Scavi in piazza del Plebiscito a Viterbo: gli aggiornamenti

VITERBO – In questi giorni si stanno concludendo le operazioni di documentazione di quanto emerso nelle indagini preventive ai lavori di riqualificazione della pavimentazione di Piazza del Plebiscito e, contestualmente, si stanno predisponendo tutte le operazioni di copertura delle importanti evidenze archeologiche emerse, così da restituire l’area di cantiere già a partire da lunedì 14 aprile al Settore VI – Lavori pubblici e manutenzioni del Comune di Viterbo.

Le evidenze archeologiche emerse in questo cantiere sono molteplici e restituiscono uno spaccato della vita quotidiana in questa importante parte della città storica.

Gli scavi hanno permesso di individuare il cimitero della chiesa di sant’Angelo in Spatha, ad oggi noto solo dalle fonti documentali. Sono state individuate 45 deposizioni sia maschili che femminili disposte su più livelli e 5 tombe riferibili a bambini. Le sepolture deposte in una fossa semplice, in alcuni casi rivestite e coperte con tegole, non hanno restituito materiale di corredo come consuetudine nel periodo medievale.

Inoltre sono emersi importanti resti di murature che ci restituiscono una diversa forma di occupazione e organizzazione dello spazio urbano, precedente la creazione della grande piazza così come oggi la possiamo vedere, mentre la presenza di numerosi tratti di condutture rimandano alla continua stratificazione di questo segmento della città storica.

In considerazione dell’impossibilità di poter lasciare in vista le evidenze archeologiche, è stato effettuato, oltre le abituali riprese fotografiche, il rilievo laser scanner così da acquisire tutte le informazioni prima della chiusura dell’area.

La Soprintendenza auspica di poter restituire alla cittadinanza quanto emerso nelle indagini, attraverso un racconto multimediale ed anche, alla conclusione dello studio dei resti ossei e ceramici, con una mostra che possa far conoscere ai cittadini la lunga e articolata storia di questa importantissima parte della città di Viterbo.




Scavi in piazza del Comune: nuovi ritrovamenti riscrivono la storia cittadina

di REDAZIONE-

VITERBO- Gli scavi archeologici in piazza del Comune stanno portando alla luce numerosi reperti che offrono nuove prospettive sulla storia del centro storico. Sepolture, antichi palazzi e condutture sono emersi grazie alle trincee di studio realizzate dagli archeologi e dai tecnici della Soprintendenza ai beni culturali. Il ritrovamento ha destato grande sorpresa, trattandosi della prima indagine archeologica condotta nella piazza centrale.

L’attenzione della Soprintendenza agli scavi è aumentata, soprattutto dopo la scoperta di sepolture nei pressi del Palazzo del Podestà. Per approfondire ulteriormente le ricerche, è stata aperta una nuova trincea in direzione di via Ascenzi, che probabilmente rivelerà altri resti ossei, proseguendo lungo l’asse dell’area cimiteriale rinvenuta.

A causa delle indagini in corso, i lavori di sostituzione della pavimentazione subiranno un rallentamento, posticipando la loro conclusione di alcune settimane. Tuttavia, la sindaca Chiara Frontini assicura che il termine del cantiere entro luglio resta un obiettivo raggiungibile.

Si sta inoltre valutando come valorizzare i reperti rinvenuti. Oltre alla visita al cantiere aperta alla cittadinanza, avvenuta il 1° marzo, si sta considerando la creazione di un percorso online con la storia e le immagini dei ritrovamenti, permettendo a tutti di scoprire il patrimonio nascosto sotto Piazza del Comune.




Apertura straordinaria con visita guidata al cantiere di restauro e agli scavi alla chiesa di Santa Maria in Gradi

