirsi una delle più alte composizioni mai create su questa terra.

Commissionata a Mozart dal conte Franz von Walsegg (1763-1827), tramite un intermediario, l’avvocato Johann Sortschan, pare che nelle intenzioni del committente questa messa funebre dovesse essere un importante omaggio dedicato alla moglie, da poco venuta a mancare. Pare inoltre che il nobile viennese, appassionato di musica, intendesse addirittura farla passare per composizione propria.

Fin dapprincipio, dunque, la genesi di questo capolavoro è accompagnata, come in un’opera mitica, da dubbi e indeterminatezze, solo parzialmente spiegati dalla storiografia. Le poco chiare contingenze della committenza si intrecciano infatti con supposizioni e illazioni che in seguito diedero l’ispirazione ad Aleksandr Puškin (1799-1837) per comporre il famoso dramma in versi Mozart e Salieri, in seguito musicato da Nikolaj Rimskij- Korsakov (1844-1901). Invero, l’immaginaria rivisitazione del rapporto tra i due musicisti, risulta del tutto priva di fondamento: il drammaturgo russo la costruisce sulla reale malattia mentale del compositore di corte Antonio Salieri (1750-1825) ma su una del tutto presunta invidia verso il genio di Salisburgo, che questi avrebbe ucciso dopo essersi appropriato del Requiem, per diffonderlo come propria composizione. Eppure, anche simili supposizioni andarono a confluire nell’alone misterioso che avvolge la creazione conclusiva del più grande figlio della città di Salisburgo.

Per di più, una certa oscurità alberga intorno alla combinazione funesta tra il contenuto dell’opera, la riflessione sulla morte, e la stessa scomparsa del compositore, il 5 dicembre 1791, all’età di 35 anni. Pare che Mozart, che da alcuni anni non si era più dedicato alla musica sacra, accettasse l’incarico solo per necessità economiche, ma ne avvertisse il presagio nefasto.

Infine, suscitano più di qualche suggestione le circostanze relative all’incompiutezza del Requiem, alla quale provvide l’allievo Franz Xaver Süssmayr (1766-1803). Questi, proseguendo dal punto in cui Mozart si era interrotto, vale a dire dal celeberrimo quanto commovente   ‘Lacrimosa’ (battuta 9), cercò di impiegare le idee musicali mozartiane che ben conosceva, senza discostarsene, probabilmente avendo avuto la possibilità di giovarsi di appunti lasciati dal maestro. Di certo il suo lavoro di completamento è stato commentato e giudicato con fiumi d’inchiostro, non sempre benevoli. Non v’è dubbio alcuno, comunque, che nella totalità di questo monumentale lavoro, Mozart raggiunga l’apice della trascendenza pronunciando il proprio canto spirituale sulla destinazione ultima dell’uomo.

A parte la leggenda che lo accompagna, il miracolo dell’eterna bellezza del Requiem mozartiano si rinnova ogni volta che esso venga eseguito. La sua partitura è il compimento delle passioni umane tramutate in una dimensione di infinito.

I suoi brani solistici sono densi di pietà religiosa e di solidale cordoglio. Avvincenti risultano le parti corali, delle quali alcune sono famosissime, come l’impetuoso ‘Kyrie’, animato dalla tecnica compositiva della fuga, con i diversi registri vocali che paiono rincorrersi. Anche il terrifico ‘Rex tremendae’, è brano noto per la potente suggestione del grido scolpito nell’incipit; altrettanto il ‘Confutatis’, tonante e drammatica sentenza del giudizio divino che, ridimensionando gradualmente l’espressione inesorabile, va a preparare la successiva implorazione di salvezza del già menzionato ‘Lacrimosa’, una supplica intima, sommessa e accorata, in grado di suscitare il pianto.

Ciascuno dei diversi brani del Requiem tiene avvinti, lasciando sgorgare a flusso continuo sentimenti ed emozioni, da cui si rimane interiormente toccati e pressoché attoniti. Alla conclusione, domina la percezione di una celestiale magnificenza e, al contempo, si è presi da un umano sgomento: è come aver dialogato con l’aldilà.

