Protesta avvocati a Roma: “Governo ci lascia in quarantena”

ROMA-  Avvocati in piazza questa mattina contro “il disinteresse del Governo” verso il settore. Per questo, il presidente e tutti i componenti del Consiglio direttivo della Camera penale di Roma si sono tolti simbolicamente la propria toga, davanti al tribunale di piazzale Clodio, per consegnarla al presidente dell’Ordine degli avvocati.
“La manifestazione di oggi- ha detto all’agenzia Dire, l’avvocato Vincenzo Comi- riguarda tutti i cittadini e non solo la nostra categoria. La giustizia e’ rimasta in quarantena nonostante si sia passati alla fase 2. E’ partita lentissima, con problemi organizzativi e di fissazione e trattazione delle udienze. Abbiamo quindi simbolicamente consegnato al presidente dell’Ordine la toga, che e’ la nostra seconda pelle”.
“Questo perche’, ha concluso l’avvocato, “l’attenzione del Governo alla nostra categoria non e’ la stessa rivolta agli altri servizi primari del Paese. Si tratta di una battaglia per i nostri cittadini, piu’ che a nostra tutela”.
Gli avvocati lamentano quindi la mancata ripresa dell’attivita’ in aula: “A nulla- hanno spiegato- sono valsi i nostri solleciti che denunciavano una vera e propria ‘rottamazione’ di tantissimi processi, la mancanza di chiarezza sui criteri di scelta delle poche cause da trattare e le
riaperture degli uffici”.

Agenzia Dire




Coronavirus: Zingaretti, 1,5 milioni per comuni lacuali

ROMA – Riceviamo e pubblichiamo: “La Regione Lazio ha stanziato 1,5 milioni di euro da destinare ai comuni lacuali per ampliare l’offerta delle strutture turistiche idonee alla balneazione e per incrementare le potenzialità ricettive delle spiagge. Il contributo è indirizzato al sostegno dei maggiori oneri dovuti alla dotazione e all’adeguamento delle strutture temporanee ricettive, alla gestione dei flussi di turisti e all’assistenza degli stessi, ottemperando alle norme relative all’emergenza sanitaria da Coronavirus.

Il contributo sarà erogato al 30% in base alla popolazione residente nel comune e il 70% in proporzione all’estensione lineare complessiva degli arenili destinati alla balneazione nell’anno 2019.”

“Aiutare il settore turistico a ripartire in sicurezza è fondamentale per la ripresa delle attività economiche dalla nostra regione. Dopo aver stanziato 6 milioni per i comuni del litorale per adeguare stabilimenti e spiagge libere alle nuove disposizioni sanitarie, aiutiamo anche i comuni lacuali, una meravigliosa risorsa del nostro territorio ed è necessario sostenere il loro tessuto economico”, ha dichiarato Il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

“Lo stanziamento in favore dei comuni lacuali per l’adeguamento delle strutture ricettive alle norme di prevenzione e contenimento, è necessario alla ripartenza di tutto il nostro territorio”, ha aggiunto Mauro Alessandri, assessore regionale alla Mobilità e ai Lavori Pubblici.




Fase 2 – Lazio, Panunzi (Pd): “Per i comuni lacuali in arrivo 1,5 milioni di euro”

ROMA-Riceviamo e pubblichiamo: “1,5 milioni di euro per aiutare i comuni lacuali a sostenere il turismo balneare sui laghi. Questa la cifra che è stata stanziata con la proposta di delibera numero 7597 approvata venerdì 15 maggio dalla Giunta regionale, su presentazione dell’assessore Mauro Alessandri, per sostenere i comuni lacuali ad affrontare le spese straordinarie necessarie a garantire l’accesso ai laghi, nel rispetto delle disposizioni stabilite per l’emergenza coronavirus. “La Regione Lazio non si è dimenticata dei comuni lacuali – afferma il consigliere regionale del Pd Enrico Panunzi -. I laghi, come il mare, rappresentano una risorsa ambientale ed economica molto importante, se non vitale. Ringrazio l’assessore Alessandri ed esprimo soddisfazione per il lavoro svolto dall’amministrazione Zingaretti. Sta infatti mettendo in campo interventi straordinari per affrontare un’emergenza straordinaria, che purtroppo ha colpito tutti i settori, tra cui anche il turismo”. La ripartizione dei fondi avverrà con una successiva delibera e prevede che il 30% del contributo sia in base alla popolazione residente nei singoli comuni, come rilevato dall’ultimo censimento Istat disponibile; e il 70% sia in proporzione all’estensione lineare complessiva degli arenili destinati alla balneazione nel 2019, di ciascun comune.




Paolo Belli su Facebook e YouTube la quarta puntata di “Belli in Casa” lo show dove è obbligatorio ridere, cantare, parlare e…pensare In diretta sabato 9 maggio alle 21 Tema: “Fase 2: il cambiamento”

 “Fase 2: il cambiamento”: sarà questo il tema di cui Paolo Belli ed i suoi ospiti discuteranno in diretta su Facebook (pagina “Paolo Belli Ufficiale”) e YouTube (canale “paolo belli”) sabato 9 maggio alle 21 nella quarta puntata del serale di “Belli in Casa”. Saranno “virtualmente” con Paolo, in collegamento da casa propria: Mario Biondi, Carolyn Smith, Matthew Lee, Shade, Gino Castaldo, Anna Lupini, Davide Desario, Danilo Da Fiumicino, Federico Antonucci, Maurizio Casagrande. Un cast variegato che comprende big della musica, volti noti della tv e del web e giornalisti, che promette un bel dibattito e punti di vista interessanti su un argomento così attuale e che tocca in modo profondo il mondo dello spettacolo.

“Belli in casa” può contare ormai su un pubblico affezionato e che segue con costanza sia le dirette pomeridiane, circa un’ora di chiacchiere e brevi incursioni di ospiti in collegamento video, che la puntata serale, che invece ha cadenza settimanale. La versione in “prime time” è studiata e costruita come un vero e proprio show TV in cui intervengono volti noti dello spettacolo, della musica e dello sport, come sempre rigorosamente in diretta da casa. Immancabile la musica live, grazie a Thomas Romano e Francesco Guerra, musicisti e amici che accompagnano Paolo in questa bella avventura. Spazio anche agli spettatori da casa che possono intervenire inviando messaggi che vengono trasmessi in diretta sullo schermo e letti in tempo reale da Paolo e dai suoi amici.

LO SHOW

“Belli in Casa” è lo show ideato e condotto da Paolo Belli, Duccio Forzano, uno fra i più grandi registi della TV italiana, Thomas Romano e Francesco Guerra. La regia è di Matteo Forzano, autori della trasmissione Duccio Forzano, Alberto Di Risio, Lorena Guglielmucci e Fabrizio Brocchieri. Partecipano ad ogni puntata alcuni fra i tantissimi amici del cantante e conduttore. Viene trasmesso in diretta sulla pagina Facebook “Paolo Belli Ufficiale” e sul canale YouTube “paolo belli”.




Coronavirus, Roma, Parco Nemoresense ancora chiuso: lavori mai ripresi, Fabiano:”Scritto due volte al Comune, chiediamo date certe”

ROMA- Erba alta, panchine rotte, viali trasformati in depositi di sterpaglie, inferriate vandalizzate e scritte ovunque. Cosi’ appare oggi il Parco Nemorense, la storica area verde del quartiere Trieste, a Roma, chiusa dallo scorso 11 novembre per lavori di riqualificazione attraverso un progetto da 400 mila euro del Dipartimento Tutela Ambiente del Comune. Nei fatti i lavori non si sono mai svolti con regolarità. Prima la lentezza nel farli partire dopo l’assegnazione della gara. Poi la scoperta, lo scorso 27 dicembre, del raid vandalico ai danni del chiosco Barikama’, gestito da una cooperativa di cittadini migranti, diventato nel tempo un punto di aggregazione per il territorio. Infine l’emergenza Covid, che ha bloccato la prosecuzione degli interventi di manutenzione. Il risultato e’ che il parco – che all’origine doveva essere riaperto questa settimana – e’ chiuso e in condizioni pessime.
“Il giorno prima del lockdown- racconta all’agenzia Dire Rino Fabiano, assessore all’Ambiente del II Municipio- c’e’ stata una riunione sul posto con il direttore del Dipartimento Tutela Ambiente, Guido Calzia, i responsabili della ditta dei lavori, i gestori del chiosco e alcuni residenti di zona, ed era stato deciso di accelerare i tempi. La ditta si era impegnata a riaprire il Parco entro i primi di maggio. Poi e’ arrivato il lockdown”.

