Scuole, incontro all’Itis per la riapertura, Vincenzo Alessandro (Cisl): “I contagi saranno inevitabili, troppi problemi irrisolti”

di WANDA CHERUBINI –

VITERBO – Un inizio d’anno scolastico pieno di incognite e di rischi. In sostanza questo è emerso dall’incontro avvenuto questa mattina presso l’Itis di Viterbo con i dirigenti scolastici, tra cui quelli dell’Orioli, della Fantappiè, del liceo Buratti, del Meucci di Ronciglione e la Cisl scuola. Presente per la segretaria nazionale della Cisl scuola, Paola Serafin, che senza giri di parole ha detto come si prevedono contagi, anche se si sta lavorando per ridurre il rischio. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il reggente della Cisl scuola, Vincenzo Alessandro, che ha affermato: “La situazione è complicata. I contagi ci saranno perché come si sono contagiati andando in discoteca, i ragazzi si contageranno anche a scuola, ma il problema è che gli studenti non vivono nel deserto, ma in famiglia e, quindi, potrebbero poi contagiare i familiari, con rischio per quelli con patologie. Ma l’assessore regionale Berardino ad oggi vuole riaprire le scuole il 14

Vincenzo Alessandro

settembre anche se la situazione è problematica. Secondo noi si poteva arrivare a questa data meno impreparati e almeno posticipare l’apertura delle scuole. Comunque, se ci saranno, come prevediamo, i contagi, sapremo con chi prendercela”.

Vincenzo Alessandro dà qualche indicazione poi sulla situazione del Viterbese: “Ci sono problemi di distanziamento, basti pensare che nel Lazio mancano, stando ai dati dell’ufficio scolastico regionale, almeno 900 aule. Inoltre, 300 mila nuovi banchi non arriveranno in tempo utile, dato che l’ultima tranche è prevista a fine ottobre. Ciò significa che non in tutte le scuole si potrà avere il distanziamento sociale, richiesto per il contenimento del Covid. Per non parlare poi delle problematiche dei docenti. Non sono riusciti a confermare le nomine in ruolo e ci sono errori nelle graduatorie provinciali per le supplenze. Sono farcite di errori! A Viterbo poi non cominceranno gli incarichi prima di lunedì, giorno stesso di apertura delle scuole, quindi, in ritardo. Su Roma la situazione è ancora peggiore con 154 mila domande presentate per le supplenze e con alcune scuole che si sono viste arrivare 12 mila domande da visionare in tre giorni. Per le scuole di Viterbo, il problema maggiore lo ha il Santa Rosa: ad oggi non ci sono le aule richieste dal dirigente scolastico. Poi vi sono altre scuole che non hanno il personale. L’Itis Da Vinci, come molti istituti superiori della regione Lazio, dovrà fare ricorso alla didattica a distanza, che noi contestiamo perché non può essere questa una soluzione permanente per il regolare svolgimento dell’attività didattica.  E’ una situazione, quindi, veramente complicata”.

 




Scuola riapertura, l’assessore Barbieri: “Siamo messi bene, dobbiamo solo risolvere il problema per due aule dell’Ellera”

di WANDA CHERUBINI-

VITERBO- La scuola sta per iniziare, ma gli studenti della Tuscia avranno gli spazi necessari per il distanziamento sociale imposto dal Covid? Per quanto riguarda gli istituti gestiti dal Comune, l’assessore comunale al patrimonio, Paolo Barbieri ci spiega: “Siamo messi abbastanza bene, tranne che per la scuola dell’Ellera, dove dove mancano due aule. Il problema è sorto perché gli alunni che ne avevano fatto richiesta risultavano una ventina, poi, invece, la dirigente ci ha detto che in tutto sono 27 e, quindi, con le disposizioni anti Covid, abbiamo dovuto effettuare un cambio di programma e cercare altra sistemazione. Siamo, comunque, in contatto con un istituto, l’Inps, che ci dovrebbe fornire altre due aule. Ho parlato con la dirigente e lei è disponibilissima, ma la gestione dell’Inps dipende da Roma, per questo siamo in attesa. Del resto, reperire nuovi spazi non è semplice, visto che dobbiamo tenere conto anche della distanza di questi rispetto alle scuole e poi gli spazi devono essere a norma. Se ci danno l’ok, siamo pronti e facciamo il contratto immediatamente per queste due aule. Per le altre scuole siamo messi bene e non ci sono problemi di spazi”.




La ripartenza delle scuole inizia dalla fornitura di banchi, Azzolina:”Se c’è il metro di distanza la mascherina al banco si può abbassare”

di REDAZIONE-

ROMA- “La ripartenza della scuola è un segno di rinascita per tutto il Paese: 2,4 milioni di banchi in un Paese che ne produceva 200 mila l’anno sono veramente tantissimi, è uno sforzo enorme. Essere accusati di ritardi è molto ingiusto: ne consegneremo 2,4 milioni in 2 mesi ed è un lavoro che andava fatto negli ultimi vent’anni, perché ci sono arredi molto vecchi”. Lo ha affermato la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, a “Agorà” su Rai 3. “A settembre la scuola primaria sarà quasi tutta coperta e a fine ottobre arriveranno tutti i 2,4 milioni di banchi: è un successo anche questo. Noi abbiamo chiesto ai dirigenti scolastici quale tipo di banchi desideravano: 2 milioni sono tradizionali, 450 mila circa sono quelli con le rotelle, ma esistono già da 10 anni nelle scuole”, Poi sulle mascherine la ministra ha specificato: “Abbiamo lavorato per trovare nuovi spazi e garantire il distanziamento di un metro. Se c’è il metro di distanziamento, e stiamo lavorando affinchè il 100% degli studenti si possa distanziare, al banco la mascherina si può abbassare e si deve utilizzare quando c’è movimento. Nelle situazioni statiche in cui si è distanziati, la mascherina si può abbassare. Siamo l’unico Stato che fornirà 11 milioni di mascherine al giorno a personale e studenti”.

