Peste suina africana, Rocca- Righini: “Orgogliosi di aver portato il Lazio fuori dalla zona rossa”

ROMA- «È con grande soddisfazione che apprendiamo il parere favorevole del Comitato Permanente Europeo alla richiesta di far uscire il Lazio dalla zona di restrizione per la Peste Suina Africana. Una decisione che ci riempie di orgoglio, anche considerato che siamo tra i primi in Italia a raggiungere questo risultato. È stato, infatti, riconosciuto l’enorme lavoro svolto dall’amministrazione regionale, fin dal proprio insediamento, per l’eradicazione della malattia che ha colpito in particolare il territorio di Roma e di alcune aree della sua Provincia, delimitato come zona rossa a causa dell’elevato numero di capi infetti. Il mio ringraziamento va in particolare al commissario straordinario alla PSA, Giovanni Filippini, al suo predecessore, Vincenzo Caputo, al commissario straordinario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana Stefano Palomba e alle Direzioni regionali coinvolte che hanno lavorato alacremente per far sì che la malattia fosse eradicata e che non si propagasse ulteriormente, creando ulteriori danni alle imprese del settore agro-zootecnico. L’eradicazione della PSA, infatti, garantirà il mantenimento della filiera alimentare con evidenti vantaggi in termini di esportazione e di consumi dei prodotti tipici del Lazio della catena suinicola. Il raggiungimento di questo importante traguardo ci dà un ulteriore stimolo nel proseguire nelle attività di vigilanza e prevenzione finalizzate a scongiurare una ricomparsa del virus, anche attraverso il depopolamento della specie cinghiale, che continua ad affliggere il nostro territorio distruggendo colture e mettendo a rischio le produzioni agricole». Lo dichiarano il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca e l’assessore all’Agricoltura, alla Caccia e al Bilancio della Regione Lazio, Giancarlo Righini.




Peste suina africana, commissario Palomba: “Collaborazione istituzionale garantisce sicurezza sanitaria”

ROMA- «Questo importante traguardo rappresenta il frutto di un’efficace collaborazione tra le Istituzioni gli Enti locali e i professionisti del settore. L’azione sinergica e coordinata ha consentito di marginalizzare e bloccare la diffusione della Peste Suina Africana nella Regione, garantendo la salute pubblica e la sicurezza sanitaria del nostro territorio», ha dichiarato il Commissario straordinario dell’IZSLT, Stefano Palomba. «L’IZSLT, insieme alle Istituzioni coinvolte, con la efficacia e discrezione, continuerà a garantire un’attenta vigilanza per prevenire possibili reintroduzioni del virus e per assicurare il mantenimento della sicurezza sanitaria sul territorio», ha concluso il Commissario Stefano Palomba.

 




Peste suina, Sabatini (Fdi): “Uscita da emergenza grande risultato della giunta Rocca”

“Apprendiamo con grandissima soddisfazione l’avvenuta cessazione dello stato d’emergenza per la peste suina nel Lazio e l’uscita dalla zona rossa di Roma e della parte nord del Lazio decretata dal Comitato permanente europeo. Una notizia che dimostra chiaramente la validità delle misure messe in campo in questi mesi dalla Giunta Rocca per il contenimento della proliferazione dei cinghiali che hanno coinvolto associazioni venatorie, mondo agricolo, responsabili delle aree protette, oltre alle direzioni Agricoltura e Ambiente della Regione Lazio. Sono stati così centrati gli obiettivi imposti dal Piano Straordinario del Commissario per la peste suina grazie alla positiva sinergia istituzionale fra Governo e Regione e all’ ottimo lavoro dell’assessore regionale all’Agricoltura Giancarlo Righini che ha permesso da un lato di limitare la diffusione dei contagi, dall’altro di arginare i danni provocati dai cinghiali alle attività agricole anche grazie al coinvolgimento diretto degli agricoltori nelle operazioni di contenimento della specie. Il successo delle misure in campo, grazie alle quali sarà possibile uscire dalle restrizioni imposte dall’emergenza, dimostra chiaramente come la collaborazione fra istituzioni ad ogni livello e di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti, sia condizione essenziale per poter garantire la salvaguardia ambientale del nostro territorio, la salute degli allevamenti e la tutela delle produzioni agricole messe a rischio da un incremento massiccio ed incontrollato di ungulati selvatici”. Così il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Regione Lazio Daniele Sabatini




Regione, approvato il nuovo piano per la gestione, controllo ed eradicazione della peste suina

ROMA – La Giunta regionale del Lazio, presieduta da Francesco Rocca, su proposta dell’assessore all’Agricoltura, alla Caccia e al Bilancio, Giancarlo Righini, ha approvato con delibera di Giunta “Il Piano regionale interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africana nel territorio regionale (PRIU)” già inviato, nel mese ad agosto, all’Ispra e al Cerep per il parere obbligatorio, adeguandolo alle osservazioni pervenute.

