Inaugurata la nuova mostra di Fiorenzo Mascagna “Il tempo come impronta” al Museo della Rocca Albornoz

di MARIA ANTONIETTA GERMANO –

VITERBO- “Queste scarpe hanno girato per 25 anni attorno alla pietra e costituiscono l’essenza della mia biografia”. Le scarpe di lavoro di Fiorenzo Mascagna, quali testimoni tra tempo storico e tempo privato, è l’immagine che si affaccia dalla locandina della nuova e bellissima mostra del grande artista che dà origine, dal 7 al 29 dicembre, ad una serie di incontri culturali al Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz di Viterbo.

Ieri, 7 dicembre, nello spazio museale della Rocca Albonoz, è stata inaugurata la nuova, coloratissima ed esclusiva mostra dell’artista Mascagna dal titolo “Il tempo come impronta”. 32 opere, tra sculture e pitture di medie e grandi dimensioni che emettono surreali bagliori dalle pareti del museo. Opere vive, mai viste esposte tutte insieme. Sala piena e tanti, tanti applausi.

La conferenza inaugurale è stata introdotta dalla direttrice del Museo Sara De Angelis che ha sottolineato la proficua collaborazione nata con l’artista già dallo scorso anno con la mostra “Sulle tacce del visionario”, dedicata a Fellini, molto apprezzata dal pubblico. Con questa seconda mostra, arricchita da una serie di conferenze tematiche, il museo, protagonista, diventa sempre di più luogo comune a tutti.

Dal tavolo dei relatori, l’autore della mostra, Fiorenzo Mascagna racconta se stesso:”La mostra per me è sempre stata un contenitore dove all’interno avvengono delle cose che si chiamano conferenze, incontri. E’ un continuare a stare insieme. Le conferenze sono un aggiungere e non un togliere e vanno ad aggiungersi alla cultura di ognuno. Da dove nasce questo mio percorso d’arte così particolare, strano, un po’ fuori dallo schema tradizionale? Nasce dalle idee di un filosofo francese, Gaston Bachelard, che negli anni ’30 ipotizzò la conciliazione degli opposti. Cioè mettere insieme cose che normalmente non stanno insieme tra loro. Prima le mie opere erano sculture, lavoravo solo la pietra che è la cosa più semplice e più veloce da lavorare. Più veloce del legno. Ma non avevo gli strumenti per la pittura, che sono arrivati piano piano. Sarebbe stato molto più semplice continuare a fare monumenti, fontane, piazze come ho già fatto. Invece sono tornato indietro ad imparare a lavorare il legno dai falegnami, imparare a verniciare come fa il carrozziere. Non ho voluto continuare un mio percorso tradizionale che era la scultura in pietra, ho voluto avventurarmi nella ricerca. Altrimenti si è artigiani di un solo materiale. La differenza non è da poco. Non esiste l’artigiano del ferro, della pietra, del legno, esiste lo scultore, punto.

Non ho avuto un percorso artigianale perchè prima mi occupavo di poesie e testi teatrali, vengo dalla parola. Ho fatto in modo insolito un percorso al contrario, dalla parola all’arte.“Il tempo come impronta” è nato da un percorso che inizia dalle opere del 2008. In quegli anni mi sono accorto che facevo soltanto sculture e opere su basamento, e avevo intorno pareti vuote. E allora è nata la prima commissione con “Benvenuto all’ospite”, la grande opera  in legno lavorata con gli strumenti per la pietra. Da quel momento è nata la commissione tra pietra e legno. Dopo successivamente è arrivato il colore. Il colore non è altro che vernice, vernice per carrozzeria, tra l’altro anche piuttosto costosa. Perchè sono quelle usate per le auto. Questa è in sintesi la mia mostra”. Applausi da tutto il pubblico.

 La parola poi passa al prof Aurelio Rizzacasa che ha espresso sulla mostra il suo pensiero di filosofo: “Fiorenzo Mascagna ha inaugurato la mostra in un modo brillante e originale, ha fatto delle deduzioni storiche sul suo lavoro. Ed è bene sottolineare che il suo lavoro è ispirato dalla parola del filosofo francese, Gaston Bachelard, modalità di metodo con le quali Fiorenzo ha messo insieme cose diverse, anche culture differenti. Scultura e pittura, materiali vari e colori vari.  Non è venuto un caos all’interno del quale bisogna creare ordine. E’ un ordine nuovo. L’idea dell’impronta delle scarpe, ci danno l’idea del cammino. In questo cammino ci sono scoperte, ostacoli, incidenti e arrivi. In questo cammino ha fatto un connubio tra i materiali che forse non rispettano le differenze. Ha voluto trovare una modalità pluralistica dell’incontro”.

Il calendario degli “appuntamenti in mostra”.
Giovedì 12 dicembre alle ore 17:00

“Il colore nella storia e nell’arte” –  Fiorenzo Mascagna e Sara De Angelis.
Sabato 14 dicembre ore 17:00

“Il pensatore non verbale.La dislessia e l’arte” a cura di Fiorenzo Mascagna
Venerdì 20 dicembre ore 17:00-

“La pietra come luogo di incontro tra uomo e storia” – Fiorenzo Mascagna e Sara De Angelis.
Sabato 28 dicembre ore 17:00-

“Tra filosofia e poesia Estetica del tempo” Aurelio Rizzacasa, letture Rita Camilletti.
Domenica 29 dicembre ore 17:00 –  finissage della mostra.

Nei giorni degli incontri e la visita negli orari della mostra sarà possibile con il biglietto di ingresso del Museo.

 




Presentato in Convegno al Museo della Rocca Albornoz il nuovo “Manuale” Conservazione Beni Culturali di Andrea Natali (VIDEO)

di MARIA ANTONIETTA GERMANO –

VITERBO – La Collana dei Manuali per la Scuola biennale di Alta Formazione in “Archeologia Giudiziaria® e Crimini contro il Patrimonio Culturale” si arricchisce con l’arrivo del nuovo volume del suo direttore Andrea Natali, dal titolo “Manuale di Conservazione dei Beni Culturali” (283 pagine) da poco pubblicato dal Centro Studi Criminologici, con il supporto della Direzione Generale Educazione, Ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura.

Questo speciale evento è stato presentato, ieri, 6 dicembre, nella sala conferenze del Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz, arredato dalle belle opere di Fiorenzo Mascagna (inaugurazione oggi alle ore 17), nell’ambito del IV convegno Nazionale “La Conservazione dei Beni Culturali: storia e sviluppi”, organizzato dal Centro per gli Studi Criminologici e promosso dall’Istituto Culturale del Ministero della Cultura ed Ente di formazione accreditato alla Regione Lazio per la formazione Superiore e continua, in collaborazione con Archeotuscia ODV. Modera il convegno Andrea Natali.

Dopo i saluti alle autorità civili e militari presenti e ai relatori, Sara De Angelis, direttrice del Museo Archeologico Rocca  Albonoz, pone subito l’accento “sull’ordine primario del Museo che è la conservazione dei beni presenti nei nostri spazi museali, nei depositi e nelle esposizioni, permettendo poi, attraverso lo studio, la ricerca e le varie fasi, di valorizzarli e farli conoscere al pubblico. Quando è possibile, perchè – spiega – la parte esposta è la minima parte di quella che abbiamo nei depositi. I nostri materiali sono tutti provenienti dai sequestri in scavi illeciti, come quelli viterbesi che sono numerosi. Noi ospitiamo tutti i sequestri a partire dal 1955, il museo nasce nel 1986. E sono stati portati nei nostri depositi anche quelli del Museo civico. Quindi abbiamo circa 700 scatoloni dai sequestri e 5 depositi. E non è poco, né facile. Un’idea che sta nascendo è quella di creare con i vari musei del territorio, una sezione dedicata alla conoscenza e recupero di questi materiali”. Conservazione, valorizzazione, fruizione.

