Scorie nucleari, Sabatini e Zelli (FdI): “La Regione Lazio si batterà in ogni sede per tutelare la Tuscia”

VITERBO- “La partecipazione dei cittadini e delle istituzioni alla manifestazione di oggi al Parco Archeologico e Naturalistico di Vulci, promossa dalle associazione e dai comitati per il no al deposito di scorie nucleari, è una buona notizia per il terrritorio della Tuscia. Significa che il tema è sentito e si è sviluppato un dialogo dal basso”. Così, in una nota, i consiglieri regionali Daniele Sabatini e Giulio Zelli.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Lazio ed il presidente della commissione Ambiente non hanno potuto presenziare all’evento in quanto impegnati al Vinitaly. “Pur non essendo presenti fisicamente – dichiarano Sabatini e Zelli – intendiamo mostrare vicinanza alle istanze promosse in piazza dai tanti cittadini viterbesi.

Per quanto ci riguarda, abbiamo le idee chiare e non intendiamo retrocedere. Lo abbiamo ben dimostrato fermando il proliferare degli impianti Fer, con il primo atto politico della Giunta Rocca
che ha disciplinato ciò che per troppi anni è stato un vero e proprio abuso di suolo. Infatti, dal 12 maggio 2023 data di pubblicazione della delibera di Giunta che introduce criteri di equilibrio fra sviluppo delle Fer e tutela del territorio, nessuna richiesta di impianti è stata autorizzata dalla Regione Lazio. La nostra contrarietà è, infatti, parte di una precisa e coerente visione politica del territorio che è
indirizzata a restituire centralità alla vocazione naturale della Tuscia, fondata su un’agricoltura di qualità, su prodotti agroalimentari d’eccellenza, sul patrimonio paesaggistico, culturale e ambientale, peculiarità attrattive anche ai fini turistici”.

“La posizione della Regione Lazio, come espresso più volte nei mesi scorsi dal presidente Francesco Rocca, resta contraria all’ipotesi di realizzare il deposito di scorie nucleari nella Tuscia e su tutto il territorio regionale. Rinnoviamo – concludono i consiglieri di FdI – la nostra disponibilità al dialogo con i sindaci, le associazioni, i comitati e tutti gli attori impegnati in questa battaglia a difesa del territorio viterbese”.




Lazio: Marotta (SCE), no a deposito scorie nucleari

“Oggi una grande manifestazione popolare, nell’area archeologica di Vulci, ha fatto risuonare a gran voce la volontà della cittadinanza della Tuscia: no al deposito nazionale di scorie nucleari.
Prossimo appuntamento 11 maggio a Corchiano e noi saremo ancora lì a portare vicinanza e solidarietà attiva alle comunità locali in movimento.
E saremo lì per ribadire l’impegno preso da tutte le forze politiche in Consiglio regionale per evitare l’esito sciagurato di vedere atterrare nella provincia di Viterbo questa opera dannosa per il territorio e per le future generazioni”.

Così in una nota il consigliere di Sinistra Civica Ecologista e presidente della Commissione vigilanza sul pluralismo dell’informazione della Regione Lazio, Claudio Marotta, che questa mattina ha partecipato alla marcia nell’area archeologica di Vulci per dire “no al deposito di scorie nucleari” nella Tuscia.




Le scorie nucleari: per saperne di più

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “DA DOVE VENGONO I RIFIUTI RADIOATTIVI? Dalle vecchie centrali nucleari e dalle attività di ricerca, industriale e sanitaria. Indipendentemente dal ritorno o meno all’Energia Nucleare, produrremo sempre rifiuti radioattivi, derivanti dallo smantellamento delle 4 centrali nucleari oramai inattive e da tante attività collegate alla medicina, alla ricerca scientifica ed alle applicazioni industriali, per cui il Deposito dovrà essere necessariamente realizzato.

CHE CARATTERISTICHE HANNO I RIFIUTI RADIOATTIVI E DOVE SI TROVANO ATTUALMENTE?
Esistono rifiuti a bassa ed alta attività

I primi sono custoditi in depositi temporanei sparsi in tutta Italia e perdono la loro radioattività dopo 300 anni. I secondi decadono dopo parecchie decine di migliaia di anni e sono per ora stoccati all’Estero. Stiamo pagando per il loro trattamento, in Francia e Regno Unito, ma a breve dovremo riprenderceli.

COSA E’ IL DEPOSITO NAZIONALE?
Una struttura che dovrà ospitare i rifiuti radioattivi sia a bassa che ad alta attività prodotti in Italia

Occuperà un’area complessiva di 150 ettari. 10 ettari saranno destinati allo stoccaggio dei rifiuti a bassa attività (84000 mc), per un tempo di gestione di 300 anni; altri 10 ettari saranno occupati da capannoni che dovranno ospitare quelli ad alta attività (14000 mc), per un periodo di circa 100 anni, in attesa di venire trasferiti in un deposito geologico profondo che ancora non è stato individuato in Italia.

COME SONO STATE SELEZIONATE LE AREE IDONEE AD OSPITARE IL DEPOSITO?
È stato dato incarico alla Sogin, società statale che ha il compito di gestire i rifiuti radioattivi

Sogin doveva seguire le norme tecniche predisposte dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Queste prevedevano una serie di Criteri di Esclusione, in base ai quali dovevano essere scartate tutte le aree di Italia a rischio vulcanico, sismico, di frana, alluvionamento, quelle poste vicino a centri abitati e ad importanti vie di comunicazione, dentro aree naturali protette e che presentavano risorse minerarie, energetiche o idriche del sottosuolo.