Il Piano aggiornato prevede una maggiore attenzione verso gli agricoltori per la difesa dei loro terreni e delle loro colture, poiché potranno provvedere personalmente al prelievo del cinghiale, laddove abilitati, o anche delegare soggetti terzi. Inoltre, gli imprenditori agricoli, proprietari o conduttori dei fondi potranno coadiuvare gli interventi di controllo anche nelle aree protette. È previsto altresì, l’utilizzo della tecnica di “prelievo in braccata”, anche se in forma ridotta, esclusivamente nelle aree agro-silvo-pastorali al fine del contenimento dei danni alle produzioni agricole ed in presenza di coltivazioni alte.

Il Piano, inoltre, prevede la regolamentazione di una filiera regionale delle carni di cinghiale incentivandone il consumo e promuovendo una commercializzazione consapevole. Parte del ricavato della vendita dei capi abbattuti potrà inoltre essere destinato a compensare i danni causati dalla specie o anche per incentivare l’attività di controllo.

Con l’approvazione del nuovo PRIU, infine, è prevista la possibilità, per i soggetti interessati, di segnalare alle autorità competenti regionali, la mancata attuazione del Piano cosicché possano provvedere ad individuare le opportune azioni da intraprendere.

“Con il nuovo Piano – spiega l’assessore Righini – rispondiamo anche alle legittime richieste degli agricoltori che rivendicavano di voler essere in prima linea nella lotta al contenimento dei cinghiali che, nel tempo, hanno causato considerevoli danni alle loro attività. Pensiamo di raggiungere gli obiettivi ambiziosi imposti dal Piano Straordinario del Commissario grazie al lavoro sinergico tra gli stessi agricoltori, il mondo venatorio, i responsabili delle aree protette nonché le direzioni Agricoltura e Ambiente, le quali fino ad oggi hanno ottenuto ottimi risultati sia nelle zone libere, sia nelle zone infette, tanto di far valutare dalla Commissione Europea la possibilità per il Lazio di uscire dalle restrizioni”.




Peste suina africana: 10 maiali di un rifugio rischiano di essere abbattuti

Al rifugio “Progetto Cuori liberi” di Zinasco, in provincia di Pavia, 10 maiali salvati da allevamenti o provenienti da contesti di maltrattamento rischiano di essere uccisi in quanto oggetto di un’ordinanza di abbattimento dell’Ats Pavia emessa a seguito della scoperta di un focolaio di peste suina africana presso la struttura. Tra questi, alcuni mostrano sintomi lievi ma sono in buone condizioni generali di salute. Venerdì scorso l’esecuzione dell’ordinanza è stata impedita grazie all’intervento di attiviste e attivisti che hanno “occupato” il santuario.

Per chiedere la salvezza degli animali, pochi e isolati dall’esterno con rigorose misure di biosicurezza, dodici associazioni attive nell’ambito della protezione animale tra le più rappresentative a livello nazionale (*) hanno inviato un’istanza urgente al Commissario straordinario per la Psa e ai responsabili di settore del Ministero della Salute, della Regione Lombardia e dell’Ats di Pavia, nonché al sindaco di Zinasco.

Le associazioni chiedono un incontro alle autorità finalizzato a trovare soluzioni concordate che salvaguardino la vita dei suini ancora sani presenti all’interno del rifugio.

I firmatari lanciano anche un appello rivolto ad Ats Pavia e alle altre autorità coinvolte nella vicenda: effettuare una nuova valutazione – questa volta specifica e in concreto e non soltanto astratta – circa l’effettivo pericolo che può derivare per il comparto zootecnico lombardo e nazionale dalla presenza di animali sopravvissuti alla PSA all’interno della struttura, anche alla luce delle misure di biosicurezza adottate dai gestori. Nella lettera, le associazioni fanno anche presente che gli animali si trovano in un “rifugio permanente”, un luogo che accoglie animali non destinati alla produzione alimentare, che vi restano per il resto della loro vita senza essere macellati. Tutti questi elementi, che non sono stati presi in considerazione nell’adozione dell’ordinanza di abbattimento, potrebbero far riconsiderare la sussistenza dei presupposti per l’emanazione del provvedimento.