Ora che si è entrati nella fase 2 dell’emergenza, però, i lavori non sono ripresi. “Il decreto del governo ha dichiarato lo sblocco dei cantieri dal 4 maggio, ma al Parco Nemorense non si e’ visto nessuno – sottolinea Fabiano – Per questo io e il presidente della commissione Ambiente, Andrea Rollin, abbiamo mandato due note al direttore Calzia e all’assessore alle Politiche del Verde del Comune di Roma, Laura Fiorini, per conoscere l’effettiva data di ripresa dei lavori. Il Municipio ha poteri di controllo e di indirizzo, con questa seconda lettera siamo stati istituzionalmente corretti”.
Secondo Fabiano, che e’ in contatto anche con i comitati di zona, molto attivi poiché il parco Nemorense e’ tradizionalmente uno degli spazi verdi più vissuti dai residenti, il rischio e’ che non si riesca a godere del parco entro l’estate. “Il grosso dei lavori sono stati compiuti – conclude Fabiano – ma bisogna sistemare la pavimentazione dei viali e riportare il decoro nel Parco. Insomma, ancora c’e’ da fare”.




A Roma, per la Fase2, prorogata la sospensione delle ZTL e parcheggi gratis su strisce blu, Legambiente: “Tutto sbagliato”

ROMA – Riceviamo da Legambiente e pubblichiamo: “Per la Fase2 il Comune di Roma ha prorogato la sospensione della ZTL e la possibilità di parcheggio gratuito sulle Strisce Blu almeno fino a fine maggio e si continua a pensare a tutto il 2020. Nel frattempo altre ipotesi al vaglio sono la sospensione degli oneri di urbanizzazione per gli interventi in edilizia e, verso l’estate, l’affidamento delle spiagge libere ai balneari o la loro chiusura.

Legambiente, che aveva già chiesto di fermare le possibili proroghe, poi invece arrivate, interviene duramente “Tutto sbagliato, sono scelte allucinanti e dannose per l’ambiente – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – che mostrano l’incapacità di costruire una città migliore. Senza ZTL e con i parcheggi gratuiti si apre al traffico di auto ovunque e poco importa se a chiacchiere si punta su bici e pedoni, la realtà è tutta un’altra a quanto pare. Sospendendo gli oneri di urbanizzazione per l’edilizia poi, si permettono costruzioni, nuova cemento e consumo di suolo, senza le opere pubbliche necessarie a rendere il tessuto urbano più vivibile. Pensare poi di affidare le spiagge libere di Ostia ai balneari o chiuderle proprio, significa irrobustire quel Lungomuro, che i balneari hanno costruito, e contro il quale noi combattiamo da decenni”.

Le ricette per porre le basi di città migliori verso la fase post Covid ci sarebbero, come ripetono da settimane da Legambiente “Per mantenere distanziamento su Bus e Metro, oltre a dire che ci sarà un limite all’accesso bisogna ripartire con la cura del ferro e potenziare enormemente le flotte, ma a Roma non è arrivato neanche un mezzo in più. Per favorire bici, pedoni e micromobilità si dovrebbero realizzare percorsi idonei e liberare le strade dalle auto, utilizzare al meglio le aree protette e i parchi romani ma succede l’esatto contrario – conclude Scacchi -, e da domani auto ovunque e neanche un metro di preferenziali o ciclabili in più. Per rilanciare economia, spazi socio-culturali, negozi, si dovrebbe costruire una Capitale più moderna e verde, invece rischiamo di ritrovarla con nuovo cemento e senza opere pubbliche necessarie a vivibilità e con un Lungomuro ancor più resistente”.




Rifiuti a Roma, Di Cola: “Primi 260 licenziamenti Rti multiservizi. Ama reinternalizzi quei lavoratori”

ROMA-  Niente piu’ raccolta porta a porta dei rifiuti prodotti da negozi e uffici di Roma affidata a ditte esterne. Quella che due anni fa sembrava una colonna del piano di Ama e Roma Capitale per fare decollare la differenziata nella Capitale viene meno. La municipalizzata dei rifiuti ha deciso di reinternalizzare il servizio per “la conseguente minore disponibilità di risorse per garantire la copertura economica del servizio” in ragione “della paventata ipotesi di una consistente riduzione della tariffa rifiuti”, si legge in una lettera dell’amministratore unico, Stefano Zaghis, che l’agenzia
Dire ha potuto visionare.
La conseguenza di questa scelta, in combinato disposto con la decisione del Rti capeggiato da Roma Multiservizi (e’ composto anche da Sea e Isam) di uscire da 4 dei 5 lotti dell’appalto und
che si era aggiudicato due anni fa, sta producendo i primi licenziamenti.
Da meta’ maggio 260 persone non avranno piu’ un lavoro, come ha denunciato all’agenzia Dire il segretario della Cgil di Roma e Lazio, Natale Di Cola: “Si sta verificando il triste epilogo di una gara sbagliata, che in questi anni ha visto difficoltà sia dei cittadini che dei lavoratori, e in più una cosa assurda: è notizia di oggi che stanno arrivando le prime lettere di licenziamento dei lavoratori delle aziende in appalto legate a Roma Multiservizi. Nel momento in cui in Italia c’e’ una legge che vieta la possibilità per le società di licenziare, in un’azienda pubblica del Comune di Roma (perche’ Roma Multiservizi è partecipata da Ama che a sua volta e’ al 100% di Roma Capitale) nelle prossime settimane avverranno 260 licenziamenti. Le lettere stanno arrivando alla spicciolata”.

Il sindacalista ha evidenziato che “parliamo di lavoratori che da circa 10 anni svolgono un servizio prezioso per la città è in questi anni hanno vissuto il tormento di tanti cambi di appalti, diminuzioni dei diritti e del salario. E’ incomprensibile che il Comune permetta a una sua società di licenziare dei lavoratori e di cambiare delle scelte strategiche per il funzionamento dell’azienda. Ama ha deciso di reinternalizzare un’attivita’ la cui esternalizzazione solo due anni fa era stata definita strategica e di farlo senza avere il personale”.
Giovedi’ “siamo stati convocati dal prefetto, al quale abbiamo chiesto un intervento decisivo perché c’e’ lo stato di agitazione unitario dei lavoratori, e in quella sede chiederemo sia di sospendere i licenziamenti, anche perché stiamo verificando con i nostri avvocati se la procedura che sta seguendo l’azienda e’ legale rispetto alle norme nazionale, sia di applicare la legge regionale, utilizzata già per Lazio Ambiente, che permette la mobilita’ del personale dentro le
società partecipate – ha proseguito Di Cola – Se Ama ha deciso di
reinternalizzare l’attività, reinternalizzi anche il personale che svolge quel servizio. Ne avranno un vantaggio i lavoratori e Ama perché si tratta di persone che hanno esperienza e competenza del settore”.
Se non si troverà una soluzione i sindacati sono pronti a scendere in piazza, nonostante il Coronavirus: “Non lasceremo soli questi lavoratori e se non ci saranno risposte valuteremo come riconoscere il loro diritto alla protesta, immaginando forme di sciopero e mobilitazione anche in deroga alle norme previste – ha sottolineato Di Cola – Questo scempio da parte di Multiservizi e Ama va fermato. Il lavoro viene prima di tutto e se le norme nazionali prevedono il blocco dei licenziamenti, non e’ ammissibile che rimaniamo inerti quando ci sono scelte sbagliate come questa”.