VITERBO – Nell’ambito della valorizzazione la Soprintendenza ABAP per la Provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale aprirà, in via del tutto eccezionale, il cantiere di restauro della chiesa di Santa Maria in Gradi ai visitatori. Sarà così possibile entrare in questo importantissimo luogo sacro, centrale nella vita della città di Viterbo.
Si partirà alle ore 10.00 con la visita al cantiere, a cura delle funzionarie della Soprintendenza, l’architetto Federica Cerroni e l’archeologa Beatrice Casocavallo. Si ripercorreranno le vicende costruttive del monumento e saranno presentati i primi risultati delle indagini conoscitive.
Per la visita l’appuntamento è al piazzale antistante la chiesa. Prenotazione obbligatoria a: sabap-vt-em.eventi@cultura.gov.it
La chiesa di Santa Maria in Gradi costituisce una testimonianza di eccezionale valore storico-architettonico, nella cultura del restauro e dell’architettura barocca, riconosciuto dagli studiosi a livello nazionale ed internazionale.
Il complesso, così come la si può apprezzare oggi, è il risultato di una lunga serie di trasformazioni, abbandoni, demolizioni, ma anche di importanti restauri.
Il sito conventuale domenicano duecentesco, probabilmente con portico ligneo, ha una storia travagliata che lo vede trasformato già nel 400, devastato agli inizi del ‘500 dai Lanzichenecchi, compromesso dal terremoto del 1703 e rivoluzionato dal progetto di Nicola Salvi del 1730.
La struttura viene destinata a penitenziario dal 1877 al 1993, quando viene assegnato all’Università degli Studi della Tuscia.
L’impegno del Ministero su questo eccezionale monumento inizia negli anni ’90, con un finanziamento di 10 miliardi di lire assegnato alla Soprintendenza per il restauro della Chiesa, da destinarsi ad Aula Magna dell’Università.
I progetti che seguiranno vengono condotti fino al 2007, quando sono ultimati i lavori allora programmati.
Oggi il Ministero della Cultura ha dato un nuovo impulso al restauro di questo importante complesso e, in linea con i più recenti indirizzi normativi, sta conducendo gli studi di vulnerabilità sismica e messa in sicurezza delle parti scoperte.
L’apertura straordinaria consentirà una visita al cantiere in corso e alle emergenze archeologiche rinvenute nel corso delle indagini preliminari.

Sabato 7 dicembre, dalle ore 10 alle ore 13 circa

Appuntamento al piazzale antistante la chiesa.

Prenotazione obbligatoria a: sabap-vt-em.eventi@cultura.gov.it




A settembre la ripresa delle numerose campagne di scavo che coinvolgono i siti di Tarquinia e del suo territorio

TARQUINIA (Viterbo)- Come ogni anno agli inizi di settembre anche il 2023 vedrà il riavvio delle campagne di scavo condotte dalle numerose università già attive nel territorio da decenni.
A Gravisca, nei pressi della riserva delle Saline, ricomincerà l’indagine condotta dall’Università di Perugia che interesserà l’area dell’antico emporio greco. La campagna di scavi sarà anche questa volta coordinata dal professor Lucio Fiorini che ha raccolto da alcuni anni l’eredità di Mario Torelli, il docente che nel 1969 avviò la prima campagna di scavi in quest’area, scomparso già da tempo, e nominato cittadino onorario di Tarquinia.
Nell’area dell’antica città etrusca di Tarquinia tornerà ad essere attiva l’Università di Milano che, in collaborazione con l’Università di Oxford, proseguirà l’indagine archeologica riguardante la porzione dell’antico abitato, interessata da scavi e da ricerche già da
molti anni data la rilevanza e l’importanza del sito. A coordinare le attività, la professoressa Giovanna Bagnasco Gianni, che da lungo tempo ormai ha raccolto l’eredità di Maria Bonghi Jovino, anch’ella cittadina onoraria tarquiniese.

Per l’area di scavo riguardante il pianoro della Civita sarà invece coinvolta l’Università Statale di Milano, qui attiva già dal 1982 tanto che il 2022 ha visto celebrati i quarant’anni di lavoro di ricerca con un convegno i cui atti sono attualmente in fase di pubblicazione.

Sempre sulla Civita si concentrerà la campagna di indagini archeologiche dell’Università di Verona, con l ‘équipe del professor Attilio Mastrocinque, che riprenderà gli scavi della domus romana
rinvenuta alcuni anni fa. Ricerche, queste, che stanno approfondendo la conoscenza anche della fase romana dell’antica Tarquinia.
In località Farnesiana proseguiranno infine, come ogni anno, le indagini sul sito altomedievale di Leopoli Cencelle, già oggetto di scavi sin dal 1994. A proseguire qui le ricerche, inaugurate qualche decennio fa da Letizia Pani Ermini, sono oggi le professoresse Francesca Romana Stasolla e Giorgia Annoscia per l’Università di Roma La Sapienza, ateneo al quale, da alcuni anni, si è affiancata anche l’Università francese di Amiens sotto la direzione della professoressa Sara Nardi.