Il Tar Lombardia ha fissato udienza il 5 ottobre per esprimersi sul ricorso contro l’uccisione dei suini, presentato da “Progetto Cuori Liberi” con il supporto di Lav, Vitadacani e Lndc Animal Protection. Per questo, le associazioni invitano le autorità «a non porre in esecuzione l’ordinanza di abbattimento degli animali prima dell’esito dell’udienza».

«La presenza di suini positivi al virus, ma che non hanno ancora mostrato sintomi, potrebbe costituire una preziosa occasione per effettuare delle osservazioni sul decorso della patologia da parte di personale medico veterinario diretta all’avanzamento della ricerca scientifica, nonché alla messa a punto di un protocollo di trattamento», scrivono le associazioni. «Lasciare in vita gli animali che hanno contratto il virus ma non mostrano sintomi è sicuramente più utile dal punto di vista analitico rispetto ad abbatterli, senza effettuare ulteriori studi, per un timore di diffusione del virus che potrebbe rimanere teorico qualora si continuassero a utilizzare le misure di biosicurezza dettate dall’Ats. Rischio che, peraltro, potrebbe essere quasi azzerato concordando l’introduzione di ulteriori rigorose misure di biosicurezza e il rispetto di precisi protocolli sanitari da parte delle persone che entrano a contatto con gli animali, che impediscano ogni possibilità di trasmissione accidentale dell’agente patogeno».




Peste suina, Coldiretti Lazio: “Auspichiamo 500 abbattimenti al giorno e non 500 catture al mese”

VITERBO – Sono circa 550 le catture di cinghiali effettuate dal mese di giugno in tutto il territorio regionale, una cifra esigua per far fronte all’emergenza della peste suina.

“Auspichiamo che con l’aiuto delle associazioni venatorie, si possa passare al più presto da 500 catture al mese a 500 abbattimenti di cinghiali al giorno. Era quanto avevamo chiesto già lo scorso mese di giugno, per mettere in sicurezza le nostre aziende suinicole, fortemente colpite dalla Psa”. Lo dichiara il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri. 

Stando ai dati comunicati dalla stessa Regione Lazio sono state effettuate 36 catture nella zona rossa del Parco di Veio, 57 nel Parco di Bracciano, 129 nella Riserva Laghi Lungo Ripasottile e 56 nell’area del Monumento Naturale Pian S. Angelo. Oltre 275 catture, invece, all’esterno delle aree protette. Sempre la Regione specifica che rispetto allo stesso periodo dello scorso anno le catture nei parchi sono pressoché triplicate, mentre sono raddoppiate quelle all’esterno delle aree protette.

“Numeri neanche lontanamente sufficienti – prosegue Granieri – ad arginare la peste suina, che sta mettendo a rischio il patrimonio suinicolo del Lazio, che conta oltre 50 mila capi, così come l’intero settore che offre migliaia di posti di lavoro e raggiunge un giro di affari di un miliardo di euro solo nella nostra regione”. 

Per accelerare le misure di contenimento della peste suina africana, in accordo con la struttura commissariale nazionale, la Giunta regionale ha approvato ieri una delibera che assegna agli ATC specifiche risorse finanziare per la ricerca dei cinghiali, l’abbattimento e lo  smaltimento delle carcasse. Le risorse stanziate sono di 250 mila euro.

“E’ previsto un aumento del numero dei selecontrollori – conclude Granieri –  che per ogni distretto può arrivare ad un massimo si 40 soggetti. Crediamo sia importante laiuto delle associazioni venatorie per linserimento del maggiore numero di persone nelle liste”.




Peste suina, Coldiretti Lazio: “Bene approvazione delibera giunta regionale per incentivare efficacia del piano di contenimento”

ROMA- “Un provvedimento fondamentale. Abbiamo chiesto sin da subito di procedere in maniera spedita con gli abbattimenti dei cinghiali in collaborazione con gli Atc, gli Ambiti Territoriali di Caccia, per raggiungere subito obiettivi che bisogna raggiungere con urgenza”. Così il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, sulla delibera approvata oggi pomeriggio dalla Giunta regionale del Lazio su proposta dell’Assessorato all’Agricoltura, un atto concordato con il Commissario Straordinario per la Peste Suina africana, Angelo Ferrari, e conseguente alla circolazione della pesta suina in alcune aree e in modo particolare di Roma Capitale. “Sono state aperte le liste di selecontrollori – prosegue Granieri – e invochiamo l’aiuto delle associazioni venatorie per l’inserimento del maggiore numero di persone nelle liste”. Le risorse stanziate finora sono di 250mila euro.