COME E’ STATO CONDOTTO IL PROCESSO DI SELEZIONE?
Nel Gennaio 2021 è stata pubblicata una Carta delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), la quale è diventata, nel Dicembre 2023, Carta delle Aree Idonee (CNAI)

La CNAPI riportava 67 siti in tutta Italia, dei quali 22 nella Tuscia. Con la CNAI siamo scesi a 51 siti nazionali, dei quali 21 nella Tuscia. Quindi sono stati confermati 21 su 22 aree nella Provincia di Viterbo. Questa decisione, che ha completamente ignorato le tantissime osservazioni negative presentate ufficialmente a Sogin da esperti di tutti i settori, non è stata accompagnata da alcun documento, per cui ad oggi non sappiamo perché le aree sono state riconfermate.

PERCHÈ LA TUSCIA SI OPPONE
Le motivazioni contro sono 4: Mancata applicazione dei Criteri di Esclusione indicati da ISPRA, Lo stoccaggio nel Deposito anche dei rifiuti ad alta attività, Assenza di valutazione del quadro oncologico attuale e Assenza di valutazioni economiche sui danni indotti alle attività produttive locali.

La metodologia adottata da Sogin è illogica ed obsoleta e non risponde alle più recenti procedure decisionali. Per di più non ha tenuto conto di tanti Criteri di Esclusione. Le norme internazionali prevedono per i rifiuti ad alta attività un’unica soluzione, costituita dal deposito geologico profondo, visto che si tratta di scorie che avranno tempi di decadimento di molte decine di migliaia di anni. Il rischio è che rimarranno invece nel Deposito per tempi indefiniti. La Provincia di Viterbo è la prima del Centro Italia per incidenza di tumori, come fatto rilevare dall’Ordine dei Medici della Provincia di Viterbo. La Tuscia annovera produzioni agricole di elevata qualità (ad esempio Olio DOP di Canino, Asparago verde IGP di Canino, Nocciola DOP dei Cimini) che subiranno un danno di immagine incalcolabile. Lo stesso vale per il comparto turistico e quello dell’edilizia, con svalutazione di beni immobili.

COSA È STATO FATTO FINORA?
Sono stati costituiti i Comitati no scorie che hanno sensibilizzato ed informato i cittadini, coadiuvando le Amministrazioni Pubbliche nell’avviare le dovute azioni legali

I Comitati sono costituiti da tecnici (medici, ingegneri, fisici e geologi) e dalle realtà produttive del territorio. Si tratta di volontari che hanno dedicato tempo ed energie in questa battaglia. I ricorsi pendenti al TAR Lazio riguardano la richiesta di accesso agli atti che hanno portato alla CNAI, ed al rigetto della stessa CNAI. I vari Comitati hanno inoltre organizzato una serie di incontri pubblici per informare la popolazione, ed indetto due grandi marce che si svolgeranno il 6 Aprile al Parco Archeologico di Vulci e l’11 Maggio a Corchiano.

A CHE PUNTO SIAMO ORA?
Nel Novembre 2024 è stata avviata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) la Valutazione Ambientale Strategica (VAS)

Questa procedura ha lo scopo di validare la CNAI. Sono stati invitati i Comuni e la Provincia nel definire le regole da adottare, ma i primi passi sono stati tutt’altro che promettenti, visto che lo stesso MASE continua a non condividere la documentazione tecnica necessaria per capire la situazione attuale, dando per scontata l’attendibilità dell’operato di Sogin e ignorando così le osservazioni contrarie.

ESISTONO SOLUZIONI ALTERNATIVE E QUALI AZIONI FUTURE?
Mettere in sicurezza i rifiuti ad alta attività presso le vecchie centrali e progettare più depositi per i rifiuti a bassa attività. Informare e mobilitare la cittadinanza

L’idea di un Deposito Unico Nazionale va rivista, anche alla luce degli ultimi eventi geopolitici, poiché potrebbe rappresentare un evidente bersaglio tattico. Sarebbe più logico che ogni regione si dotasse di un Deposito per il solo conferimento dei rifiuti a bassa attività, purché si adotti una procedura decisionale più aggiornata o si rispettino quantomeno le norme ISPRA. Per i rifiuti ad alta attività si potrà procedere alla loro messa in sicurezza presso le ex-centrali, in attesa che venga realizzato il Deposito geologico profondo, evitando così gli innumerevoli trasferimenti a notevole rischio di incidente o attentato. In caso di risposte negative da parte del TAR Lazio, i Comitati sono pronti a rivolgersi alla Corte Europea di Giustizia.




Assemblea pubblica contro il deposito di scorie nucleari, interviene Luisa Ciambella

