Rocca: collaborazione tra sanità pubblica e privata per migliorare i servizi ai cittadini

ROMA- «Un confronto sincero e leale con l’Unione Nazionale degli Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Ospedalità privata, al Teatro Brancaccio. Abbiamo il dovere di governare un sistema complesso come quello della sanità di una Regione che è tuttora in piano di rientro.

Occorre evitare la contrapposizione e lavorare tutti insieme, Servizio Sanitario Regionale e privato accreditato, per garantire il massimo della qualità e dei servizi ai nostri cittadini, riducendo le liste d’attesa per visite e diagnostica. Continueremo a lavorare con serietà e determinazione, ponendo al primo posto la qualità dei servizi sanitari che abbiamo il dovere di governare e fornire alle persone». Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.




Sanità Privata, UGL: “Oltre duecentomila operatori AIOP-ARIS senza rinnovo del contratto. Oggi in piazza di fronte la Regione Lazio per lo sciopero nazionale”

“Abbiamo portato la protesta degli operatori della sanità privata e del socio assistenziale a cui si applicano i contratti collettivi nazionali di lavoro AIOP ARIS e AIOP e ARIS RSA di fronte alla Regione Lazio nel giorno dello sciopero nazionale per il mancato rinnovo dei loro accordi” dichiarano in una nota congiunta Paolo Capone, segretario generale della UGL e Gianluca Giuliano, segretario nazionale della UGL Salute presenti alla manifestazione. “È inaccettabile che, da troppi anni, questa grande schiera di professionisti si trovi senza contratto. Sono gli stessi che hanno guadagnato le pagine dei giornali sentendosi chiamare eroi. Oggi rischiano di essere dei dimenticati, dei lavoratori di serie B con stipendi da fame e condizioni lavorative il più delle volte molto critiche. Il tavolo di trattativa da parte delle associazioni datoriali non è stato ancora avviato. Il tempo passa, il costo della vita mette sempre più in difficoltà le famiglie e a questi operatori viene negata la dignità di un nuovo contratto con adeguamenti economici al passo con i tempi. La sottoscrizione di due accordi ponte, che avrebbero dovuto portare all’elaborazione di un contratto unico del settore sociosanitario, è stata disattesa. Non si può più aspettare. È ora di rinnovare i ccnl e che le istituzioni facciano la loro parte trattandosi di strutture accreditate che utilizzano soldi pubblici. Siamo pronti a proseguire la lotta al loro fianco con tutti i mezzi a nostra disposizione, fino a quando non avremo sostanziali novità, per dare a questi oltre duecentomila lavoratori un nuovo accordo dignitoso nel nome della giustizia sociale” concludono i sindacalisti.




Contratto sanità privata Aiop Aris, Giuliano e Roccatani (Ugl): “C’è chi non onora nuovo accordo”

ROMA- La UGL Sanità ha incontrato questa mattina in video conferenza i rappresentanti delle associazioni datoriali regionali Aiop e Aris del Lazio. “E’ stato un confronto dovuto – dichiarano
congiuntamente il Segretario Nazionale della UGL Sanità e Rosetta Roccatani, Segretario
Provinciale di Frosinone – per andare a fondo sulla mancata applicazione del nuovo CCNL della
sanità privata, siglato lo scorso 8 ottobre presso il Ministero della Salute. La firma era arrivata dopo 14 lunghissimi anni e tante battaglie per restituire dignità, diritti e tutele a oltre 25.000 lavoratori impegnati nella sanità accreditata regionale. Gli stessi che, in un momento drammatico come quello dell’emergenza per il Coronavirus, non hanno esitato a mettere professionalità e generosità al servizio dei cittadini del Lazio. Ci viene segnalato invece, in diverse realtà, come non sia ancora stato onorato quanto concordato. Questo è inaccettabile, per tale motivo abbiamo chiesto che tutti i lavoratori coinvolti nel rinnovo del CCNL ricevano al più presto quanto pattuito e che il contratto sia rispettato rigorosamente nella totalità dei suoi contenuti. Chiediamo inoltre un intervento urgente della Regione Lazio che non può consentire questo ulteriore rinvio dell’applicazione e affinché rispetti gli impegni presi in precedenza sul rinnovo del CCNL. Serve che tutte le parti coinvolte si muovano celermente e con grande senso di responsabilità. In caso ciò non avvenga la UGL Sanità non esiterà a schierarsi come sempre al fianco dei lavoratori, pronta a protestare con tutti gli strumenti a disposizione perché diritti e dignità acquisiti vengano rispettati”