Sarà dunque un vero e proprio evento, il concerto che si terrà domani, 2 aprile 2023, alle 18, presso la Chiesa di Santa Maria della Verità, peraltro a offerta libera, a Viterbo. Il ricavato sarà devoluto all’associazione “Viterbo con Amore” e al suo emporio solidale.




Appuntamento a domenica 2 aprile per un solidale “Requiem” di Mozart

di LUCA BERNARDINI –

VITERBO – Questa mattina alle ore 13, presso la Sala Regia di Palazzo dei Priori, si è tenuta una conferenza stampa di presentazione all’evento “Requiem di Mozart”, che si terrà domenica 2 aprile alle ore 18 all’interno della Chiesa di Santa Maria della Verità.

Presenti all’incontro il vicesindaco Alfonso Antoniozzi, il presidente dell’associazione XXI secolo Giuliano Nisi, Domenico Arruzzolo di “Viterbo con Amore”, il console del Touring Club di Viterbo Vincenzo Ceniti e l’assessore alle politiche sociali Patrizia Notaristefano.

Per Antoniozzi, “tornare a Santa Maria della Verità per ascoltare un’opera musicale di questo livello è una grande emozione”. L’augurio del vicesindaco è quello di vedere riqualificata, grazie a questo evento, la Scuola Musicale Comunale, ricordando come “l’ambiente scolastico deve vivere anche di musica”.

Il ringraziamento più grande fatto da Antoniozzi è nei confronti dell’associazione XXI Secolo, la quale “si è distinta per aver portato avanti in maniera ostinata e appassionata l’argomento musica e cultura nel viterbese”.

Lasciata la parola al presidente dell’associazione Giuliano Nisi, c’è stata la conferma di come questo evento, nato a Viterbo, vedrà la luce anche a Chiusi e a Civitavecchia. dal punto di vista organizzativo, Nisi ha infine confermato che “l’ingresso sarà su una base di offerta volontaria”. Il ricavato sarà poi devoluto a “Viterbo con Amore” ed al suo emporio solidale.

“Viterbo con Amore crede con forza nel binomio cultura-solidarietà”. Per Domenico Arruzzolo questo connubio funziona per via della concretezza dei temi che l’associazione cerca di risolvere, argomenti cari per la vita sociale della città.

Il Console del Touring Club di Viterbo Vincenzo Ceniti ha aggiunto, durante la conferenza, alcuni cenni storici inerenti alla vita dello stesso Mozart. “Il visionario maestro austriaco ha avuto dei rapporti con la città di Viterbo, soggiornando per una notte prima in una locanda a Centeno e successivamente nella città viterbese”.

A conclusione dell’incontro è intervenuta l’assessore Notaristefano, la quale ha affermato che è “estremamente importante dimostrare questa sensibilità nei confronti dell’emporio solidale e di Viterbo con Amore”.

Il concerto in programma per domenica vedrà come protagonisti Isidora Moles, Lucia Napoli, Hyun-Seo Park e Kwangsik Park, i quali verranno accompagnati dalll’ensemble vocale “Il Contrappunto, dal Coro della Filarmonica di Civitavecchia e dal Coro Jacob Arcadelt di Chiusi.




Mozart, genio della bellezza musicale

di CINZIA DICHIARA-

Il 27 gennaio 1756, nel centro dell’Altstadt di Salisburgo, precisamente al civico 9 di Getreidegasse, strada variopinta per le sue botteghe antiche dalle insegne medievali in ferro battuto che si avvicendano lungo una prospettiva assolutamente vivace, in una palazzina asserrata alle altre case contigue oggi tinteggiata di un giallo luminoso e meta di visitatori da tutto il mondo, nacque Wolfgang Amadeus Mozart, genio di tutti i tempi. Che egli sia da considerarsi una sorta di miracolo passato da questa terra è ormai dato inconfutabile nella storia e nella cultura universali; dato altrettanto indiscutibile è che il suo genio abbia prodotto e continui a replicare a ogni ascolto momenti di grazia assoluta, attraverso pagine di musica che alludono a una perfezione evidentemente da lui realizzabile, che continua a lasciarci sgomenti.