VITERBO – Riceviamo da Luisa Ciambella e pubblichiamo: “Innanzitutto desidero rivolgere un sentito ringraziamento agli organizzatori di questo incontro e a tutte le istituzioni presenti, a cominciare dal Comune di Viterbo che oggi ci ospita in questa splendida Sala Regia. La vostra presenza è un segnale importante di attenzione e di impegno verso un tema che riguarda da vicino il futuro del nostro territorio e delle nostre comunità.
Ci ritroviamo oggi in un momento che definire importante sarebbe riduttivo. Siamo qui perché il nostro territorio, la nostra storia, la nostra identità, sono sotto attacco. Il rischio che ben 95.000 metri cubi di scorie nucleari vengano collocati nella Tuscia non è un’ipotesi lontana, è una possibilità reale. E come tale va affrontata, senza tentennamenti e senza ambiguità.
La Tuscia ha già dato. Siamo una terra che produce il 78% delle energie rinnovabili della Regione Lazio. Una terra che ha saputo accogliere, che ha investito nell’ambiente, nell’agricoltura, nella cultura, e che oggi rischia di essere ripagata con una discarica radioattiva che comprometterebbe il nostro patrimonio ambientale, sociale, economico e culturale.
Ma permettetemi di dire una cosa, con sincerità: non siamo qui oggi per la prima volta. Questo percorso è iniziato anni fa. C’è stato un tempo in cui parlare di scorie nucleari in Consiglio comunale era quasi un tabù. C’era chi firmava e poi ritirava la firma. Come rappresentante del gruppo Per il Bene Comune e del Movimento Civico Rocca Presidente, siamo stati in prima linea in questa lotta,
spesso in totale solitudine. Non per vantare primati, ma per ristabilire la verità ed evitare che vengano distorti i fatti. È essenziale che i cittadini conoscano e ricordino chi ha realmente lavorato per la tutela del nostro territorio e chi invece si è girato dall’altra parte. Oggi, fortunatamente, siamo molti di più. Ma la verità dei fatti va riconosciuta: se siamo arrivati fin qui, è grazie al lavoro
costante, silenzioso e determinato di comitati, tecnici, associazioni e cittadini, spesso dimenticati dalla politica, ma sempre presenti.
Un applauso, sincero, va a loro. Perché è grazie a loro se la Provincia di Viterbo e la Regione Lazio hanno potuto fare ricorso contro l’inserimento dei nostri siti tra quelli candidati a ospitare il deposito. Un ricorso frutto di testa, competenza e anche sacrifici economici. Non è stata la politica a muoversi per prima, ma la società civile.
Riconosciamo questo primato, ma oggi è giusto dare anche una notizia importante e finora non ancora comunicata pubblicamente: la Regione Lazio ha provveduto a presentare, attraverso i propri uffici, ulteriori osservazioni al Ministero, ribadendo con fermezza che questo non è il territorio adatto a ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari. È un ulteriore passo avanti, concreto e determinato, che ho seguito personalmente insieme al Presidente, senza clamore, ma con grande impegno.
Fin dall’insediamento, il presidente Francesco Rocca ha mantenuto gli impegni presi con il nostro Movimento e con i cittadini della Tuscia, traducendoli in atti concreti per salvaguardare il territorio. I risultati di questo lavoro si vedono chiaramente. Oggi, finalmente, possiamo dire che la Regione Lazio c’è. C’è con gli atti. C’è con la coerenza. Con la delibera 173 del 2023, che ha segnato una
svolta netta rispetto alla gestione precedente. Siamo passati da 95 richieste per nuovi impianti FER a sole 4. Questo perché oggi l’impostazione è chiara: difendere il territorio, sempre, e non solo quando conviene.
Anche su questo fronte abbiamo detto e ribadito che era possibile fermarsi, e la Corte Costituzionale ci ha dato ragione: ha confermato quello che sostenevamo da tempo. È importante, quindi, che la coerenza non sia solo nelle parole, ma nei fatti, nei gesti, negli atti concreti. E in questo, per la prima volta dopo molti anni, la Regione Lazio ha dimostrato coerenza e
determinazione.
Certo, la partita non è finita. Siamo a un bivio decisivo. Dobbiamo unire le forze: politica e tecnica, istituzioni e cittadini. Serve concretezza, serve conoscenza. Serve che i tecnici siano messi in condizione di lavorare con dati aggiornati, con strumenti adeguati, per produrre una documentazione che sia inattaccabile. Non possiamo più permetterci che le carte geologiche usate per prendere decisioni siano quelle degli anni ’60. Lo ripeto: non ci sarà una Tuscia di serie B. Non accetteremo un futuro fatto di isolamento, spopolamento e degrado. La Tuscia ha già scelto il suo modello di sviluppo, e non contempla il nucleare. Concludo con un impegno: continueremo a batterci, insieme, per il bene comune. Senza bandiere, senza strumentalizzazioni. Perché questa battaglia non appartiene a una parte, ma a un popolo intero”.




Tarquinia, anche l’Università Agraria all’assemblea contro il deposito di scorie nucleari

TARQUINIA ( Viterbo) – Si è svolta ieri pomeriggio, venerdì 21 marzo 2025, nella sala del consiglio comunale di Tarquinia, un’assemblea pubblica durante la quale è stata ribadita la contrarietà a qualsiasi deposito di scorie nucleari in provincia di Viterbo.

Presente anche una delegazione dell’Università Agraria di Tarquinia composta dal Presidente Alberto Riglietti, dal Presidente del Consiglio di Amministrazione Silvano Olmi, dall’Assessore Claudia Rossi e dal Consigliere Fabrizio Federici.

“Parteciperemo alla marcia che si terrà domenica 6 aprile, alle ore 10, nel Parco di Vulci – ha detto il Presidente del Consiglio dell’Università Agraria, Silvano Olmi – la provincia di Viterbo ha subito troppe servitù energetiche ed è assediata da impianti eolici e fotovoltaici che tolgono terreno fertile all’agricoltura. Invito la cittadinanza a partecipare alla manifestazione per esprimere democraticamente l’opposizione allo scellerato progetto di realizzare un deposito di scorie nucleari nella Tuscia.”

“È grave che nella fase di valutazione del progetto non sia stato coinvolto l’Ordine dei Medici – ha detto il Presidente dell’Università Agraria, Alberto Riglietti – non si è tenuto conto dell’incidenza in aumento delle malattie tumorali polmonari tra la popolazione e neurologiche dei bambini. L’Ente che presiedo è al fianco dei cittadini, in difesa della salute pubblica e dell’ambiente.”

A organizzare l’incontro pubblico sono stati i Comitati No Scorie e Italia Nostra Sezione Etruria, in collaborazione con le amministrazioni comunali di Tarquinia e Montalto di Castro.

Hanno aperto i lavori i Sindaci Francesco Sposetti di Tarquinia ed Emanuela Socciarelli di Montalto di Castro ed è intervenuta Marzia Marzoli di Italia Nostra e Andrea Talenti che ha esposto le numerose carenze del progetto.

Il Consiglio dell’Università Agraria di Tarquinia ha recentemente approvato all’unanimità una mozione contro il progetto del deposito di scorie nucleari nella Tuscia. La mozione è stata proposta da Silvano Olmi in accordo con il Presidente Alberto Riglietti e l’Assessore delegato all’Ambiente Alessandro Sacripanti.




