Solidarietà cittadina a Roma per dire “No” alla autonomia differenziata

ROMA – Riceviamo e pubblichiamo: “Una delegazione dell’associazione “Solidarietà Cittadina”, composta dalle insegnanti Rossella De Paola e Rosalinda Bucciarelli, parteciperà Domenica 29 gennaio 2023, dalle 10 alle 16.30, nell’aula magna del Liceo classico “Tasso” di Roma, all’assemblea nazionale del “Tavolo No Autonomia Differenziata”, di cui l’associazione viterbese fa parte.

I relatori, Gaetano Azzariti, costituzionalista; Adriano Giannola, presidente della Svimez; Paolo Liberati, ordinario di Scienze delle Finanze presso l’università degli Studi Roma3; rendiconteranno rispetto al DDL Calderoli, che i media hanno già ribattezzato come “spacca Italia”.

È lo stesso Calderoli che fu l’artefice del celebre “porcellum”, come ebbe a nominare la sua legge elettorale, che tanti danni ha fatto al Paese e che fu, poi, dichiarata incostituzionale. Dopo questi illustri precedenti, il Ministro ora si adopera per un progetto di legge che snatura dalle fondamenta lo Stato, smembra il Paese in “feudi”.

Alle Regioni si intendono affidare tante e importanti competenze, finora esclusiva dello Stato: scuola, ambiente, tutela e sicurezza del lavoro, grandi reti di trasporto, tutela della salute, etc, con un sistema di finanziamento e la fuffa dei LEP, i Livelli Essenziali nelle Prestazioni, che travolgerà le Regioni più deboli ed accrescerà spaventosamente il divario nord/sud.

Il timore è che si voglia aggirare la Costituzione in merito, ad esempio, alla scuola visto che l’articolo 33 stabilisce che sia lo Stato a dettarne le norme e non le singole Regioni. Oppure, rispetto al diritto all’eguaglianza dei cittadini, sancito dall’articolo 3, la domanda che sorge spontanea è se sarà differenziata anche questa. Come si può credere che le singole Regioni possano sostenere da sole la globalizzazione o i Comuni, ormai sempre in affanno, come potranno reggere il peso di una simile riforma?

L’infausto DDL, che ha le sue origini nella scellerata Riforma Costituzionale del Titolo Quinto avvenuta nel 2001, risulta essere particolarmente insidioso, poiché avendo natura di intesa tra Stato e Regioni, una volta approvato, sarà una via senza ritorno, perché sostanzialmente immodificabile.

Vista la gravità dell’operazione, è indispensabile un dibattito pubblico imponente ed il coinvolgimento dei cittadini e dei rappresentati politici ad ogni livello, affinché si possa conoscere dettagliatamente ogni “trappola” insita nel DDL ed opporsi alla sua approvazione. La Repubblica Italiana, così come disegnata dai Padri Costituenti, già “ammaccata” dalle varie riforme, rischia di essere perduta definitivamente”.




I ringraziamenti del comitato ex lavoratori ex terme Inps e Solidarietà cittadina per l’incontro di sabato