Ai saluti e ringraziamenti si aggiunge Luciano Proietti, presidente dell’associazione Archeotuscia ODV che ricorda ai presenti tutti gli appuntamenti in programma  messi nel calendario della stessa associazione.

All’avv. Fabrizio Ballarini, presidente del Comitato scientifico della Scuola biennale, il compito di aprire il convegno e subito fa il punto sul nuovo“Manuale di Conservazione dei Beni Culturali” di Andrea Natali con il quale, precisa, “fornisce un supporto conoscitivo e didattico ai frequentatori della Scuola per orientarli al meglio su competenze specifiche. Manuale che rende una visione globale degli aspetti nella conservazione, restauro e tutela, evidenziando attraverso la storia, le analisi e indagini, la scelta degli interventi di conservazione da adottare”.  Applausi.

Interviene  l’arch. Margherita Eichberg, soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale che dichiara di aver accolto con entusiamo l’invito ad introdurre la presentazione del volume.“Natali – precisa l’architetto – ricorda che il Codice dei beni Culturali e del paesaggio indica per i proprietari l’obbligo di corretta conservazione. Dalla nozione di Bene culturale passa a quella di Patrimonio, senza rifuggire dal valore monetario che ad esso si associa. Il  patrimonio culturale è una realtà dinamica che si applica con “ritrovamenti e acquisizioni”. “Nella prima parte del Manuale – spiega ancora Margherita Eichberg – tra le categorie di beni culturali che l’autore passa in rassegna, si accenna ai beni immateriali, derivato dall’evoluzione recente del concetto di “testimonianza di civiltà””. Infine conclude: “Il Manuale fornisce non un campionario di soluzioni ma l’enucleazione di un metodo, consente di comprendere l’approccio diagnostico e la filosofia d’intervento. Pone l’accento sulle molteplici fattispecie di beni culturali, dalla geografia, all’archeologia, alla storia dell’arte, della società, della città del territorio. Ed espone una serie di questioni sulla programmazione degli interventi di conservazione, dell’uso dei beni culturali, del recupero di opere d’arte disperse, della repressione degli illeciti di varia natura.”.

A questo punto prende il microfono il moderatore del convegno,Andrea Natali, nonché autore del “Manuale” e spiega in una brillante ed esaustiva disamina il contenuto del volume: “Non sono un architetto, ma ho fatto studi sull’architettura, non sono un fisico, ma ho fatto ricerche sulla fisica, tutto per meglio studiare l’ambiente dei beni culturali e il loro ambiente di conservazione che hanno l’esigenza di un mix di aspetti di carattere storico, artistico,umanistico, filologico ma anche tecnico-diagnostico-materio-conservativo. Viterbo è l’unica università che ha istituito un corso di laurea di Conservazione dei beni culturali e ambientali,  ma manca un albo professionale. La vigente legge europea richiede laurea e specializzazione per dirigere le strutture museali”.

Segue “L’occhio del conoscitore”, ovvero Stefano Alessandrini, perito in arte antica presso il tribunale di Roma che racconta, attraverso delle immagini proiettate sullo schermo, dei falsi d’autore scoperti anche in case d’aste.

Infine è la volta di Paola Pogliani,  docente e vice direttore dei Laboratori di Restauro, Università degli Studi della Tuscia,  che “Tra le maglie del restauro, oggi” fa un’acuta riflessione sulla storia e sulle tecniche usate nell’intervento di restauro con soluzioni compatibili con l’ambiente. Conservazione preventiva e diagnostica sulle opere da restaurare, manutenzione, spolveratura di opere lasciate all’aperto. Nel 2024 è nata la rivista Kores che non è una sola rivista scientifica per il restauro ma è un vero e prioprio forum di ricercatori, perchè si sente la necessità di tornare a riflettere su alcune tematiche.

Al termine, tra gli applausi e le foto di gruppo, dal Centro per gli Studi Criminologici è consegnato ai relatori un apprezzato attestato di partecipazione.

 

 

 




Alla Rocca Albornoz la mostra di Fiorenzo Mascagna “Il tempo come impronta”

VITERBO- A partire dal 7 dicembre 2024 sarà ospitata nei locali del Mezzanino del Museo Nazionale Etrusco di Rocca Albornoz la mostra di Fiorenzo Mascagna “Il tempo come impronta” tra tempo storico e tempo privato.
La mostra, tra opere e parole, che sarà presentata dal filosofo Aurelio Rizzacasa, potrà essere visitata dal giorno 7 dicembre fino al 29 del corrente mese. Come da tradizione per le mostre di Fiorenzo Mascagna, la cornice espositiva ospiterà al suo interno importanti approfondimenti tematici presentati sotto forma di conferenza.
A seguire il calendario degli appuntamenti in mostra:
Giovedì 12 dicembre alle ore 17:00 – “Il colore nella storia e nell’arte” incontro con Fiorenzo Mascagna e Sara De Angelis.
Sabato 14 dicembre ore 17:00 – “Il pensatore non verbale – la dislessia e l’arte” a cura di Fiorenzo Mascagna
Venerdì 20 dicembre ore 17:00 “La pietra come luogo di incontro tra uomo e storia” incontro con Fiorenzo Mascagna e Sara De Angelis.
Sabato 28 dicembre ore 17:00 “Tra filosofia e poesia Estetica del tempo di Aurelio Rizzacasa, letture Rita Camilletti.
Domenica 29 dicembre ore 17:00 finissage della mostra

Ingresso gratuito per l’inaugurazione e per gli incontri in calendario. Nei restanti giorni e orari la mostra sarà visitabile con il biglietto di ingresso del Museo.




Al museo della Rocca Albornoz di Viterbo spettacolo dedicato a Goliarda Sapienza

VITERBO- Continua la stagione degli eventi estivi presso il cortile della Rocca Albornoz di Viterbo. Giovedì 12 settembre ospiteremo, a cura della Cooperativa Teatro Valmisa, uno spettacolo dedicato a Goliarda Sapienza nel centenario dalla sua nascita.

La performance, tratti e passi dentro i fogli di una donna, di un’artista post moderna, sarà guidata dalla regia di Chiara Casarico ed e si fregerà dell’Odaiko, il grande tamburo giapponese, che si dice riproduca il battito del cuore, che ben testimonia la vita di Goliarda.
 Seguirà locandina definitiva
12 settembre, ore 21:00
Museo Nazionale Etrusco di Rocca Albornoz
Piazza della Rocca 21b – Viterbo
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti !



Museo Nazionale Etrusco di Rocca Albornoz, fino all’8 settembre la mostra su Dario Fo

VITERBO – Il 18 maggio scorso la Compagnia Teatrale Fo Rame, in collaborazione con la Direzione Regionale Musei Lazio, e con il Patrocinio della Fondazione Fo Rame, ha inaugurato, presso la Rocca Albornoz di Viterbo, la mostra “Dario Fo e Franca Rame dal disegno alla scena. Hellequin – Harlekin – Arlekin – Arlecchino, commedia dell’arte all’improvviso” che resterà allestita fino all’8 settembre 2024.

