Rotary club Viterbo: 70° anniversario e passaggio della campana

VITERBO – Emozionante e partecipato Passaggio della campana del Rotary Club Viterbo celebrato  nella serata che portava ad un importante anniversario: il 23 giugno del 1954 un gruppo di notabili viterbesi, in casa di Felice Ludovisi, istituiva il club.

Lo scambio di consegne tra presidenti, da Angelo Landi a Rosita Ponticiello, è diventato anche festa per questo importante 70° anniversario.

“Un doppio appuntamento che ci emoziona – ha precisato il presidente Landi – e ringrazio il Governatore Maria Carla Ciccioriccio per la presenza e tutte le autorità civili e militari che hanno accolto il nostro invito, insieme ai presidenti dei service con cui da anni realizziamo insieme bellissimi progetti”. Complimenti dal governatore per un traguardo storico come i 70 anni e dal sindaco Chiara Frontini che ha sottolineato lo spirito di servizio e rappresentanza, donando una targa al club.

Angelo Landi ha così tracciato la storia del club svelando il quadro che sarà perenne ricordo di questa serata: “Quel 23 giugno del 1954 si iniziò a celebrare le diversità di ognuno di loro, moltiplicando così la propria forza. Grazie a chi garantisce alla ruota del Rotary un moto perpetuo, per ricordare il percorso del nostro club e per fissare i nostri 70 anni di storia abbiamo pensato ad un’onda che si forma con i nomi di tutti i nostri presidenti, un movimento continuo che si autogenera, ovviamente con il nostro simbolo e i colori giallo blu”.

Il saluto del presidente è proseguito con i doni ai rappresentanti del direttivo con cui ha condiviso quest’anno rotariano, una spilla con il simbolo del Rotary per le signore, un fermacravatte per gli uomini. E ancora celebrazione, con l’omaggio ai soci storici, in funzione della vita associativa: Aldo Profili, socio da 41 anni, ritirata dalla nipote Elena, presidente del Rotaract, Fosca Mauri Tasciotti, 33 anni  e prima donna presidente, Lorenzo Grani, 23 anni, Roberto Ciula, 28 anni, Alberto Graziani, 29 anni e Ignazio Tricomi, 39 anni. Premiati anche Massimo Bordignon e la moglie Carmen “Per la presenza costante e piena di consigli”. Infine ogni socio ha ricevuto una medaglia commemorativa dell’importante anniversario, in dono anche alle autorità presenti e ai club service.

Come da tradizione il passaggio tra Presidenti segna anche l’assegnazione della “Paul Harris”, la benemerenza dedicata ai soci meritevoli che si sono distinti nell’anno, consegnata a Lamberto Scorzino ed Ermanno Cammarano.

La serata è stata segnata dall’ingresso di tre nuove socie, un trasferimento e due adesioni al Club. La cerimonia del distintivo è iniziata da Rosa Maria Purchiaroni che passa dal club Roma Aniene a Viterbo, al suo fianco i due presidenti, proseguita con le nuove, con il solenne giuramento di Silvia Somigli, presentata da Fosca Tasciotti, e Alessandra Landi da Ermanno Cammarano. Per entrambe l’ingresso con il distintivo appuntato dal Governatore Ciccioriccio.

L’ultimo atto è la consegna del collare del presidente, che passa da Angelo Landi, diventato past president, a Rosita Ponticiello, presidente per l’anno rotariano 2024/25, che presenta un breve discorso programmatico: “Chi mi conosce sa quanto io creda nell’associazionismo ed in genere ad ogni forma di aggregazione sociale in cui ognuno possa prestare il suo impegno al raggiungimento di obiettivi.  Insieme è più facile cambiare. Poi è arrivato il Rotary che racchiude tutto quello che io immaginavo potesse rendere unico lo stare ed il cambiare insieme. La costruzione della pace è una delle priorità del Rotary che ha istituito i Centri della pace presso alcune delle principali università in tutto il mondo centri sostenuti economicamente dalla Fondazione Rotary International. Ad oggi abbiamo 1800 borsisti della pace laureati presso questi centri e sparsi nel mondo per creare un mondo migliore. A febbraio 2025 andremo ad Istanbul dove sosterremo la nascita del settimo Centro della pace dell’università con l’arrivo dei primi borsisti.
E’ questa ‘La magia del Rotary’… il tema 2024/2025. A tal proposito voglio leggervi un aneddoto raccontato dalla Presidente del Rotary International Stephanie Urchick durante il discorso sul tema 2024/2025: ‘Anni fa, ero nella Repubblica Dominicana per aiutare a installare i filtri per l’acqua. Due ragazzini osservarono l’acqua sporca entrare nel filtro da una parte ed uscire pulita dall’altra. Non dimenticherò mai la prima volta in cui abbiamo interrotto il flusso dell’acqua. Uno dei ragazzini mi afferrò la manica dicendomi: ‘Mostrami di nuovo il trucco magico’. Ovviamente, il filtro dell’acqua non era magico. Abbiamo lavorato duramente per trasportare quei filtri, installarli e collaborare con i beneficiari della zona per occuparsi della manutenzione. Ma quei ragazzini sapevano che un facile accesso all’acqua pulita avrebbe cambiato la loro vita. Sapere di aver avuto un piccolo ruolo in questo ha sicuramente cambiato la mia vita’. Accenno un primo progetto in convenzione con l’Università degli Studi della Tuscia: una borsa di studio intitolata a Mario Moscatelli”.

Ufficializzato il direttivo composto dalla vice presidente Fosca Maura Tasciotti, dal segretario Alexia Paolocci, dal tesoriere Angelo Landi, dai consiglieri Lorenzo Grani, Ignazio Tricomi, Claudia Testa, Ermanno Cammarano, Andrea De Simone, Lamberto Scorzino, Angela Grifa, Alessandro Bruni, Andrea Genovese e dalla presidente Incoming, che entrerà in carica a luglio 2025, Simona Tartaglia. Come previsto dal prossimo governatore distrettuale è previsto anche il ruolo di facilitatore all’apprendimento, assegnato a David Trotti.

La serata conviviale si è conclusa in musica nella terrazza del ristorante Le Onde, dove è stata tagliata la torta celebrativa del 70° con i due presidenti e il Governatore e il suono della campana che ha visto insieme Angelo Landi, Rosita Ponticiello e Simona Tartaglia.

La celebrazione era iniziata nel pomeriggio con l’omaggio al monumento dedicato al fondatore Paul Harris, realizzato in via Diaz in occasione del 50°anniversario del Rotary Club Viterbo.

 




Il Rotary Club Viterbo a San Martino al Cimino incontra donna Olimpia Maidalchini Pamphilj

Il Rotary Club Viterbo, nell’ambito della sua fitta rassegna di incontri culturali che si concluderanno il 23 giugno p.v. con la cerimonia dei 70 anni del club e il Passaggio della Campana, ha inteso di recente riscoprire, nel magnifico scenario del complesso abbaziale di San Martino al Cimino, la figura di donna Olimpia Maidalchini Pamphilj, attraverso narrazioni e reading che ne hanno ripercorso vicende personali e fatti inediti, restituendole un volto nuovo e, per molti aspetti, inatteso.
Riuniti sulla scalinata dell’Abbazia Cistercense, irradiata dal sole del tramonto, i membri del Rotary Club Viterbo hanno accolto il saluto iniziale del Presidente Angelo Landi, le cui parole hanno omaggiato la bellezza storico-artistica del borgo di San Martino al Cimino, e introdotto il tema dell’evento tenuto dallo storico pamphiliano Colombo Bastianelli e dalla presidente dell’associazione Italian Human Connections Ets, Giulia Marchetti.
Donna Olimpia Maidalchini Pamphilj, una delle figure femminili più straordinarie, influenti e discusse del Seicento, su commissione di suo cognato papa Innocenzo X, ha dato vita al paese secondo un’architettura futuristica per l’epoca, e tipica di una città ideale. Se per i romani la nobildonna rimane tuttora la Pimpaccia di piazza Navona, per la comunità di San Martino al Cimino è la principessa benefattrice, antenata di tutti, e la ragion d’essere dello stesso borgo e di tutti i suoi abitanti. E proprio nell’ottica di questi sentimenti, e di questa sempre attuale devozione, che Colombo Bastianelli ha deputato oltre 30 anni della sua vita alla ricerca storica su donna Olimpia e sulla famiglia Pamphilj. Scandagliando documenti, verbali, atti e lettere private, è riuscito a dare un volto nuovo a questa donna, troppo spesso maltrattata da una storia sempre uguale a se stessa.
L’evento, organizzato dal Rotary Club Viterbo, proprio con l’intento di dare luce nuova al profilo umano di una delle figure femminili più straordinarie, influenti e discusse del Seicento, ha favorito un incontro dal format originale e coinvolgente, misto di narrazioni e reading teatralizzate, sublimate dalle magnifiche suggestioni architettoniche dell’Abbazia Cistercense e della Biblioteca dei monaci.
Dopo aver apprezzato il pregiato diorama del 1897 (opera di Vittorio Biseo) che riproduce in perfetta scala il complesso abbaziale ai tempi nel XIII secolo, la narrazione si è spostata nello spazio cruciale dell’incontro, ossia nell’abside della chiesa dove riposano ancora le spoglie di donna Olimpia Maidalchini. I partecipanti, seduti a semicerchio ai lati del coro che fa da cornice al sepolcro, hanno ascoltato la narrazione di Colombo, contornati dalla luce del sole radente, che al vespro illumina l’imponente navata. Durante la rievocazione degli ultimi istanti della vita della principessa di San Martino, un tappeto d’ombra ha iniziato a distendersi fino ad oscurare quel marmo su cui è inciso il suo testamento spirituale. Una suggestiva coreografia solare, tanto naturale e puntale da apparire divina.
La seconda parte dell’evento si è tenuta nella Biblioteca dei monaci con la lettura teatralizzata del monologo Io sono Olimpia, scritto e interpretato da Giulia Marchetti. In un susseguirsi di ricordi e introspezioni, il reading ha rievocato in prima persona la vita complessa di questa straordinaria donna: innumerevoli insidie, lutti e dolori, superati con forza e determinazione, fino a ribaltare la propria condizione sociale, raggiungendo le più alte sfere della nobiltà romana e del potere ecclesiastico.
Con una formula nuova, quanto originale, questo evento del Rotary Club Viterbo ha inteso valorizzare il volto sconosciuto di Olimpia Maidalchini Pamphilj, una figura troppo avanti in un’epoca dominata da soli uomini, e ancora rimproverata dalla storia, forse proprio perché donna.
L’incontro si è concluso con un piacevole brindisi finale e la cena conviviale presso il caratteristico bistrot Il Localetto di San Martino al Cimino, a due passi dall’abbazia.

