Lazio, Righini: nel 2025 Pil regionale crescerà di circa il 2%

ROMA- «Siamo in via di approvazione del nostro Documento di programmazione economico-finanziaria: nel 2025 il Pil del Lazio crescerà circa il 2%, molto più di tante altre regioni. Credo che questo sia frutto anche della politica attenta che abbiamo portato avanti in una Regione a grande complessità economico-finanziaria, con un indebitamento record. Siamo la Regione con il più alto indebitamento tra tutte, con i nostri 22 miliardi di euro soffochiamo molte delle possibilità e delle potenzialità». Lo ha detto l’assessore della Regione Lazio al Bilancio, Giancarlo Righini, nel corso della presentazione della ‘Fiera mondiale e del campionato del peperoncino di Rieti’, oggi nella sala stampa della Camera dei Deputati.

«Abbiamo invertito questa tendenza, in un solo anno di Governo riducendo di mezzo miliardo il debito regionale, abbiamo avuto per la prima volta un upgrade dalle agenzie di rating e Moody’s ci ha premiato per queste scelte coraggiose. Non contraiamo più un nuovo debito e investiamo le risorse in maniera oculata», ha concluso l’assessore Righini.




La Commissione Europea riduce le stime sulla crescita del PIL: Italia in calo

La Commissione Europea ha pubblicato le sue previsioni economiche estive, che indicano un rallentamento nella crescita economica sia per l’Italia che per l’intera eurozona. Secondo le nuove stime, l’economia dell’eurozona dovrebbe crescere dell’0,8% nel 2023 (rispetto all’1,1% previsto in precedenza) e dell’1,3% nel 2024 (invece dell’1,6% inizialmente previsto). Nel caso specifico dell’Italia, si prevede una crescita dello 0,9% nel 2023 (anziché l’1,2%) e dello 0,8% nel 2024 (rispetto all’1,1% previsto inizialmente).

Queste revisioni al ribasso sono attribuite principalmente a un “slancio ridotto” nella crescita economica durante la prima metà dell’anno. Nel secondo trimestre, l’Italia ha registrato una contrazione dello 0,4%, principalmente a causa della diminuzione della domanda interna. Nonostante sia previsto un modesto rimbalzo nell’ultima metà dell’anno e nel 2024, le previsioni annuali sono state abbassate.

Il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, ha sottolineato la necessità di mantenere la fiducia nell’economia europea e ha enfatizzato l’importanza dell’attuazione efficace dei piani nazionali di ripresa e resilienza. Ha anche consigliato politiche fiscali prudenti e favorevoli agli investimenti, in linea con gli sforzi delle banche centrali per contenere l’inflazione.

Gentiloni ha affermato che il rallentamento della crescita non è limitato all’Italia, ma coinvolge diversi paesi europei. Tuttavia, ha espresso fiducia nella capacità dell’economia italiana di reagire positivamente a questa sfida.

Le previsioni indicano che l’inflazione nell’eurozona sarà del 5,6% nel 2023 (in ribasso rispetto al 5,8% previsto inizialmente) e del 2,9% nel 2024 (rispetto al 2,8%). In Italia, si prevede un’inarrestabile inflazione del 5,9% quest’anno e del 2,9% nel 2024.

La Commissione Europea ha identificato ulteriori rischi ed incertezze, tra cui la guerra in Ucraina, la stretta monetaria e i crescenti rischi climatici. L’eventuale aumento dei tassi d’interesse potrebbe influire pesantemente sull’attività economica, ma anche accelerare il ripristino dei redditi reali. Tuttavia, le pressioni sui prezzi potrebbero persistere a lungo.

Complessivamente, si prevede che il rallentamento nella crescita economica nell’Unione Europea si protragga fino al 2024, con la politica monetaria restrittiva che continuerà a frenare l’attività economica. L’incertezza rimane elevata, principalmente a causa del conflitto in corso tra Russia e Ucraina.




Istat, Confesercenti: “Turismo e riaperture favoriscono il Pil, ma la ripresa dei consumi è lenta”

VITERBO – “Turismo e riaperture spingono la crescita del Pil nel trimestre estivo, ma la ripartenza dei consumi è ostacolata da incertezza e dall’aumento dei prezzi. I dati di Istat sull’andamento dell’economia italiana tra luglio e settembre (+2,6% congiunturale e +3,8% rispetto allo scorso anno) confermano che è ancora in atto una crescita sostenuta, nonostante la lieve frenata – comunque ampiamente attesa – rispetto alla variazione congiunturale del Pil (+2,7%) registrata nel trimestre precedente, coincidente con l’inizio delle riaperture. A trainare la ripresa, una stagione turistica soddisfacente, anche se ancora lontana dai livelli del 2019, dati i limitati arrivi di stranieri”. Così afferma l’Ufficio Economico Confesercenti.