VITERBO – Il Comitato ex-Lavoratori ex-Terme INPS e l’ Associazione “Solidarietà Cittadina” ringraziano i tanti cittadini e giornalisti che hanno partecipato all’incontro pubblico di sabato scorso, 21 maggio, in strada Bagni all’ingresso ex-Terme INPS con i candidati Sindaco al Comune di Viterbo per le prossime elezioni amministrative.
Erano presenti i candidati : Marco Cardona, Chiara Frontini, Giovanni Scuderi, Claudio Ubertini, Cristian Scorsi delegato per Luisa Ciambella, Carlo D’Ubaldo. Assenti solo Alessandra Troncarelli e Laura Allegrini.
L’ incontro è stato molto interessante: è stata ripercorsa la storia dello stabilimento INPS, del modo in cui è stato chiuso e come ciò era del tutto evitabile.
Si è ricordato come quella struttura abbia garantito quasi 40 anni di benessere a quanti ci hanno lavorato: circa 100 contratti a tempo indeterminato ed altrettanti trimestrali. Venivano ospitati approssimativamente 5000 assistiti, provenienti dal centro, sud e isole , garantendo anche un vasto indotto per le imprese viterbesi.
Dalla chiusura avvenuta nel 1993, la politica locale ha speso fiumi di promesse a garanzia di una sempre imminente e mai avvenuta riqualifica e riapertura dello stabilimento che gode, tra l’altro, di un enorme parco di 7 ettari.
Nell’incontro di sabato scorso si è dato anche molto risalto alle vicende più recenti: il progetto sviluppato dalla società Federterme, su incarico del Comune di Viterbo e approvato in Consiglio Comunale a giugno 2020. Inviato, poi, alla Regione dove giace tuttora.
Inoltre, ricordiamo agli addetti che, per fare il bando, bisogna specificare quanti litri di acqua si mettono a disposizione. I tecnici che devono fare questo lavoro hanno ricevuto l’incarico? Nel caso sia stato assegnato tale incarico, quanti mesi/anni si dovrà ancora aspettare?
Quel progetto, ribadiamo, è fondamentale per lo sviluppo economico della città, garantirebbe tanti posti di lavoro a tanti giovani, molti di più di quelli del vecchio stabilimento, senza trascurare l’ indotto.
Nel ringraziare i candidati presenti per aver partecipato ed avere espresso la loro idea di città termale, non possiamo fare altrettanto con gli assenti.
Ci si potrebbe chiedere se i candidati che non hanno ritenuto di esserci, lo abbiano fatto perché non avevano nulla da dire? Non intendono far nulla per la riapertura? Concordano che il progetto sia fermo?
Noi, come tanti, tantissimi cittadini siamo delusi e indignati del continuo rimandare e dell’inconcludenza, che tanti danni sta procurando alla città.
Se la politica facesse finalmente il proprio dovere Viterbo avrebbe le carte in regola per diventare una città super termale!
Franco Marinelli per il Comitato ex Lavoratori ex Terme INPS
Maria Immordino per l’ Associazione “Solidarietà Cittadina”




Stabilimento termale, Il Comitato ex Lavoratori ex Terme INPS e l’ Associazione Solidarietà Cittadina invitano al confronto

VITERBO – Riceviamo da Franco Marinelli (Il Comitato ex Lavoratori ex Terme INPS), Rossella De Paola (Associazione Solidarietà Cittadina) e pubblichiamo: “Il Comitato ex Lavoratori ex Terme INPS e l’ Associazione Solidarietà Cittadina hanno invitano tutti gli otto candidati a sindaco di Viterbo  ad un dibattito pubblico, in strada Bagni, all’ingresso delle ex Terme INPS, sul futuro dello stabilimento termale con annesso parco, per ascoltare dalla loro voce cosa intendano fare per portare a buon fine il progetto sviluppato dalla società Federterme, su incarico del Comune, approvato dal consiglio comunale a giugno 2020 e spedito, poi, in Regione, dove lì giace ancora.

La realizzazione di quel progetto è fondamentale per la ripresa economica della  città, poiché darebbe lavoro a centinaia di persone con tante figure lavorative direttamente e a moltissime altre con l’indotto, assicurando loro un futuro dignitoso.

Si tratta di un albergo a cinque stelle extra lusso con una ricettività di 12 camere cinque stelle suite superior, 31 camere cinque stelle suite, 42 camere cinque stelle, 15 camere quattro stelle. Ristoranti per quasi trecento coperti, una wellness spa per 300 persone, un’area dedicata ai trattamenti per 40 persone. Poi, sono previste 12 strutture coperte per la ristorazione veloce, che dovranno utilizzare prodotti gastronomici locali ed una scuola per formare operatori termali. Il progetto prevede finanche il tariffario. Il solo cantiere può dare lavoro a 150 persone in  modo diretto e 350 in modo indiretto.

Viterbo negli ultimi dieci anni ha assistito alla piaga  dell’emigrazione di migliaia di giovani, costretti ad andar via per mancanza di lavoro. Il Comitato ex Lavoratori ex Terme INPS auspica, dunque, la realizzazione del polo termale, per  garantire il futuro a tanti nostri giovani, così come, a partire dal 1955 fino al 1992, fu garantito a centinaia di lavoratori tra fissi e trimestrali, più l’indotto.