 




Il Rotary Club Viterbo parla di generazioni rotariane con il Governatore Incoming Fabio Arcese

VITERBO – Il Rotary Club Viterbo guarda al futuro senza dimenticare l’importanza del proprio glorioso passato nell’incontro “Dialogo rotariano tra generazioni”.

L’occasione è stata la visita speciale del Governatore Incoming, Fabio Arcese, che dal 1° luglio guiderà il distretto 2080 così come a presiedere il club viterbese sarà Rosita Ponticiello. Insieme hanno così presentato ai soci una sintesi del manifesto programmatico dell’annualità 2024/25.

“Stasera guardiamo al futuro ma senza dimenticare il nostro passato, che ricordo è fondamentale ed importante, dal momento che il 23 giugno andremo a celebrare il traguardo dei 70 anni del club – così il presidente Angelo Landi ha avviato l’incontro -. Per questo abbiamo chiesto a quattro nostri storici soci di ricordarci la famiglia rotariana di questi anni. Grazie ad Aldo Profili, decano del Club, Ignazio Tricomi, che vanta la storia familiare rotariana più longeva, Alberto Grazini e Roberto Ciula per aver accolto l’invito”.

Un percorso avviato dall’immediato domani, con le parole della presidente incoming Rosita Ponticiello: “Senza il nostro passato non sappiamo dove andare ed è giusto guardare avanti con il prossimo governatore. L’incontro con Fabio Arcese, con il quale condividiamo anche la professione forense, è stato determinante nella scelta della programmazione del prossimo anno rotariano e, anche, nel proporre questo incontro coinvolgendo i soci storici del club come fosse una riunione di famiglia dove le generazioni si incontrano”.

Una famiglia che coincide da sempre con quella di Fabio Arcese, avvocato, figlio e nipote di socio, che seguirà le orme del papà, anche lui fu governatore. Un’esperienza che sente ancora sua: “Ricordo riunioni in cui era persino vietato alzarsi, il tempo è cambiato e dobbiamo reagire ai cambiamenti, purché non ci sia un contrasto di ideologie, la società di oggi deve essere sempre pensata secondo i nostri valori. Al Rotary International si sta lavorando da tempo per segnare la via giusta per andare nel futuro. Sarà fondamentale motivare i soci, comunicando entusiasmo – ha sottolineato il prossimo governatore distrettuale – come sto facendo ora, donando un pezzo di me. Il cuore del Rotary è il club, senza comunicazione non arrivano nuovi soci e non sono felici quelli presenti. Non vedo contrasti tra passato e presente, sta a noi trovare la chiave per trasferire alla società quello che facciamo. Il nostro piano d’azione è fondato sui nostri valori – ha concluso – evitando scambi di opinioni vivaci e confrontandoci con serenità. Non abbiate paura a sperimentare, l’obiettivo è rendere ogni club attrattivo”.

Valori condivisi, che Aldo Profili segue dal 1981, quando divenne socio: “Tanti anni rotariani ed oggi l’onore di vedere mia nipote Elena presidente del Roratact Viterbo, pronta a raccogliere la mia esperienza. Divenni socio grazie a Tricomi, padre, allora entrare era impegnativo, riuscivano in pochi per la rigida selezione all’ingresso”.

Pensieri mai sopiti in Ignazio Tricomi, che ricorda gli albori: “La nascita del club avvenne in pratica in casa mia. Noi rotariani sappiamo questa essere una famiglia estesa ovunque, quando giravo per lavoro avevo sempre la spilla per riconoscerci e trovarci in famiglia. Chi è rotariano deve essere orgoglioso dello stemma che ti cambia la vita, purché ci sia sempre rispetto. Siamo l’eccellenza, dimostriamolo con famiglia, impegno ma anche rispetto della forma”.

Una memoria che prosegue anche con Alberto Grazini, che aggiunge: “Non dimentichiamo mai l’amicizia e l’orgoglio di essere rotariani, che porta alla conoscenza di tantissime persone e permette lo scambio della propria esperienza. In passato c’era una compagine con grande significato sul territorio e ricordo viaggi e gemellaggi con club esteri ma anche progetti poi sposati ed apprezzati dalle amministrazioni comunali. Mi richiamo a Carlo Ravizza – Presidente del RI nel 1999/2000 che credeva in tre principi: coerenza, credibilità e continuità, scomparso nel 2021 -: mi sono sentito rotariano ascoltandolo, propongo una serata dedicata a lui”.

Tanti pensieri che hanno avuto una sintesi nell’intervento di Roberto Ciula, che dopo aver ricordato che alla giacca viene appuntato un distintivo (e non una semplice spilletta), ha aggiunto: “Il tempo è cambiato, purtroppo nella società manca riverenza e rispetto. Siamo qui perché dobbiamo essere onesti, leali, in passato abbiamo superato anche i 100 soci ma poi si perde il controllo del club. Sono certo che dobbiamo essere qui volontariamente ma con la voglia di esserci, puntando sulla qualità”.

Interventi che hanno confermato al governatore incoming il grande lavoro che potrà realizzare nella prossima annata rotariana: “Non dobbiamo perdere questo patrimonio – ha concluso Fabio – e l’indirizzo che si sta dando è proprio la sinergia tra noi, sarà chiesta collaborazione con cinque club per avere sovvenzioni dal Distretto, questo perché dobbiamo dare impatto nelle proprie comunità attraverso la collaborazione. E’ proprio facendo grandi cose si riesce a diventare notizia”.

Dalla vasta platea dei soci, che ha ascoltato incantata racconti e proposte, è intervenuta Simona Tartaglia, facendosi carico del pensiero di tanti: “Condivido in pieno la necessità di incontrare e conoscere i club che viviamo, credo nel team e nella sinergia, con le ristrettezze vissute abbiamo perso la gioia dei contatti, dobbiamo riprendere queste abitudini dello stare insieme”.

Conclusioni doverose per il presidente Angelo Landi: “Questa è stata una serata commovente, che diventa formazione perché tante cose non le conoscevamo, terremo fede alle vostre parole”.