 




Scuola, Panunzi (Pd): “Da Regione Lazio 10 milioni di euro per integrare il trasporto extraurbano”

ROMA- “10 milioni di euro per integrare il trasporto extraurbano alla riapertura delle scuole”. Lo afferma il consigliere regionale del Partito Democratico Enrico Panunzi. Le risorse sono state inserite nelle linee guida sul trasporto pubblico stilate dalla Regione Lazio, come ha fatto sapere l’assessore ai trasporti Mauro Alessandri in audizione nella commissione competente.

“In una situazione così complessa, la Regione Lazio sta lavorando per rispettare le ultime indicazioni del Mit, in materia di indice di riempimento dei mezzi – prosegue il vice presidente della X commissione -. I fondi consentiranno l’avvio del servizio integrativo dell’extraurbano al ritorno degli studenti delle superiori in classe, che sono circa 60mila. Già da giugno, quando era prevista una capienza massima dei mezzi al 60%, la Regione Lazio aveva costituito un tavolo di coordinamento per calibrare un’offerta che fosse adeguata alle esigenze, prevedendo diversi scenari. Alla luce delle recenti nuove disposizioni, che hanno portato la capienza massima all’80%, dal 14 settembre al 31 ottobre la Regione Lazio adotterà un proprio provvedimento di affidamento diretto per l’individuazione dei privati. Il servizio sarà svolto in “accodamento” a quello di Cotral. Ciò significa modulare corse aggiuntive a quelle scolastiche svolte dall’azienda, per trasportare circa un 15% di studenti che, altrimenti, non potrebbero salire sugli autobus. I privati saranno individuati in base alla loro prossimità territoriale, che terrà conto dell’organizzazione dei 16 ambiti di servizio di Cotral. Questo primo periodo sarà considerato come fase sperimentale, per apportare degli aggiustamenti in itinere per le criticità e permettere a Cotral di procedere, dall’1 novembre, poi al sub-affidamento, che dovrebbe durare sino alla fine dell’anno scolastico. Ringrazio, per quello che stanno facendo, l’assessore Alessandri e la presidente di Cotral Amalia Colaceci”.




Fnopi, riapertura delle scuole in Europa: ecco perché puntare sull’infermiere scolastico

ROMA-  ECDC (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) e Istituto superiore di Sanità parlano chiaro per la riapertura delle scuole. Il primo ponendo tra gli organici degli istituti per il controllo sanitario l’infermiere scolastico, figura già istituita per legge in Spagna, diffusa regolarmente negli Stati Uniti e comune a molti altri paesi europei.

Il secondo prevedendo che, ferme restando le competenze di diagnosi e cura dei medici, sia identificato un referente scolastico per il Covid-19 adeguatamente formato, che tenga un registro degli eventuali contatti tra alunni e/o personale di classi diverse, richieda la collaborazione dei genitori per misurare ogni giorno la temperatura del bambino e segnali eventuali assenze per motivi di salute riconducibili al Covid-19.

E lo identifica dal punto di vista della salute anche tra assistenti sanitari, infermieri, medici presenti nei dipartimenti di prevenzione con il compito, in collegamento funzionale con i medici curanti degli alunni, di supportare la scuola e i medici curanti per le attività del protocollo per l’assistenza a scuola. Il referente farà da riferimento per un contatto diretto con il dirigente scolastico o un suo incaricato (referente scolastico per COVID19) e con il medico che ha in carico il paziente.

Ciò che in Europa fanno, appunto gli infermieri.

“Domani – spiega Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) – il ministro della Salute Roberto Speranza parteciperà a una Conferenza internazionale promossa dall’Oms Europa che ha all’ordine del giorno proprio la riapertura delle scuole. L’obiettivo è dare indicazioni su procedure che potranno essere condivise, al di là delle differenti situazioni dei Paesi dell’Unione. In questo ambito valgono le considerazioni dell’ECDC e il modello disegnato dall’ISS. E la nostra Federazione assicura la massima collaborazione alle istituzioni per consentire una riapertura in sicurezza delle scuole”.

La proposta della FNOPI è dotare ogni istituzione scolastica (la sede principale della scuola: in Italia sono poco meno di 9mila e raccolgono i circa 57mila istituti di istruzione statali e parificati del Paese) di un infermiere scolastico con un ruolo proattivo rispetto alla salute degli alunni. Un infermiere che di fatto c’è già: è l’infermiere di famiglia e comunità.

In sostanza l’infermiere scolastico, in questa veste, sarà presente nei plessi e potrà agire proattivamente e non solo su chiamata per verificare la corretta applicazione delle misure anti-COVID, ma anche la salute e i bisogni assistenziali degli alunni (e del personale docente) non-COVID (in Italia ci sono circa 246mila alunni con disabilità che necessitano di assistenza), allertando e attivando in caso di necessità il medico del dipartimento di prevenzione a cui il plesso scolastico fa riferimento.