Coldiretti Viterbo contro il deposito di scorie nucleari nella Tuscia

di GIUSEPPE INTAGLIATA-

VITERBO- Coldiretti Viterbo si oppone fermamente alla decisione del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di individuare 21 siti nella Tuscia per il deposito nazionale delle scorie nucleari. La presidente dell’associazione, Maria Beatrice Ranucci, ha ribadito il rifiuto di questa scelta, sottolineando i rischi per il territorio, l’agricoltura e le eccellenze enogastronomiche locali.

Ranucci ha anche riferito di aver ricevuto rassicurazioni dal presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, il quale si è impegnato a contrastare questa decisione con tutti i mezzi a disposizione. Inoltre, ha auspicato che nessun sindaco accetti di ospitare un deposito di rifiuti radioattivi nel proprio comune.

Il territorio della Tuscia, noto per le sue produzioni agroalimentari di pregio, tra cui la nocciola romana DOP, l’olio extravergine di oliva Tuscia DOP e i vini DOC, rischia di subire un duro colpo sia per l’agricoltura che per il turismo. Secondo Coldiretti, l’area è già stata compromessa da installazioni indiscriminate di impianti fotovoltaici ed eolici, che hanno sottratto suolo agricolo fertile.

Anche il direttore di Coldiretti Viterbo, Andrea Marconi, ha espresso preoccupazione per il consumo di suolo nella regione, che ha già raggiunto i 16.600 ettari. Propone, invece, di installare gli impianti di energia rinnovabile sui tetti dei capannoni per ridurre l’impatto ambientale.

Per manifestare il dissenso, Coldiretti Viterbo ha organizzato una mobilitazione il 6 aprile a Vulci, con l’obiettivo di fermare quello che definiscono un “scempio” per la Tuscia.




Tarquinia, l’Università Agraria contraria al deposito di scorie nucleari nella Tuscia

TARQUINIA ( Viterbo) – Il consiglio di amministrazione dell’Università Agraria ha approvato una delibera contro il progetto di realizzare nella Tuscia un deposito per scorie nucleari.

La mozione è stata approvata all’unanimità durante l’assise che si è svolta lunedì sera. A proporre il documento è stato il consigliere Silvano Olmi, in accordo con l’assessore delegato all’ambiente Alessandro Sacripanti e su mandato del presidente dell’Ente Alberto Riglietti.

“Ringrazio i consiglieri presenti che hanno votato la proposta – dice Silvano Olmi – i ventuno siti censiti nella nostra provincia non sono idonei ad ospitare questo tipo di impianti. Secondo noi le scorie nucleari devono essere tombate nei luoghi in cui vengono prodotte, con impianti piccoli e non in una mega struttura grande circa 150 ettari.

Con la legge 168 del 2017 – conclude Olmi – le Università Agrarie hanno tra i propri compiti la conservazione, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio naturale e del paesaggio agro-silvo-pastorale. Inoltre, il consiglio di amministrazione è eletto da tutti i cittadini tarquiniesi e quindi è rappresentativo della nostra città. Per questo ci siamo espressi contro il progetto del deposito di scorie nucleari.”

I consiglieri, nel documento approvato, hanno chiesto al Presidente dell’Università Agraria di partecipare e promuovere iniziative che coinvolgano la popolazione in democratiche manifestazioni di dissenso al progetto del Deposito Nazionale. Inoltre, Riglietti potrà intraprendere tutte le iniziative, anche di ordine legale, ritenute necessarie a sostenere le ragioni di contrarietà all’accettazione del deposito sul territorio provinciale. L’Ente aderirà a tutte le iniziative che saranno organizzate e chiederà alle altre Università Agrarie del territorio di partecipare.

L’atto contrario al deposito di scorie nucleari, approvato dal Consiglio dell’Università Agraria di Tarquinia, sarà inviato al Governo Nazionale, al Presidente della Regione Lazio, ai Consiglieri Regionali eletti nel collegio di Viterbo; al Presidente della Provincia di Viterbo, all’assemblea dei Sindaci della provincia di Viterbo; al Sindaco di Tarquinia, all’ Associazione Regionale delle Università Agrarie del Lazio.




L’Università Agraria di Tarquinia all’incontro in Provincia contro il deposito di scorie nucleari

TARQUINIA (Viterbo) – Salvaguardare l’ambiente e la salute dei cittadini. Questi gli obiettivi dell’Università Agraria di Tarquinia, sempre in prima fila contro il progetto del deposito di scorie nucleari.

Giovedì pomeriggio, il consigliere Silvano Olmi, su delega del Presidente dell’Ente Alberto Riglietti, ha partecipato alla riunione convocata dal presidente Alessandro Romoli nella sala del consiglio provinciale di Viterbo.

“Ringrazio il presidente della Provincia e i Sindaci di avermi consentito di esporre le proposte dell’Università Agraria di Tarquinia – dichiara Silvano Olmi – che è un ente rappresentativo dei cittadini tarquiniesi e viene posto dalla legge nazionale come baluardo nella difesa dell’ambiente e del paesaggio. I rifiuti nucleari vanno tombati nei luoghi di produzione utilizzando piccoli depositi e non con un impianto calato dall’alto e che avrà un’ampiezza di 25 campi di calcio. La Tuscia e Tarquinia – conclude Olmi, che opera in stretto contatto con il delegato all’ambiente Alessandro Sacripanti – sono già gravate da servitù di varia natura, come quelle militari ed energetiche. Non ci possiamo permettere un’altra bomba ecologica, la salute dei cittadini deve essere salvaguardata.”