Questi licenziamenti sarebbe stati resi possibili dal fatto che “l’azienda ha fatto partire le lettere qualche giorno prima della data indicata dalla norma. Per noi la sospensione vale per tutte le procedure, l’azienda dice di no ma il tema resta politico: se c’e’ una norma che vieta il licenziamento e’ inammissibile che soggetti pubblici facciano un intervento di questo tipo in un settore cosi’ cruciale, dove ci sono persone che hanno anche percorsi di reinserimento lavorativo”.
La scelta di Ama di reinternalizzare il servizio di raccolta porta a porta delle und prefigura scenari di licenziamenti ancora piu’ consistenti: “L’appalto complessivo delle utenze non domestiche riguarda 4 soggetti affidatari per circa 1000 lavoratori – ha proseguito Di Cola – Se Ama scegliesse di reinternalizzare tutte queste attivita’, nei prossimi mesi avremmo uno scenario di licenziamenti di massa. La soluzione c’e’, il contratto e norme lo prevedono, se si decide di
reinternalizzare l’attività, cosa da noi richiesta mentre nel passato ci dicevano che la soluzione era esternalizzare, si reinternalizzino anche i lavoratori”. Per Di Cola “e’ doveroso che Ama dica qual e’ la sua strategia: se si vuole puntare su una nuova stagione di internalizzazioni e cambiamento dell’organizzazione del lavoro lo si dica chiaramente con un piano industriale ai cittadini e ai sindacati. Non si puo’ perdere tempo, serve un’azione forte del Comune per trasformare una tensione sociale in una nuova prospettiva per restituire certezze ai lavoratori”.

Agenzia Dire




Coronavirus, Omceo Roma consegna 6 mila mascherine a operatori

ROMA – “Stiamo portando le mascherine ai presidi che ci hanno fatto richiesta. Oggi oltre all’ambulatorio di Santa Caterina delle Rose, andremo al San Camillo, al San Filippo Neri e poi alla comunità di Sant’Egidio, dove si trovano in una situazione un po’ particolare. Noi vogliamo proteggere tutti gli operatori e le persone da possibili contagi”. Cosi’ il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, presso la Casa della Salute Santa Caterina della Rosa in zona largo Preneste, dove questa mattina ha consegnato personalmente una parte delle circa 6 mila mascherine che oggi l’Ordine dei medici di Roma distribuirà in diverse strutture della Capitale.

“Le mascherine in questo momento, fortunatamente, tramite la Protezione civile sono arrivate, quindi ora bisogna organizzare la distribuzione legata ai fabbisogni reali. Stiamo lavorando insieme alla Regione e alle Asl. Oggi abbiamo portato le mascherine che ci hanno consegnato per distribuirle a tutti i medici. Le altre, circa 60mila, le abbiamo consegnate direttamente ai medici che ce le hanno richieste: in particolare liberi professionisti, medici di
medicina generale, medici specialistici e le abbiamo portate loro a domicilio o agli indirizzi che ci hanno fornito. Le mascherine sono partite e stanno arrivando ovunque”. Cosi’ il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, presso la Casa della Salute Santa Caterina della Rosa in zona largo Preneste, dove questa mattina ha consegnato personalmente una parte delle circa 6mila mascherine che oggi l’Ordine dei medici di Roma distribuirà in diverse strutture sanitarie della Capitale.

“In questo momento stiamo abbastanza bene. È chiaro pero’ che bisogna sempre rinnovare le scorte perché siamo in divenire e non sappiamo quanto a lungo questo problema ci riguarderà. Pero’ rispetto a come siamo partiti ora la situazione e’ molto migliorata”. A dirlo Flori Degrassi, direttrice dell’Asl Roma 2, a margine della consegna, da parte dell’Ordine dei medici di Roma, di un carico di mascherine alla Casa della Salute Santa Caterina della Rosa in zona largo Preneste.

Agenzia Dire




Coronavirus, Barillaro (Gemelli Roma): “Garantiamo continuità assistenziale protetta”

ROMA – La continuità assistenziale dei malati di Covid-19 e’ fondamentale per garantire un percorso di cure dall’inizio della malattia sino alla guarigione, e anche nella fase dei controlli successivi. Quello che e’ emerso in queste settimane e’ stata la difficolta’ non solo nella gestione dei sintomatici ricoverati, ma anche di quelli gestiti a casa o che una volta dimessi devono fare ritorno al proprio domicilio. Il Policlinico Gemelli di Roma, insieme alla Regione Lazio, ha siglato un accordo per gestire un albergo con il fine di garantire una ospedalita’ protetta per tutti questi malati, non
facendoli tornare nelle loro case. La spiega nel dettaglio all’agenzia di stampa Dire Christian Barillaro, responsabile della Centrale di Continuita’ assistenziale del Gemelli:

– Quanto e’ importante la continuita’ assistenziale per i pazienti che sono stati contagiati dal Covid-19?
“Direi che e’ fondamentale, perche’ solo con la continuita’ assistenziale e percorsi esatti per questi pazienti sono in grado di garantire la cura dei malati. E’ fondamentale in termini di percorsi intra-ospedalieri ed extra-ospedalieri e in funzione della cura paziente. Quando parliamo di continuita’ assistenziale non bisogna pensare solo al momento della dimissione. Inizia quando il paziente entra in ospedale e va avanti anche con i controlli successivi alla dimissione”.

– Al Gemelli che tipo di percorsi sono previsti subito dopo la dimissione del paziente?
“Abbiamo la gestione di un albergo di ospedalita’ protetta per questi malati. Si parla di pazienti autosufficienti e comunque in via di guarigione. Essi sono clinicamente stabili e provengono non solo dal Gemelli ma anche da altre strutture sanitarie. Oppure i nostri ospiti sono anche i pazienti paucisintomatici che a domicilio non riescono a mantenere l’isolamento fiduciario e allora vengono ricoverati in questa struttura alberghiera. Questo garantisce la migliore assistenza nel posto migliore, non solo perche’ al paziente viene garantito l’isolamento ma anche perche’ riceve un’assistenza continua in telemonitoraggio. Vengono usati dei device con rilevazione sistematica della saturazione, della frequenza respiratoria, cardiaca, della temperatura corporea e test di performance fisica che quindi ci dicono come sta il paziente. Sono previsti dai day hospital per un controllo successivo alla dimissione clinica. Il paziente che dall’ospedale o dall’albergo rientra a domicilio deve essere ricontrollato nel tempo anche perche’ questa malattia e’ nuova e non sappiamo dunque come saranno gli esiti. All’interno del day hospital lavorano varie figure professionali come geriatri, pneumologi e infettivologi. Nei vari percorsi di continuita’ assistenziale oggi la Regione si e’ posta il problema dei pazienti non autosufficienti che e’ uno dei grossi problemi anche all’interno delle realta’ ospedaliere. Sono state aperte a livello territoriale delle Rsa Covid all’interno delle quali sono assistiti i pazienti non autosufficienti. In questo momento storico mancano pero’ delle formule riabilitative o di lungo degenza che potrebbero essere un ulteriore sbocco per questi malati, nonche’ degli hospice per i pazienti piu’ gravi che hanno problemi di terminalita’ ma indipendentemente dal Covid”.