La funzione dell’infermiere scolastico così organizzato non è un nuovo ruolo da inserire, ma una componente di quello dell’infermiere di famiglia e comunità introdotto dal Patto per la Salute e dal decreto Rilancio, proprio per la caratteristica di “comunità” delle scuole. Oltre all’assistenza, coordina e supervisiona le persone che fanno parte della rete assistenziale della comunità, opera in sinergia con le organizzazioni, i Mmg e gli altri professionisti, collabora con il medico di medicina generale, con i professionisti di servizi socioassistenziali e il volontariato, progetta e attiva iniziative di promozione della salute, applica strategie e metodi educativi a gruppi di persone, per il miglioramento di abitudini e stili di vita e per il self-management.

“L’infermiere scolastico – aggiunge Mangiacavalli – promuove la salute: aiuta gli individui ad avere i mezzi e le conoscenze per un maggior controllo sul loro livello di salute. Avere un professionista infermiere a scuola garantisce il rispetto dei diritti di tutela alla salute e diritto allo studio; trasmette una maggiore sicurezza ai genitori che vedono preso in carico globalmente il proprio figlio e si riduce l’assenteismo dovuto alla somministrazione delle terapie”

“Secondo l’ American Academy of Pediatrics – aggiunge – gli infermieri scolastici moderni, valutano i problemi di salute, assistono gli studenti con speciali esigenze di assistenza sanitaria, partecipano alla gestione delle emergenze e delle situazioni urgenti, gestiscono lo screening sanitario, l’immunizzazione e la segnalazione di malattie infettive, identificano e gestiscono i bisogni di assistenza sanitaria cronica”.
“Inoltre, gli infermieri scolastici – conclude Mangiacavalli – sono i principali operatori sanitari per gli studenti che vivono in aree rurali e disagiate a cui manca l’accesso all’assistenza sanitaria e svolgono un ruolo fondamentale nella comunità per identificare bisogni sanitari insoddisfatti e favorire la relazione tra salute e istruzione”.

 




Roma, Bonafoni-Martone: “Migliore risposta ai vandali nelle scuole è l’investimento sulle periferie”

ROMA – “Gli atti vandalici avvenuti nelle scorse ore ai danni delle scuole Collodi e Perlasca in XI municipio non ci sorprendono.
Quando in un quartiere le istituzioni smantellano le piazze e i luoghi di ritrovo pubblici come accaduto a piazza Cicetti, quando non  mettono risorse per organizzare eventi di nessun tipo né per animare i territori, e non danno nessun’altra alternativa alla strada, peraltro abbandonandola anche alla sporcizia e alla scarsa manutenzione, i risultati non possono essere che questi.

Peraltro in quel quadrante di municipio non  ci sono né un pub né una birreria, dunque la sere d’estate l’unica alternativa resta la somministrazione e il consumo di alcolici e superalcolici sul marciapiede. E neppure le tanto invocate telecamere sono d’aiuto,
acquistate con un bando pubblico e mai azionate per ridicoli intoppi burocratici.
Bisogna ricominciare tutto da capo, bisogna mettere fondi sulle periferie, portare eventi, aprire spazi di coinvolgimento, esempi positivi.
Occorre presidiare questi quartieri non solo con più vigili, ma con la luce della cultura, del welfare e della sinergia con le migliori realtà municipali”.
E’ quanto dichiarano in una nota Marta Bonafoni, consigliera regionale Capogruppo della Lista civica Zingaretti presidente dell’associazione Pop e Gianluca Martone, ex consigliere municipale e referente Pop in XI municipio.



Coronavirus e scuole, ancora nessun accordo tra Governo e regioni

di Redazione –

ROMA – Settembre si avvicina, ma è ancora polemica sulla riapertura delle scuole. Oggi si è tenuto un nuovo vertice sulla ripartenza della scuola, tra Governo e regioni, ma nessun accordo definitivo è stato trovato, in particolare nessuna intesa trovata sul problema del distanziamento sui mezzi pubblici. Si è, quindi, deciso di riunirsi il prossimo venerdì. Il commissario Arcuri ha riferito che partirà proprio questo venerdì la distribuzione dei nuovi banchi singoli alle scuole, mentre da oggi inizia la distribuzione di mascherine e gel igienizzante. 




Scuole di Cura e Vetralla, il Miur stanzia 70mila euro per interventi ed arredi

VETRALLA ( Viterbo) – Riceviamo dall’amministrazione comunale di Vetralla e pubblichiamo: “Questa Amministrazione sempre attenta alle opportunità per ottenere risorse e finanziamenti governativi e regionali, si è accreditata sulla piattaforma, ha fatto correttamente la domanda ed è stata ammessa al finanziamento dal MIUR nella prima finestra possibile per l’importo complessivo di 70.000 euro, calcolati sulla base della popolazione scolastica delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado.

Il finanziamento ottenuto definito ‘Pon edilizia leggera’ è finalizzato all’adeguamento delle strutture per l’emergenza Covid e all’acquisto di nuovi arredi e attrezzature. Poichè è necessario che gli interventi si concludano in tempi brevi affinchè le nostre scuole siano pronte ad accogliere i ragazzi alla riapertura, il 29 giugno si è svolto un primo incontro al quale hanno partecipato i funzionari comunali della pubblica istruzione e dei lavori pubblici e i dirigenti scolastici Deborah Puntel e Roberto Santoni per concordare gli interventi necessari.
Inoltre gli istituti hanno trasmesso gli elenchi degli arredi e delle attrezzature utili a ricominciare in sicurezza.
Con un confronto utile e costruttivo sono stati definiti i lavori da eseguire per il miglioramento della sicurezza e della fruibilità degli ambienti scolastici.
Con delibera n. 147 del 29 luglio 2020 la Giunta Comunale ha approvato il progetto dei lavori da eseguire per un totale di euro 35.505,10. Il rimanente finanziamento verrà utilizzato per l’acquisto degli arredi e delle attrezzature sulla base delle richieste formulate dagli istituti scolastici cittadini”.