Nell’ottica di assicurare la divulgazione dei risultati che scaturiranno anche quest’anno dalle numerose indagini archeologiche portate avanti da tutte le università operanti sul territorio, il Comune di Tarquinia sta predisponendo un calendario di visite guidate presso le aree di scavo e di conferenze dedicate per valorizzare l’impegno e l’intenso lavoro che viene portato avanti decenni dalle numerose équipe di archeologi attive nel tarquiniese.




Restyling del palazzetto dello sport “Pino Smargiassi”, avviati gli scavi

CIVITA CASTELLANA ( Viterbo) – Il palazzetto dello sport “Pino Smargiassi” si rifà il look. Giovedì scorso la ditta appaltatrice che dovrà portare a termine i lavori di adeguamento funzionale di miglioramento dell’efficienza energetica dell’impianto comunale in località Pizzo Garofalo ha avviato gli scavi necessari per l’istallazione dei sostegni della nuova copertura.

“L’opera di riqualificazione dello ‘Smargiassi’ avrà un costo pari a 400mila euro – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Claudio Parroccini -, coperto da mutuo. I lavori di ammodernamento andranno avanti per tutta la durata della stagione sportiva, fino alla prossima estate, a causa di alcune operazioni che non possono essere eseguite durante i periodi più piovosi dell’anno. In primavera, poi, la ditta appaltatrice procederà a ‘scoperchiare’ il palazzetto per la posa in opera della nuova copertura”.

Le attività sportive nella prossima stagione, dunque, potranno svolgersi all’interno del nuovo palazzetto comunale. “Finalmente la nostra comunità potrà disporre di una struttura in grado di ospitare diverse discipline sportive, come la pallavolo e il basket con l’omologazione anche per categorie superiori – continua l’assessore -. L’opera, fortemente voluta dall’Amministrazione Giampieri, sarà anche un primo passo verso la riqualificazione dell’area dove è situata, così da permettere anche ad altre discipline sportive di avere a disposizione spazi idonei e dignitosi per manifestazioni o gare”. “Si tratta di una importante novità per Civita Castellana – conclude Parroccini -, un altro lavoro per cui l’Amministrazione Giampieri si era impegnata e che entro l’inizio della prossima stagione sportiva vedrà il suo compimento”.

Nella stessa zona è previsto un altro intervento che si è reso ormai improrogabile, vale a dire quello per il consolidamento, ripristino e convogliamento delle acque in via Rio Maggiore dove si erano aperte due crepe in strada. Tali lavori partiranno la prossima settimana, per un importo totale di circa 40mila euro e che metteranno fine ai molteplici disagi della viabilità di quell’arteria.




Riprendono gli scavi nella città siriana di Ebla

di MARIELLA ZADRO –

Ci troviamo nella Siria settentrionale, nelle vicinanze della moderna Mardikh, la città di Ebla ha origini antichissime appartenente al periodo del Bronzo antico ed è stata ricostruita più di una volta.

Per tutelare i resti della millenaria città scoperta nel 1964 dall’archeologo italiano Paolo Matthiae dell’Università La Sapienza di Roma, devastata da anni di occupazione belliche, il Parco archeologico di Ebla, è stato liberato dai governanti di Damasco.

Infatti secondo le ultime notizie, comunicate dall’ANSA, a giorni alcuni componenti la missione italiana, torneranno sul sito dopo dodici anni, per riprendere gli scavi.

L’archeologo, oggi ottantenne, assicura che il parco, durante questi anni, non è stato mai abbandonato e ci sarà la possibilità di organizzare una squadra che potrà contare su centoventi operai locali.

Molti reperti ritrovati in questa zona, contribuirono a cambiare la storia delle prime civiltà dell’area della Mesopotamia, in particolare nel ’75 quando fu portato alla luce quasi intatto l’Archivio Reale risalente al 2350 a.C. diede informazioni sulla lingua, commerci, rapporti sociali di un regno potentissimo, temuto dai popoli vicini, che rimane tuttora, sepolto nel suo mistero.