Un percorso espositivo che, attraverso disegni, bozzetti e materiali inediti, accompagna il visitatore alla scoperta del processo creativo per immagini di Dario Fo prendendo come esempio la commedia
dedicata a Arlecchino e alla Commedia dell’Arte. Hellequin – Harlekin – Arlekin – Arlecchino debutta nel 1985 in occasione della Biennale di Venezia, nel quattrocentesimo anno della nascita della famosa maschera.

Il percorso creativo di Dario Fo, dall’idea alla sua incarnazione sulla scena, è profondamente legato alla potenza delle immagini. Il suo metodo unico incorpora il disegno come strumento primario per plasmare e comunicare le sue visioni teatrali. Attraverso un’analisi più dettagliata, possiamo approfondire la trasformazione del processo creativo in un viaggio vibrante, dall’abbozzo iniziale alla rappresentazione finale.

La mostra, a cura di Stefano Bertea e Mattea Fo, sarà un’occasione imperdibile per immergersi nella creazione e nella messa in scena dello spettacolo Hellequin – Harlekin – Arlekin – Arlecchino. Uno spettacolo che nacque da una lunga ricerca che coinvolse studiosi delle Università di Venezia e Roma.

L’approccio di Dario Fo nel riportare alla luce la potenza comunicativa e inventiva del teatro antico e popolare, integrandola con temi contemporanei, è stato riconosciuto come una delle principali qualità che ha contribuito al suo Premio Nobel. Il suo lavoro rappresenta un legame vitale tra la tradizione teatrale e l’innovazione, con l’obiettivo di interpretare e cambiare la realtà attraverso la scena, che diventa così una forma di coscienza critica e metafora rivoluzionaria.

Parlando di questo spettacolo Dario Fo disse: “… L’obiettivo è capovolgere il concetto ufficiale secondo il quale la Commedia dell’Arte è legata alle commedie propriamente dette, cioè quelle in tre o quattro atti. Non ho preso l’Arlecchino settecentesco ma quello precedente, quella parte di Arlecchino che viene dai misteri, dagli spettacoli medievali e arriva alle cantate dei pastori napoletani e ai clown. Mi sono rifatto alla tecnica della commedia dell’arte. Si parte da un canovaccio, una storia in estrema sintesi, ad esempio quello di due compari che per spaventare Arlecchino, noto fifone, si travestono prima da cane e poi da asino, facendosi beffe del malcapitato. Quando poi Arlecchino si trova di fronte a un vero leone feroce scappato dalla nave di un sultano, credendo che sia un ennesimo travestimento dei suoi amici, lo strapazza in malo modo per farsi bello davanti alla sua amata…”

Il percorso espositivi regala ai visitatori un’occasione senza precedenti di immergersi nell’affascinante mondo della Commedia dell’Arte.

Mostra a cura di Stefano Bertea e Mattea Fo
Allestimento a cura di Compagnia Teatrale Fo Rame
Grafica: Doppio Segno snc Roma
Fotografie: Corrado Maria Falsini, Tommaso Le Pera, Cielo Pessione, Mimmo Rossi, Carlo Verri
Opere di Dario Fo provenienti dalla collezione privata della Famiglia Fo Rame
Con il Patrocinio della Fondazione Dario Fo e Franca Rame

Si ringrazia per la collaborazione Stefano Petrocchi – Direttore della Direzione Regionale Musei Lazio Sara De Angelis – Direttrice del Museo Nazionale Etrusco di Rocca Albornoz Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz

Indirizzo: Piazza della Rocca, 21b
Orario di apertura: Dal martedì alla domenica 8.30 – 19.30. Chiuso il lunedì
Ingresso: € 7,00
Riduzioni: € 2,00 tra i 18 e i 25 anni
Gratuito fino a 18 anni
Telefono: (+39) 0761.325929
Email: drm-laz.muviterbo@cultura.gov.it

“Dico Sempre che mi sento attore dilettante e pittore professionista. I miei lavori teatrali spesso nascono come immagini. Disegno prima di scrivere. Mi sono abituato piano piano a immaginare le commedie, i monologhi in un contesto visivo, e solo in seguito in quello del recitato. Inoltre, disegnare ha per me una preziosa, decisiva funzione di stimolo creativo. Se mi capita di essere “smontato” e proprio disegnando che mi vengono le idee.”
(Dario Fo)




Dacia Maraini, tra il Giappone e l’Italia, si racconta in “Vita mia”

di MARIELLA ZADRO-

VITERBO- Ad un anno di distanza, una delle scrittrici italiane più importanti, Dacia Maraini, è tornata a Viterbo, mercoledì 3 luglio, per presentare il suo libro” Vita mia” presso il salone del Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz.

Ad accoglierla un folto pubblico, la direttrice del museo dott.ssa Sara De Angelis, la saggista Rosella Lisoni, la prof. Anna Maria Fausto docente Unitus e l’attore Pietro Benedetti.

“È un libro che non ho scritto di getto, ha illustrato l’autrice, ma in diversi anni, selezionando ricordi estremamente dolorosi, dell’orrore della guerra. Non riuscivo a portarlo a termine, perché era sempre un riaprire le ferite. Ultimamente, alla luce degli ultimi fatti di cronaca, ho unito insieme le memorie di una bambina italiana vissuta in Giappone in tenerissima età. In particolare del periodo della mia vita, difficile e di grande dolore, dal 1943 fino al rientro in italia “

Una famiglia composta da papa Fosco, antropologo di professione, dalla mamma Topazia Alliata, e le sorelline Toni e Yuki, che si è ben integrata in questo ambiente e società estremamente diversa dalla nostra.

Tutta la vita e la quotidianità si stravolge nel 1943 quando i genitori di Dacia, decidono di non giurare fedeltà al governo nazifascista della Repubblica di Salò e si aprirono le porte del campo di concentramento, perché considerati “traditori della Patria”.

Il coraggio del padre, le strategie della mamma, l’amore, la musica, ma soprattutto la parola, fanno di “Vita mia”, un libro intimo, poetico e allo stesso tempo duro e dolce.
L’attore Pietro Benedetti, ha prestato la sua recitazione ad una delle più belle poesie scritte dall’autrice: “Donne mie illudenti e illuse”

Donne mie che siete pigre, angosciate, impaurite,
sappiate che se volete diventare persone
e non oggetti, dovete fare subito una guerra
dolorosa e gioiosa, non contro gli uomini, ma
contro voi stesse che vi cavate gli occhi
con le dita per non vedere le ingiustizie
che vi fanno. Una guerra grandiosa contro chi
vi considera delle nemiche, delle rivali,
degli oggetti altrui; contro chi vi ingiuria
tutti i giorni senza neanche saperlo,
contro chi vi tradisce senza volerlo,
contro l’idolo donna che vi guarda seducente
da una cornice di rose sfatte ogni mattina
e vi fa mutilate e perse prima ancora di nascere,
scintillanti di collane, ma prive di braccia,
di gambe, di bocca, di cuore, possedendo per bagaglio
solo un amore teso, lungo, abbacinato e doveroso
un amore senza scelte, istintivo e brutale.
Da questo amore appiccicoso e celeste dobbiamo uscire
donne mie, stringendoci fra noi per solidarietà
di intenti, libere infine di essere noi
intere, forti, sicure, donne senza paura.

Al termine della presentazione ha voluto omaggiare la scrittrice con una poesia di Pierpaolo Pasolini, un inno alla vita:

C’è forse vita sulla terra?
C’è forse vita nella guerra?
C’è forse vita sulla terra?
C’è forse vita nella guerra?

È una gioia essere vivi, è bello essere furtivi.
È bello sopravvivere, è dolce saper vivere.
È bello essere matti, non tenere fede ai fatti,
fare tutto tutti nudi e mangiare sassi crudi.