 




Salute nelle scuole: infermieri pronti come sempre a fare la loro parte

Garantire la salute nelle scuole fa parte delle caratteristiche proprie della professione infermieristica: professionisti laureati, formati ad hoc, esperti di comunicazione ed educazione sanitaria e anche dipendenti già delle strutture sanitarie.

“Tutta la comunità infermieristica, come sempre, vuole mettersi a disposizione del Paese per la garanzia di due diritti importantissimi: quelli all’Istruzione e alla Salute. Vogliamo essere al fianco degli studenti e delle loro famiglie, ai docenti e più in generale alle scuole. Possiamo e vogliamo dare il nostro contributo per garantire una riapertura delle scuole nel massimo della sicurezza per la salute dei ragazzi. E il nostro contributo alla scuola vuole andare anche oltre l’emergenza Covid. Ci sono infatti tutte quelle condizioni di fragilità nei confronti delle quali la nostra professione può certamente offrire risposte concrete – ha dichiarato Barbara Mangiacavalli Presidente FNOPI. “

Per questo il decreto Rilancio ha introdotto nel Ssn la figura dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità, e nella comunità la scuola riveste un ruolo centrale.

Una soluzione a portata di mano che Va semplicemente colta e valorizzata. Un attore del “rilancio” del Paese per volontà stessa delle Regioni, Governo e del Parlamento.

La scuola è una delle situazioni che attualmente presentano maggiore fragilità e non solo nel caso della pandemia. Attualmente infatti si procede cercando di coinvolgere insegnanti e parenti in un compito di assistenza prettamente sanitario, che necessita di una presenza costante che l’infermiere di comunità, per sua natura, può garantire. E che garantirebbe la necessaria multidisciplinarità essendo in grado, se necessario, di attivare e coinvolgere altri professionisti in base alle eventuali, reali necessità degli alunni.

La popolazione dei bambini di età 0-18 anni è pari a circa il 18% della popolazione totale e, nonostante il decremento progressivo delle nascite, sono numerosi i nuovi problemi di salute e di educazione sanitaria dei bambini e delle famiglie che richiedono attenzione con risposte appropriate e uniformi sul territorio nazionale. Va garantita la migliore qualità delle cure, sicurezza negli interventi nonché risposte assistenziali efficaci.

Come già gli infermieri fanno in alcuni casi: sono ormai circa due anni che è stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra FNOPI e Federazione Diabete Giovanile per l’assistenza ai bambini diabetici nelle scuole. Un’assistenza sia dal punto di vista clinico secondo i bisogni legati a questa patologia, che educativo perché i piccoli non siano condizionati nel loro stile di vita.

“Appare utile prevedere nella riorganizzazione dell’assistenza sul territorio – aggiunge Mangiacavalli – in previsione anche di una maggior impulso alle attività di prevenzione, educazione sanitarie e sostegno ai bisogni della popolazione in tutte le fasce di età, una figura di “infermiere scolastico” che può anche essere un infermiere pediatrico, figura questa che si occupa dei bisogni di salute dei bambini di età compresa tra 0 e 18 anni, soprattutto in ambito ospedaliero, mentre è poco presente sul territorio, dove invece darebbe sicuramente seguito nel migliore dei modi alla necessità di assistenza e di implementazione dei determinanti di salute”.

La presa in carico degli assistiti, territoriale e ospedaliera, deve prevedere un modello che si caratterizzi per la capacità di porre la persona al centro, puntando all’integrazione e alla personalizzazione dell’assistenza.

“L’organizzazione di un tale modello – prosegue – richiede l’attivazione di team che includano vari professionisti, ognuno con il proprio ruolo all’interno di un percorso integrato, in grado di prendere in carico la persona. Secondo le esperienze regionali un sistema di questo tipo potrebbe anche garantire iniziative di prevenzione, educazione e promozione della salute e dei corretti stili di vita per incidere precocemente sui determinanti di salute, per ridurre sia l’incidenza delle malattie croniche, sia la progressione della malattia già esistente, attraverso l’impegno di tutti i professionisti coinvolti”.

“Lavorare su questi aspetti – spiega la presidente FNOPI – è compito di tutti i settori della società e richiede il coinvolgimento attivo della popolazione. Per rendere efficace il trasferimento delle informazioni è necessario l’impegno continuo, personale e sociale verso l’obiettivo salute. Vi è la necessità di creare un circuito sinergico fra norme, risorse, istituzioni e servizi da una parte ed abitudini e stili di vita dall’ altra, evitando il rischio della scissione concettuale ed operativa fra il sistema dei servizi e il suo ambiente: la popolazione di riferimento.

L’Infermiere di famiglia e di comunità già c’è ed è qui anche per questo e la nostra Federazione è pronta al confronto con le istituzioni per normare e organizzare con la massima urgenza legata alle necessità della Scuola questo tipo di assistenza.

Proprio per questo – conclude – abbiamo inviato una lettera aperta ai ministri competenti, alle Regioni e alle commissioni parlamentari, per metterci a disposizione del Paese”.