Sanità Privata Roma, ULS: “Al San Carlo di Nancy gli Infermieri attendono i turni di lavoro

ROMA- Riceviamo dal direttivo di Roma e Lazio Uls e pubblichiamo: “Alle ore 7 di questa mattina i turni di lavoro di settembre per gli Infermieri e gli altri operatori sanitari del comparto dell’Ospedale San Carlo di Nancy non sono stati comunicati ancora dall’ amministrazione ai Lavoratori, ennesimo ritardo che crea non poco disagio e aumenta lo stress di chi ha diritto di programmarsi la propria vita extra lavorativa – dichiarano dal Direttivo Roma e Lazio ULS Unione Lavoratori Sanità Anna Rita Amato e Antonino Gentile.
Come dichiarato a febbraio da Papa Francesco al Presidente GVM Care & Research Ettore Sansavini “Il malato non è un numero: è una persona che ha bisogno di umanità” desideriamo aggiungere come Sindacato che anche le Lavoratrici e i Lavoratori non sono dei numeri di matricola e necessitano di rispetto in quanto non hanno solo doveri ma anche diritti.
L’ospedale San Carlo di Nancy ha vissuto negli anni passati momenti di grande difficoltà legati alla mala gestio della precedente amministrazione da parte della Provincia Italiana dei Figli dell’Immacolata Concezione culminata nella vendita al gruppo sanitario privato GVM. Purtroppo a farne le spese sono stati i dipendenti che, nell’ottica del profitto che permea la sanità privata, si sono visti diminuire nei numeri e aumentare i carichi di lavoro, prendendo come regola il minimo
assistenziale previsto dalla normativa regionale. Basti pensare – continuano dal Sindacato ULS – che la notte in reparti di 34 posti letto l’assistenza dovrebbe essere garantita da soli due Infermieri senza personale di supporto. Lavoratori che durante l’emergenza Covid hanno continuato a prestare servizio con grande spirito di sacrificio, coprendo anche i turni dei colleghi ammalati. A fine giugno al personale Infermieristico viene cambiata unilateralmente la turnazione dal mese successivo con pochi giorni di preavviso senza ascoltare la volontà delle Lavoratrici e Lavoratori. Questo atteggiamento padronale ha costretto la nostra sigla sindacale ad indire lo stato di agitazione, a richiedere la convocazione in ITL e a informare gli Organi Competenti della ASL RM 1 della reale situazione in cui lavorano i dipendenti del nosocomio gestito dalla GVM. A causa dell’organico ridotto e dei rischi connessi, solo da metà luglio alcune unità Infermieristiche e di supporto sono state inserite a tempo determinato e altre acquisite tramite cooperativa.
Purtroppo constatiamo da anni che l’amministrazione attuale si è rivelata poco disponibile sia alle corrette relazioni sindacali che al personale fino ad arrivare al ritardo nella fuoriuscita dei turni di lavoro per l’ennesima volta. Infatti fino a questa mattina in nessun reparto e servizio era presente il prospetto di lavoro del mese di settembre, come è avvenuto anche altre volte in passato. Abbiamo segnalato per l’ennesima volta in data 24.08 la grave mancanza all’amministrazione la quale però, come suo uso, non è intervenuta immediatamente. È inaccettabile che quasi tutti i mesi si provochi questo disagio lavorativo, che non venga rispettata la ciclicità del turno e la giurisprudenza sulla tempistica di uscita affinché venga data l’opportunità al singolo lavoratore, retribuito a paga base da ormai 5 anni, di potersi organizzare la propria vita fuori la struttura o, a chi ha lavorato tutta l’estate, di godersi le proprie ferie estive a settembre.
Ci vediamo costretti a ribadire tramite comunicato stampa – concludono Amato e Gentile – le inaccettabili condizioni lavorative all’interno dell’Ospedale che da tempo denunciamo e rinnoviamo la nostra intenzione come sigla sindacale a non rimuovere lo stato di agitazione finché la situazione non cambi attraverso corrette relazioni sindacali a tutela dei Lavoratori e dei pazienti”.