Rotary Club Viterbo, tra gli incontri periodici i tradizionali Caminetti

VITERBO – Tra gli incontri periodici del Rotary Club Viterbo, i tradizionali Caminetti, si è svolto un appuntamento che ha fatto da legame, sempre più rafforzato, con il club di Roma Aniene.
La socia professoressa Rosa Maria Purchiaroni, che sta entrando in parte integrante nel club viterbese, ha proposto la visita del socio romano Emilio della Fontanazza, marchese e docente universitario, nella città dai papi come scrittore per presentare il suo “Il palcoscenico della Marchesa, una chic delle buone maniere”.
Un argomento di grande interesse che ha coinvolto molti soci, tra cui gli ospiti Deneb Antuoni, presidente del club Aniene, con il prefetto del Club Sara Iannone, accolti dal presidente Angelo Landi: “Il bon ton non e’ un modo di porsi ma un modo di essere – ha precisato dopo il suono della campana e il saluto alle bandiere – ringrazio i nostri graditi ospiti del Club Aniene da cui proviene la socia Rosa Maria, che tra poco apparterrà ufficialmente al nostro club”.
Rosa Maria, anche lei insegnante e vicina alle tematiche educative, ha presentato il libro e coinvolto l’amico Emilio con interessanti domande.
“Questo libro nasce per accompagnare mio figlio Ascanio e le mie nipotine Diletta Laura, Margherita e Maria alla conoscenza della nonna, che purtroppo non hanno potuto incontrare – ha raccontato l’autore – un modo per portarli anche alla scoperta delle buone maniere. Sono onorato e colpito di essere in questa bella sede, perché qui si sente la vostra vita associativa.
Il romanzo nasce nel periodo in cui siamo stati chiusi in casa, mi stavo deprimendo – ha proseguito – e la mia famiglia mi ha ricordato che dicevo sempre di non aver tempo per scriverlo. Era il momento di mettere insieme i ricordi su mamma, che ho perso in giovane età. È venuto una sorta di diario, inizialmente destinato alla famiglia e a chi l’aveva conosciuta. Sono stati i colleghi universitari che mi hanno spinto a pubblicarlo, scegliendo una forma romanzata per renderlo avvincente, senza rinunciare a dare di volta in volta regole e comportamenti da seguire, come avrebbe consigliato mia mamma”.
Una storia che nasce quando la marchesa eredita una casa da 2.000 mq contornata da una tenuta di 40 ettari nel lucchese, un’attività gestita fino a quel momento dagli agricoltori, che arriva nelle sue mani al ritorno da Firenze. dove faceva l’indossatrice. “Si trovò di fronte una realtà nuova, tra cui l’impegno di pagare gli stipendi e decise di affittare saloni ed edificio, pur soffrendone – ha aggiunto il marchese -. Questo ha permesso di incrociare tantissimi ospiti, come la contessa Milena, dama di compagnia della Regina Elena, esperta tarocchista, o l’artista Giò di Busca, che un giorno disegnò la tenuta su una busta arrivata a mamma, opera che oggi è diventata la copertina del libro edito da una casa editrice d’arte”.
Il racconto svela anche una figura che alcuni decenni fa fu al centro della cronaca, il vescovo Milingo, anche lui protagonista dal romanzo-diario: “Posso affermare che tutta la sua storia nasce dalla fama del vescovo, solito fare messe di liberazione molto seguite, che infastidirono l’ambiente e lo descrissero come il possibile autore di uno scisma. Quello che posso dire che venne da noi portato da una donna che voleva salvare la figlia, da tutti considerata posseduta. Mamma era sempre vicino alle donne e accettò di fare questo invito raccogliendosi in preghiera nella cappella della villa. Da quel giorno la ragazza, ormai cresciuta, non ebbe più problemi. Mamma ha vissuto cose bellissime ma anche difficili e le ha sempre affrontate con eleganza”.
Racconti che hanno incantato i soci, coinvolti anche dall’importanza del bon ton: “Ciascuno di noi conosce le regole di comportamento ma oggi quello che bisogna fare è sapersi approcciare agli altri, ma anche verso la propria città e l’ambiente. Importante anche quello che riguarda il mondo dei social – ha concluso – : nessuno può farne più a meno, perché dentro il nostro cellulare c’è tutto. E’ un’appendice che ci collega con gli altri ed offre molti benefici ma è giusto ricordare le buone maniere, perché si rischia di calamitare l’attenzione quando andrebbe data alle persone”.
La serata si è conclusa al Richiastro, dove gli ospiti romani hanno potuto conoscere ed apprezzare le bontà culinarie viterbesi.




Il Nucleo investigativo si racconta ai soci del Rotary Club Viterbo

VITERBO – Proseguono gli incontri del Rotary Club Viterbo, i consueti “caminetti” dedicati ad argomenti di interesse o di particolare arricchimento culturale.

L’ultimo è stato dedicato all’attività dei Carabinieri, nello specifico al ruolo del Nucleo investigativo. “Tra i due carabinieri mi sento protetto e al sicuro – ha esordito il presidente Angelo Landi – e questo è sicuramente quello che devono provare tutti quando li incontriamo per strada nell’esercizio delle loro funzioni. Questo incontro ci servirà per capire il funzionamento di una rete forte e radicata come quella della Benemerita sul territorio”.

Un incontro voluto dalla socia e presidente incoming Rosita Ponticiello, che insieme al presidente Angelo Landi, ha accolto gli ospiti nella sede del club: il comandante provinciale, col. Massimo Friano, il comandante del nucleo investigativo, ten. Francesco Anania, con il mar. maggiore Antonio Canzanella e il mar. ordinario Francesco Carofano.

Rosita Ponticiello si è mostrata soddisfatta dalla numerosa presenza di soci: “Questo dimostra quanto l’argomento sia sentito e quanto sia fondamentale avvicinare i cittadini alle forze dell’ordine nelle quali possiamo trovare un sostegno. L’applicazione della legge senza buon senso non esiste e io in loro l’ho trovato, anche attraverso il confronto continuo, è un piacere lavorare così”.

A raccontare il lavoro della Compagnia non poteva che essere il comandante Col. Friano: “Qui ci sono collaboratori straordinari, il tenente è un giovane professionista che va sempre avanti un metro rispetto l’obiettivo, grazie a loro diventiamo punti di riferimento per i cittadini, siamo a disposizione per ascoltare e, quando serve, comprendere dove possiamo migliorare il nostro lavoro. È fondamentale accettare la dialettica e puntare sulla prevenzione, specie sulla violenza di genere, che magari si gestisce meglio con il porta a porta in ogni piccolo luogo, dove percependo un segnale si può intuire e anticipare prima che accada l’irreparabile”.

Per conoscere meglio il Nucleo investigativo, con cui i cittadini comuni non hanno contatto mentre tra i soci avvocati e magistrati ne condividono un percorso quasi quotidiano, la parola è passata al ten. Anania: “La nostra attività spesso non si vede, essendo polizia giudiziaria di natura investigativa lavoriamo in rete, partendo dalle stazioni e portando l’investigazione ad un livello più elevato, andando ad approfondire con la nostra esperienza. Affrontiamo violenza di genere, indagini scientifiche, come rilievi, repertamenti, anche quelle patrimoniali e le intercettazioni di cui spesso sentite parlare”.

Un lavoro realizzato con alcuni colleghi, tra cui il Mar. Canzanella, che saluta ricordando con piacere quando nel ‘92 fu premiato proprio dal Rotary per aver sventato una rapina in banca: “La mia attività si riassume in due parole: passione e normativa. Ora è diventato complicato lavorare perché le leggi cambiano velocemente e talvolta sono di difficile interpretazione, per questo è necessaria la passione, anche nel rispetto di ogni vittima che non è mai uguale all’altra, come il nostro lavoro”.

Nella squadra della Benemerita giunta all’incontro con i rotariani anche uno dei tre Carabinieri che a Viterbo sono specializzati nelle indagini scientifiche, quelle che normalmente vediamo in Tv con la tuta bianca del Ris. E’ il mar. Carofano che prova a spiegare il lavoro partendo, anche lui, dalla passione: “Era l’8 febbraio di 30 anni fa e quella notte non riuscii a dormire, il giorno dopo sarei entrato nei Carabinieri, con cui ho vissuto la Palermo degli anni 90, nel settore scorte, dopo i fatti che ben conosciamo. Qui a Viterbo sono nel Nucleo investigativo, un settore che tratta i lati più difficili dell’umanità. Sulla violenza di genere riconosco che alcuni uomini non vedono la donna come persona, e come in ogni approccio con le vittime riconosco che le nostre frustrazioni si presentano potenti quando non possiamo risolvere il dramma. Spesso guardiamo bene negli occhi la vittima e vorremmo sempre dare il massivo per aiutarla”.

Un lato umano che è andato ben oltre l’applicazione delle leggi e la routine della divisa, come precisato da Rosita: “Sapevo che questo incontro avrebbe rappresentato un valore aggiunto lasciando un messaggio chiaro della presenza e del lavoro sul territorio” e ancora da Angelo: “Un onore avervi ascoltato e sentici parte di quella rete che può esserci per contribuire  a risolvere i problemi del territorio”.

Al termine, come da tradizione, sono stati consegnati i gagliardetti del Rotary Club Viterbo.




Rotary Club Viterbo: visita Governatore Ciccioriccio

VITERBO – Il Rotary Club Viterbo ha accolto il governatore del Distretto 2080 Maria Carla Ciccioriccio, che ha raggiunto la città dei papi nel tradizionale incontro annuale con i soci.
Un momento che permette al Governatore in carica di ascoltare i rappresentanti del direttivo del Rotary di Viterbo per accogliere le loro istanze e conoscere meglio le iniziative organizzate per realizzare un’adeguata sinergia con gli altri club appartenenti al distretto.
Il presidente Angelo Landi, dopo i saluti di rito ai soci presenti, ha ringraziato innanzitutto il Governatore Ciccioriccio, accompagnata dal segretario Claudia De Felice e dall’assistente Giulio Mario Pizzoli, Elena Profili, presidente Rotaract, il professor Alvaro Marucci, Prorettore Vicario Unitus, la socia Rosa Maria Purchiaroni proveniente dal Rotary Club Roma Aniene e che presto farà parte per trasferimento del club viterbese e due nuovi amiche che, prossimamente, faranno ufficialmente ingresso al Club Silvia Somigli e Alessandra Landi.
“La visita del Governatore è il nostro momento più solenne – ha sottolineato Angelo – occasione per rinnovare legami, condividere il nostro spirito e per valutare il lavoro svolto finora, dimostrando la nostra integrità di servizio e la capacità di essere uniti. Sono certo che il Governatore ci sosterrà nei nostri impegni, un club che raggiunge 70 anni di storia, con il sacrificio di tutti i presidenti che mi hanno preceduto. La presenza del professor Marucci testimonia l’impegno comune per la nascita dell’ottavo centro mondiale dell’Università della pace”.
Parole apprezzate dal Governatore, che ha galvanizzato i presenti nel suo intervento: “Ho conosciuto volentieri i soci di un club pieno di energia e voglia di fare. Il Rotary è una buona ruota che gira in equilibrio tra tradizione e cambiamento, e con il loro adattamento onoriamo il nostro passato e costruiamo il futuro. Dobbiamo metterci in gioco per diventare persone e rotariani migliori. La nostra organizzazione va pensata senza confini, dando valore alle sinergie tra club ed istituzioni, seguendo le linee guida internazionali: continuità ai progetti migliori, prendendo le idee vincenti. Paul Harris diceva che il Rotary è un microcosmo di un mondo di pace che tutti dovrebbero seguire, servendo insieme in armonia; questo rende il nostro stare insieme piacevole e produttivo, abbracciando il concetto e lavorando possiamo trasformare il sogno in realtà, facendo progetti che rappresentano una speranza. Abbiamo deciso di prestare attenzione a chi sta in disparte, prima che la situazione degeneri– ha concluso annunciando la sua iniziativa annuale -. Per questo il Distretto Rotary 2080 supporta la “Casa Arca degli Esposti” del progetto Arca, attivissimo a Milano nell’aiuto dei senza dimora, un’attività che li reinserisce in società attraverso il lavoro. Questo protocollo ora è su Roma e il Ministro degli Interni ha concesso l’uso di un edificio sequestrato proprio in via degli Esposti. Le offerte raccolte nelle nostre visite servono a sistemare la struttura che andrà ad ospitare ben 12 persone. Siamo già in dirittura d’arrivo, il 23 febbraio avremo il taglio del nastro e poi i rotariani del distretto collaboreranno dando il proprio impegno professionale”.
Un progetto concreto che anche Viterbo ha contribuito a realizzare e che sicuramente sarà attenzionato nell’immediato futuro da parte dei soci, concedendo il supporto sollecitato dal governatore.