Di analogo avviso il Presidente dell’Università Agraria. “Occorre coinvolgere la popolazione con democratiche manifestazioni di dissenso a questo progetto – dichiara Alberto Riglietti – inoltre, vanno fatte pressioni politiche attraverso i rappresentanti istituzionali del territorio, in particolare i nostri consiglieri regionali, e dobbiamo chiedere il sostegno anche delle Regioni e delle Province confinanti. L’Università Agraria di Tarquinia farà sentire la sua voce su questo importante argomento.”




Deposito scorie nucleari: depositate le osservazioni per il parere negativo alla Vas

MONTALTO DI CASTRO ( Viterbo)- Le amministrazioni comunali di Montalto di Castro, Tarquinia, Tuscania, Canino, Arlena di Castro, Tessennano, Piansano, Cellere e Ischia di Castro hanno approvato una delibera contenente le osservazioni e il parere negativo alla realizzazione del deposito di scorie nucleari sul territorio comunale. Il progetto del sito di stoccaggio di materiale radioattivo, presentato da Sogin, è giunto alla procedura di valutazione ambientale strategica e, in questo frangente, le giunte dei sopracitati comuni hanno predisposto tutta la documentazione da inviare al Ministero dell’Ambiente. 

 “Nelle nostre osservazioni – dichiarano i sindaci – abbiamo evidenziato tutte le criticità di questa scelta insana. La nostra zona, come tutta la Tuscia, ha già dato un ampio contributo per quanto riguarda le energie rinnovabili, consentendo di raggiungere con largo anticipo gli obiettivi regionali fissati per il 2030. La nostra posizione sul progetto presentato da Sogin non può che essere fortemente contraria”.
Dei 21 siti viterbesi individuati da Sogin, 16 sono sul territorio verso la costa, VT8 (Montalto di Castro ), VT9 (Canino,Cellere e Ischia di Castro), VT24 (Canino e Montalto), VT25 (Tarquinia e Tuscania), VT26 (Canino), VT27 (Canino e Montalto), VT28 (Arlena e Tuscania), VT29 (Ischia di Castro), VT30_A (Tuscania, Piansano e Arlena), VT30_B (Tuscania e Piansano), VT31 (Tuscania), VT32_A (Tuscania,  Arlena e Tessennano), VT32_B (Tuscania e Arlena), VT34 (Canino), VT36 (Montalto di Castro).
“Queste porzioni di territorio – proseguono i sindaci – come noto ricadono all’interno dell’Area Interna A1-Lazio 1, Alta Tuscia-Antica Città di Castro, comprendente anche altri 18 comuni. È interesse delle nostre amministrazioni promuovere un’azione congiunta volta a salvaguardare tale area, istituita per dotare i territori di una pianificazione strategica territoriale quale strumento di sviluppo socio-economico locale che rappresenta la piattaforma di base su cui concentrare gli interventi previsti dalla programmazione europea 2014-2020 relativi alla strategia per le aree interne. Questo anche alla luce del fatto che le aree interne, come fortemente sostenuto dall’Anci, saranno interessate dalle risorse del Recovery Fund (o Next generation EU) in corso di predisposizione da parte del governo”.
 È stata anche inviata un’istanza di accesso agli atti per poter prendere visione ed estrarre copia della proposta CNAI corredata della documentazione inviata all’ISIN; del parere tecnico reso dall’ente di controllo, l’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (ISIN), sulla proposta di CNAI trasmessa da Sogin al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; della proposta di Ordine di Idoneità presentata in sede di pubblicazione della CNAPI; dei nuovi parametri aggiunti e le nuove metodologie di classificazione adottate da SOGIN con le quali è stata definita la nuova proposta di CNAI inviata al Ministero il 30 ottobre 2023.
“Intendiamo infine sottolineare che le osservazioni presentate dai Comuni in fase di consultazione pubblica non sono state recepite da Sogin e che il coinvolgimento nella fase di osservazioni e seminario nazionale è stato effettuato senza alcuna forma di contradittorio tra le parti, senza che venisse presa in considerazione alcuna delle puntuali osservazioni presentate su base tecnico scientifica. Riteniamo inoltre profondamente ingiusto – concludono i sindaci – il mancato coinvolgimento dei Biodistretti e di tutte quelle associazioni e comitati che, in questi mesi, si sono adoperati per presentare osservazioni contrarie. Noi ci siamo e continueremo ad essere uniti in questa battaglia, come in occasione del ricorso alla Cnai, anche nel presentare contributo alla Vas affinché questa grave ingiustizia nei confronti delle nostre comunità venga scongiurata definitivamente”.
I parerei sono negli albi pretori dei Comuni.
I Sindaci Emanuela Socciarelli (Montalto di Castro ) Francesco Sposetti (Tarquinia) Fabio Bartolacci (Tuscania) Giuseppe Cesetti (Canino) Publio Cascianelli (Arlena di Castro) Ermanno Nicolai (Tessennano) Edoardo Giustiniani (Cellere) Salvatore Serra ( Ischia di Castro ) Roseo Melaragni (Piansano)



Scorie nucleari, Cartaginese, Micci, Bartolacci: “Posizione Lega chiara, sempre detto no”