Pertanto invitiamo la cittadinanza a partecipare il 21 maggio dalle ore 11,00,  in strada Bagni, all’ingresso delle ex Terme INPS. Cerchiamo di essere in tanti presenti ad ascoltare quello che i candidati ci racconteranno, in modo da poter valutare nel tempo se si tratterà delle solite promesse elettorali o di fatti concreti, come ci auguriamo”.




Viterbo, l’associazione “Solidarietà Cittadina” ricorda Peppino Impastato

VITERBO – Riceviamo da Maria Immordino (Solidarietà Cittadina) e pubblichiamo: “L’ Associazione “Solidarietà Cittadina”, informa che il giorno 9 maggio 2022, alle ore 17:30, presso il Parco Robinson di via Alessandro Volta (di fronte ITIS), si terrà un incontro pubblico per ricordare l’ anniversario del barbaro assassinio di Peppino Impastato.
Il giornalista e attivista siciliano fu massacrato dalla mafia il 9 maggio 1978: la sua testimonianza è ancora oggi un esempio di coraggio, per chi non rinuncia a parlare, lottare, denunciare crimini, affari e connivenze.
È nostro dovere non dimenticare e far conoscere ai giovani quanto la “cultura” mafiosa continui ad esistere e sia radicata in tutto il Paese, non solo in Sicilia. Bisogna che le nuove generazioni ne prendano coscienza e assumano la legalità e la giustizia quali valori irrinunciabili, come fu per Peppino Impastato.
Invitiamo cittadini e Istituzioni a partecipare”.




Incontro pubblico di “Solidarietà Cittadina” e Comitato “Lavoratori ex-Terme INPS”, sabato 26 settembre

VITERBO – L’ Associazione “Solidarietà Cittadina” ed il Comitato “Lavoratori ex-Terme INPS” riprendono la maratona per il termalismo viterbese, organizzando per giorno 26 settembre, dalle ore 11,00 alle ore 12,00, presso la Callara del Bullicame, in strada Bullicame, un incontro pubblico per affrontare l’annosa questione della mancanza di acqua che dura da circa sei anni.
Abbiamo appreso con soddisfazione dai giornali che la Regione Lazio ha finalmente approvato la determina per la chiusura del pozzo San Valentino, che, con la sua rottura abusiva, ha provocato il prosciugamento della Callara del Bullicame. Ma visto che da circa sei anni di buone notizie ne abbiamo sentite tante, veramente troppe, anche dalla passata amministrazione comunale, siamo piuttosto scettici. Alla luce di ciò invitiamo i cittadini consapevoli dell’importanza storica e turistica della Callara del Bullicame. I rappresentati di Regione e Comune, hanno accettato il nostro invito, affinché di persona vengano ad illustrarci il percorso ed i tempi con cui intenderanno realizzare questo progetto. Partecipiamo numerosi: più siamo meglio capiranno.
Franco Marinelli, Comitato “Lavoratori ex Terme INPS”
Maria Immordino, Associazione “solidarietà Cittadina”

La manifestazione si svolgerà nel rispetto del distanziamento sociale come previsto dalle norme anti covid.




Concessione mineraria per l’acqua termale delle Zitelle al Comune, la soddisfazione di Solidarietà cittadina, lavoratori ex terme Inps e Faperdue