La delibera prevede che gli ATC vengano dotati di specifiche risorse finanziare per svolgere attività di smaltimento delle carcasse dei cinghiali abbattuti durante le attività di caccia, di selezione e di controllo di questi animali. Stabilito un rimborso spese forfettario. Previsto poi dalla delibera il riconoscimento di un rimborso spese forfettario ai ‘selecontrollori’, saranno pagati direttamente dagli ATC per le eventuali operazioni effettuate.

“Questa delibera attribuisce maggiore incisività all’attività degli Atc – aggiunge Granieri – che hanno un ruolo strategico nella lotta alla peste dei cinghiali che sta causando danni enormi al settore suinicolo del Lazio, dove sono a rischio oltre 50 mila capi. Un settore che conta un giro di affare, solo nella nostra regione di oltre un miliardo di euro”.

Agli ATC, inoltre, il compito di individuare ditte autorizzate alla ricezione e allo smaltimento delle carcasse di cinghiali abbattuti durante gli interventi. Le risorse stanziate finora sono di 250mila euro. Resta l’urgenza di prevedere degli indennizzi per le aziende. “Serve un immediato sostegno economico – conclude Granieri – per gli allevamenti suinicoli colpiti dalla peste dei cinghiali. La priorità ora deve essere la loro salvaguardia, altrimenti rischiano di chiudere”.




Peste suina, Regione approva delibera per sostenere azioni nel controllo e selezione cinghiale

ROMA – Rendere più incisiva ed efficace l’attività degli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) per la gestione e il controllo della Peste Suina Africana nell’ambito dei piani di caccia, di selezione e delle operazioni di controllo del cinghiale. Questo il principale obiettivo della delibera approvata oggi pomeriggio dalla Giunta regionale del Lazio su
proposta dell’Assessorato all’Agricoltura, un atto concordato con il Commissario Straordinario per la Peste Suina africana, Angelo Ferrari, e conseguente alla circolazione della pesta suina in alcune aree della nostra regione, e in modo particolare di Roma Capitale.

Nello specifico l’atto prevede che gli ATC vengano dotati di specifiche risorse finanziare per svolgere attività di smaltimento delle carcasse dei cinghiali abbattuti durante le attività di caccia, di selezione e di controllo di questi animali. Viene stabilito infatti un rimborso spese forfettario ai soggetti che, ai sensi dell’Ordinanza 4/2022 del Commissario straordinario per la Peste Suina Africana, effettuano la ricerca attiva delle carcasse in coordinamento con le Forze dell’ordine o le Aziende Sanitarie Locali territorialmente competenti.

La delibera prevede infine di riconoscere un rimborso spese forfettario ai ‘selecontrollori’ (cacciatori che, dopo aver partecipato a specifici corsi, aver superato l’esame e essere iscritto all’albo provinciale, possono collaborare con i guardacaccia – o comunque con gli agenti di vigilanza venatoria – per il controllo e la gestione degli ungulati presenti sul territorio) che partecipano attivamente alle operazioni dovute all’emergenza PSA. I selecontrollori saranno pagati direttamente dagli ATC per le eventuali operazioni effettuate.

Agli ATC infine il compito di individuare ditte autorizzate alla ricezione e allo smaltimento delle carcasse di cinghiali abbattuti durante gli interventi. Le spese sostenute dagli ATC dovranno essere trasmesse e rendicontate trimestralmente alla Direzione regionale Agricoltura, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo, Caccia e Pesca, Foreste. Le risorse stanziate finora sono di 250mila euro.




Peste suina, Coldiretti Lazio: “Bene stop a divieto movimentazione paglia e fieno”

ROMA – Via libera da parte del Commissario Straordinario alla Psa all’utilizzo di paglia e fieno prodotti in zona infetta in aziende non suinicole, purché sia assicurata la tracciabilità. “Avevamo fortemente sollecitato l’utilizzo di paglia e fieno – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – e il via libero arrivato dal Commissario Straordinario alla Psa è una buona notizia che darà sollievo a molte aziende agricole. Un provvedimento che rischiava di portare sul lastrico molte realtà produttive e prima di tutto la filiera zootecnica, in un periodo storico in cui paglia e fieno costano oro, anche a causa delle ripercussioni del conflitto in Ucraina”. 