C’è forse vita sulla terra?
C’è forse vita nella guerra?
C’è forse vita sulla terra?
C’è forse vita nella guerra?

Prendi la libertà, la morte non ti avrà.
Prendi quello che vuoi, respira affondo e poi
è bello fare l’amore, è bello schiantare il cuore.
È dolce essere contenti, finché non te ne penti.

C’è forse vita sulla terra?
C’è forse vita nella guerra?
C’è forse vita sulla terra?
C’è forse vita nella guerra?

È una gioia essere tristi, fare il male senza esser visti.
È bello essere pigri, mordere come tigri.
È bello essere cattivi e nel vizio molto attivi.
Bello morire per uno scopo, bello vincere a gatto e topo.

C’è forse vita sulla terra?
C’è forse vita nella guerra?
C’è forse vita sulla terra?
C’è forse vita nella guerra?
La prof. Fausto si è alternata alla conversazione con la scrittrice Lisoni e alla lettura di alcuni passi del libro estremamente emozionanti.
L’artista Elisabetta Serafini, ha consegnato alla saggista, in ricordo della presentazione del suo libro, un’opera da lei eseguita con le matite e pigmenti naturali su carta.

 




Alla Rocca Albornoz la Torre della Tuscia propone l’evento “L’universo onirico di Federico Fellini”

VITERBO- Il prossimo venerdì 24 maggio alle ore 17.00 al Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz di Viterbo La Torre della Tuscia propone l’evento: “L’universo onirico di Federico Fellini”,  penultimo appuntamento della Rassegna Il venerdì al Museo a cura di Rosella Lisoni.
Ospite d’onore Gianfranco Angelucci: scrittore, sceneggiatore e amico fraterno di Federico Fellini che, in dialogo con Rosella Lisoni, tratteggerà il profilo del grande maestro riminese che tanto ha amato la città di Viterbo, location di molti dei suoi film più belli.
Focus della serata l’importanza del sogno, della magia nel complesso universo felliniano, il suo eterno danzare sul mondo, lasciandosi trasportare dall’immaginazione, dalla musica, senza tralasciare mai il lato oscuro e dolente della vita. Cibarsi “del latte del rinoceronte” per restare fedeli a se stessi.
Visionario, sognatore, inguaribile narcisista attratto dal mistero, dal paranormale Federico Fellini restituisce l’immagine dell’uomo moderno, con le sue cadute, le sue debolezze, i suoi sogni, le sue passioni.
Figura complessa e affascinante ha rappresentato l’Italia dagli anni degli anni Cinquanta agli anni Novanta, riuscendo ad influenzare l’immaginario e il vocabolario italiano, a stupire, a commuovere e a far sognare.
Quattro premi oscar e un oscar alla carriera ha regalato emozioni e sorrisi all’Italia e al mondo, creando personaggi rimasti nella memoria collettiva: clown, prelati, “gradische” figure di un eterno carosello che è stato il suo cinema e la sua vita.
Ad allietare la serata letture di Anna Maria Fausto e performance di Pietro Benedetti.




“1939 , una vita a Domino” di Alfredo Traversa: evento 12 aprile Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz Viterbo

VITERBO – Il modo originale, poetico e crudo al contempo di descrivere il regime fascista rende il libro di Alfredo Traversa: 1939 una vista a Dominio un unicum nel suo genere.
Un racconto nel racconto, quasi un meta racconto, in cui la voce narrante si unisce a quella dei giovani uomini segregati in un’isola delle Tremiti: San Domino, appunto, in quanto “diversi” e per questo ritenuti colpevoli dal Regime.
Una piccola comunità, quasi una “comédie humaine”, unita e solidale che trascorre un’esistenza faticosa, dura che, in alcuni casi, risulta alleviata dal potere salvifico dell’arte.
A San Domino finisce anche Domenico, reo di non aver fatto il saluto fascista al podestà di Bari e di non aver mai “avvicinato” una donna, per questo ritenuto omosessuale.
Alle vicende di Domenico si sovrappongono quelle di Aldo Moro, Batman, Lucio Dalla legate all’isola,sebbene in modo diverso dal suo.
Dolore, tristezza, tenerezza e senso di impotenza sono alcuni dei sentimenti che emergono dalla piacevole lettura di un libro che, in principio, ridicolizza il regime fascista, rendendolo quasi una macchietta, una caricatura, facile a risate isteriche, per renderlo poi impotente e timoroso nel finale .
Un libro necessario, da leggere e rileggere, per apprezzarne sempre nuovi aspetti.
Un libro che indaga nelle pieghe dell’animo umano, che accoglie l’altro: il diverso da noi e che prende le distanze da chi opprime e calpesta la libertà.
Un libro che descrive l’Italia del ventennio fascista, un’Italia a noi vicina.
Di questo e di altro parlerò il prossimo 12 aprile al Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz di Viterbo alle ore 17.00 in dialogo con l’autore Alfredo Traversa.
Con me sempre Anna Maria Fausto con le sue letture e Pietro Benedetti con le sue performance.
Saluti istituzionali di Sara De Angelis, direttrice del Museo Etrusco.




Accademia S.Vitati: nuovo concerto al Museo Rocca Albornoz, ad ingresso gratuito per la Domenica la museo

VITERBO – Quarto appuntamento con la stagione concertistica organizzata dall’Accademia degli S.Vitati, che dopo il concerto-opera all’Auditorium torna nella tradizionale Sala del Mezzanino del museo nazionale Etrusco Rocca Albornoz per un nuovo entusiasmante matinée domenicale in note.
Il 4 febbraio, sempre alle 11.30, sarà Francesco Galici con il suo “Piano solo” ad accogliere il pubblico sulle note di Scarlatti, Haendel, Schumann, Chopin, Gershwin.
Diplomato con lode e menzione d’onore presso il Conservatorio di Palermo, Galici si è esibito in veste di solista in numerosi concerti per conto di associazioni quali: Rai di Palermo, Extroart, Cavalieri di Malta, Teatro Massimo di Palermo, Ravello Concert Society, Amici della Musica di Palermo presso il Teatro Politeama Garibaldi, Amici della Musica di Termini Imerese, conservatorio “V. Bellini’’ di Palermo. Si è esibito diverse volte in vari comuni della Sicilia, per citarne alcuni: Palermo, Monreale, Cefalù, Isnello, Siracusa, Castelbuono, Petralia Sottana, Bisacquino, Bagheria, a Gibellina in occasione del Festival della Fondazione Orestiadi in qualità di pianista dell’ensemble 28/48. Si ricordano, inoltre, le sue esibizioni a Reggio Calabria, Cosenza, Scandicci, alla Scuola di Musica di Fiesole, al Mozarteum di Salisburgo.
L’evento si svolge durante la Domenica al museo (come da tradizione ingresso libero la prima del mese), quindi il pubblico accederà graditamente, in una sorta di festa di musica e cultura, e si potrà visitare liberamente il museo e le sue collezioni al termine del concerto.
Ricordiamo che i maestri Federico Amendola e Augusto Fornari organizzano un corso di canto lirico rivolto a studenti di livello avanzato e giovani professionisti. Per conoscere i dettagli del corso è possibile contattare gli organizzatori alla mail accademia.deglisvitati@gmail.com
Il cartellone ha il patrocinio e il supporto del Comune di Viterbo, assessorato alla cultura, Fondazione Carivit, Direzione regionale musei Lazio, Ance Viterbo e Cancellieri carburanti.