VITERBO – L’ associazione “Solidarietà Cittadina”, rappresentata da Maria Immordino, il Comitato “Lavoratori ex-terme INPS”, rappresentato da Franco Marinelli, e Giovanni Faperdue, ex presidente associazione “Bullicame”, promotori della “maratona per l’acqua termale pubblica”, apprendono con grande soddisfazione che la Regione Lazio ha rilasciato al Comune di Viterbo, la Concessione mineraria per l’acqua termale delle Zitelle. La determina regionale è particolarmente importante, perché consentirà, finalmente, la chiusura del pozzo delle Zitelle, che disperde preziosa acqua termale, nella quantità di 12 litri al secondo dal lontano 1952, riversandola nel fosso Umeda.
Ci auguriamo che il Comune possa ora procedere alla chiusura, e che questa avvenga davvero entro l’anno, come affermato dall’ assessore al Termalismo Contardo, e che il flusso dell’acqua sia regolato e gestito oculatamente, in prospettiva della realizzazione di strutture ricettive, che sarebbero fondamentali per lo sviluppo economico della città di Viterbo, in crisi lavorativa gravissima ormai da troppo tempo.
Riguardo alle ex terme-INPS, il Consiglio Comunale del 30 giugno ha approvato il progetto Federterme, che costituisce un primo segnale positivo per la risoluzione di una questione che si trascina dal 1993, anno della chiusura dello stabilimento termale dei Lavoratori INPS. Siccome la proprietà del complesso ex INPS è al 50% della Regione, adesso è necessario che l’iter non si arresti, ma prosegua più speditamente possibile e venga trasmesso agli uffici della Pisana, per la definitiva approvazione, in modo da poter realizzare il bando.
Le iniziative a favore del termalismo viterbese riprenderanno a settembre, affinché si mantenga alta l’attenzione sul bene più prezioso a disposizione di Viterbo. Ribadiamo che terme e turismo sono strettamente legati, e che possono costituire il futuro per una città fortemente colpita dalla disoccupazione”.
Franco Marinelli, Comitato Lavoratori ex-Terme Inps
Maria Immordino, Associazione “Solidarietà Cittadina”
Giovanni Faperdue

 




Manifestazione oggi alle ex Terme Inps con gli ex lavoratori, Faperdue e Marinelli

di WANDA CHERUBINI –

VITERBO – Continua la protesta  del comitato “Lavoratori ex Terme INPS” e dell’ Associazione “Solidarietà Cittadina” con Franco Marinelli e con la collaborazione del già presidente dell’ associazione “Il Bullicame” Giovanni Faperdue, che stamani, dalle ore 11, hanno manifestato  a favore dell’ acqua termale e del termalismo che si potrebbe sviluppare, anche in pochi anni, a Viterbo. Presenti anche alcuni ex lavoratori delle terme Inps con tanto di cartelloni. Marinelli e Faperdue erano ancora una volta simbolicamente incatenati per chiedere che la città dei Papi possa essere una città veramente termale, i cui benefici potranno riguardare tutti.

Marinelli ha spiegato: “Proseguiamo la nostra maratona sui vari siti termali: dopo il Bullicame e le Zitelle, stamani ci troviamo qui, alle ex terme Inps. Abbiamo saputo che martedì in consiglio comunale è passata la proposta di rilancio del sito termale, ma non vorrei che ora in Regione Lazio ci mettano altri 10 anni o boccino la proposta. Oggi ci sono anche alcuni degli ex lavoratori Inps. Le terme Inps, iniziate nel lontano 1956, hanno portato a Viterbo grande lavoro ed indotto. I posti letto erano 194 ed ogni giorno venivano  persone dal centro Sud, isole comprese, che,  dopo fatta la cura, giravano per Viterbo, compravano in città. Avremmo voluto che non si fosse chiuso lo stabilimento. Siamo molto arrabbiati per questo. Dal 1993 le terme sono chiuse e ci siamo sempre battuti per la loro riapertura. Se veramente questo progetto di rilancio andasse avanti sarebbe lavoro per i giovani di oggi e di domani. Viterbo si può permettere di essere una città termale. L’acqua che c’è alle Zitelle è quattro volte quella che ha Montecatini”.

L’ex presidente dell’associazione il Bullicame, Giovanni Faperdue ha aggiunto: “Vedo bene questo piano di rilancio di Federterme, anche se niente è definitivo, abbiamo un progetto che potrebbe sparire nel giro di dieci giorni come andare avanti. Quello che è importante è che qualcuno a Viterbo si ricordi che bisogna riattivare questo complesso e creare le condizioni di nuovi posti di lavoro. Capisco che la vicinanza delle terme dei Papi possa influire negativamente, ma possiamo trovare il modo di far convivere le due strutture, perché è dimostrato che il mercato immediatamente si allarga se più persone fanno la stessa cosa. Quindi,  potremmo allargare ancora il nostro termalismo. Adesso interrompiamo la nostra maratona e la riprenderemo dopo S. Rosa per visitare altri luoghi di termalismo che potrebbero diventare attivi nel breve ed aiutare l’economia viterbese. Ci risentiremo per diverse altre uscite”.