Rotaract e Rotary club Viterbo nel consueto gesto solidale natalizio dedicato ai bambini

VITERBO – Non può essere Natale senza solidarietà e il Rotaract Viterbo nei giorni scorsi si è attivato tra gli amici e coinvolgendo i soci del Rotary Club Viterbo per il tradizionale acquisto dei gustosi omaggi in cioccolata che si tramutano in beneficenza.

Una raccolta fondi che permette ancora una volta di donare a favore della onlus A.pro.t.i.on., associazione che sostiene i malati di leucemia della divisione Ematologia del Gemelli, a vantaggio delle necessità del reparto e soprattutto pensando alle famiglie dei piccoli ricoverati. La festa però è soprattutto gioia e sorrisi per i bambini, per questo vengono sempre acquistati dolci Babbo Natale, quest’anno anche in slitta, e torroni artigianali della cioccolateria Santori di Castiglione in Teverina, da donare a chi sta vivendo un momento particolare.

Una prima visita è stata fatta all’ospedale Belcolle, nel reparto di pediatria diretto dal dottor Giorgio Bragaglia, dove il vice presidente rotaract Lorenzo Porciani con la presidente incoming Federica Critelli, la presidente incoming del Rotary Rosita Ponticiello con la socia Alexia Paolocci hanno incontrato tre bambini con i genitori per una consegna formale del Babbo Natale di cioccolata. Questa mattina visita alla Casa Sacra Famiglia dove suor Maria Zeffiro ha aperto le porte a Lorenzo Porciani e Rosita Ponticiello, stavolta insieme a Riccardo Giusti e Simone Pippolini per ricevere il dono che sarà poi dato ai bambini ed adolescenti ospitati al momento.

I ragazzi del Rotaract, coinvolti anche da Rosita, hanno confermato la propria disponibilità nell’organizzare anche in momenti di condivisione con i giovani ospiti, notando l’assenza della più piccola, conosciuta nelle scorse festività pasquali, che ora è stata accolta in adozione presso una famiglia. Suor Maria ha ricordato quanto sia solidale questa città, dove tutti sono disponibili e generosi: “E’ bello ricevere tanto, specie le cose che servono, ma conta maggiormente anche l’amore che ci giunge attraverso gesti di solidarietà e vicinanza”.




Conviviale degli auguri Rotary Club Viterbo con ospite Suor Paola, a cui è stata destinata una raccolta benefica

VITERBO – Evento di solidarietà per il Rotary Club Viterbo nella conviviale degli auguri pensata su un progetto specifico: la beneficenza, dedicata per l’occasione al Villaggio So.Spe. (Solidarietà e Speranza) di Suor Paola, ospite speciale della serata.

Nel salone delle feste del ristorante da Nando al Pallone si sono riuniti i soci, accolti dal presidente Angelo Landi, accompagnato dalla consorte Paola e dalla figlia Veronica, insieme agli ospiti, i presidenti dei club service Inner Wheel, Maria Teresa Battistelli Lecchini, Lions, Francesco Cima, Serra, Beatrice Valdiserra, Fidapa, Miranda Bocci, e Panathon, Alessandro Pica, che ha coinvolto suor Paola invitandola a partecipare, giunta da Roma insieme ad una consorella e un collaboratore. Erano inoltre presenti il presidente del Club Rotary Roma Aniene, Deneb Antuoni, Ugo Zappatore del club Ducato di Castro, e Carlo Verdone, presidente Federitaly.

Dopo il piacevole momento colloquiale dell’aperitivo, il suono della campana e il saluto alle bandiere hanno ufficializzato l’inizio della conviviale, accompagnato dalle parole del presidente Landi che, dopo aver salutato i presenti ha ricordato: “Questa serata rappresenta una condivisione di intenti, anche con gli altri club service, che permette di fare bilanci e pensare agli impegni del prossimo anno, ancora insieme per il moto perpetuo del nostro club, che a giugno festeggerà 70 anni di storia. Oggi, tra i graditi ospiti, abbiamo l’amica Silvia Somigli, che attende la decisione della commissione per l’ingresso, e due nuovi soci che accogliamo, Franca Marinelli e David Trotti. Salutiamo la nostra ospite d’onore, suor Paola, che oltre ad essere conosciuta per la sua passione del calcio e della Lazio, dedica le sue giornate ai bisognosi e a donne vittime di violenza, donando aiuto al prossimo nella quotidianità, per lei il club oggi sarà presente in suo aiuto, perché fare bene non dà mai controindicazioni”.

Per altri impegni istituzionali non hanno potuto presenziare il vescovo Francesco Orazio Piazza e il sindaco Chiara Frontini, che hanno salutato attraverso un messaggio, letti dal presidente.

Suor Paola, con tutta la sua irruente simpatia, ha voluto ringraziare per l’attenzione verso il suo impegno continuo: “Sapete che gestisco case famiglia per ragazze madri vittime di violenza, ma anche per disperati che non hanno un tetto, soprattutto donne e bambini, sono le stesse forze dell’ordine a sottoporci sempre storie nuove e persone da aiutare. Tutto questo si porta avanti con tanta fatica ma anche con il desiderio di fare bene e donare una vita normale, quella che abbiamo tutti noi. La gioia più bella la vivo quando le nostre ragazze si propongono di fare qualcosa e trovano un punto di arrivo, fuori della comunità. Faccio tutto questo con tanta serenità e gioia e vi ringrazio per essere entrati nella nostra famiglia, vi auguro un Natale di serenità e felicità per il prossimo anno”.

Parole che hanno presentato la sua attività ai soci e agli ospiti, che hanno immediatamente partecipato con entusiasmo ad una simpatica lotteria natalizia, che ha fruttato una cifra importante, donata per le attività della So.Spe.

Come ogni incontro augurale, l’occasione è perfetta per abbracciare nuovi soci, per l’ufficialità del giuramento e la cerimonia della “spilletta”, preceduta dalla presentazione da parte delle socie Fosca Maura Tasciotti, per Franca Marinelli, magistrato, e Rosita Ponticiello, per David Trotti, consulente del lavoro e docente. Di entrambi è stato tracciato il profilo professionale ma anche quello umano, descrivendole come persone innamorate della cultura e con tante doti umane.

Dal tavolo presidenziale l’intervento di Alessandro Pica, uomo di sport ma soprattutto amico di Suor Paola: “La conosco da 30 anni, quando iscrissi mio figlio alla sua scuola perché notai subito tanto interesse per lo sport e la solidarietà. Da allora, per gioco, sono diventato il presentatore del festival che ogni anno porta sul palco gli allievi per una simpatica gara di canto”.

Saluti anche dal presidente del Club Roma Aniene, Deneb Antuoni: “La nostra attività rotariana è caratterizzata da una grande familiarità che ha attraversato la storia; questo è un periodo di grandi cambiamenti, l’augurio è che dobbiamo stare uniti, per condividere progetti e positività”.

Al termine, oltre all’omaggio per i soci, la consorte del presidente, Paola Melis e la figlia Veronica hanno donato una rosa confezionata a tema natalizio a tutte le signore, per ricordare il naturale ruolo della donna e donare grazia e serenità.

La serata è stata allietata dai canti natalizi proposti da Francesca Filippi.