Velia, importanti ritrovamenti della battaglia di Alalia

di REDAZIONE-

Un importante ritrovamento è stato fatto a Velia: era il 540 a.C quando davanti alle coste della Corsica, si svolse la prima grande battaglia navale della storia. Una lotta che vide i potenti Focei, coloni greci insediati nella città corsa di Alalia, sotto l’attacco congiunto di etruschi e cartaginesi. Nello scontro, sostiene il Erodoto, i greci ebbero la meglio.

Ma le navi che erano riuscite a salvare non potevano più combattere, tanto che dovettero imbarcare le famiglie, abbandonare Alalia e a fare rotta verso il sud d’Italia, dove comprarono un pezzo di terra e fondarono Hyele poi rinominata Elea (Velia secondo i romani)l, a città della Magna Grecia che diede i natali al filosofo Parmenide. Proprio qui che uno scavo avviato dagli archeologi del Parco Archeologico di Paestum-Velia, ha riportato alla luce armi con tutta probabilità provenienti proprio da quella battaglia. Gli scavi diretti da Francesco Scelza hanno riportato alla luce i resti di una struttura rettangolare di notevoli dimensioni, 18 metri di lunghezza per 7 di larghezza, risalente al VI secolo a. C. Al suo interno, su un pavimento in terra battuta, ceramiche dipinte tutte contrassegnate con la scritta Ire (“sacro”) che ne attesta la dedica alla divinità, elementi architettonici decorativi in argilla cotta oltre a qualche frammento dell’antica copertura.
Insieme al vasellame il pavimento del tempio ospitava diverse armi in bronzo e in ferro, un grande scudo decorato e due splendidi elmi in perfetto stato di conservazione: uno etrusco l’altro di foggia calcidese.




Gli scavi di Pietramara aprono al pubblico, sabato 18 settembre camminata alla scoperta del sito storico

BASSANO IN TEVERINA ( Viterbo) – Sarà una giornata a cavallo tra storia e natura, quella di sabato 18 settembre a Bassano in Teverina. Gli scavi archeologici di Pietramara aprono infatti al pubblico e e sarà possibile visitarli al fianco degli esperti che dal 2018 stanno lavorando al recupero del sito storico. Una camminata alla scoperta delle lontane origini del paese, che nel corso dei secoli ha conosciuto romani, longobardi e bizantini.

Il luogo d’incontro è, alle ore 9, presso il piazzale davanti la scuola primaria “Dante Alighieri”, in via SS. Fidenzio e Terenzio. Dopo la registrazione dei partecipanti inizierà il percorso di difficoltà media, che durerà in tutto circa trenta minuti. L’arrivo al sito di Pietramara è previsto per le ore 10, quando inizieranno le visite guidate alla chiesa rupestre, alla necropoli, all’area insediativa, agli impianti produttivi, al muro e alle lavorazioni su pietra e al laboratorio di ceramica. Alle ore 11.30 il parroco di Bassano in Teverina Don Alfredo Di Napoli celebrerà la Santa messa direttamente nel sito storico, al termine della quale ci sarà un archeo-aperitivo.

L’evento è gratuito e per partecipare, in linea con le misure di contenimento della pandemia da Covid-19, è necessario essere dotati di Green Pass e mascherine. È raccomandato un abbigliamento comodo e scarpe da trekking o sportive.

Gli scavi nel sito archeologico di Pietramara sono iniziati nel 2018 grazie alla collaborazione tra il Comune di Bassano in Teverina, il dipartimento Distu dell’Università degli Studi della Tuscia e la Sovrintendenza delle Belle Arti. I lavori hanno permesso di riportare alla luce l’eredità degli antichi abitanti della valle del Tevere, tra cui i resti di una struttura rupestre di tipo ecclesiastico associata a una necropoli caratterizzata dall’uso di tombe a logette.

Ad interessare in maniera particolare gli archeologi è la lunga continuità di vita dell’edificio religioso, che ha conosciuto una fase di rinnovamento architettonico in epoca pienamente medievale. Nel sito è stato individuato anche un deposito di epoca protostorica.