Un ex dipendente delle terme Inps, Sandro Bentivoglio ha detto: “Ho lavorato alle terme Inps dal 1974, poi sono stato trasferito alla sede di Viterbo, poi queste terme sono morte completamente. Mi ricordo che fin da bambino doveva venire la città termale alle Zitelle, poi ho avuto la fortuna di entrare qui. Ma oltre a non essere nata la città termale alle Zitelle sono morte anche queste terme. Non riesco a capire come i nostri politici, che ne sono passati molti, devono far morire non solo le terme, ma anche tutta Viterbo, perché qui è ridotto un degrado, l’acqua va a sparire tutta, bucano da un parte e va  a finire dall’altra. Continue promesse anche da Roma. La spiegazione che vorrei è perché deve essere così. Nel lontano 1960 si parlava di proprietari terrieri, ma oggi non esiste più questo, perché quindi deve essere tutto così abbandonato? Le terme Inps quando funzionavamo portavano a Viterbo 194 persone ogni giorno, dando lavoro ad oltre 120 dipendenti più i trimestrali. Inoltre, la gente alla sera usciva, andava per Viterbo, portando quindi soldi a Viterbo, era un giro d’affari per la città. Inoltre, oltre alle 194 persone che venivano ogni giorno per curarsi alle terme, ne venivamo altre che mandavamo alle terme Salus. Tutto è finito, in malora da anni”.




“Settimana corta” a scuola: cui prodest? Interviene Bucciarelli di “Solidarietà cittadina”