“Effetto Canevari”, nuova conferma dell’esperimento formativo Rotary-Scuola

VITERBO – Dopo l’esperimento del Liceo “Sandro Pertini” di Ladispoli, promosso dalla past president del Rotary Club Roma Aniene Sara Iannone, condotto con la collaborazione della Dirigente Scolastica Fabia Baldi, con la “supervisione” della nota psicologa e scrittrice Maria Rita Parsi, il progetto “Una scuola contro il bullismo e il cyberbullismo” è sbarcato venerdì 15 dicembre anche a Viterbo.
Lo scenario è quello dell’Istituto Comprensivo “Silvio Canevari” della città dei Papi; partner dell’esperimento viterbese è ancora una volta il Rotary Club Roma Aniene, cui si sono uniti il Rotary Club Viterbo e il Club Inner Wheel di Viterbo. Sotto il simbolo del Rotary hanno fatto rete, per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, insieme al dirigente scolastico Paolo Fatiganti, l’attenzione e la sensibilità della Prefettura, della Questura, dei Comandi Provinciali dell’Arma dei Carabinieri e della Finanza, dell’amministrazione comunale di Viterbo, dell’ufficio Scolastico Provinciale, delle docenti, dei pedagogisti, degli psicologi, dei genitori degli alunni.
La galassia Rotary era rappresentata da Deneb Antuoni e Sara Iannone, rispettivamente presidente e prefetto del Rotary Club Roma Aniene, Angelo Landi, presidente del Rotary club di Viterbo e Maria Teresa Battistelli Lecchini presidente dell’Inner Wheel.
L’Istituto Comprensivo Canevari è stato rappresentato dal dirigente scolastico Paolo Fatiganti, dalla coordinatrice locale del progetto, insegnante Anna Maria Stefanini, presidente della Commissione Comunicazione del Rotary Club Roma Aniene, dall’insegnante Maria Grazia Mari, psicologa e psicoterapeuta esperta di didattica delle emozioni e Referente delle scuole dell’Empatia – che ha relazionato sui “risultati del questionario di rilevazione” somministrato agli alunni delle classi quinte dell’IC Canevari e della prima della scuola secondaria di primo grado di San Martino – e dalle insegnanti Paola Micarelli, referente dell’istituto del Bullismo e Cyberbullismo e la docente Lorella Medori, che ha curato il supporto informatico digitale.
Come responsabile del progetto Rosa Maria Purchiaroni, psicopedagogista e docente dell’ Università degli Studi di Roma Tor Vergata e Università Pontificia Salesiana di Roma, esperta in Pedagogia della Scuola e della Formazione Professionale, Presidente della Commissione Giovani del Rotary Club Roma Aniene.

In qualità di partner professionali hanno partecipato Sabrina Sciarrini, referente provinciale per la Prevenzione e il Contrasto dei fenomeni di Bullismo e Cyberbullismo presso l’AT di Viterbo, che è intervenuta sul tema “Bullismo e Cyberbullismo: ruolo e funzione strategica del Referente d’Istituto nei territori tra governance scolastica, misure di prevenzione, contrasto e protocolli d’intervento” e Paola Melis, avvocato patrocinante diritto di famiglia, docente di diritto aeronautico, scrittrice, vincitrice di premi letterari nazionali e internazionali e laureanda in filosofia, che è intervenuta sul tema “scuola e famiglia tra responsabilità giuridica e dinamiche interattive”. Sono intervenuti sulla tematica il vicario del Prefetto dott. Andrea Nino Caputo, il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Viterbo Col. Massimo Friano, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza col. Carlo Pasquali, il Dott. Fabio Zampaglione, dirigente della sezione Anticrimine della Questura di Viterbo, che ha relazionato su “Le misure di prevenzione adottabili direttamente con provvedimento del Questore in materia di Bullismo e Cyberbullismo e gli applicativi in uso alla Polizia di Stato.”, Rosanna Giliberto, consigliere comunale del Comune di Viterbo, delegata ai rapporti con la scuola e l’Università.
Tutti hanno usato un linguaggio semplice e comprensibile anche ai ragazzi presenti, che hanno seguito con interesse e partecipazione l’evento.
Ovviamente, infatti, chi ha “rubato” la scena dell’evento sono stati proprio gli alunni dell’IC Canevari, che hanno regalato a tutti la percezione di aver compiuto un piccolo grande passo avanti verso il futuro.




All’IC “Canevari” di Viterbo il progetto Rotary contro il bullismo

VITERBO – Trasferta viterbese per il Rotary Club Roma Aniene che, unitamente al Rotary Club Viterbo e altri importanti partners istituzionali, ha inteso estendere l’esperimento formativo, ideato e organizzato dall’allora presidente del Rotary Roma Aniene dott.ssa Sara Iannone e realizzato con successo dalla rete di 7 RC di Roma presso il Liceo “Sandro Pertini” di Ladispoli, diretto dalla prof. Fabia Baldi, membro del RC Roma Aniene.
A ospitare il progetto di prevenzione e formazione “Una scuola contro il bullismo e il cyberbullismo” è questa volta l’Istituto Comprensivo “Silvio Canevari” di Viterbo che, venerdì 15 dicembre, alle ore 10, aprirà le porte del proprio teatro-aula magna in via Carlo Cattaneo N° 5/7 per presentare a genitori, istituzioni e stampa l’intera griglia valoriale del progetto.
A rappresentare l’Istituto Comprensivo sarà il dirigente scolastico Paolo Fatiganti mentre il Rotary Club Roma Aniene, il Rotary Club Viterbo e il Club Inner Wheel di Viterbo saranno rappresentati dai rispettivi presidenti: Deneb Antuoni, Angelo Landi e Maria Teresa Batistelli Lecchini. Sarà presente all’incontro anche il prefetto del Rotary Club Roma Aniene, Sara Iannone, che ha collaborato attivamente con il presidente Antuoni nell’organizzazione del progetto.
Folta anche la rappresentanza studentesca: tutte le classi quinte del plesso “Canevari” e la prima della scuola secondaria di primo grado della frazione San Martino.
L’esperimento viterbese consegue a un lungo lavoro preparatorio che ha impegnato, oltre ai presidenti dei Club, per la referenza istituzionale e la stesura, la pedagogista Rosa Maria Purchiaroni, che è anche socia del Rotary Club Roma Aniene e presidente della Commissione Nuove Generazioni del Club e, per il coordinamento interno, le insegnanti Paola Micarelli, referente per il Bullismo e cyberbullismo, e Anna Maria Stefanini, membro del Consiglio Direttivo nonché presidente della Commissione Comunicazione del Rotary Club Roma Aniene.
Il progetto ha seguito l’intera filiera istituzionale: proposta al dirigente scolastico, approvazione nell’ambito del collegio dei docenti e implementazione a partire da un questionario diagnostico in formato digitale somministrato agli alunni, il 6 dicembre scorso. I dati sono stati successivamente analizzati e ordinati dalla psicologa e insegnante dell’IC “Canevari” Maria Grazia Mari, esperta di didattica delle emozioni e membro del team di cui fanno parte i noti psicologi viterbesi Rosanna Schiralli e Ulisse Mariani.
La consulenza e il supporto informatico-digitale sono disimpegnati dall’insegnante e animatrice digitale Lorella Medori.
È prevista anche la presenza di esperti della Questura, dei Carabinieri e di rappresentanti istituzionali.
Il progetto prevede anche attività di formazione per docenti e genitori, laboratori didattici a classi aperte comprendenti percorsi di sensibilizzazione, informazione e prevenzione e la realizzazione di un opuscolo informativo, edito dai ragazzi, che verrà presentato il 7 febbraio 2024, in coincidenza con la giornata mondiale per la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo.




Il Rotary Club Viterbo ricorda Giorgio Capitani: serata aperta al pubblico

VITERBO – Nuovo incontro settimanale con il Rotary Club Viterbo, stavolta aperto alla città, dedicato ad un grande professionista del cinema: Giorgio Capitani, socio onorario del club.

Parlando di cinema non può che svolgersi in una sala, il Teatro San Leonardo, dove Simona Tartarglia condurrà i soci e gli amici presenti, su invito del presidente Angelo Landi, nello straordinario mondo professionale che ha condiviso per anni con il marito. Al suo fianco, testimoni e protagonisti, l’attrice Corinne Cléry, che ha girato con lui una delle commedie all’italiana più di successo  del regista, “Odio le bionde”, interpretata insieme a Enrico Montesano e a Jean Rochefort, e Paolo Gasparini, uno degli attori principali di Maresciallo Rocca e Papa Giovanni, girati ambedue a Viterbo.

La serata, aperta al pubblico con ingresso gratuito, sarà l’occasione per conoscere aneddoti e racconti sull’uomo e soprattutto sul regista, accompagnati dalla proiezione di interviste, ricordi e brani delle fiction girate a Viterbo; un modo per ricordare il grande contributo che Giorgio Capitani ha voluto dedicare con i propri set alla città, diventandone cittadino onorario e Ambasciatore del Sodalizio del Facchini di Santa Rosa, manifestazione che ha inserito anche in una indimenticabile puntata del Maresciallo Rocca, scena che sarà ammirata in sala insieme alla proclamazione in consiglio comunale.

L’appuntamento è al Teatro San Leonardo giovedì 19 ottobre alle 20.30, una serata che va ad arricchire il cartellone della sala che nei martedì di ottobre, novembre e dicembre dedica al cinema attraverso proiezioni di film famosi, permettendo così ai viterbesi di poter usufruire di una sala cinematografica che da tanto manca a questa città.




Il Rotary Club Viterbo dona supporti informatici all’associazione Kyanos

VITERBO – Nuovo abbraccio del Rotary Club Viterbo all’associazione Kyanos, che opera nella lotta contro la violenza sulle donne.

Nella sede sociale, alla presenza dell’assessore Patrizia Notaristefano, è tornata la presidente Marta Nori a cui sono stati consegnati un computer e stampante, grazie al gesto solidale di una socia che ha permesso l’acquisto del materiale informatico.

“Siamo felici di accogliere ancora Marta, che ormai un’amica del nostro club – ha sottolineato il presidente Angelo Landi – che da tempo mette al centro dell’attenzione un tema di assoluto interesse e di triste attualità. Essere utili, seppur in minima parte, nei progetti di aiuto e supporto di donne maltrattate è per noi un vanto e un dovere”.

La presidente Nori ha aggiunto: “L’associazione Kyanos che rappresento ringrazia infinitamente il Rotary Club Viterbo e tutti i suoi soci per la vicinanza dimostrata, ancora una volta, nei nostri confronti. Ogni donazione per noi è fondamentale, non solo per l’aiuto concreto che ci fornisce ma anche perché racchiude in sé l’idea che le persone credono in noi e in quello che facciamo. Il PC gentilmente donato dal Rotary sarà utilizzato nelle ordinarie attività dell’associazione e sarà strumento indispensabile durante le lezioni svolte nelle scuole contro la violenza di genere”.