Scuole di Vitorchiano, si avvia a conclusione l’efficientamento energetico

VITORCHIANO ( Viterbo) – Sono entrati nelle fasi finali i lavori di efficientamento energetico dell’edificio scolastico di Via Manzoni a Vitorchiano. In questi giorni di fine luglio, dopo aver terminato la posa del cappotto termico, sono in corso le ultime attività di tinteggiatura e il completamento delle finiture sui bordi delle finestre, i cui infissi sono stati anch’essi recentemente sostituiti.

L’obiettivo – ricorda l’assessore ai lavori pubblici Federico Crucianiè rendere, passo dopo passo, le scuole di Vitorchiano sempre più belle, confortevoli, fruibili, sicure e rispettose dell’ambiente. Azioni, queste ultime, che fanno seguito al primo step dei lavori di efficientamento energetico dell’immobile scolastico con cui si è già proceduto al completo rifacimento delle guaine per l’impermeabilizzazione delle coperture, contestualmente alla posa di materiali termoisolanti, all’installazione di lampade Led a bassissimo consumo e di un impianto fotovoltaico“.

Attività complementari – aggiunge il sindaco Ruggero Grassottia quelle recentemente eseguite anche nell’area esterna con la posa del materiale antishock e antiscivolo, che ha preso finalmente il posto della vecchia ghiaia, mantenendo un preciso impegno preso con la scuola e le famiglie”.

“Lavori in corso anche alla scuola dell’infanzia – prosegue Cruciani – dove, dopo l’approvazione della variante progettuale, gli stessi potranno finalmente entrare nelle ultime fasi. Interventi che hanno già riguardato sia gli interni che le aree esterne (parcheggi inclusi); lavori che i piccoli utenti, le loro famiglie e il corpo docente hanno già potuto vivere e apprezzare e che presto verranno integrati e completati con le ultime attività, in particolare sugli esterni, per poter fruire in pieno anche del nuovo parco giochi realizzato nei mesi scorsi”.

Inoltre proprio in questi giorni – prosegue Grassotti – si stanno svolgendo ulteriori sopralluoghi presso gli immobili scolastici per definire al meglio i prossimi necessari interventi urgenti per garantire il rispetto di quanto stabilito a livello governativo per il contrasto e contenimento della diffusione del Covid-19 negli ambienti educativi,  così da poter affrontare al meglio il prossimo anno scolastico 2020-21”.

Va ricordato, infatti che per eseguire tali attività il Comune di Vitorchiano è risultato beneficiario di specifici fondi per la scuola e gli ambienti di apprendimento, risorse utili per adeguare e migliorare gli ambienti scolastici del territorio. “Ulteriori segnali di attenzione da parte dell’amministrazione comunale – conclude il primo cittadino – nei confronti dei ragazzi e della scuola nonché verso tutte le tematiche fondamentali come quelle relative al risparmio energetico e la tutela dell’ambiente”.

 




Fondi strutturali europei Pon, 70mila euro per le scuole di Tarquinia

TARQUINIA ( Viterbo) – Pubblicata la graduatoria del Miur che assegna al comune di Tarquinia 70 mila euro per “Adeguamento e adattamento funzionale degli spazi e delle aule didattiche in conseguenza dell’emergenza sanitaria covid-19 , 2’ edizione”.

Il Comune di Tarquinia ha ricevuto un contributo di 70.000,00 euro nell’ambito del programma Operativo Nazionale “Per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020.

Questi fondi hanno visto 2 fasi di accreditamento, uno scaduto il 24 giugno scorso e l’altro il 10 luglio.
Il Comune di Tarquinia si è inscritto nella seconda fase, al fine di poter ottemperare a tutte le nuove procedure di accreditamento.
70mila euro per organizzare al meglio la riapertura con le indicazioni legate alle normative anti-covid che faranno da regolamento per il nuovo anno scolastico.

Si tratta di stanziamenti per l’edilizia cosiddetta leggera.
L’amministrazione e le dirigenti da giorni sono alle prese con il distanziamento fisico che rimane un punto di primaria importanza delle azioni di prevenzione.
Questo finanziamento servirà, quindi, ad avviare i lavori richiesti dai presidi o comunque per gli adattamenti dei locali scolastici ai fini del distanziamento degli studenti.

Non ci piace rispondere alle accuse soprattutto quando provengono da chi non ha nemmeno letto e capito che per la stessa misura c’erano più scadenze; ci piace lavorare ogni giorno per portare avanti gli obiettivi che ci siamo prefissati, obiettivi che possano portare benefici a tutta la comunità.

Amministrazione comunale e scolastica sono a lavoro per far partire in sicurezza le lezioni a settembre, creando spazi funzionali non solo capaci di rispondere all’emergenza ma soprattutto che siano un investimento sul lungo periodo e che possano durare nel tempo, ben oltre l’immediata necessità.




Scuole, la giunta regionale ha varato il calendario scolastico

di Redazione –

La giunta regionale del Lazio ha varato il calendario scolastico 2020-2021. Si parte lunedì 14 settembre, mentre si chiuderà martedì 8 giugno.

Le festività natalizie inizieranno mercoledì 23 dicembre e termineranno  mercoledì 6 gennaio, mentre quelle di Pasqua inizieranno da giovedì primo aprile a martedì 6 aprile.

Le altre festività sono quelle del primo novembre, anche se quest’anno cade di domenica,  l’8 dicembre, il 25 aprile, il primo maggio , il 2 giugno. Previsti il ponte di lunedì 7 dicembre, lunedì 31 maggio e martedì primo giugno.