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “E’ una lettura interessante il comunicato stampa divulgato sul sito del Liceo Scientifico “Ruffini” e a mezzo stampa, a firma di un gruppo di Dirigenti Scolastici delle scuole di Viterbo e provincia, sulla vexata quaestio: “settimana corta” si – “settimana corta” no.
Sostanzialmente viene confermata la completa assenza di motivazioni didattico-pedagogiche, che avrebbero dovuto essere le sole messe in campo e che ci si sarebbe aspettati da chi si occupa di scuola.
In realtà si fa riferimento solo ad una riunione, in data 26/9/19 con il Cotral, “per fare fronte ai pesanti disagi relativi ai trasporti subiti dagli studenti in apertura dell’anno scolastico” , ciò provocato, secondo la loro tesi, “da una estrema eterogeneità di orari e modelli organizzativi sul territorio provinciale”.
Motivo per cui i rappresentanti dell’istituzione scolastica, per quanto emerge dal comunicato, si sarebbero resi disponibili a modificare l’impianto organizzativo delle attività didattica, in favore di una richiesta dell’azienda di servizio di trasporto pubblico. Una procedura piuttosto stridente con i ruoli: la Scuola, “organo della Costituzione”, come ebbe a definirla Piero Calamandrei, che si lascia condizionare da un servizio, che dovrebbe, invece, essere subordinato alle esigenze della Scuola stessa.
Si chiede una uniformità oraria che pare essere piuttosto improbabile da ottenere: scuole con indirizzi diversi e con esigenze didattiche diverse, monte orario diverso per indirizzo, corsi e sportelli pomeridiani con organizzazioni ed orari diversi. Come si può livellare tutta questa varietà? La soluzione è spostare tutto in avanti di un’ora e aggiungere le ore pomeridiane del venerdì, che aumenterebbe solo un’altra fascia oraria da servire con i trasporti?
Resta il caso dell’approvazione all’ ITE “Paolo Savi” antecedente alla riunione citata del 26/9/19, come a dire “essere più realisti del re”.
Nel comunicato si legge anche:“(…) non si comprende la ragione per cui l’amministrazione provinciale (…)ritenga di dover esprimere una subordinazione della legittima autonomia decisionale degli istituti alle esigenze di altri soggetti istituzionali e di poter determinare l’efficacia delle decisioni assunte dalle scuole.”. L’amministrazione provinciale, attraverso la stampa, ha solo espresso ragionevolezza rispetto ad una decisione tanto importante, per cui ha chiesto di spostare tutto di un anno scolastico, sia per cercare un’efficace organizzazione sia come forma di rispetto verso le famiglie che hanno iscritto i figli, di fatto accettando una patto di corresponsabilità, che integra anche la settimana scolastica a sei giorni. Non appare esserci alcun motivo di scandalo ma solo equilibrio e buon senso. L’Istituzione Scolastica, invece, sembra aver scelto di subordinare se stessa alle esigenze del servizio di trasporti, per quanto espresso nel detto comunicato:“Gli istituti scolastici infatti in questo momento sono perfettamente in grado di ottemperare alla richiesta posta dall’azienda dei trasporti(…)”
Incuriosisce, poi, questo passaggio: “(…)le iscrizioni recentemente chiuse hanno mostrato che le famiglie tendono a prediligere l’organizzazione su 5 giorni(…)”. In che modo le famiglie hanno potuto esprimere tale “predilezione”? Al Liceo scientifico “Ruffini” i genitori stanno chiedendo di poter effettuare un sondaggio, al “Paolo Savi” non risulta una consultazione nel merito, se non una di circa due anni fa con esito sfavorevole alla “settimana corta”, al Liceo scientifico” Meucci” gli studenti votarono a maggioranza contro l’organizzazione a 5 giorni ma venne realizzata lo stesso. Per ora, sui siti scolastici si trova pubblicato solo il sondaggio svolto dal Liceo Scienze Umane e Liceo Musicale “Santa Rosa”. Ovviamente qualunque sondaggio ha solo valore consultivo, visto che la decisione ultima spetta al Consiglio di Istituto ma sarebbe un bel segnale di democrazia.
E ancora leggiamo:“(…) una mancata attuazione da parte delle scuole di Viterbo potrebbe rappresentare una perdita per gli istituti del capoluogo e conseguentemente più in generale per la città.” Cosa si intende rappresentare? A quale tipo di “perdita” ipotetica si fa riferimento? Forse si ipotizza che in mancanza della “settimana corta” a Viterbo, le famiglie iscriverebbero i propri figli, ad esempio, ad Orte, raggiungibile con un viaggio di circa un’ora al giorno? Non sembra che finora gli istituti viterbesi si siano svuotati.
Infine :“ (…) i dirigenti scolastici desiderano promuovere è un dibattito sulla scuola e sulla sua efficacia (…) che si adoperi invece per promuovere una scuola attenta ai bisogni educativi degli studenti e ai contesti sociali che mutano ed esprimono richieste diverse.” Questo è l’auspicio di chiunque abbia a cuore la Scuola in quanto Istituzione, peccato ciò non passi attraverso decisioni frettolose, che tendono a normalizzare le emergenze che colpiscono la scuola a cominciare dall’edilizia. La “settimana corta” richiederebbe per una sua applicazione vera, una rivoluzione dell’intero sistema scolastico, una visione prospettica che sia altra dall’attuale omologazione rabberciata a non si sa bene cosa: servono edifici adeguati, con mense, aree aperte, spazi comuni; serve un modello didattico e, poi, orario strutturato su una permanenza diversa a scuola e che non sia solo un modo di andare incontro alle esigenze di agenzie di trasporto; un orario prolungato quotidiano, con un’ organizzazione degna di accogliere un simile cambiamento. Allo stato attuale la sola prospettiva che si riesce a vedere è che avremo ragazzi seduti ai banchi dalle sei alle otto ore al giorno, senza mensa e con una ricreazione (che non è una concessione o un privilegio) striminzita, con rientri a casa a pomeriggio inoltrato, costringendoli a ritmi frenetici e difficili da sostenere, gravando in particolar modo sui pendolari. Avranno difficoltà a mantenere la concentrazione necessaria con ricaduta sul rendimento, a trovare il tempo per fare i compiti e coniugare le attività sportive con i corsi pomeridiani. Utopico e senza senso pensare in un recupero dello studio perso, compresso nel week-end. Si presume che anche gli insegnanti saranno stanchi e meno prestanti didatticamente alla sesta, settima o ottava ora. Le cosiddette innovazioni metodologiche, quand’anche fossero praticabili, sposteranno di poco il problema se non lo peggioreranno. Un abbassamento generale di livelli e qualità è da mettere nel conto? I soldi “risparmiati” con la chiusura del sabato saranno per lo più riferite ad utenze (che potrebbero essere efficientate, invece che tagliate), per cui non ci sarà alcun ritorno di risorse economiche. Ci si sarebbe aspettati ben altre battaglie, rispetto ad una Scuola Pubblica che ha subito tagli draconiani di risorse di ogni genere, a cui mancano, in molti casi, strutture ed infrastrutture, che deve ricorrere al “contributo volontario” delle famiglie e si regge essenzialmente sullo spirito missionario di tutte le sue componenti. Ancora una volta si fanno le “nozze con i fichi secchi”, si subirà l’ennesima “rivoluzione” senza alcun dibattito e confronto istituzionale sulla didattica, senza una vera discussione sui pro ed i contro. Peccato, un’occasione sprecata”.
Rosalinda Bucciarelli “Associazione Solidarietà Cittadina”