Il Rotary Club Viterbo incontra l’architetto Ascenzi che racconta Dies Natalis

VITERBO – Avvio emozionante dei Caminetti Rotariani 2023/24 con un tema attualissimo e fortemente sentito in città: nella sede del Rotary Club Viterbo si è svolto “Cambio del ciuffo”, l’incontro programmato dal presidente Angelo Landi, inizialmente dedicato ad un passaggio di testimone tra il creatore di Gloria, Raffaele Ascenzi, e quello vincitore della prossima Macchina di Santa Rosa.

Ormai tutti sappiamo che questo cambio di ciuffo non è avvenuto, o meglio è restato nelle mani dell’architetto che ha saputo con il suo ingegno e coraggio ancora una volta stupire, giungendo alla realizzazione della sua terza opera d’arte dedicata alla Patrona.

E’ il presidente Landi a salutare ed accogliere gli ospiti: l’architetto Raffaele Ascenzi, il presidente del Sodalizio Massimo Mecarini e il vice capofacchino Camillo Camilli, che insieme ai numerosi soci partecipano al saluto alle bandiere. “Il Sodalizio è fondamentale per la festa – ha precisato il presidente Landi -, con i Facchini che ne sono il motore e l’architetto che riesce a stupire sempre, andando oltre al punto di arrivo di tutti noi”.

Concetto confermato da Mecarini: “Soffriamo sempre il passaggio da una Macchina all’altra, lasciamo Gloria con tristezza perché al momento sarà difficile rivederla, rilancio l’appello per il museo o la mostra permanente, è complicato ma speriamo avvenga presto, lo merita come le altre Macchine. Il secondo sentimento è l’amore per Dies Natalis, una Macchina che ho amato appena vista e non avrei mai ipotizzato potesse essere di Raffaele, provando ad immaginare ho pensato ad un altro artista. Siamo già pronti e torneremo a provare il traliccio, stavolta da piazza del Comune a piazza del Teatro, per verificare i movimenti lungo il Corso, la parte più stretta”.

Felicità anche per Camilli: “Gioia doppia per me e noi: sono entrato nel Sodalizio con Raffaele, un fratello, e poi la bellezza di questa Macchina, che essendo imponente un po’ ci preoccupa ma riusciremo a portarla per le vie della città”.

E’ il momento del protagonista assoluto, che gioca con lo scambio del ciuffo che non c’è, è ancora lui il realizzatore e racconta come nasce, svelando qualche dettaglio: “Ho pensato alla storia, dal primo baldacchino di cui abbiamo traccia, del 1690, facendo uno studio approfondito su tutti i modelli per omaggiare anche la forza del riconoscimento Unesco. Mi sono reso conto che non tutti conoscono l’origine del Trasporto, per questo ho concentrato l’attenzione sul 6 marzo 1251, morte di Rosa e nascita per la chiesa, e la riesumazione del corpo incorrotto sette anni dopo davanti al Papa, poi trasportata a spalla il 4 settembre dai cardinali. Quel primo ‘trasporto’ è stato omaggiato nei secoli e abbiamo traccia documentata di 80 Macchine, di cui ho analizzato tutti i progetti. L’ispirazione è nata da una di Papini del 1827 dove era raffigurato un uomo con il piccone con dietro Papa Alessandro IV: avevo trovato la chiave. Dal corpo di Rosa, il suo Dies Natalis, ho avviato l’omaggio della sua ascesa in cielo, fino alla raffigurazione della santa all’interno dell’architettura. L’ultimo ad inserirla così fu Paccosi ed oggi rivedremo una Macchina come quella vista dai nostri nonni”.

Uno studio che poi è diventato un progetto da realizzare, e per questo è entrata in funzione la tecnologia, oggi molto più efficace del 2015, quando fu realizzata Gloria: “Abbiamo inserito statue raffiguranti i viterbesi che piangono la morte di Rosa e angeli che l’accompagnano in cielo, tutte le figure umane, scansionate al laser, visto che la tecnica ora lo permette e possiamo puntare alla perfezione. Era fondamentale usare meno persone possibili e soprattutto fidate, altrimenti si sarebbe notato il via vai di ingressi nel mio studio e soprattutto non dovevano parlare, pena esclusione del progetto. E’ un lavoro complesso, che ho maturato nel tempo, sinceramente 7 o 8 anni fa non lo avrei realizzato, questo era il momento giusto”.

Prima dei saluti il picco emozionale: la visione del video di presentazione di Dies Natalis, che per l’ennesima volta ha commosso i presenti e soprattutto Raffaele, che ancora una volta si è inchinato alle proprie emozioni e si stringe in un abbraccio liberatorio con il socio Alberto Grazini, altrettanto colpito mentre tutti i soci, con gli occhi lucidi dall’emozione, applaudono.

La serata si è conclusa con lo scambio dei gagliardetti e dell’omaggio agli ospiti del Viterbino griffata Rotary, e foto d’ordinanza con il ciuffo, simbolo dell’incontro e dell’amore della città per i Facchini: “Come viterbesi siamo fortunati, abbiamo un artista straordinario che segnerà questa epoca e siamo orgogliosi delle sue idee – ha concluso il presidente Landi – e dopo averlo ascoltato e avuto il privilegio di conoscere i dettagli di Dies Natalis dobbiamo diventarne ambasciatori anche perché ricordate sempre che la bellezza salva”.




Brindisi d’estate per il Rotary Club Viterbo

VITERBO – Un brindisi d’estate immersi nella natura: il Rotary Club Viterbo presieduto da Angelo Landi ha scelto il fresco del Parco dei Cimini per presentare ai soci gli obiettivi e gli appuntamenti dell’anno rotariano 2023/24.

La prima volta del suono della campana e il richiamo al saluto alle bandiere per il presidente Landi: “E’ un’emozione per me presenziare questa serata, frutto dell’esperienza rotariana e punto di arrivo di un percorso formativo in cui si fortificano conoscenze ed amicizie. Mi sono messo subito al lavoro perché si è rotariani h24 ed oggi vi presento come condivideremo i due motti di quest’anno, uno del presidente internazionale, l’altro della nostra Governatrice: “Creiamo speranza nel mondo” e “Servire insieme con armonia”. Lo faremo facendo crescere in noi le emozioni, già da stasera attraverso la meraviglia del luogo e della musica che presto ascolteremo. Saluto l’amico Bruno Nigro, in rappresentanza del Distretto, i soci presenti, il Rotaract con la presidente Profili, il nostro Past presidente Lamberto Scorzino, fondamentale in questo passaggio e in tutto l’anno in cui ricoprirà il ruolo di assistente del Governatore, e i tanti amici che sono con noi per conoscerci e magari presto diventare nostri soci. Buon Rotary a tutti”.

Il programma si base su due pilastri, i progetti da affrontare nell’anno e gli incontri formativi ed informativi che sono già pianificati e fissati dal 14 settembre 2023 al 23 giugno 2024. I progetti condivisi con il direttivo e i soci sono ambiziosi: l’Università della pace, il supporto per l’apertura del passaggio pedonale tra il palazzo del Governo e quello dei Priori, caldeggiato dal sindaco Frontini nella conviviale di luglio, il ritorno di Viterbo per il lavoro e l’impegno nelle scuole contro la violenza di genere. Infine, sempre su invito della prima cittadina, il Rotary club Viterbo si prenderà carico del giardino in via Diaz dove è presente il monumento del club, pulendolo almeno due volte l’anno. Tra i “caminetti”, gli incontri periodici, si parlerà di Santa Rosa, storia, comunicazione, diritto, volontariato, intelligenza artificiale, matematica e tanto altro; si ricorderà il socio Giorgio Capitani parlando di cinema, si farà festa a Carnevale, con un ballo interclub, e soprattutto si celebrerà il 70° anniversario della fondazione del club, il 23 giugno 2024, contestualmente con la cerimonia del passaggio della Campana alla socia Rosita Ponticiello, presidente incoming.

La serata si è conclusa al tramonto con un piacevole concerto di Barbara Aniello (Violoncello) e Giulio Costantino (Oboe), che hanno proposto tre brani dedicati all’armonia, donando anche il bis con l’immortale Imagine.




Il Rotary Club Viterbo dona lavatrice ed asciugatrice alla casa rifugio “Fenice” per donne maltrattate

VITERBO – Ultimo gesto di solidarietà per l’anno rotariano presieduto da Lamberto Scorzino, dedicato alle donne in difficoltà e chi le aiuta e supporta sul territorio viterbese.

Parliamo del centro antiviolenza Penelope e della casa rifugio Fenice, gestite dall’associazione Kyanos con Ponte Donna, realtà che dal 2020 hanno preso in carico storie di 280 donne, con disagi diversi, dal supporto psicologico ed economico all’accoglienza nella casa. Un luogo protetto ma allo stesso tempo libero, dove provare a recuperare serenità. Queste realtà vengono gestite dalle associazioni, in questo caso Kyanos, un nome che vuol dire voglia di farcela, ispirato al termine greco della pietra cianite, che veniva messa in antichità sul comodino, accanto al letto, per aiutare nell’importante lavoro spirituale da fare su se stesse.