La priorità per Coldiretti Lazio ora è quella dei ristori necessari per le aziende colpite dalle conseguenze della peste suina e procedere speditamente con gli abbattimenti dei cinghiali.

“Siamo consapevoli della necessità di attuare tutti gli strumenti necessari ad impedire il propagarsi del contagio di peste suina – aggiunge Granieri – che per primi abbiamo sollecitato sin da subito e continuiamo a chiedere, nell’interesse primario delle nostre aziende suinicole, che rischiano di dover abbattere capi di bestiame sani”. Danni incalcolabili​ per un settore che nella nostra regione conta più di 50 mila capi e genera un giro d’affari di oltre un miliardo di euro, che rappresenta una vera eccellenza con i suoi prodotti tipici come la norcineria , espressione della nostra distintività.

“Allo stesso tempo – prosegue Granieri – non possiamo mettere a rischio la filiera zootecnica, già vessata anche dalle speculazione sul latte, che hanno dovuto subire nel periodo della pandemia e che continuano a fronteggiare, oltre alle perdite registrate a causa della chiusura del canale horeca imposto durante il lockdown. Vietare loro l’utilizzo di paglia e fieno, sarebbe stato l’ennesimo colpo inferto. Una misura che avrebbe compromesso un settore strategico e posti di lavoro. E’ fondamentale a questo punto procedere in maniera spedita con gli abbattimenti dei cinghiali nelle zone bianche in collaborazione con gli Atc, utilizzando caccia di selezione e girata, per raggiungere subito obiettivi che siano risolutivi di una situazione da troppo tempo insostenibile”.

Resta, inoltre, l’urgenza di stanziare degli indennizzi per le aziende colpite. “Serve un immediato sostegno economico – conclude Granieri – per gli allevamenti suinicoli colpiti dalla peste dei cinghiali. La priorità ora deve essere la loro salvaguardia, altrimenti rischiano di chiudere”. 




Peste suina, il presidente dell’Atc Vt2 Alberto Scarito: “Pronti a fare la nostra parte”

VITERBO – «Peste suina, pronti a fare la nostra parte». Il Presidente dell’Atc Vt2 Alberto Scarito lancia un appello ai cacciatori per mettere in campo le azioni previste dalla Regione per tenere lontano il virus che sta infestando i cinghiali anche nel Lazio. La peste suina è una malattia virale, altamente contagiosa e spesso letale, che colpisce suini e cinghiali, ma che non è trasmissibile agli esseri umani.

Per fronteggiare l’emergenza peste suina africana, lo scorso 14 giugno la Regione Lazio ha adottato il PRIU “Piano regionale interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africane nella specie cinghiale”. Il piano ha l’obiettivo di ridurre la densità dei cinghiali presenti sul territorio per evitare che il virus continui a diffondersi. «I gravi rischi di diffusione della peste suina africana e l’esigenza di adottare con urgenza sistemi di controllo della specie cinghiale – spiega il presidente dell’Atc Vt2 Alberto Scarito – sono finalizzati a ridurre i rischi sanitari nonché il relativo impatto economico che l’epidemia può arrecare. Al momento, non esiste cura né vaccino al virus della peste suina; è quindi molto difficile contenere la sua diffusione, col rischio, elevato, di provocare gravissimi effetti sul patrimonio faunistico, zootecnico suinicolo e nel settore della lavorazione delle carni di maiale. Per questa ragione abbiamo deciso di collaborare attivamente nell’attuazione del piano e ci siamo resi disponibili a concertare con gli altri ambiti territoriali di caccia delle modalità operative in grado di offrire risposte concrete e realmente attuabili». Diverse le azioni previste dal PRIU. L’obiettivo del piano, infatti, è quello di arrivare a un aumento del prelievo del 30% rispetto alla media del triennio 2019-2021. Per farlo sono ammesse tutte le forme di caccia, dalla braccata alla girata, inclusa quella in selezione, nonché il controllo numerico operato dalla polizia provinciale, anche tramite catture. «L’Atc Vt2 – dice ancora Scarito – dovrà, quindi, intraprendere tutte le azioni necessarie per garantire il completamento del piano di selezione attuale e il raggiungimento degli obiettivi posti dalla Regione. Per questa ragione è necessario che i cacciatori di selezione intensifichino le uscite, e quindi i prelievi, che devono andare oltre gli interventi di tipo puntuale, fino a oggi basati sulla segnalazione da parte di agricoltori».