– Quanti pazienti Covid avete accolto finora? E quanti sono ospitati nella struttura esterna alberghiera collegata al Gemelli?
“Abbiamo ad oggi 162 posti letto disponibili, siamo arrivati ad occuparne anche 140. La gestione parte dalla Centrale di Continuita’ Assistenziale del Gemelli e dalla Centrale operativa della Asl, in modo integrato. Il territorio e l’ospedale lavorano insieme, garantendo in maniera simultanea la presa in carico di questi pazienti. La gestione e’ della Fondazione Policlinico Gemelli, che ha messo in campo i presidi di tecnico-assistenza, la parte infermieristica, garantisce la presenza di specialisti e anche la fornitura dei pasti e la sanificazione delle stanze”.

– E’ previsto per questo tipo di pazienti un percorso di riabilitazione?
“Ad oggi purtroppo non e’ stata ancora prevista la riabilitazione poiche’ e’ tutto nuovo e i sistemi devono essere modificati e validati. Sicuramente la riabilitazione e’ un aspetto da valutare, anche perche’ non sono chiari gli esiti di questa malattia e quindi se e’ necessaria una riabilitazione respiratoria, ma anche altro. Abbiamo notato che sono pazienti che vengono fuori da una lunga ospedalizzazione per cui un intervento di tipo riabilitativo motorio e anche una riabilitazione respiratoria potrebbero supportare una migliore ripresa”.

Agenzia Dire




Coronavirus, Sanguinetti (Gemelli Roma): “Bene Immuni, ma tamponi fondamentali”

ROMA – Governo e Comitato tecnico-scientifico sono al lavoro per delineare le strategie da mettere in campo nella ‘fase due’ dell’emergenza coronavirus. Tra gli argomenti piu’ discussi, le future regole di comportamento dei cittadini: prima tra tutte, quella legata alla questione dell’app ‘Immuni’. L’agenzia Dire ne ha parlato via skype con il professor Maurizio Sanguinetti, al quale ha chiesto anche dello studio che il dipartimento di Scienze di laboratorio e infettivologiche del Policlinico Gemelli di Roma ha visto pubblicare oggi su una rivista specialistica europea.

– La curva del contagio scende e ormai poche settimane ci dividono dalla fine del lockdown ma non e’ finita. Come ci dovremmo comportare nei luoghi di lavoro open space o sui mezzi pubblici?
“Molte indicazioni sono state date, la linea guida e’ fare in modo che si ci siano meno occasioni possibili di contagio e poi mantenere il distanziamento sociale, pari almeno ad un metro, indossare protezioni, sicuramente su tutte la mascherina, e lavarsi le mani. Le precauzioni sul luogo di lavoro ci sono, ma vanno ridotte in modo importante le situazioni di assembramento, come indichera’ il Governo. Stessa cosa vale per i mezzi pubblici: infatti l’idea e’ di riproporre quanto realizzato in Cina, quindi ridurre il numero delle persone che utilizzano contemporaneamente i mezzi e questa e’ una grossa sfida per i decisori. Va ricordato, non vorrei essere una Cassandra, che questa e’ una situazione che ci porteremo avanti per molto tempo e bisogna convivere con questo modo di comportarsi. Quando avremo un vaccino dobbiamo pensare che non ci potra’ proteggere in modo totale e in ogni caso c’e’ la necessita’ comunque di ridurre le possibilita’ di contagio.

– Secondo lei la app Immuni, che per essere efficace deve essere scaricata dal 60% della popolazione, puo’ aiutarci a tracciare i contagi in caso di nuove ondate di positivita’ o e’ bene pensare ad altre strategie praticabili da tutta la popolazione?
“Nella mia mente e’ uno dei tre capisaldi per combattere efficacemente il virus: il primo, lo abbiamo detto, e’ costituito dal vaccino e dal distanziamento sociale; il secondo riguarda la messa a punto di terapie o raffinare quelle esistenti. Terzo, fare una diagnosi quanto piu’ precoce possibile che da clinico per me e’ la priorita’. Dalle esperienze in varie parti del mondo, penso alla Corea ma anche a Taiwan, e’ emerso che fare solo tamponi per la diagnosi serve a poco. Ecco perche’ la app serve a tracciare gli spostamenti di ogni singolo individuo, da aggiungere ai test. Inoltre e’ utile perche’ nel momento in cui identifico una persona positiva, posso rintracciare tempestivamente tutte le persone con cui questa e’ entrata in contatto e dunque le persone potenzialmente infettate. Tutti i problemi sollevati legati alla privacy devono essere ben gestiti a livello istituzionale. Certamente, poi, piu’ la scaricano meglio e’. Per quanto riguarda gli anziani, gia’ ora e’ meglio che escano di casa il meno possibile, quindi si puo’ compensare la problematica della loro mancanza di confidenza con le app e la tecnologia con un lockdown prolungato”.

– Forse dobbiamo sviluppare o rafforzare la medicina sul territorio per monitorare tutte quelle situazioni delle persone che sono a casa, che magari avvertono sintomi ma non sanno perche’ nessuno gli ha fatto il tampone se sono Covid positivi. Una volta usciti dal lockdown possono circolare senza mettere in pericolo nessuno?
“Questa e’ uno dei punti dolenti dal mio punto di vista di microbiologo clinico. Siccome ci avviciniamo a questa situazione, possiamo incominciare anche a mettere in evidenza alcuni problemi. Uno tra questi, per quanto riguarda le malattie infettive in Italia, e’ che la microbiologia clinica e’ stata smantellata dal territorio. La microbiologia esiste nei grandi ospedali e viene vista come un lusso che non tutti si possono permettere. E questo e’ uno dei principali motivi per cui siamo in questa situazione perche’ nel tempo si e’ dovuto sopperire alla mancanza di strutture in grado di eseguire diagnosi precise. Inoltre abbiamo, oltre al Covid-19, tutte le altre problematiche infettive in Italia che in questo preciso momento continuano ad andare avanti. Non dimentichiamo che e’ questo e’ il motivo per cui in Italia c’e’ il piu’ alto tasso di antibiotico resistenza in Europa e tra i piu’ alti nel mondo. Questo e’ collegato anche alla mancanza di una diagnostica efficace dovuta a strategie economicistiche volte ad eseguire economia di scala che e’ stata vista come una cosa virtuosa e che io considero viziosa. Avere laboratori microbiologici in pochi centri consente di tagliare il personale specializzato e acquisire i materiali a un costo minore, ma quello che si perde e’ il contatto con l’ospedale e con il reparto. Nel nostro Paese dall’inizio c’erano solo 50 centri in grado di analizzare i tamponi e questo ha comportato un ritardo nella esecuzione dei test e quindi si e’ meno efficaci nel contrastare l’epidemia. A lungo termine vanno ripotenziate le microbiologie sul territorio”.

– Le malattie infettive vanno avanti anche in tempo di Coronavirus. Come vi state riorganizzando a livello ospedaliero per tornare a ripristinare tutti i servizi oltre quelli strettamente indifferibili? Resteranno attivi ancora nei prossimi mesi i Covid hospital?
“Per quanto riguarda il nostro Covid hospital l’idea della Regione Lazio e’ quella di mantenerlo attivo come presidio insieme ad strutture riconosciute e presenti nella regione per gestire le situazione attuale che si sta spostando da una fase acuta a una fase cronica. Per evitare di andare incontro poi a problematiche intra-ospedaliere di trasmissione del virus l’attenzione diagnostica si sta spostando da chi puo’ avere malattia a chi bisogna evitare che la contragga. Per almeno 6 mesi o un anno anche questa attivita’ e queste strutture vanno mantenute in piedi. Per quanto riguarda piu’ strettamente l’attivita’ diagnostica del nostro laboratorio, noi abbiamo
reagito modificando la nostra attivita’ con bersaglio Sars-Cov-2 e cercando di mettere su un sistema che fosse attivo h24. Noi forniamo sedute diagnostiche fino alle 3 di notte tutti i giorni dall’1 marzo scorso e riceviamo intorno ai 400/450 campioni, che vengono gestiti in una giornata. Tutto questo ha comportato un rivoluzionamento delle diagnostiche ricovertite all’analisi di Covid con soluzioni piuttosto originali che abbiamo attuato al Gemelli. Proprio oggi e’ stato pubblicato un nostro lavoro scritto per descrivere questa nostra esperienza su European Journal of Clinical Microbiology & Infectious, rivista della societa’ europea di microbiologia clinica e malattie infettive, proprio per condividere questa ristrutturazione del laboratorio per venire incontro all’emergenza. In nessun momento e’ stato tralasciato tutto il resto, che naturalmente e’ stato ridotto ma mantenendo i giusti tempi. Il risultato non e’ il mio, ma di tutto il personale che collabora con me nel laboratorio, che ha aderito a questo progetto in modo entusiastico e che io ringrazio sempre”.