Bassano in Teverina, ripartiti gli scavi archeologici sul sito di Pietramara

BASSANO IN TEVERINA ( Viterbo) – Lunedì 30 agosto sono ripartiti gli scavi sul sito di Pietramara, a Bassano in Teverina, dove dal 2018, nell’ambito di un accordo quadro stipulato tra Soprintendenza, Comune di Bassano in Teverina e Dipartimento di Studi Linguistico-Letterari, Storico-Filosofici e giuridici (Distu) dell’Università degli Studi della Tuscia, sono riprese le attività archeologiche.

I primi interventi, già preceduti da piccoli scavi condotti dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale in collaborazione con il Gruppo Archeologico Bassanese, hanno messo in evidenza una struttura di tipo ecclesiastico associata ad una necropoli caratterizzata dall’uso di tombe a logette. Ad interessare in maniera particolare gli archeologi è la lunga continuità di vita dell’edificio religioso che ha conosciuto una fase di rinnovamento architettonico in epoca pienamente medievale. Inoltre, al di sotto dell’aula di culto, è stato individuato un deposito di epoca protostorica indagato direttamente dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e dell’Etruria Meridionale con proprio personale.

Prenderà parte alla campagna di scavo anche un gruppo di docenti, ricercatori e studenti dell’Università degli Studi di Cagliari coordinati dal Professore Fabio Calogero Pinna che metteranno in atto, grazie ad uno specifico protocollo stipulato con l’Università degli Studi della Tuscia, un programma di archeologia pubblica che valorizzi le possibili forme di partecipazione delle comunità del territorio comunale di Bassano in Teverina, in particolare del borgo medievale e del sito di Pietramara mediante azioni di comunicazione, divulgazione, pubblica fruizione e interazioni con le comunità stesse.

L’indagine del 2021, diretta da Giancarlo Pastura e Salvatore De Vincenzo, vedrà la partecipazione di circa 20 studenti universitari e cercherà di chiarire i numerosi aspetti insediativi riguardanti il sito di Pietramara. Contestualmente saranno avviate delle ricognizioni sistematiche nell’area circostante alla chiesa rivolgendo particolare attenzione alle fornaci di epoca imperiale, solo parzialmente edite, dislocate in prossimità del fiume Tevere.

Soddisfazione espressa dal Sindaco di Bassano in Teverina Alessandro Romoli: “Ringrazio tutti coloro i quali, a vario titolo, stanno collaborando alla realizzazione dello scavo di Pietramara che questa Amministrazione ha avviato e sostenuto negli anni anche grazie al valido supporto dell’Università della Tuscia, della Soprintendenza Archeologia, dell’Università degli Studi di Cagliari e del  Gruppo Archeologico Bassanese. Sono certo che mediante la valorizzazione delle presenze archeologiche si possa contribuire alla ricerca delle nostre origini e alla promozione di questa nostra terra.”




Santuario etrusco Piana del Lago, nel vivo gli scavi: indagini su un nuovo tempietto e l’altare

di Lia Saraca

MONTEFIASCONE  (Viterbo) – Sono entrati nel vivo gli scavi archeologici nel santuario etrusco della Piana del Lago. Iniziate le indagini su un nuovo tempietto ripulito in questi ultimi gironi dalla vegetazione infestante e situato nella zona ovest dell’area già oggetto delle ricerche archeologiche.

Una struttura interessante dove si vede “il collo di tegole” come a significare che sotto ci sia la presenza di un livello, di un pavimento. Proprio in questa zona negli scavi precedenti sono stati rinvenuti i famosi frammenti di statue ad altezza naturale. Da scoprire, inoltre, se dietro siano presenti altre strutture. Nuove indagini anche per l’altare che dai primi risultati presenta una parte centrale chiara di color biancastro a testimoniare come la superficie sia stata sottoposta ad alta temperatura, al fuoco. Trovate poi le tracce dei “perni metallici a coda di rondine”, probabilmente di bronzo, che saldavano i due blocchi dell’altare. Scavata inoltre una “trincea” nella parte del sito già riportata alla luce alla ricerca di strutture più antiche.

A illustrare queste novità il professor Vincent Jolivet con Edwige Lovergne e Martin Jaillet dell’Ecole Normale Supérieure di Parigi, responsabili delle ricerche archeologiche del santuario etrusco alla Piana del Lago.