“Anche la scuola deve ripartire e il nostro paese deve ripartire proprio dalla scuola, indispensabile per il suo sviluppo e la sua crescita – spiega l’assessore regionale a Lavoro, Scuola e Formazione Claudio Di Berardino – Garantire il diritto allo studio è alla base di ogni democrazia, ma dopo l’emergenza sanitaria di questi mesi ciò che dobbiamo assicurare, a studenti e insegnanti, è anche il diritto di vivere in un posto sicuro a tutela di tutti”.




Scuole e Coronavirus, si torna a scuola il 14 settembre, Conte: “La riapertura sarà in massima sicurezza”

di WANDA CHERUBINI –

ROMA – Conferenza stampa del premier Giuseppe Conte e del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina sul rientro in classe a settembre, con la presentazione del piano di rilancio della scuola.

“Il 14 settembre i nostri ragazzi e le nostre ragazze dovranno tornare in massima sicurezza – ha assicurato Conte, che ha evidenziato come al riguardo il Governo ha investito e continuerà ad investire di più. “Chiudere le scuole è stata una decisione sofferta, la didattica a distanza è stata una necessità. Siamo intervenuti subito ed abbiamo stanziato risorse per tablet, pc e connessioni ad internet, Ma ci rendiamo conto che non eravamo preparati per affrontare una didattica a distanza con la massima efficacia ed efficienza. Siamo consapevoli anche degli sforzi fatti dalle famiglie anche dal punto di vista organizzativo. Ma la scuola è al centro dei nostri pensieri, continueremo ad investirci sempre più. Già nel decreto rilancio abbiamo stanziato 1 miliardo per la ripartenza e 230 milioni sono stati assegnati ai dirigenti scolastici per interventi di manutenzione e 330 milioni di euro ai rappresentanti degli enti locali per procedere con deroga ai vincoli per interventi di edilizia leggera. Da gennaio abbiamo stanziato 1 miliardo e 900 milioni per l’edilizia scolastica, sbloccati in buona parte. Abbiamo un ulteriore miliardo che stanziamo per nuovi investimenti che ci dovrà consentire di ripartire a settembre in piena sicurezza con una scuola più moderna e più sicura. Nel piano di rilancio e del recovery found un importante capitolo sarà dedicato proprio agli interventi sulla scuola. Vogliamo contrastare la povertà educativa, la dispersione scolastica, migliorare la formazione e investire in competenze digitali – ha aggiunto Conte, che ha evidenziato la necessità di realizzare classi meno sovraffollate. “Le classi pollaio non ci piacciono affatto” – ha sottolineato. Il premier ha evidenziato anche l’importanza dei percorsi professionalizzanti per i ragazzi per immetterli meglio nel mondo del lavoro spendendo già una professionalità acquisita nel corso degli studi scolastici.  “Siamo molto ambiziosi sulla scuola. E’ una sfida che dobbiamo vincere insieme”.

La ministra Azzolina ha quindi presentato le linee guida sulla scuola: “Il 17 giugno abbiamo riaperto le scuole grazie agli esami di Stato ed abbiamo riportato 500 mila studenti a scuola. Ho visto l’emozione dei docenti e degli studenti. Non è stato facile. Abbiamo fatto gli esami in presenza. Adesso dobbiamo pensare a portare tutti i ragazzi in classe in sicurezza a settembre. Dal 14 settembre riaprirà per tutti quanti. Come saranno le scuole a settembre? Le scuole dovranno essere pulite, investito milioni di euro per comprare prodotti igienizzanti. Dobbiamo mantenere quel metro di distanziamento, evitando gli assembramenti e faremo ingressi scaglionati con formazione del personale scolastico. Faremo comunicazione per le famiglie e gli studenti in un’ottica di comportamenti responsabili e di prevenzione. La scuola ha bisogno di spazi. Se parliamo di un metro di distanziamento abbiamo bisogno di più spazi. Abbiamo così creato un software per sapere quanti metri quadrati ha ogni singola classe. Siamo oggi al 66% dei dati. Sulla base di questi dati ad oggi ho circa il 15% di studenti che devono portare fuori dagli istituti scolastici. Stiamo digitalizzando il più possibile le scuole.  Come operiamo per portare fuori gli studenti? Lavoriamo sugli edifici che ci sono, facciamo lavori di edilizia scolastica leggera. Se non dovessero bastare abbiamo ripreso i 3 mila edifici scolastici dismessi a causa del dimensionamento scolastico. Ma non basta solo quello. La scuola deve riaprire anche in un’otica di scuola nuova, più inclusiva. Fare scuola anche fuori, portiamo i nostri studenti anche nelle biblioteche, nei cinema e nei teatri. Portare anche al parco i bimbi più piccoli quando il tempo ce lo consente. Abbiamo bisogno anche di più organico . Con i soldi che abbiamo avuto fino ad adesso possiamo assumere fino a 50 mila persone a tempo determinato tra docenti e personale Ata rispetto all’organico che avevamo e che non abbiamo tagliato. Assumeremo questa estate poi a tempo indeterminato sia  il personale docente che non docente. Un migliaio sono i posti dati a concorso. A luglio, inoltre, avremo tra gli 80 ai 100 euro in più negli stipendi del personale docente italiano. E questo è il minimo che si può dare loro. Ma la scuola che sogno io è anche una

scuola moderna. Basta vedere la scuola di 50 anni fa uguale a quella di oggi. Servono scuole innovative. Parliamo poi di flessibilità degli orari, che non significa doppi turni, né sdoppiamento delle classi. Ma se dovessero esserci classi molto numerose, come ci sono, allora dovremo intervenire. Un docente con tutta la buona volontà con 30 ragazzi non ce la fa e questo crea dispersione scolastica.  Le soluzioni sono diverse ed abbracciano un Paese tanto diverso per le scuole. Sono tutte misure strutturali. Serve ovviamente la collaborazione di tutti perché la scuola riguarda esattamente tutti. Dal 1  luglio inizierò a girare regione per regione, scuola per scuola, lo farò con amore, con passione ed andremo a monitorare ed aiutare gli uffici scolastici per fare sì che a settembre la scuola riparta senza problemi. E’ un lavoro impegnativo, è una sfida”.