Quello di Mozart è un nome che ha attraversato la cultura di ogni epoca successiva, nobilitando l’umanità col distribuire infinito splendore artistico. Pare tuttavia che in tempi recenti, all’indomani dello scoppio del conflitto russo-ucraino, un tal nome benedetto da Dio per il suo straripante ingegno, sia stato scelto a designare una brigata militare di volontari occidentali, fondata da un colonnello dei marines con esperienze in Iraq trasferitosi a Kiev, in risposta ai miliziani russi della brigata cosiddetta Wagner.

Ecco, senza entrare in particolari guerreschi ma restando nell’iperuranio di Mozart, benché egli vivesse in tempi che preparavano la più grande rivoluzione della storia, va considerato che è difficile immaginarlo parteggiare per schieramenti e opposte fazioni militari. La sua arma indefettibile è sempre stata la bellezza e laddove egli volesse colpire di fioretto adottava l’ironia, forma suprema di forza intellettuale che gli è tanto congeniale ed esplode sulle scene dell’opera buffa. Basti pensare al sarcasmo di alcuni personaggi del suo teatro musicale, primo tra tutti Figaro, ai quali è stato capace di cucire addosso un habitus di invincibile superiorità grazie allo spirito e all’umorismo.

La famiglia Mozart: Wolfie e Nannerl al clavicembalo, il padre Leopold col violino in mano e la madre effigiata nel medaglione, Johann Nepomuk Della Croce (1736-1819), Salisburgo (1780-81)

Il suo orizzonte abbraccia infatti elementi di un linguaggio musicale finissimo che per lui costituiva un bagaglio non soltanto artigianale bensì uno strumento d’espressione di una poetica dall’idealità profonda, raramente dichiarata a livello letterario, non escluse le sue esternazioni in fatto di gusto, di stile e di abilità di perizia teorica musicale rintracciabili nell’epistolario, ma di certo dimostrata attraverso la levità di un mondo sonoro pressoché irraggiungibile nell’estrema, elegante soavità dei suoi capolavori. In tutta la sua produzione viene toccata una dimensione altamente spirituale: dalle emozionanti sinfonie, basti pensare all’arcinota K 550, ai leggiadri concerti per pianoforte e orchestra, come ad esempio il K 488; dalle commoventi messe, pensiamo alla  Krönungsmesse K 317, o alla Grosse Messe K 427, e come non citare il Requiem K626, nelle quali alcune parti raggiungono livelli altissimi di intimità devozionale, alle vitalissime opere liriche. Da quelle tragiche come Idomeneo o alla trilogia italiana di Nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte, al Singspiel tedesco, dal Ratto dal Serraglio al Flauto magico, una luce di serena armonia viene proiettata sulle cose del mondo che il compositore osserva talora con leggerezza dello sguardo, delicatezza melodica e vigoria ritmica ponendo in risalto ogni sfumatura e ogni umano sentire.

In sintesi, dunque, per quanto abbia saputo far risuonare la partitura musicale di sopraffini echi emozionali, Mozart amava la lievità dello spirito, la satira, l’allusione mordace, così come prediligeva lo spessore del intelletto, la ricchezza della riflessione e lo slancio dell’immaginazione. Ma non la guerra. In una lettera al padre del 7 febbraio 1778 scriveva molto pragmaticamente da Mannheim: «La nostra ricchezza muore con noi, perché l’abbiamo tutta nella nostra testa e nessuno può togliercela, tranne che non ci taglino la testa e allora non abbiamo più bisogno di nulla.»