Mercato del sabato: sfratto dal Sacrario

VITERBO- Riceviamo da Maria Immordino di Solidarietà Cittadina e pubblichiamo: “Siamo sommersi dalle proteste di tanti viterbesi per lo spostamento del mercato del sabato dal Sacrario, sua sede storica, al quartiere Carmine. Motivazione ufficiale: il sabato molte persone non vengono in centro perché non c’è il parcheggio. Non penso sia giusto preoccuparsi sempre e soltanto delle esigenze degli automobilisti e mai di quelle di tante persone che, per vari motivi, si possono spostare solo con i mezzi pubblici, cosa che andrebbe favorita comunque. Il mercato è frequentato, in gran parte, da persone di una certa età che non guidano e che utilizzano i mezzi pubblici. Il Sacrario può essere raggiunto facilmente e, grazie al mercato, il sabato c’è un po’ di vita. D’ora in avanti, in quelle mattinate, il centro di Viterbo sarà ancora terra più desolata, ma si potrà parcheggiare! La zona del Carmine è complicata da raggiungere con i mezzi pubblici e molti degli attuali frequentatori non potranno più andare. Il mercato porterà molti inconvenienti agli abitanti del quartiere vista la disposizione delle abitazioni e la mancanza di spazi adeguati. Mi chiedo quale mente raffinata abbia concepito questa bella pensata. Il Consiglio comunale ha votato questa proposta a maggioranza, i gruppi di opposizione si sono astenuti. Solo Chiara Frontini e il suo gruppo hanno votato contro. Non importa a nessuno se gli ambulanti, già in crisi, subiranno ulteriori perdite dal momento che molti frequentatori abituali non potranno più andare. Si sottovaluta il fatto che, per molte persone, il mercato rappresenta la possibilità di fare acquisti più convenienti date le scarse risorse economiche di cui dispongono. Non si può far decadere così un mercato. I mercati rionali contribuiscono allo sviluppo economico, sono anche svago e socializzazione, fanno parte della cultura popolare e le loro origini si perdono nella notte dei tempi. Per qualcuno è fonte di disturbo e confusione, ma quella confusione è, in realtà, movimento, vivacità, vita. Bisognerebbe favorirne la diffusione e la possibilità di frequentarlo. Altra motivazione dello spostamento: il Comune perde il ricavo del parcheggio a pagamento anche se gli ambulanti pagano il posto. E’ ovvio che, con questa nuova sistemazione ,le entrate raddoppiano: a quelle del parcheggio si sommano quelle dell’utilizzo del suolo pubblico. Ci rendiamo conto che le esangui casse comunali abbiano sempre bisogno di rifornimento. Sarà per questo che la Giunta comunale non ha confermato i tagli alle indennità del Sindaco e degli assessori, tagli operati dalla precedente amministrazione. Questa operazione ci costerà 180.000 euro in cinque anni. Complimenti! Questo sì che è un ottimo esempio di buon governo ed è proprio ciò che si aspettano i viterbesi che hanno votato gli attuali governanti e anche quelli che non li hanno votati. Chiediamo che il Consiglio comunale riesamini la proposta e che, una volta tanto, prevalgano motivi umani, culturali e di opportunità. Confidiamo che l’amministrazione sia in grado di rimpinguare le esangui casse comunali governando in modo oculato,saggio, superando interessi di parte, avendo presente l’interesse e il bene dei cittadini. I buoni governanti devono contribuire a sviluppare e a far progredire la città che governano. Per questo sono stati eletti. La città si aspetta provvedimenti che rendano la vita migliore, più agevole e meno problematica di quanto già non sia. E’ sperare troppo o i cambiamenti in meglio sono davvero impossibili?”.