 




Fase3: M5S Lazio, Subito Consiglio straordinario su riapertura scuole

ROMA – “Subito la convocazione di un consiglio regionale straordinario sugli interventi di edilizia scolastica e le misure da adottare per l’anno scolastico 2019-2020 e garantire così la riapertura delle scuole del Lazio in totale sicurezza a fronte dell’emergenza coronavirus e delle criticità pregresse, come quelle evidenziate nel report Censis 2018 in base al quale il Lazio risulta essere la prima regione in Italia per scuole non conformi alla normativa con oltre il 70% degli istituti scolastici privi dei certificati di agibilità e di prevenzione incendi”. Questa, in sintesi, la richiesta di una lettera al presidente del Consiglio regionale del Lazio, Mario Buschini, firmata dai consiglieri regionali M5S del Lazio insieme con gli esponenti delle altre forze politiche. “Non possiamo permetterci che i nostri figli per il prossimo anno scolastico tornino tra i banchi di scuola in condizioni ancora più precarie di quelle prima del lockdown fronteggiando, oltre ai disagi dell’emergenza coronavirus, anche quelli strutturali legati alla sicurezza degli edifici scolastici – dichiara Roberta Lombardi, capogruppo M5S in Regione Lazio e prima firmataria delle missiva – Da mamma di due bimbi piccoli, ho vissuto direttamente fino a qualche giorno fa i disagi di varia natura legati alla didattica a distanza insieme con l’ansia del futuro perché non si sa ancora se e in quali condizioni vedrò tornare i miei figli a scuola. Di sicuro questa pandemia globale ci costringe a non poter più girare la faccia dall’altra parte davanti a quelle difficoltà preesistenti che vanno a sommarsi a quelle straordinarie e del tutto inaspettate che ci hanno travolto come genitori e come cittadini nelle Istituzioni”.
“Mi auguro che la seduta straordinaria del Consiglio regionale sulla riapertura delle scuole sia l’occasione per far sì che si arrivi preparati all’inizio del prossimo anno scolastico, con la consapevolezza delle criticità peculiari dei vari territori del Lazio”, conclude Lombardi.

 




Circolo della Conoscenza di Rifondazione Comunista, Viterbo: “La Scuola / le scuole: il problema non può essere rimandato a settembre!”

VITERBO –  Riceviamo dal Circolo della Conoscenza del PRC, Piero Arcangeli e pubblichiamo: “Il Circolo della Conoscenza di Rifondazione Comunista concorda con la sostanza della piattaforma presentata dai sindacati della Scuola, all’incontro del 7 maggio scorso con la ministra Azzolina.
Le richieste in essa contenute sono infatti molto vicine a ciò che sosteniamo da tempo e rese più
evidenti ed urgenti dalla pandemia, della quale non siamo ancora in grado di prevedere gli sviluppi.
A partire dalla drastica riduzione del numero degli alunni per classe, che noi però abbiamo messo
concretamente in relazione alla dimensione delle aule, come già prevede la legge, che regola gli
spazi destinati ad ogni alunno e che noi riteniamo debbano essere quanto meno raddoppiati. Questo
garantirebbe ambienti salubri e una maggiore cura da parte dei docenti nei confronti di un numero
minore di alunni e alunne.
L’incontro, anche se le dichiarazioni dei sindacati sono molto prudenti nella valutazione, ha segnato
una distanza siderale tra la richiesta dei dodici miliardi, per garantire spazi e personale adeguati, e
un miliardo e mezzo scarso sbandierato dal governo come grande impegno per la Scuola.
Sul fronte della stabilizzazione, il governo prevede 16.000 nuove assunzioni a fronte delle 40.000
richieste dai sindacati, mentre a fine giugno scadranno i contratti di 150.000 precari, che in gran
parte hanno occupato posti vacanti.
In particolare la Flcgil (la Fed. dei lavoratori della conoscenza della Cgil), per bocca del segretario
Sinopoli, insiste giustamente sul superamento – alla ripresa dell’anno scolastico – della ‘didattica a distanza’. La didattica in presenza, unica modalità praticabile e dignitosa di relazione fra docenti e discenti, in una prima fase – a garanzia della sicurezza – richiederebbe anche delle turnazioni, con un consistente aumento del personale; mentre in una fase successiva, ma da avviare da subito, richiede l’attuazione di un piano di edilizia scolastica, di messa a norma degli spazi esistenti e di creazione di nuove ed adeguate strutture scolastiche, per superare definitivamente la fase di emergenza.
I timidi provvedimenti del governo, che rischiano di far riaprire a settembre le scuole nel caos, non
segnano certo l’inversione di tendenza delle politiche che hanno portato ai gravi problemi che si evidenziano oggi in tutta la loro pesantezza, cui si aggiunge l’ulteriore svilimento del lavoro docente, prodotto dalla didattica ‘in remoto’.
Venendo al nostro territorio, il Circolo della Conoscenza chiede con urgenza al Sindaco di Viterbo e ai Sindaci dei Comuni della Tuscia di rendere pubblici i piani approntati o quelli allo studio, nella prospettiva ravvicinata di una ‘normale’ riapertura delle scuole primarie, dell’infanzia e dei ‘nidi’. E la stessa domanda rivolgiamo al Presidente della Provincia, cui compete la responsabilità delle sedi delle scuole superiori.
Nei giorni scorsi si sono svolte assemblee on line del personale in tutta Italia, in cui le lavoratrici e i lavoratori della Scuola sono stati chiamati a pronunciarsi sulla trattativa e sulle eventuali azioni da intraprendere: la sola partecipazione a queste assemblee è stato un segnale importante, per come e quanto la pandemia abbia svelato le contraddizioni di un sistema ormai regressivo per la gran parte della popolazione.
Nessun settore della società allude al futuro come quello dell’istruzione e ciò che si vede al momento non è un buon futuro”.