Rinnovo CCNL Sanità privata, ULS: “Lettera al Presidente Conte, al Ministro Speranza e al Presidente Bonaccini”

ROMA- Riceviamo e pubblichiamo: “La scrivente O.S. ULS Unione Lavoratori Sanità, appreso che il 10 giugno u.s. è stata sottoscritta da Aiop-Aris e Cgil Cisl Uil la preintesa sul contratto del personale non medico della Sanità Privata, vuole rappresentare lo sdegno delle Lavoratrici
e dei Lavoratori nel constatare che gli arretrati di tanti anni di mancato rinnovo contrattuale ammontano a soli 1000 euro in modalità una tantum – dichiarano dal Direttivo Nazionale ULS Unione Lavoratori Sanità.
Un rinnovo atteso da 14 anni da circa 100 mila Lavoratori della sanità privata accreditata, pagata per tramite le Regioni attraverso denaro pubblico, vede corrispondere una cifra irrisoria a Infermieri, Tecnici, OSS e il restante personale, indistintamente a tutti, come ristoro economico di impassibili volontà datoriali che hanno tenuto ferme le retribuzioni dei dipendenti ma incrementato i propri profitti. Sarete a conoscenza sicuramente dell’impegno profuso da donne e uomini che lavorano nella sanità privata accreditata nel fronteggiare la pandemia da Covid-19 che ha colpito tutto il Paese, mettendo a rischio la propria salute e quella dei propri cari. Ebbene – aggiungono dal Sindacato ULS -, ognuno di loro per le proprie competenze non ha fatto mancare il proprio contributo alla lotta per il contrasto alla diffusione del virus Sars-Cov 2. Nonostante stipendi indegni, carichi e turni di lavoro al limite, carenza di dispositivi di protezione e insufficienti controlli da parte delle Asl. Nonostante che esistano realtà nel privato pagato dai cittadini che continuino a lasciare anche 40 pazienti con soli 2 Infermieri senza personale di supporto. Nonostante che appena terminato il lockdown sia ritornata in auge la violenza nei confronti degli operatori sanitari, tutelati solo da un inasprimento delle pene che non scoraggia nessuno, soprattutto se esasperato. Sul lato normativo della preintesa non vogliamo entrare nel merito per pochezza di solidi contenuti a favore dei Lavoratori e dei loro pochi diritti ancor di più messi in discussione. Ci appare chiaro che le “migliorie” sbandierate ai quattro venti siano subordinate ad una successiva contrattazione di secondo livello nelle singole strutture, dove i datori di lavoro decidono con chi contrattare con buona pace di uguali diritti per tutti. Sul lato economico invece lo schiaffo inflitto da una manciata di euro di aumento lordo a fine mese e da 14 anni di arretrati, riteniamo richieda l’intervento morale della Politica e delle Istituzioni. Consentire alle associazioni datoriali di chiudere la partita del dare ai propri dipendenti, in ritardo di 14 anni (per cui 83,33 euro ogni anno di attesa o 6,94 euro al mese fino al 31 dicembre 2018), significa ledere la dignità dei Lavoratori e permettere di continuare agli imprenditori della salute di mettersi in tasca utili spropositati, consentendo l’aumento del divario economico tra Lavoratori e padroni.
La scrivente O.S., pertanto, richiede un intervento politico determinante da parte vostra, rispettoso e coerente con gli apprezzamenti rivolti in questi mesi ai Lavoratori del comparto Sanità e dei finanziamenti erogati dalle Regioni, affinché la somma di 1000 euro come una tantum per i 14 anni di mancato rinnovo contrattuale sia invece moltiplicata per i singoli anni di ritardo. Siamo certi – concludono i sindacalisti-, rimanendo pienamente disponibili ad un percorso di confronto propositivo sulle tematiche normo-economiche sopra riportate, che vi attiverete e risponderete con tempestività e coerenza alle aspettative di migliaia di Lavoratrici e Lavoratori che vogliono appartenere dignitosamente al SSN, contribuendo con il proprio impegno lavorativo a garantire il rispetto dell’art. 32 della Costituzione”.