PROGRAMMA prossimi concerti Seconda stagione Accademia degli S.Vitati

18 febbraio 2024 – Schubert a 5, solisti Accademia degli S.Vitati
10 marzo 2024 – 5 per Otto…ni, Quintetto Ottoni d’autore
24 marzo 2024 – Brahms a 3, solisti Accademia degli S.Vitati
14 aprile 2024 – L’opera in 90 minuti: La Traviata, cantanti e strumentisti Accademia degli S.Vitati, Luigi De Filippi direttore
28 aprile 2024 – La musica della Belle Époque e Swing americano del XX secolo con Lucia Napoli, mezzosoprano, Federico Amendola, pianoforte
5 maggio 2024 – Solo e orchestra, solisti Accademia degli S.Vitati
19 maggio 2024 – L’opera in 90 minuti: Le nozze di Figaro, cantanti e strumentisti Accademia degli S.Vitati, Federico Amendola direttore
9 giugno 2024 – Acis and Galatea, cantanti e strumentisti Accademia degli S.Vitati, Federico Amendola direttore e continuo

 




Il 26 gennaio inizia la rassegna “Il Venerdì al museo” presso la Rocca Albornoz di Viterbo

VITERBO – A partire da venerdì 26 gennaio avrà inizio la rassegna culturale “Il Venerdì in Museo” curata dalla dott.ssa Rosella Lisoni e dalla direzione del Museo Nazionale Etrusco di Rocca Albornoz.

La rassegna prevede ospiti del mondo del cinema, del teatro, della narrativa oltre a studiosi locali e non.

Un venerdì al mese, da gennaio a dicembre, i relatori intratterranno il pubblico presentando le loro opere e conversando insieme alla platea di partecipanti.

L’iniziativa culturale, nata da un’idea di Rosella Lisoni condivisa da Sara De Angelis, ha preso corpo in seguito al grande successo di pubblico ottenuto con i precedenti eventi culturali incentrati sulla figura di Pasolini, tenuti in Museo da luglio a dicembre dello scorso anno. Su questa base è sorto il desiderio di calendarizzare gli appuntamenti da proporre all’interno degli spazi museali, con l’augurio di essere sempre all’altezza delle aspettative.

Il taglio sarà quindi lo stesso: la scelta di un linguaggio divulgativo congiuntamente alla presentazione di figure importanti del panorama letterario italiano del Novecento, con il desiderio che il Museo Nazionale Etrusco possa diventare anche un luogo di incontro e di crescita culturale, un salotto per tutta la cittadinanza.

Un’iniziativa culturale legata a libri dalle più diverse tematiche, un modo di diffondere cultura tenendo anche conto delle tante realtà culturali viterbesi. La cultura, infatti, nasce all’interno della relazione, noi non siamo che le nostre parole: animali narranti.

Sarà lo scrittore Antonio Toso Fei, drammaturgo, saggista, giornalista, story teller delle tradizioni veneziane, ad inaugurare la Rassegna presentando il suo libro: “Il piede destro di Byron” in dialogo con Rosella Lisoni, venerdì 26 gennaio alle ore 17.00 nella Sala Mezzanino del Museo Nazionale Etrusco di Rocca Albornoz.

Un giallo anomalo, nel quale non mancano elementi magici e tratti storici, un giallo che trascina il lettore in un altrove, in stretto contatto con l’universo onirico dell’autore, con rimandi al mondo dell’eroe byroniano e ai trascorsi amorosi di Lord Byron che a Venezia dimorò a lungo alcuni secoli fa.

Tra le brune della Laguna veneziana, nei misteri della città più bella del mondo sospesa tra terra e acqua, Alessandro Nicoli, giornalista in pensione con piglio da investigatore darà vita alla sua lunga e impegnativa indagine per scoprire cos’è che unisce due omicidi diversi tra loro, un frate omicida e Lord Byron.

Descrizione di un viaggio nel tempo e nella storia, ma soprattutto descrizione di un viaggio intimo alla ricerca di sé.

Vi aspettiamo in Museo!




Al Museo Archeologico Nazionale Etrusco Rocca Albornoz La rassegna “Il venerdì al Museo” a cura di Rosella Lisoni

VITERBO- Il prossimo venerdì 26 gennaio al Museo Archeologico Nazionale Etrusco Rocca Albornoz di Viterbo alle ore 17.00 sarà inaugurata la rassegna “Il venerdì al Museo” a cura di Rosella Lisoni, con interventi di Anna Maria Fausto – Docente Unitus e Pietro Benedetti – attore, regista e narratore di comunità, a seguire i saluti istituzionali di Sara De Angelis: direttrice del Museo.
La rassegna prevede ospiti del mondo del cinema, del teatro, della narrativa oltre a studiosi locali e non.
Un venerdì al mese, da gennaio a dicembre, i relatori intratterranno il pubblico presentando le loro opere e conversando insieme alla platea di partecipanti.
L’iniziativa culturale, nata da un’idea di Rosella Lisoni condivisa da Sara De Angelis, ha preso corpo in seguito al grande successo di pubblico ottenuto con i precedenti eventi culturali incentrati sulla figura di Pasolini, tenuti in Museo da luglio a dicembre dello scorso anno. Su questa base è sorto il desiderio di calendarizzare gli appuntamenti da proporre all’interno degli spazi museali, con l’augurio di essere sempre all’altezza delle aspettative.
Il taglio sarà quindi lo stesso: la scelta di un linguaggio divulgativo congiuntamente alla presentazione di figure importanti del panorama letterario italiano del Novecento, con il desiderio che il Museo Nazionale Etrusco possa diventare anche un luogo di incontro e di crescita culturale, un salotto per tutta la cittadinanza.
Un’iniziativa culturale legata a libri dalle più diverse tematiche, un modo di diffondere cultura tenendo anche conto delle tante realtà culturali viterbesi. La cultura, infatti, nasce all’interno della relazione, noi non siamo che le nostre parole: animali narranti.
Sarà lo scrittore Antonio Toso Fei, drammaturgo, saggista, giornalista, story teller delle tradizioni veneziane, ad inaugurare la Rassegna presentando il suo libro: “Il piede destro di Byron” in dialogo con Rosella Lisoni.
Un giallo anomalo, nel quale non mancano elementi magici e tratti storici, un giallo che trascina il lettore in un altrove, in stretto contatto con l’universo onirico dell’autore, con rimandi al mondo dell’eroe byroniano e ai trascorsi amorosi di Lord Byron che a Venezia dimorò a lungo alcuni secoli fa.
Tra le brune della Laguna veneziana, nei misteri della città più bella del mondo sospesa tra terra e acqua, Alessandro Nicoli, giornalista in pensione con piglio da investigatore darà vita alla sua lunga e impegnativa indagine per scoprire cos’è che unisce due omicidi diversi tra loro, un frate omicida e Lord Byron.
Descrizione di un viaggio nel tempo e nella storia, ma soprattutto descrizione di un viaggio intimo alla ricerca di sé.