I risultati degli ultimi trimestri sono migliori rispetto alle aspettative prevalenti sino a inizio anno, e derivano principalmente dal fatto che la fase di rimozione delle misure di restrizione è stata più rapida delle attese, e ha riattivato settori la cui attività è prevalentemente destinata al consumo finale. Con le riaperture è stato, difatti, possibile fare ripartire la spesa in quei settori (ristorazione, alberghi e spettacoli) molto penalizzati dalle misure restrittive. Tuttavia, tanto i consumi di servizi quanto quelli di beni semidurevoli, presentano ancora un ampio gap da recuperare rispetto ai periodi antecedenti la crisi: le famiglie continuano ad essere prudenti, mantenendo tassi di risparmio superiori ai livelli prepandemia.

“L’aumento dei prezzi, che, pure se concentrato sui prezzi dell’energia, ad ottobre ha sfiora il 3% di variazione sull’anno – afferma Vincenzo Peparello, presidente della Confesercenti di Viterbo e responsabile regionale Area turismo – può rappresentare un freno alla crescita del potere d’acquisto delle famiglie e alla ripresa dei consumi: secondo le nostre stime, l’incremento dell’inflazione potrebbe costare all’economia 1 miliardo di euro di mancata spesa delle famiglie. Una piena ripartenza dei consumi è comunque legata fondamentalmente alla normalizzazione degli stili di vita delle famiglie, a sua volta influenzata in primo luogo dall’andamento dell’emergenza sanitaria. Ma che va favorita anche investendo risorse – a partire da quelle messe a disposizione per il taglio delle tasse – per il miglioramento strutturale di aspettative e condizioni reddituali.

 




Pil, Confesercenti: “Con le riaperture in sicurezza forte spinta alla ripresa economica”

VITERBO – La flessione registrata dal Pil nel primo trimestre era, purtroppo, largamente attesa. Si tratta, anzi, di evitare il rischio che prosegua anche con il trimestre in corso. Serve una svolta rapida nelle riaperture delle attività in sicurezza, che invece possono dare una forte spinta alla ripresa economica ed una iniezione di fiducia alle famiglie: due ore di aperture serali a tutto campo dei pubblici esercizi valgono, in un mese, 2,5 miliardi di consumi recuperati.

Così l’Ufficio economico Confesercenti commenta la nota mensile dell’Istat sull’andamento dell’economia italiana ad aprile.

Anche questa fase, infatti, presenta ampie differenze fra i settori produttivi: in alcuni casi, sono stati del tutto recuperati i livelli produttivi pre-crisi, mentre in altri (turismo, alcuni servizi, tempo libero) la ripresa non è mai partita. I risultati in termini di crescita per l’anno in corso dipenderanno, quindi, dal momento in cui si avvieranno le riaperture.

Riaperture, inoltre, a cui non corrisponde “automaticamente” una ripresa di attività ai livelli precedenti.

“Alcuni fattori depongono a favore di un recupero molto rapido – afferma Vincenzo Peparello, presidente della Confesercenti di Viterbo e membro della presidenza nazionale – fra questi, oltre all’effetto d’impatto “psicologico” legato al riavvio delle attività, anche lo stock di risparmio accumulato dai consumatori nell’ultimo anno, ma in alcuni settori la situazione è ancora molto precaria.  Nella prima parte di quest’anno il quadro economico per le famiglie è simile a quanto registrato nel 2020. Le restrizioni ai comportamenti di spesa mantengono, infatti, i consumi su livelli depressi, prossimi a quelli dei mesi finali del 2020, quando la caduta rispetto ai valori pre-crisi risultava pari al 10 per cento. Per questo – conclude Peparello –  bisognantervenire al più presto da un lato sul versante delle riaperture in sicurezza, dall’altro sulla fiducia delle famiglie in modo tale da generare, anche se gradualmente, quegli effetti di consolidamento della ripartenza”.

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Crollo del Pil, Capone (Ugl): “Subito riforma fiscale e investimenti per favorire ripresa e occupazione”

“Il quadro delineato dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) relativo al 2020 è ancora peggiore rispetto alle stime precedenti. Quest’anno, infatti, è atteso un vero e proprio crollo del pil italiano pari al -12,8% con un balzo del debito pubblico al 166,1%. Secondo l’Organizzazione Mondiale del Lavoro il calo delle ore lavorate nel secondo trimestre porterà ad una perdita di 300 milioni di posti di lavoro a livello globale per effetto del virus Covid-19. Appare chiaro che non c’è un minuto da perdere per affrontare la crisi più grave dal dopoguerra. Non è più tempo per misure spot o per provvedimenti tampone come quelli varati finora dal Governo. In tal senso è emblematico il dato fornito dalla Corte dei Conti secondo cui soltanto il 2% di chi ha beneficiato del reddito di cittadinanza, ha poi ottenuto un lavoro grazie ai Centri per l’impiego. E’ inoltre inammissibile lasciare in una situazione di totale incertezza il mondo della scuola scaricando su insegnanti e studenti i costi delle inefficienze e dei ritardi. Per rilanciare davvero il Paese occorre in primis avviare una riforma organica del sistema fiscale al fine di tagliare le tasse a imprese e lavoratori. In secondo luogo è necessario varare un piano industriale di medio e lungo periodo attraverso investimenti ad alto moltiplicatore del pil in grado di favorire la ripresa economica e l’occupazione”. Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito ai dati del FMI sul crollo del prodotto interno lordo italiano nel 2020.