Roma, Ugl: “Dopo 14 anni di attesa sottoscritta la preintesa per il rinnovo del contratto della sanità privata”

ROMA – 14 anni di attesa, 14 anni di lotte erivendicazioni. Finalmente oggi è arrivata, per gli operatori della sanità privata, la firma sulla prenitesa per il rinnovo del Contratto Nazionale. “Sono stati anni complicati -commenta il Segretario Nazionale della UGL Sanità Gianluca Giuliano – con momenti particolarmente difficili per i lavoratori fermi all’accordo siglato nel 2004. La UGL Sanità ha oggi firmato con Aiop e Aris la preintesa contrattuale per ottenere i dovuti adeguamenti di natura economica e di diritti che restituiscono loro pari dignità rispetto ai colleghi del pubblico”. Giuliano poi prosegue: “Lo abbiamo sempre urlato con forza come i lavoratori della sanità privata, protagonisti con la loro professionalità e il loro coraggio anche nei giorni difficili dell’emergenza per il Covid-19, non potevano essere considerati figli di un dio minore. Nel nuovo contratto è previsto un aumento medio mensile di 154 euro e l’erogazione di una una tantumdi 1.000 euro che sarà pagata in due tranche. Riteniamo di aver apposto la firma in calce a un buon accordo che, ci auguriamo, aprirà la strada a quell’atteso rilancio della sanità con i lavoratori posti al centro di un progetto che possa fornire ai cittadini i servizi di cui hanno bisogno”




Sciopero nazionale sanità privata: richiesta intervento di sostegno

Riceviamo e pubblichiamo la lettera sullo sciopero nazionale della sanità privata da parte dei sindacati Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fpl indirizzata al presidente della Regione Lazio Zingaretti ed all’assessore alla Sanità, D’Amato:  “Egregio Presidente, Egregio Assessore, come a voi noto le nostre segreterie nazionali, dopo aver inutilmente tentato di conciliare in sede ministeriale le pretestuose resistenze delle parti datoriali AIOP ed ARIS alla sottoscrizione del CCN di lavoro della sanità privata, hanno proclamato per il prossimo 18 giugno lo sciopero generale del personale della sanità privata e delle RSA.

In questi mesi tutti i lavoratori impegnati in sanità hanno dato un contributo immenso e tra questi quelli che operano nel privato accreditato e nelle Rsa hanno ancor di più scontato le difficoltà in termini di approvvigionamenti di presidi di protezione e di contagio superiori a quelle riscontrate nel pubblico.
Sempre restando nel periodo emergenziale, sotto il profilo economico codesta regione nei mesi di marzo, aprile e maggio ha disposto affinché alle medesime imprese fossero garantite le necessarie risorse in acconto per sopperire al calo dei ricoveri ordinari, e per altre disponendo per
ulteriori risorse ed incrementi di tariffe legate alla tipologia di pazienti CoViD.
Già con la nota dello scorso 14 maggio, con la quale le scriventi a seguito dello stato di agitazione e del blocco degli straordinari diffidavano tutte le strutture accreditate del Lazio dal ricorrere a forme surrettizie di lavoro e a utilizzare personale non direttamente dipendente della struttura per l’erogazione di prestazioni sanitarie, sollecitavamo codesta regione a svolgere appieno il proprio ruolo di committente nei confronti della imprenditoria privata che eroga un servizio per conto del pubblico.

Sono 25 mila i dipendenti delle strutture private accreditate con la regione Lazio che quotidianamente sono impegnati in tali strutture ad erogare prestazioni sanitarie eguali a quelle che forniscono i dipendenti delle ASL, con una sola differenza, un contratto scaduto da 13 anni per
le strutture private e di 8 per le RSA.
E’ una vergogna che non può più essere sopportata.
Ed è qualcosa su cui queste Organizzazioni Sindacali regionali ritengono ognuno debba fare la propria parte. Non bastano gli inviti che il ministro Speranza e il presidente Bonaccini hanno anche quest’oggi rivolto alle parti datoriali AIOP ed ARIS per sottoscrivere in tempi brevi il CCNL.

Non possiamo più giudicare affidabili soggetti datoriali che nel corso di questi mesi hanno disatteso ogni impegno. Serve una presa di posizione di ogni regione.
Soprattutto della nostra che, in maniera più o meno velata viene sempre sottintesa, dalle associazioni datoriali, come elemento di debolezza per la composizione dell’accordo nazionale.

Come se le colpe della vergogna di 13 anni fossero del management del Lazio.
E’ necessario che tali dubbi vengano formalmente fugati ed è per questo che si richiede di mettere in atto tutte le iniziative, anche di carattere pubblico, utili a facilitare e portare a conclusione una vertenza trascinatasi da oltre trentuno mesi di trattativa e che non può essere ulteriormente rinviata in danno di tutti i trecentomila dipendenti interessati al rinnovo contrattuale della sanità privata”.