Inaugurazione mostra personale di Alessandra Giovannoni – sabato 16 dicembre ore 17

Nei saloni del mezzanino di Rocca Albornoz, sotto alle grandi volte trecentesche, si tiene la personale di Alessandra Giovannoni, artista romana di vasta esperienza espositiva, attiva fin dalla fine degli anni Ottanta e riconosciuta in ambito nazionale e internazionale. La mostra espone una trentina di pezzi, tra grandi tele e materiale grafico che ne documenta il processo creativo. La personale vuole testimoniare gli ultimi vent’anni di lavoro della pittrice, tra paesaggi urbani, per i quali è nota ai più, vedute del parco di Villa Borghese, scorci monumentali e più discosti. Alla ricca produzione esposta, si aggiungono due grandi tele che la Giovannoni ha voluto dedicare alla città che ospita la sua mostra.
Il Museo Nazionale Etrusco di Rocca Albornoz è alla seconda personale dedicata all’arte contemporanea. Dal 16 dicembre 2023 apre le porte alle tele e alle carte di Alessandra Giovannoni, artista romana di vasta esperienza espositiva, attiva fin dalla fine degli anni Ottanta e riconosciuta in ambito nazionale e internazionale.
La rassegna si articola su quattro sezioni e circa 20 opere di grandi dimensioni, oltre che un ricco repertorio di carte, bozzetti e schizzi preparatori. La sua più che trentennale esperienza figurativa non ha visto interruzioni, cedimenti, né indebolimento della vena creativa e dell’originalità stilistica. Le migliori firme della critica italiana e straniera, fin dagli esordi alla fine degli anni ’80, hanno riconosciuto alla Giovannoni la centralità nel panorama contemporaneo e i più importanti repertori l’hanno inclusa tra gli artisti più apprezzati.
La mostra viterbese nasce con l’intento di fare il punto sugli ultimi vent’anni di produzione, isolando alcuni suoi topoi iconografici ricorrenti e riflettere sulle sorgenti e sugli sviluppi di questa indomabile felicità di composizione, colore e luce, di questa libertà figurativa, di questa cultura pittorica intrisa di vitalità, sentimento della natura e amore. Il filo conduttore non può che essere la luce, che nei suoi dipinti i non è soltanto naturale, ma emanata, quasi generata: si propaga dallo stesso colore e fronteggia l’ombra antagonista.
Il salone d’ingresso dedicato al Paesaggio urbano s’apre con una selezione di grandi tele con vedute cittadine luminose ed espanse, accese da quel ‘blu reale’ con cui la pittrice raffigura l’afa romana e i cieli d’estate. La Giovannoni traduce la bellezza folgorante di certi scorci, ma anche sintetizza con un lampo figurativo senza fronzoli né dettagli né metafore, tutto il senso tragico dell’esistenza che viviamo.
La sezione monotematica su Villa Borghese espone un enorme trittico del 2010, la cui collocazione darà l’impressione al visitatore di trovarsi nel parco. La Giovannoni. Raffigura la villa romana da sempre. Non c’è prato, fontana, viale, scultura, tempietto, lago o edificio inclusi nell’area verde, che non sia stato trasfigurato sulle sue tele. L’artista, la sua bicicletta e i foglietti di appunti fanno parte di Villa Borghese, ne sono genius loci.
Viterbo e le scale. L’artista ha dedicato alla città che accoglie il suo lavoro due dipinti che raffigurano il Palazzo dei Papi da diverse prospettive: lo scalone di accesso e la loggia interna con la fontana dagli stemmi pontifici. Il tema della scala, piuttosto insolito nella produzione della Giovannoni, è qui rappresentato da alcune sorprendenti tele mai esposte insieme, il cui colpo d’occhio lascia incantati.
L’ultimo settore espositivo vede lavori con muri e pareti. Nei suoi sprazzi di vita comune osservati dallo sguardo selettivo e puro dell’artista, un muro sbrecciato, un tubo di scolo o un’impalcatura possono suscitare lo stesso interesse di uno slargo monumentale o di uno scorcio paesaggistico. Alla Giovannoni i muri e le pareti parlano, e lei immobilizza in immagini folgoranti e commoventi.
Nei suoi dipinti è la verità degli uomini, della natura e delle cose a tracciare la storia. Ma poi sono la luce del sole che crea il volume, il blu reale del cielo, la prospettiva così espansa da oltrepassare il cono visivo, le staffilate degli aranci e dei viola che tagliano l’ombra, a bloccare la realtà nel tempo e nello spazio e ad assumere forme assolute e universali. Fuori dalle mode, fuori da ogni corrente, lontani da qualunque linguaggio riconoscibile e classificabile.
MINISTERO DELLA CULTURA – DIREZIONE REGIONALE MUSEI DEL LAZIO
Viterbo, Museo nazionale etrusco di Rocca Albornoz – mezzanino
Piazza della Rocca – 01100 Viterbo
16 dicembre 2023 – 18 febbraio 2024
Inaugurazione 16 dicembre, ore 17.00
Apertura: 8.30 – 19.30 – chiuso il lunedì – Biglietteria: euro 7.00, ridotto 2.00




Al Museo Nazionale Etrusco di ROCCA ALBORNOZ di Viterbo entra nel vivo dell’arte con ViterboImmagine2023

VITERBO – Domenica 22 ottobre alle ore 17,00 con la Professoressa Laura Principi si esplorerà il percorso dell’espressione artistica della prima metà del Novecento, con riferimenti anche all’attualità della rappresentazione artistica esposta anche al Museo, luogo di congiunzione dell’arte dei nostri avi etruschi fino alla contemporaneità, passando attraverso “gli Ultimi Etruschi”.
Come avvenuto negli incontri precedenti dove la Carovana Narrante, curata da Emiliano Macchioni, ha presentato alcuni video tra cui il libro “ gli Ultimi Etruschi – Momenti Umani della Tuscia” con fotografie in FoTotempismo di Trifolelli Enzo e testi dello stesso Emiliano. Un connubio, questo, tra immagini, testi in prosa e lettura di Stefano Nazzaro, professionista della Rai, che ha aggiunto poesia alla poesia, creando così un unicum artistico molto suggestivo. Infine il documentario sulla Tuscia, ha trasferito agli spettatori l’anima di questi ultimi “etruschi”, lasciando un forte rimpianto per qualcosa che sta scomparendo definitivamente e una bella testimonianza a futura memoria.
Sarà la Curatrice e Direttrice Artistica Laura Principi che Domenica 22 ci condurrà, con immagini, considerazioni e novità, in un percorso stimolante nell’arte nella prima metà del ‘900.
Il dialogo che si aprirà con i presenti, sarà stimolante per la fruizione delle opere dei ventiquattro artisti che espongono nella prima e ampia rassegna di opere in SpazioTempismo proprio nel Museo Albornoz. L’occasione permetterà anche la fruizione di alcune opere fotografiche in Mosso/Movimentato e FoTotempismo presenti sia nella stessa sede dell’incontro, sia al Museo Civico Danielli di Piazza Crispi sia al Museo Monumentale Colle del Duomo in Piazza San Lorenzo.