Agenzia Dire




In occasione della 50ª Giornata mondiale della Terra, Zucchero “Sugar” Fornaciari

ROMA- Questa notte, mercoledì 22 aprile, in occasione del 50° Anniversario della Giornata Mondiale della Terra (Earth Day), ZUCCHERO “SUGAR” FORNACIARI in una Piazza Colosseo deserta a ROMA, eseguirà per la prima volta in assoluto l’inedito ed emozionante brano “CANTA LA VITA”, tratto da “Let Your Love Be Know” di Bono Vox con il testo in italiano a firma di Zucchero.

“CANTA LA VITA” è l’ennesima conferma di un sodalizio artistico che lega Zucchero e Bono da molti anni. In un periodo così complesso come quello che stiamo attraversando, questa canzone è un messaggio positivo di speranza e conforto per tutti. Un inno alla Vita. Un’esibizione unica in cui, nell’inciso finale, le voci di entrambi gli artisti si fondono e uniscono, per lanciare un messaggio mondiale di grande unione.

«Questa canzone è nata nella fase iniziale dell’emergenza – racconta ZUCCHERO – Quando ho sentito Bono, eravamo entrambi molto scossi dalla drammaticità del momento che il Nord Italia stava vivendo. Però quello che ci ha colpito è stata la reazione delle persone, vederle e sentirle sui balconi cantare. Quindi ci siamo detti che avremmo dovuto fare qualcosa per sottolineare che il canto è una grande forma di resistenza. In un dramma come quello che stiamo vivendo, attraverso il canto si può essere più vicini, si può reagire insieme, in tutte le parti del mondo. La musica, attraversa i muri ed accorcia le distanze».

L’esibizione di Zucchero andrà in onda durante la maratona multimediale #OnePeopleOnePlanet trasmessa sul canale streaming Rai Play, con un palinsesto live di 12 ore (dalle ore 8.00 alle ore 20.00). Oltre a Rai Play e a numerosi programmi di Rai1, Rai2, Rai3, Rai News e Rai Ragazzi, porteranno il loro contributo a questa staffetta mediatica anche Vatican Media, ANSA, TV2000, Radio Italia, NSL Crossmedial Studios, Rinnovabili.it, Lifegate.

«L’Italia – spiega Pierluigi Sassi, presidente di Earth Day Italia – è stata chiamata ad aprire le celebrazioni mondiali con una dedica a Papa Francesco che tanto ha fatto per creare consapevolezza sul cambiamento climatico. Dopo il perdono universale offerto al mondo da una piazza San Pietro completamente vuota abbiamo pensato che innalzare un canto con un artista straordinario come Zucchero, davanti ad un Colosseo illuminato di blu in una città eterna altrettanto vuota, fosse il modo migliore per dire grazie al Papa e raccogliere il Suo potente messaggio di speranza. Non riesco ad immaginare un modo migliore per celebrare il 50’ Earth Day.”
L’intervento di Zucchero è stato reso possibile grazie alla preziosa collaborazione di Gaia Saltalamacchia presidente dell’associazione culturale MagArt e di Giulia Morello, direttrice artistica di Earth Day Italia e alla collaborazione del Gruppo ACEA.

La maratona italiana è parte della kermesse mediatica globale intitolata #Earthrise che coinvolge i 193 Paesi membri delle Nazioni Unite ed è animata da numerosi interventi, approfondimenti, testimonianze, performance e campagne. #OnePeopleOnePlanet vuole rappresentare lo spirito del Villaggio per la Terra del quale la maratona mediatica riprende i temi: educazione ambientale, tutela della natura e sviluppo sostenibile, solidarietà, partecipazione. Moltissimi saranno i contributi video che verranno trasmessi in diretta e on demand sulla piattaforma www.onepeopleoneplanet.it. Momenti emozionanti e coinvolgenti a cui gli spettatori da casa potranno partecipare interagendo con la piattaforma web e i social e utilizzando gli hashtag della giornata: #OnePeopleOnePlanet, #CosaHoImparato, #EarthDay2020, #iocitengo, #VillaggioperlaTerra, #focolaremedia.




Nuove regole per le locazioni transitorie a Roma: boccata d’ossigeno per l’ospitalità turistica in difficoltà

ROMA- Le organizzazioni della Proprietà Edilizia Confabitare Roma e Unioncasa Roma e quella dell’Inquilinato Assocasa Roma e Lazio hanno stipulato un Addendum “CoViD” al loro Accordo Territoriale di Roma per le locazioni a canone concordato, per rispondere a nuove necessità contingenti. Le nuove regole entrano in vigore il 22 Aprile.

Molte le novità per sopperire alle necessità derivanti dall’emergenza CoViD.

“L’Addendum che abbiamo sottoscritto, introduce nuove fattispecie di transitorietà per i periodi di emergenza” – ci spiega Eugenio Romey, Presidente Provinciale di Confabitare – “ciò in quanto l’Accordo Territoriale, stipulato lo scorso anno, non poteva prevederne alcune venute alla luce con l’emergenza CoViD”.

Fino a ieri, per poter locare gli appartamenti con Contratti Transitori in molti “nuovi casi” legati al CoViD, si sarebbe dovuto ricorrere al cosiddetto “canale assistito”, una procedura complessa che prevede riunioni tra le parti insieme alle loro Organizzazioni della proprietà e dell’inquilinato di riferimento. Qualcosa che in tempi di restrizioni degli spostamenti e di distanziamenti interpersonali aveva creato un “loop” operativo. Questo poiché i Contratti Transitori a Roma rientrano obbligatoriamente nell’alveo dei “Canoni Concordati”, per cui possono essere stipulati soltanto in base alla specifica normativa.

“Per risolvere questa impasse abbiamo introdotto nuove fattispecie di transitorietà che valgono solo durante i periodi di emergenza” – prosegue Romey.

Un caso da prendere in esame, per esempio, sono gli alloggi destinati ad accogliere turisti che stanno attraversando un vero e proprio dramma.

Grazie alle novità, da oggi queste dimore possono essere locate in via transitoria da 31 notti fino a 18 mesi, bastando soltanto l’esigenza del locatore di rientrare dei costi fissi dell’immobile. Quindi, oltre agli alloggi prima utilizzati per locazioni o sublocazioni brevi/turistiche ai sensi del D.L. 50/2017, potranno usufruire delle locazioni Transitorie le strutture ricettive extralberghiere (B&B, Case e Appartamenti per Vacanze, Guest House, Case per Ferie, ecc.), purché l’immobile sia di categoria Catastale da A/1 ad A/11, esclusa la A/10.

“Abbiamo anche introdotto” – continua Antonio Carlo De Luca, Presidente Provinciale di Unioncasa – “delle fattispecie di transitorietà specifiche per i conduttori. Ad esempio per chi, ritenendosi a rischio di contagio, volesse spostarsi dalla propria dimora per tutelare i familiari e prendere in affitto un alloggio per qualche mese, anche vicino casa. Pensiamo soprattutto ai medici ospedalieri o agli infermieri per i quali, peraltro, abbiamo previsto la possibilità di affitto a canoni di favore”.