Al momento il territorio dell’Atc Vt2 è in zona bianca, ovvero, al confine con la zona cuscinetto creata per isolare il territorio (zona rossa) dove sono stati rinvenuti animali infettati dalla peste suina. «Il ruolo dei cacciatori – conclude il presidente dell’Atc Vt2 – in questo particolare momento storico è ancora più fondamentale. Esiste il concreto rischio di vedere allevamenti di suini decimati dalla peste e allo stesso tempo continuare a costatare di danni provocati dai cinghiali all’agricoltura. Con le azioni previste dal piano della Regione possiamo davvero fare qualcosa di importante per il nostro territorio».




Peste suina, D’Amato: “5 cinghiali in zona Perimetrata, totale dei casi sale a 32”

ROMA – “Salgono a 32 complessivi i casi di positività di cui 5 riscontrati in data odierna dall’Istituto Zooprofilattico su carcasse di animali all’interno della zona perimetrata. Domani andrà in giunta il Piano regionale di interventi urgenti (PRIU) per la riduzione del numero dei cinghiali. Con la delibera di domani viene rispettato l’impegno indicato dal Prefetto di Roma nelle linee di indirizzo ed in particolare nelle aree naturali protette regionali deve esser raggiunto il target minimo di 200 prelievi di selezione in 30 giorni e lo stesso obiettivo al di fuori delle aree protette regionali. Nel Lazio il numero stimato della popolazione dei cinghiali è di circa 75 mila, un numero eccessivo e al di fuori di un corretto equilibrio”.

Lo dichiara l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.




Peste suina, D’Amato: “Due maiali infetti in piccolo allevamento in zona perimetrata”

ROMA – “La peste suina provocata dai cinghiali entra in un piccolo allevamento della zona perimetrata. Sono stati rilevati infatti due casi di positività. Queste sono le notizie appena fornite dall’Istituto Zooprofilattico. Tutti i capi saranno immediatamente abbattuti da parte dei servizi veterinari della Asl ed è in corso la riunione della task-force”.

Lo dichiara l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.




Peste suina, D’Amato: “Salgono a 19 i casi”

ROMA-  “Salgono a 19 i casi di peste suina. Sono 18 nell’area di Roma e uno nella provincia reatina. Questo è stato comunicato dall’Istituto Zooprofilattico. Prosegue l’attività di controllo e monitoraggio nelle aree perimetrate. È indispensabile adottare piani di riduzione della pressione dei cinghiali”. Lo dichiara l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.




Cabina di regia peste suina, l’appello di Coldiretti Lazio: “Fare presto”

ROMA- “E’ necessario intervenire con la massima urgenza, perché a rischio non c’è solo la filiera suinicola, ma anche altre realtà, come quella zootecnica. Il divieto di movimentazione su fieno e paglia fuori dalla zona rossa in cui vengono prodotti, metterà in difficoltà le aziende agricole e soprattutto quelle zootecniche”. E’ l’appello del presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, che torna a sollecitare interventi urgenti sia a Roma che a Rieti, dove la settimana scorsa è stato trovata la carcassa del primo cinghiale infetto. Lo stop alla movimentazione di paglia e fieno è arrivato a seguito dell’insediamento della cabina di regia per gestire l’emergenza Peste Suina Africa, che coinvolge il ministero della Salute, il Prefetto, la Regione Lazio, il Comune e le forze dell’ordine.

“La decisione in merito alla distruzione di paglia e fieno è assolutamente facoltativa – precisa Granieri – e non c’è alcun obbligo in merito. Una misura restrittiva, che provocherà serie difficoltà economica alle aziende agricole e soprattutto zootecniche, che si trovano all’interno della zona rossa. Ecco perché è necessario intervenire con la massima urgenza”.

Lo step successivo sarà quello di procedere con un piano di abbattimento selettivo per ridurre il numero di uguali sul territorio. “Bisogna attuare con celerità tutti gli strumenti necessari per impedire il propagarsi del virus e fermare il contagio – prosegue Granieri – altrimenti le conseguenze saranno gravissime con un impatto devastante sull’economia e sul futuro delle nostre aziende”. Cresce la preoccupazione non solo per gli allevamenti suinicoli del Lazio, ma anche per le aziende agricole e in particolare per quelle zootecniche. “Aziende che sono già alle prese con l’aumento dei costi delle materie prime – prosegue Granieri – le ripercussioni del conflitto in Ucraina e la crisi determinata dalla pandemia”.