Gli Etruschi di Vulci e l’Arte di oggi incontri al Festival ViterboImmagine2023

VITERBO- Ancora nuovi incontri con il pubblico e gli appassionati di Archeologia e Arte al Museo Nazionale Etrusco di Rocca Albornoz. Sabato 23 settembre “Parliamo di Arte contemporanea” e domenica 24 settembre “Un anno di scoperte a Vulci”, alle ore 17:00 con ingresso libero per ambedue gli eventi, saranno i temi che ci appassioneranno.
Sabato 23 settembre alle ore 17,00 Gianpiero Ascoli e Enzo Trifolelli esporranno un percorso che ci porterà dalle prime rappresentazioni della profondità nell’immagine cioè lo “Spazio”, fino ai giorni attuali per spingersi ancora oltre e oltrepassare quella linea di demarcazione che segna il confine della novità ancora da esplorare.
Stesso percorso sarà fatto nella dimensione “Tempo” partendo dalla rappresentazione nell’immagine di un tempo non espresso fino al tempo rappresentato anche come velocità.
Sarà un percorso trasversale a tutte le discipline artistiche, ma non solo, si andrà oltre là dove il Tempo e lo Spazio si incontrano e diventa lo Spazio/Tempo. Questo concetto che si va profilando come una novità nella sua rappresentazione, ci porta a esaminare nuove forme espressive artistiche.
Non deve far paura o far gridare al sacrilegio quando si parla un nuovo linguaggio.
Un linguaggio che non si rinnova è un linguaggio che non può narrare nuovi concetti; pensiamo a qualche decina di anni fa quando non usavamo alcune parole che oggi sono necessarie per esprimerci compiutamente come: Smartphone, digitale, computer, led, e molte altre ancora.
Quindi un linguaggio che non si rinnova è un linguaggio destinato a non far fiorire nuova vita, con nuovi modi per esprimersi: si comunica e si crea ancora di più. Qui ci viene incontro l’arte che va al di là del conosciuto, aprendo nuovi punti di vista, nuove prospettive e nuove realtà che finora potrebbero non essere emerse.
Ecco che questo incontro del 23 settembre, aperto al confronto con tutti i presenti, ci porta ad esplorare le idee di ciascuno di noi: artista, studioso, appassionato o curioso.
L’incontro di ViterboImmagine2023, avviene nella splendida cornice del Museo Nazionale Etrusco di Rocca Albornoz in Piazza della Rocca, 21b, che accoglie una parte dei lavori fotografici relativi alla sezione Mosso-Movimentato e FoTotempismo. Per la prima volta in assoluto 26 Artisti espongono più di 35 opere in SpazioTempismo; nuovo Concetto questo che coinvolge tutte le discipline artistiche: pittura, scultura, Digital-Art, installazioni e altro.
Inoltre al piano terra del museo è esposta una mini-personale di opere in SpazioTempismo.
Il percorso espositivo continua al Museo Monumentale Colle del Duomo di Viterbo che accoglie le opere vincitrici e ammesse del Concorso a patrocinio FIAF, di entrambe le sezioni della fotografia, e al Museo Civico Luigi Rossi Danielli che accoglie gran parte dei progetti fotografici dei 25 autori partecipanti al Circuito Plus.
Velx o Velch, Ora per noi è Vulci
Carlo Casi, direttore scientifico del Parco archeologico di Vulci, afferma: “Puntare sulla ricerca quale elemento fondamentale della valorizzazione, come il Parco sta facendo da qualche anno, sta cominciando a dare i suoi frutti e anche le scoperte che ogni anno emergono sono una tangibile testimonianza. È tutto dovuto alla stringente collaborazione tra la Soprintendenza, la Regione Lazio, il Comune di Montalto di Castro e la Fondazione Vulci”.
Domenica 24 settembre alle ore 17:00 sempre al Museo Nazionale Etrusco di Rocca Albornoz Carlo Casi ci narra “Un anno di scoperte a Vulci”, quello delle grandi novità del 2023.
Oggi, al Parco Naturalistico Archeologico di Vulci, con visite guidate, è possibile ammirare gli scavi archeologici dell’antica necropoli etrusca, le nobili tombe etrusche e i reperti esposti nel Museo.
L’incontro con il pubblico sarà interessantissimo con precisazioni e dialogo a cui Casi darà la massima esplicitazione.
Come nel precedente incontro, del 23 settembre, anche in questo caso l’ingresso al museo è gratuito sia alla conferenza sia alle mostre di ViterboImmagine2023.




Viterbo, alla Rocca Albornoz un tuffo nelle borgate romane di fine anni cinquanta

VITERBO – Il prossimo giovedi’ 27 luglio, alla Sala Conferenze della Rocca Albornoz di Viterbo, alle ore 17.30, il regista Massimo Saccares con il suo docufilm “Er Pecetto” e Silvio Parrello: poeta e pittore, in arte “Er Pecetto “- l’ultimo dei “Ragazzi di vita” del quale parla Pier Paolo Pasolini nell’omonimo libro – intratterranno i presenti raccontando episodi e aneddoti della Roma delle borgate di fine anni Cinquanta.

“… Erano più di una cinquantina e invasero il piccolo spiazzo d’erba sporca intorno al trampolino: per primo partì il Monnezza, biondo come la paglia e pieno di cigolini rossi, e fece un carpio con le sette bellezze; gli andarono dietro Remo, lo Spudorato, il Pecetto, il Ciccione, Pallante, ma pure i più piccoletti, che non ci smagravano per niente, e anzi Ercoletto, del vicolo dei Cinque, era forse il meglio di tutti: si tuffava correndo pel trampolino sulla punta dei piedi e le braccia aperte, leggero, come se ballasse..”
Così Pier Paolo Pasolini descrive Er Pecetto nel primo capitolo del libro “Ragazzi di vita” che porta il titolo di “Ferrobedo’ “.
I ragazzi di vita della Roma degli anni Cinquanta che scendevano al fiume per farsi il bagno, allora era ancora possibile
A  loro si univa anche Pier Paolo che, da questa esperienza, traeva spunti per i suoi romanzi del periodo romano.
L’evento, a cura dell’autrice Rosella Lisoni, con la partecipazione della dottoressa Sara De Angelis, Direttrice del Museo Nazionale Etrusco, della docente Unitus Anna Maria Fausto, dell’attore, regista e narratore di Comunità Pietro Benedetti e del Maestro Piero Arcangeli al pianoforte, ha l’intento di celebrare il grande intellettuale del secolo scorso come colui che scelse di inseguire i sogni, le emozioni.
Il visionario, colui che in poesia, nel cinema, nei romanzi, negli articoli giornalistici, nei saggi celebrò la vita come evento miracoloso.
Restituire l’immagine sognante del grande intellettuale, quell’immagine di cui poco si parla.
Colui che celebrò, da laico, la “razza sacra”, colui che riscoprì il sacro nella gente di borgata, nei miserabili, conferendo dignità agli ultimi della società, ai dimenticati.
L’intellettuale graffiante, sincero che rivolge il suo sguardo sul futuro prevedendone i mali, colui che non teme di gettare il proprio corpo nella lotta e non esita ad affidarsi ai sogni, alle visioni e a ricercare il sacro nell’evento miracoloso della vita quotidiana.




Il 7 luglio alla Rocca Albornoz di Viterbo, “Pasolini e l’universo femminile”

VITERBO – ll prossimo venerdì 7 luglio alle ore 18.00 la Sala Conferenze del Museo Nazionale Etrusco di Rocca Albornoz a Viterbo ospiterà l’evento “Pasolini e l’universo femminile”, ospite d’onore la scrittrice Dacia Maraini che con il poeta ha condiviso l’amore per la scrittura, per la poesia, per la letteratura, per i viaggi, il forte impegno civile e al quale nel 2022 ha dedicato il poetico e intimo libro Caro Pier Paolo.
L’evento, curato dall’autrice Rosella Lisoni, si avvale della collaborazione della Docente Unitus Anna Maria Fausto, dell’attore, regista e narratore di comunità Pietro Benedetti e della Professoressa Francesca Pandimiglio.
In apertura saluti istituzionali della dottoressa Sara De Angelis, Direttrice del Museo Nazionale Etrusco e della dottoressa Clara Vittori, Dirigente Scolastico Liceo Ginnasio Buratti.
Focus dell’evento il profondo, continuativo e fruttuoso rapporto che Pier Paolo Pasolini intrecciò con l’universo femminile.
La passione per la poeIsia e per la scrittura in primis, il cinema e la letteratura successivamente gli offrirono infinite opportunità di collaborare con anime a lui affini, donne con le quali strinse profonde amicizie e solide collaborazioni professionali.
Figura di fondamentale importanza nella vita del grande intellettuale del 900 la madre: Susanna Colussi, “colei dalla quale tutto ebbe inizio”. Colei che indicò a Pier Paolo la strada della poesia dedicandogli, all’età di sette anni, un sonetto al quale egli rispose con una breve poesia.
A seguire Giovanna Bemporad, Silvana Mauri, Anna Magnani, Laura Betti, Elsa Morante, Oriana Fallaci, Silvana Mangano, Piera degli Esposti, Maria Callas, solo per citarne alcune.
Personalità diverse tra loro e spesso inconciliabili.
Di loro, con i racconti di Dacia Maraini tratti anche dal suo libro “Caro Pier Paolo”, Rosella Lisoni ne seguirà le tracce al fine di interpretare la “figura femminile” nella copiosa produzione pasoliniana. Figura mediante la quale egli accusa i processi di corruzione, lo svuotamento di valori in un infinito processo di contestazione dell’ideologia dominante.