Tra le battaglie della vita di sicuro ve n’è una che ha combattuto strenuamente ed è quella contro il ristretto panorama della provincia salisburghese e contro le angherie del suo ‘padrone’ al quale prestava il servizio in qualità di musicista, allora equiparato a un servitore, una sudditanza che in breve tempo lo spingeva a trasferirsi, cercando lontano dalle ire dell’Arcivescovo Colloredo una realizzazione consona al suo legittimo bisogno di libertà. Ora, una tale istanza di libertà è cosa ben diversa dal libertinaggio che, un po’ a torto e un po’ a ragione, gli viene attribuito. Basti osservare che nel suo codice etico anche un eroe della conquista amorosa, un eroe come Don Giovanni, è figura negativa tanto da finire nelle fiamme dell’inferno in ossequio al destino del personaggio teatrale creato da Tirso de Molina, poiché chi si insubordini a un certo assetto morale deve risponderne e dunque è conseguenza naturale che l’esponente per antonomasia della passione incontrollata faccia la fine prescritta dal suo destino di ingannatore. Mozart libertino e gaudente, dunque, si muove entro un preciso tracciato di ordine morale. Le sue creature nel teatro lirico gioscono, soffrono, lottano, amano, ingannano, tradiscono, muiono, dunque vivono, ma in esse predomina prima o poi, l’anelito a un’armonia universale col mondo, con la terra, con gli uomini. Una disposizione superiore riconduce tutto a un equilibrio stilistico al quale corrisponde un paritetico equilibrio sociale e umano infisso sulle robuste architravi della cultura cattolica. Questa è infarcita di qualche inflessione dell’indottrinamento massonico, ma soprattutto scaturisce da una visione dell’esistenza dettata dalla sua arte sublime. In definitiva, niente a che vedere con la guerra, diciamolo pure in questa giornata della Memoria. E che la memoria delle tragedie della storia induca a maggiore consapevolezza e prudenza nelle decisioni politiche.




A Bolsena le note del sublime Requiem di Mozart

BOLSENA ( Viterbo) – A Bolsena le note del sublime Requiem K. 626 di Wolfang Amedeus Mozart, l’ultima grande composizione del musicista austriaco. Nella suggestiva basilica di Santa Cristina, sabato 9 aprile, alle ore 18,15, l’Orchestra Sinfonica Europa Musica di Roma, i cori polifonici “Harmonia Vocalis”, “Ruggero Giovannelli” e il Polifonico della Scuola Popolare di Musica di Testaccio, si esibiranno in concerto per soli coro e orchestra, nel primo grande appuntamento della stagione 2022 promosso dall’Amministrazione Comunale grazie all’adesione a Cento Città in Musica, l’associazione di comuni del Lazio che si dedica alla realizzazione di eventi musicali di qualità.

“Il Requiem è un’opera straordinaria che, come Comune attraverso l’adesione all’associazione Cento Città in Musica, proponiamo a Bolsena – affermano il sindaco Paolo Dottarelli e l’assessore alla cultura Raffaella Bruti -. Ci rivolgiamo a tutti i bolsenesi, in modo particolare agli appassionati di musica classica, perché vengano ad ascoltare questo capolavoro eseguito da musicisti e cantanti eccezionali. Il concerto vuole anche essere l’occasione per festeggiare l’arrivo della primavera e il ritorno a una ritrovata normalità dopo due anni di pandemia che hanno purtroppo cambiato il nostro modo di vivere”.
Sotto la direzione musicale del maestro Francesco Traversi, l’Orchestra Sinfonica Europa Musica di Roma, ben 3 cori preparati dal maestro Renzo Renzi e dal maestro Claudio Maria Micheli faranno da splendida cornice a prestigiosi solisti quali Minni Diodati, soprano, Valeria Pennacchini, contralto, Antonio Sapio, tenore, e Massimo di Stefano, basso, il concerto propone l’esecuzione integrale del Requiem K 626. La profondità di molti passi, come il cupo Requiem Aeternam che rappresenta il distacco doloroso e così umano e la sommità della fuga del Kyrie, un’autentica perfezione vocale e matematica, razionale e divina, hanno fatto di questa composizione non solo il testamento spirituale mozartiano ma anche un modello quasi irraggiungibile per i posteri sul quale si è misurata l’intera storia della musica sacra dei secoli successivi.
Un capolavoro senza fine. Infatti, un elemento considerevole da tenere presente è l’alto grado di lirismo e dramma presente nella musica che fa emergere, per certi versi, anche la componente “italiana” e drammatica, nel senso teatrale, di Mozart. Questi aspetti retorici e figurativi fanno del Requiem K. 626, insieme alla bellezza dei temi e della scrittura vocale, una delle musiche sacre più amate, denso di preziosismi “teatrali” ed espressivi che mettono in contatto i fruitori con tali profonde tematiche.
Il concerto, a ingresso gratuito, si svolgerà nel rispetto della vigente normativa anti-covid.