Lo stesso rischio che corrono sia le aziende capitoline che reatine, dove è attesa a ore l’istituzione della zona rossa. Agricoltori, allevatori e pastori sono scesi in piazza a Roma lo scorso venerdì per manifestare contro l’invasione dei cinghiali, insieme alle istituzioni e ai cittadini provenienti da tutta Italia e ai giovani e alle donne di Coldiretti, che ha organizzato il blitz. L’appello è quello di avviare subito l’abbattimento, ma Coldiretti si è detta pronta anche a chiedere l’intervento dell’esercito per fermare l’invasione di ungulati.

Il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, torna a chiedere il commissariamento di Roma Natura, l’Ente Regionale per la Gestione del Sistema delle Aree Naturali Protette nel Comune di Roma. “I dati sono chiari – aggiunge Granieri – il numero di cinghiali catturati complessivamente in tutto il 2021 sono stati solo 99 e solo in un’area protetta, quella della Riserva della Marcigliana”.

Nessuna cattura è stata registrata nelle aree di Roma nord relative all’Insugherata, al Pineto e a Monte Mario, da quando è stato approvato il Piano. Piani che sono stati completamente disattesi, mettendo a rischio l’intera filiera. E dal momento che nel 2020 è decisamente cambiata la situazione nelle aree urbane più urbanizzate e che proprio durante il lockdown abbiamo assistito ad una proliferazione incontrollata degli ungulati, sarebbe stato chiesto di recente dagli organi competenti a Roma Natura, di attuare il piano non attuato e di rivedere gli obiettivi di prelievo per il Parco del Pineto e Monte Mario.

“E’ imbarazzante che nessuno intervenga per prendere dei provvedimenti immediati. Alla luce di quanto accaduto – conclude Granieri – auspichiamo che la Regione Lazio proceda con un commissariamento e un cambio al vertice di Roma Natura”.




Peste suina, Coldiretti Lazio: a Rieti al via subito interventi di contenimento dei contagi

Granieri: “A rischio il patrimonio suinicolo reatino e la distintività del territorio”. “Al via subito gli abbattimenti dei cinghiali. Non possiamo permetterci di aspettare ancora, davanti alla velocità di diffusione della peste suina”. E’ l’appello del presidente diColdiretti Lazio, David Granieri. “Ad una settimana dal primo caso di peste suina a Rieti – prosegue – ancora non sono stati presi provvedimenti per il contenimento del virus dei cinghiali, che si tramette ai suini e rischiano di essere abbattuti anche se sani. La situazione è già fuori controllo nella Capitale ed era prevedibile che i casi aumentassero. Così come è prevedibile che a breve ne conteremo molti altri nella regione. E questo anche perché chi doveva manutenere e controllare, non lo ha fatto e ora il futuro delle nostre aziende, è messo a rischio anche dall’inefficienza di alcune strutture ed Enti Parco, come ad esempio Roma Natura, che non sono riuscite a rispettare un Piano di contenimento”.

In questi giorni si sono susseguiti incontri tra la prefettura, la Asl, i sindaci del territorio di Rieti, il ministero della Salute e il commissario per l’emergenza della peste suina, Angelo Ferrari, per valutare gli strumenti da adottare. La zona rossa potrebbe scattare in queste ore in diversi comuni da Antrodoco a Cittaducale, da Micigliano a Castel Sant’Angelo, oltre a Borgo Velino, dove giovedì scorso è stata trovata la carcassa del primo cinghiale risultato infetto.

“E’ in pericolo l’intero pa​trimonio suinicolo della nostra regione – prosegue Granieri – dove rischiano di essere abbattetti anche maiali sani con un impatto sulla filiera devastante e conseguenze economiche che ricadranno sull’intero settore. Un settore che nel lazio fa registrare un giro di affari di oltre un milione di euro. E se questo accadrà a Rieti, andranno sprecati anche i soldi già stanziati dalla Regione Lazio e spesi dalle aziende del territorio per incrementare la presenza di suini nella aziende dell’area del cratere ad Amatrice”.

La velocità con cui si diffonde la peste suina, basti pensare che un solo cinghiale riesce a percorrere in un solo giorno anche 80 chilometri, mette a rischio gli allevamenti della zona. Solo a Rieti le aziende suinicole sono oltre 370 per un totale di oltre 5 mila capi e rappresenta la seconda provincia nel Lazio, dopo Frosinone, in ordine di importanza per numerosità aziendale.