Fabio Ronghi, Segretario Provinciale di Assocasa, ricorda che si è pensato anche al mondo dell’istruzione. Molti docenti sono stati chiamati ad incrementare la banca dati delle lezioni in e-learning delle Università, dovendo garantire la presenza quasi quotidiana in Sala Registrazione; altri, invece, necessitano di svolgere la didattica remota, non registrata, cosa per la quale possono non avere una connessione dati di un certo livello, e neppure adeguabile. Conseguentemente il personale docente fuori sede può avere necessità di un appartamento a Roma per qualche mese.

Tali esigenze, prima non previste né prevedibili, sono ora a Roma pienamente soddisfatte, facilitando la possibilità di stipula dei relativi contratti in modalità non assistita, ma solo con la richiesta dell’Attestazione di Rispondenza.

Chiosa Romey in chiusura:“Con questa innovazione, adesso Roma è probabilmente il Comune in Italia più avanzato sotto questo profilo”.

 

 




Coronavirus, a Roma riaprono le librerie, lettori in fila e primi acquisti

ROMA- Neanche la pioggia ha fermato la voglia dei lettori di tornare a frequentare le librerie, che nel Lazio hanno riaperto questa mattina dopo quasi due mesi di chiusura. Muniti di mascherine, guanti monouso e gel, i librai romani hanno accolto questa mattina le prime persone, in un’atmosfera di generale entusiasmo. Cinque le Feltrinelli che hanno riaperto, quattro a Roma (Eritrea, Appia, Orlando e Giulio Cesare) e una a Latina. Nella Capitale la riapertura delle altre sedi, come quelle di Largo Argentina e Galleria Sordi, avverra’ nei prossimi giorni, appena terminate le operazioni di sanificazione dei locali. Aperto anche Libraccio in via Nazionale, così come la maggior parte di quelle indipendenti, da Prati a Ostiense, da Testaccio a San Lorenzo, da Montesacro a Talenti. Qualcuno ha preferito ricevere su appuntamento, come la libreria Simon Tanner in zona Appio Latino. “Mi sembra un sogno poter rientrare in libreria – dice Claudia all’agenzia Dire – Non vedevo l’ora di potermi aggirare negli scaffali, come facevo ogni weekend. Ho comprato un romanzo e una raccolta di poesie. I libri sono un bene essenziale, anche se tanti fanno fatica a dirlo”.
Il direttore della Feltrinelli Eritrea, Giuseppe Mei, spiega: “Siamo contenti per questa riapertura, le persone sono entusiaste, ma era importante farlo in sicurezza. Nei giorni scorsi hanno montato dei plexiglass alle casse per diminuire al massimo i contatti e abbiamo fornito i lavoratori di mascherine, guanti e una visiera. Contingentiamo l’entrata dei lettori, al massimo cinque alla volta, e forniamo loro dei guanti monouso e il gel disinfettante. Cerchiamo di fare attenzione. Bisogna aiutare il Paese nella ripresa economica e culturale, ma anche rispettare le norme e avere accortezze”.
Situazione simile nella libreria indipendente ‘Tra le righe’ di viale Gorizia, nel quartiere Trieste. “Molte persone questa mattina ci hanno telefonato per sapere se eravamo aperti, poi sono venute a trovarci- sottolinea la libraia Paola Mastrobuoni- C’e’ voglia di libri, c’e’ voglia di evasione. Dopo tanto tempo passato a casa e’ normale. Non e’ un caso se in questo momento i romanzi sono piu’ venduti dei saggi e se i ‘gialli’ continuano a essere richiesti”.
La libreria ‘Tra le righe’ e’ stata una delle circa 80 che a Roma hanno aderito al servizio nazionale #LibridaAsporto per la consegna a domicilio. Il servizio e’ stato temporanemente sospeso (finora 14 mila spedizioni e l’utilizzo completo dei 63.400 euro raccolti dagli editori) ma il progetto e’ di riprendere al piu’ presto. “Intanto noi continuiamo a effettuare consegne a domicilio grazie a un servizio del II Municipio”, precisa Mastrobuoni.
Stesso servizio cui si e’ appoggiata in questi giorni Simona Pedicone del Punto Einaudi di via Bisagno. “Le consegne a domicilio continuano, ma da oggi la libreria e’ di nuovo aperta dalle 10 alle 14. “In questa libreria potra’ entrare una persona alla volta- dice Pedicone- L’essenza stessa della frequentazione delle librerie ossia lo scambio, le chiacchiere, lo stare anche un’ora piacevolmente a sfogliare i libri, dovremo rimandarlo a tempi piu’ sicuri, che nel mio piccolo penso non siano ancora questi”.

Agenzia Dire




Coronavirus, Marcolongo (Sant’Andrea Roma): “Modello Lazio ha retto bene”

ROMA – “Il modello di risposta ospedaliera della città metropolitana e dei capoluoghi di provincia finora ha retto in modo egregio, i dati ci danno ragione. Non c’e’ stato alcun rifiuto e alcuna incapacità di gestire situazione di criticità. Ora, però, è’ importante non smantellarlo perché’ sono certo che questa epidemia ci accompagnerà per tutto l’autunno e l’inverno prossimo, fino a che non ci sara’ un vaccino in grado di debellare il virus”. Lo ha detto il direttore generale dell’azienda ospedaliera Sant’Andrea di Roma, in un colloquio Skype con l’agenzia Dire.
La struttura del quadrante a Nord della Capitale e’ un Hub della terza fase di gestione dell’emergenza Covid-19 messa in campo dalla Regione Lazio. Dispone di 50 posti letto covid e 32 posti di terapia intensiva. “E’ una delle dotazioni piu’ cospicue di tutta la rete romana”, ha sottolineato Marcolongo, ricordando che “fin dall’inizio il Sant’Andrea e’ stato interessato come ospedale Covid di riferimento. All’inizio abbiamo attivato un pre-triage con 8 tende esterne e abbiamo cercato di svuotare il Pronto soccorso, che e’ stato poi destinato ai pazienti covid. E’ stata un’operazione non facile, che ha richiesto una grande attenzione e disponibilità professionale”.
Inoltre “sono stati differenziati i percorsi per i pazienti chirugici – ha continuato Marcolongo – e abbiamo dedicato 22 posti letto all’area pneumologica, per i pazienti che hanno bisogno di riabilitazione o dopo lo svezzamento della terapia intensiva. Infine, abbiamo attivato
subito un laboratorio per i test e nell’ultima settimana e’ stata ampliata la capacita’ dell’offerta, rendendo piu’ efficiente
individuare i portatori sani, che si trovano anche tra gli operatori e non solo tra i cittadini”.
Il direttore generale si dice “certo” che l’emergenza proseguira’ per tutto l’anno, almeno finché non sara’ pronto un vaccino. Per questo “e’ fondamentale far convivere nelle nostre organizzazioni ospedaliere i percorsi Covid e non Covid, perché i pazienti ci saranno ancora. Se la copertura e’ circa del 10 per cento della popolazione, non e’ che il virus sparisce all’improvviso. Non bisogna quindi smantellare le strutture costruite, ma magari ridimensionarle. Anche lo sviluppo delle app, con la possibilità per i medici di seguire i pazienti a domicilio, e’ fondamentale per ridurre l’impatto sulla rete ospedaliera”.
Marcolongo è infine scettico sull’opportunità di estendere il test a tutti i residenti del Lazio. “Quale test? La procedura del tampone e’ piuttosto laboriosa, richiede circa 6 ore, e anche i metodi rapidi non hanno portato successo. Piuttosto credo che i test seriologici, nonostante i dubbi, siano uno strumento efficace. E’ importante identificare chi e’ già guarito, chi non lo e’, e chi e’ in dubbio. Non a caso anche altre Regioni lo hanno già preso. Posso dire che anche noi l’abbiamo già preso. Abbiamo fatto il tampone a tutto il personale e lo monitoriamo con la sierologia. A dimostrazione che lo abbiamo già acquisito come metodo di monitoraggio permanente”.