VITERBO – Scorie nucleari nel Lazio: “Anche quella della Lega è una posizione chiara, diciamo assolutamente no a questa prospettiva sui nostri territori, soprattutto nella Tuscia, dove il conto è già stato pagato”. Lo dichiara la capogruppo al consiglio regionale del Lazio, Laura Cartaginese, a seguito delle affermazioni rese da Francesco Rocca sull’argomento. “Non se ne parla”, ha detto il governatore del Lazio riguardo alla prospettiva che la regione ospiti siti di stoccaggio di materiale nucleare, la cui localizzazione si concentrerebbe nel viterbese. Un territorio, ha riconosciuto lo stesso Rocca, “che ha già pagato un prezzo altissimo. Abbandonato dalla giunta Zingaretti. L’unica discarica presente è quella di Viterbo”. Parole che rinfrancano i vertici locali della Lega. “La nostra capogruppo in consiglio regionale – commenta il segretario provinciale di Viterbo, Andrea Micci – sarà al nostro fianco in una battaglia che la Lega combatte convintamente da tempo, senza derive ideologiche o inutili slogan, ma operando fattivamente con gli strumenti a disposizione, come dimostra l’attività del nostro sindaco di Tuscania, Fabio Bartolacci”, continua Micci. “Le parole del presidente Francesco Rocca al riguardo, ci confortano, perché facendo squadra con i diversi livelli istituzionali, la nostra azione a difesa del territorio sarà ancora più salda ed efficace – prosegue il segretario provinciale -. Il pericolo è serio e grave, una minaccia, a nostro avviso, al nostro paesaggio naturale che è anche una fonte insostituibile e preziosa per la nostra economia, basata sull’agricoltura e sul turismo. Questa è una lotta in cui la Lega non arretrerà di un millimetro. Oggi, pertanto, plaudiamo alle parole di Rocca, segno di consapevolezza e attenzione verso il contesto specifico viterbese”, conclude Andrea Micci. Così anche il vice segretario, Fabio Bartolacci, e sindaco di Tuscania: “Siamo stati tra i primi a dirci assolutamente contrari al deposito di scorie nel nostro Comune che, peraltro, è anche quello dove sono state individuate più aree idonee. Come sindaco e, anche esponente della Lega – continua Bartolacci – sono doppiamente contrario a queste scelte. Dobbiamo lavorare tenacemente tutti insieme per far sì che tutto ciò venga scongiurato. Discorso che vale non solo per Tuscania, ma per tutto il comprensorio: Canino, Arlena, Piansano, Tessennano, Montalto, che sono i confini della nostra città”, conclude Bartolacci”.




Scorie nucleari, Sabatini e Zelli (Fdi): “Consiglio regionale unito in difesa della Tuscia”

ROMA- “Il Consiglio regionale all’unanimità ha votato contro l’ipotesi di realizzare nella Tuscia un deposito nazionale per lo stoccaggio delle scorie nucleari. E’ quanto stabilito da una mozione che abbiamo presentato insieme ai colleghi Marotta, Panunzi, Novelli e altri di maggioranza e opposizione e condivisa da tutte le forze politiche. La Giunta Rocca ha già espresso contrarietà e si è mossa concretamente, costituendosi parte civile di fronte al Tar e chiedendo l’annullamento della Carta nazionale delle aree idonee pubblicata il 13 dicembre scorso. Non è sostenibile che un territorio ricco di risorse agroalimentari, ambientali e paesaggistiche di altissimo pregio possa farsi carico di scelte così fortemente impattanti, nel momento stesso in cui la Regione è impegnata a liberare la città di Viterbo dalla servitù in materia di rifiuti che la vede costretta da anni a farsi carico di smaltire l’immondizia di tutto il Lazio nei propri impianti. Fortunatamente da parte del Governo Meloni è stata ribadita la volontà di una scelta condivisa, che parta dalla disponibilità dei Comuni inseriti nella mappa e tenga conto del parere delle comunità locali. Non ci saranno dunque imposizioni o scelte calate dall’alto. Oggi abbiamo lanciato un altro importante segnale dimostrando come la politica, a tutti i livelli e con una sola voce, è determinata a preservare la Tuscia da scelte che non farebbero che pregiudicare il futuro del territorio fondato su ben altre ed ambiziose prospettive”.

Così il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Regione Lazio Daniele Sabatini e il consigliere regionale Giulio Menegali Zelli

 




Ricorso al TAR Regione Lazio su deposito Scorie Nucleari, Ciambella: “Decisione importante”

Una decisione importante e fondamentale per la tutela dell’ambiente e la salvaguardia del territorio della Tuscia. La scelta del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, di costituirsi parte civile davanti al Tar del Lazio per l’annullamento della Carta nazionale delle aree idonee (Cnai) pubblicata dal ministero dell’Ambiente il 13 dicembre 2023, che individua nella provincia di Viterbo uno dei luoghi atti ad ospitare siti di scorie nucleari. Si tratta della prima volta, dall’approvazione della Carta nazionale elaborata su mappe geologiche non aggiornate, che la Regione Lazio interviene impugnando la documentazione dinanzi al Tribunale Amministrativo.

La posizione assunta dal presidente Rocca rappresenta un atto di responsabilità verso le comunità del Lazio e in particolar modo quelle del Viterbese che, anche in questo caso, avrebbero pagato il prezzo più alto considerando che il numero maggiore di siti individuati ricade proprio nella Tuscia. Dopo anni di silenzi e tentativi di svincolare in modo palese rispetto alla salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio regionale messi in atto dalla giunta Zingaretti oggi l’amministrazione Rocca procede sulla strada del rispetto e del bene comune.

La Costituzione in giudizio della Regione rafforza la posizione dei comitati e dei sindaci insieme ai quali in questi anni – anche con manifestazioni pubbliche e la proposta del gruppo del Bene Comune approvata in consiglio comunale a Viterbo per rafforzare il ricorso legale – ci siamo battuti per difendere la dignità della Tuscia troppe volte calpestata da scelte, come quella sui rifiuti, che andavano contro le necessità delle comunità locali: tutto nel silenzio di chi doveva rappresentarci nelle sedi regionali.

Ringrazio il presidente, Francesco Rocca, per la decisione assunta che conferma, di fatto, l’impegno che in campagna elettorale il governatore aveva assunto con gli elettori della Tuscia e sostenuto con forza dalla Lista Civica Francesco Rocca Presidente.