“Ad essere esposti ai rischi maggiori sono soprattutto gli allevamenti suincoli di maiale nero reatino – spiega il presidente di Coldiretti Rieti, Alan Risolo – con razze autoctone allevate allo stato brado o semibrado, quindi allevate necessariamente in spazi aperti. Aziende che realizzano prodotti tipici di pregio e rappresentano una distintività per il nostro territorio. Non possiamo permetterci di perdere una delle nostre eccellenze. E a questo si aggiungono anche le ripercussioni su altre fiere, come quella zootecnica, che subirà altri danni a casa del prevedibile blocco della movimentazione del fieno e della paglia, come è già accaduto nella zona rossa a Roma, in un momento storico come questo in cui il loro prezzo è aumentato e i costi delle materie prime continuano a lievitare”.

 




Peste Suina – Stefano Tiozzo di Cia Roma: “indennizzi subito per aziende in zona rossa”

ROMA – Il presidente dell’organizzazione agricola al tavolo regionale chiede ristori immediati. “Bene le misure predisposte ma è importante che gli indennizzi previsti per tutte le aziende che ricadono nella zona rossa arrivino subito”.
Precise le richieste che il presidente di Cia Roma Stefano Tiozzo ha fatto in occasione della riunione che si è tenuta alla Regione Lazio sull’emergenza peste suina africana.
“Abbiamo trovato molta preparazione e competenza ma – sottolinea Tiozzo – abbiamo ribadito che non si possono lasciare un giorno di più le aziende senza adeguati ristori. Il danno è elevato e per almeno sei mesi le aziende subiranno il fermo delle propria attività prima di ripensare di riprendere con nuovi cicli produttivi. Abbiamo richiesto inoltre che venga accorciato il periodo di 90 giorni di divieto di movimentazione del fieno al di fuori della zona rossa”.
Indennizzi subito e regole più flessibili le richieste avanzate da Cia Roma a fronte di una emergenza che sta pregiudicando ulteriormente il settore agricolo e zootecnico investito anche dal caro materie prime.
“Ci auguriamo – evidenzia Tiozzo – che le richieste vengano subito accolte con un sostegno al reddito delle imprese coinvolte. La situazione – conclude – verrà monitorata di continuo con incontri in Regione ogni settimana o al massimo ogni quindici giorni. L’obiettivo è uscire da questa nuova emergenza al più presto e fare in modo che il settore investito nella zona rossa venga sostenuto economicamente nella giusta misura con indennizzi in linea con i prezzi di mercato”.

 




Peste suina, D’Amato: “Casi salgono a 15, prosegue attività di monitoraggio e controllo”

ROMA – “Salgono a 15 i casi positivi di peste suina sui cinghiali. Quattordici nell’area perimetrata romana e uno a Rieti a Borgo Velino. I servizi veterinari delle Asl proseguono nell’attività di monitoraggio e controllo. Attendiamo la perimetrazione della nuova zona rossa nel reatino”.

Lo dichiara l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.




Peste suina, Onorati: “Proficuo incontro con associazioni di categoria”

ROMA- “Abbiamo appena concluso in Regione un proficuo tavolo di confronto – organizzato di concerto con il capo di gabinetto della Presidenza, le direzioni agricoltura, ambiente e salute – con le associazioni di categoria, che ringrazio per aver prontamente risposto all’invito, sul tema della peste suina africana.

Un pomeriggio in cui abbiamo affrontato in un clima di reciproco ascolto e collaborazione, una serie di punti di interesse per le associazioni, relativi in particolar modo all’attuazione delle ordinanze della Regione Lazio e del Commissario Straordinario: dalle prime misure per il contenimento sul territorio interessato con l’individuazione di una “zona infetta provvisoria” e una “zona di attenzione” alle successive, con l’istituzione di una zona più ampia, sino alle ulteriori di controllo e prevenzione, sia per la “zona infetta” che per la “zona confinante” che ha sostituito la “zona di attenzione”, ampliando l’estensione territoriale interessata.

E’ stato ribadito l’impegno dell’amministrazione Zingaretti a sostegno delle aziende agricole e degli allevamenti suinicoli, con la richiesta da parte dello stesso Presidente al ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Stefano Patuanelli, di indennizzi ed opportune forme di risarcimento, tenendo conto in particolare del divieto di movimentazione di fieno e paglia per almeno 90 giorni al di fuori della zona infetta, oltre all’impossibilità delle aziende agricole di poter svolgere le attività multifunzionali che caratterizzano le imprese agricole presenti nella area romana”.

Lo dichiara in una nota l’Assessora Agricoltura, Foreste, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo, Pari Opportunità della Regione Lazio, Enrica Onorati.