Agenzia Dire




Coronavirus, Roma, Bartoletti:”Obbligo mascherina nel Lazio? Vedremo”

ROMA- “Per quanto riguarda l’obbligo di indossare la mascherina anche nella regione Lazio, si tratta di un tema che affronteremo nella fase 2, per ora c’è l’obbligo di stare a casa. Per il momento utilizziamole e continuiamo a mantenere le distanze di sicurezza. Le due cose vanno associate perché la mascherina, se parliamo di quella chirurgica, quando è umida e usata protegge molto meno. È chiaro che l’obbligo delle mascherine è legato anche al tema della disponibilità”.Così in una intervista all’agenzia Dire Pier Luigi Bartoletti, vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Roma e segretario romano della Federazione italiana Medici di Medicina Generale, che questa mattina si è recato con il suo staff in un hotel di via Perlasca nel quartiere Collatino, alla periferia est della Capitale, dove si trovano in isolamento diverse decine di crocieristi della Costa Luminosa sbarcati il 25 marzo nel porto di Savona e assegnati a strutture alberghiere di Roma per trascorrere un periodo di quarantena.

“Con il testi sierologico non si chiude la partita” prosegue Pier Luigi Bartoletti, vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Roma e segretario romano della Federazione italiana Medici di Medicina Generale, mostrando ai cronisti il test sierologico che stamane e’ stato effettuato insieme a diversi tamponi in un hotel di via Perlasca nel quartiere Collatino, alla periferia est della Capitale, dove si trovano in isolamento diverse decine di crocieristi della Costa Luminosa sbarcati il 25 marzo nel porto di Savona e assegnati a strutture alberghiere di Roma per la quarantena.
Bartoletti, spiegando come vengono effettuati i test per rilevare la positività al coronavirus tramite il sangue, ha detto: “Questo ti dice se hai avuto il Covid-19 e non te ne sei accorto, se ce l’hai in corso. Ma se risulta negativo, senza tampone e’ un test a meta’. Sono tutti cosi’: un pezzo di plastica con una spugnetta, si mette il sangue e delle gocce di un liquido chiamato ‘buffer’ che serve a far correre il sangue dentro il test. Se il risultato e’ ‘C’ il test e’ negativo, se e’
‘T’ e’ positivo. Per il risultato definitivo ci vogliono 10 minuti, ma gia’ intorno ai 3-4 minuti si ottiene un responso”.
Ma c’e’ un aspetto che il dottor Bartoletti tiene a sottolineare: “Se una persona e’ stata contagiata ieri il test non lo mostra, per questo dobbiamo riuscire a combinare due metodi: ovvero il tampone possibilmente rapido. Il tamponeátradizionale- ha spiegato Bartoletti- e’ in primo luogo ‘operatore dipendente’, produce ancora dei falsi negativi e poi e’ un test lento, se faccio migliaia di tamponi mi servono giorni e giorni di laboratorio e la diagnosi arriva tardi. Con il
tampone rapido il risultato e’ immediato, come quello biomolecolare”. Su questa tipologia di tampone, ha spiegato Bartoletti, “stanno lavorando gli Stati Uniti, noi non ce l’abbiamo”.

“Andiamo a fare tamponi e test virale rapido” prosegue ancora Pier Luigi Bartoletti, vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Roma e segretario romano della Federazione italiana Medici di Medicina Generale, che questa mattina si e’ recato con il suo staff in un hotel di via Perlasca nel quartiere Collatino, alla periferia est della Capitale, dove si trovano in isolamento diverse decine di crocieristi della Costa Luminosa sbarcati il 25 marzo nel porto di Savona e assegnati alla quarantena in strutture alberghiere di Roma.
D’accordo con la sanità regionale e l’ospedale Spallanzani “effettuiamo il test rapido e il tampone perchè questo ha la possibilità di determinare se c’è Rna virale nell’atto respiratorio, mentre invece il test rapido ‘vede’ la sierologia nel sangue. I due metodi accoppiati sono la metodologia migliore rispetto a uno solo. Per fare il test sul sangue serve qualche giorno più, mentre il tampone, se una persona ha avuto un contatto con il virus ieri, già possiamo trovare la carica virale. Fare soltanto il test rapido- ha spiegato Bartoletti all’agenzia Dire- al momento non permette di coprire i primi giorni. Se una persona e’ stata contagiata ieri, il tampone trova la carica virale e potrebbe risultare positivo, mentre la
sierologia potrebbe essere negativa perchè al corpo servono dei giorni per produrre anticorpi”.
“Bisogna cominciare già da adesso a pensare ai provvedimenti da prendere per l’autunno, come la vaccinazione antinfluenzale che dovrebbe essere resa obbligatoria per tutti perchè è chiaro che chi e’ vaccinato ha meno possibilità di prendere l’influenza, i cui sintomi sono indistinguibili con quelli del coronavirus. Quindi e’ chiaro che più vacciniamo per l’influenza e più facilita’ abbiamo di ottenere una diagnosi differenziata e se a questo aggiungiamo sia il tampone rapido e sia la sierologia rapida – se dovesse dimostrarsi affidabile – rispetto ad oggi avremo un livello di sicurezza maggiore”.Così in una intervista all’agenzia Dire Pier Luigi Bartoletti, vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Roma e segretario romano della Federazione italiana Medici di Medicina Generale, che questa mattina si e’ recato con il suo staff in un hotel di via Perlasca nel quartiere Collatino, alla periferia est della Capitale, dove si trovano in isolamento diverse decine di crocieristi della Costa Luminosa sbarcati il 25 marzo nel porto di Savona e assegnati a strutture alberghiere di Roma per trascorrere un periodo di quarantena.

“Da quello che sappiamo ci sono anche test biomolecolari ancora piu’ rapidi, con la saliva. La cosa migliore sarebbe avere per il prossimo autunno-inverno tutti i test rapidi, ovvero il tampone e la sierologia. Sarebbe perfetto per avere uno screening della popolazione molto veloce e per evitare che la malattia si diffonda come si e’ diffusa negli ultimi giorni. Tutto questo sara’ utile anche per capire se, a partire da ottobre, ci troveremo davanti a un’influenza semplice o no”.
Chiude parlando all’agenzia Dire Pier Luigi Bartoletti, vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Roma e segretario romano della Federazione italiana Medici di Medicina Generale, che questa mattina si e’ recato con il suo staff in un hotel di via Perlasca nel quartiere Collatino, alla periferia est della Capitale, dove si trovano in isolamento diverse decine di crocieristi della Costa Luminosa sbarcati il 25 marzo nel porto di Savona e assegnati a strutture alberghiere di Roma per trascorrere un periodo di quarantena.