Luisa Ciambella
Movimento Civico Francesco Rocca Presidente
Gruppo Per il Bene Comune

 




Provincia di Viterbo contro il deposito nazionale di scorie nucleari: arcia di Protesta il 25 Febbraio

di REDAZIONE-

VITERBO- Il presidente di Palazzo Gentili, Alessandro Romoli, ha annunciato che la provincia di Viterbo parteciperà alla marcia di protesta contro il deposito nazionale di scorie nucleari, insieme a tutti gli amministratori e i consiglieri. Questa manifestazione mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e a esprimere la chiara opposizione del territorio al deposito nazionale.

L’iniziativa, promossa dal Biodistretto della via Amerina e delle forre, vedrà la partecipazione di oltre 60 realtà associative il 25 febbraio. Quattro distinti cortei partiranno da altrettanti comuni – Gallese, Corchiano, Vignanello e Vasanello – per convergere al punto di arrivo al monumento naturale Pian Sant’Angelo-azienda agricola Pratesi.

I cortei avranno orari di partenza differenti, con un punto intermedio alla stazione ferroviaria di Corchiano. Romoli ha sottolineato che tutti gli amministratori e il consiglio provinciale saranno presenti, partendo da uno dei quattro comuni.

L’iniziativa ha raccolto il sostegno di numerose realtà locali, inclusi 16 comuni, 25 associazioni, 11 biodistretti, 5 comitati, 2 fondazioni e una società sportiva. Su 51 siti idonei individuati da Sogin per il deposito nazionale, ben 21 si trovano nella Tuscia, rappresentando il 42% del totale, in un territorio che costituisce solo l’1% della superficie nazionale. Il presidente del Biodistretto della via Amerina e delle forre, Famiano Crucianelli, ha ribadito l’opposizione ferma alla presenza del deposito nucleare nella regione, sottolineando i rischi ambientali e sociali che comporterebbe.




Scorie nucleari, la battaglia della Tuscia: sindaci e cittadini contro il deposito

MONTALTO DI CASTRO ( Viterbo) – «Quella del 1 febbraio è stata una giornata importante perché non ci sentiamo più soli, i Comuni della Tuscia hanno bocciato all’unanimità la possibile realizzazione dell’impianto nazionale dei rifiuti radioattivi nella Tuscia».
Sono le parole del sindaco di Montalto di Castro Emanuela Socciarelli che ha organizzato, insieme al Comitato Montalto Futura e alle associazioni di categoria, l’assemblea pubblica al teatro Comunale Lea Padovani con la partecipazione di sindaci ed esperti per dire “no” al progetto di un impianto nazionale per la gestione delle scorie radioattive nella provincia di Viterbo.
 All’incontro è stato ricordato che i Comuni della Tuscia interessati dal progetto avevano già espresso in consultazione pubblica le loro osservazioni alla Sogin, la quale non aveva preso in considerazione le relazioni tecniche e scientifiche presentate.
«In questa nuova fase della battaglia – aggiunge il sindaco Socciarelli – con l’aiuto del Presidente della Provincia Alessandro Romoli, che ringrazio, è stato avviato da parte dei Comuni un ricorso al Tar che andrebbe ad eliminare la Tuscia dalla Carta nazionale. Questo territorio – conclude il sindaco Socciarelli – ha già vissuto l’esperienza di impianti che hanno portato una pioggia di soldi, ma di fatto hanno lasciato delle ferite aperte. Ringrazio gli amministratori comunali, i comitati, le associazioni, i relatori e i tanti cittadini che hanno preso parte all’evento».
 All’incontro erano presenti i sindaci di Canino Giuseppe Cesetti, di Arlena di Castro Publio Cascianelli e di Tessennano Ermanno Nicolai; i vicesindaci di Cellere Antonio Crabolu, di Piansano Enrica Moscatelli, di Farnese Maurizio Corizi e di Tarquinia Luigi Serafini; l’assessore di Tuscania Stefania Nicolosi e i rappresentanti dei vari comitati e associazioni ambientaliste del territorio, oltre gli agricoltori locali.




Deposito di scorie nucleari, Fdi Tarquinia: “Bene il ricorso contro la Cnai”

TARQUINIA (Viterbo)- “Non possiamo che giudicare positivamente l’impegno del sindaco Alessandro Giulivi a battersi contro la carta nazionale delle aree idonee redatta dalla Sogin, nella quale figura anche il comune di Tarquinia come zona candidata ad accogliere il deposito di scorie nucleari. Il ricorso al Tar per chiedere l’annullamento del documento è un atto dovuto nei confronti della città, del suo patrimonio naturale e delle sue peculiarità ambientali.

Riteniamo doveroso agire per tutelare il territorio tarquiniese da un’ipotesi che non ha visto nessuna consultazione popolari e nessun confronto con i cittadini. Vogliamo anche sottolineare che non c’è mai stato un ascolto delle osservazioni presentate dagli enti locali, rimaste lettera morta. Il nostro comune vanta eccellenze nel settore agricolo e turistico, oltre a quelle ambientali che sono riconosciute da anni. Queste risorse contribuiscono al benessere economico e sociale dei cittadini e non possono correre il rischio di venire inficiate da una decisione calata dall’alto sulla quale anche un pool di esperti ha sollevato dubbi di natura tecnica.

In questo senso consideriamo ottimo l’intervento del governo Meloni e del Parlamento nel Dl Energia, nel quale è previsto che, attraverso una nuova carta delle aree autocandidate, siano poste le condizioni per far sì che la scelta del sito non sia imposta ma anzi risponda a specifiche richieste delle comunità territoriali interessate. Su questo tema Fratelli d’Italia, non solo a Tarquinia ma in tutta la provincia di Viterbo, ha deciso di lottare affinché le istanze delle comunità interessate vengano ascoltate. Confidiamo pienamente nelle capacità dell’avvocato Noemi Tsuno, incaricata dal Comune di presentare ricorso contro le pubblicazioni Sogin”.