Save the children e Coronavirus: “1 bambino su 10 non segue mai le lezioni a distanza”

Secondo dati diffusi da Save The Children, nel rapporto “Riscriviamo il Futuro”,  “quasi 1 genitore su 7” tra quelli in condizioni socio-economiche più fragili, pari al 14,8%, ha perso il lavoro per via dell’emergenza Covid-19, oltre la metà lo ha perso temporaneamente. Un milione di bambini in più sarebbe a rischio povertà. “Circa 1 minore su 5″ inoltre ha più difficoltà a fare i compiti rispetto al passato e, tra i bambini quasi 1 su 10” non segue mai le lezioni a distanza.

Il rapporto evidenzia questi dati nel sondaggio “L’infanzia in isolamento”, realizzato dal 22 al 27 aprile on line, per Save the Children dall’istituto di ricerca 40 dB su un campione di oltre 1.000 bambini e ragazzi tra gli 8 e i 17 anni e i loro genitori, che include un 39,9% del totale che si trova in condizioni precarie economicamente anche a causa della crisi dovuta al coronavirus.

Dall’indagine emerge, inoltre, che più di 6 genitori su 10 stanno facendo i conti con una riduzione temporanea dello stipendio. Si tratta di genitori che, nel 44% dei casi, sono preoccupati di non poter tornare al lavoro o cercarne uno perché i figli non vanno a scuola e non saprebbero a chi lasciarli.  Sempre dalla ricerca risulta che “circa 1 genitore su 20” ha paura che i figli debbano ripetere l’anno, nonostante le disposizioni ministeriali lo vietino, o che possano lasciare la scuola. Quasi la metà delle famiglie con maggiori fragilità (45,2%) vorrebbe “le scuole aperte tutto il giorno con attività extrascolastiche e supporto alle famiglie in difficoltà”, opzione che comunque è gradita dal 39,1% dei genitori intervistati. Mentre sei genitori su dieci (60,3%) ritengono che i propri figli avranno bisogno di supporto quando torneranno a scuola vista la perdita di apprendimento degli ultimi mesi.




Coronavirus e scuola, ingresso ogni 15 minuti e banchi distanziati

di REDAZIONE –

VITERBO – A settembre si torna sui banchi di scuola, ma come? Niente più calca all’ingresso, si entrerà ogni 15 minuti Le nuove norme anti Covid-19 impongono che le lezioni si svolgeranno su banchi distanziati e si potrà entrare a scuola con ingressi divisiper orari e portoni. Ci saranno anche nei corridoi dei percorsi appositi per incontrarsi il meno possibile o non incontrarsi affatto. Ed ancora: termo scanner all’ingresso, disinfettante per le mani, mascherina e classi contingentate. Questo al momento quello che prevede il testo del decreto, che dovrà essere perfezionato con le richieste delle scuole.




Scuola: popolari Pd, servono fondi e coraggio Azzolina riveda posizioni e si confronti con Camere

ROMA-  Riceviamo da Luisa Ciambella, capogruppo Pd al consiglio comunale: “Le proposte del Ministro Azzolina ci auguriamo possano essere profondamente rivisitate nel confronto con la maggioranza e il Parlamento per entrare in sintonia con le famiglie e il Paese reale. Smembramento delle classi senza valutarne fino in fondo le ricadute per i nuclei familiari, docenti richiamati a sostenere per l’ennesima volta l’educazione e la formazione dei nostri figli in un orizzonte temporale piu’ che precario consegnato a modalita’ concorsuali che aggraveranno la ripresa dell’anno scolastico al di la’ dei proclami, il relegare la scuola dell’infanzia ad asilo senza una progettualita’ che lo ponga nel giusto rilievo nel ciclo educativo 0-6 anni dimostra che non siamo sulla strada giusta. Insomma l’emergenza non puo’ offuscare la qualita’ del nostro sistema scolastico. Senza parlare che manca totalmente il coinvolgimento delle Regioni e delle autonomie locali per affrontare il tema degli spazi e dei supporti telematici. Ministro Azzolina, ci vuole piu’ coraggio e piu’ fondi perche’ per uscire dall’emergenza bisogna costruire il futuro, senza la nostra scuola e senza una scuola all’altezza al servizio dei nostri giovani siamo condannati alla regressione”. Lo dichiarano in una nota, Luisa Ciambella e Mariano Angelucci membri dell?assemblea nazionale del Partito Democratico, e’ vicini all’ex ministro dell’istruzione Beppe Fioroni”.