L’associazione Kyanos lavora ogni giorno con i fondi a disposizione per permettere a donne vittime di abusi e violenze di avere una vita normale e sono tante le spese a cui far fronte, rischiando di tralasciare quelle quotidiane, che sembrano banali, come il lavaggio dei panni. Finora tutto veniva svolto in lavanderia, con la relativa spesa e la gestione del trasporto di ceste e impegno personale. Mancava una lavatrice, oggetto scontato per le abitazioni di ogni cittadino, ma in questo momento non acquistabile per la casa rifugio Fenice. Per questo i soci del Rotary Club Viterbo hanno raccolto l’appello, proseguendo nel legame ormai consolidato anche dalla giornata di studi contro la violenza di genere organizzata il mese scorso.

Sono state quindi acquistate e consegnate una lavatrice e un’asciugatrice di ultima generazione, che già da oggi permettono di lavare panni utilizzati in casa, abiti e biancheria senza ulteriori costi, senza gravare sull’organizzazione per fruire della lavanderia e trovandoli comodamente puliti ed asciugati.

“Ringrazio i soci del Rotary che hanno ascoltato le nostre esigenze, sperando che sia l’inizio di una proficua collaborazione – ha sottolineato Marta Nori, presidente Kyanos durante la visita ufficiale nella sede del club – e anche le nostre donne che usufruiranno dei due elettrodomestici, supportate dalle operatrici, sempre al loro fianco”.

“Dopo aver ascoltato tante storie durante il convegno abbiamo approfondito la conoscenza – precisa il presidente Scorzino – e appena abbiamo conosciuto         questa loro esigenza, senza esitazione, ci siamo messi a disposizione con gioia, per fornire di due strumenti tanto scontati quanto importanti per la loro vita quotidiana. Sappiamo quanto dolore è nel passato di queste donne e vediamo la passione che viene messa per aiutarle, essere al loro vicini, con discrezione, è certamente uno dei compiti rotariani”.

Ricordiamo che l’associazione Kyanos ha un numero di soccorso attivo H24 al 347.8822124.




Rotary Club Viterbo: conviviale fashion ala scoperta di gemme e diamanti

VITERBO – Il Rotary club Viterbo ha dedicato una serata alla scoperta del mondo del lusso, analizzando storia, costumi e tradizioni legati alle gemme e ai diamanti, e più in generale alla bellezza.

Complice di questo “Viaggio nel lusso e nella storia dei diamanti”, come è stato definito dal presidente Scorzino è stato Dino Bracci, gemmologo ed orafo, che ha portato la sua esperienza e passione da anni profusa nel settore, insieme a materiale ed apparecchiature, supportato dagli interventi accademici del professor Enrico Maria Mosconi, ordinario di tecnologia e gestione della produzione, Università della Tuscia, dottoressa Giuseppina De Angelis, Luxury event creator, docente presso il dipartimento di Studi europei, americani e interculturali, Università La Sapienza, e Steven Tranquilli, direttore Confcommercio Federpreziosi.

Ad aprire questo percorso alla scoperta del lusso il docente Mosconi che dopo aver confessato la sua tradizione familiare legata al mondo della gioielleria, interrotta per amore dei suoi studi, ha presentato un excursus sul cambiamento del settore, legato alle tecnologie e alla necessità di creare una filiera etica. “Per anni il fatturato mondiale era in mano a poche holding, la crisi della pandemia ha cambiato le regole, ora potrà sopravvivere solo chi si prepara al futuro”.

Giuseppina De Angelis ha presentato un percorso nel lusso, partendo dalla positività di termini quali “natura lussureggiante” e sottolineando la bellezza di qualcosa che sia esclusivo, raro, unico, che seduce; “Perché il lusso è anche bellezza, purché non finisca nell’ostentazione, e quindi volgarità, ma resti come lo definiva Choco Chanel, raffinatezza ed eleganza ed oggi diventa addirittura esperienziale”.

Il mondo dei diamanti e dei gioielli è stato presentato nel frizzante scambio a due tra Bracci e Tranquilli. “Dietro una gemma c’è tanto lavoro e passione – sottolinea Dino Bracci – infatti in ogni viaggio sono alla ricerca della  pietra perfetta, fin già da quello di nozze. Dietro ogni diamante c’è un percorso lunghissimo, naturale, che si sviluppa a chilometri di profondità dentro la terra”, aggiungendo poi i dettagli sulle famose “4 c” per standardizzare ogni pietra preziosa, la storia del diamante Cullinan, tornato alla ribalta con l’incoronazione di Carlo III, e la recente svolta green, perché un brillante si tramanda per generazioni e passa da una persona all’altra. Infine il racconto di un nuovo settore in crescita, quello dei diamanti naturali fancy color, gialli, verdi, rosa, blu, al momento sul mercato con quotazioni a sette zeri, sogno e realtà per pochissime persone al mondo. Resta l’importanza del settore per la nostra economia, come precisato da Tranquilli: “Il nostro Paese è il terzo produttore di gioielli al mondo e gli orafi, da sempre, fanno diffusione del bello nel mondo, perché il gioiello è cultura, è la storia dell’uomo”.

La serata si è conclusa con lo scambio di doni e gagliardetto del club e una conviviale tra soci ed amici presso La Corte delle Terme, accompagnata dal pianista Massimiliano Pioppi.




“Il Rotary International con la scuola e per la scuola, contro la violenza di genere”, concluso incontro in Sala Regia

VITERBO – Parlare ai giovani per costruire un futuro migliore: è questo il concetto ripetuto negli interventi durante l’incontro di stamani in Sala Regia di Palazzo dei Priori “Il Rotary International con la scuola e per la scuola, contro la violenza di genere”, parlando soprattutto agli studenti, una folta rappresentanza dall’Itis Da Vinci e dai Licei Ruffini e Buratti.

L’incontro organizzato dal Rotary Club Viterbo e patrocinato dal Comune di Viterbo, fortemente voluto dalla socia Rosita Ponticiello e dal presidente Lamberto Scorzino, si inserisce nel progetto distrettuale “Il Rotary a scuola contro la violenza di genere” ideato dall’avvocato Massimiliano Santaiti, tra i fondatori del Club Roma Circo Massimo.

L’incontro si è aperto con le parole dell’avvocatessa Ponticiello: “Cercheremo di mostrare quello che il Rotary fa da sempre, sensibilizzare su argomenti importanti come la violenza di genere. Con i preziosi interventi andremo ad approfondire le varie tematiche”, seguita dal presidente Scorzino che ha ricordato il dramma della violenza: “In una ricerca realizzata dall’Università della Tuscia si evidenziano numeri che fanno rabbrividire. La tematica di genere è molto importante, anche nelle parole, pensate solo il senso di termini quali cortigiano o cortigiana e quanto sia diverso il significato che viene attribuito. Dobbiamo essere molto attenti, specie voi ragazzi, creiamo insieme il futuro che vogliamo, per il rispetto di tutti”.

Ogni intervento ha puntato dritto al cuore del problema: trasmettere ai ragazzi le giuste informazioni per evitare di essere i violenti di domani e soprattutto individuare situazioni di disagio, magari in classe o nella compagnia, per aiutare chi si trova in difficoltà e non ha il coraggio di dirlo.

Per il vice prefetto Fabio Vincenzo Geraci “E’ bello parlare ai ragazzi per evidenziare i rapporti e i ruoli tra uomo e donna. La scuola, accanto alla famiglia, ha un ruolo fondamentale sull’educazione; bisogna far passare il messaggio che la sopraffazione è una vigliaccheria”.

Prevenzione e futuro anche per la Asl, rappresentata da Nicoletta Salvatori, che ha ricordato lo sportello al pronto soccorso di Belcolle ma anche le tante possibilità sparse nel territorio: “In caso di problemi ci si può rivolgere a tutti i consultori e c’è anche un numero attivo ogni giorno. Il nostro fine ultimo è creare un progetto personalizzato per le donne che subiscono abusi, rispettando i loro tempi”.

Per l’amministrazione presente l’assessore Notaristefano, che ha portato i saluti del sindaco Frontini, e la consigliera Rosanna Giliberto, delegata all’educazione e ai rapporti con le scuole, che ha aggiunto: “Cogliete questa giornata come opportunità di serio confronto e voi ragazzi chiedete, perché siete protagonisti. Le distanze degli ultimi anni hanno imposto tanta voglia di stare insieme ed ora è il momento di fare quadrato, con famiglia, scuola, enti locali e terzo settore”.

Importanza dei giovani anche per Lorenzo Lepri (comitato pari opportunità ordine avvocati Viterbo): “Importante un incontro che si rivolge alla generazione di domani, è necessaria consapevolezza perché non c’è prevenzione senza conoscenza. Solo voi potete essere parte fattiva per prevenire questo tipo di violenze”.

Equità ed equilibrio per il presidente Rotaract Viterbo, Matteo D’Angelo, che salutando i ragazzi ha provocatoriamente esteso la violenza ad entrambi i generi: “Siamo uguali ma diversi ed è necessaria pari opportunità e rispetto reciproco, i casi di violenza sono per la maggioranza su donne ma succede anche a qualche uomo, è qui che entra in gioco la morale”.

Terminati gli interventi istituzionali è stato il momento dei relatori, con due distinti tavoli, il primo legato alle forze in campo a difesa delle vittime, il secondo dedicato soprattutto ad enti e associazioni.