“Abbiamo iniziato il 5 luglio scorso e la campagna di scavi sarà aperta fino al 6 agosto – sottolinea Jolivet – . L’intervento rientra nel quadro della concessione triennale della Soprintendenza e la riapertura degli scavi è dovuta alla volontà della Sovrintendenza in particolare della dottoressa Maria Letizia Arancio. Noi eravamo interessati allo scavo, ci è stato proposto e dunque abbiamo montato un équipe che dallo scorso anno lavora per esplorare la zona riportata alla luce circa venti anni fa. Questo è il secondo anno e speriamo che con il prossimo si possa aver esplorato tutta l’attuale superficie riaperta”.

Con un gruppo di circa venticinque giovani archeologici italiani e francesi sono dunque riprese le ricerche interrotte lo scorso anno con la riapertura di altri due settori, tra cui quello nuovo a ovest con il tempietto. “Dobbiamo confermare alcune ipotesi avanzate in precedenza – prosegue Lovergne -,  le diverse fasi succedute nel corso dei secoli, poi lo studio dei muri con le loro relazioni”. Per Martin Jaillet “il problema più importante in questo santuario è la cronologia, anche perché negli scavi precedenti non sono stati fatti dei saggi in profondità e la trincea è stata fatta proprio per capire meglio se sotto ci sono livelli più antichi”.

Le strutture esaminate sembrerebbero essere “per lo più del terzo secolo e per il piccolo tempio del secondo secolo avanti Cristo – precisa Jolivet -. Però potrebbe essere la parte etrusco romana di un santuario molto più importante situato nei campi vicini. E’chiaro che c’è un’ occupazione di carattere sacro prima del terzo secolo,  per ora però non sappiamo localizzarla. Non si trova in questa area già liberata. Ci vuole un lavoro molto più impegnativo perché c’è oltre un metro di terra sopra i livelli archeologici”.

Lo scavo è stato recintato e ripulito. “Un ringraziamento al comune e agli uffici comunali – concludono i tre responsabili – . Possiamo usufruire, tra l’altro, degli alloggi e di uno scuolabus per raggiungere lo scavo. Mancano però i pannelli didattici esterni che potrebbero essere posizionati in modo da far conoscere il sito ai tanti turisti e visitatori che si avvicinano chiedendo informazioni. Il pannello esterno sarebbe anche un modo per mostrare i pezzi più belli rinvenuti”.

Il progetto di riapertura del santuario della Piana del Lago è partito lo scorso anno frutto di una collaborazione tra l’assessorato al patrimonio e lavori pubblici dell’ex amministrazione Paolini, il Mibact, Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma, Provincia di Viterbo, Etruria meridionale, Polo museale del Lazio, Ecole normale supérieure – Paris, Ecole pratique des hautes etudes de Paris, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

L’obiettivo finale del progetto è quello di riportare a Montefiascone il patrimonio storico – archeologico locale a cominciare da quello ritrovato in precedenza nel santuario della Piana del Lago. L’ex carcere della Rocca dei papi dovrebbe essere il sito scelto per l’allestimento di un museo.