 

FRATELLI D’ITALIA TARQUINIA




Controversia sul deposito nazionale di scorie nucleari: contraddizioni nel Pd tra Parlamento e territorio viterbese

di REDAZIONE-

VITERBO- Emergono chiare contraddizioni all’interno del Partito Democratico (Pd) riguardo alla questione del deposito nazionale di scorie nucleari, focalizzato su 21 siti viterbesi individuati da Sogin, l’ente incaricato del decommissioning delle centrali nucleari. Sebbene nessun comune nella zona voglia accogliere il deposito, l’Unione Europea impone la sua realizzazione.

Il governo Meloni ha proposto nel Decreto Legge Energia di aprire alle autocandidature per evitare decisioni impopolari, ma finora solo il comune di Trino in provincia di Vercelli ha manifestato interesse. Sogin, tuttavia, ha sollevato perplessità tecniche riguardo a Trino. Altri comuni hanno presentato autocandidature, portando il governo a prorogare i termini per la presentazione.

Nel Parlamento, il centrosinistra, compreso il Pd, si è opposto all’apertura delle autocandidature, difendendo la mappatura di Sogin e cercando di prioritizzarla. Questa posizione contrasta fortemente con quella del Pd viterbese, guidato da Enrico Panunzi, vicepresidente del Consiglio regionale, che ha dichiarato la necessità di impedire che il territorio accolga il deposito. La contraddizione all’interno del Pd è lampante, con Chiara Braga a Roma che sostiene la coerenza con le decisioni passate, mentre Panunzi nella Tuscia si oppone fermamente.

Il dibattito in commissione ambiente della Camera ha evidenziato la mancanza di una linea politica verticale nel Pd. Fontana del Movimento Cinque Stelle e Di Sanzo del Pd hanno ribadito le loro posizioni, ma gli ordini del giorno del centrosinistra non hanno ottenuto l’approvazione in aula. La discordia interna nel Pd rischia di influenzare la gestione del delicato tema del deposito di scorie nucleari.




Viterbo: parte il ricorso contro il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi

di REDAZIONE-

VITERBO- Il presidente della provincia, Alessandro Romoli, ha annunciato che la prossima settimana verrà avviato un ricorso contro il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. La dichiarazione è stata fatta durante un consiglio comunale straordinario convocato per discutere della situazione, considerando che nella zona sono stati individuati 21 siti idonei su un totale di 51.

La sindaca Chiara Frontini ha sottolineato l’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica, nonostante nessuna delle aree individuate si trovi nel capoluogo. Frontini ha evidenziato che il deposito temporaneo avrà un impatto duraturo di cento anni, con 95.000 metri cubi di scorie radioattive.

Il vicepresidente del consiglio regionale, Enrico Panunzi, ha ribadito l’opposizione unanime alla creazione dell’impianto. Ha sollevato dubbi riguardo ai criteri utilizzati da Sogin, l’ente gestore dei rifiuti nucleari, sottolineando che alcuni dettagli sono rimasti segretati fino al 2021.

Panunzi ha evidenziato che la soluzione non è nelle mani locali e ha proposto l’autocandidatura dei comuni o azioni coordinate attraverso ricorsi giurisdizionali, suggerendo una revisione dei 28 criteri adottati. Ha sollevato interrogativi riguardo all’aggiornamento delle cartografie e alla consultazione dei criteri con la comunità.

Il presidente della provincia, Romoli, ha menzionato l’indisponibilità a ospitare il deposito, basandosi su dati oggettivi, e ha annunciato l’avvio del ricorso nella prossima settimana. Sindaci di vari comuni interessati hanno espresso preoccupazioni e richieste d’audizione a Sogin per rappresentare le criticità nelle zone individuate.

Il consigliere regionale Daniele Sabatini ha sottolineato l’importanza dell’autocandidatura dei comuni, ritenendola un elemento cruciale per rispettare le vocazioni e le aspettative dei territori.

Il presidente della regione, Francesco Rocca, ha già dichiarato l’indisponibilità della regione a ulteriori servitù. Tuttavia, si sono riscontrati dialoghi in corso tra professionisti legati al settore e amministratori locali, sollevando preoccupazioni sulla potenziale influenza su tali decisioni.

La situazione rimane in evoluzione, con l’attenzione rivolta alle azioni che saranno intraprese nella prossima settimana contro il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.




Provincia di Viterbo: battaglia legale contro la scelta dei siti per le scorie nucleari

di REDAZIONE-

VITERBO- Il presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Romoli, ha annunciato con determinazione l’intenzione di promuovere un ricorso presso il Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) contro la carta dei siti idonei emanata da Sogin, l’azienda responsabile della gestione dei rifiuti nucleari in Italia. Questa mossa è stata confermata dopo il via libera ottenuto dai legali dell’ente di Palazzo Gentili.

Il ricorso della Provincia si concentrerà sulla Cnai, la carta nazionale delle aree idonee, che ha individuato ben 21 siti viterbesi destinati ad accogliere il deposito nazionale di scorie nucleari. Romoli ha sottolineato che il ricorso sarà supportato da una serie di azioni legali parallele. I comuni il cui territorio non è influenzato dalla scelta di Sogin interverranno nel ricorso della Provincia, mentre quelli già menzionati nella Cnai procederanno con un ricorso autonomo. Se tutti i comuni della Tuscia aderissero all’azione della Provincia, si potrebbero avviare una trentina di ricorsi, ai quali si aggiungerebbero quelli dei paesi inclusi nelle 21 aree individuate da Sogin.

Romoli ha concluso facendo riferimento a un elemento di novità emerso con l’autocandidatura di Trino Vercellese, un comune precedentemente escluso dalla Cnai nonostante ospiti già un impianto di smaltimento di scorie. Indipendentemente da questa dinamica, il presidente ha affermato che la Provincia persevererà nella sua battaglia contro la scelta dei siti proposti da Sogin.