L’avvocato Santaiti ha raccontato la nascita del progetto distrettuale: “Per la storia di Chiara Insidioso, finita in stato vegetativo per le violenze subite dal fidanzato, che le ha dato calci in testa con le scarpe da muratore. Lei è diventata un simbolo, tifosa laziale, è sempre ricordata allo stadio, ed ha avuto giustizia in tribunale che ha inflitto a lui una condanna di 20 anni ma i casi sono ovunque, uno lo sto seguendo proprio qui a Viterbo. La vittima è quasi sempre la donna – aggiunge – in quanto tale, esiste anche l’uomo ma non è la stessa cosa sia per numeri che potenza. Spesso i figli non reagiscono ed è qui che dovete essere forti, con la denuncia si salvano entrambi. Spero presto di portare la storia di Chiara e realizzare qui la simulazione di processo fatto ad esempio a Tor Bella Monaca, dove abbiamo creato un’assise con i bulli a fare le vittime e viceversa. Il progetto si conclude con le lettere sul caso scritte dai ragazzi e spesso, tra le righe, abbiamo ritrovato denunce di situazioni di violenza”.

Da avvocato a pubblico ministero, da chi difende la vittima a chi accusa il violento: “Mi sono sempre occupata di violenza di genere e ho visto la normativa evolversi – ha precisato Chiara Capezzuto, sostituto procuratore della Procura di Viterbo – con l’arrivo del codice rosso che ha esteso anche allo stalking, che tutela con l’arrivo delle misure urgenti. Lo scopo è agevolare la vittima durante il procedimento,  rendendo più adatto l’ambiente, sia per i minori che per le donne, ad esempio con il supporto psicologico o evitando contatti con il carnefice. Chiedere giustizia è uno degli strumenti che abbiamo e c’è una rete molto solida a disposizione” ha concluso invitando ancora i ragazzi a denunciare se notano casi, parole raccolte da Rosita Ponticiello che ha aggiunto come i giovani debbano essere parte attiva, specie in famiglia, perché parlando possono recuperare madre e padre, entrambi da aiutare, chi a non subire e chi a non infliggere più violenza, non certo il loro rapporto ma sicuramente le persone.

Prima del processo intervengono le forze dell’ordine, la cui testimonianza è stata portata da Massimo Friano, comandante provinciale Carabinieri, e Amelia Priaro, dirigente della divisione polizia anticrimine Questura di Viterbo.

Per il colonnello Friano parlare ai ragazzi è un’occasione straordinaria: “Non certo per dare nozioni bensì ascoltando. Si parte dai piccoli gesti, come il bullismo, dovete reclamare ogni giorno la vostra diversità e il vostro pensiero. Uscendo da qui pensate tutti come non dare un domani notizie che finiscono nella cronaca. In provincia di Viterbo abbiamo 56 caserme, è questo lo sportello sempre aperto, se c’è qualcuno che vive nella zona grigia citofonate. Siete le nostre sentinelle di legalità”. Ancora  più decisa  Amelia Priaro, in qualità di donna, mamma e poliziotta, che ha spiegato la spirale della violenza: “Sono tre stadi che dovete riconoscere: si inizia con l’intimidazione e l’isolamento da amici e famiglia, che genera paura ed imbriglia. Il secondo è la violenza, prima psicologica ed economica, poi sessuale e fisica. Il terzo stadio è la riappacificazione, magari con vacanza che illude la vittima ma finisce sempre peggio. È questa la spirale che tende sempre ad aumentare la reazione nel tempo”.

In conclusione l’impatto della violenza di genere sulla città e le sue istituzioni, con l’ultimo tavolo di relazioni, partendo da Ermelinda Morini, coordinatrice assistenti sociali Asl Viterbo, che ha ricordato l’importanza di tutelare le vittime attraverso la sinergia con l’amministrazione comunale e le associazioni: “La donna è la protagonista della brochure ‘Non aver paura’ che abbiamo portato oggi, dove è indicato il percorso da seguire e tutti i numeri necessari, perché è giusto tendere una mano per la donna che subisce violenza”. Con l’occasione è stato anche ricordato lo sportello Spazio giovani e i consultori a loro disposizione.

Per il Comune è intervenuto Pierangelo Conti, coordinatore assistenti sociali: “L’assessorato è a vostra disposizione, purtroppo i numeri parlano chiaro, a titolo statistico in un gruppo di giovani come quello presente qui oggi ci sarà sempre chi abuserà e chi sarà vittima. Voi potete cambiare le cose perché potete aiutare chi rischia, come non deve vincere la gelosia, nessuno deve imporre per amore”.

Dopo i saluti iniziali è tornata ad intervenire Patrizia Notaristefano, assessore politiche sociali comune Viterbo, che ha anche annunciato il prossimo appuntamento per i ragazzi: “Nelle relazioni precedenti è uscito spesso il tema del rispetto, dobbiamo partire da questo, noi come amministrazione abbiamo l’impegno di essere vicini ai cittadini. Il 25, 26 e 27 maggio parte un progetto sull’educazione emotiva, per cominciare sin da piccoli a conoscere le nozioni che abbiamo dentro e non riusciamo a canalizzare nel modo migliore e da grandi rischiano di sfociare in comportamenti scorretti”.

Dall’assessore in carica all’ex assessore, Antonella Sberna, consigliere comunale: “Abbiamo parlato molto ma qualcosa sicuramente vi portate a casa, acquisendo strumenti per diventare cittadini migliori. La violenza di genere esiste e le persone che vi hanno parlato lo hanno dimostrato. Vi porto i saluti dell’onorevole Rotelli e del consigliere regionale Sabatini e lo faccio perché è giusto che tutti si impegnino sul tema, ad ogni livello, come stanno facendo con il ministro Roccella che sta studiando la normativa senza stravolgerla, solo per portare miglioramenti. Quanto vi abbiamo raccontato oggi può migliorare la vostra vita e di chi vi sta intorno, costruendo una società migliore”.

Infine Marta Nori, presidente associazione Kyanos che gestisce il centro antiviolenza di via della Pettinara (piazza della Rocca), che ha coinvolto i ragazzi proprio sul senso stesso del centro, ottenendo la risposta corretta di uno degli studenti in sala: “Aiuto alle vittime e protezione alle donne, è questo il concetto giusto e ricordo che parliamo in pieno anonimato, rispettando i tempi delle donne e dando un luogo protetto. Dal 2021 abbiamo preso in carico 295 donne e il nostro lavoro è stare a loro vicino. Ricordo che abbiamo un numero aperto H24 (347.8822124)”.

L’intensa giornata, si è conclusa con la consegna dei gagliardetti Rotary a tutti gli intervenuti e dei diplomi per i ragazzi presenti, per mano dei propri docenti, ringraziati per aver scelto di partecipare.




I soci del Rotary club Viterbo hanno partecipato all’incontro “A scuola di sonno”

VITERBO – I soci del Rotary Club Viterbo hanno partecipato all’incontro “A scuola di sonno” con il dottor Pierluigi Innocenti. Un interessante “caminetto”, come vengono tradizionalmente chiamati gli appuntamenti dedicati alla conoscenza di argomenti specifici, che ha conquistato molti rotariani, platea attenta e curiosa degli importanti dettagli scientifici illustrati dal neurologo dell’associazione Assirem, accolto in sede dal presidente Lamberto Scorzino.
Attraverso un excursus medico, partito dal racconto del sonno, condizione automatica e involontaria, e dalla positività sul proprio fisico, in quanto migliora la concentrazione e la memoria, aumenta la creatività, ripara il DNA e riduce rischio di malattie. “Inoltre è gratuito e non ha effetti collaterali” ha ironizzato il dottor Innocenti, che poi ha approfondito l’importanza del sonno per il cervello, che attraverso la luce comprende le azioni necessarie e impone ordini agli organi seguendo il ritmo circadiano, che significa appunto “intorno al giorno”, che regola la vita. Per questo capita di stare male quando si interrompe il ritmo per il jet lag (detto anche discronosi circadiana) dei viaggi, oppure per i giovani il jet lag sociale, per le nottate non dedicate a dormire.
“Tutto dovrebbe essere naturale – spiega Innocenti – anche la sveglia è un’imposizione al fisico e non è biologicamente corretto, anche se è ormai una necessità. Durante il sonno il cervello lavora su memoria e pulizia, quello che si ascolta durante il giorno va nell’ippocampo ( la memoria di passaggio) e nella notte ciò che non serve viene buttato e quello che serve va alla corteccia celebrale; dormendo quindi si libera la memoria passeggera ed è importante per creare nuovo spazio.
Il medico ha poi approfondito le varie fasi del sonno e l’impatto sui bambini e i ragazzi, su cui l’insonnia può portare iperattività, aggressività, deficit di attenzione, disturbi sulla memoria e del comportamento (e quindi bullismo), difficoltà nello sviluppo fino ad abusi di sostanze, depressioni e intenzioni suicidarie.
L’incontro si è concluso sui consigli utili nella vita quotidiana, sia per il giorno, come idratarsi, esporsi alla luce del sole, un’alimentazione sana e regolare attività fisica, che per la notte, con l’importanza di scegliere attività rilassanti, come ad esempio un bagno caldo, evitare l’uso di device elettronici e il rispetto della stanza da letto che deve essere più possibile scevra da disturbi. “Ovviamente – ha concluso – ciascuno deve imparare a conoscere sé stesso”.
Un incontro che ha creato, durante tutta l’esposizione, un piacevole scambio di pareri ed esempi personali, posti al dottor Innocenti per comprendere meglio il comportamento giusto da seguire.
Il Rotary Club Viterbo ringrazia il dirigente scolastico dell’istituto Canevari, Paolo Fatiganti, che ha accettato l’invito e ha condiviso la sua esperienza con la sala, e la dottoressa Rosa Maria Purchiaroni, docente universitaria e socia del Rotary Club Roma.