Bassano in Teverina, avviati gli scavi nel sito di Pietramara

BASSANO IN TEVERINA ( Viterbo) – Mercoledì 9 settembre sono stati avviati gli scavi sul sito di Pietramara, nell’ambito di un accordo quadro stipulato tra Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’ Etruria Meridionale, Comune di Bassano in Teverina e Dipartimento di Studi Linguistico- Letterari, Storico- Filosofici e giuridici (DISTU) dell’Università degli Studi della Tuscia.
Le prime ricognizioni sull’area hanno consentito l’individuazione di una struttura di tipo ecclesiastico associata ad una necropoli caratterizzata dall’uso di tombe a logette. Ad interessare in maniera particolare gli archeologi dell’Ateneo viterbese è lunga continuità di vita del sito; oltre all’edificio religioso, che ha conosciuto una importante fase di rinnovamento architettonico in epoca pienamente medievale, sono state individuate stratigrafie risalenti al Bronzo Antico, che la Soprintendenza sta indagando con proprio personale, coordinato dal funzionario archeologo preistorico Barbara Barbaro.
L’indagine del 2020, finanziata dal concessionario Comune di Bassano in Teverina, è coordinata da un gruppo di docenti dell’Università degli Studi della Tuscia, specializzati in diverse discipline, e da Carlotta Schwarz, funzionario archeologo responsabile di zona della Soprintendenza. Oltre al direttore di scavo Giancarlo Pastura, infatti, coordinano le attività di scavo Elisabetta De Minicis e Gian Maria Di Nocera, rispettivamente docenti di Archeologia Medievale e Paletnologia. Lo scavo vede la partecipazione di una decina di studenti dei corsi di laurea triennale e magistrale in Scienze dei Beni Culturali e di Archeologia, Storia dell’Arte, Tutela e Valorizzazione e del Gruppo Archeologico Bassanese, sotto la supervisione delle archeologhe Rachele Pavan e Francesca Tonella e del responsabile del posizionamento satellitare Matteo Serpetti.
L’obiettivo dello scavo è quello di chiarire, oltre agli aspetti insediativi dell’epoca medievale, la presenza di un contesto preistorico all’interno dell’aula di culto.
Soddisfazione espressa dal Sindaco di Bassano in Teverina Alessandro Romoli “ ringrazio tutti coloro i quali a vario titolo stanno collaborando alla realizzazione dello scavo di Pietramara che questa Amministrazione ha avviato e sostenuto negli anni anche grazie al valido supporto dell’Università della Tuscia, della Soprintendenza Archeologia e del Gruppo Archeologico Bassanese. Sono certo che mediante la valorizzazione delle presenze archeologiche insite nel nostro territorio si possa contribuire alla ricerca delle nostre origini ed alla promozione di questa nostra terra.”




Archeologia, a Piansano un convegno sulle recenti scoperte nel territorio

PIANSANO ( Viterbo) – Prosegue l’impegno del Comune di Piansano per la valorizzazione e la promozione del patrimonio storico e archeologico del territorio. Attività che negli ultimi tempi hanno permesso di ampliare la collezione dell’Antiquarium comunale e di rendere accessibile al pubblico una necropoli, oggetto di campagne di scavo.

Sabato 11 gennaio 2020, presso la sala conferenze di Via Maternum, saranno presentati i risultati delle recenti campagne di scavo nella quarta edizione della giornata di studi archeologici “Ricerche archeologiche e valorizzazione del patrimonio: prospettive e progetti“, a cura del Comune di Piansano e della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale con la collaborazione del Gruppo Archeologico Piansano (G.A.P.).

I lavori inizieranno alle ore 16. Dopo gli indirizzi di saluto del sindaco Roseo Melaragni e della consigliera delegata alla cultura Aura Colelli, il primo intervento (16.20) è affidato all’archeologa Biancalisa Corradini (Soprintendenza) sul tema “Tutela e valorizzazione nel territorio di Piansano“. A seguire (ore 16.40) Marco Marchetti, responsabile del laboratorio misure di geofisica applicata dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, parlerà di “Uso e potenzialità delle tecnologie applicate nella ricerca archeologica: le prospezioni geofisiche nell’area di Poggio del Cerro“.

Alle 17.10 pausa caffè. Quindi interverranno l’archeologa Alessia Savi Scarponi (17.30) su “Recenti scoperte archeologiche alla necropoli di Poggio del Cerro” e a seguire (17.50) il designer Massimo Legni, dello studio Architutto Designer’s, illustrerà la “Realtà virtuale e realtà aumentata per l’archeologia: i vantaggi delle ricostruzioni 3D e dell’utilizzo delle moderne tecnologie virtuali. Il caso della tomba di via Maternum“.

Rossana Giannarini, project manager, tratterà alle 18.10 intorno al tema “Il Distretto Tecnologico e il progetto ‘The Time Machine’: le nuove tecnologie applicate ai beni culturali per la fruizione e la valorizzazione del patrimonio culturale del territorio“. Ultimo intervento con Germano De Simoni, presidente del Gruppo Archeologico di Piansano e la consigliera Aura Colelli su “Le attività del Gruppo Archeologico di Piansano: il ruolo sociale del volontariato per la salvaguardia del patrimonio culturale e della memoria storica del territorio“.

L’iniziativa è ad ingresso libero e senza obbligo di prenotazione. Per ulteriori informazioni: gruppoarcheologicopiansano@gmail.com.