Agenzia Dire




Coronavirus, al Campus biomedico di Roma ha aperto il Covid center

ROMA – Riceviamo da agenzia Dire e pubblichiamo: ” Ha aperto questa mattina, al Campus Bio-medico di Roma, il Covid Center con 9 posti letto di terapia intensiva. Entro il 20 aprile, poi, saranno aperti altri 31 posti letto ordinari di cui 7 sub intensivi. “E’ uno spazio isolato e sicuro, studiato appositamente per questa emergenza – ha spiegato, all’agenzia Dire, il direttore sanitario, Lorenzo Sommella – Questa mattina sono in arrivo i primi due pazienti”.
Il Covid Center, realizzato all’interno del nuovo Dea, fa parte della rete costruita nel Lazio per far fronte all’emergenza. “La rete sta funzionando molto bene, c’e’ stato un incremento notevole di posti letto sia ordinari che di terapia intensiva in tutta la regione, che al momento si sono rivelati sufficienti per fronteggiare il livello epidemico attuale – ha sottolineato Sommella -. Speriamo che il trend continui nel miglioramento che sembra intravedersi”.
Anche al Campus Bio-medico, cosi’ come negli altri ospedali di Roma e del Lazio, la paura diffusa del virus ha portato molte persone a chiedere il rinvio di operazioni calendarizzate. “Ci
dispiace, perche’ questa paura e’ ingiustificata – ha sottolineato
Sommella – Noi siamo stati molto attenti, fin da inizio epidemia, a separare i percorsi e a dotare pazienti, visitatori e operatori delle difese necessarie. Ci definiamo un ospedale ‘Covid free'”.
Per quanto riguarda le attivita’ extra-Covid, Sommella ha spiegato che al Campus Bio-medico “si stanno limitando le attivita’, tranne quelle che potrebbero comportare un peggioramento se non vengono trattate entro 30 giorni, quindi quelle oncologiche o chirurgiche”.
Secondo il direttore sanitario, infine, la volonta’ dell’assessore regionale alla Sanita’, Alessio D’Amato, di effettuare il test Covid-19 per tutti i residenti del Lazio “e’ una cosa opportuna in questa fase di epidemia, proprio per essere in grado di individuare le persone asintomatiche che hanno contratto l’infezione”.

 




Coronavirus, al Santa Lucia di Roma tra ipad e teleriabilitazione

ROMA- L’attività della Fondazione Santa Lucia Irccs, a Roma, altamente specializzata in percorsi di neuroriabilitazione in ambito motorio e cognitivo sia dell’adulto che del bambino, non si ferma ai tempi dell’emergenza Covid-19.
Tutta una serie di misure sono state pero’ messe in atto allo scopo di preservare la salute di medici e operatori che lavorano nel nosocomio, ma soprattutto dei pazienti degenti. Previste forti restrizioni alle visite esterne, ma in sostituzione sono state attivate telefonate e videochiamate. E poi e’ in corso un servizio di teleassistenza e teleriabilitazione per i piccoli evitando cosi’ accessi alla struttura. Queste e altre le strategie, come raccontato all’agenzia di stampa Dire da Antonino Salvia, direttore sanitario della Fondazione Santa Lucia Irccs di Roma.

– Come il Santa Lucia Ircss si e’ riorganizzato in questo periodo di emergenza?

“La Fondazione Santa Lucia Irccs e’ un ospedale di neuroriabilitazione che ospita al suo interno pazienti con gravi
lesioni del sistema nervoso centrale colpiti ad esempio da ictus,
lesione del midollo spinale, coma, una malattia neurodegenerativa
tipo Parkinson e sclerosi multipla. Questi soggetti spesso hanno
un’eta’ piuttosto avanzata. Percio’ abbiamo rivisto con attenzione la nostra organizzazione sanitaria. In particolare, dal 6 marzo sottoponiamo tutti coloro che entrano nella struttura – dagli operatori sanitari ai pazienti esterni – alla rilevazione della temperatura corporea. Inoltre abbiamo ridotto sensibilmente le attivita’ verso i pazienti esterni e percio’ ambulatoriali e abbiamo dovuto ridurre, purtroppo fino a bloccare, le visite dei parenti ai pazienti degenti. In sostituzione abbiamo attivato un sistema di contatto telefonico attraverso iPad e cellulari.
Questa pratica ha reso possibile ridurre in maniera importante la
possibilita’ di contatto tra i pazienti e i loro parenti evitando rischi di contagio”.

– Avete programmato per i medici e operatori sanitari turni a
squadre per contingentare eventuali positivi. Tamponi e Dpi?

“Per quanto riguarda l’organizzazione dell’attivita’ all’interno della Fondazione Santa Lucia, al momento non abbiamo riscontrato
casi positivi di Covid-19 ma solamente casi sospetti. Tutto il nostro personale e’ dotato di dispositivi di protezione individuale. Al momento dunque non si e’ resa necessaria unacontingentazione dell’attivita’ lavorativa dei nostri professionisti. Stiamo quindi lavorando a pieno regime proprio nell’interesse dei pazienti ricoverati e seguiti”.

– Continuate a erogare alcuni servizi indifferibili, mentre in altri casi invece riuscite a garantire assistenza da remoto, penso ad esempio alla riabilitazione infantile?

“Il nostro poliambulatorio continua a garantire le prestazioni urgenti e quelle da effettuare in breve tempo, cioe’ entro dieci giorni. Mentre per le prestazioni ospedaliere, tra cui quella rivolta ai bambini, siamo riusciti a organizzare teleassistenza e teleriabilitazione. Dai primi dati che stiamo analizzando, questa attivita’ in particolare e’ ben accetta sia dai bambini che dai genitori che in questo modo non vedono interrompersi quell’importante percorso riabilitativo che nella stragrande maggioranza dei casi clinici li accompagnera’ per tutta la vita”.




Coronavirus. Confcommercio Roma: grande sofferenza, ma seguiamo indicazioni “da Governo primissime misure, non sono certamente risolutive”

Roma – “Il protrarsi delle misure di contenimento e dunque delle chiusure delle attività’ ovviamente ci rattrista e rattrista moltissimo i nostri imprenditori che sono in grandissima parte piccoli e piccolissimi. Tuttavia, non potremo che rispettare, come stiamo facendo, queste dure restrizioni se servono, come e’ sicuramente, alla salute dei cittadini e di tutti noi.
Ci atterremo alle indicazioni del Governo, perché’ dal nostro punto di vista in questo momento la comunità’ scientifica e’ molto importante, cosi’ come la capacita’ di sintesi che saprà’ fare la politica contemperando le esigenze sanitarie con quelle economiche”. È questa la posizione della Confcommercio Roma, espressa dal suo direttore Pietro Farina, a proposito dell’imminente prolungamento delle chiusure delle attività’ commerciali che non siano di prima necessita’.
Intervistato dall’agenzia Dire, Farina auspica che “nel tempo ci possano essere graduali riaperture, ovviamente nel pieno rispetto delle misure di sicurezza per tutti noi. Ogni giorno che passa il livello di sofferenza delle nostre imprese aumenta. Era già’ altissimo nel periodo pre-chiusura. Siamo in una città’ e un territorio che vivono tantissimo di turismo – spiega – e il venire meno di quella componente già’ prima delle chiusure ha dato una botta fortissima a tutto il comparto turistico e a tutta la filiera, perché’ non e’ poco rilevante la spesa dei turisti nel commercio e anche in altre attività’ di servizi”.
A parte le attività’ che possono rimanere aperte “e che stanno più’ o meno mantenendo i livelli pre-emergenza, soprattutto il settore alimentare che e’ anche in lieve crescita, per gli altri- ribadisce Farina- il livello di sofferenza e’ altissimo. La prima cosa che ci chiedono sono i finanziamenti immediati per poter sostenere le spese correnti, perché’ le attività’ sono chiuse, ma non sono sospesi i costi, tra cui gli affitti, il pagamento dei fornitori e quello dei dipendenti. Ma chiedono anche uno snellimento e una possibilità’
di accedere molto velocemente agli strumenti per i dipendenti, come cassa integrazione e fondo integrazione salariale”.
Si tratta di un aspetto su cui “ci si e’ mossi abbastanza in fretta, il Governo alcune cose le ha fatte in fretta, con tempi impensabili rispetto al passato. Sta di fatto- conclude il direttore- che tutti i nostri associati considerano queste delle primissime misure che non possono essere certamente risolutive rispetto al momento attuale. Ogni giorno che passa il pagamento di fornitori, affitti e dipendenti diventa insostenibile per chi ha una attività’ che adesso sta incassando poco o nulla”