Alla Rocca Albornoz il 7 luglio “Pasolini e l’universo femminile”

VITERBO – Il prossimo venerdì 7 luglio alle ore 18.00 la Sala Conferenze del Museo Nazionale Etrusco di Rocca Albornoz a Viterbo ospiterà l’evento “Pasolini e l’universo femmimnile”, ospite d’onore la scrittrice Dacia Maraini che con il poeta ha condiviso l’amore per la scrittura, per la poesia, per la letteratura, per i viaggi e il forte impegno civile e al quale nel 2022 ha dedicato il poetico e intimo libro Caro Pier Paolo.
L’evento, curato dall’autrice Rosella Lisoni, si avvale della collaborazione della Docente Unitus Anna Maria Fausto, dell’attore, regista e narratore di comunità Pietro Benedetti e della Professoressa Francesca Pandimiglio.
In apertura saluti istituzionali della dottoressa Sara De Angelis, Direttrice del Museo Nazionale Etrusco e della dottoressa Clara Vittori, Dirigente Scolastico Liceo Ginnasio Buratti.
Focus dell’evento il profondo, continuativo e fruttuoso rapporto che Pier Paolo Pasolini intrecciò con l’universo femminile.
La passione per la poesia e per la scrittura in primis, il cinema e la letteratura successivamente gli offrirono infinite opportunità di collaborare con anime a lui affini, donne con le quali strinse profonde amicizie e solide collaborazioni professionali.
Figura di fondamentale importanza nella vita del grande intellettuale del 900 la madre: Susanna Colussi, “colei dalla quale tutto ebbe inizio”. Colei che indicò a Pier Paolo la strada della poesia dedicandogli, all’età di sette anni, un sonetto al quale egli rispose con una breve poesia.
A seguire Giovanna Bemporad, Silvana Mauri, Anna Magnani, Laura Betti, Elsa Morante, Oriana Fallaci, Silvana Mangano, Piera degli Esposti, Maria Callas, solo per citarne alcune.
Personalità diverse tra loro e spesso inconciliabili.
Di loro, con i racconti di Dacia Maraini tratti anche dal suo libro “Caro Pier Paolo”, Rosella Lisoni ne seguirà le tracce al fine di interpretare la “figura femminile” nella copiosa produzione pasoliniana. Figura mediante la quale egli accusa i processi di corruzione, lo svuotamento di valori in un infinito processo di contestazione dell’ideologia dominante.




Musicalia: una settimana di concerti e spettacoli nella suggestiva Rocca Albornoz

di REDAZIONE-

VITERBO – Nel cuore dell’estate arriva Musicalia, un evento musicale che si svolgerà nella splendida cornice della Rocca Albornoz. Sette serate ricche di spettacoli diversificati, che spaziano dall’opera alla canzone romana d’epoca, dalla musica klezmer al jazz. A presentare il programma è Federico Amendola, direttore musicale della rassegna. I concerti si terranno dal 2 al 9 luglio.

La serata di apertura, domenica 2 luglio, sarà dedicata all’opera “Così fan tutte” di Mozart e Da Ponte, con la partecipazione dei cantanti e degli strumentisti dell’Accademia degli S. Svitati e la regia di Augusto Fornari. Lunedì 3 luglio, il coro dell’Associazione Nazionale Alpini Marco Bigi presenterà “Cantiamo la montagna”. Martedì 4 luglio sarà la volta della canzone romana con lo spettacolo “‘Na sera pe Roma”, interpretato dalle voci di Emanuela Fresi e Toni Fornari, accompagnate dalla fisarmonica di Stefano Indino e con la partecipazione di Rita Savagnone. Mercoledì 5 luglio verrà riproposta “Così fan tutte”. Giovedì 6 luglio, “Orchestra lunata” offrirà una selezione di musica folk e klezmer suonata da 15 musicisti. musicalia (1)Venerdì 7 luglio, Marco Guidolotti proporrà la “Gershwin Suite” jazz. La rassegna si concluderà domenica 9 luglio con “La musica del cinema e Pierino e il lupo”, un’ampia selezione di brani di autori vari e colonne sonore del cinema, con la partecipazione dei cantanti e degli strumentisti dell’Accademia degli S. Svitati e la regia di Augusto Fornari. Presente oggi alla conferenza anche Rita Savagnone, storica attrice e doppiatrice.

Musicalia coinvolgerà anche la serata di martedì 4 luglio con “‘Na sera pe Roma”. Come spiega Federico Amendola, la rassegna vuole offrire non solo musica, ma anche altro: “Nel titolo c’è un richiamo alle feste latine. Sarà musica, ma con molto altro”. Amendola sottolinea l’importanza della collaborazione dei giovani artisti, alcuni dei quali ancora non diplomati. Ringrazia il comune e il museo per il supporto e le associazioni con cui collaborano, come il coro Endecavox e OperaExtravaganza, responsabile dei costumi.

Il regista Augusto Fornari sottolinea l’apprezzamento per la contaminazione presente nel programma di Musicalia, che mescola generi, luoghi ed esperienze. La rassegna mira a coinvolgere un pubblico diversificato e a ripensare l’opera come forza di rinnovamento e creatività, nel rapporto musicalia (2)tra canto, recitazione, tecnica e presenza scenica.

Questa prima edizione della rassegna è sostenuta dall’assessore alla cultura del comune di Viterbo,  Alfonso Antoniozzi con l’obiettivo di crescere insieme e creare cultura nel territorio. Antoniozzi,  ha sottolineato l’importanza di questo progetto e ha espresso la sua gratitudine alla direttrice della Rocca, De Angelis, per aver ridato vita al museo e averlo trasformato in uno spazio in cui le diverse culture si mescolano e danno nuova energia alla città.

Una settimana di eventi musicali e spettacoli riporterà la musica nel museo. Sara De Angelis, direttrice del Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz, ha assicurato che i prezzi saranno accessibili, con il biglietto d’ingresso al museo che darà accesso ai concerti al costo di 8 euro, con un euro devoluto in beneficenza per gli alluvionati dell’Emilia Romagna.

“Non appena i lavori nella Rocca saranno completati – ha spiegato-  l’intero museo assumerà una nuova vita. La fontana, progettata dal Bramante, tornerà a essere il punto di forza della Rocca, conferendo ancora più valore all’intera struttura”.

Musicalia si presenta come un’opportunità per promuovere la cultura locale, coinvolgendo giovani talenti e creando una connessione tra la musica e il patrimonio artistico della regione. La rassegna si prefigge di offrire una settimana di spettacoli indimenticabili e di lasciare un’impronta duratura sulla comunità locale.