Questione Geotermia, intervento di 30 sindaci delle province di Viterbo e di Terni

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dei 30 sindaci delle province di Viterbo e Terni, uniti nella battaglia contro gli impianti di geotermia intorno al lago di Bolsena, sulla scossa di terremoto avvenuta ieri a Strasburgo, ricondotta a test geotermici.

“Ieri mattina, 26 giugno, una scossa di terremoto di magnitudo 3.9 sulla scala Richter si è verificata in Francia, nei pressi di Strasburgo. La scossa, insolitamente forte per l’area, secondo il Rénass, la rete nazionale di monitoraggio sismico, sarebbe indotta da attività umane, cioè da iniezioni di acqua nel sottosuolo sul sito di una centrale geotermica a Vendenheim, nell’agglomerato urbano di Strasburgo.
La magnitudo della scossa si avvicina a quella dei più forti terremoti osservati storicamente in questa zona, e avviene molti mesi dopo l’arresto delle operazioni geotermiche decretata dalla prefettura locale, a causa di una serie di terremoti più deboli. La Prefetta, Josiane Chevalier, aveva ritenuto che la sicurezza della popolazione non era più garantita.
Le analisi dei sismologi francesi hanno evidenziato che si tratta in parte di terremoti “innescati” dovuti a modificazioni irreversibili nel sottosuolo, con conseguenze imprevedibili e incontrollabili.
La notizia ci ha destato notevole preoccupazione perché, nel caso in cui un fenomeno del genere dovesse verificarsi dalle nostre parti, sarebbe molto più pericoloso, poiché abbiamo un potenziale raggiungibile di magnitudo 6: un tale terremoto sprigionerebbe un’energia mille volte più forte di quello di Strasburgo.
Per questo ci auguriamo tutti che il ricorso al Consiglio di Stato relativo all’impianto di Castel Giorgio ci veda vincitori e che il Ministero per la transazione ecologica – MITE, decida di non finanziare i progetti pilota di centrali binarie che sono dello stesso tipo di quelle che hanno provocato il terremoto a Strasburgo.
I sistemi geologici dell’area francese sono simili ai nostri, con l’aggravante che la nostra è anche area vulcanica, fattore che potrebbe aumentare il fattore rischio e imprevedibilità; questo non ci lascia assolutamente tranquilli. Così in una nota congiunta i seguenti sindaci:

Roberta Tardani, sindaco di Orvieto, Andrea Garbini, sindaco di Castel Giorgio, Daniele Longaroni, sindaco di Castel Viscardo, Sauro Basili, sindaco di Allerona, Giovanni Arena, sindaco di Viterbo, Paolo Dottarelli, sindaco di Bolsena, Piero Rossi, sindaco di Graffignano, Massimo Bambini, sindaco di San Lorenzo Nuovo, Francesco Di Biagi, sindaco di Latera, Roseo Melaragni, sindaco di Piansano, Edoardo Giustiniani, sindaco di Cellere, Giuseppe Ciucci, sindaco di Farnese, Ermanno Nicolai, sindaco di Tessennano, Stefano Bigiotti, sindaco di Valentano, Maurizio Lacchini, sindaco di Marta, Lina Novelli, sindaco di Canino, Maurizio Testa, sindaco di Monte Romano, Marco Bianchi, sindaco di Celleno, Giuseppe Mottura, sindaco di Civitella d’Agliano, Salvatore Serra, sindaco di Ischia di Castro, Piero Camilli, sindaco di Grotte di Castro, Angelo Ghinassi, sindaco di Acquapendente, Cinzia Pellegrini, sindaco di Proceno, Carlo Attilio Mancini, sindaco di Gradoli, Publio Cascianelli, sindaco di Arlena di Castro, Antonio De Rossi, sindaco di Capodimonte, Luca Profili, sindaco di Bagnoregio, Giovanni Giuliani, sindaco di Onano, Fabio Bartolacci, sindaco di Tuscania, Fabio Cardarelli, sindaco di Sipicciano”.




Rifiuti da Roma, la nota congiunta dei sindaci di Civitavecchia, Frosinone e Viterbo, rispettivamente Ernesto Tedesco, Nicola Ottaviani e Giovanni Maria Arena

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “Il modello del trasferimento di rifiuti di Roma, voluto dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, non è più accettabile sia per il rispetto dell’autosufficienza dei territori sia per la salvaguardia della salute dei cittadini, costretti a subire un’emissione spropositata di polveri sottili come ha certificato anche l’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale (Acos). Riteniamo opportuno che sia l’Associazione nazionale Comuni italiani (Anci), sia la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio si attivino nelle sedi competenti, non solo per richiamare alle proprie responsabilità la Regione Lazio, la cui emergenza rifiuti è ingigantita dalla chiusura dal 1 ottobre 2013 della discarica di Malagrotta senza un’alternativa a svantaggio delle province del Lazio, ma anche per affidare la gestione del ciclo integrato dei rifiuti a un commissario ad acta, colmando così una crisi impiantistica che persevera da anni. Un appello che proviene da una cultura di governo e da una responsabilità istituzionale che però non può certo continuare all’infinito.

I territori che hanno ospitato, per anni, i rifiuti provenienti da Roma, riempendo le proprie discariche che dovevano far fronte, prevalentemente, ai fabbisogni locali, non sono disposti a gravarsi dei costi per il trasferimento dei rifiuti altrove. Gli oneri aggiuntivi dovranno essere assunti direttamente dalla Regione, la quale ha evidentemente sbagliato la programmazione della politica dello smaltimento dei rifiuti, violando, a più riprese, il principio dei singoli ambiti territoriali, in barba ai comportamenti virtuosi dei Comuni autosufficienti e promotori della raccolta differenziata”. Così, in una nota congiunta, i sindaci di Civitavecchia, Frosinone e Viterbo, rispettivamente Ernesto Tedesco, Nicola Ottaviani e Giovanni Maria Arena.




Governo, nota congiunta del Centrodestra

ROMA- Pubblichiamo la nota congiunta del Centrodestra: “Bisogna fare presto. L’Italia non può aspettare le liti, i giochini e le reciproche accuse dei partiti di governo, di Conte e Renzi, dei Cinquestelle e del Pd.  Il Centrodestra è la prima forza politica del Paese e, dopo un vertice che ha confermato la grande compattezza della coalizione, chiede che il Presidente del Consiglio prenda atto della crisi e si dimetta immediatamente o, diversamente, si presenti domani in Parlamento per chiedere un voto di fiducia. Se non ci sarà la fiducia, la via maestra per riportare al governo del Paese una maggioranza coesa ed omogenea, con un programma condiviso e all’altezza dei problemi drammatici che stiamo affrontando, resta quella delle elezioni. Ci affidiamo alla saggezza del Presidente della Repubblica per una soluzione rapida: i partiti del centrodestra ribadiscono con chiarezza la loro indisponibilità a sostenere governi di sinistra”.